Sei sulla pagina 1di 60

QUESTO E-BOOK: TITOLO: Massime AUTORE: Retz, Jean Francois cardinal de TRADUTTORE: Balduzzi, Serafino CURATORE: Balduzzi, Serafino

ILLUSTRAZIONI: Robert Nanteuil Paul : de Gondi,

TRATTO DA: Paul de Gondi, cardinale di Retz, Massime a cura di Serafino Balduzzi - Illustrazioni di Robert Nanteuil - Edizioni Gruppo ACT, Milano, 2006 - 64 pagine, cm 18,5 x 27

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 20 maggio 2010

MASSIME tratte dalle Memorie di Paul de Gondi, cardinale di Retz

Comunicare

1. Il talento dinsinuarsi dimpiego molto pi largo del dono di convincere: ci si pu insinuare sempre dappertutto, mentre normale che non si persuada nessuno. 2. Il favore del pubblico sempre pi facile da ottenere con linerzia che con lazione. Il favore conseguibile con lazione di pende tutto dal risultato, cio da una cosa che nessuno al mondo pu mai garantire. Invece linerzia dava solide garanzie di buona stampa, fondate sul pubblico odio per il ministero, che veniva co stantemente alimentato.
Parigi in rivolta, perch la Corte ha tratto in arresto il consigliere del Parla mento Broussel, considerato difensore dei contribuenti contro lesosit del fi sco. Nella stanza dei bottoni si discute se la situazione sia o no tanto perico losa da imporre concessioni alla piazza.

3. Si vide entrare il luogotenente civile, pallido come un mor to. Raccont alla regina certe piccole peripezie insignificanti, che gli erano capitate sulla strada da casa sua al palazzo reale. Per non ho mai visto alla commedia italiana una caricatura della fifa cos rozza ed esagerata. A quel punto le animucce paurose entrarono in risonanza. Il cardinal Mazzarino non si era granch impressionato del racconto a fosche tinte che gli avevamo fatto La Meilleraye e io; La Rivi re, poi, non aveva fatto una piega. Ma il terrore manifestato da quellomarino per le proprie faccenduole sinsinu (per contagio

fra simili, credo) nella loro immaginazione, da l si arrampic dentro la mente, e infine strisci nel cuore. Fu una metamorfosi incredibile. Non mi consideravano pi un buffone terrorista. Ammisero che cera da riflettere. Incomincia rono a discutere.
Il maresciallo de la Meilleraye e Retz sono inviati in piazza a promettere la li berazione di Broussel.

4. Quellimpiastro di La Meilleraye mi tolse ogni possibilit di misurare le parole. Aveva detto che mi avrebbe seguito. Invece mont a cavallo con la spada sguainata, si mise alla testa dei ca valli leggeri della guardia, e avanz gridando a perdifiato: Liber t a Broussel! Cera molto chiasso in giro. Molti lo videro, ma pochi intesero che cosa gridava: quella spada levata parlava pi chiaro della bocca. Alcuni si armarono: un facchino che impugnava una scia bola fu ucciso con un colpo di pistola. Le grida raddoppiarono e da tutte le parti si corse alle armi. 5. Labominio messo in ridicolo: questa la miscela pi peri colosa e irreparabile che ci sia. 6. Scendere al livello dei piccoli il modo pi sicuro per salire a quello dei grandi. 7. Feci di questo biglietto luso migliore. Si sa quanto piaccio no i misteri alla gente: io lo confidai con il vincolo del segreto a quattro o cinquecento persone. 8. Mi ero proprio trovato in una posizione delicata. In casi del genere, finch le accuse sono pi verosimili delle risposte che po tete dare, conviene scivolar dala e defilarsi; e aspettare ad alzar la testa quando il credito passi dalla vostra parte.

9. Per convincere una persona poco intelligente, le ragioni pi efficaci sono le meno intelligenti. 10. Avevamo provviste per alimentare limmaginazione del pubblico ancora per un bel pezzo: in questo genere daffari, il se greto tutto qui. 11. Per un bel po li lasciai pestar lacqua nel mortaio, perch sfogassero limmaginazione, che non sarrende mai finch surri scaldata. Alla fine proposi quello che avevo deciso fin dallinizio. 12. Il valore di una proposta dipende dal momento in cui vien fatta. 13. In quindici giorni, le liberava lui a scapaccioni le strade del pane, se lassemblea la piantava una buona volta di farsi turlupi nare. La gente non ci capiva niente di negoziati e conferenze: con meno chiacchiere a far nebbia, tutto il regno si sarebbe schierato da un bel pezzo con la capitale. Con trenta parole e zero sintassi fece un effetto clamoroso. 14. Quando si costretti a fare un discorso spiacevole, pi cortese presentarlo un po arzigogolato che semplice e limpido, perch ferisce meno. 15. Notate la differenza fra segreto e forma segreta. Una cosa che sanno tutti e non pi un segreto, pu conservare ufficial mente forma segreta, per cui rimane decoroso fingere di non sa perla. Se invece perde anche la forma, realt irrimediabile: non rimane che prenderla per le corna. 16. meno imprudente farla da padrone, che dimenticarsi di parlare da servo.

17. Quando si deve rifiutare qualcosa a chi pu farci del male, oppure del bene, il rifiuto va mascherato meglio che si pu. 18. molto imbarazzante, quando si serve un principe, dover gli tacere il vero motivo dei consigli dati per il suo bene. Non po tevamo mica dirgli: fai cos, perch non sei capace di far altro. 19. pericoloso mostrarsi faziosi, specie quando lo si . 20. Lionne si propose fin dallinizio di farmi parlare, allo sco po di usare poi le mie parole come fece. Lo dico, non per analisi o valutazioni di probabilit, ma perch mi rivedo davanti agli occhi i suoi atteggiamenti e la sua faccia. Non ve lo so spiegare, ma vidi che mi voleva provocare. Lho osservato altre volte: non raro che negli affari si presentino situazioni, che sono insieme inespli cabili e chiarissime. 21. Per il pubblico chi saccoda non conta. 22. Lantidoto del pregiudizio la speranza. 23. Certo, due sciocchezze insieme sono troppe. Linferiore pu fare le stesse cose della persona cui deve rispetto, ma non pu dire le stesse parole. Un ecclesiastico non pu ammettere di essere armato, nemmeno quando lo . Potete star sicura che, su certi argomenti, il mondo esige dessere ingannato. Non raro che le circostanze giustifichino atti che uno costretto a fare con tro la sua professione. Ma parole, mai: quelle non le giustifica nessuno. 24. Come dare contorni netti alla nebbia? Come dare struttura a una conversazione sullassenza di strutture? Invece di risponde

re a me, il mio interlocutore parlava con se stesso e, come sempre cpita, non se naccorgeva nemmeno. 25. pericoloso far proposte che sembrano a doppio fondo, ma non lo sono: si paga il mistero che non c, e si ottiene un ef fetto controproducente. 26. Snocciol una serie danalisi e di proposte di cui, ve lo confesso, non capii niente. Pan per focaccia: gli opposi un discor setto di cui, vi giuro, fu lui a non capir niente. 27. Non era privo dabilit e dintelligenza. Il suo difetto era di volersi presentare come gran negoziatore: di solito un ostacolo insuperabile a farsi strada in quel mestiere. 28. Si stava facendo il callo alle perdite, alle ingiurie, alla di sgrazia. Questa sinistra abitudine mi spavent. 29. Credo che le grandi apparenze senza sostanza di negoziati in corso facessero precipitare la situazione verso la pace pi in fretta di quanto avrebbe fatto qualunque trattativa vera e sostan ziale. Limmaginazione ha una parte importante negli affari: in quel li grandi ancor pi che in quelli minori. Limmaginazione popola re, certe volte, basta da sola a scatenare la guerra civile. Questa volta bast a far la pace.

Congiure, guerra civile 30. Spesso congiurare una pazzia; ma, una volta finita la congiura, non c niente di meglio per mettere la testa a partito, almeno per qualche tempo. Infatti il pericolo non finisce subito, e ci si deve per forza conservare prudenti e circospetti. 31. una bella stupidaggine far parlare di s come di persone capaci di azioni pericolose.
Retz prepara una congiura contro Richelieu appoggiandosi a prigionieri della Bastiglia, che contano dimpadronirsi del loro carcere e muovere da l per at taccare Parigi.

