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IL CIRCOLO DI VIENNA E LA FILOSOFIA ANALITICA

PARTE 1

CONTESTO STORICO E CULTURALE/ NASCITA DEL CIRCOLO/ PENSIERO PREVALENTE/ IL MANIFESTO

 Il XX secolo è caratterizzato dallo sviluppo di una nuova corrente filosofica, i cui membri si identificavano non
tanto per le idee e le tesi sostenute, ma dalla condivisione dell’utilizzo di un metodo universale che
bisognava applicare alla filosofia per renderla vera: la filosofia analitica. Lo slancio iniziale di questa nuova
filosofia fu dato dalla critica alla filosofia continentale (che si occupava di teorie generali e di concetti di vasta
potata) presente in vari ambienti intellettuali europei, al quale si cercò di contrapporre una filosofia le cui
radici affondassero nei valori e nel rigore che avevano caratterizzato correnti filosofiche come il Positivismo e
l'illuminismo.
 Più che da una serie di dottrine, la filosofia analitica viene definita dall'insieme di metodi comuni che questi
filosofi condividono nel loro lavoro e possiamo identificare 5: rigore argomentativo: si evitano sempre le
conclusioni troppo affrettate, e si cerca di assicurare fin nei minimi particolari la validità logica dei propri
ragionamenti; analisi approfondita di un argomento specifico. Ne è conseguenza la relativa scarsità di libri
pubblicati dai filosofi analitici: è più comune l’articolo su un argomento circoscritto che la lunga opera di
carattere sistematico; analisi approfondita di un argomento specifico. Ne è conseguenza la relativa scarsità di
libri pubblicati dai filosofi analitici: è più comune l’articolo su un argomento circoscritto che la lunga opera di
carattere sistematico; si crede nella comunità di ricerca e si vede la ricerca filosofica come un lavoro
cumulativo e collaborativo, opera di una comunità di ricercatori. Si esige perciò che le argomentazioni
possano essere discusse: la cooperazione sarebbe infatti un requisito nella ricerca della verità; si crede nella
comunità di ricerca e si vede la ricerca filosofica come un lavoro cumulativo e collaborativo, opera di una
comunità di ricercatori. Si esige perciò che le argomentazioni possano essere discusse: la cooperazione
sarebbe infatti un requisito nella ricerca della verità. La filosofia analitica ha raggiunto l'apice della sua
diffusione con la fondazione del circolo di Vienna
 Perché Vienna? Che Vienna costituisse un terreno particolarmente adatto per tale sviluppo e storicamente
comprensibile. Qui, nella seconda metà del diciannovesimo secolo, il liberalismo rappresentò l'orientamento
politico a lungo preminente. Il suo patrimonio di idee proveniva dall'illuminismo, dall'empirismo, dall'utilità
lismo, nonché dal movimento di libero scambio dell'inghilterra. Dentro la tradizione liberale viennese
emerse lo studiosi di fama mondiale e vi si coltivò lo spirito antimetafisico. Grazie a questo spirito
illuministico, Vienna è stata all'avanguardia del promuovere un'educazione Popolare di indirizzo scientifico.
 Fra i motivi di fondo appare primario un influsso del pensiero di Ernst Mach e dei suoi continuatori. Nel 1895
Mach cominciò a insegnare filosofia delle scienze induttive a Vienna. Suo intento principale era depurare le
scienze empiriche, o meglio la fisica, da nozioni metafisiche, Come la sua critica dello spazio assoluto di
Newton. La cattedra da lui tenuta venne in seguito illustrata dal Ludwig boltzmann, deciso assertore di tesi
empiristiche.
 Se si pensa poi che in campo universitario fisici come Mac e boltzmann esercitassero la loro influenza
occupando cattedre di filosofia attesta come allora fosse dominante un vivissimo interesse per i problemi di
teoria della conoscenza e di natura logica che sono connessi ai fondamenti della fisica. Da questa
problematica relativa ai fondamenti trasse origine anche l'esigenza di un rinnovamento della logica
 nel 1922, quando schlick venne chiamato da kiel all'università di Vienna, la sua attività si inserì felicemente
nell'evoluzione storica dell'atmosfera culturale viennese. Fisico di origine, egli contribuì a rilanciare la
tradizione instaurata nella capitale austriaca da Mac e boltzmann
 Con l'andare degli anni, intorno a schlick si costituì un circolo, il quale unificò i vari sforzi intesi a stabilire una
concezione scientifica del mondo; da questa convergenza derivò un fruttuoso stimolo reciproco. I suoi
componenti non sono filosofi puri, ma lavorano ognuno in un preciso ambito scientifico Ehi. Via via è
risultato sempre più chiaro che l'intento comune a tutti era un atteggiamento non solo di indipendenza dalla
metafisica ma proprio antimetafisico
 Il circolo di Vienna ha avuto origine intorno a schlick come libera associazione di scienziati e filosofi, Uniti
soprattutto da comune istanze epistemologiche, ossia come iniziativa non formale né accademica di
pensatori animati da convergenti interessi per l'analisi critica della scienza.

