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Un secolo di buone maniere: in margine ad alcune ricerche sui galatei dell'Ottocento

Author(s): Luisa Tasca


Source: Contemporanea , gennaio 2003, Vol. 6, No. 1 (gennaio 2003), pp. 203-217
Published by: Società editrice Il Mulino S.p.A.

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/24652154

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LABORATORIO

Un secolo di buone maniere:


in margine ad alcune ricerche
sui galatei dell'Ottocento
Luisa Tasca

Come scriveva Alexis de Tocqueville un se- calmente diversa, anche le norme dei gala
colo e mezzo fa: «nulla, a prima vista sem- tei sono da considerarsi espressione di am
bra meno importante della forma esteriore figurazioni sociali specifiche e diverse2,
delle azioni umane, eppure nulla vi è cui gli Mentre i galatei di Antico Regime sono stati
uomini attribuiscano più valore: essi si ahi- al centro di una forte e prolungata attenzio
tuano a tutto, eccetto a vivere in una società ne storiografica, i galatei ottocenteschi sono
che non ha la loro educazione. L'influenza stati a lungo trascurati dagli storici, soprat
esercitata dallo stato sociale e politico sulle tutto in Italia, laddove proprio nell'Ottocen
maniere merita, dunque, di essere seria- to essi conobbero uno straordinario succes
mente esaminata»1: le buone maniere, il so editoriale. Infatti, se il Settecento è stato
comportamento micro-sociologico degli in- definito il secolo d'oro degli almanacchi, si
contri quotidiani e i galatei che ne codifica- può dire che l'Ottocento lo è stato dei gala
no le regole non sono vuote formalità, segni tei: con una straordinaria coincidenza tem
privi di senso, ma fanno parte di un conte- porale, molti paesi europei e non, tra cui
sto politico, sociale e culturale più ampio, Francia, Germania, Italia, Inghilterra e Stati
costituiscono la testimonianza di progetti Uniti, videro un'espansione senza prece
politico-pedagogici che vanno al di là della denti della produzione di galatei. È vero che
semplice trasmissione di norme spicciole di il fenomeno, impressionante dal punto di
comportamento. In altre parole, le buone vista quantitativo (si parla di centinaia e
maniere sono forme di comunicazione del centinaia di manuali, tra nuovi titoli e riedi
sistema sociale, significati impliciti usati zioni, pubblicati in ciascun paese), deve es
per enfatizzare legami e rapporti, «ideali di sere in parte ricondotto allo sviluppo otto
relazione», canali con cui gli individui inte- centesco dell'industria editoriale, alla diffu
ragiscono: se è vero, come osserva Mary sione dell'alfabetismo e al consolidarsi di
Douglas, che la maggior disponibilità al un pubblico via via più ampio di lettori,
riso dei pigmei rispètto agli haitiani testi- Nondimeno questi fattori da soli non basta
monia di una struttura socio-politica radi- no a spiegare le ragioni del «matrimonio»

1 A. de Tocqueville, La democrazia in America, Milano, Rizzoli, 1999 [Paris, 1855-40], p. 635.


2 M. Douglas, Implicit Meanings, London, Routledge and Regan Paul, 1975.

Contemporanea / a. VI, n. 1, gennaio 2003

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tra il secolo borghese per eccellenza e il ga- impulsi fisici e violenti mediante una tra
lateo: come si spiega tanto successo dei ga- sformazione dell'economia psichica tale da
latei nel secolo della nazione, della nascita permettere il passaggio dalla costrizione
della civiltà industriale e della comparsa sociale esterna (Gesellschqftliche Zwang)
sulla scena della classe operaia? A quali all'autocostrizione individuale (Selbstzwang).
funzioni furono piegati i galatei ottocente- L'innalzamento della soglia del pudore ed
schi? Chi li scriveva e per quali ragioni? un maggior controllo dell'aggressività si
Quali immagini della società filtravano at- sono verificati in stretta connessione con
traverso i sistemi normativi, sociali, com- due elementi fondamentali: la monopoliz
portamentali e morali, di cui si facevano zazione statale della violenza, che obbliga
veicolo? va al controllo delle pulsioni, determinando
una pacificazione dello spazio social
■ Norbert Elias differenziazione progressiva de
Punto di riferimento imprescindibile, an- sociali, che ha moltip
che per chi si occupi di galatei ottocente- denze e suscitato di co
schi, è il lavoro di Norbert Elias, Über den smi di autocontrollo indiv
Prozess der Zivilisation, pubblicato in due In questo processo di lu
tomi a Basilea nel 19393. Lavorando in una ha costituito un dispos
triplice prospettiva - semiotica, storica e so- solo in quanto fulcr
ciologica - Elias ha compiuto un'analisi vranità e della vita s
della società di corte sotto i re di Francia da come luogo di elaborazio
Francesco I a Luigi XIV con un approccio nuove norme comporta
sociogenetico che mirava a rilevare i mec- tà, la campagna e l'inte
canismi di formazione e i principi di strut- un ruolo di ricezione più
turazione di una configurazione sociale Numerose le critiche ch
data, e con un approccio psicogenetico, che ad Elias e che riporter
cercava di individuare V habitus psichico camente5. Alcune han
generato da questa configurazione. L'intera sulla necessità di ridim
storia europea di età moderna è interpreta- ne della corte come unico
ta alla luce del «processo di civilizzazione», zione e diffusione di m
un progressivo addomesticamento degli tali: si deve soprattutto a

3 N. Elias, La civiltà delle buone maniere. La trasformazione dei costumi nel mondo
le, Bologna, Il Mulino, 1982; Potere e civiltà, Bologna, Il Mulino, 1983 [Basel, 1
confluiti in un unico: Il processo di civilizzazione, Bologna, Il Mulino, 1988 [Frankf
4 Alla società di corte è dedicato in particolare un altro volume di Elias, anteriore
e rielaborato dalla sua tesi di habilitation, anche se pubblicato solo più tardi: La soc
Mulino, 1980 [Darmstad und Neuwied, 1975].
5 Dialogano criticamente con Elias tutti i saggi contenuti nel libro a cura di D. Bom
maniere tra Medioevo ed Età Moderna, Milano, Guerini e Associati, 1991; cfr. in
Elena Brambilla, Modello e metodo nella «società di corte» di Norbert Elias, pp. 149