32. Tutte le circostanze straordinarie hanno un peso incredibile nei moti popolari. Riflettei che questa sarebbe stata una bomba: niente d carica e simpatia a un movimento come il ridicolo che cade sui suoi nemici. Mi resi conto che sarebbe stato un colpo da maestro: offrire lo spettacolo dun ministro incapace di accorgersi che i suoi stessi prigionieri potevano metterlo sotto, per cos dire, servendosi delle stesse catene fornite da lui. 33. Figuratevi il mio successo fra questa gente, che influisce sugli umori popolari pi di chiunque altro. I ricchi hanno troppo da rischiare; i mendicanti sono controproducenti, perch tutti han no paura che pensino solo a saccheggiare case e botteghe. Lidea le che parlino di sommosse le persone con affari privati abba stanza in disordine da desiderare che si buttino per aria anche quelli pubblici, ma non cos poveri da presentarsi come mendi canti patentati. 34. Gli stati che soffrono cadono nel torpore, quando il male dura troppo: la lunga durata opprime limmaginazione della gen

te, e le fa credere che il male non potr mai finire. Ma appena la gente vede uno spiraglio di luce (ed immancabile, prima o poi) ne prova tanta sorpresa, tanta gioia, tanto entusiasmo, che passa di colpo da un estremo allaltro: la rivoluzione, da impossibile, diventa per lei facilissima, a portata di mano. Pu bastare questo per farla incominciare davvero. 35. Aggiunsi ci che mi pareva utile per calmare la cittadinan za: non fu difficile, perch ormai era lora di cena. Non ridete, non cosa da poco! Ho sempre osservato che a Parigi, nei tumulti popolari, nemmeno le persone pi violente sono disposte (come si dice) a perdere il giro dei pasti. 36. La folla la bestia pi incontrollabile che ci sia: non si prendono mai abbastanza precauzioni ed anche la bestia pi diffidente: non si dicono mai abbastanza bugie. 37. A una sommossa parigina non partecipa solo tanta gente, ma addirittura il mondo intero. Io avevo fatto appostare molte persone, ma scomparivano nel gran mucchio. 38. normale che la gente si stanchi qualche tempo prima di rendersene conto. 39. Completiamo lopera, finiamo pure di scalzare lautorit del Parlamento e mettiamo al suo posto la nostra: ma dovremo fare le stesse cose che oggi fa il Parlamento, e incontreremo infal libilmente gli stessi inconvenienti. Imporremo tasse pesanti, con fischeremo i preziosi. Per due terzi della popolazione non cam bier niente. Per il terzo rimanente, la borghesia, sar molto peg gio, perch avremo attaccato e vinto o abbattuto unistituzione alla quale quel ceto legato in mille modi.

Ci sono volute sei settimane per far scricchiolare lautorit del Parlamento; per far cadere la nostra basteranno otto giorni. 40. Aver ascendente sul popolo scomodo, perch si viene in colpati anche dei moti che, con tutta la buona volont, non si rie scono a evitare. 41. Ecco la disgrazia delle guerre civili: si fanno sbagli gravi persino per buona condotta. 42. La guerra civile una malattia complicata: quando si usa un rimedio adatto per alleviare un sintomo, se ne aggravano altri tre o quattro. 43. Il magistrato non si nasconde mai. Non commetterei que sta vilt, nemmeno se fossi sicuro di morire. Del resto, servirebbe solo a incoraggiare i sediziosi. Se pensassero che ho paura di loro, non mi servirebbe a niente svignarmela di nascosto: mi verrebbe ro a trovare a casa mia. 44. Elbeuf rest convinto che tutta la discussione fosse limpida come lacqua. Non era poco, con quel maledetto intrigante. Chi congiura sempre, vede congiure dappertutto. 45. Ciascuno teneva docchio i movimenti degli altri: tutti dif fidavano di tutti. Si girava armati: credo che in tutto il palazzo non ci fossero venti persone senza pugnale in tasca. A me non piaceva, ma un giorno che sembrava pi pericoloso del solito, Brissac me ne impose uno senza tanti complimenti. Mi sentivo a disagio. Beaufort, col suo tatto dippopotamo, vide il fodero spuntare dalle mie tasche, lo addit a Des Roches, capitano delle guardie del Principe, e disse ridendo: Guardate il breviario del coadiutore! Fu spiritoso, ma io non risi.

46. Lintervallo dal 14 al 18 occorreva semplicemente per ap porre firme e risolvere alcuni problemini protocollari. Ma agli oc chi della gente comune, in tempi di fazioni e dintrighi, ci che vuoto mistero. I pesciolini si buttarono con entusiasmo a riem pire di chiacchiere quel vuoto. 47. Beaufort non sapeva che riunire una folla quanto basta ad aizzarla. Il suo comizio con intento tranquillizzante fece leffetto contrario: la temperatura sal. Ancora due o tre giorni dopo, si ve devano in giro tumulti ben pi gravi di quello originario. Novion, per esempio, si trov a scappare per i vicoli a gambe levate, cor rendo tutti i rischi che pu correre in questi casi un povero disgra ziato. 48. Non era facile risolvere i problemi della sicurezza, perch di solito chi creava il disordine era la stessa guardia civica che lo doveva reprimere. 49. In clima rivoluzionario, quando tutti sono irrequieti, la pal ma spetta a chi prende liniziativa, se svelto e azzecca il primo colpo. 50. Lasciatemi fare una pausa di riflessione. Che scandalo: un ministro gioca spudoratamente a rimpiattino col nome e lonore di un gran re. Il pi augusto parlamento del regno, erede della ca mera dei pari, sinvischia in contraddizioni e giochi di prestigio puerili. Mi pare daver gi detto che, quando un paese cade in questa febbre frenetica, gli uomini non capiscono pi niente. Conoscevo persone perbene, che avrebbero affrontato il martirio per sostene re le ragioni del Principe. Ne conoscevo altre, virtuose e disinte ressate, che sarebbero perite col sorriso sulle labbra pur di soste

nere quelle della Corte. C di questa gente fanatica, e i grandi se ne servono per i loro comodi. Poi, quando hanno finito di acceca re gli altri, accecano se stessi peggio degli altri. 51. Questi son tempi strani, signore: si vedono strane combi nazioni. Meglio tirarsene fuori in fretta e furia, anche a costo di lasciarci qualche penna. Sarebbe il meno male, perch lalternati va pu essere, colla condotta pi saggia del mondo, di perdere tutto - anche lonore. 52. Parlava della mia condotta: cos netta, cos elevata, che chi al vostro posto non ne sarebbe capace ci vede un mistero. E nei tempi torbidi, tutto ci che passa per mistero odiato. 53. La prima regola da rispettare quando si vuol muovere la popolazione, anche per un attacco bello e buono, dare a intende re che si tratta solo di difendersi.

La Corte 54. Ogni cosa pu far moda, ma pi di tutto latteggiamento della Corte nei nostri confronti, seppure con effetti diversi secon do le circostanze. In certi momenti essere in disgrazia a Corte come un fuoco purificatore: tutti i difetti scompaiono, e splendo no solo i nostri pregi. Ma in altri momenti, chi in disgrazia fa la figura di essere persona non troppo raccomandabile. 55. Ero troppo popolare in citt per rimanerlo a lungo anche a Corte. Questo era il mio delitto, agli occhi di quellitaliano ma chiavellico. Non tralasciavo di aggravare il delitto con larghe spe se, che non ostentavo: perci riuscivano pi brillanti. Facevo grandi elemosine e liberalit, che spesso tenevo segrete: perci tutti ne parlavano. 56. Una volta, uscendo da palazzo reale, sbottai a dire al mare sciallo di Villeroy che avevo fatto due riflessioni. La prima: non sta bene che un ministro faccia porcherie, ma ancor peggio se ne dice. La seconda: se gli di una notizia scomoda, diventi un criminale. 57. Quando si parla a un principe, potere il bene pericoloso quanto volere il male, e quasi altrettanto criminale. 58. Si scambiava per rivolta tutto ci che non fosse prona sot tomissione. 59. La piaggeria diventa un pericolo serio, nelle circostanze che espongono la sua vittima alla paura. Se assecondi il suo desi derio di non spaventarsi, la inciti a esporsi indifesa.

60. I deboli a Corte bevono immancabilmente qualunque fola ci si prenda il disturbo di propinargli. Lho visto mille volte: per ch non ci caschino, bisogna proprio che il ministro sia un inca pace. 61. Di solito un governo non ci sa fare, nella calma che suben tra a una forte tempesta, quando ladulazione raddoppia mentre la diffidenza non dimezza. 62. Un tragico errore dei governi dispotici di questultimo se colo, la massima di giustificare sempre i superiori contro glin feriori. Questa roba si trova in Machiavelli, che ha due categorie di lettori: quelli che leggono, ma non capiscono niente; e quelli che giurano che ha sempre ragione, perch sempre cos cattivo. Nemmeno per sogno: anche Machiavelli a volte sbaglia, e questo che ho detto il suo sbaglio pi grande. 63. Il disinteresse andava bene durante la guerra, quando si trattava di difendere Parigi e versare il sangue del popolo. Ma adesso non si combatteva pi: si tessevano intrighi fra un principe reale e un primo ministro. Finiti i tempi del coraggio e del disin teresse, erano venuti quelli dellastuzia e dellabilit. Insistere nel disinteresse era perdere il passo dellattualit: cera da passare per stupidi. 64. Toccavo con mano, una volta di pi, che la Corte non rie sce ad avere la minima nozione del pubblico, della gente per le strade. La tabe che la fa marcire ladulazione provoca un deli rio incurabile su questo punto. Mi rendevo conto che, nellimma ginazione della Regina, mancavano riferimenti concreti al pubbli co e dunque le sembrava astratto e chimerico qualunque discor so facessi in proposito; come se quella donna non sapesse, per esempio, il significato della parola barricata.