 Parecchi dei partecipanti non erano filosofi di professione: anche se alcuni di loro insegnavano filosofia, il
loro campo originario di ricerca riguardava altre materie (Questo click era specializzato in fisica con una tesi
eseguita con Max Planck in ottica teorica

 Altra caratteristica del circolo di Vienna era quello di rappresentare tutt'altra cosa da una scuola o comunque
da un indirizzo rigidamente unitario, essendo piuttosto rinvenibile al suo interno una pluralità di prospettive,
al punto che proprio i suoi massimi rappresentanti sembravano addirittura incarnare tre vie diverse, non così
divergenti da infrangere il movimento nel suo complesso, eppure distinte tra loro in maniera tale da
legittimare l'immagine di una comunità filosofica fortemente pluralisti

 Moritz schlick aveva molto presto riconosciuto l'importanza, per il pensiero scientifico moderno, delle
vedute Einsteiniane; partendo dal realismo, ha elaborato una teoria della conoscenza fortemente orientata
verso l'empirismo. L'arrivo all'università di Vienna di Rudolf carnap, introdusse nel circolo un uomo che mise
lo strumento della logica moderna al servizio di una generale costituzione scientifica e che pose d'ora in
avanti il problema del linguaggio scientifico al centro della filosofia: cosa che fu di importanza capitale per
l'ulteriore sviluppo del pensiero cardine del circolo di vienna che prenderà il nome di empirismo logico (o
neo positvismo, o postivismo logico, o neo empirismo)

 Si può fermare che negli anni decorsi fra l'inizio del 900 e la prima guerra mondiale sono state di gestazione,
Ehi nel senso che lo studio dei problemi e degli autori ha contribuito a definire un peculiare ambito di
ricerca, principalmente epistemologico, nonché apporre l'esigenza di un indirizzo filosofico davvero
rispondente alle prerogative di tecnicità e di rigore proprie della scienza contemporanea

 E quindi seguito, dopo la fine del conflitto, un periodo di organica attività, quello compreso tra l'arrivo di
schlick a Vienna e il 1929, periodo caratterizzato dal consolidamento formale degli aspetti della filosofia di
schlick e dalla crescente consapevolezza dell'originalità della filosofia via via elaborata in termini
collaborativi. Infine, dal 1929 fino all'annessione nazista dell'austria (1938), ha avuto luogo la fase del decollo
internazionale, fase contraddistinta da determinati riconoscimenti e acquisizioni dottrinali, nonché dalla
scomparsa di schlick durante il 1936, ucciso da due colpi di pistola, e dalla progressiva diaspora del gruppo
originario e il conseguente trapianto del movimento di pensiero Negli Stati Uniti

 Nel panorama delle correnti filosofiche fiorite nella prima metà del 900 L'empirismo logico occupa un posto
di primo piano. Esso si è presentato sia come un complesso di tecniche rivolte all'analisi delle scienze e delle
strutture del linguaggio, sia come una concezione scientifica del mondo che, nei suoi tratti più tipicamente
tardo e luministici, ha nutrito l'ambizione di delineare una prospettiva di emancipazione razionale negli anni
compresi tra le due guerre

 Del resto, proprio il cosiddetto circolo di Vienna rappresenta il nucleo fondamentale e più agguerrito
dell'empirismo logico come corrente filosofica internazionale. Esso rappresenta un punto di riferimento
centrale: per certi versi è il crocevia da cui si dipartono due diversi modi di concepire i compiti e gli strumenti
dell'indagine filosofica che hanno segnato gran parte della filosofia in Europa e nel mondo nella seconda
metà del 900 (filosofia analitica e filosofia continentale)
 L'originalità consiste nell'associazione intima di logica ed empirismo, precedentemente isolati, se non
addirittura opposti. Il circolo di Vienna e gli altri gruppi che aderiscono a questo neopositivismo si sforzano di
indicare come si possa costruire l'universalità delle proposizioni scientifiche senza che ci sia bisogno, Perché
superflue, perché superflue di una metafisica o di una teoria della conoscenza o di qualche disciplina che
disponga di enunciati propri. Si tratta in questo caso di: presentare un linguaggio scientifico che, evitando
qualsiasi pseudo problema, permetta di fare prognosi e di formulare le condizioni del loro controllo per
mezzo di enunciati osservativi

 Con le loro proposizioni il metafisico e il teologo credono a torto di dire effettivamente qualcosa, di
rappresentare stati Ehi di fatto; ma l'analisi mostra che simili proposizioni non dicono nulla, dal momento
che esprimono solo un atteggiamento emotivo. La concezione scientifica del mondo respinge la filosofia
metafisica

