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3.1 Risorse
Le Langhe sono zone dalle tante possibilità in fatto di turismo, date le loro
numerose risorse naturali ed artificiali, tra loro difficilmente scindibili. I molti
castelli e le altrettante torri, infatti,
risulterebbero quasi insignificanti se
non fossero abbarbicati sulle creste
di queste colline in un susseguirsi di
curve formose e di solidi e
assemblamenti di pietra.
Risorse incontestabili di questi
luoghi sono "i colori, i silenzi e le
strade panoramiche", il paesaggio
agrario e i suoi prodotti, i castelli, le
piccole cappelle seminascoste nel verde, la memoria storica di momenti e
personaggi mantenuta viva dalle pagine
di Pavese e Fenoglio, i musei che stanno
fiorendo per riscoprire le origini di
questo mondo contadino.
Dei molti castelli presenti sia in Alta che
in Bassa Langa, quelli meglio conservati
sono in Bassa Langa, forse perchè più
interessata dal turismo. Uno di questi è il
castello di Grinzane Cavour (nella foto
sopra) , che ospita un museo
etnografico, la più antica enoteca
regionale del Piemonte e una trattoria,
tutti gestiti dall'Ordine dei cavalieri del
Tartufo e dei Vini d'Alba. Un'altra
roccaforte, del cui restauro si è interessato
nel 1950 anche l'allora Presidente della
Repubblica, il doglianese Luigi Einaudi, è
quella di Serralunga d'Alba, oggi sotto la
tutela della Sovraintendenza ai Beni
culturali, ambientali ed architettonici del Piemonte. Barolo (a lato) , il comune
da cui il pregiato vino DOCG prende il nome, può vantare due fortezze, di cui
una, quella dei Falletti, costruita nel 1300, ebbe l'onore di ospitare Silvio
Pellico dopo la prigionia nel carcere dello Spielberg.
Per quanto riguarda i musei, da non sottovalutare sono gli ecomusei, come
quello dei terrazzamenti e della vite a Cortemilia e quello della pecora nei
pressi di Murazzano, e i piccoli ma ben curati musei etnografici, come quello
di Clavesana.
La risorsa forse più rilevante è quella enogastronomica: la cucina langarola
e il suo accompagnatore, il vino, attirano già da tempo migliaia di turisti,
italiani ed internazionali.
3.4 Infrastrutture
4. Turismo: tipologie
Le Langhe sono una zona ricca di attrattive di tipo naturalistico, a partire dalle
stesse colline che le compongono, che fanno da sfondo ad attività turistiche di
vario tipo.
Il turismo rurale, fondato sulla villeggiatura in un paesaggio agrario curato,
a contatto con l'ambiente naturale e le tradizioni locali e soprattutto
caratterizzato dall'assenza di elementi di disturbo, si manifesta negli
agriturismi, dove gli ospiti possono godersi il loro riposo in un ambiente
incontaminato e carico di suggestione, oppure possono approfittare dei
numerosi itinerari da affrontare a piedi, in bicicletta, a cavallo e "andar per
Langa", praticando così un turismo di tipo naturalistico che non ha niente da
invidiare a quello nei parchi e nelle riserve.
Anche le possibilità di fare turismo culturale non mancano: su queste
colline la letteratura, la storia, l'arte e la religione si intrecciano
indissolubilmente, basti pensare a Cesare Pavese, nato a Santo Stefano Belbo,
e Beppe Fenoglio, nato ad Alba, che hanno descritto in alcune delle loro più
belle pagine le loro terra natia, affascinando molti lettori ansiosi di immergersi
in queste atmosfere.
La Storia ha lasciato duri ricordi degli scontri tra i partigiani della Prima
Divisione Langhe e i tedeschi, ma ci fa anche scoprire le tracce di turisti
d'eccezione: Papi ( Pio VII, Innocenzo IV), Imperatori (Ottone I, Napoleone),
Re e Primi Ministri (il castello di Grinzane Cavour fu infatti al residenza del
conte Camillo Benso), e si può risalire fino ai Romani, che avevano in Alba
Pompeia, l'odierna Alba, una città molto importante e di cui ben conoscevano i
tesori culinari.