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messo in evidenza le origini ecclesiastiche esame tutti i galatei pubblicati in lingua te
e cattoliche della civiltà delle buone manie- desca nel periodo compreso tra il 1870 e il
re in tutta Europa, riscontrabili nel concetto 1970, predisponendo un inventario dei temi
di «disciplina» monastica e nell'ideale di trattati e un'analisi delle variazioni apporta
modestia; e a Daniela Romagnoli l'aver evi- te nelle diverse edizioni. Il lavoro di Kru
denziato quelle di matrice cittadina, repub- mrey pone almeno due problemi metodolo
blicana e arabo-giudaica, per il caso specifi- gici: il primo è relativo allo status del gala
co della penisola itabana, che fii, specie nel teo nella veste di strumento normativo, e
Medioevo, crocevia di apporti diversi6. An- quindi anche al rapporto tra le «tre grandi
che i limiti temporali sono stati messi in di- sfere normative»: etichetta, etica e diritto,
scussione, anticipando il termine a quo del Secondo il sociologo tedesco i manuali di
processo di civilizzazione ai primi secoli buone maniere devono essere ritenuti a
del Medioevo, e mettendo in evidenza Firn- pieno titolo libri normativi (Nor
portanza della crisi settecentesca di un or- rrwnbiicher), dal momento che riportano le
dine fondato sulla nobiltà. La critica a mio sanzioni che seguono il mancato rispetto
avviso più significativa riguarda l'aspetto fi- della regola, prospettando al lettore quello
nalistico e unidirezionale della lettura elia- che Max Weber definisce soziales Boykott,
siana, lettura non a caso definita «corale», ossia l'esclusione dal gruppo o da una clas
nella quale tendono a sparire i sistemi nor- se sociale. Collocati in una posizione inter
inativi concorrenti e finiscono per essere media tra quella del diritto e quella della
omessi rotture e conflitti in un'Europa che, morahtà, i galatei appartengono alla sfera
anziché coesa, era attraversata da tensioni che Georg Simmel definisce del «costume»,
sociali, guerre di religione e tra stati7. mediante il quale le classi dominanti si as
Applica il metodo eliasiano all'Ottocento un Sicurano il comportamento appropriato dei
allievo di Elias, il sociologo Horst-Volker diversi gruppi sociali laddove la coercizione
Krumrey, che nel suo Entwicklungstruktu- del diritto è inammissibile e l'eticità indivi
ren von Verhaltenstandarden ha preso in duale è inaffidabile8.

6 D. Knox, «Disciplina». Le origini monastiche e clericali della civiltà delle buone maniere in Europa, «Annali
dell'Istituto storico italo-germanico di Trento», 1992, pp. 355-370; sulle origini cittadine delle buone manie
re, cfr. D. Romagnoli, Cortesia nella città: un modello complesso. Note sull'etica medievale delle buone manie
re, in D. Romagnoli (a cura di), Buone e cattive, cit, pp. 21-70.
7 Va citata anche la critica di Hans Peter Duerr, il quale nega che nell'Antichità greco-romana e nel Medio
evo, come nelle culture non europee, ci sia stato un rapporto più libero col proprio corpo e parla del senso
di pudore come «appartenente alla natura dell'uomo»; cfr. H.P. Duerr, Nudità e vergogna II mito del processo
di civilizzazione, Venezia, Marsilio, 1991 [Suhrkamp, 1988).
8 G. Simmel, Sociologia, Torino, Edizioni di Comunità, 1989 [Berlin, 1908); M. Weber, Economia e società I.
Tèoria delle categorie sociologiche, Torino, Edizioni di Comunità, 1999, pp. 31-32 [Tübingen, 1922); H. Hec
kendorn, Wandel des Anstands im französichen und deutschen Sprachgebiet, Bern, H. Lang, 1970; H.V. Kru
mrey, Entwicklungstrukturen von Verhaltensstandarden. Eine Soziologische Prozessanalyse auf der Grund
lage deutscher Anstands- und Manierenbücher von WO bis 1970, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1984; la
letteratura di area tedesca sull'argomento è in realtà molto più vasta. Per citare solo alcuni testi: W. Brede,
Was sollen Benimmbücher? Eine soziologische Kunst-Betrachtung in K. von Franken, Der gute Ihn. Wie

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Nei galatei, Krumrey individua una funzio- delimitazione del corpus: da quelle che as
ne di orientamento (Orientierungsfunk- sumono solo i galatei stricto sensu, tali sin
tiori), per facilitare la mobilità sociale dal titolo (ed è il caso di Krumrey), a quelle
ascendente; una funzione di protezione che invece individuano dei sottotipi, relativi
(Schutzftmktion), per evitare al lettore si- all'ordine di apparizione, ai contenuti, agli
tuazioni imbarazzanti in cui viene ricono- autori e ai lettori (e spesso la storiografia
sciuto come non appartenente alla classe inglese distingue tra courtesy books di Anti
sociale di riferimento; una funzione di au- co Regime, conduct books ed etiquette
toeducazione (Erziehungsfunktion), in par- books), fino alle ricerche più recenti, che
ticolare per i giovani e per chi solo attraver- tendono ad adottare una definizione «am
so la lettura può essere reso partecipe delle pia», assumendo tutto lo spettro della lette
buone maniere; e una funzione di armoniz- ratura comportamentale, e confrontando i
zazione (Harmonisierungsfunktion), nel galatei con diari, lettere, romanzi, sermoni,
promuovere la convivenza tra persone e fonti iconografiche e precettistica educativa
classi sociali. nel senso più estensivo del termine9.
Ora, la definizione di cosa sia un galateo ha II secondo problema metod
delle conseguenze importanti per la delimi- limiterò qui a sollevare, r
tazione dei galatei come corpus di fonti. Per bilità all'Ottocento del metod
il loro contenuto spesso estensivo e multi- mrey estende alla società b
forme, i galatei costituiscono infatti un ge- secolo un'analisi che era stata
nere letterario di difficile delimitazione, società di corte, ritenendo ch
tendente a sconfinare non solo nel libro di centeschi rappresentino l'u
educazione morale, ma anche nel catechi- processo di civilizzazione, s
smo, nel manuale di ginnastica, di econo- i loro parenti di Antico Regime
mia domestica, di igiene, e talvolta nella raffinare il dressoge fisico e il c
guida matrimoniale, ponendo non poche istinti: ed ecco allora, nella
difficoltà al lavoro di scelta e catalogazione, teresse al tema delle escre
Diverse le soluzioni date al problema della del comportamento a tavol

benehmeich mich vornehm?, München, Matthes und Seitz, 1977; G. Häntzschel, Bildung
licher Frauen 1810-1918. Eine Quellendokumentation aus Anstandsbiichern und Lebenshi
und Frauen als Beitrag zur wäblichen literarischen Sozialisation, Tübingen, M. Nieme
stesso autore, Anstandsbücher, Ratgeber, Bildungshilfen für Frauen im 19. Jahrhunder
Internationalen Germanisten-Kongresses, Bern, Rupp und Roloff, 1980; H. Trümpy, Anst
skundliche Quellen, in Probleme der Gegenwartsvolkskunde, Wien, Selbstverlag des Verein
1985; R. Mitralexi, Über den Umgang mit Knigge. Zu Knigges « Umgang mit Menschen» u
und Veränderung im 19 und 20 Jahrhundert, Freiburg, HochschulVerlag, 1984; U. Docker
bürgerlichen Welt. Verhaltensideale und soziale Praktiken im 19. Jahrhundert, Frankfurt-Ne
1994; sui galatei di epoca guglielmina come fonte per lo studio dell'habitus corporeo, c
non pubblicata di L. Wagner, Bürgerliche Verhaltensnormen in Anstandsbüchern der Ka
Wirkprinzipien bürgerlicher Körpersprachnormierung um die Jahrhundertwende, Tübin
9 Per un'interessante discussione sul tema della definizione di galateo cfr. S.E. Newton, L
A Guide to American Conduct Books Before 1900, Westport, Greeenwood Press, 1994.

