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CACCIA AI TESORI – Corso di lingua e civiltà italiana per stranieri

2. LO STATO DELL’ARTE

7 LEONARDO DA VINCI

7.d. A coppie, leggete il seguente aforisma di Leonardo da Vinci. Provate a “tradurlo” in


italiano contemporaneo, aiutandovi con le domande. Poi cercate di interpretarne il
significato.
“Si come il ferro s’arrugginisce sanza esercizio, e l’acqua si putrefà o nel freddo
s’addiaccia, così lo 'ngegno sanza esercizio si guasta”.
- “Si come” significa “siccome” o “così come”?
- “Sanza” sta per “sansa” o “senza”? Considerate le altre parole della frase.
- Pensando al freddo, qual è il verbo di uso più frequente molto simile a “addiacciarsi”?
- L'espressione "lo ‘ngegno" è un errore grammaticale? Fate delle ipotesi.

7.e. A coppie, utilizzate un dizionario monolingue e svolgete i compiti.


- Cercate i diversi significati delle parole ingegno ed esercizio.
- Trovate altre parole che appartengono alla stessa famiglia di ingegno e di esercizio.

7.f. Leggete altri aforismi dello stesso artista e scegliete fra le frasi date quelle che vi
sembrano più corrispondenti al modo di pensare di Leonardo.

No’ si volta chi a stella è fisso.


Tristo è quel discepolo che non avanza il suo maestro.
Ogni torto si dirizza.
Costanzia: non chi comincia ma quel che persevera.
Chi poco pensa molto erra.
Chi non stima la vita, non la merita.
Ogni impedimento è distrutto dal rigore.

A. È fondamentale essere costanti nel fare qualcosa.


B. Essere costanti è saper cominciare bene qualcosa.
C. Chi passeggia molto riflette poco sui casi della vita.
D. Grazie alla fermezza si possono raggiungere gli obiettivi.
E. È impossibile essere eccellenti come i nostri maestri.
F. Merita di vivere chi dà il giusto valore alla vita.
G. Ogni cosa storta si può raddrizzare perché questo è il mondo.
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CACCIA AI TESORI – Corso di lingua e civiltà italiana per stranieri

2. LO STATO DELL’ARTE

7 LEONARDO DA VINCI

7.g. A coppie, commentate gli aforismi di Leonardo e definite le sue caratteristiche umane e
artistiche.

7.h. Approfondimento. La dama con l’ermellino.

La dama del ritratto è stata


identificata con Cecilia Gallerani, nata nel
1465 figlia di Fazio Gallerani, nobile milanese
e proprietario terriero. La donna era
l’amante di Ludovico Sforza detto Il Moro,
committente dell’opera, e tra il 1480 e il
1499, Signore di Milano, città da lui
trasformata in un vivacissimo centro
economico artistico e culturale. A motivo
della sua bellezza, dell’ingegno e delle doti
dell’animo, essa si pose in un ruolo di primo
piano nella corte milanese e intrattenne
rapporti amichevoli con Leonardo.
L’ermellino, in greco galé, allude al suo
cognome, ma l’animale è anche simbolo di
purezza e nobiltà di sentimenti.

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