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MARSILIO DA PADOVA
E LA FILOSOFIA POLITICA
FIRENZE
FELICE LE MONNIER
EDI T O R E
rg2 8
PROPRIETA LETTERARIA RISERVATA
MARSILIO DA PADOVA
E I L PENSI ERO POLIT ICO MEDIEVAL E..
1) Milano, 1862.
'-\ Memoric dell'Istituto ueneto, 1862, vol. XI e sg.
3) Non sembri esagerato questo parlare d'un realismo dantesco, ma
il pensiero del Poeta si deve riguardare da un punto di vista ben diverso
da quello tradizionale, come faremo noi in fine a questo lavoro, se-
guendo le orme di A. Sorrr,r; Il pensiero politico di Dante, Firenze, tgzz.
LA FTLOSOFTA DEL MEDrOEVO
POLTTTCA 3
del suo tempo. A lui manca affatto il senso storico, il concetto dello
svolgimento naturale delle istituzioni, che nel suo libro sembrano messe
fuori dello spazio e del tempo. La fonte principale della sua sapienza
d sempre Aristotele, che egli si sforza di mettere in armonia con le Sacre
Carte, nel che sta di certo il principalissimo carattere della Scolastica.
Le repubbliche italiane, gid divenute piccoli Stati indipendenti, e la
cultura cui esse dettero origine, ebbero una gran parte nella formazione
delle idee e della mente di Marsilio; ma queste idee si manifestano in
lui come sentimento o presentimento, visione, se vuolsi, profetica del-
l'avvenire, non come risultato d'un nuovo metodo scientifico, e molto
meno poi d' un esame positivo dei fatti. La. sua d una Monarchia buona,
necessaria in tutti i tempi, in tutti i luoghi ; d, quasi direi, il trionfo
astratto del diritto e della giustizia universale. Sebbene essa trovi la sua
propria base nella coscienza popolare, nel che d di certo un pensiero
originale dell'autore, pur tuttavia il popolo ed il monarca di Marsilio
sono ancora due astrazioni >. E con il Villari concorda sostanzialmente
F. Tocco, L'eyesia nel Medio Euo, Firenze, 1884, p. 62 n. Il nostro
lavoro costituir) I'adeguata risposta alle suddette osservazioni.
1) Questo duplice elemento sempre presente nell'opera di Marsilio,
per cui egli b tra i politici dell'evo medio il pitr aderente alla realtd delle
cose, ma nello stesso tempo quello che piir la trascende in una visione
dell'avvenire che certo pud dirsi profetica, 0 stato ben messo in rilievo
dai piir recenti studiosi. Cosl, per esempio, 8,. Benxen, Mediacaal poll-
6 MARSILIO DA PADOVA
tioal thought, is The social and, political id,eas ol some qreat mediaeual
tbinhers: a series of lectures..., edited by F. J. C. Hrenwsuew, Lon-
don, 1923, p. 3r. u In some respects he is prophetic-profethic of the
Reformation, and even of Rousseau ; but on the rvhole he expounds his
own age. It was the age of the death of a conception of hurnan society
(which had lasted during the thousand years since the Emperor Con-
stantine) as primarily religious in its motive and interest, and essen'
tially universal in its scope: it was the age of the birth of a lay State
limited in its range to the nation.... >. CosI sostanzialmente L. BnNorsr,
Le lVJacfuauClisme, ldre partie, Aaant Machiaael, Paris, rgo7, p.335 e sg.
r Le plus prds de Machiavel, l'homme ) qui il aurait pu devoir davan-
tage, celui auquel il se peut qu'il doive quelque chose, c'est Marsile de
Padoue, avec son Delensor pacis. Celui-ci est le moins < abstracteur de
quintessence r, le plus politique de tous ; il est de tous le moins enfonc6
dans les id6es et dans les formes du moyen f,ge, le plus d!gag6, Ie plus
libre, on est tent6 de dire le plus moderne,... Marsile de Padoue est le
moins m6taphysicien, le moins raisonneur, et - en donnant au mot Ie sens
que Guichardin et Bernardo del Nero lui donnaient, _. le moins n phi-
losophe o de ceux qui alors 6crivaient sur la politique. Il est celui qui
fait I I'observation la plus large ou la moins petite part : il a le mdrite,
rare en son temps, s'il doit d6venir commun en son pays, de lrri faire
sa p a r t; e t c 'e s t a s s e z . . . ). .
LA FTLOSOFTA DEL MEDrOEVO
POLTTTCA 7
1) Per avere un'idea dello sviluppo storico dei rapporti tra Stato
e Chiesa, vedi A. FneNcx, Des ra,p'Dortsde la religtm et de l'6tat, deu-
xidme 6dition, Pans 1886, p. 6o e sgg.
LA FTLOSOFIA DEL MEDrOEVO
POLITTCA 9
essi introdussero rle feste a giorni fissi onde tle classi ser-
vili trovassero alfine riposo, nonchd [e tregue di Dio,
affinch! per un poco si desistesse dal frequente combat-
tere. E venendo al campo giuridico [a stessa presunta
usurpazione chiesastica ha la sua ragione concreta. a Cha-
stellux >, scrive Cuoco, ( osserva con molto acume una
cagione che ne'seco[i barbari dovette potentemente in-
fluire sulla giurisdizione ecctlesiasticaed accrescenla. Nel-
L'ignoranza della scrittura e ndlla mancanza de'docu-
menti che potessero conservar memoria degli atti e dei
diritti dei cittadini, i giudizi si terminavano o colle prove
di Dio o col giuramento. E I'una e tl'atltra di queste cose
dovea dare ai giudizi, ai matrimoni, ai testamenti un
carattere di santit) che dovea farrli considerare come di-
pendenti datlla religione. Tutto tende a dimostrare il su-
blime sistema 'di Vico sul o periodo delle naziont r, e sulla
parte che necessariamente acquista [a retl,igione negli or-
dini pubbtlici e privati de'secoli barbari r r). Questa d la
verit) storica; e le oper! sistematiche sono l'atlta conferma
d i tu tto cid ').
Ma [o stesso principio che reagisce all'atomizzazione
sociale del medio evo, fl'affermaztone di un'identit) di na-
tura tra gli uomini, per cui itl barbaro vincitore d uguale
al romano vinto, d'un regno ce'leste in cui tutti i buoni
godranno l'eter,no bene netlla fruizione di Dio, in termini
politici si pone come la negazione delfio Stato per una mi-
gliore unit), la Chiesa. Ebbene, noi non possiamo miscono-
scere questo principio e proclamarilo antiumano e inciviile.
Dove era veramente uno Stato degno di questo nome?
i) Gi o r n . i t . , t 8 o 4 ; n n . 1 4 , 1 5 , 1 6 i r ,4 ,6 fe b b r a i o ; C o n s i d e r a z i o n t
sul concord,ato: ristampate nei citati Scritl,i uafi, vol. I, p. 6z e sg.
z) Di cid mostra di essere compenetrato anche A. FneNcx, Des
rapports, p. 64 : a Compar6e d la f6odalit6, e l'Anarchie, A la barbarie,
A toutes les violences du moyen 6ge, la th6ocratie romaine, malgr6 ses
cruaut6s, malgr6 ses exc!s, a pu 6tre un bien relatif....;r.
IO M ARSI L I O D A P A D O V A
l) P.
J e Ne r , o p . c i t . , v o l . I , p . 3 6 8 .
z) Vedi a proposito le acute osservazionr di E. Cnose, I-a soaranitit
popolare d.al medio euo allariuolu:ittne francese, Torino, r915, p. 24 e sg.
r6 MARSILIO DA PAI)OVA
Egli dice che per cid che tocca I'anima occorre obbe-
dire ail potere spiritua'le anzichd al temporale, ma che
per cid che riguarda il bene civile occorre seguire la
fiegge umana. Ma questa C una ddl,i.mitazione che non
spiega nultla, anche perchd poi san Tommaso aggiunge:
a meno che le due autoriti non si trovino riunite in una
sola persona come il papa, che C in capo all'una e al-
tl'atltra potest) 1).
San Tommaso nel campo politico fa I'effetto di chi
pone grand'i proposizioni, ma non osa estrarne le ultime
pili gravi conseguenze, che pur nelle sue proposizioni
sono implicite ; e quindi tentenn a tra un aspetto e l'altro
del problema.
Un esempio tipico. Se un principe A infedetle, secondo
il diritto delia Chiesa viene scomunicato, e dovrebbe es-
sel! deposto e i suoi sudditi dovrebbero venire esone-
rati daltl' ubbid,ienza. Queste iltlazioni ultime secondo
san Tommaso non sono necessarie, poichd la sovranite d
di diritto umano e non di ,diritto divino. Ma la Chiesa,
aggiunge, pud togliere a un principe il ,dominio per altre
ragioni. Ma a prescindere da queste inspecificate ragion,i,
si pud pur sempre domandare : in base a qualle superiore
autoriti ? Inoltre a complicare il problema il santo dot-
tore distingue secondo che il principe governi tra popoli
cristiani e popoli infedeli; e questi ulti,mi crede non vin-
colati da una sentenza di scomunica verso il sovrano,
mentre i primi ipso iure sono senz'altro dispensati dal-
l'ubbidienza. In cid d evidente grande incertezza.
Questa incertezza si rivdla in un nudleo importantis-
simo d'efitl'anticadottrina agostiniana, che permane inor-
ganizzato nel sistema nuovo. E posto, per esempio, come
i) A . HURwI , M a r s i l e d e Pa d o u e : th 0 s e , P a r i s , 1 8 9 2 , p . r r .