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pudore. Tuttavia resta la domanda: e cioè se organizzativa, il rischio economico, ecc.)
la lettura eliasiana, basata sul concetto di traspare dal contenuto delle opere di gala
controllo della violenza istintuale e corpo- teo», nondimeno Fiocca parla di «una pro
rea, non rischi di divenire fuorviante se ap- gressiva sicurezza di se stessa che pervade
plicata tale e quale ai manuali ottocente- la borghesia italiana» a fine secolo, evidente
schi, e non si debba piuttosto pensare a nella volontà di dettare in modo più netto le
nuove funzioni e possibilità - e quindi an- regole di comportamento,
che a nuove domande da parte degli storici - Per molti versi analoga è l'impostazione se
acquisite dallo strumento-galateo e dal guita da Gabriella Turnaturi: nella sua am
linguaggio delle buone maniere nel XIX pia ma veloce ricognizione, la sociologa of
secolo. fre un'immagine statica del periodo che va
dall'Unità alla Grande Guerra, insistendo
■ Il caso italiano su almeno tre linee interpretative
Come ho accennato, in Italia la letteratura postunitari tendevano verso
ottocentesca sul comportamento è stata fi- zazione dei modelli culturali e d
nora poco frequentata, e gli studiosi che se mento in una nazione nuova
ne sono occupati non hanno dato vita ad un ta; erano espressione della p
vero dibattito. Il primo intervento, prece- cizzazione della società, tanto
dente alla traduzione italiana dei testi di galatei scritti per ecclesiastic
Elias, è di Giorgio Fiocca: dopo aver notato no ai modelli di comportame
come «queste opere si ripetono e traducono desunti dalla nuova società
presso a poco uno stesso modello di com- pecchiavano la frammentazio
portamento, con poche varianti», Fiocca ri- za della borghesia italiana,
teneva di poter dire che i modelli borghesi ventare comportamenti nu
di comportamento erano uniformi e statici: suo interno lungo linee eco
«nulla che rifletta il travaglio della società turali11. Affermando che la
italiana: la legge elettorale del 1882 (che t'anni di buone maniere» altro
pure significava una cooptazione nell'area «la storia del tentativo di aut
istituzionale di nuovi ceti), lo sviluppo in- di educazione che la borghe
dustriale (con la urbanizzazione di masse andata facendo nel corso di u
contadine e i relativi contraccolpi sul tessu- naturi individua un interes
to cittadino), la crisi del '98»10. Anche se que: mentre nell'Ottocento e
niente «delle caratteristiche strutturali della parte del Novecento i galatei «
borghesia (l'imprenditorialità, la capacità te di un'opera di educazione d

10 G. Fiocca, I manuali di etichetta e la società borghese dell'SOO italiano, «Ricerche d


Religiosa», 1976, pp. 443-48.
11 G.Turnaturi, Gente per bene: cent'anni di buone maniere, Milano, SugarCo, 1988; prece
turi, Signori si nasce e si diventa, in S. Bertelli e G. Crifò (a cura di), Rituale, cerimoniale,
Bompiani, 1985, pp. 209-229.

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aveva anche la pretesa di formare il perfetto mata, arrivando addirittura negli Stati Uni
cittadino italiano»12, a partire dagli anni ti. Seguendo il percorso che dagli Avvisi di
Cinquanta del Novecento essi divennero buone creanze cavati da Monsignor Della
semplici manuali del «fai da te» per la me- Casa porta alle Rules of Civility lette e rico
dia e piccola borghesia, con cui risolvere piate da George Washington nel suo qua
questioni pratiche, al di là di ogni «ambizio- derno di bella scrittura negli anni Quaranta
ne ad una pedagogia complessiva» o alla del Settecento, Botteri sostiene infatti la de
formazione dei cittadini. rivazione delle seconde dalle prime e di
Criticando Fiocca per aver creduto che il fe- conseguenza l'importanza del «contributo
nomeno dei galatei fosse solo ottocentesco e cattolico alla costituzione della "forma del
Turnaturi per aver sopravvalutato «l'inci- vivere" dell'età moderna» (il presidente d
denza degli eventi politici nazionali nel una nazione protestante che impara un c
condizionare le regole del comportamen- dice di comportamento cattolico), critica
to», l'analisi di Inge Botteri ha il merito di do quella che bolla come la «resistenza d
aver ricostruito con lodevole scrupolo filo- la cultura storiografica tardo novecentesca
logico il lavoro di riedizione, adattamento, a riconoscere i debiti contratti con la ri
riduzione e aggiornamento che lega i ma- borazione cattolica della cultura classic
nuali ottocenteschi al modello di Giovanni medieval-umanistica compiuta dai nuov
Della Casa; tuttavia, proprio per aver con- ordini religiosi, specie i Gesuiti, dopo i
dotto una lettura solo interna ai testi essa Concilio di Trento»13,

finisce per perdere di vista il rapporto di ri- Questo stesso modello, dando prova di una
flessione-costruzione che li lega alla società longevità davvero notevole, perdurò in Ita
e che ne costituisce a mio avviso la princi- lia sino a dopo l'unificazione, quando venne
pale ragione di interesse. La tesi di Botteri è sostituito da un altro modello, attorno al
che in età moderna un solo e unico modello quale «il consenso sociale fu unanime per
di comportamento, tratto dal Galateo di quasi un secolo, non solo in Italia ma nel
Della Casa e di ispirazione cattolica e con- l'intero Occidente, fino a tutti gli anni ses
troriformistica, si sarebbe imposto al di là santa del Novecento»14: il che dimostrereb
delle divisioni confessionali e di ceto tanto be l'esistenza di una domanda sociale basa

nell'Europa cattolica quanto in quella rifor- ta sul consenso spontaneo e non sul dom

12 G. Turnaturi, Gente per bene, ciL, p. 15.


13 I. Botteri, Galateo e galatei La creanza e l'instituzione della società nella trattatistica italiana tra antico
regime e stato liberale, Roma, Bulzoni, 1999, pp. 108-109.
14 Ivi, p. 17; dr. anche, della stessa autrice, Cosmogonia civile e società borghese: il «Nuovo Galateo», in M.
Malatesta (a cura di), Sociabilità nobiliare, sociabilità borghese, «Cheiron», 1989, nn. 9-10, pp. 87-113; D
galateo ai galatei Ipotesi per una tradizione casiana, in A. Montandon (a cura di), Etiquette et politesse,
Clermont-Ferrand, Faculté des Lettres et Sdences Humaines, 1992, pp. 163-187; Le nuove usanze. Societ
urbana e nuovi costumi nei galatei milanesi di fine Ottocento, in C. Mozzarelli e R. Pavoni (a cura di), Milano
fin de siicle e il caso Bagatti Valsecchi, Milano, Guerini e Assodati, 1991; Vita buona e regole di comport
mento nelle esperienze religiose femminili dell'800, in AA.W., Chiesa e società a Bergamo nell'Ottocento
Milano, Glossa, 1998, pp. 255-279.