 Il secondo errore basilare della metafisica consiste nel ritenere che il pensiero da solo, senza ricorrere a un
qualsiasi voglia materiale empirico, possa condurre alla conoscenza. L'indagine logica, però, mostra che il
pensiero, l'inferenza, consistono semplicemente nel passaggio da proposizioni ad altre proposizioni. Così
mediante l'analisi logica viene superata non solo la metafisica nell'accezione stretta e classica del termine,
ma in particolare la metafisica scolastica e quella dei sistemi dell'idealismo tedesco e anche la metafisica
della apriorismo cantiano e moderno.

 i paradigmi principali all'interno del pensiero del circolo di Vienna sono: la scienza unificata quale moderno
approdo gnoseologico, con prerogative di intersoggettività, di rigore linguistico, organica strutturazione
discorsiva e astrazione simbolica, sistematicità concettuale, fondatezza empirica, nonché consapevole
controllo critico in termini di analisi logica, il rigetto della metafisica perché priva di significato conoscitivo

 Il mezzo di siffatta chiarificazione è quello dell'analisi logica, che distingue essenzialmente il nuovo
empirismo dall'antico: analisi logica mostra che le espressioni metafisiche non dicono nulla, ma esprimono
solo atteggiamenti emozionali

 L'idea essenziale dell'analisi logica del circolo di Vienna era che elementi metafisici, entrati relativamente
tardi nella lingua, potevano essere allontanati con relativa facilità. Il lavoro in vista di una scienza unificata
costituisce ogni filosofia, è il modello migliore del nostro ideale scientifico non è più il sistema, ma solo
l'enciclopedia elaborata metodicamente, con gli strumenti della moderna logica della scienza

 L'analisi logica unisce i diversi settori di indagine e fa questo contrariamente al lavoro filosofico che, come
mostra l'esperienza, consiste nel costruire delle torri, da cui diversi filosofi si bombardano, continuando ad
alzare le torri durante la lotta, proprio per rendere più difficile la cooperazione. Il nuovo positivismo si
allontanerà sempre di più da questo settarismo, se riuscirà a portare il suo lavoro nel cuore stesso della
scienza, senza dare tanta importanza a tutte le particolarità che intervengono nei suoi confini, certe
discussioni su questioni secondarie.

 Un simile atteggiamento ha alimentato, in primo luogo, un'attenzione eccezionalmente ampia e


approfondita per gli sviluppi imponenti della logica agli inizi del 900, cui si è connessa, anche grazie agli studi
di wittenstein e della sua opera il tractatus, una sempre più decisa considerazione del linguaggio (naturale e
scientifico) e delle sue strutture formali. Non meno determinante è stato inoltre il fecondo rapporto con le
scienze della natura, Ehi che non ha escluso però l'indagine epistemologica sullo statuto delle scienze sociali
e della stessa psicologia.ù Ma tutto ciò non ha comunque impedito che anche un ambito tradizionale della
speculazione filosofica come l'etica sia ugualmente entrato nel laboratorio di analisi dell'empirismo logico, il
quale ha creduto addirittura di trovare nell'atteggiamento socratico l'ispirazione ricorrente non solo di ogni
indagine etica, ma della riflessione filosofica in quanto tale

 La concezione scientifica del mondo ha l'intento di collegare e di mettere in accordo tra loro le acquisizioni
dei singoli ricercatori nei vari ambiti scientifici.

 Nella scienza non vi è alcuna profondità, ovunque e superficie e tutto è accessibile all'uomo e l'uomo è la
misura di tutte le cose. Il compito dell'attività filosofica consiste in tale chiarimento di problemi e denunciati
e non nella formulazione di enunciati filosofici. Il metodo di questa chiarificazione è quello dell'analisi logica.
Questo metodo dell'analisi logica è ciò che distingue essenzialmente il nuovo empirismo da quello anteriore
che era orientato in senso più biologico psicologico

 Dov’è che noi sappiamo che l’obiettivo principale del circolo di vienna era l’unificazione di tutte le scienze
sotto una nuova filosofia basata sull’analisi logica? Il manifesto “la concezione scientifica del mondo”

 nei primi mesi del 1929 schlick, dopo qualche esitazione, aveva rinunciato a trasferirsi all'università di Bonn:
per questo alcuni degli esponenti più attivi del gruppo pensarono di ringraziarlo pubblicamente stilando un
breve testo, che venne presentato a Praga, nel settembre del 1929, nel corso del convegno dedicato alla
teoria della conoscenza delle scienze esatte.

 Pubblicato senza esplicite indicazioni degli autori alla fine dell'estate del 1929, il manifesto del circolo di
Vienna è opera di carnap, han e neurath, anche se in realtà fu solo scritto neurath e rielaborato da carnap.