:') Cosl giudica P. E. MEyEn, Etude sur Marsile de Padoue
iuris-
consulte et thCologien d,u XIVe siicle: thOse, Strasbourg, r87o, p. 6.
3) B. LenANcA, Marsilio da Pad,oaa, p. 7
4) C. K. BnauproN, Marsiglio ol Padua, Liie, in En';lish histori-
cal Reuiew, vol. XXXVII, n. r48, October 1922, p. Sor.
5) A. l{ussATo, I-ud,ouicus Boaarus ad filiurn, in Muneror.r, Rerutn
italicarum scriptores, t. X, c. 773, lo dice : ,, Civis paduanus plebeius r.
Ma N. C. Pepeoopulo, Historia eymnasii patauini.... cum auctario d,e
claris cum prolessoribus tum alumnis eiusd,enr,Venetiis, t7z6,t. II, p. r54,
invece lo proclama,: u Nobili Mainardina familia natus r.
6) B. LAraxcA, Marsilio da Padova, p. g; C. K. BneurroN,
op. cit., p. 5o2 : quest'ultimo per fissare il cognome di Marsilio ri-
chiama l'autoritA di A. Gr.onrr, )ll[onumenti della Uniuersitd d,i Padoua
(t3r8-t4oj, Podova, 1888, vol. I, p. ao8.
7) H. WHIRToN, nell'Appendix a G. CevE, Scriptorurn ecclesia-
sticorum historia lileravia, Genevae, rZoS, p. 17, lo chiama lVrar-
silio Nlenandrino : lo stesso cognome d qrrello accolto da P. B.lYLn,
Dictionnaire historique et critique, 5e 6dition, Amsterdam, 1734, vol. IV,
p .r9 3 .
8) Circa i vari rami dclla famiglia di Marsilio e i nomi a noi noti,
vedi B. LaneNce, Marsilio da Padoaa, p. ro e C. K. Bneunrorv, op.
clt., p. 5o 2 .
24 L A VI T A DI M ARSI LIO DA PADOVA
come tale si sia addottorato in patria '). NIa che egli abbia
a flungo tentennato circa gli studi da perseguire, appare
indiscutibilmente dal lVlussato che scrive :
IVIe,bene si recolis,,Paduae dum regna rnanerent,
consilii ignarum quamquam de pondere tanti,
q u aesist i,num le leges aud i re f,o re n s e s
maluer im , m edicae pot ius i n te n d e re p h y s i :
Ez e l i n o , i mma n i s s i mo tiranno
che fia creduto figlio del demonio,
1) C. W. Pnevrr!-ORroN,op. cit,, p. z.
2\ B. LesaNce.,Marsilio da Padoua,p. 90.
*
.* BlBllolitA
Nd;'.oy
28 LA VIT.{ DI N,IARSiLIO DA PADOVA
i) S . I I T E Z LE R , Wi ders ac her, p.
3r.
2; N. Verors,
Jean de Jandun, p. 534.
ESI ) ERI ENZ E M i L ITA R I 3r
ffi L: T,1'11"';:.:."'*"i,llJJ.'n
:""i u..
Non le farir sl bella seDultura
la vipera che 'l Melaneseaccampa,
com'avria Jatto il gallo di Gallura.
(P u rg . , V I I I , 2 o -8 r)
r1 C. K. Bn e u p r o N, o p . c i t . , p . 5 o 6 .
2) Tractatus de trqnslalione imperii, in Goroesr, Monarchia S. Ro-
mani Im.perii, vol. II, p. r47 e sgg.
ST UDI G I T T RI DI C I E FIL O S O FIC I JJ
r; C. I ( . BRe r r p r o N. o p . c i t . , p .
5 o 7 ; G . P r o v a N o , 1 / < D e fe n s o r p a -
cis t d,i IVIarsilio Patauino in La scuola cattolica, tgzz, vol. XXII, p. r63 :
vedi soprattutto N. Verors, Jeen de Janclttn. p. 567.
:) L'opinione del viaggio avignonese si basa su un passo del D. p.
II,24, Gor.oesr, vol. II, p. 274 ' ,,qui vero vidi et affui, videre vi-
deor, quam Dan. z Nabuchodonosor terribilem statuam in somnio
recitatur vidisse r.
3) C. K. Bnennrox, op. cit., p . 5 0 7 -
4) P. E. M n v n n , o p . c i t . ,
P. 7 i G. BoNnr-Mlunv, op. cit., p. 96.
L , ESPERI ENZA P A R IG IN A 4r
1) N. VAL o t s , J e a n d e J a n d u n , p . 5 7 2 .
2) Pubblicato da Omo CenrELLrFrRr, in ltieues Aychiu dey Gesell-
schalt liir allere deutsclteGesch.ichthunde,vol.XXV (r9oo;, p. 7rz e sgg.
Ved i an ch e 1 o s c r i t t o d i A. D'Ax c o N e , L a p o e s i a p o l i l i c a i ta l i a n a a i
tempi di Lodouico il Beuaro, stampato in Varietd stoyiche e letterarie,
serie seconda, NIilano, 1885, pp. 75-rr3, in appendice al quale b ripro-
dotta ia citata poesia Conlya Ludouicunt Eauqrioyum imperatorent,.
L A CO M PO SI Z I O NE DEL ( D E FE N S O R P A C IS D 45
osserrrando appunto che egli era uomo troppo alto per una funzione cosl
rnisera, ma d'altra parte dice che < 6 cosa incontrastata che 1\Iarsjlio ne fu
l'autore principale, perch8 il solo suo nome figura nel Delensor pacis >.
1 ) E. Ru F r r Nr Av o NDo , o p . c i t . , p . r z 3 .
I,.\ CO]IPOSIZIONIi D]JL ( DEI..ENSOR PACIS > +7
cu,lativo, acuito datl desiderio di risolvere i pii impor-
tanti problemi del tempo, reso piti complesso da una
svariatissima esperienza politica, che dal piccolo Comune
italiano va al regno di Francia e all'Impero. In un certo
senso le opinioni di Marsitlio dovevano po,liticamente es-
sere gi) formate prima che il celebre libro venisse da lui
composto. Giustarnente osserva itl Previt6-Orton 1) che la
formazione e 1'elabor'aztone ,del vasto materiale clovd
rappresentare l'opera di motlti anni. Percid rla famosa
scomunica d,el marzo r3z4 di Ludovico il Bavaro per
opera di Giovanni XXII ebbe I'effetto di affrettare 1a com-
posizione di un lavoro, che in parte materiallmente era
gie stato scritto o certo era stato intellettualmente gia
distribuito senza che rimanesse altro che stenderlo sulla
carta. La lotta ingaggiata dai Bavaro contro il ponte-
fice di Avignone deve cosi apparirci com! la causa pros-
sima 'ddl Def ensor f>acis, ma non il motivo determinante.
Accenniamo ora alt'origine e altlo svitluppo di questo con-
trasto.
Aila morte di Enrico VII di Lussemburgo, i1 papa
Clemente V '), che aveva menomato Roma della secolare
gloria di capitafie derl']acattoliciti, trasferendo tla Sede di
Pietro ad Avignone, volfle far valere alcuni suoi pretesi
diritti : la rappresentanza o il vicariato delrl'Impero va-
cante, riecheggiando ancora l'audacissima tesi detlfl'ante-
cessore Caetani d'una generica supremazia sovra [' Im-
pero e sovra tutti gli Stati. Cid che Bonifacio aveva
sostenuto contro Filippo il Bello Clemente V ripeteva spe-
1 ) G . BRy c E, o p . c i t . . p . 2 6 4 ; F . G n n c o n o v r u s , o p . c i t., v o l . V I,
p. r34 e sg. ; B. JuNcneNN, op. cit., vol. VI, p. r95 e sg. ; A. B. Cnnr-
sroPHE, op. cit., vol. I, p. 342.
2) N. VALots,
Jean de Jandun, p.569. Il passo in parola (S. Be-
LUZIUS, Miscellaneorum libri, vol. I, p. 3r3), dice: u Item super cor-
tentis in secundo articulo interrogatus suo juramento, negavit omnia
in eo contenta fore vera, dicens quod si ipse errores huiusmodi sci-
visset, eos revelasset Domino Episcopo Parisiensi ; nec scivit vel audivit
aliquos interfuisse compositioni dicti libelli, exceptis dictis Massilio et
Johanne de Janduno ; de quibus audivit dici post recessum dicti Massilii
per duos menses quod dicti Massilius et Johannes tantum compilave-
runt dictum libellum. Et istud audiverat dici a Magistris legentibus
Parisiis, et ab aliquibus religiosis heremitis. Et de hoc etiam dixit tunc
esse famam publicam Parisiis, tempore quo ipse Franciscus erat ibi,
post recessum videlicet Massilii supradicti. Quo tempore dicebatur dic-
tum libellum continere multas haereses et errores contra fidem catholi.
cam. Sed quid in particulari seu speciali contineret libellus praedictus,
dixit se nihil scire nec dici audivisse tunc nisi quod supra asseruit r.
3) S. RrEzt-sR., Widersacher, p. 3or.
LA TEO RI A DEL L O ST AT O
NEL < DEFENS OR PACIS > .