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nio, contro il paradigma «repressivo» della tra aristocrazia e borghesia. In Propriety
civilizzazione, che accomunerebbe, secon- and Position: a Study of Victorian Manners,
do Inge Botteri, Elias e i teorici del discipli- Michael Curtin ha scelto un approccio stati
namente15. co per i galatei ottocenteschi, sostenendo
È dunque un'immagine nel complesso sta- che le regole di etichetta non sono cam
tica e consensuale degli ideali comporta- nel periodo che va dal 1830 alla
mentali e dei diversi «poteri» che li hanno Guerra Mondiale, nonostante che la
prodotto quella che ci viene restituita dalla inglese andasse incontro ad una se
storiografia italiana sull'argomento. Il con- portante di trasformazioni16. La tesi
trasto tra la situazione concreta della socie- tin è che i libri di etichetta propongo
tà italiana del XIX secolo, attraversata da modello aristocratico ad un pubb
trasformazioni radicali, con il progressivo ghese: per questo il libro di buone
affermarsi della borghesia, la creazione viene considerato da Curtin come un
dopo il 1870 di un mercato unificato, il pri- so artefatto della forza economica de
mo sviluppo industriale, la nascita della talismo ottocentesco e al tempo stes
classe operaia, l'acuirsi del conflitto sociale, sua incapacità di costruire per sé
l'urbanizzazione, la scolarizzazione, le ten- perstruttura convincente di idee e
sioni tra la Chiesa e uno stato che si voleva zioni.

laico e l'immagine per molti versi opposta Interessanti anche i confronti tra galatei
che di questa stessa società ci è restituita settecenteschi e galatei ottocenteschi: men
dalla storiografia sui galatei or ora citata - tre il galateo settecentesco istruiva i giovani
una società statica, consensuale, non scossa sulle maniere dell'adulto e i provinciali sul
da spinte contrastanti né da tensioni sui le maniere di Londra, l'etichetta ottocente
modelli comportamentali -, mi pare troppo sca insegnava alla borghesia a comportarsi
stridente per passare inosservato. Un'anali- come la nobiltà. E collegato a questo aspet
si più attenta alle differenze interne alla to: mentre gli autori settecenteschi tendeva
produzione dei galatei porterebbe probabil- no ad usare le maniere come categoria pri
mente ad un'immagine più articolata degli maria di analisi, dividendo le persone tra
stessi galatei e della società di cui erano civili e incivili, piuttosto che in gruppi so
espressione. ciali che possedevano determinate maniere
solo come caratteristica secondaria, gli au
I Ita aristocrazia O borghesia tori ottocenteschi fecero delle buo
Diversamente da quella italiana, la storio- niere un epifenomeno dell'appartene
grafia inglese ha analizzato i galatei soprat- classe. Ancora: diversamente dal
tutto in relazione al problema del rapporto settecentesco, che aveva incoraggia

15 I. Botteri, Galateo e galatei, cit, p. 166.


16 M. Curtìn, Propriety and Position: a Study of Victorian Manners, New York, Garland, 1987; pr
dall'articolo dello stesso autore, A Question qf Manners: Status and Gender in Etiquette and Courtesy
nal of Modera History», 1985, n. 57, pp. 595-425.

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riabilitò con il raffinamento delle maniere, struita da Morgan suggerisce che il modello
il libro di etichetta ottocentesco sembrava di dominanza/impotenza non rappresenta
preoccuparsi più delle regole che separano accuratamente le relazioni tra aristocrazia
le persone che di quelle a sostegno della so- e borghesia inglese nel XIX secolo e rivela
riabilitò, definendo un'etichetta «della di- piuttosto che i rapporti tra aristocrazia e
stanza», che serviva per delimitare i confini borghesia progredirono da una situazione
tra i gruppi sociali, con ampio ricorso ad in- di confronto ad una più integrativa e conci
troduzioni, carte da visita e presentazioni. E liatoria sul finire dell'Ottocento,
infine: mentre il galateo settecentesco, po- Distinguendo tra conduct books (diffusi tra
nendo assieme a questioni di «maniere», 1770 e 1830, scritti da riformatori evangeli
anche problemi di morale e talvolta di refi- ci, convinti che le maniere fossero espres
gione, rappresentava un'ideale «alto», di dif- sione esterna di principi morali e religiosi)
ficile realizzazione, i modelli dei galatei ot- ed etiquette books (dominanti a partire dagli
tocenteschi erano tratti dal comportamento anni Trenta, perlopiù anonimi e «monda
spicciolo della buona società, e come tali ni», strumentali alle aspirazioni di mobilità
erano più facili da imitare. sociale dei lettori), Morgan mette in eviden
Anche Marjorie Morgan, nel suo Manners, za come gli autori degli uni e degli altri rea
Morals and Class in England, 1774-1858, gissero in modo diverso a tre grandi forme
usa i galatei e la letteratura sul comporta- di «influenza», legate alla società urbana e
mento per analizzare il rapporto tra aristo- industriale: la stampa, la moda e la città
crazia e borghesia nell'Inghilterra tra Sette anonima. Mentre i conduct books rappre
e Ottocento, ma arriva a conclusioni in par- sentano il tentativo di perpetuare la gerar
te diverse da quelle di Curtin: scegliere chia sociale relativamente fìssa del mondo
come angolo visuale gli ideali comporta- preindustriale e di fornire una base per la
mentali codificati dai libri di buone manie- fiducia reciproca in un contesto di relazioni
re consente all'autrice di criticare chi, come anonime, gli etiquette books, pur ispirandosi
Wiener, sostiene che il declino economico ad un'«etica aristocratica», erano più adatti
dell'Inghilterra novecentesca sia dovuto al ad una società urbana e industriale, accet
permanere all'interno dei ceti borghesi di tavano la dimensione anonima e l'aspetto
ideali anti-industriali e aristocratici17. La frammentario delle relazioni sociali, e fini
storia degli ideali comportamentali rico- rono con l'imporsi sui primi18.