65. Constatai che il pi abile cortigiano pu prendere fior di cantonate, se si fida troppo delle proprie congetture. Nel caso spe cifico, si suppose che mi avessero fatto cardinale come corrispet tivo di grossi piaceri, che dovevo aver reso alla Corte. Stabilito lassioma, non si lesinarono sforzi per inculcarlo a Monsieur che invece sapeva perfettamente comerano andate le cose, e ride va di quelle panzane. In fatto di calunnie, ci che non nuoce al bersaglio finisce per giovargli: le mie quotazioni presso Monsieur salirono. Anzi gli aggressori danneggiarono s stessi, senza nemmeno accorgersene. Una volta chiesi a Monsieur dove trovava la pazienza di ascol tare tante sciocchezze sempre uguali, che gli riferivano contro di me. Lui rispose: E dove lo mettete il piacere di smascherare, ogni mattina, la cattiveria della gente travestita da zelo; e ogni sera la loro coglioneria scambiata per furbizia? Presi atto della bella lezione, rivolta a chiunque abbia lonore di frequentare grandi prncipi. 66. Mi scrisse che il piano poteva funzionare, e il Re tornare a Parigi, solo se coglievo la Corte di sorpresa. Se invece davo il tempo di consultare loracolo, si sa che i preti del tempio lavreb bero fatto rispondere a modo loro. I quali preti preferiscono che tutto crolli, piuttosto che veniate voi a reggerlo aggiungendo il vostro sassolino. 67. Servien temeva che i suoi compari lo volessero fregare, e rifiutava di parlarmi da solo. Voleva coinvolgere Le Tellier come testimonio. Andrebbe subito dal signor Cardinale diceva alla Regina a insinuare che sto cospirando con quelluomo. Perci, signora, prego vostra maest di mandarlo con me, perch corra il rischio anche lui.

Difficile immaginare che una proposta come quella che facevo non dico: non venisse accettata ma di pi: non riscuotesse ap plausi a scena aperta. Anche a supporla insincera, come potevano fare solo quei degenerati, cera comunque da cavarne parecchi vantaggi. Invece mi guardarono con occhio di triglia. Notai che si sbirciavano di sottecchi: ciascuno dei due aspettava che laltro si sbilanciasse per primo. Erano evidentemente paralizzati dalla dif fidenza, ma il vero destinatario non ero io: quei due non si fidava no luno dellaltro. I discorsi surreali e nulladicenti che seguiro no, confermarono limpressione. La situazione non era obiettivamente tale da sollevare troppi dubbi. Ma loro pensavano soltanto: che cosa racconter frate spia al capo sul mio conto? 68. Le cose furono gestite dai cortigiani con larroganza e la storditaggine di chi votato alla rovina senza scampo. Invece di perire, gli sprovveduti ebbero successo. C solo una spiegazione possibile: fu un miracolo. Ma le corti son piene di servi leccapiedi che non credono ai miracoli; loro li chiamano lungimiranza. 69. I cortigiani si lasciano sempre ingannare dagli applausi, senza riflettere che il pubblico fa poca differenza fra gli oggetti eterogenei cui li rivolge. 70. Devo dire che, a Corte, la maggior parte delle inimicizie non sono meglio giustificate di questa. Anzi, pi sono infondate, pi risultano tenaci. Il motivo chiaro. Le offese di questo tipo esistono solo nellimmaginazione: perci la loro vegetazione pro spera e ingrassa di tutti i veleni di cui abbonda un ambiente cos malsano.

Decidere, decisioni difficili 71. Una somma di meno peggio si presenta sempre come un guazzabuglio difficile da capire, che solo il puro caso pu scio gliere. 72. Vi racconter io come andarono le cose. Le due corti ave vano fatto offerte incredibili finch il Conte diceva di no, ma si affrettarono a tirar la briglia quando disse di s. una specialit che in Spagna si chiama flemma dovuta al clima, e in Austria prudenza dovuta alla politica. Quanto al Conte, per tre mesi non ottenne niente e serb una fermezza incrollabile. Infine gli diede ro retta ed ebbe quel che chiedeva: allora di colpo cambi idea. Lindecisione fatta cos: procura sempre finali a sorpresa. 73. Era luomo pi giudizioso del mondo nel distinguere il male dal peggio e il bene dal meglio: grande qualit, per un mini stro. I piccoli passi di avvicinamento e le modeste manovre pre paratorie lo spazientivano un po troppo. Ma un difetto comune di chi non perde mai di vista le cose pi importanti; esso trova sempre le sue compensazioni. 74. assolutamente imperdonabile non prevedere e non evita re quelle situazioni, in cui non si pu far niente che non sia sba gliato. Ho sempre constatato che il caso non basta a ridurre una persona in quello stato, che infelice quantaltri mai: ci si cade solo dopo aver commesso grossi errori. Ho cercato di scoprire se ci sia una ragione teorica perch le cose non possano andare altri menti, ma non sono riuscito a trovarla. Tuttavia la mia convinzio ne empirica rimane, perch non ho mai visto esempi in contrario.

75. Un pericolo estremo pu avere il suo fascino, se alla peg gio si pu cadere con onore. Ma chiamo orrendo un pericolo, an che non eccezionale, se in caso sfortunato minaccia di lasciarti sputtanato senza rimedio. 76. sempre spiacevole ricorrere a mezzi estremi, ma la sag gezza li impone, se non c di meglio. Il loro aspetto incoraggian te che non sono vie di mezzo, e se funzionano tagliano il nodo. 77. In certi casi nemmeno la prudenza riesce a far quadrare un piano dazione, senza inserirci la speranza di sopravvenienze fa vorevoli. 78. Di fronte a unalternativa, questa specie di persone osserva correttamente i pro e i contro con i loro nessi, ma non sa decidere sullinsieme. Giudica separatamente il merito di ciascuna possibi lit, ma non sa metterle tutte a confronto per scegliere la migliore e rinunciare alle altre. Perci la sua decisione resta incerta: oggi d pi valore a una cosa, domani a unaltra. 79. Bouillon applicava una regola ovvia, che purtroppo viene sempre dimenticata: era lunico uomo che abbia conosciuto, che non perdesse mai tempo a sostenere unopinione, se si rendeva conto di non poterla far prevalere. 80. Niente dimostra la solida capacit di giudizio dun uomo, quanto saper decidere nettamente fra soluzioni che presentano tutte gravi inconvenienti. 81. Gli spagnoli erano disposti a promettere qualsiasi cosa: in un negoziato, il pi forte se lo pu permettere. Ma il pi debole deve stare attento, perch non pu mantenere qualsiasi cosa.

82. Non detto che la coerenza al dovere non si ripaghi: anzi latteggiamento che ha maggior probabilit di far nascere occa sioni favorevoli. 83. Bella gloria avremo! Per valere qualcosa, la gloria deve durare. La nostra non durer pi di qualche ora, se ci accontentia mo di inseguire le buone intenzioni senza effetti pratici. Voi siete disinteressato, e sapete bene che ammiro questo atteggiamento e gli d il giusto valore. Ma son sicuro che voi stesso trovereste strano se lo fossi anchio. La vostra famiglia non vi d problemi; invece mia moglie - eccola qui - me ne d parecchi, per non par lare dei figli. 84. Si trova finalmente in mano il coltello per il manico, e che cosa fa? Sbuccia una mela. Niente rovina le qualit che potrebbe ro fare un granduomo, quanto lincapacit di cogliere le occasio ni decisive per la propria reputazione. Di solito si mancano per cogliere le occasioni di far soldi. Cos ci singanna due volte, per ch sulla reputazione si potrebbe costruire anche il patrimonio. Bouillon volle fare il furbo, e perse loccasione di essere accorto. Son cose che cpitano. 85. Il falso senso di sicurezza ispirato dalle alternative di riser va, la causa pi frequente delle imprudenze che facciamo. 86. Bench lidea non fosse ancora elaborata, and subito a ge nio a mio padre, che era di mentalit molto conservatrice. Comin ciai a credere che non fosse poi una pensata cos radicale come mi era sembrata al primo momento. Dopo averne discusso a lun go, non ci parve nemmeno troppo rischiosa. Ricordai unosserva zione fatta altre volte: ci che sembra azzardato, ma non lo , di solito saggio.

87. Ci che necessario non mai azzardato. 88. Nellattivit politica, quando si sulla difensiva, non mai saggio affrettare ci che non urgente. Ma in queste circostanze lansia dei subalterni pu creare problemi enormi: quegli sciocchi si credono perduti, se non si agitano come pazzi. Predicavo tutti i giorni che il volo migliore era quello librato, che le impennate erano pericolose, che aspettare avrebbe reso pi che agire. Ma nessuno capiva queste verit sacrosante. 89. Si sa che, in un tentativo di riconciliazione, niente crea dif fidenza quanto la ritrosia ad accettare obblighi di riconoscenza verso linterlocutore. 90. Correvo il rischio di pagare per tutti. Avrei avuto da sce gliere fra lodio per essermi opposto, o lavversione per aver pro vocato, o il disprezzo per non esser riuscito. Tutto senza muovere un dito: bastava lasciar fare agli altri. Figuratevi il mio imbaraz zo. 91. La misura era di quelle che non hanno n un valido scopo, n un buon odore: perci sono sempre pericolose. 92. Immaginate in quale condizione mi trovavo: in citt dove vo sostenere la mia parte dellantipatia e dellodio che si attirava il nome di Mazzarino; e intanto lui in persona si applicava stre nuamente a rompermi le ossa. E mi attaccava presso un principe le cui doti essenziali erano aver paura di tutti e non fidarsi di nes suno - davanti a gente che voleva vedermi morto - e davanti ad al tra gente a cui non importava granch come andassi a finire, ma trovava divertente che finissi male.

