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Il congiuntivo è un modo verbale che denota un modo di pensare, un modo di porsi nei

confronti del mondo L’uso del congiuntivo rispecchia complessità argomentativa, capacità di
astrazione, creatività e raffinatezza espressiva, perciò tra tutti i modi è quello che più si associa
all’eleganza linguistica.

Tutti i parlanti di madrelingua usano il congiuntivo, spesso inconsapevolmente. Persino nei


dialetti se ne fa uso. Si usa quotidianamente nelle richieste cortesi più frequenti (“Senta,
scusi…?”) o nelle osservazioni più elementari (“Sembra che il tempo stia cambiando”). Si trova
soprattutto nelle frasi subordinate, ma non solo. Sono numerosi gli usi del congiuntivo in frase
indipendente (“Prego, si accomodi!”,“Magari potessi cambiare vita!”) e alcune di queste
espressioni sono diventate formule fisse. Il congiuntivo si usa nel parlato e ancor più nel
registro formale della scrittura. Si apprende, come ogni altro modo, attraverso l’esposizione ai
testi, la riflessione e lo studio, l’analisi e la pratica. Nonostante le frequenti polemiche sullo
stato di salute del congiuntivo o sulla sua presunta morte, i numerosi studi sull’argomento
rivelano che l’uso del congiuntivo si è diffuso, a partire dalla seconda metà del ’900, con il
progressivo affermarsi dell’italiano come lingua condivisa da una sempre più vasta comunità di
parlanti. Il corretto, il mancato o l’errato uso del congiuntivo sono parametri di valutazione del
livello culturale e di istruzione di un parlante di madrelingua. Non sempre, però,saper usare il
congiuntivo corrisponde ad un sicuro bagaglio di conoscenze teoriche sugli innumerevoli e
svariati usi di questo modo verbale. Spesso l’uso del congiuntivo è solo frutto di una
consolidata prassi e dimestichezza sintattica, tipica del madrelingua. Laddove non si tratti di
consuetudine o automatismo, l’uso del congiuntivo (“ma ci vuole il congiuntivo o no?”) è uno
degli argomenti che costituiscono fonte di dubio, il quale richiede una maggior fonte di
attenzione.

Usi del congiuntivo

Nelle proposizioni indipendenti, il congiuntivo può avere valore:


- esortativo (al posto dell'imperativo): vada via di qua!;
- concessivo (segnalando un'adesione, anche forzata, a qualcosa): venga pure a spiegarmi le
sue ragioni;
- dubitativo: che abbia deciso di non venire? (analogamente si può usare l'indicativo
futuro: sarà vero?; l'infinito: che fare?; il condizionale: cosa gli sarebbe successo?);
- ottativo (per esprimere un augurio, una speranza, ma anche un timore): fosse vero!;
- esclamativo: sapessi quanto mi costa ammetterlo!.

Nelle proposizioni subordinate:

- con verbi di opinione e di pensiero nella principale, sia affermativi che negativi (penso che sia
giusto/non penso che sia giusto)

- con alcune congiunzioni subordinanti, quali affinché, benché, sebbene, quantunque, a meno


che, nel caso che, qualora, prima che, senza che;
- con aggettivi o pronomi indefiniti (qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque);
- con espressioni impersonali, come è necessario che, è probabile che, è bene che;
-  in formule ormai fissate nell'uso (vada come vada; costi quel che costi).
Formazione del congiuntivo (verbi regolari)

Verbi in -ARE (volare) Verbi in -ERE (temeré) Verbi in –IRE ( partire) Verbi in -ire (finire)

-che io voli -che io tema -che io parta –che io finisca

-che tu voli -che tu tema -che tu parta –che tu finisca

-che lui/lei/Lei voli -che lui/lei/Lei tema -che lui/lei/Lei parta –che lui/lei/Lei finisca

–che noi voliamo –che noi temiamo –che noi partiamo –che noi finiamo

–che voi voliate –che voi temiate –che voi partiate –che voi finiate

-che loro volino -che loro temano -che loro partano –che loro finiscano

Alcuni verbi irregolari:

Andare (che io vada … ) Essere (che io sia…)

Fare (che io faccia … ) Avere (che io abbia … )

Stare (che io stia … ) Mantenere (che io mantenga …)

Dare (che io dia …) Uscire (che io esca …)

Venire (che io venga …) Dire (che io dicha …)

Verbi modali:

Dovere (che io debba …) Volere (che io voglia …)

Potere (che io possa …) Sapere (che io sappia …)

Esempi di frasi al congiuntivo presente

Credo che sia giusto avvisarli

Non penso che possiate farcela

Non so se Federica voglia participare al progetto

Che voi sappiate, l’autobus è già passato?

CONGIUNTIVO PASSATO

Il congiuntivo passato nella lingua italiana si usa dopo i verbi e le espressioni che richiedono il
congiuntivo e serve per esprimere un’azione passata che è accaduta prima di un’altra azione
descritta con il verbo al presente nella frase principale.
Formazione:

Presente congiuntivo dell’ausiliare (essere o avere) + Participio passato del verbo

Esempi:

Penso (=frase principale al presente) che il treno sia arrivato (= il congiuntivo passato) alle


8:00.

Spero che tu mi abbia creduto.  

Penso che Daniele sia uscito da casa 10 minuti fa.

Non credo che loro siano già arrivati.

CONGIUNTIVO IMPERFETTO

cantare vedere

che io cantassi che io vedessi

che tu cantassi che tu vedessi

che lui, lei cantasse che lui, lei vedesse

che noi cantassimo che noi vedessimo

che voi cantaste che voi vedeste

che loro cantassero che loro vedessero

sentire finire

che io sentissi che io finissi

che tu sentissi che tu finissi

che lui, lei sentisse che lui, lei finisse

che noi sentissimo che noi finissimo

che voi sentiste che voi finiste

che loro sentissero che loro finissero

essere avere

che io fossi che io avessi

che tu fossi che tu avessi

che lui, lei fosse che lui, lei avesse


che noi fossimo che noi avessimo

che voi foste che voi aveste

che loro fossero che loro avessero

Alcuni verbi irregolari:

Fare (che io facessi) Dire (che io dicessi) Essere (che io fossi)

Bere (che io bevessi) Stare (che io stessi)

Usi

Il tempo imperfetto del congiuntivo si usa per esprimere contemporaneità rispetto al verbo


principale, se il verbo della frase principale è all’indicativo passato prossimo o imperfetto,
oppure se si ha un verbo che esprime desiderio o volontà al condizionale presente o passato.

Esempi:

Volevo che tu ieri venissi

Mi piacerebbe che uscisse il sole

Vorrei che ci fosse più silencio

CONGIUNTIVO TRAPASSATO

PERIODO IPOTETICO (IN BREVE EH)

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