1) E. Ru F r t Nr Av o NDo , o p . c i t . , p . r z 6 : v e d i a n c b e S . V r u r o , I,a
filosofi,a politica d,i Dante nel o De wzonarchia > studiata in si stessa e in
relazione alla Pubblicistica medieuale da San Tommaso a Marcilio d,a
Padoua, Torino, Bocca ed., tgzt, p. 18.
LA TEORIA DELLO STATO 53
1 ) E . EM ERT o N, o p . c i t . , p . 2 r .
54 MARSILIO DA I)ADOVA
1) D . Al r c Hr ERr , M o n a r c h i a , I , u t, z ; III, x v l , r o . S e g u o l l Te s to
criti,co della Socielit dantesca ital'iana, Firenze, rgzr. Vedi G. VeoerA
Paper.B, Le leggi nella dottrina di Dante e di Marsilio da Padoua, in
Studi giuriaici a F. Schupfez, Torino, t898, p. 73.
2) ENcnr-nERT D'AotttoNr, De ortu />rogressu,et fine Rornani im'
periiliber, cum G. Buscnrr Praelatione. Basileae, 1553. Vedi S. Rrpzr,en,
Widersacher, p. t63 e sgg. ; F. Sc.louro, op. cit., p. 64 e sgg.
3) S. TonrvrLso, De regimine frincipum, I, z, p. 6.
4) D. p . , I , r ; Ce n l EL L r ERI , p . r ( S c u o r - 2 , p . r ) .
LA TEORTA
DELLOSTATO 55
1 ) G. N{o s c t , El e m e n t i d i s c i e n z ap o l i ti c a ,2 r e d ., To r i n o , r g 2 3 , p .4 4 .
2) D. p., I, z ; CenrELLrERr, p. 6 (Scuot-2, p, 6).
3) P. VILLtnr, Niccold Machiauelli, vol. U, p.246; O. Grrnrc,
Genossenschaftsrecht, vol. III, p. 546.
DELLOSTATO
LA TEORTA 57
1 ) O . G r u n : r . E, G e n o s s e n s c h a l l s re c hvt,o | . Il I, p . 5 5 :.
L A T EO RI A DEL L O S T,d TO 59
1 ) S . RI Ez r n n , W i d e r s a c h c r , p . 2 o r ; P . E . N In v E R , o p . c i t., p . 3 3 ;
j. W. AnBN, IVlavsilio of Padna, nella citata raccolta del HsenNSHAw,
p. t? g e s g g . ; G . Pr o v e No , o p . c i t . , p . 1 6 9 .
2 ) D.p . , I , 6 ; Ce n r n r r r ERr , p . 1 6 e s g g . Fa u n r a ftr o n to c o r : D A N IE ,
Paradiso, VII, z5-33.
3) D . p . , I , 6 ; Ce n r EL L r ERr , p . r 8 ( S c u o r z , p . r 5 ) . V e d i B . L e -
RANcA, Marsili,o da Padoua, p. r38.
64 MARSILIO DA PADOVA
p. 17).
LA TEORTA
DELLOSTATO 65
1) F . Ar c ER, o p . c i t . , p . 5 9 ; E. C n o s e , o p . c i t., p .
43 e sg.
2) F. ArcER, op. cit., p. 6o e sg. ; R. W. CeRrvr,n e A.
J. CenrvrE,
o p . cit., v o l . I I , p . 6 z e s g g . ; E. Cn os e , o p . c i t., p . 2 3 .
3) Vedi a proposito A. Sornr, Stato e Chiesa, p. 16z e sgg.
a) Constittttiones reqni Siciliae, I, xxxr : De obseruatione
iustitiae,
in J. L. A. Hurrreno Bn6notr-as, Historia d,ipl,omatica Friderici sc-
cundi, Parisiis, 1854, t. IV, parte I, p. 33.
7o MARSILIO DA PADOVA
1) ULp . , I . . r , D. De c o n s t . p r i n c . , r , 4 .
2) F. ArcnR, op. cit., p. 6o.
3) G. DE MolqruuevoR, op. cit., p. rg8 e sg.
4) D. p . , I , 9 ; Ce . n r EL L I t t Rr ,p . z 3 ( S c u o r .z , p . i 8 ) .
LA TEORTA
DELLASOVRANTTA 7r
1) E. Ru F r r u r Av o NDo , o p . c i t . , p . 1 6 4 .
2) F. L e u n ENT , o p . c i t . , v o l . I , p . q z 7 ; F. S c a o u r o , o p . c i t., p , r 1 9 ;
B. LesaNct, lVlarsilio da Padoua, p. r35 ; E. EvnnroN, op. cit., p. z4 e
sg. ; C. W. PnBvrrf-ORroN, op. cit., p. 8 ; G. Ds CasrBr,Lorrr, op. cit.,
p. 2r ; F. T o c c o , L 'e t e s i a u e l l f e d i o E u o , p .6 z n .
3) Ma dall'affermare questo non bisogla cadere nell'eccesso op-
posto di G. PlovANo, op. cit., p. 166 e sg., il quale afierma che circa il
problema della sovranitd le idee di Marsilio si accordano mirabilmente
con quelle di san Tommaso, del Bellarmino, del Suarez, e che esse non
hanno nulla a che fare con quelle del Rousseau. Del resto la tesi del
troppo acerbo critico del Padovano d ben lungi dall'essere stata provata
c resta campata in aria !
4) D.p . , I , 9 ; C- r n r EL L r ERr ,p . z 3 ( S c n o L z , p . r 8 ) . V e d i F. B e z o r o ,
Die Lehre uon dey Volhssowuerrittittit wahrend, des Mittelalters, in llisto-
yische Zeitschrilt, herausg. von SveRt, vol. XXXVI (t876), p. 341.
5) G. Gn'NTTLri,La filosofi,a, Milano, s. d., p. r5z, nella raccolta
La storia dei generi lettevari. Vedi a proposito anche N. Ver,ors, Jean
d e Ja n d u n , p . 575.
74 MARSILIO DA PADOVA
r\ D. p . , I , 9 ; Ca n r EL L r ERr , p . 2 5 ( S c u o r z , p . 2 o ) .
z1 C. F. Srenr., Storia della filosofi'a del diritto, tradotta da P. Tonnr,
T o r in o , 18 5 3 . p . 7 4 .
3) 1,. SrrecLrrz, op. cit., p. 38 e sgg.
76 MARSTLTO
DA PADOVA
r \ D . p . , I , 9 ; Ce n r F - L L r ERr .p . 26 ( S c H o r z , p . 2 r ) .
2) D. p., I, 9 ; CenrELLrERr, p. 2T (ScHorz, p. 22).
3l D. p., I, 9; CenrELLrERr, p. z7 (.Scr'oLz, p. zz). Yedi a propo-
sito J. W. ArrBN, Matsilio ol PaCua, nella citata raccolta del HBenw-
sH Aw , p . r 8 z .
4 ) D . p . , f , t 5 ; Ce Rr Bm BRr , p . 4 9 ( S c s o r z , p . 3 r ) . D a c i d r i s u l ta
falsa l'affermazione di P. Vrnrxr, Niccoli Machia,uelli, vol. II, p. 245,
che la Monarchia di Marsilio sia ( una monarchia buona, necessaria in
tutti i tempi, in tutti i luoghi, ; sia r il trionfo astratto del diritto
L A L E GGE 77
1 \ D . p . , I , r o ; Ca n r c n r r Rr , p. z 9 ( S c H o r z , p . z 4 ) .
2) Monarchia, III, Irr, 9 sg. ; Epistole, XI, 16.
8o MARSILIO DA PADOVA
t) D . p . , I , r r ; Ce Rr e n r n Rr , P. 3 0 .
LA LE GGE 8T
r) D . p . , I , t z ; Ce n r r r r - r BRr , p . 3 6 ( S c n o l z , p . z 6 ) .
F. Be rrAcLIA - Marsilio da Padoaa.
8z XI ARSI L I O D A P A D O V A
in s o lu bile. Lo Janet r ), il P i c e c e2 ), p i ri l a rg a me n te i l
Nimis 3) hanno cercato di conciliare il criterio quan-
titativo della mera maggioranza col criterio qualitati'o,
ricorrendo al principio della rappresenlanza, per cui po-
chi, aalentes, eletti dalla maggioranza, operano per I'uni-
versalit). n Sorprenderi qui la menzione d' una rappre-
sentanza del popolo ,, scrive il Nimis, ( e pure IVIar-
silio proprio questo vuole intendere sotto t,alentior pars.
L'obiezione che ualentior pars sia identica con major
multitudo non regge, poichd Marsiiio usa questa espres-
sione per cose affatto diverse.... Marsilio non 1o dice
espressamente, lo lascia indovinare, t pars valentior quae
totam universitatem repraesentat ', e continua spiegando :
t in generali civium congregatione per sermonem
expres-
sam.... considerata quantitate in communitate' r,.
Cosi rimasero i termini del probiema fino a quando
gli studiosi si attennero ai testi a stampa, piri o meno
fedeli e in generale ripetentisi fra di loro; ma si compli-
carono straor.dinariamente quando essi, e particolarmente
il Previtd-Orton che va preparando in Inghilterra l'edi-
zione critica n) del Defensor pacis, cominciarono ad esami-
nare i manoscritti che ci rimangono, e si accorseroche va-
riamente differiscono dal testo. Cosi nel brano controverso
tra le parole considerata quantitate e in, conununitate ill.a
L \ D.p . , I , z o i G o r , o e s r , I I , p . 2 5 6 ( S c n o l z , p . 8 3 ) : v e d i a p r o -
po sito J. M e c r r n No N, o p . c i t . , v o l . I , p . :8 + .