93. Il giorno in cui qualcuno mi avesse buttato a terra, per lo pinione pubblica sarei passato s da disinteressato, ma ancor pi da babbeo. Sul piano intellettuale ero convinto; ma non sentivo ancora una spinta sufficiente, tutto sommato, per agire contro la mia inclinazione. Quando si in questo stato, convinti nellintel ligenza ma non nella volont, si possono cogliere occasioni che si presentino, ma non si va a cercarle. 94. Un tentativo va sempre fatto, quando c da guadagnare anche se va male. 95. Lho notato varie volte: se uno esita a lungo prima dintra prendere qualcosa, quando alla fine si decide, facile che si com porti in modo precipitoso. 96. Pu essere imprudente non dar peso persino a ci che non ha peso. 97. Ho visto tante volte che i grandi guai si combinano per gli scrupoli che si mettono a evitare i piccoli guai. 98. bene non scherzare col favore altrui: se schietto, va te nuto caro; se falso, meglio tenersi alla larga. 99. Fu un insigne esempio di quant pericoloso il diffuso sport di prendere impegni che si credono gratis, perch hanno presupposti che sembrano impossibili - e poi magari non lo sono. 100. Sar capitato qualche volta anche a voi di aspettarvi un brutto guaio, e di prendere le vostre misure per proteggervi. A un tratto scoprite che vi sbagliavate: in realt non c nessun perico lo. Allora vi trovate combattuta fra la gioia per lorizzonte che si

rasserena, e il dispetto per i passi e sacrifici che ormai avete fatto e sprecato. A me accaduto spesso. Monsieur era felice che la Regina fosse cos lontana da ogni accordo col Principe, ma si disperava per le offerte che gli aveva fatto lui. Una reazione comune in questi casi di non arrendersi allevidenza, ma dirsi: non vero che mi ero sbagliato. Ci si fonda su reazioni caratteriali, che si gabellano per ragionamenti. 101. Certe volte impossibile piacere a tutti, e chi insiste fini sce - allopposto - per scontentare tutti. Non parliamo poi dellef fetto in una situazione negoziale: atteggiamenti di questo genere si presentano come brutte furbate. 102. Gli uomini incerti, di solito, non esitano tanto sul fine, quanto sui mezzi. 103. Un indeciso non segue quasi mai la propria visione delle cose, finch gli rimane una scusa per tergiversare. 104. Ci rendemmo conto daver fatto un errore fatale, che ci lasciava aperte soltanto scelte proibitive. E noi, come sempre suc cede in questi casi, adottammo la peggiore di tutte: quella di fare ognun per s. 105. Mi trovo in un bellimbarazzo. Considero le cose che ho detto vere, sacrosante e senza alternative. Eppure le considero, nello stesso tempo, come porcherie inaccettabili. 107. Monsieur minterruppe con foga: Non volevo dir questo. So benissimo che abbiamo avuto ragione. Ma tante volte non ba sta aver ragione. Figurarsi se basta averla avuta!

108. Una volta i frondisti mi avrebbero messo sotto accusa come consigliere troppo fiacco. Ma quando la guerra dura da molto tempo, credetemi, la maggioranza diventa sempre pacifista. Cos oggi la maggioranza direbbe che sono saggio. 109. Queste voci incatenavano perch, se da un lato non sem bravano troppo convincenti, daltronde trattenevano dallo spinge re una conclusione. 110. Gli uomini delle grandi realizzazioni hanno questa supe riorit sugli altri: che arrivano prima a vederne la possibilit.

Donne 111. Da parte mia ero nel primo ardore delle scopate, che da giovani facile scambiare con il primo ardore dellamore. 112. Negli intrighi amorosi gli ecclesiastici, come le donne, salvano la faccia solo se si mettono con persone di gran merito.
Retz si appresta a prendere gli ordini sacerdotali per divenire vescovo coadiu tore dello zio, arcivescovo di Parigi, con laspettativa di succedergli alla sua morte.

113. Trovavo larcivescovado di Parigi degradato di fronte al mondo dalle infami frequentazioni di mio zio. Per rimettere le cose in sesto, prevedevo difficolt a non finire; e non ero tanto cieco da non vedere che la principale e insormontabile lavevo dentro di me. Sapevo quant severo il modello morale dun ve scovo. Eppure capivo che non ce lavrei mai fatta: qualunque considerazione di coscienza o dinteresse potessi opporre alla mia sregolatezza, sarebbe stata una diga di sabbia contro la tempesta di mare. Riflettei per sei giorni, e arrivai alla decisione che avrei fatto il male, non da improvvisatore, ma su progetto. Per carit, in questo modo il peccato molto pi grave. Ma funziona meglio: si muni sce ogni porcheria del suo coperchio, che almeno un po la na sconde. Soprattutto ci si protegge dal pericolo dei pericoli: il ridi colo che nel nostro mestiere deriva innanzitutto dalla miscela incongrua di peccati e giaculatorie. Ecco le sante disposizioni con cui uscii da San Lazzaro. Ma non esageriamo: cera anche un aspetto commendevole. Decisi fermamente di adempiere tutti i doveri del mio mestiere, e di es sere tanto buono per le anime altrui, quanto potevo esser cattivo per la mia.

114. Fin dai tempi della lettura delle Vite di Plutarco, farmi capo di un partito mi era sembrato lapice della vita intensa e fa mosa, dedicata a grandi azioni. E ora mi spingevano anche consi derazioni pratiche: addio alle rogne dello stato ecclesiastico! Quei perpetui problemi di buon costume, quel rasentare sempre labis so del ridicolo, a rischio di caderci. Come il famoso arcivescovo di Sens, che metteva a disposizione i suoi peccati e ordinava ai fe deli di aggiungerci i loro rimorsi. Per ora mi reggevo con lappoggio della Sorbona, le mie pre diche e la simpatia del pubblico. Ma queste cose non si sa mai quanto durano: bastano un passo falso, una circostanza sfortunata, per mandar tutto allaria. Le magagne dei protagonisti, invece, sono sempre protette da una nebbia. La loro statura superiore fa rispettare anche ci che non riesce a giustificare. Lo stesso comportamento pu essere vi zio nel povero arcivescovo, e virt nel grande capopartito. 115. La Regina era adorata, ma per le sue disgrazie, non per i meriti. La si era sempre vista perseguitata: veder soffrire una per sona del suo rango vale quanto scoprire virt eccezionali in una persona pi modesta. Simmaginava che avesse dimostrato une roica pazienza: lindolenza la imita molto bene. Comunque di si curo ci si aspettavano meraviglie da lei: Bautru diceva che gi in cominciava a far miracoli, perch riusciva a far dimenticare ai bi gotti quantera civetta. 116. La Regina, fra le persone che ho incontrato, era la pi do tata di un genere di spirito, che le serviva a non sembrare scema a chi non la conosceva. 117. Per innamorarsi non sceglieva: amava perch doveva sempre amare qualcuno. Si poteva addirittura appiopparle un

nuovo amante per scommessa; ma quando laveva preso, e finch durava, lamava in modo esclusivo e fedele. Il suo era proprio lamore eterno, nonostante i rimpiazzi occa sionali delloggetto amato. Magari ogni tanto una mosca bastava a distrarla; ma poi ritornava in servizio con slanci commoventi. 118. Non ho mai visto nessuno che, vivendo nel vizio, mo strasse cos poco rispetto per la virt. 119. Esser teneri con le donne significa avere in fondo bont di cuore. Lho detto tante volte anche a voi: lanima buona si vede pi dai difetti che dai pregi.

Ecclesiastici e devoti 120. Non credo che ci fosse al mondo un uomo pi buono di mio padre, e le virt non gli mancavano. Eppure questi duelli e affari di donne non glimpedirono dinsistere, con tutta la deter minazione di cui era capace, nel proposito perverso di fare un uomo di chiesa dellanima, credo, meno ecclesiastica di tutto lu niverso. Bastarono la predilezione per il figlio maggiore e la cir costanza che larcivescovado di Parigi fosse appannaggio della famiglia. Non se ne rese mai conto. Scommetto che avrebbe giu rato in tutta sincerit che lo spingeva solo la preoccupazione dei pericoli per lanima mia, che avrei corso facendo un altro mestie re. Niente preda delle illusioni quanto la piet: non c malinte so che non ci faccia il nido, non c visione di fantasmi che non ne esca consacrata, e le migliori intenzioni non aiutano a evitare le cantonate. Capit tutto quello che vi ho raccontato, eppure con tinuarono a volermi uomo di chiesa. 121. Portai la decisione fino in fondo. Nemmeno lombra di bagordi n di galanterie: mi vestivo come la modestia in persona. Ed era una modestia sostenuta da un bel po di spese, belle livree, carrozze e cavalli di primordine e sette od otto gentiluomini al seguito, fra cui quattro cavalieri di Malta. 122. Non feci il bigotto, perch avevo paura che alla lunga spuntasse il piede caprino. Ma coccolavo i bigotti: secondo loro questo, in realt, larticolo di fede pi importante. 123. Brion, gran cuoco di spezzatino devozione/peccato, era uno stupido, ma aveva uso di mondo, che in certi casi pu surro gare lintelligenza.

124. Quanto al clero, si sa che ha sempre dato lesempio di ogni servaggio, e allora lo predicava alla gente dal pulpito sotto il nome di ubbidienza.
Retz entra in carica come vescovo coadiutore dello zio, arcivescovo di Pa rigi.

125. Facevo nella diocesi ci che potevo senza irritare la gelo sia dello zio. Cera ben poco che non potesse irritare il suo bellu more. Cos mi esercitavo a cavar meriti soprattutto da ci che non facevo. La gelosia dellarcivescovo mi dava in realt un grosso vantaggio. Non poteva lamentarsi se mostravo intenzioni magni fiche in ogni campo: mentre, se fossi stato io il padrone, avrei do vuto accontentarmi dei pochi provvedimenti che si potevano met tere in pratica. 126. A mio giudizio, basta mettere in chiaro che cosa sia o non sia vero, ma non ha senso prendersela colle persone.