17 M. Morgan, Manners, Morals and Class in England, 1774-1858, New York, St Martin's Press, 1994; M.J.
Wiener, Il progresso senza ali La cultura inglese e il declino dello spirito industriale (1850-1980), Bologna, Il
Mulino, 1985 [Cambridge, 1981],
18 I libri di Morgan e Curtin, pur essendo a mio avviso i più significativi, non esauriscono la storiografia sui
galatei inglesi ottocenteschi; cfr. A. St George, The Descent of Manners. Etiquette, Rules and the Victorians,
London, Chatto & Windus, 1993; J. Carré (a cura di), The Crisis of Courtesy. Studies in the Conduct-Book in
Britain, 1600-1900, Leide, Brill, 1994; accenni sull'argomento si possono trovare anche in L. Davidoff, The
Best Circles: Society, Etiquette and the Season, London, Croom Helm, 1973; J. Wìldeblood e P. Brinson, The
Polite World, Oxford, Oxford University Press, 1965.

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Più recentemente, sempre in riferimento al studio degli aspetti materiali della gentilez
problema del rapporto tra borghesia e ari- za (ad esempio, il possesso di determinati
stocrazia, la storiografia ha spostato l'ac- oggetti), a quello delle buone maniere per
cento sul tema della relazione tra buone arrivare ad una duplice conclusione: l'im
maniere e consumi, usando i galatei otto- portanza di un comportamento sociale ac
centeschi come fonti da cui attingere indi- cettabile come parte integrante dell'identità
cazioni sui modelli di spesa. Va detto che dell'élite mercantile del Massachusetts co
anche in questo caso il tema era già stato loniale; e un considerazione positiva delle
posto con straordinaria perspicacia da buone maniere, «as an opportunity for
Elias: lo studioso tedesco aveva infatti ac- agency and action», perché favoriscono la
cennato alle modifiche intervenute negli comunicazione tra generi e classi sociali,
utensili da tavola con la progressiva diffe- forniscono mezzi di negoziazione legittima
renziazione di stoviglie e posate che, inizia- ti socialmente, e possono essere usate come
ta nei secoli centrali dell'età moderna, rag- «ponti» tra gli individui20,
giunse piena diffusione nello «strato supe- Ma quello del rapporto tra galatei, buone
riore francese» sul finire del XVIII secolo, maniere e modelli di consumo è un tema re
«proprio alle soglie della rivoluzione». For- lativamente nuovo per l'Ottocento: per pri
chetta e coltello, coperto individualizzato, mo Richard Bushman ha tentato di affron
letti singoli, accessori per l'igiene, strumen- tarlo nel suo libro su The Refinement of Ame
ti per il controllo delle escrezioni corporee, rìca Persons, Houses, Cities21, in cui ha stabi
quali il fazzoletto, si imposero come nuovi lito un legame tra aumento dei consumi e
consumi e al tempo stesso rappresentarono capitalismo da una parte, gentilezza e imita
una parte importante di quel processo di ci- zione di uno stile di vita aristocratico, dall'al
vilizzazione che Elias intende basato sul tra: sebbene costituissero due sistemi di va

progressivo controllo degli impulsi fisici19, lori tendenzialmente opposti, capitalismo e


Se ne è occupata per il Settecento Lorinda galatei furono solidali nel formare la moder
Goodwin che, servendosi delle tecniche na economia, perché il raffinamento dei gu
dell'archeologia storica, ha combinato lo sti e delle abitudini trasformò i produttori in

19 N. Elias, La civiltà delle buone maniere, cit, pp. 239-240. L'argomento ricorre anche in altri studi: in
Civiltà materiale, economia e capitalismo, Fernand Braudel ha sottolineato la funzione delle buone maniere
quale stimolo alla ricchezza capitalistica in rapporto alla tavola, mettendo in evidenza come un insieme di
nuovi lussi legati al cerimoniale del pranzo si diffusero in Francia e in Inghilterra nel corso del Settecento;
Daniel Roche nel suo lavoro sulla Storia delle cose banali ha posto in luce come le stesse scuole e collegi
incrementarono norme di vita sociale che erano anche regole di consumo per le cose e come le regole che
erano conformi alla civiltà delle buone maniere producessero al tempo stesso nuovi bisogni; F. Braudel,
Civiltà materiale, economia e capitalismo. Le strutture del quotidiano (secoli XV-XVIII), Torino, Einaudi,
1993 [Paris, 1979], pp. 179-183; D. Roche, Storia delle cose banali La nascita del consumo in Occidente,
Roma, Editori Riuniti, 1999 [Paris, 1997], p. 68.
20 L.B.R. Goodwin, An Archaeology of Manners. The Polite World of the Merchant Elite of Colonial Massa
chusetts, New York, Kluwer Academic/Plenum, 1999.
21 R.L. Bushman, The Refinement of America Persons, Houses, Cities, New York, Alfred A. Knopf, 1992.

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consumatori, giustificando le spese e il lusso, presentazioni del mondo sociale suggeri
Quando la gentilezza, come sistema di vaio- scono che una classe di questo tipo non
ri, si diffuse attraverso i galatei tra la borghe- c'era. Il manuale che guadagnò popolarità
sia ottocentesca, la richiesta di oggetti raffi- era una forma ibrida che combinava mate
nati creò un mercato di massa senza prece- riali dei libri devozionali e dei galatei scritti
denti: mobilio, conversational pieces, acces- per donne aristocratiche, con regole e con
soli per la scrittura, vestiario divennero ne- sigli propri dei manuali di economia dome
cessari alla messa in scena delle buone ma- stica, dei libri di ricette e degli almanacchi,
niere borghesi. Il mercato che spinse la mac- A partire dal Settecento, le differenze sociali
china industriale ebbe origine da un ideale implicite nei diversi generi educativi spari
di vita preso dall'Antico Regime, perché in rono all'interno del nuovo libro di compor
assenza di un'attrazione emulativa per uno tamento: l'ideale conciliativo tra borghesia
stile di vita raffinato e aristocratico, la do- e aristocrazia si incarnava nel ritratto di
manda per certi beni non ci sarebbe stata; in donna ideale, dedita alla famiglia e alla
definitiva, più che espressione di una bor- casa, che permise a gruppi in competizione
ghesia forte e autonoma, i galatei sarebbero di identificare interessi economici diversi
testimonianza della sua dipendenza da mo- con lo stesso modello femminile, a sottoli
delli comportamentali aristocratici. neare ancora una volta l'origine «sessuata»
Affronta il tema dei rapporti aristocrazia/ della classe borghese22,
borghesia dall'angolo visuale particolare Si fa chiaro l'enjeu del dibattito, al centro di
dei modelli comportamentali femminili il tutti questi studi, riconducibile al rapporto
saggio del 1987 di Nancy Armstrong dal ti- tra modelli aristocratici e modelli borghesi
tolo The rise of the domestic woman. Arm- di comportamento: i galatei ottocenteschi
strong sostiene che in Inghilterra gli anni fanno vedere una borghesia impegnata ad
tra il 1760 e il 1820 possono essere conside- occupare gli spazi pubblici d'incontro, a
rati l'età d'oro dei galatei per donne, dopo reinventare le regole della sociabilità, a fa
secoli in cui i galatei erano stati scritti da vorire comportamenti più adatti ad una so
uomini per altri uomini: l'analisi del model- cietà basata sul lavoro e sull'organizzazione
lo femminile proposto nei manuali di com- economica capitalistica, ad imporre propri
portamento porta l'autrice a sostenere che modelli familiari e di «genere», a «definirsi»
essi implicavano la presenza di un'élite uni- verso l'alto e il basso della scala sociale; ma
ta in un momento storico in cui altre rap- soprattutto, ne esce l'immagine composita