L'arte e la religione, profondamente legate l'una all'altra, si incontrano nei
castelli, nei monasteri, nelle numerose cappelle agresti e piloni votivi, chiese,
santuari e sacrari partigiani: un patrimonio molto vasto ma sfortunatamente
poco valorizzato e spesso mal tenuto.
Molti itinerari pluritematici sono stati promossi dall'Ente Turismo Alba,
Bra, Langhe e Roero per valorizzare aspetti meno conosciuti ma non meno
interessanti dei prodotti tipici, come ad esempio "la strada del formaggio" e le
"strade" che interessano i luoghi di produzione dei vini Barolo e Barbaresco.
5. Il movimento turistico
Il movimento turistico dal 1991 al 1999 registra una crescita costante sia per
quanto riguarda gli arrivi sia per quanto riguarda le presenze, ma mentre le
presenze sono in crescita fino al 2001, per poi subire una lieve flessione (-
1,95%), gli arrivi entrano in una “fase di stallo” che si risolve nel 2002 con
una crescita del 4,33%.
Nel 1991 si contavano 65.074 arrivi e 143.426 presenze, e nel 2002 gli arrivi
sono 111.251 e le presenze 231.171: i turisti sono aumentati ma è rimasto
pressochè invariato il tempo medio di permanenza, come la loro predilizione
per le strutture alberghiere.
Nel 1990 il 67,8% dei turisti era italiano e totalizzava il 70,37% delle
presenze, ma a dodici anni di distanza sono i turisti stranieri a detenere la
maggioranza, conil 56,04% degli arrivi e il 59,59% delle presenze; di questi
più della metà sono rappresentati da Svizzeri, Tedeschi ed Austriaci.
Il mese di maggior affluenza è ottobre, con punte che si avvicinano ai
18.000 arrivi e alle 35.000 presenze, ma questo non stupisce perché ottobre è
il mese della tradizionale Fiera, con tutte le manifestazioni correlate e il
paesaggio autunnale di fine vendemmia è molto suggestivo.
Oltre ai mesi autunnali, anche quelli di fine primavera/inizio estate (aprile,
maggio e giugno) fanno rilevare un aumento negli arrivi e nelle presenze, ma
questo riguarda soprattutto il mercato nazionale.
Anche senza considerare il problema della stagionalità del movimento
turistico, la situazione non è molto positiva : la forte crescita delle strutture
ricettive con tutta probabilità si basava su previsioni di aumento del turismo,
che non solo non c’è stato ma è stata addirittura registrata una flessione negli
arrivi.
6. Impatti e previsioni
Il turismo, fino ad ora, non è stato causa di degrado ambientale: esso punta
molto sulle attrattive di tipo naturalistico e di conseguenza questi beni
ambientali hanno assunto un valore economico rilevante, diventando beni
culturali da tutelare.
Con questo non si negano i danni provocati da speculazioni edilizie e
dall’inquinamento dei corsi d’acqua, provocato da industrie come l’ACNA di
Cengio, ora chiusa: le Langhe non sono dunque perfette come sembra
suggerire il “mito bucolico” che emerge dalla comunicazione pubblicitaria.
È molto difficile fare delle previsioni sul futuro del turismo nelle Langhe,
data l’attuale “fase di stallo”. A parte i centri già fortemente turistici, come
Alba, per quelli più piccoli, che sono stati interessati da un forte aumento delle
strutture ricettive e pararicettive negli ultimi anni, il persistere di questa
situazione sarebbe molto dannoso e rischierebbe di portarne l’economia
sull’orlo della crisi.
Una delle possibili soluzioni è quella di puntare sempre di più su un turismo
di qualità, che oltre a risollevare le sorti dell’economia, rafforzerebbe anche
l’immagine della zona.
Molti sarebbero ancora gli aspetti da valorizzare delle Langhe, ma per farlo
occorrerebbero dei fondi, che saranno disponibili solo quando la situazione
turistica sarà migliorata.
Bibliografia
Riviste
Siti internet
www.saporidilanga.it
www.regione.piemonte.it (sezione programmazione e statistica)
www.albaonline.it
www.murazzano.it
www.dogliani.it
www.langheroero.it