DEMOCRAZIA E PRINCIPIO MAGGIORITARIO 87
il Ruffini Avon'do t), < de'l voto .del cittadino non era
dunque egualle, ma variava da1 nu{la - se questi appar-
teneva a quellla massa di operai e di povera gente, addetta
ma escllusa dalle corporazioni - ad un massimo contin-
gente e vdriabitle, se apparteneva a quel gruppo che in
un determinato momento era a capo della gerarchia )).
Marsilio tien presente nelrla sua costruzione il Comune
italiano con tutta la sua instabilit) costituzionale 2) e con
le sue sperequazioni ctlassiste.
La liberti affermata nefl Comune non fu liberti eguale
per tutti, ffia libert) per cdloro che costituivano la cosid-
1) G. SAL v r o L r , o p . c i t . , p . z 5 Si J . L u c u A tn r , o p . c i t., p p . 1 7 , r o 7 .
2 \ D .p. , I , t 3 ; Ce n r e n r e Rr , p . 4 4 ( S c H o r ,z , p .z g \.
3 ) D . P. , I , r z ; Ce Rr r r . t r BRI , p . 3 7 ( S c u o t z , p . z 6 ) .
DEMOCRAZTA E PRINCIPIO MAGGIORITARIO 9I
1) D . p . , I , t 3 ; Ce n r Br r r p Rr , p . 4 4 ( S c H o r z , p . 2 g ) .
2) D. p., I, rr; Ce n r o r r r r i Rr , p . 3 3 .
Ii. PROCEDIMENTO LEGISLATIVO 95
7 \ D . P. , I , t z : Cl n r r r r , r Bn l , p . 3 8 ( S c n o r z ,p . 2 7 ) .V e d i M . G u c -
cENHETM, op. cit., p. 35r ; R. Scnotz, Marsilius, p. 73; L. RavA,
op. cit., p. 50.
2) D. p . , I , t z ; Ce n r Br r , r e Rl , p. 3 9 ( S c n o r z ,p . 2 7 ) .A p r o p o s i to
di q u e st e c o n s i d e r a z i o n iv e d i S. Rr r z l B n ,Wi d e .r s a c h e r ,p .2 o 4 ; F. A r c e n ,
op. cit., p. 7T ; G. Veoer,A PerAr.E, op. cit., P. 8r ; P. E' 1\{rvnR, op.
cit., p. z4; G. DB Clsrer,Lorrr, op. cit., serie seconda, p. 7.
3) D. RurnNr AvoNDo, op. cit., p. t3z.
4) D. p., I, t3; CeRrBr,r-rcRr, p. 4r (Scuor.z, p. 28).
5) D. p . , I , t 3 ; Ce n t n r , l r e Rr , p . 4 3 .
96 MARSILIO DA PADOVA
1) D. p . , I ,
t 3 ; Ce n r Br , r . r n Rr , p . 4 3 .
2,t M.GuccBNHErM, op. cit., p. 353; L. Reve, op. cit., p. 50.
3) F. Sclouro, op. cit., p. 42 i L. Reve, op. cit., p. 40.
4) S. RrBzrrn, Widersacher, p. 286.
SOVRANITA POPOIRNN 97
1 ) C . HEG Er . , o p . c i t . , p . 5 5 3 e s g g . ; F. G n n c o n o v l u s , o p . c i t.,
vol. IV, p. 594 e sgg.
z; f. G . Sr Au r - , o p . c i t . , p . 7 4 .
3 ) C . W . Pn Bv r r 6 - O Rr o N, o p . c i t., p . 1 5 ; L . S tr n c r r r z , o p . c i t.,
p. 2r; G. De (--.esrBrr.otrr, op. cit., serie seconda, pp. z5 e z7 ; cfr.
pu r e il mi o M a r s i l i o d , a Pa d o u a e i l tD e /e n s o r p a c i s r , p . 4 Io .Q u e s to
realismo marsiliano che, secondo noi, b il pin alto titolo di gloria per
l'autore del Delensor pacis serve al Prcnce (op. cit,, parte II, p. 425)
invece per diminuirne il merito, perchl', se Marsilio affer,na l'origine po-
polare della sovraniti,, questa sua affermazione si deve al solo r pro-
gredire dei tempi r e a null'altro I
4 ) C. HEG EL , o p . c i t . , p . 5 o 4 .
POTERE ESECUTIVO 99
t1 L. Srrncr;rrz,
op. cit., p. 4r e sgg.; E. Cnose,op. cit., P. +8;
J. N. Ftccrs, Thc d,iuine right, p. 6t.
2) D. p., f, 18 ; Canttrr.r.rnRr, p. 7o (Scuorz, p. 4r).
r06 MARSILIO DA PADOVA
1) D.
P., I, 18; Ce,nrBr.rroRl,p. 7r (Scnor,z,p. 42\.
2 ) A. Ceppe-LEGoRA, op. cit., p. 8Z i P. E. MnynR, op. cit, p. 27,
3) C. W. Pnrvrrf-ORToN, op. cit., p. 16.
Ceprrolo IV.
1) L. PAs r o n , o p . c i t . , v o l . I , p . 7 8 : s L a te o r i a e s p o s ta n e l
Delensor pacis dell'onnipotenza dello Stato, che distrugge ogni libertl,
dell'individuo e della Chiesa, supera in arditezza, novitA e fierezza
tutti gli assalti, che avevano fino allora sostenuti la posizione mondiale
della Chiesa nel medio evo e la sua essenziale costituzione. L'attua-
zione di tali dottrine foggiate su modelli antichi equivaleva alla
totale distruzione di quanto esisteva, equivaleva allo sfacelo della
Chiesa e dell'impero. Molte proposizioni dello scritto sono ancora piit
avanzate delle dottrine, che piir tardi propugnarono Wicleffo e Hus.
Se mai alcuno vi fu, \'Iarsilio b un precursore di Lutero e Calvino. In
alcuni punti anzi si spinge pii avanti di loro. Infatti una parte de'suoi
postulati non fu posta ad effetto che dalla grande rivoluzione francese,
mentre che I'adempimento dell'altra d ancor oggi fra le aspirazioni di
potenti partiti. Si d chiamato Hus ,r il genio risvegliatore della moderna
rivoluzione ); con pit ragione pud pretendere a questo titolo l'autore
del Delensor pacis ,.
ro 8 X,IARSII.IO DA PADOVA
t) D . p . , I I , r ; G o r o e s r , I I , p . r 8 9 ( S c H o r z , p . + 8 ) . V e d i a p r o p o -
sito S. RrnzrBR, lVidevsachel, p. zog; E. E,vBnroN, op. cit., p. 3z;
G.,B o Ner - M , l u n v , o p . c i t . , p . 9 8 .
2) Nota il parallelismo tra queste considerazioni di }farsilio ed
altre che fa Dante nel libro terzo della XiIonaychiq,. u Igitur contra veri-
tatem, que queritur, tria hominum genera maxime colluctantur, : il
Pontefice romano, alcuni sacerdoti cupidi ed ignoranti, e quindi i cosl
detti decretalisti. Anchc per il Poeta fiorentino, come per il dottore
padovano, la veritf, dell'assunto d cosi grande ctre egli non teme la bat-
taglia contro il papa stesso, pur usandogli quella riverenza che il figlio
deve al padre. Vecli a proposito N. VreNBrLo, op. cit., p. 82.
3) S. Rr Ez t n n , W i d e r s a c h c r , p . 2 r o ; E . E u r n r o N , o p . c i t., p . 3 z ;
P. E. MEv ER, o p . c i t . , p . 3 0 ; J . W . A r r e N , l \Ia r s i l i o o f P a d u a n e l l a
gid citata raccolta del HnenNSHAw, p. r85 ; B. Lenence,, Marsilio da
P a d cu q ,e M a r t i n o L u l e r o , i n Nu o u a An to l o g i a , s e r i e II, v o l . X L I, ( r 8 8 3 ) ,
p. 2r ' 2 e s g g .
L A T EO RI A DE L L A C H IE S A Io g
1) A p r o p o s i t o d i q u e s t a d i s t i n z i o n e v e d i E . Fn r n o e r n c , D i e n i t-
le la lter lich e n L e h r e n , p a r t e I , p . 1 6 ; P . E . l Ie v r n . o p . c i t., p .3 0 e s g .:
J. W. AnBx, Marsilio ol Padua, nella -eid citata raccolta del Hoenx-
sHA w, p . 1 8 6 .
L A T EO RI A DE L L A C H IE S A III
corpi deve essere soggetto arl principe delle anime t). Atltri
ancora ragionano : come itl fine sta al fine, la legge alla
tlegge, irl legislatore dl legislatore, cosi il principe se-
condo i primi termini al principe secondo gli altri ; e,
poichd il fine al quale mira irl principe ecclesiastico d la
vita eterna, la sua llegge la divina, il suo tlegislatoreIddio
stesso, ove il fine del principe secolare d mondano, la sua
legge umana, il suo legislatore l'insieme degli uomini
faltlaci e cattivi, ne deriva necessariamente una subordi-
nazione').