 Fulcro dell'intero scritto e argomento sistematico di una delle sue parti centrali è, appunto, la concezione
scientifica del mondo; le restanti tre parti integrano il quadro descrittivo e programmatico imperniato sul
tale nucleo.

 Prefiggendosi quale scopo la unificazione delle scienze, essa mira coordinare le acquisizioni delle varie
discipline scientifiche. Da questo programma derivano l'enfasi del sul lavoro collettivo, sull'inter soggettività,
nonché la ricerca di un sistema di formule neutrali, di un simbolismo libero dalle scorie delle lingue storiche,
non meno che la ricerca di un sistema globale dei concetti

 Innanzitutto il circolo di Vienna ambisce a presentare una vera e propria concezione scientifica del mondo,
che non si limita a rivendicare il valore della scienza come antitesi a ogni filosofia metafisica, bensì si
identifica in misura determinante con un progetto pratico, di organizzazione razionale della vita sociale e
individuale e della cultura nel suo complesso, contro le tendenze antimodernista, irrazionalistiche e di
stampo reazionario che erano diffusissime nei paesi di lingua tedesca a cavallo tra gli anni 20 e 30

 In secondo luogo la concezione scientifica del mondo appare essenzialmente motivata dal rifiuto della
metafisica e dalla rottura verticale nei confronti di ogni prospettiva che intende riservare alla filosofia in
genere un ruolo privilegiato, sia nella forma tradizionale del sistema, sia in quella più moderna della sintesi
delle scienze o della teoria della conoscenza.

 Ma il centro attorno a cui gravita questo complesso problema è rappresentato da anche dall'idea secondo la
quale vi sono due tipi di proposizioni: le tautologie proprie della logica e della matematica, chi sono tuttavia
prive di ogni contenuto e non hanno quindi alcuna base empirica, oppure le proposizioni empiriche, le quali
possono essere vere o false, ma solo in ogni caso sensate, nella misura in cui esprimono determinati stati di
fatto o circostanze empiricamente accertabili in linea di principio
 Come tutti i manifesti anche la concezione scientifica del mondo non sfugge ai limiti di un'enunciazione per
tesi e tradisce accenti retorici che appaiono comprensibili solo se riportati al loro contesto storico culturale.
Ciononostante si tratta di un documento fondamentale per il circolo di Vienna: oltre infatti a sancirne per la
prima volta l'esistenza e annunciarne il programma, esso offre anche una breve ma efficace genealogia della
concezione scientifica del mondo. Ne emerge una frattura profonda con la filosofia tradizionale: tanto con la
metafisica e le varie forme di irrazionalismo

 È lecito sostenere che Il manifesto neopositivista rappresenta un punto d'arrivo è un punto di passaggio. Le
sue pagine, infatti, seppur non teoricamente basilari, offrono una preziosa sintesi tematica, attestante in
modo diretto le linee di sviluppo, lo status, le prospettive della dottrina del circolo di Vienna al termine degli
anni 20

PARTE 2

CARNAP E IL PRINCIPIO DI VERIFICABILITÀ

 Gli elementi che costituiscono la novità della critica della metafisica sviluppata dall'empirismo logico sono la
strumentazione concettuale e il tipo di argomentazione logico linguistica impiegate a tal fine. Il saggio di
carnap del 1931 rappresenta da questo punto di vista una pietra miliare

 La critica alla metafisica e il principio di verificazione si implicano reciprocamente, dal momento che
individuare le condizioni in base alle quali un enunciato è sensato significa anche individuare una classe di
enunciati che tali non sono, e che appunto ricadono nell'ambito dei non sensi metafisici

 Carnap sottolineava infatti come la metafisica rappresentasse l'espressione di un sentimento della vita: il suo
contenuto non è teoretico, ma di natura fondamentalmente intuitiva o artistica. Il fatto è che mentre l'arte è
lo strumento adeguato per esprimere una determinata disposizione vitale e emotiva, la metafisica non lo è.

 il saggio del 1931 ha fatto epoca e può essere considerato come il crocevia da cui si diparte la frattura tra
filosofia analitica e filosofia continentale. Esso però è importante anche perché contiene una prima
formulazione del programma carnap piano della sintassi logica, che ha rappresentato uno sviluppo
profondamente innovativo all'interno del circolo di Vienna.

 Carnap nacque a romanshorn in Germania Ehi gioventù si dedicò allo studio della matematica e della fisica
seguendo anche i corsi di logica di Frege, e sotto la guida del neo cantiano Bruno bauch studio anche la
critica della ragion pura di Kant avvicinandosi alla filosofia. Nel 1923 carnap incontro a una conferenza
reichenbach, che vi presento Moritz schlick, che gli offrì una posizione da professore nel suo dipartimento
all'università di Vienna e li si unì al gruppo di intellettuali del circolo di Vienna. Dal 1931 al 1935 fu professore
all'università di Praga Dove scrisse l'opera che lo rese il più famoso membro del circolo di Vienna e positivista
logico (sintassi logica del linguaggio). Con l'avvento del nazismo in Europa nel 1935 carnap e micron negli
Stati Uniti, ottenendo la cittadinanza nel 1941. Qui fu professore prima all'università di Chicago e poi
all'università della California e il contatto col pragmatismo americano lo riporto a rivedere e a continuare la
sua opera filosofica. Morì a Santa Monica in California nel 1970.