Errori e inganni 127. Non sempre errare humanum est - certe volte si fanno er rori da bestia. 128. Lui mi chiese sarcastico se non mi ero mai accorto che alla gente piace esser imbrogliata. Devo dire che vero anche questo: fu proprio la massima che funzion in quelloccasione. 129. Quando restammo soli, gli dissi di non aver mai visto usare tanta eloquenza, per convincere la gente che prendersi la febbre quartana una bella fortuna. Il guaio rispose che, per questa volta, mi devo convincere anchio. Quel giorno Bouillon non disse nulla che si potesse propria mente considerare falso n comunque riprovevole, ma nello stes so tempo non trascur nulla che servisse a mascherare le sue in tenzioni. Lo not anche Bellivre, e me lo disse. Io commentai: Il pi abile briccone non saprebbe fare nemmeno la met. Ho os servato in varie occasioni il nostro amico, alle prese con quelle che a Corte passano per le persone pi abili. Per essere bravi come lui, bisogna metterci il cuore. 130. La diffidenza pu ingannare pi della fiducia. 131. Port in dote al governo la furfanteria: questo non laveva ancora fatto nessuno. E il governo furfante, per quanto fortunato e assoluto, non era proprio un bello spettacolo da vedere, e attirava il disprezzo: cio la malattia pi pericolosa per uno stato, e il con tagio che si diffonde pi facilmente e rapidamente dal capo alle membra.

132. Il culmine del peggio si raggiunge quando quelli che co mandano perdono il senso della vergogna, perch allora quelli che ubbidiscono perdono il rispetto: a quel punto si esce dal coma, ma si cade nelle convulsioni. 133. Chi sa ammettere il proprio errore vale ancor pi di chi lo sa evitare. 134. Uno dei peggiori difetti che spesso mostriamo, quando subiamo una disgrazia per colpa nostra, di cercare scuse per il passato anzich rimedi per il futuro. Cos si perde tempo, e i ri medi arrivano tardi. 135. Quando il risultato ci dimostra che abbiamo sbagliato strada, facile correggere il ragionamento che avevamo seguito, ma molto pi difficile abbandonare le impressioni che ce lave vano suggerito. 136. Vedrete poi nei particolari come Noirmoutier mi trad e mi abbandon unaltra volta. Avevo un debole per lui, perch era allegro e spensierato: un buon compagno per tempi pi facili. Quando abbiamo un debole per qualcuno lo classifichiamo come generosit, e perdoniamo offese che invece sarebbe prudente prendere sul serio. 137. Quando di a qualcuno un consiglio che non gli piace, facile che non si chieda affatto se buono o cattivo, ma solo che diavolo dinteresse puoi avere tu a dargli un consiglio simile. uno sbaglio comunissimo, ed grande. 138. La sua era la sincerit brutale e screditata, che rimane dopo che glimbrogli hanno mostrato di non funzionare.

139. Ciascuno portato a immaginare che i mezzi migliori per fregare gli altri, siano precisamente quelli adatti a fregar lui. 140. un bel guaio, la propensione che abbiamo a vedere ne gli altri i nostri difetti. 141. Monsieur fu orgoglioso della giustezza delle sue vedute. Gli consentirono un paio di successi di poco conto, che non risol vevano il suo problema. In compenso contribuirono non poco ad addormentarlo, e in ultima analisi a rovinarlo. 142. Se tanta gente voleva che il duca di Lorena se ne andasse, la sua ritirata - penserete voi - avr fatto tutti contenti. Invece sol lev un putiferio di contrariet. Chi pi aveva protestato allarri vo, pi strill alla partenza. Non strano che gli uomini non co noscano s stessi, visto che non si ascoltano quando parlano. 143. Quando per partito preso si tanto ostili a una data scelta, si sempre portati a credere che ci siano alternative, e anzi che siano agevoli. unidea che sinsinua ovunque, anche nelle fanta sie dei subalterni. Ci si confida quant facile, lo si bisbiglia allo recchio. Il segreto un venticello, che gradualmente diventa un temporale e fa diversi effetti dannosi, sia fra gli amici, sia nei rap porti con gli avversari. 144. Di solito le amicizie si conservano solo finch dura la buona fortuna. Io lavevo sempre letto nei libri, ma non ci crede vo. Dio sa quanti sbagli ho commesso per questo motivo. Nei momenti difficili sar stato venti volte sul punto di mancare del necessario, perch ai bei tempi non mi ero mai preoccupato di non mancare del superfluo.

Grandi affari 145. Constatai che, nei grandi affari, lintelligenza non niente senza il coraggio. Elbeuf non salv nemmeno le apparenze. Sin garbugli in spiegazioni ridicole delle sue precedenti affermazio ni, e cedette anche ci che nessuno gli chiedeva. 146. Nei grandi affari, chi d spazio agli sbagli degli altri spes so pi colpevole di loro. 147. Nei grandi affari non esistono piccole circostanze. 148. Se negli affari quotidiani spesso una parola vale laltra, invece nelle faccende importanti non si pesa mai abbastanza il va lore dogni parola. 140. Penso che sia sempre uno sbaglio, nei grandi affari, rivan gare il passato, a meno che non si richieda per la storia o per ge stire qualche aspetto particolare del presente. 141. Per vederci chiaro quando ci sono in giro tanti pregiudizi, bisogna essere filosofi in attivit di servizio. Ma i filosofi son quattro gatti e contano zero, perch non sono gente che sappia maneggiare picca e spada. Quelli che gridano nelle strade, quelli che concionano nelle assemblee, si accontentano della minestra didee che trovano dentro la pignatta comune. 142. Per essere efficace, la guerra devessere fatta senza scru poli. consentito un solo scrupolo: non si deve intrallazzare coi nemici dello stato. Esclusi i contatti con gli stranieri, per ogni altro aspetto Mon sieur non avr esitazioni: arruoler truppe, raccoglier denaro, oc

cuper uffici pubblici, confischer entrate fiscali. A chi soppone con armi o cavilli: botte in testa. 143. Quando laffare importante, non ci sono n fatica n pe ricolo n spesa che tengano. 144. Quando ci si occupa di grandi affari, ancor pi che di quelli correnti, non bisogna mai lasciarsi prendere la mano dal gusto di scherzare. Ti diverti, ti senti superiore - ma intanto non stai attento. 145. Capita spesso che ci si trovi imbarcati in una scelta di fondo, pi per colpa duna parola di troppo che per motivi seri. Quando faccio questa riflessione, concludo sempre che negli affa ri pi grandi non si pesano mai abbastanza le parole pi piccole.

Il Parlamento 146. La regia prevedeva che gli attori comparissero uno dopo laltro, perch scandire il tempo dello spettacolo essenziale per commuovere il pubblico, e un Parlamento un pubblico come un altro. Il calcolo risult giusto: i tre interventi sgranati fecero ben altro effetto di una dichiarazione congiunta. 147. Ho gi detto che il Parlamento un pubblico come un al tro; anzi, aggiunger, un pubblico dimbecilli. 148. Quegli stupidi si aizzarono lun laltro, ancor prima di mettersi seduti. Due giorni prima erano bianchi come stracci per la fifa. So io la fatica che avevo fatto a tenerli ritti. E ora di colpo, senza saper bene perch, passavano dalla paura alla voglia di spaccar tutto. Probabilmente avevano mostrato maggior buon senso quando avevano paura. 149. Durante i tre mesi dellassedio, il Parlamento si riun re golarmente ogni mattina, e a volte anche il pomeriggio, quasi sempre per discutere fanfaluche. Roba di cui due commissari si sarebbero sbarazzati in un quarto dora. Di solito si trattava di se gnalazioni di tesori, nascosti da simpatizzanti della Corte: era dif ficile trovarne fondata una su cento. Sincaponivano a inseguire farfalle, e si accanivano a farlo in buona e debita forma legale. Imparai presto che unassemblea istituita per gestire la pace, in guerra non che un ferrovecchio. 150. I magistrati sono tanto abituati alla caterva di formalit delle loro procedure giudiziarie, che nemmeno fuori dai processi sono capaci di distinguere la forma dalla sostanza.

151. Qualcuno doveva pur introdurre largomento, e quellas semblea era sensibilissima alle prime impressioni. Il nome di chi parlava per primo poteva decidere se la proposta sarebbe stata ac colta o respinta. Tutto ben considerato, arrivammo alla conclusio ne che era meno peggio non tener nascosta lintesa fra noi, e sce gliere una presentazione autorevole, piuttosto che correre lav ventura di un intervento a sorpresa dallesito imprevedibile. In realt rischio e avventura sono allordine del giorno in queste as semblee, nonostante le infinite procedure che le regolano. Anche il semplice sospetto che certi membri siano daccordo fra loro, capacissimo di avvelenare la discussione sui provvedimenti pi giusti e sacrosanti. 152. Il modo pi efficace per far passare ai voti in assemblea una decisione difficile di metter su i giovani contro i vecchi. 153. Confesso che non avrei mai creduto ci che vedo con i miei occhi. Il giorno 13 il Parlamento non vuol nemmeno sentir parlare della pace di Rueil. Il 15 laccetta, salvo pochi articoli. Non basta: il 16 prende le stesse persone che avevano firmato la pace senza poteri, anzi contro il suo ordine esplicito, e le rispedi sce a negoziare, senza vincoli n istruzioni. Non basta nemmeno questo: noi finiamo coperti di contumelie, perch osiamo lamen tarci di esser lasciati fuori, e che Longueville e Turenne vengano abbandonati. Ma anche questo poco: potremmo lasciar fare al popolo, che impiccherebbe tutti questi imbrattacarte; e invece ri schiamo la nostra vita per salvare la loro. Ammetto che lultimo punto una questione di buon gusto. 154. Lo spirito di contraddizione domina tutti i collegi che ho visto in vita mia, e il Parlamento mi sembra peggio degli altri: perfino peggio dellUniversit.