Ne questi ragionamenti restano meri siillogismi da
agitarsi neltle controversie scdlastiche, ma generano e poi
spiegano un sistema politico, il cui effetto d a tutti noto :
d la tesi della supremazia papa'le, che Bonifacio VIII
sostenne contro Filippo il Bello, dicendo alto che ( omnem
humanam creaturam coactiva iurisdictione subiectam fore
Romano pontifici.... esse cre'dendum de necessitate sa-
tlutis aeternae > 3) ; che Crlemente V ribadi contro Enrico
di Lussemburgo, e poi Giovanni XXII contro Ludovico
il Bavaro, ricordando pur esso che del papa < est aucto-
ritas instituendi principatum.... ipsumque de gente in
gentem pro libito transferendi > n).
Marsitlio invece vuo'l dimostrare, anticipiamo con cid
la sua tesi, non solo che itl papa, e tanto meno un altro
vescovo o prete, non ha alcuna sovranit) (< principatum >)
nd alcun potere'giudiziario (.r iudicium vel iurisdictionem
c o a c tiv am r), m a anche, e sopra ttu tto , c h e [a te s i d i Bo -
nifacio, accorlta e rinnovata con pari alterigia, se pure
con minor grandezza d'animo, dai successori, d conttaria
allo spirito delle dottrine evangeliche.
7 ) D . p . , I I , 3 ; G o L De s r , I I , p . r 9 4 ( S c n o r ,z , p . 5 3 ) .
2) D.p., II, 3; Goroasr, II, p. r94 (ScHorz, p. S3).
3) D . p . , I , t 9 ; Ce Rr o r r r r Rr , p . 7 7 ( S c n o r ,z , p . + 5 ) : M a r s i l i o r i -
pete le famose parole della bolla Unarn sanctarn.
4 \ D . p . , I I , 3 ; G o r , o As r , I I , p. r94 (Scuol-a, p. 54.
LA TEORIA DELLA CHIESA I 13
1 ) D.p . , I T , + ; G o t - o e s r , I I , p . r 9 5 { S c H o r ,z , p . 5 4 e s g .) . N o ta
quanto dice P. E. MBvBn, op. cit., p. 58 e sgg.
2) O. GIERxt, Genossenschaftsrecht,vol. III, pp. 528, 533. Vedi
anche J. H-uron, Papsttum und, Kirchenretorm. Vier Kaltitel zuv Ge-
schichtedes ausgehendenMittelalters, Berlin, r9o3, vol. I, p. 74; G. Boxer-
MAURY, op. cit., p. 98.
F. Berrecrrl . - Marsilio da Padoua. 8
IT 4 N,IARSILIO DA PADOVA
1 ) D . p . , I I , S; G o r . n e s r , I I , p . z o o . \' e d i a p r o p o s i to S . R r r z n n ,
Widersa.cher, p. zro e sg. ; M-. CnBrcnroN, op. cit., vol. I, p. 3g ;
E. EurnroN, op. cit., p- 36. E strano che Marsilio non richiami irna
autoritl, che pure la sua stessa tesi in termini consimili aveva soste-
nuto. Non dichiara forse D.rxrs nella Llonarcltia (II, xr, 8) che Cristo
nascendo alla luce sotto l'editto imperiale del censimento lo confermd ?
e che (II, xrr, 5-6) la sua pena fu vera pena, petchb formalmente pro-
nunziata da giudice ordinario dopo regolare giudizio ? Ma possiam dire
che Marsilio non conosca questi passi, tanto vicini di spirito ai suoi del
Defensor ? Io credo invece che il Padovano conosca Dante e l'opera sua
pr-rlitica, e non lo citi, poichB, pur ammirandolo come imperialista, uomo
del suo stesso partito, sarebbe costretto in vari altri punti a combat-
ter lo ( ve d i M . G u c c r NHEr M , o p . c i t . , p . 3 6 r ) .
2) Me t r u . , XVI , 1 9 .
3 ) MA r r H. , XVI I I , 1 8 ; I o n . , XX, 2 3 .
a) Il parallelismo con Dante d anche qui completo. Il Poeta nella
Monarchia (III, vrtt) non solo richiama gli stessi argomenti, ma gli
stessi tre testi evangelici, i due passi di Matteo e queilo di Giovanni,
e poi critica precisamente le conclusioni che da essi traggono i curia-
listi. <rItem assumunt de littera eiusdem illud Christi ad Petrum . et
quodcunque ligaveris super terram, erit ligatum et in celis ; et quod-
cunque solveris super terram, erit solutum et in celis '; quod etiam om-
nibus apostolis esse dictum similiter accipiunt de littera Mathei, simi-
liter et Johannis. Ex quo arguunt successorem Petri omnia de con-
cessione Dei posse tam ligare quam solvere; et iude inferunt posse
solvere leges et decreta Imperii, atque leges et decreta ligare pro regi-
mine temporali r. E puramcnte casuale ? Certo i testi suddetti dove-
vano essere ben noti ai pubblicisti del tempo molto pir) che non siano
oggi, ma, d'altra parte, non si pud respingere che Marsilio abbia attinto
da Dante, specie quando si pensi che I'interpretazione dell'autore della
Monarchia circa i passi segnati collima perfettamente con quella del-
l'antore del Delensor. < Dicit enim Christus Petro : 'Tibi dabo claves
regni celorum', hoc est ' faciam te hostiarium regni celorum '. Deinde
su b d it ' et q u o d c u n q u e ' : q u o d e s t 'o r nn e q u o d ' , i d e s t ' o m n e q u o d
L.{ TEORiA DELL.A CHIES.{ II5
7 ) D . p . , I I , 6 ; G o l o e s r , I I , p . z o 6 ( S c u o r z , p . 5 6 e s g .) .
2) B. LaneNct, Marsilio da Pad,ctua e Martino Lutero, in ltluoua
Antologia, vol. XLI, p. zrg.
3) A proposito di quanto diremo circa la liberti. religiosa vedi
A. FneNcr, RCformateuls, p. r47; S. Rrezr.En, Widersachel, p. 2rr e sg. ;
HouLeR, Das Stralrecht der italienischen Statuten, l{annheim, tBgT :
Excursus YI'. Marsilius uon Padua und die Religionsfreiheit, p. r3z e
sgg. ; N. Varors, Jean de Jandun, p. 528; F. Sceouro, op. cit., p. rz7 ;
F. Rurr"rxr, La libertd religiosa, Torino, r9ot, p. 47 e sgg.; E. Etr.ten-
To N, o p . c i t . , p . 3 7 e s g g . ; C. ! V. P n n v r r 6 - O R r o N , o p . c i t., p . 1 3 ;
E . Rur r r Nr Av o No o , o p . c i t . , p . r 45 .
L A L I BERT A R E L IG IO S A r1 7
1 ) D . P. , I , r o ; G o r . n e s r , I I , p . z r 7 ( S c n o r z , p . 6 i .V e d i a pro-
sito G. GBNrn.e, La fil'osofia, p. 16z.
z; l-. RocpuArN, op. cit., vol. II, p. ZgZ.
3) F. RuFrrNt, La libertd religiosa, p. 49.
4 \ D . p . , I I , r o ; G o r , o e s r , I I , p . z r 8 .'
5) C. W . Pn Bv r r f - O Rr o N, o p . c i t., p . 1 3 ; E . R u n n tN I A v o N D o ,
o p . cit., p . r 4 8 .
t2(J^ MARSILIO DA PADOVA
1) L . PASr o R, o p . c i t . , v o l . I , p . 7 8 .
2) D . p . , I I , 7 ; G o l o e s t , I I , p . z r r ( S c H o r z , p . 5 8 ) .
3) F . L a u n ENr , o p . c i t . , v o l . I , p .+ S S ; F. S c e o u r o , o p . c i t., p . r 3 o ;
A. C e p p e - L EG o RA, o p . c i t . , p . g z ; E. E n n n r o N , o p . c i t., p . :g ; C . W.
Pnr vr r 6 - O Rr o N, o p . c i t . , p . r r . Ve d i a n c h e S . R r n z r n n , Wi d e r s a c h e r ,
p. 2 r r e N. Ve r o r c , J e a n d e . f a n d u n ,p . 5 7 9 .
t24 }IARSILIO DA PADOVA
1 ) D . l r . , I I , 8 ; G o r o e s r , I I , p . z r z ( S c n o r ,z , p .
59). Vedi S. Rruz-
tnn, Widersacher, p. 2rr e sg.
2l D. p., II, 8; Goln.rsr, II, p. zrl (Scnorz, p.
5 9 e s g .) .
r26 },(ARSILIO DA PADOVA
Z.riltnmotllYor,t,a/c
t\'' DEtA tDUtAtloN
*
..* BlBLl0IttA
\ s.
^ , -, ^ *
:=-.-
r28 MARSILIO DA PADOVA
1) D. p . , I I , 1 4 ; G o r o e s r , I I , p . 2 3 3 ( S c n o r z , p . 6 9 ) .D i s ti n z i o n i
consimili aveva gid, fatte nel r3zz frate Ubertino da Casale, come
risulta dal dotto lavoro di F. Tocco, La quistione d,ella pouertd. nel, se-
col,oXIV secondonwoai document'i,Napoli, r9ro, p. 278 e sgg. Gli iden-
tici motivi ritorneranno nel famoso Songe du Vergier: vedi E. FnrBp-
BERc, Die tmittelalterlichen Lehren, parte I, p. 16.
LA PROPRIETA ECCLESIASTiCA r33
1 ) D . p . , I I , 1 6 ; G o r o e s r , I I , p. 2 4 6 ( S c H o r z , p .7 i .