 All'interno della corrente neopositivista, Carnap volle dimostrare che il mondo è basato su una struttura di
conoscenze fondate sull'esperienza empirica, senza correre tuttavia il rischio di condurre al soggettivismo.
Nella sua prima opera principale Der logische Aufbau der Welt ("La costruzione logica del mondo" 1928)
Carnap teorizzò una ricostruzione empirista della conoscenza scientifica. I "mattoni" da cui partire per la
conoscenza sono i protocolli, proposizioni che non hanno bisogno di essere giustificate, in quanto sono
diretta conseguenza di un'esperienza empirica. Carnap distingue le scienze in due gruppi: cienze empiriche: i
protocolli sono dei fatti verificati empiricamente ai quali viene applicato il metodo sintetico a posteriori (es.
fisica e chimica); scienze formali: i protocolli sono rappresentazioni da astrazioni e il metodo è quello
analitico a priori, sono strumentali e autonome rispetto alle scienze empiriche (es. matematica). Le
proposizioni metafisiche sarebbero da considerare prive di senso, in quanto facenti uso di termini senza
alcun riferimento empirico. In questa opera paragonò i metafisici a musicisti, privi però di talento artistico.
Sotto l'influenza di Otto Neurath, Carnap all'inizio degli anni trenta sviluppò nel suo trattato Die physikalische
Sprache als Universalsprache der Wissenschaft ("Il linguaggio della fisica come linguaggio universale della
scienza" 1931) una concezione fisicalista del linguaggio. In quest'opera pose una distinzione tra il linguaggio
sistematico (generale e leggi della natura) e il linguaggio dei protocolli (contenuto dell'esperienza
immediata). Nella sua seconda opera principale Logische Syntax der Sprache ("La sintassi logica del
linguaggio" 1934) Carnap propose di rimpiazzare la filosofia tradizionale con la logica scientifica, ovvero
l'analisi logica del linguaggio scientifico, che deve però possedere alcune qualità fondamentali quali la
molteplicità e la relatività ed essere priva delle controversie filosofiche.

 Nel campo della logica moderna è diventato possibile dare una nuova e più acuta risposta alla questione
circa la validità e la legittimità della metafisica. Infatti l'analisi logica conduce a un risultato negativo riguarda
la metafisica, per cui le presunte proposizioni in questo ambito si dimostrano del tutte prive di senso. Si un
linguaggio consiste di vocabolario e di una sintassi, cioè di un'insieme di parole aventi insignificante e di
regole per la formazione di proposizioni, Ne deriva che mi sono due generi di pseudo proposizioni: o dove
compare una parola che si creda avere un significato ma che in realtà non ce l'ha, oppure tutte le parole
presenti hanno un significato ma solo unite con regole contrarie alla sintassi. Nella metafisica si hanno
entrambe le pseudo proposizioni

 Se una parola, all'interno di un determinato linguaggio, ha un significato, vuol dire che designa un concetto.
Ma in che cosa consiste il significato di una parola? in primo luogo bisogna che sia stabilita la sintassi della
parola, cioè il modo di ricorrere nella più semplice forma proposizionale in cui essa può comparire, cioè la
sua proposizione elementare. Da una proposizione elementare bisogna essere in grado di capire da quale
proposizione essa è deducibile e quali proposizioni sono da essa deducibili. Nella scienza la stra grande
maggioranza di parole è possibile specificare nel significato riducendole ad altre parole. In questo modo ogni
parola del linguaggio viene ridotta ad altre parole e infine a quelle parole che compaiono nelle cosiddette
proposizioni di osservazione o proposizioni protocollari (in questo saggio carnap lascia fuori la questione
delle proposizioni protocollari). Una successione di parole a un senso solo si son ben stabilite le sue relazioni
di deducibilità a partire da proposizioni protocollari. Stabilito ciò, il significato di una parola è determinato
dal suo criterio di applicazione, cioè dalle relazioni di deducibilità della sua proposizione elementare, dalle
condizioni di verità e dal metodo di verificazione, e una volta stabilito tale criterio non è possibile decidere
liberamente che cosa si intenda per quella parola
 Molti termini metafisici appaiono incapaci di soddisfare il requisito sopraindicato, apparendo privi di
significato. Prendiamo in esame la parola principio, che in senso metafisico è il dato Come l'inizio di un
qualcosa, E mantiene lo stesso significato anche quando non viene nessuna relazione di successione
temporale e causale tra il principio e ciò che genera. In questo senso se si analizza logicamente la
proposizione, non se ne deduce alcuni significato, ma solo una distorsione del suo significato originario, in
chiave metafisica. Questo esempio lo fa anche con altre parole all'interno del saggio, concludendo il
paragrafo dicendo che il metafisico tende a giustificarsi con l'idea che alle sue proposizioni non si possono
addurre condizioni empiriche di verità, ma è chiaro che esso accenna solamente a un'associazione di idee e
sentimenti, che in realtà non hanno alcun significato e sono pseudo proposizioni