155. Non ci vuol niente ai giuristi per fare volar via una matti nata: uno dice una parola, e subito cinquanta si mettono in lista per commentarla, ciascuno a suo modo. A ogni momento biso gnava rileggere quelle stupide testimonianze, da cui non si sareb be cavato di che condannare un facchino a una sola frustata. 156. Per dare unidea del parlamento di Bordeaux comera a quei tempi, si pu dire che il suo esponente pi posato e autore vole poteva giocarsi a scopone tutto il suo patrimonio in una sera, senza che nessuno ci vedesse niente di strano. 157. Anche gli organi assembleari possono soffrire di torpori. 158. Non ho mai capito come un singolo possa sentirsi offeso da un corpo assembleare. 159. I parlamentari si credevano padroni di s stessi, ma in realt recitavano su un palcoscenico, con macchine teatrali nasco ste sotto le assi del pavimento. 160. Conclusa la lettura, ci fu un acceso dibattito sul fatto che lo scritto fosse privo di firma. Nel caso specifico non cambiava niente; ma in questi illustri consessi le formalit sono il solo og getto a portata di molte testoline che ne fanno parte, e impegnano duramente anche le poche teste sensate. 161. Ebbi tutto il tempo di prepararmi, perch il mio turno ve niva dopo i voti della Grande Chambre. Cos ero, in pratica, il primo a esprimere unopinione. Quei bravi vecchietti, quando de vono improvvisare, non dicono mai niente che abbia senso comu ne.

162. Un consigliere osserv che, per far rispettare atti del ge nere, bisognava mandare a notificarli un numero insolitamente grande di ufficiali giudiziari e armarli, non di calamai, ma di buo ni moschetti. 163. Un consigliere fece presente che il primo passo, per la sussistenza delle truppe, era di stanziare i fondi necessari. Propo se di prelevarli dalla cassa delle partite casuali, sullintroito del diritto annuale. Clamori e indignazione: come si permetteva? At tentare alla quiete pubblica era gi abbastanza brutto - spendere i soldi dellassemblea era orribile. Monsieur dovette toccar con mano che avevo ragione io a dire che scomodo far guerra al Re secondo le direttive del Re. 164. Quando un ente a rendersi ridicolo, la cosa non riesce subito chiara: un Parlamento unistituzione grande e maestosa, fin dalla scalinata che sale al portone dingresso. I poveri tapini suppongono che sia anche infallibile. Invece si vede subito quan do cade nel ridicolo un uomo, sia pur principe del sangue. Lo ri petevo tutti i giorni a Monsieur. Lui mi dava ragione, ma si met teva a fischiettare e concludeva: Che altro si pu fare? 165. Il bastian contrario non manca mai, specialmente dove si sospettano manovre predisposte. 166. Vi ho gi detto che allinizio il Parlamento incasser il colpo di sorpresa. Ma dopo qualche giorno, vedrete che applaudi r con entusiasmo. Le assemblee sono fatte cos. Non ho mai vi sto che occorrano pi di tre o quattro giorni dabitudine, per far rientrare nella normalit le forzature pi evidenti. 167. Si pu immaginare qualcosa di pi necessario al Principe e a Monsieur, che rafforzare lalleanza col Parlamento? Ma inve

ce di correre a impegnarlo e portarlo definitivamente dalla loro parte, commettono due errori: lo lasciano libero di scorrazzare, e cercano di fargli paura. Si sa come finiscono queste storie: las semblea usa la libert che gli di per vendicarsi della paura che gli fai.

Il Partito 168. Sono convinto che per fare un buon capo partito occorro no doti pi grandi che per un buon imperatore del mondo intero; e che nella scala di queste doti la determinazione conta quanto il giudizio: intendo il giudizio eroico, quello che serve a distinguere lo straordinario dallimpossibile. un genere di giudizio che si trova solo nei grandi spiriti, e di rado anche in quelli: il Conte non ne aveva nemmeno il pi lontano sospetto. La sua capacit di giu dicare era molto modesta, e lo trascinava quindi a diffidenze in giustificate: un vero disastro per un capo partito, che ha spesso bi sogno di vietarsi anche il solo sospetto, e comunque si deve guar dare in ogni istante dal lasciar trasparire la minima traccia di dif fidenza, fosse pur legittima. 169. Cos va il mondo: i benintenzionati sono capaci soltanto di brancolare nel buio; poi arriva qualcuno con gli occhi aperti, che aggiunge passioni sue e spirito di parte aglinteressi pubblici, e approfitta delle occasioni. Egli vede il futuro e le potenzialit, dove la grande assemblea guarda soltanto il presente e lapparen za. 170. Spero di avervi dimostrato quanto sbaglia chi crede che un partito non nasca senza un capo che labbia progettato. Un partito pu nascere in una notte. Lo stato di violenta agitazione dur un anno intero, e non produsse niente; poi, in un istante, fece sbocciare e crescere un partito, molto pi in fretta di quanto fa cesse comodo a chi ci si trov coinvolto. 171. In un partito convivere con i compagni molto pi fatico so che combattere gli avversari.

172. Se permettete che i vostri avversari facciano pubblica mente quello che non vi deve piacere, il pubblico pensa che se lo possano permettere perch sono pi forti di voi, che li lasciate fare. Daltronde, non vedevo come impedirlo senza violenza, che non sarebbe stata n giusta n prudente. Ingiusta, perch esercita ta dal forte sul debole. Imprudente, perch avrebbe portato la que stione pubblica sul terreno della contesa privata. 173. I capi dun partito lo controllano finch riescono a preve nire o reprimere i mugugni. 174. La divisione fra noi rischiava solo di far crescere il partito dei Prncipi, e di creare tanta confusione da non lasciar spazio per azioni ben studiate e ordinate, ma costringerci a improvvisare botte e risposte alla giornata. Questa la condizione peggiore che si possa immaginare, da evitar sempre con ogni cura. 175. Vi meraviglierete che parli di sicurezza, sul fondamento della semplice popolarit: direte che il pubblico lunatico. Ma, tutto sommato, i parigini sono pi costanti di tanti altri. 176. Quando il terreno ancora indefinito e non si sa niente di preciso, il capo ha colpa di tutto quello che - non si sa mai - i se guaci hanno paura che gli possa venire in mente. 177. Chi pensa che il capo di un partito lo guidi come vuole, non sa che cos un partito. Di solito i veri padroni sono i subal terni, con i loro interessi veri o presunti: loro prendono la mano al capo e condizionano la sua prudenza. 178. Mi son sempre figurato un partito come una nuvola: cia scuno che alzi gli occhi a guardarla, ci vede quel che gli pare.

La Paura 179. Il clima di paura adatto per discutere, ma non per deci dere. 180. raro che la paura paralizzi singole persone: ma ho os servato che leffetto molto pi frequente sulle assemblee delibe ranti. 181. Le decisioni interlocutorie sembrano sempre le pi sagge aglindecisi, perch assecondano il loro difetto. Caumartin fu bravissimo: non sugger niente a nessuno, ma fece nascere i pensieri giusti direttamente nelle teste altrui. Per esempio, Monsieur usava fare come quelli che devono tuf farsi nellacqua fredda: chiudono gli occhi e si buttano. Caumar tin diceva: no! bisogna che si butti con gli occhi aperti. Bisogna farglieli aprire con una batteria di paure, ciascuna non troppo grande, ma sparate a raffica, che non gli lascino il tempo di assor birle. 182. Dopo il faticoso cammino per passare dalla velleit alla volont - e dalla volont alla risoluzione - e dalla risoluzione al progetto - e dal progetto all'attuazione - quelluomo era capacissi mo di impantanarsi e tornare al punto di partenza, quando gi si trovava nel bel mezzo dellattuazione. 183. Quando un uomo debole, non c verso che riesca a na sconderlo. 184. Quando la paura si sente furba, diventa del tutto incorreg gibile.

185. Quando infine lo convinsi, si comport nel modo tipico dei deboli, che passano da un estremo allaltro. Non biasim pi gli accordi coi nemici, ma pass addirittura a giustificarli. E non lo fece in modo sensato, ma con ragionamenti storti: di quelli che servono solo a convincere gli ascoltatori che si vuole ingannarli. 186. Monsieur aveva una tal paura dei tranelli da caderci di continuo (come cpita alle lepri). 187. Lincertezza di Monsieur era dun genere speciale. Lo pa ralizzava solo quando bisognava muoversi, ma lo metteva subito in moto se era indispensabile star fermi. Il fatto che lui non scartava mai gli scenari incompatibili, ma li teneva tutti davanti agli occhi. Ogni comportamento, cattivo in uno scenario, gli sem brava buono in qualche altro. E la scelta, sempre rinviata, gli pa reva sempre aperta. 188. Si dice che combattere contro il carattere non serve a niente. Quello pauroso ancor pi inattaccabile degli altri: la pau ra una salda rocca. 189. Paura e debolezza hanno effetti incredibili: io dico che il loro caleidoscopio molto pi colorito di quello delle passioni violente. Per lo meno, pi facile che mettano insieme atteggia menti contraddittori.