2) P. E. N{uvnR, op. cit., p. 7r.La questione della venuta di Pietro
a Roma fu agitata del resto dai seguaci di Lutero, anzi al tempo della
Riforma, come dimostra il GRoconovIUS, op. cit., vol. V, p. r4g, n.
fu scritta un'opera, che agita gli stessi argomenti che abbiamo visto in
Marsilio, il Tractatus guod Petrus Apostolus nunquanl. Romae luerit di
Ur,nrcus VBrBNus (Gor,oesr, Monarchia, vol. III, p. r e sgg.). L'Aunr-
r42 MARSILIO DA PADOVA
1 ) D. p I I , 1 7 ;
, G o r o Rs r , I I , p . z 5 o ( S c n o l _
z) D.p., rr, t7_ic"r"".r, z, p.
ii'; ,i.-fs."o"rZ,i,. 7 7 eVedi sg).
E' trlnvnn'op' cit"-p ,!rl a pro-
F:*? " '';{;8. Juw*ra**.ob.cit.,vor.vr,
LO STATO E I BENEFICI ECCLESIASTICI r45
1) E. RUF n NI Av o x Do , o p . c i t . , p . r 4 3 .
z; H. C. L EA, , T h e r i s e o l t h e t e m p o ta l p o u e r , i n S l u d i e s , p .r 2 S .
3) D. p . , I I , 1 8 ; G o r n e s r , I I , p. 2 5 3 ( S c u o r z , p . 8 r ) .
4) G. BRYc E, o p . c i t . , p . r z o .
] . A. DO \ . {Z I O \ E DI C O S TA N TIN O r53
quae constat ipsum dominium non habere. Sic nec Francorum rex po- p
test statuere super imperium, nec Imperator super regnum Franciae.
Et quemadmo'lum terreni principes non possunt aliquid statuere de i
vestris spiritualibus. super quae non acceperunt potestatem: sic nec
vos de temporalibus eorum, super quae non habetis auctoritatem r.
I SACRI TESTI r5 g
l) F. SCADUT o , o p . c i t . , p . 9 r .
2) A. FRANcx, Rif ormqteurs, p. 2og e sgg.; F. LeuRBNr, op. cit.,
vo l. I, p. 4 3 6 e s g g . ; P. J e Nn r , o p . c i t., v o l . I, p . 4 3 o ; B . l ,e R e n c e ,
Marsilio da Padoua, p. r88.
3) O. GrnnKl., Genossenschaftsrecht,vol. III, pp. 582, 6or.
4) J. M Ac KT NNo N, o p . c i t . , v o l . I, p . 3 8 4 .
5) O. G r e n x n , G e n o s s e n s c h a f t s r ec hvt,o l . III, p . 5 g z ; P . E . M n r B n .
o p . cit., p. 3 8 . L 'i n t e r v e n t o d e i l a i c i n e ' C o n c i l i fu fr e q u e n te n e ' s e -
coli di mezzo come dimostrano R. W. Canrvrr e A. J. Cenrvre, op.
cit., vol. I V, p . 5 e s g g .
r62 NTARSILIO D.{ P.\DOVA
r ) D . p . , I I , z a ; G o r n . c . s r , I I , p . 2 5 7 ( S c H o l .z ,p .8 5 ) .
2) D . p . , I I ,
zo; Goroesr, II, p. 257 (ScHorz, p. 85).
P. E. J I Ey r n , o p . c i r . , l ) . . 39 .
t64 }I ARSI L ] O D. { P A D O V .\
r) D. l r . , I I , z r ; G o r , o a s r , I I , p .z 6 z ( S c n o r z , p .8 g ) .
z1 D. f . , I I , z z ; G o r o e s r , I I , p . 2 6 3 ( S c u o r z , p .g r ) .V e d i P. E.
Mn vn e , o p . c i t . , p . 4 T e s g g . ; F . l t o c A u e l x , o p . c i t., v o l . Il , p .3 9 7 .
LA DOTTRIN^\ CONCILI.\I{E r6 5
t\ D. p . , I I , z z ; G o r n . c s r , I J , p. 2 6 3 ( S c n o r z , p .g r ) .
:) D . p . , I I , z z ; G o r o e s r , I I , p . 2 6 .4 ( S c u o r z , p .9 2 ) .
o) o l . III, p . 5 t^ ;.
O. G r e n x B, G e n o s s e n s c h a l l s re c hv,t,
r6 6 \ i ARSI L T O D .\ I) .\D O V ^ \
:) D . ( S c r o :,z , p .9 3 ) .
lr., II, zz; Gorbesr, II,p.z6s
IL ( L EG I SL AT O R H U M A N U S )) r67
1) D.
l r . , I I , z z ; G o r o e s r , I f , p . 2 6 5 ( S c H o r z ,p .g + ) .
:; F. Ro c Bu Ar N, o p . c i t . , v o l . I I , p . 3 9 6 ; A . B . C H R r s r o p u E , o p .
cit., vo l. I, p . SS: .
3) D.p . , I I , z z ; G o r o e s r , I I , p . 2 6 5 ( S c u o r z , p .9 4 . V e d i G . A u -
Drsro, Diritto pubblico della Chiesa, vol. II, pp. 79, 82, il quale osserva
come la proposizione marsiliana che all'imperatore spetti ((corrigere
papam r sia stata poi svolta da Wicleff e ripresa dalla Riforma ; B. JuNc-
MAN N, o p . c i t . , v o l . VI , p . r ST . Q u e s t e p r o p o s i z i o n i d i N l a r s i l i o s o n o l e
piir criticate da parte di scrittori cattolici come l'AunISIo e il J uxcuexx.
r7 o T , T ARST L I OD. \ P A D O V A
Nb criversamente
;JT't;;: ;:"-= u. nrNeN, Etudes,
p. 32 5 . M a g i ) p r i m a . a m e t A c l e l Dug e n to , R'T"0,
u g g e r o B a c o n c a v e l ,a o s -
L A RI F 'O RM A DE L L .{ C H IE S A r7 3
1) D. p . , I I , z 6 ; G o r - o a s r , I I , p . z 8 r ( S c n o r z , p . r o 9 ) .V e d i B . J u N c -
MAN N, o p . c i t . , v o l . VI , p . 2 o 3 .
2) D . p . , I I , z 6 ; G o r o e s t , I I , p . 2 8 4 ( S c H o r z , p .u r ) . V e d i N . V e -
r-ots, Jean de Jandun, p. 586.
r ) C . K. BRe n p r o x , o p . c i t . , p . 5 o 9 .
2 ) K . NI UL L ER, o p . c i t . , v o l . I , p . 1 6 - : ; B . L e n e ' N C A , ,1 h ? /s i l i o d a
P a d o u a , p . 2 5 ; N. Ve r . o r s , J e a n d e J a n d u tl , p . 5 8 9 ; W. A r r r r te N N ,
Der R1merzug Ludwigs des Baiern, Berlin, t886, p. t4.
3) L . D'Ac HERv , o p . c i t . , t . I I I , p . 8 5 : u a q u i b u s d a m d e D u c i s
familia, qui eos a Parisiis agnoverant circumspecti et agniti, ad eorum
relationern ad Ducis non solum Curiam, sed etiam gratiam finaliter
ad mittu n t u r r .
4) S. RrEZrnn, Marsilius uon Pad,ua, ir:^Allgemeine Deutsche Bio-
graphie, vol. XX, p. 442.
5) C. K. Bn e u p r o N, o p . c i t . , p . 5 o 9 .
6) S. Rrezrnn, lVidersacher, p. 38 e sg. ; K. N[trrLER, op. cit.,
vol. I, p . 1 6 r ; N. Ve r - o s , J e a n d e J a n d w n , p . 5 9 r .
7) F . G REG o Ro v r u s , o p . c i t . , v o l . V I, p . 1 3 6 ; L . P e s r o n , o p . c i t.,
r ' <r i. I, p . 7 5 ; C. K. RR. c . M p r o w, o p . c i t., p .5 r o .
3) B . L ABANc I , , M a r s i l i o d a Pa d o u a , p . 2 8 ; G . P r o v e x o , o p . c i t.,
p . 3 4 3 ; A. v o N REUr r , r o Nt , G e s c h i c h ted e v S ta d t l ? o m , R e r l i n , 1 8 6 7 ,
vr- r.f II, p . 7 g r ; C. Ct p o n e , Sl o r i a d e l l e s i g n o r i e i ta l i a n e d a I t3 r 3
a l tj5o , N{i l a n o , r 8 8 r , p . 4 8 .
L A CO NDANNA P A I' A L E t8 3
diet r o in v i to d e l l o s te s s o p o p o l o ' ).
c a p ita le c1e1, 1'I m pero
Dopo una pubbilica assernblea in Campidogiio in cui il
B a v a ro t procianr at o senat ore e c a p i ta n o c l e l p o p o l o d e l -
l' u r b e t), il r 7 dello st esso nr e s e i rr Sa n Pi e tro h a l u o g o
la s o lenue adunat a; in cui Lu d o v i c o , d o p o l ' u n z i o n e s a -
cra fatta da due vescovi, Iacopt-rAlberti di Venezia e Ge-
ra r d o di Aler ia, r iceve la cor o tra i rn p e ri a l e rro u d a ma n i
d i r e ligiosi, nra dalie niani di Sc i a rra Co l o n n a , ra p D re s e n -
ta n te del popolo "). I n t ut t o cid d ma n i fe s to f i n fl u s s o d e l l e
d o ttr in e di M ar silio da Padova ; i i q u a l e , c o l n e c o n s i g l i e re
del sovrano, forse fu chi dispose quest'apparato di avve-
rr ime n t i, per i1 quale Ludovico fu , s e c o n d o1 ' o s s e rv a z to n e
d i G io vanni Viilani, il pr im o i mp e ra to re c h e p re s c i n d e s s e
d a ll' a s sum ere la cor ona aurea d a l p a p a . E f i n fl u s s o d e l -
l'autore del Defensor pacis si manifesta in tutta l'attiviti
p o litic a dei Bavar o'), che f r a tta n to a v e v a n o mi n a to s u o
vicario in Ro:na proprio NIarsi[io '). Attiviti, che dai de-
t; La decisione di lasciare entrare il germano non fu presa senza
contrasti, ma oramai il popolo, che aveva fatti numerosi inviti al pon-
tefice perchd ritornasse alla sua vecchia sede, era stanco di essere por-
tato per il naso.