22 N. Armstrong, The rise of the domestic woman, in N. Armstrong e L. Tennenhouse (a cura di), The Ideo
logy qf Conduct Essays on Literature and the History qf Sexuality, New York-London, Methuen, 1987; usa i
galatei pubblicati nell'Inghilterra settecentesca per affrontare il problema della costruzione di immagini e
modelli di mascolinità lo studio di Ph. Carter, Men and the Emergence of Polite Society, Britain 1660-1800,
Harlow, Longman Parsons, 2001; sull'origine sessuata della formazione della borghesia e sul ruolo che in
essa vi hanno svolto le donne dr. M.P. Ryan, The Cradle of the Middle-Class: The Family in Oneida Country,
New York, 1790-1865, Cambridge, Cambridge University Press, 1981; L. Davidoff e C. Hall, Family Fortunes.
Men and women of the English middle class, 1780-1850, London, Routledge, 1992.

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di tante borghesie che, pur essendo tra loro portamento sincero», basato sulla coinciden
diverse nello spazio e nel tempo, si affidaro- za tra sentimenti interiori e comportamento
no tutte allo strumento-galateo, perché par- esteriore, e tra comportamento esteriore e
ticolarmente adatto a veicolare, unitamente classe di appartenenza, aveva una posizione
a comportamenti specifici, anche immagini centrale nella cultura borghese della prima
della società e dei rapporti di classe. In con- età vittoriana perché consentiva di ristabilire
trapposizione con l'aristocrazia, che per i fondamenti della fiducia reciproca, venuti
prima aveva portato al più alto grado lo svi- meno con la crescita delle grandi città23. L'in
luppo del linguaggio delle buone maniere, terpretazione di Halttunen poggia sul con
ia borghesia si impegnò a renderlo «più de- cetto di World of Strangers, mutuato dalla
mocratico», accessibile per acquisizione e teoria di Lyn Lofland, per indicare le grandi
non per nascita; ma non al punto da far ca- città popolate di estranei nelle quali i modi
dere le distinzioni di classe, in particolare tradizionali per codificare e identificare chi
rispetto agli operai (cui sono rivolti in Italia, non si conosceva non erano più validi, a cau
tra anni Sessanta e Settanta, dell'Ottocento i sa dei meccanismi di imitazione legati alla
numerosi «galatei popolari») che dovevano moda e ai comportamenti; e sulla distinzio
essere inseriti all'interno del nuovo ordine ne introdotta da Erwing Goflman tra una so
borghese e resi partecipi del linguaggio del- ciologia della sincerità, che ha la sua colloca
le buone maniere senza deroghe al princi- zione naturale nell'ambiente della vecchia
pio per cui una società funziona meglio borghesia, e una sociologia dell'inganno
quando «ciascuno resta al proprio posto». propria dei bassifondi24.
Secondo Halttunen, ristabilire dei «codici di
I Galatei e urbanizzazione credenza» non era possibile nello spazio
nel segno di Erwing Gofhnan aperto della strada, dove il carattere anoni
Con due studi rispettivamente del 1982 e del mo dei rapporti sociali impediva di cono
1990, la storiografia statunitense ha posto in- scere l'appartenenza di classe e la rispetta
vece l'accento sul problema del rapporto tra bilità morale dei passanti e dove i peggiori
sincerità e dissimulazione, ponendolo in re- criminali potevano imitare l'apparenza e le
lazione con il tema della vita nelle grandi cit- maniere di signore e signori rispettabili; ma
tà e degli atteggiamenti verso la mobilità so- era possibile nel salotto, ambiente in cui il
ciale. Analizzando i galatei pubblicati nel codice di comportamento sincero poteva
corso dell'Ottocento, Raren Halttunen è manifestarsi appieno e in cui la condanna
giunta alla conclusione che l'ideale di «com- di ogni comportamento teatrale basato sul

25 R. Halttunen, Confidence Men and Painted Women: A Study of Middle-class Culture in America, 18)0
1870, New Haven-London, Yale University Press, 1982.
24 L.H. Lofland, A World of Strangers, New York, Basic Books, 1973; E. Goflman, Il rituale dell'interazione,
Bologna, Il Mulino, 1988 [Chicago, 1967]; e, dello stesso autore, Il comportamento in pubblico, Bologna, Il
Mulino, 1971 [New York, 1963]; La vita quotidiana come rappresentazione, Bologna, Il Mulino, 1969 [Gar
den City, N.Y., 1959],

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la simulazione consentiva alla borghesia colloca in una linea di continuità non rico
americana di preservarsi dall'eventualità di nosciuta esplicitamente dall'autore, ma
fare incontri socialmente poco rispettabili, chiaramente presente, con Elias; è signifi
E tuttavia l'omogeneità sociale del salotto cativa anche l'analisi del controllo sull'ap
era minacciata dal comportamento non petito, sul comportamento in pubblico e
sincero di chi voleva salire la scala sociale: l'analisi del controllo e autocontrollo richie

la condanna dell'ipocrisia e l'insistenza sul- sto agli spettatori teatrali: la conclusione cui
la sincerità nei manuali di galateo equivale- giunge Rasson è che le buone maniere co
va in realtà alla condanna degli sforzi di stituivano un «cuscinetto» tra una società
mobilità ascendente e delle strategie recita- che si proclamava democratica e relazioni
tive ad essi collegati. di diseguaglianza capitalistica, un modo
È un'interpretazione ripresa e rielaborata per mediare «between the requirem
da John Rasson in Rudeness and Civility, a democratic polity and the deman
Manners in Nineteenth-Century America: social distinction within an upward
Rasson riconduce il successo ottocentesco bile urban middle class»26,