Potere, forza 190. Se ti credono forte, tu sei forte. 191. Il coraggio una dote non rara, per non dire banale. La determinazione pi rara di quanto simmagina, eppure ancor pi necessaria per compiere grandi azioni: e ci pu essere azione pi grande che guidare un partito? Guidare un esercito di gran lunga pi semplice. Naturalmente uno stato pi complesso, ma i congegni per la guida non sono affatto cos fragili, n cos delica ti. 192. Enrico IV non aveva paura delle leggi, perch aveva fidu cia in s stesso. 193. In certi paesi labitudine ha reso gli uomini capaci di sop portare il fuoco; da noi, riuscita a incallirci verso cose che i no stri padri temevano pi del fuoco. Loro detestavano la servit, an cor pi per lonore dei loro signori che per s stessi: noi ci siamo dentro fino al collo, e non ce ne accorgiamo nemmeno. 194. Il Parlamento fece udire il primo brontolio a proposito delleditto sui dazi doganali; e bast perch tutti si svegliassero. Ancora intontiti dal sonno, brancolarono in cerca delle leggi: non cerano pi. Tutti si sgomentarono, protestarono, rivendicarono. Nel gran baccano le ragioni del diritto, cui bisognava rifarsi, da oscure e venerande divennero opinabili; e poi senzaltro odiose per met degli opinanti. La gente entr nel santuario e strapp il velo che deve sempre coprire ogni parola, ogni pensiero, sul diritto del popolo e su quello del sovrano: due cose che convivono pacificamente solo quando non ci si pensa e non se ne parla.

195. In altri tempi i sovrani portavano ai loro sudditi vero ri spetto: ma ora le cattive abitudini di due secoli di cortigianeria lhanno ridotto a pura formalit. Chi invent queste abitudini non sapeva quel che faceva: ora, per conseguenza, anche il rispetto dei sudditi per i sovrani pu diventare una pura formalit. 196. So che per voi il popolo non conta, perch la Corte ar mata. Ma lasciatevi dire che il popolo va preso sul serio, quando si prende sul serio da s. Badate che esso incomincia a pensare che siano le vostre truppe a non contare niente. Per nostra disgra zia, la forza della folla risiede nella sua immaginazione. La folla lunica potenza al mondo di cui si possa dire, quando supera un certo limite, che pu fare davvero tutto ci che immagina di poter fare. 197. Elbeuf sinalber e ripet le solite cose: che per mandarlo via bisognava ammazzarlo. Si alz un mormorio di riprovazione. Per la verit Elbeuf parl bene, ma non fu tempestivo: non era il momento di contestare, ma di trovare accomodamenti. Ho sempre notato che i deboli non cercano accomodamenti, finch hanno qualche forza per negoziare: aspettano di non averne pi. 198. Lentusiasmo basta solo per incominciare; ma quando si raffredda, bisogna rimpiazzarlo con la forza. Non sto pensando alla violenza, che quasi sempre un mezzo grossolano e di esito incerto. Penso alla forza contrattuale: quella che avete se i vostri antagonisti si convincono di dover fare i conti con voi. 199. Questa non forza contrattuale: possiamo saccheggiare e impiccare ma il Parlamento non lo sa.

200. la maledizione della forza popolare. Chi la maneggia, di solito, vuol farla temere per ricavarne vantaggio; ma non gli conviene scatenarla, per non bruciarsi anche lui, nei suoi interessi materiali e morali. Purtroppo una forza cos grande che nessuno ci crede, finch non se la trova addosso: e allora troppo tardi. 201. Per far vedere che si comanda, occorre dimostrarlo nei fatti; le investiture formali non bastano. Si pu perdere completa mente il potere, e illudersi per un bel pezzo di averlo ancora. Ed unillusione che pu resistere a qualsiasi evidenza. Gli uomini possono mettere un impegno incredibile a ingannarsi da soli. 202. In certi momenti certe persone hanno sempre ragione, qualunque cosa facciano. 203. Vi sembra giusto far altrettanto danno allo stato, con la vostra inerzia, quanto altri ne fanno con la loro disonest? 204. Le persone che, alla lunga, fanno lopinione pubblica non sono n frondisti n mazzarini: la gente qualsiasi, che non par teggia per nessuno, ma vuole solo il bene dello stato. Quando in cominciano i disordini, questa gente non conta nulla. Ma alla fine sono loro a decidere. 205. Guai a prendersi gioco di chi ha in mano lautorit reale! Per quanti difetti possa avere, non mai cos debole da non ren dere necessario di blandirlo, oppure di distruggerlo. Ci che non si deve mai fare disprezzarlo, perch appartiene alla rara specie delle persone che possono avvantaggiarsi anche dellesser prese sottogamba.

Storici e protagonisti 206. Non c persona cos informata che non le sfugga qualco sa. Nelle storie scritte da chi realmente sa, perch stato coinvol to nel segreto delle cose, ci sono molti pi punti interrogativi che in quelle scritte da ignoranti. Infatti i beceri nati davanti alla porta di servizio, che non hanno mai potuto sgranar gli occhi pi in l dellanticamera, si piccano di saper tutto delle stanze pi segrete. Mi ha sempre meravigliato linsolenza di quella gente meschina in tutti i sensi: sociale, mentale e morale che sillude di penetra re nel cuore e nella mente di chi conduce i grandi affari, e di spie gar tutto. Ricordo che un giorno vidi due o tre opere del genere sullo scrittoio del Principe. Lui saccorse che guardavo, e mi disse: Quella gentucola immagina che voi e io siamo come sarebbero loro, se si trovassero nei nostri panni. 207. Il fatto curioso che adesso chiunque vede la contraddi zione, ma allora nessuno sembrava accorgersene. Ricordo di es sermi stupito tante volte, leggendo antiche storie piene di contrad dizioni. Ma poi lesperienza mha insegnato che non sempre contraddittorio significa falso. 208. Riferire i propri ricordi o ricavare un racconto da memo rie altrui, sono rispettivamente ritrarre dal vivo o ricostruire per sentito dire. Nei registri, come nelle tombe, restano solo i corpi: le anime volano via. Lo spirito di unassemblea intenta a decidere lo cogliete in un colpo docchio, lo percepite in un moto delle persone, lo annusate in unatmosfera, che non sempre sapreste analizzare nelle sue componenti. Poco o niente di tutto questo racchiuso nelle deli

berazioni, negli esiti che sembrano importanti: nei soli, comun que, che si possono annotare nei registri. Vedete bene che sono uno storico scrupoloso. Trovo il fatto mio, e conto di darvi un valore aggiunto, dove descrivo quanto osservai al vivo dei movimenti nascosti di tutte le macchine che producevano esiti registrati. 209. Vi giuro che la maggior parte delle manovre che mi attri buirono in quel tempo gli esperti di segrete cose, furono sogni a occhi aperti in notti di luna nuova. Purtroppo quella gente sognava molto sul mio conto. Perci ero esposto in continuazione alle diffidenze degli uni, ai timori degli altri e alle speculazioni di tutti. Un ruolo cos - che a dir tanto difensivo - riesce pericoloso quando lo reciti, e scomodo quando lo racconti. Sembri maledet tamente presuntuoso: non riesci a dire quattro cosette che fai tu, senza tirare in ballo le grandi cose che fanno gli altri. Ti calzi sul la testa la berretta da notte, ma la Pace ti rincalza le coperte e la Guerra soffia per spegnerti la candela. 210. Per far commenti mi dovrei avventurare in congetture, e ho constatato spesso che anche le pi ragionevoli possono essere sbagliate. La storia non si fa colle congetture, tanto meno per pre sentarla a una persona seria come voi. 211. Uno storico che parlasse di tempi lontani cercherebbe del le scuse. Per non perdere ogni credito, non se la sentirebbe di ac costare uno allaltro atteggiamenti contraddittori e inverosimili come questi, senza inventargli qualche giustificazione. Lintervallo cronologico fu quello che ho detto, e non ci furo no altre spiegazioni oltre quelle che ho indicato. I romanzi inven tati dai politici di ceto servile per legare insieme questi fatti, sono chimere. Torno sempre alla mia massima: le scelte giuste e quelle

sbagliate determinano con ugual rigore il corso dei fatti. Se vede te che quel corso bizzarro e stravagante, potete giurare che la scelta a monte devessere stata un grosso sbaglio. 212. Qualunque gran gesto che non sia stato messo in pratica sembra impossibile, a chi di gran gesti non capace.

Temperamenti e umori 213. Bisogna ammettere che i suoi vizi, per essere soddisfatti, richiedevano limpiego di grandi virt. Una fortuna adeguata pu rendere illustri vizi del genere. 214. Il fatto che voleva troppo bene a s stesso: questa lin dole dei vigliacchi; e non temeva abbastanza s stesso: lindole di chi non si cura del proprio nome. 215. Montrsor era stato per tutta la vita partigiano di Mon sieur. Era un consigliere pericoloso, di quelli che hanno la politi ca nel cervello ma non nel cuore: gente che consiglia ogni cosa, perch lei non fa niente. Laigue, al contrario, era uno stupido co raggiosissimo, e altrettanto presuntuoso: gente che affronta qua lunque impresa senza riflettere, se glielo dice uno di cui si fida. Il secondo era nelle mani del primo, ma si condizionavano a vicen da: prima Montrsor persuadeva Laigue e poi, come sempre cpi ta, Laigue montava la testa a Montrsor. 216. Il valore dun uomo pu dipendere pi da ci che non fa in certe occasioni, che da tutto quello che pu fare per il resto dei suoi giorni. 217. Lesperienza mi dice che si fa pace quando non si vuol li tigare; la circostanza di avere o no validi motivi indifferente. 218. Chi ha grandi qualit e grandi progetti non mediocre. Ma se perde i progetti per strada e non conclude niente, non vale niente: e cos diventa mediocre.