2 ) F. G REG o Ro v I US,o p . c i t . , v o l . V I, p . 1 6 7 .
3) G. VrrrrNt, Historia, in MunAroRI, Rerwm. italicaruni scriptores,
t. XIII, c. 632. - A proposito di questa famosa incoronazione vedi
B. Le e .{ Nc a , , M a r s i l i o d a Pa d o u a , p . :6 ; C . K . B n - u r p r o N , o p . c i t.,
p. 5r r ;no n c h d G . Bn r r c E, o p . c i t . , p .2 6 5 ; A . v o n R B u u o N r , o p . c i t.,
vol. II, p. 7 c ) 5 ; F . Ro c Au AI N, o p . c i t ., v o l . II, p . 4 o 6 , e i n fi n e F. G n B -
co RovIU S, o p . c i t . , v o l . VI , p . r 6 8 e s g g .,i l q u a l e a d d u c e q u a l c h e te -
stimonianza dcl tempo. u Il popolo ), spjega I'eminente storico di ltoma
mcdievale, ( aveva sempre combattuto I' asscrzione ccclesiastica della
traslazione dell' Impero, e aveva sostenul;o che l'imperatore riceveva
l' Imp e r iu n a s o l a m e n t e p e r m a n d a t o d c l S e n a to e c l e l p o p o l o r .
4 ) G . BRl r c E, , o p . c i t . . p . 2 6 6 ; L . P e s r o n , o p . c i t., r ' o l . I, p . 7 8
e sg. ; E. l Ru r r I x r Av o Nn o , o p . c i t., p . r 5 4 ; G . P Io v e N o , o p . c i t.,
p . 35 r e s g g . ; W . Ar . r l , r ANN, o p . c i t ., p p . 7 5 e s - q ., 9 3 ; F. R o c g u e r N ,
o p . cit., v o l . I I , p p . 4 o 6 , 4 t o .
5) B. I-en.n.Nce, Illarsilio da Po.doaa, p. 35 e sg., nota che < I'es-
sere statc Nlarsilio un Vrcario ccclesiastico dclla cittl, non prova che
debba avcrsi per un pretc, irvendo i nredesimi Papi affrdato tale ufficio
a secolari, come avvenne sotto Clemente VI, che a un simile incarico
deputd Cola di Rienzi rr. NIa su questa questione se Nlarsilio sia stato
ecclesiastico ci indugeremo piil avanti.
I , ' t t t t , RES. \ R o l IA N .\ r8 7
1) Vis t o c h c I a c i t t ) c r a p c r , l u t a , i l p a p a , o m e g l i o i l c a r d i n a l Ie -
ga to Gio v a 1 1 l ( ) 1 - s i n i ,a \ / c v a s c a q l i a to l ' i n te r r l e tto s u R o m a , e q u i n d i
molti chicrici si ri{itrtai'ilno <1iofiiciarc. I-'imperatt-ire percid da un lato
obi-,liqd i minoriti rlc.l suo seguil o a compiere lc sacre funzioni come se
nulle fossc stato, clall'aritro etnaur) vari dccreti per rassicurarc il popolo,
ch c co min c i r r - a a r i g u a r r l a r l o c o m c e r e s i a r c a : u tr p r i m o i m p o n e v a d r
co r ttin u a r c n c - . l l ar e i i g i o n c c r i s t i a n a , u n s e c o n d o d i r i v c r i r e tu tti g l i
e cclc- * ias t i c i ,i l t e r z o p r r o v v e d c v a a l l e v e d o v e e a i p u p i l l i . V c d i a p r o -
p o sito F . G n e c o n o v l u s . o p . c i t . , v o l . V I, p .l .7 1 . l l c l e r o c h e s i r i fi u ta v a
di ministrarc i sacramenti fu pcrseguitato, c tra i pcrsecutori fu forse
Iiar silio : v e c l i N. V. [ e r o l s f , t r I o r s i l i z rs , i n E n c y c l o p c e d i a B r i ta n n i c a ,.
:) I{ . N[ i i r - L ER,o J ) . c i t . , v o l . I , p . r 8 8 e s g ., G . N l o l r e r , o p . c i t.,
p . zrr : C. I ( . l Sn e r r p r o r v , o p . c i t . , p . 5 r r . \' e d i A . n l u s s a r t, L n d o u i c u s
Ila u a r u s ad . f i l i u m , i n l l u n e r o n . r , I l e r t t n t l ta l i c a y tn tt s c r i l > to r e st., X , c . 7 7 3 .
::) F . G n e c o Ro v I US, o p . c i t . , v o l . V I, p . r 8 o e s g . ; B . L e u a N c e ,
I' Ia r silio d a Pa d o u a , p . 3 7 ; N. Ver o r s , J e a n d e !a tz d u .n , p . 5 9 5 ;
Jl. Itur r .rNr Av o x o o , o p . c i t . , p . r 5 3 . Il C a r d . H r R c B x r < o r Fl E R , o p . c i t.,
vol. I\' , p. 4 4 2 c s g g . , p a r l a n d o d c l l 'a t ti v i t) p o l i ti c o - r e l i g i o s a d i l ta r s i l i o ,
chc culrnina con la nomina dcll'antipapa Nicold \r, dice che il Padovano
spero di ascendei:eegli stesso alla suprema dignitA ecclesiastica, ma non
d) alcuna prova dcll'asserzione.
r8 8 L.{ VITA DI MARSILIO DA PADO\',{
l) F . G REG o Ro v r u s , o p . c i t . , v o l . V I, p . r B 3 ; N . V a r o r s ,
Jean de
.f andun, p. 594 ; P. E. MEyEn, op. cit., p. 16.
2) B. LaaaNce, Marsilio da Padoaa, p.
3Z e sg. ; E. Rurr.rNr
Avoxoo, op. cit., p. r54; \4'. ArrirrANN, op. cit., p. 83. Vedi a propo-
sito Rrnzr,nn, Vatikanische Ahten., p. 373, n. 999.
3) O. GrERxB, Genossenschaftsrecht, vol. III, p. 57r e sgg. ; E. Ann-
srRoNG, op. cit., pp. 13, 27 ; A. Sorur, Stato e Chiesa, pp. 36 e sgg.,
86 e sgg. ; C. HBcBL, op. cit., p. 55r e sgg. ; F. Tocco, I-'eyesia nel
mcdio euo, p. 55.
4) Conaiuio, IV, v, zo.
L- I]\,I['RES.\ ROMANA r8 9
1) F. G REG o Ro v r u s , o p . c i t . , v o l . IV , p . 6 o 8 e s g g . ; C . H e c r r .
op . cit., p . 5 5 3 e s g g .
2) G. BnncE, op. cit., p. 265.
L 'I f I PRES. { R O } IA N .\ l9r
t1 C. K. Bnelrpror.r,
op. cit., p. 5r5.
2) Honrnn, Aus Az,ignon, in Abhandlungen ddr Kdn. bdhrnischcn
Ge se llsch a ldt , . W i s s . , s e r i e VI , I 1 , p . z o ; C . K . R n a r r p r o N , o p . c i t., p . 5 r r .
Vedi anche N. \rerors, Jeatz de Jandu,tz, p. 603.Erra percid rl Pepeoo-
pur-o. op. cit., t. II, p. r55, quando dice che Marsilio mori intorno
a l r3 3 o .
C- errro ro VI.
LE OPERE MIN OR I
DI M ARSI LI O DA PAD OVA.
1) N. VALors,
Jean de Jand,un, p. 604.
2) Mensrrro, De translatione imperii, cap. II, in Goroesr, II,
p. r48. Secondo il Padovano, oggetto della Donazione fu solo Roma,
rnentre per LeNnolro Cor-oNN.t la snpremazia del pontefice d senz'altro
dichiarata. estesa a tutto l'Occidente : Goroesr, II, p. 89. Vedasi S. RrBz-
t-r-p., Widersacher, p. 174.
3) Inferno, XIX, rr5-r7.
4) MARSrLro, De translationeimperii, cap. IV; in Gor-oesr, II, p. r49.
Corrisponde alla seconda mettr del cap. II del Tractatus di LeNoorro
( Go r o e s r , I I , p . 9 o ) . Ve d i S. Rr Bz r B n , Wi d e r s a c l te r , p . r 7 5 .
IL ( DE TRANSLATIONE IMPERII D r9 9
1 ) F . T o c c o , L 'e v e s i a n e l m e d i o ea o , p .6 3 e s g g .
2) D . p . , T , , 7 ; Ce n r Br - r r BRr , p . 6 8 ( S c n o r .z ,p . 4 o ) .