 C'è anche un'altra specie di pseudo proposizione. Esse consistono in parole con significato ma composta in
modo tale che la proposizione che formano non abbia alcun senso. La sintassi di una lingua dichiara quali
combinazioni di parole sono lecite e quali no, anche se la sintassi grammaticale della lingua naturale non è
sempre in grado di assolvere il compito di escludere le combinazioni di parole senza senso. Se la sintassi
grammaticale corrispondesse perfettamente alla sintassi logica, non si potrebbero formare pseudo
proposizioni alcune, distinguendo non solo le categorie lessicali ma facendo anche distinzioni logicamente
necessarie all'interno di tali categorie. Si conclude dicendo che in un linguaggio costituito correttamente dal
punto di vista logico la metafisica non potrebbe nemmeno venire espressa. Deriva da qui la grande
importanza filosofica del compito di costruire una sintassi logica

 Il paragrafo 5 carnap mostra degli esempi presi da gli scritti di heidegger per mostrare come le proposizioni
metafisiche siano in realtà prive di senso e una volta elencate e analizzate tutte tramite analisi logica Attacca
di nuovo la metafisica, questa volta criticando l'intento dei metafisici di giustificare le proprie proposizioni,
inserendo nel discorso l'idea della possibilità di essere purificata da un'entità superiore e da una verità che
non è concesso comprendere perché superiore. Ed è qui che introduce quello che poi sarà chiamato
principio di verificazione cioè se non è possibile specificare il significato di una parola o non se la successione
delle parole non rispetta le regole della sintassi non ci si trova di fronte ad alcuna conoscenza poiché dove
dove non vi è alcuna domanda non è possibile avere una risposta

 Qui vi è una riflessione sulla significato della parola essere, che in genere viene utilizzato come copula tra un
soggetto e un predicato, ma che nelle pseudoproposizioni viene utilizzato anche con il significato di
esistenza. All'esistenza non è considerata come un attributo è solo la logica moderna ha introdotto un segno
esistenziale in forma simpatica tale da non poter essere riferito come predicato a un segno individuale. A cui
segue una dimostrazione del quest'errore nella formula di cartesio cogito ergo sum. Un'altro errore che
porta alla formulazione di pseudo proposizioni è quella della confusione dei tipi dei concetti, cioè quando un
predicato viene utilizzato per predicare qualcosa di altro tipo concettuale come l'esempio dei Cesare è un
numero primo. Successivamente si passa a chiedere se esistono nella metafisica delle proposizione dotate di
senso Ehi ma la risposta è semplice per carnap: per il principio di verificabilità, una proposizione può
significare solo un qualcosa che può essere constatato empiricamente, e le proposizioni metafisiche non
soddisfano questo requisito, perché altrimenti non sarebbero metafisiche. L'analisi logica denuncia perciò
l'insensatezza di ogni conoscenza che presuma di cogliere qualcosa di trascendente l'esperienza, e colpisce
sia quella metafisica Che parte dal puro pensiero, ma anche quelle che partono dall'esperienza per arrivare
ad una realtà al di fuori dell'esperienza. Che cosa resta la filosofia se tutte le proposizioni che hanno
significato sono appartenenti alle scienze? Ad essa il metodo dell'analisi logica e il compito di estirpare le
parole senza significato e le proposizioni senza senso, e anche il compito di delucidare i concetti e le
proposizioni dotate di senso
 L'ultimo paragrafo carnap esprime la sua considerazione sulla metafisica intesa come espressione del
sentimento della vita. Molti uomini avvertono l'esigenza di dare una particolare forma all'esperienza del loro
sentimento della vita affinché diventi percepibile in modo più intenso e penetrante. Il metafisico crede di
muoversi in un ambito riguardante il vero e il falso, ma in realtà egli non asserisce nulla ma si limita a
esprimere dei sentimenti come un'artista. tuttavia egli è il peggiore degli artisti perché tenta di argomentare
le sue proposizioni e di confutare quelle altrui, mentre gli artisti non si preoccupano dell'arte degli altri