dei libri di buone maniere negli Stati Uniti Per molti aspetti diverso l'approccio di Dal
alle difficoltà crescenti di decifrare il pro- leti Hemphill, che critica Rasson e Halttunen
cesso urbano nelle grandi città anonime per aver sopravvalutato il tema della sincer
delia costa orientale: l'attenzione rivolta tà e per aver dimenticato le origini settecen
alle buone maniere, la complessa «semiotics tesche di fenomeni ottocenteschi. A partire
of everyday life» e la crescente codificazione dalla constatazione che tre sono le categorie
delle regole, erano modi con cui significare principati attorno a cui ruota il discorso dell
la propria appartenenza sociale e ricono- buone maniere, e cioè la classe sociale, l'età
scere quella altrui, per superare le incertez- e il sesso delle persone coinvolte nello scam
ze relative ad una società urbana25. Partico- bio sociale, il suo Bowing to Necessities: A ta
larmente ricca di spunti l'analisi che Ras- story of Manners in America, 1620-1860vuo
son fa del controllo emotivo imposto dai ri- le essere un esame formale delle regole per
tuali delle buone maniere, che finivano col le relazioni di classe, età e sesso nelle colonie
creare un senso di identità più problemati- settentrionali degli Stati Uniti27. Influenzata
co - esternamente freddo e controllato, in- anch'essa dalle teorie di Erwing Goffman,
ternamente ansioso e conflittuale - e che si Hemphill si concentra sul tema del

25 J.F. Kasson, Rudeness and Civility. Manners in Nineteenth-Century Urban America, New York, Hill and
Wang, 1990; ma la storiografia statunitense sull'argomento è più ampia; dr. S.E. Newton, Learning to behave
cit, che procede poi analizzando i galatei a seconda del gruppo sociale cui si rivolgono, bambini, donne e
uomini; A.M. Schlesinger, Learning how to Behave: A Historical Study of American Etiquette Books, New York,
The Macmillan Company, 1946; E. Aresty, The Best Behavior: the Course of Good Manners -from Antiquity t
the Present - as Seen through Courtesy and Etiquette Books, New York, Simon and Schuster, 1970.
26 J.F. Kasson, Rudeness and Civility, cit, p. 257.
27 C. Dallett Hemphill, Bowing to Necessities: A History of Manners in America, 1620-1860, New York, Oxford
University Press, 1999.

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Rincontro sociale» (precedenze, presenta- li percorsi nello studio di una fonte quanto
zioni, saluti): secondo l'autrice, le regole re- mai ricca, che permette di intersecare sug
lative agli incontri contenute nei galatei of- gestioni e metodologie diverse, ai confini
irono l'opportunità di comparare diversi tipi tra storiografia, antropologia, sociologia e
di relazioni sociali in modo sistematico e letteratura. Mi sembrerebbe ad esempio in
quindi di superare il limite per il quale la sto- teressante studiare i modi in cui i galatei
ria sociale avrebbe studiato le relazioni tra i consentirono di definire i gruppi sociali in
sessi prescindendo da quelle fra classi o fra una società post-cetuale, spinta dalla neces
età. Dalla gerarchia micro-sociologica degli sità di trovare «linguaggi» diversi dal ceto e
incontri sociali, Hemphill trae conclusioni dalla nascita con cui significare le differen
sulla gerarchia macro-sociologica della so- ze di classe, con l'intento di capire come lo
cietà nord-americana, sull'evoluzione dei straordinario successo ottocentesco dei ga
rapporti fra gruppi di età, giovani, adulti, latei accompagnò, legittimandola, l'ascesa
vecchi e bambini, fra donne e uomini, e fra della borghesia e come, specie a fine secolo,
classi sociali: particolarmente interessante divenne strumento di disciplinamento della
l'interpretazione della nuova centralità ac- classe operaia in formazione; così come mi
quisita dal «genere» nell'etichetta ottocente- sembrerebbe una via percorribile quella di
sca, perché suggerisce che i rituali della ga- provare ad interpretare i galatei e il lin
lanteria avevano una duplice funzione, vale guaggio delle buone maniere come stru
a dire «distraevano» dalla disuguaglianza di menti di mediazione fra la sfera giuridica
genere, e al tempo stesso permettevano di dello stato liberale, tendenzialmente uni
ignorare le disuguaghanze di classe28. versalista, e la sfera economico-sociale ca
pitalistica, produttrice di diseguaglianze.
I Possibili percorsi Ma sono molte altre le domande che il lin
A questo punto posso provare ad indicare, guaggio delle buone maniere solleva. Ad
senza alcuna pretesa di esaustività, possibi- esempio: i galatei costituirono un «tutto

28 Meritano di essere menzionati i numerosi lavori coordinati da Alain Montandon presso l'Università di
Clermont-Ferrand: attenti a come i galatei organizzano lo spazio (le passeggiate, i luoghi pubblici, gli spazi
della civiltà amorosa), alle tipizzazioni nazionali ed europee che riguardano il comportamento, al rapporto
tra convivialità e gentilezza, al «vocabolario» delle buone maniere, gli studi raccolti da Montandon riman
gono tuttavia, a mio avviso, frammentari, in alcuni casi mancano di sostegno teorico e, concentrati soprat
tutto sugli aspetti letterari dei manuali di comportamento, sottovalutano la loro funzione disciplinante; va
comunque apprezzato lo sforzo comparativo, il tentativo di far dialogare il «discorso» sulla civiltà europea
con quello sulle buone maniere che lo attraversa; dr. A. Montandon (a cura di), Dictionnaire raisonné de la
politesse et du savoir-vivre du Moyen Age a nos jours, Clermont-Ferrand, Faculté des Lettres et Sciences
Humaines, 1993; e per la cura dello stesso Montandon, Traités de savoir-vivre en Italie, Clermont-Ferrand,
Faculté des Lettres et Sciences Humaines, 1993; Pour une histoire des traités de savoir-vivre en Europe,
Clermont-Ferrand, Faculté des Lettres et Sciences Humaines, 1994; L'Europe des politesses et le caractére des
nations. Regards croisés, Paris, Economica, 1997; Les espaces de la civilité, Mont-de-Marsan, Editions Inter
Universitaire, 1995; è sulla Francia, ma non fa parte dei lavori del gruppo di Montandon, il libro di M.R.
Fisher, Models for manners: etiquette books and etiquette in nineteenth century France, New York, New York
University, 1992.