3 ) E . Ru m r r v r Av o NDo , o p . c i t . , p . r 3 5 ; S . S c e r v o u n R e , o p . c i t.,
pp . 5 5 , 7 8 e s g g .
204 t I . {RSt I . r O D .\ P .{ l ) O \' .\
r) G. BRYc E, o p . c i t . , p . r o 7 .
206 MARSILIO DA PADOVA
1) F . Sc ADUT o , o p . c i t . , p . r 3 z .
2) Le fonti usate principalmente da Lewoor,r'o CorouNe sono le
Decretali pontificie, le Gesta lrancorum di AuuoNro, MAnrrNo or Tnop-
peu, Eusnsro, Grnoreuo, Isloono, RlccoBALDo or FBnnene.
208 MARSILIO DA PADOVA
t) D . P. , I I , z r ; G o r o l s r , I I , p .z 6 o ( S c H o r .z , p . 8 8 ) : u fe i u n i a ,
esus carnium, abstinent'ias, sanctonrm canonizationes ac venerationes,
operum mechanicorum aut aliorum quorumcumque prohibitiones seu
vacationes..., matrimoniorum copulas infra certos cogrtotionis grarl.us, ot'
dines quoque sive collegia religiosorum approhare vel reprobare, reli-
quaque similia lege divina licita seu permissa statuere sub aliqua eccle-
siastica censura, ut interdicti vel escommlrnicationis aut alterius poena
consimilis maioris aut minoris, eoque minus ad ea quemqua.m obligare
posse sub poena reali vel personali in statu praesentis saeculi exigenda,
absque iam dicti legislatoris auctoritate r.
2 ) D . P. , I I I , : ; G o r o e s r , I I , p . 3 r o ( S c H o r z , p . r r 8 ) .
II, ( T R. \ CT AT US DE CAUS IS X { A TR IT,IO N IA L II]U S I> 2 Q Q
1)
J. I(. Grrser-Bn, Lehrbuch der Kirchengeschichte, Bonn, 1849,
vol. If, p a r t e I I I , p . 3 5 .
2; Brncx, Marsiglio uon Padua u,nd, Aluavo Pelayo tiber Papst und
Kaiser, Kirche und Staat (Abgedrucht aus dem Jahresberichte der hdheren
Riirgersch'ulezu Miihlheim am Rhein, 1868, p. tt).
3) G. Locnton, Johann von Wiclil unil die Vorgeschichteder Re-
form.ation, Leipzig, r9r3, vol. f, p. r16.
4 ) F. Sc e o u r o , o p . c i t . . p . r 3 o , n . 3 .
5 ) F. T o c c o , L 'e r e s i a n e l m e d i o e a o , p . 5 4 1 , a .2 .
6) S. Rrnzr,nn, nella Historische Zeitschrift, vol. XL (1878), p. 328.
212
l) D. n x . , I , t - 7 ; e d . Bn , l r r p r o N, p . r e s g g . V e d i N . V a r o r s ,
r fe a z
dc Ja n d u n , p . 6 o 7 e s g .
I , E( ; ( ; E I ) I VI i \ . { I . : L E G G E U I,IA N \ 221
t) D. n., I I , S; e d . Bn e l r p r o N, p . 4 .
2\ D. w. , I I , r - 7 ; e c l RRe u p r o N , p . 4 e s g .
3) D. m., XI V, z ; e d . Bn a r u p r o N , p . 4 5 .
4) D. m., Xl V, r - 4 ; c d . Rn e r r p r o N , p . 4 5 c s g .
22 2 MARSILIO DA PADOVA
L) D . n x . , I I I , r ; e d . Bn e l t r r o m , p . 6 .
2) D . m . , I I I , r - 8 ; e d . Bn e u p r o N , p . 6 e s g g . V e d i N . V e r o r s ,
Jcan de Jandun, p. 6o8.
a) Vedi p. rr7 e sg. del presente lavoro.
L A DO T T RI NA DELL A C O N I' E S S IO N Ii 223
i) D. m . , V, 8 ; e d . Bn e r t p r o N, p . r r .
22+ X{ARSI L I O DA I' A I) O V .{
1) D. *. , V, 1 3 ; e d . Bn e u e t o N , p . r z e s g . V e d i N . V e to Is ,
Jeatc de Jandun, p. 6o8 e sg.
L A DO T T RI N. { DL , L L A C O N FE S S IO N E 225
1 ) D. r n . , Y, t - z t ; e d . Bn e l r p r o N , p . r o e s g .
2) Le brevi notizie sull'evoluzione del sacramento della penitenza
sono tratte dal libro di H. C. LBe, Storiq. della confessione auyicolare e
delle indul{,enze. trad. it. di P. CnBrroNrnr, Nlendrisio, r9rr.
LA DOTTRINA DELL.{ CONIIESSIONE 227
ffilrs:1T,.%
t\'*' DE[AEDUcAtloN
d( BIBLIOTE
^:
Sq w-,
228 MARSILIO DA PADOVA
l) D. m . , YI I , r - 4 ; e d . BRe u pto N , p . r 8 e s g . V e d i N . V a r o r s ,
.fean d,e Jandun, p. 6ro.
L E I NDULG E N ZE zJ)
t) D . *. , YI I I , z ; e d . Bn e u Pr o N , p . 2 0 .
238 MARSILIO DA PADOVA
l) D .m . , VI I I , r-5;ed. Bn e u p r o N , p .2 0 e s g g .V e d i N . V a r o r s ,
Jean de Jand,un, p. 6rr.
z) Ved i p . r r 8 e sgg.
e) Vedi p. r 19 e sgg.
240 MARSILIO D.{ I'ADOVA
r ) D . m . , X, z ; e d . Bn e l r p r o N, p . 2 7 e s g .
2) D . *. , X, z ; e d . Bn e u p r o m , p . 2 8 .
3) D. ?n., X, r-6; ed. BnervrproN, p. 26 e sgg. Vedi N. Verors,
Jean de Jand,un, p. 6rr.
SCOMUNICA ED INTERDETTO 2+r
D . m . , XI I , r - 5 ; e c l . Bn e r r p r oN , p . 3 5 e s g g . V c c l i N . V e r o r s ,
\
Jean de tandun, p. 613 e sgg.
}I AT RI I I O NI O E D IV O R ZIO 249
B r e ma b. gS e il bodleiano,che a s s i c u ra n od e l l a s u a a u te n -
ticit). I motivi poi sono pur sempre marsiliani, e non v'd
timore di errare.
A[ testo neltl'edizione del Goldast precedono, come sap-
piamo, due atti imperiali, uno di divorzio, tl'atltro di di-
spensa datif impedimento matrimoniale di consanguineitd.
Quest'ultimo e formato con passi del Delensor minor.
L'opinione degli scrittori ritiene che questi atti, molto pir)
probabilmente progetti di atti, siano opera di Marsilio;
e siano stati presentati insieme con il Tractatus, estratto
,dal Defensor ntinor, alf imperatore; ma che poi questi,
temendo la soverchia au,dacia dell,e idee in essi espresse e
che certo ,cozzavanocon il diritto pubblico del tempo, abbia
preferito seguire diversa procedura t).
I punti, che Marsitlio particolarmente esamina, sono
'due : primo, a chi spetti pronunciarsi in materia di di-
vorzio; secondo, se sia possibitle una dispensa dalf im-
pedimento di consanguineiti e chi possa concederila.
In ordine al primo punto, dato che uno sorloo ambedue
i coniugi domandino l'annulrlanr.ento del matrimonio, gli
ecclesiastici giudicheranno in linea astratta, teoricamente,
su1[e cause detltlo scioglimento, se, per esempio, f impo-
tenza di una delle parti sia motivo suflrciente per il di-
vorzio. Ma tutto cid che A giudizio di fatto e coattivo
spetta al potere civile, e non sollo, diremo, nel giudizio
di cognizione, ma anche neltl'esecuzione,di modo che, per
esempio, irl coniuge che abbia ottenuto una sentenza fa-
vorevofle di divorzio non possa essere trattenuto a convi-
venza piri dal1'altro, e possa eventualmente ricorrere alla
forza dello Stato per rendersi indipegdente detl tutto e tro-
vare la pratica attuazione detlla sentenza di divorzio.
L) D. ?,1,.,
XIII-XVI ; ed. BneuproN, p. 38 e sgg. Vedi N. Verors,
Jean d,etandun, p. 615.
Cepr roro VII.
CONCLUSI ONE,
In questa bibliografa tenianrci conto solo di quel l e opere che servono ad i l l um i nare
la b iografia e I'opera di Marsilio da P adova, t ral asci ando quel l e che ci f urono
utili per la comprensione dell'ambiente, in cui il grande scri t t ore si svol se e
per Ie quali riurandiamo ai riferimenti i n not a.
Blncx, Illarsiglio uon Patlua und, Aluaro Pelayl iiber Papsl u.nd )(aiser,
Kiyche und Slaat (Abgedrucht aus dem .fahresberichte dey h1heren
Bilrgcrschule zu Miihlheim a. R., 1868).
BciHuen J. F., Ilegestetc l.udwigs, n. 2225 e Additamcntum secundurn.
RoNnr-Me.uRv G., Les frCcurseu,rs de la rilorme et tle Ia libertd de con-
science tlans les 'pays lqlins tlu XIIe au Xt'e silcle, Paris, r9o4,
p. 9 6 c s g g .
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