PARTE 3 POPPER E IL PRINCIPIO DI FALSIFICABILITÀ

 Hopper prende le distanze da questa concezione del neopositivismo, e sostiene che la scienza non si fonda
sul principio di verificabilità, ma sul principio di falsificabilità, secondo cui una teoria può essere definita
scientifica quando può essere smentita dall'esperienza.
 Il problema della demarcazione consiste nello stabilire la linea di confine tra le asserzioni della scienza
empirica e le asserzioni non empiriche. Secondo il neopositivismo una teoria scientifica nella misura in cui è
verificata o verificabile dalle esperienze. Ma per popper non c'è possibilità di verificare empiricamente gli
infiniti casi compresi in una proposizione universale come quelle che enunciano la legge scientifica.
 Il problema della demarcazione o per lo formula nel modo seguente: quale procedimento caratterizza la
scienza della natura a fronte della metafisica? L'idea neo positivistica di una presunta differenza naturale tra
le sensate teorie scientifiche e le insensate chiacchiere della metafisica non reggeva, poiché veniva trattato
in maniera naturalistica.
 Ogni proposizione significante o sensata deve essere una funzione di verità di proposizioni atomiche, cioè
deve essere completamente riducibile da un punto di vista logico a asserzioni singolari di osservazione. Può
sembrare che tracciando questa linea di demarcazione i positivisti siano riusciti a distruggere la metafisica in
modo più completo, ma questo metodo non distrugge solo la metafisica ma anche la scienza naturale,
poiché le leggi di natura non sono riducibili alle asserzioni di osservazione più di quanto non lo siano gli
enunciati metafisici.
 In altri termini il principio di verificazione non riesce a tracciare una linea di divisione tra sistemi scientifici e
sistemi metafisici, perché invece di sradicare la metafisica dalla scienza empirica, porta la metafisica a fare
irruzione della scienza. Questo perché l'intento dei neo positivisti non è tanto demarcare la scienza della non
scienza ma solamente di eliminare la metafisica.
 Al principio di verificabilità elaborato da carnap per il circolo popper contrappone il suo principio di
falsificabilità, un principio che doveva demarcare sistemi di asserzioni scientifiche da sistemi perfettamente
significanti di asserzioni metafisiche.
 Il punto di partenza di popper e la ricerca di un criterio di demarcazione tra scienza e non scienza. Una teoria
risulta scientifica nella misura in cui può essere verificata dall'esperienza, ma per popper questo è un'utopia
poiché per verificare completamente una teoria dovremmo aver presente tutti i casi e ciò non c'è possibile.
Al contrario, una teoria è scientifica della misura in cui dispone di un sistema di controlli empirici, ovvero
quando esibisce, nella forma delle asserzioni base, delle possibili esperienze falsificanti. Una teoria che non
può essere contraddetta da alcuna osservazione non ha contenuto empirico e non dice nulla di
scientificamente valido, al contrario, più numerose sono le possibili esperienze falsificanti, più ricco appare il
suo contenuto empirico e scientifico.
 La piattaforma del processo di falsificazione è costituita da enunciati elementari. Essi riguardano singole
esistenze, che hanno dunque forma singolare, relativi ad oggetti individuali che esistono in un dato spazio
tempo o no. Un'asserzione di base quindi descrive il verificarsi di un evento, Inter soggettivamente
osservabile, in una regione definita dello spazio tempo.. Il valore delle asserzioni di base dipende da una
decisione dei ricercatori ovvero di quegli scienziati di un certo periodo storico che si trovano d'accordo nel
ritenere valide e nell'usarlo come mezzi di controllo per le teorie . Le asserzioni base hanno una duplice
funzione: le asserzioni base logicamente possibili servono per stabilire il carattere empirico delle teorie; le
asserzioni base effettivamente accettate costituiscono il punto di partenza del concreto meccanismo di
controllo di una teoria.
 Si possono distinguere quattro linee attraverso le quali una teoria può essere controllata: per primo viene il
confronto logico delle conclusioni tra loro, attraverso il quale si controlla la coerenza interna del sistema. In
secondo luogo, viene l'indagine della forma logica della teoria, chi ha lo scopo di determinare se essa ha
carattere empirico o non empirico. Poi c'è il confronto tra le teorie e infine il controllo della teoria condotto
mediante le applicazioni di empiriche delle conclusioni che si possono derivare da esse
 Il valore della smentita rispetto a quello della conferma deriva, secondo popper, dal fatto che miliardi e
miliardi di conferme non rendono certa una teoria, mentre basta un solo fatto per smentirla. La scienza non
è mondo delle verità certe e definitivamente verificate, ma l'universo delle ipotesi che non sono ancora state
falsificate. Un'ipotesi può venire corroborata, Nipote Di teorica è corroborata quando ha superato il
confronto con un'esperienza potenzialmente falsificante