219. Gli esempi del passato colpiscono gli uomini molto pi di quelli contemporanei. Siamo abituati a vederne di tutti i colori. Ci meravigliamo che Caligola nominasse senatore un cavallo; ma se accadesse oggi, davanti ai nostri occhi, penseremmo solo che ab biamo visto di peggio. 220. Le difficolt risultarono alla fine pi utili alla Corte delle pi astute manovre. Non impedirono al Cardinale di negoziare: lui non poteva trattenersi, suppongo che lo facesse anche nel son no. Ma lo indussero, diversamente dal solito, a non fidarsi solo del negoziato. 221. Brontolava sempre e attaccava briga su ogni piccolezza: brutto difetto, per chi abbia a che fare con molta gente. 222. Aveva settantadue anni, ma era sano e vigoroso, spendeva molto, non si vendeva per poco ed era dumore brusco e feroce che passava per aperto e franco. Queste caratteristiche supplivano bene allet, e gli evitavano di sembrare uno che ha fatto il suo tempo. 223. Mi parve una persona straordinaria, di grande capacit. Lo si capiva, perch sapeva fidarsi degli altri: dote rara, che ap partiene a spiriti sicuri di s e fuori del comune. 224. Il primo presidente era un uomo tutto dun pezzo. Le per sone come lui sono capaci di bere senza batter ciglio qualunque fanfaluca: basta che confermi le loro idee preconcette. Eppoi cera il Cardinale. Lui non avrebbe mai supposto che uno potesse rinunciare a mettere un doppiofondo dovunque si po tesse applicare. Con le persone come lui si va a colpo sicuro, se gli si fa credere che si offre aiuto a qualcuno solo per imbrogliar lo meglio.

225. I cervelli di gallina non ammettono mai che qualcosa suc ceda per caso, se pu avvenire per calcolo. 226. Si capisce brontol la Regina, sono i soliti nobili sen timenti. Come li odio! 227. Di tutte le virt, la prudenza la pi facile da contraffare. 229. Lo tormentava con pretesti e cavilli, come i fortunati fan no sempre con glinfelici. 230. Persino linsolenza fa bella figura, se ha successo. 231. Dissi: Dunque avevo ragione di sconsigliarvi. Fece un gesto dimpazienza e ribatt: Be, che c di strano? Non si giu dicano le azioni dallesito. Ieri avevo ragione io - oggi ce lavete voi. Che fare, con gente testarda come quella l? Io aggiunsi nel pensiero: Che fare, con gente debole come te? 232. facile che una persona, quando finalmente afferra la di gnit a cinque stelle che stava inseguendo da un pezzo, da princi pio si abbagli da s, mentre si guarda allo specchio. Allora non mancher di far stupidaggini, e questi errori iniziali lasceranno il segno. 233. Per chi sta sopra, mostrare riguardo alla suscettibilit e al pudore di chi sta sotto buona regola, tanto di politica quanto di decoro. 234. A me piace stare allegro ed esser popolare. Comandare il governo non va troppo daccordo con lo stare allegri - e rende im portanti, s, ma non popolari.

235. Non si sa mai abbastanza delle buone azioni, e special mente di quelle per cui dobbiamo riconoscenza. 236. Gli uomini sono stimati per i loro lati peggiori. Si disse che ero impavido - si doveva dire che ero un bellincosciente: ef fettivo il vizio, chimerica la virt. Del resto, non era stato per co raggio che avevo trascurato di premunirmi: ahim, non avevo pensato al pericolo. 237. Non sono uomo da spingere il rispetto delle leggi fino alla pignoleria; ma ero convinto, e lo sono ancora, che il santuario dellautorit sovrana non deve mai essere messo in discussione. 238. Mai esagerare colle buone intenzioni! Ho spesso trascura to questa regola aurea e ho sempre avuto da pentirmene, negli af fari pubblici come in quelli di famiglia. Ma vedete: difficile cor reggere un difetto che lusinghi, insieme, il senso morale e una forte inclinazione che ci sentiamo dentro. In fondo non mi pento della mia scelta nemmeno adesso. Eppure m costata la prigionia con tutte le sue conseguenze, e non sono cose da poco. Se avessi seguito la strada opposta, se avessi accettato le offer te di Servien, mi sarei tolto dimbarazzo e avrei evitato un monte di disgrazie, sotto il quale ho corso il rischio di finire schiacciato. Naturalmente non avrei evitato glinconvenienti che ricadono sempre su chi a capo dun partito, e si disimpegna senza accon tentare i suoi sostenitori. Ma il caso avrebbe potuto aiutarmi o, alla peggio, il passar del tempo avrebbe fatto svanire ogni rimpro vero. tutto vero, e io ho fatto altrimenti. Ma non ho rimpianti. Ho dato ascolto alla mia indole. Penso che - salvo tener fede a se stessi e non mentire - tutto il resto non faccia poi gran differenza

nella vita dun uomo. Perci sono ragionevolmente contento di quello che ho fatto. 239. Un rimedio ci d maggior sollievo, se prima labbiamo previsto e studiato, e poi lo vediamo funzionare in pratica. 240. Se avessimo di fronte dei granduomini, potrei pensare che minaccino senza crederci neanche loro. Ma queste bertucce si fanno pi scrupoli a dire una cosa che a metterla in pratica. 241. Lattesa di tutti sul vostro conto cos grande, che siete obbligato a soddisfarla a rischio della vita, e anche di pi: a ri schio della libert. 242. Le persone pi diffidenti sono spesso le pi facili da im brogliare. 243. Il dispiacere che si prova a metter mano al portafoglio ci fa perdere tempo, anche quando sappiamo che non c alternativa - e poi spenderemo lo stesso, ma troppo tardi. 244. Un ragazzo deve riflettere, almeno una volta la settimana, che imprudente lasciarsi andare alla bont senza pensarci bene. Sia chiaro: un gran signore non sar mai abbastanza buono. Ma, specialmente nelle avversit, devessere capace di tenere la bont ben nascosta in fondo al cuore, quando necessario per difendere la dignit. Io, che sono troppo spontaneo, tante volte non ho rispettato questa massima. Ragazzi, prendete nota: quanti guai m costato! 245. Far dei favori a chi ci tradisce, bellissimo; accettarne da lui, fa schifo. Se prendi uno schiaffo, il cristianesimo consiglia di offrir la guancia per prenderne un altro, ma non per accettare una

carezza che mascheri il primo. Se fosse una cosa giusta, state si curi che il vangelo la consiglierebbe. 246. Questa storia rappresenta in modo esemplare i tradimenti degli amici verso chi cade in disgrazia. Primo passo: gli amici mettono in giro la voce che anche loro hanno da lamentarsi di quel reprobo. Secondo passo: minimizzano gli obblighi che han no nei suoi confronti. Semmai devono ben altro ad altre persone le quali, guarda caso, godono sempre di buona fortuna. In questo modo facile ingannare lincostante attenzione che la maggior parte degli uomini rivolge alle ingratitudini che non li coinvolgono personalmente, e rimpiazzare la gratitudine dovuta con unaltra fasulla. Lunico rimedio contro questi dispiaceri - che ci fanno male, nella disgrazia, ancor pi della disgrazia stessa - di fare il bene per il gusto di farlo. Questo il modo pi sicuro. Ma non a por tata di chi incline alla cattiveria, e nemmeno di chi ha buon cuo re. Infatti il buon cuore conosce il valore della coscienza soddi sfatta, ma non sfugge ai dispiaceri dellamicizia delusa.

Paul de Gondi nel 1650, in abito di vescovo di Corinto in partibus infidelium e coadiutore dello zio arcivescovo di Parigi. La sua divisa sotto il ritratto un po aggressiva: due mazze su cui sta scritto, rispettivamente, illa tuetur e haec domat. Lautore di questa incisione, come delle altre riportate in seguito, Robert Nanteuil.

Anna dAustria nel 1660, non pi reginetta di Francia come ai tempi deglintrighi amorosi con il duca di Buckingham (si veda no I Tre Moschettieri), n Reggente per il figlio Luigi XIV (quan do Retz fece un maldestro tentativo di conquistare le sue grazie a scapito di Mazzarino), ma ormai anziana Regina Madre.

Mazzarino succedette a Richelieu nella fondazione della mo narchia assoluta in Francia, e provvide a educare lautocrate Luigi XIV. Tuttavia la pubblica opinione fu ingrata nei suoi con fronti e lo denigr per lungo tempo, anche dopo la morte, come furfante italiano. Ce ne volle prima che si scoprisse che aveva dato alla grandeur un contributo decisivo.

Luigi II di Borbone, principe di Cond, che prima inflisse gra vi colpi alle fortune militari spagnole, poi collabor con loro a scapito del suo paese, e infine, dopo un lungo esilio, ritorn sotto le bandiere del cugino Luigi XIV.

Lastuto e tortuoso duca di Bouillon. Le sue manovre erano intese a procurargli adeguate contropartite della perdita di Se dan, piccola signoria indipendente ai confini tra Francia e Paesi Bassi spagnoli, che Richelieu gli aveva confiscato come covo se dizioso.

Potrebbero piacerti anche