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compatto», una sorta di doxa foucaultiana, gnificato nel formalismo dell'etichetta nove
oppure espressero sistemi normativi tra centesca; idea che risale almeno a Theodor
loro non coincidenti, rappresentazioni con- Adorno e al suo trittico dei Minima moralia
correnti della società? E in questo caso, in dedicato alla «fine degli usi di cortesia». Dal
che modo i galatei ottocenteschi furono suo esilio americano, avendo sotto gli occhi
strumenti di lotta tra borghesia laica e cat- la società del «cameratismo a base di spinto
tolici, per imporre determinate immagini di ni», Adorno spendeva infatti parole di lode
società su altre, e determinati comporta- per il «tatto» settecentesco, legato all'emerge
menti su altri, specie nei decenni postunita- re dell'individuo, compromesso tra i valori
ri, quando particolarmente acuta fu la ten- del potere nobiliare in declino e quelli eco
sione tra classe dirigente e Chiesa? In tal nomici emergenti del nuovo potere borghe
senso, potrebbe essere utile un'analisi del se, mentre nel Novecento «la convenzione è
rapporto e delle intersezioni tra i galatei e irrimediabilmente crollata, e continua a vi
gli altri «generi» della letteratura educativa, vere solo nella parodia delle forme, in una
le riviste e la manualistica, i giornali di etichetta arbitrariamente escogitata o ripe
moda, ma anche la letteratura setf-helpista scata ad uso degli ignoranti, come quella che
(sulla quale si è concentrata la storiografia certi consiglieri non richiesti insegnano sui
italiana, da Baglioni a Lanaro)29, la precetti- giornali»30. Anche Jacques Revel e Roger
stica religiosa e le vite di santi, i libri di igie- Chartier, che si sono occupati in tempi e
ne e quelli di economia domestica, nell'in- modi diversi di libri di buone maniere, han
tento di capire come tutti questi generi di- no condiviso sostanzialmente questa lettura:
versi contribuirono a formare i cittadini e, a il primo ha scritto che la diffusione della civi
fine secolo, le classi lavoratrici. lite dopo l'esperienza della Rivoluzione fran
Varrebbe la pena sottoporre a verifica la tesi, cese ne ha fatto un vestigio «stereotipato, im
ampiamente condivisa, di un'involuzione poverito, declassato, logorato dalle sue stesse
del sistema ottocentesco delle buone manie- contraddizioni»; il quale non potendo più
re, di uno svuotamento progressivo dei suoi continuare ad essere il progetto per «costrui
contenuti etico-politici fino alla perdita di si- re un vivere sociale regolato» come era stato

29 G. Baglioni, L'ideologia della borghesia industriale nell'Italia liberale, Torino, Einaudi, 1974; S. Lanaro, Il
Plutarco italiano: l'istruzione del «popolo» dopo l'Unità, in Storia d'Italia, Annali 4, Intellettuali e potere,
Torino, Einaudi, 1981; e dello stesso autore, Nazione e lavoro. Saggio sulla cultura borghese in Italia 1870
1925, Padova, Marsilio, 1988.
30 Th. Adorno, Minima moralia. Meditazioni della vita offesa, Torino, Einaudi, 1994 [Frankfurt, 1951], pp. 30
31; la stessa visione dell'etichetta come sistema residuale, destinato inevitabilmente a sparire, emerge anche
nel contesto e nei tempi ben diversi del Luhmann di Struttura della società e semantica, che la colloca tra le
forme involutive della comunicazione: essa «servì all'espressione delle differenze di classe nella interazione e,
perciò, divenne più indispensabile di mano in mano che il rango, soprattutto dell'alta nobiltà, perdeva grada
tamente altri fondamenti e altre sicurezze». Secondo il sociologo tedesco, «proprio perché vincolata a questa
funzione, l'etichetta non potè diventare nemmeno punto di partenza dello sviluppo di forme di interazione
nuove e adatte ai tempi; essa potè formarsi solo in modo involutivo»; tanto che, con l'imporsi di una «diversa
comprensione della interazione umana», finì per essere «trascinata come onere gravoso»; cfr. N. Luhmann,
Struttura della società e semantica, Bari, Laterza, 1983 [Frankfurt, 1980], p. 94.

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in età moderna, ha finito per concidere sol- zione «maschile», per provenienza e desti
tanto con «norme autoritarie e una comme- nazione, nello spazio di qualche decennio
dia delle apparenze, a cui solo la gente mo- finì per divenire una lettura e un ambito
desta ha ancora la debolezza di accordare un tipicamente femminile, per rivolgersi qua
qualche credito»31. Chartier, dal canto suo, si solo alle donne, considerate le garanti
studiando alla luce del binomio divulgazio- del costume e della moralità; e in quanto
ne-distinzione l'evolversi del concetto di civi- tale sia divenuto anche terreno riservato

liti nella Francia di età moderna, è pervenu- ad un nutrito drappello di scrittrici, da Ma


to ad una conclusione per molti aspetti ana- tilde Serao alla Marchesa Colombi, da
Ioga; e cioè che tra XVI e XIX secolo il siste- Emilia Nevers alla baronessa Sobrero: ga
ma delle buone maniere avrebbe perso gran lateo come «sfera» privata solo femminile,
parte della sua forza e si sarebbe svuotato di avulsa dalla «vera sfera pubblica», oppure
significato, divenendo nell'Ottocento sempb- ambito nel quale le donne potevano recu
ce rispetto per le consuetudini, abeno da perare spazi di autonomia e di competen
contenuti etici, civib o rehgiosi, attento sol- za? E, infine, resta tutto da indagare il rap
tanto ai lati esteriori e presente «sotto un porto tra galatei ottocenteschi e galatei di
aspetto prevalentemente disciplinante»32. Antico Regime, per capire se si sia trattato
Cosa successe nel secolo del passaggio, su di un rapporto di continuità all'interno del
cui Adomo tace, dal Settecento delle «con- la lunga durata del «processo di civilizza
venzioni nella loro stagione umana» al No- zione», oppure se i galatei ottocenteschi
vecento delle maniere di sola forma? Si è debbano essere interpretati come qualcosa
trattato solamente di un'involuzione, di una di radicalmente nuovo, alla luce dei cam
progressiva formalizzazione delle regole, biamenti intervenuti a partire dalla Rivo
oppure vi furono, accanto ad aspetti regres- luzione francese, con la progressiva scom
sivi, anche elementi di sviluppo, che non parsa del riconoscimento giuridico-istitu
consentono di parlare di un impoverimento zionale dei confini tra i gruppi sociali, la
tout court del galateo e delle buone maniere? costruzione della nazione borghese e le
Meriterebbero inoltre di essere indagati i trasformazioni legate ai processi di indu
motivi per cui un genere letterario di tradi- strializzazione e urbanizzazione.

31 J. Revel, Gli «usi» delle buone maniere, in Ph. Ariès e R. Chartier (a cura di), La vita privata Dal Rinasci
mento all'Illuminismo, Roma-Bari, Laterza, 2001 [Paris, 1986], p. 158.
32 R. Chartier, Letture e lettori nella Francia di Antico Regime, Torino, Einaudi, 1988 [Paris, 1987], pp. 25-66.

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