 Popper sostiene che un'asserzione o una teoria è falsificabile se solo se esiste almeno un falsificatore
potenziale che entri logicamente in conflitto con essa. Invece la classe degli asserti di base è intesa in modo
che un assetto di base descriva un evento logicamente possibile la cui osservabilità sia logicamente possibile.
Quando parliamo di falsificabilità di un sistema stiamo parlando di un sistema o di una teoria che è possibile
controllare, cioè falsificare, ad opera di esperimenti e osservazioni.
 L'osservazione e l'esperimento non possono stabilire nulla in modo definitivo, perché c'è sempre la
possibilità di un errore sistematico, dovuta all'interpretazione sistematicamente errata di qualche fatto. Ma
l'osservazione e l'esperimento costituiscono certamente una parte importante della discussione critica delle
teorie scientifiche. Essenzialmente, ci aiutano a eliminare le teorie più deboli, e così offrono un sostegno,
anche se solo temporaneo, alla teoria che sopravvive, cioè a quella severamente controllata ma non
confutata
 Secondo copper la metafisica non essendo falsificabile non è una scienza. Ehi questo non significa che sia
senza senso, poiché, secondo popper, ai neo positivisti è sfuggita interconnessioni psicologiche e storiche tra
teoria metafisica e teorie scientifiche, ovvero la funzione propulsiva esercitata di fatto dalla metafisica nei
confronti della scienza. Riduce le dottrine metafisiche, pur non essendo empiricamente controllabili, Sono
pur sempre razionalmente criticabili e discutibili.
 E che le teorie metafisiche siano significanti lo si può vedere considerando la questione da un punto di vista
storico, poiché accanto alle idee metafisiche che hanno ostacolato il cammino della scienza ce ne sono altre
che ne hanno aiutato il progresso, tipo l'atomismo.
 E pertanto logicamente inammissibile l'inferenza da asserzioni singolari verificate dall'esperienza a teorie.
Dunque le teorie non sono mai verificabili empiricamente. Se vogliamo evitare l'errore positivistico,
consistente nell'eliminare per mezzo del nostro criterio di demarcazione i sistemi di teoria delle scienze della
natura, dobbiamo scegliere un criterio che ci consenta di ammettere, nel dominio della scienza empirica,
anche asserzioni che non possono essere verificate
 Ma io metterò certamente come empirico, o scientifico, Soltanto un sistema che possa essere controllato
dall'esperienza. Queste considerazioni suggeriscono che, come criterio di demarcazione, non si deve prendere
la verificabilità, ma la falsificabilità di un sistema. In altre parole: da un sistema scientifico non esigerò che sia
capace di essere scelto, in senso positivo, una volta per tutte; ma esigerò che la sua forma logica statale che
possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli empirici, in senso negativo: un sistema empirico deve
poter essere confutato dall'esperienza
 per ora assumeremo che selezioni base falsificabili esistano. Occorre ricordare che quando parlo di asserzioni
base non mi riferisco a un sistema di asserzioni accettate. Il sistema di asserzioni base, nel senso in cui io uso
questo termine, deve includere, piuttosto, tutte le asserzioni singolari non autocontraddittorie che hanno una
certa forma logica
 una teoria si dice empirica o falsificabile quando divide in modo non ambiguo la classe di tutte le possibili
asserzioni base in due sottoclassi non vuote. Primo, la classe tutte quelle asserzioni base con le quali è
contraddittoria: chiamiamo questa classe la classe dei falsificatori potenziali della teoria; secondo, la classe
delle asserzioni base che essa non contraddice. […] : Una teoria è falsificabile se la classe suoi falsificatori
potenziali non è vuota
 La considereremo falsificata soltanto se scopriamo un effetto riproducibile che confuta la teoria. In altre
parole accettiamo la falsificazione soltanto quando sia proposta, e risulti corroborata, un'ipotesi empirica di
basso livello che descriva un simile effetto. Un'ipotesi di questo genere può essere chiamata un'ipotesi
falsificante. La condizione che l'ipotesi falsificante debba essere empirica, e perciò falsificabile, significa
soltanto che essa deve stare in una certa relazione logica con possibili asserzioni base; queste esigenze
riguarda solo la forma logica dell'ipotesi

PARTE 4 CONCLUSIONI

Filosofi molto autorevoli si schierarono contro il neopositivismo, mettendo in evidenza la superficialità e l'interna
contraddizione. E si mostrarono che la contraddizione riguarda proprio uno dei due canoni fondamentali del sistema,
quello che afferma che ha significato teoretico solo ciò che è traducibile in proposizioni sperimentali. Ma questo è un
canone che non ammette la verifica sperimentale, e perciò dovrebbe essere classificato dagli stessi neopositivista
assieme con le proposizioni della metafisica, che si condannano come senza senso. A questa critica carnap per
compagni hanno tentato di rispondere cercando di dare una formulazione più plausibile al principio di verificazione,
ma senza successo.

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