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FRANCIS BACON

Biografia
Francesco Bacone, nome italianizzato di Francis Bacon nato a Londra nel 1561 fu un uomo di
stato e filosofo inglese. Figlio di sir Nicholas Bacon, lord cancelliere della regina Elisabetta,
fu educato al Trinity College di Cambridge e destinato alla carriera diplomatica. Fu in
Francia al seguito dell’ambasciatore inglese. Ritornato in patria per la morte del padre, si
diede all’avvocatura e alla politica e ben presto fu eletto al parlamento. Quando il conte di
Essex, suo protettore, fu accusato di tradimento, Bacone non esitò ad accettare dalla regina
l’incarico di condurre il processo contro di lui. Attaccato per questo dai suoi nemici, si difese
invocando il proprio lealismo monarchico. Con l’ascesa al trono di Giacomo I, Bacone fece
una rapidissima carriera raggiungendo le cariche di lord guardasigilli e poi di lord
cancelliere, con i titoli di barone di Verulamio e visconte di Sant’Albano. Sostenitore di una
monarchia forte contro il parlamento, si attirò l’odio e l’inimicizia di molti: allorché
Giacomo I convocò il parlamento per l’imposizione di nuove tasse, Bacone fu messo sotto
accusa per corruzione nell’esercizio delle sue funzioni. Avendo riconosciuto gli addebiti che
gli erano stati mossi, ebbe condonata la prigione; in compenso gli furono interdetti i
pubblici uffici, per cui si ritirò a vita privata dedicandosi solo ai suoi studi. La sua vita
pubblica è ormai finita e il filosofo si ritira a Gorhambury, dove resta fino alla sua morte, nel
1626. Per tutta la vita accarezzò un vasto progetto di indagine della natura, che prevedeva la
costruzione di strumenti tecnici per il dominio del mondo naturale; ma attese invano da
Giacomo I i finanziamenti necessari all’impresa: il re non lo seguì su questa strada, ne
comprese il senso della sua concezione politica di uno stato forte, moderno, accentratore,
antifeudale.

Opere
Bacone fu scrittore fecondissimo e di successo, grazie anche alla chiarezza del suo stile. Nel
corso di tutta la sua vita politica, Bacone fa corrispondere alle attività pubbliche un impegno
costante e coerente per l’affermazione del metodo sperimentale e il rinnovamento profondo
delle scienze e dell’intero sistema del sapere del suo tempo, riallacciandosi alla tradizione
del Rinascimento e criticando il metodo sillogistico-deduttivo della filosofia aristotelica. La
maggior parte delle sue opere è raccolta nell’Instauratio Magna, così ripartita: -vol. I, il
progresso della conoscenza (1605, poi rielaborato come De dignitate et aumenti
scientiarum, 1623); -vol.II, Novum Organum (1620); -vol. III, tomo I, Historia naturali et
experimentalis (1622), tomo II, Silsperimentaleva silvarum (postumo, 1627, con in
appendice l’operetta utopica La Nuova Atlantide) A queste vanno aggiunti i Saggi (1625). Il
rilievo di Bacone per la “rivoluzione scientifica” (che avrà tra i suoi protagonisti Galileo
Galilei e poi Cartesio) e per lo sviluppo della corrente dell’Illuminismo nel corso del
Settecento è davvero notevolissimo: basti pensare che Jean-Baptiste D’Alembert (1717-1783),
uno dei principali redattori dell’Encyclopédie, lo ritiene il “massimo” tra i filosofi di ogni
tempo.

Metodologia scientifica
Nel quadro della rivoluzione scientifica che si svolge tra 1500 e 1600 si può anche inserire la
figura di Francesco Bacone. Bisogna tuttavia precisare che questa riconduzione non è
giustificata dalla scoperta di un metodo nel quale, come nel caso di Galileo, si ritrovino i
principi delle moderne procedure scientifiche. Il metodo baconiano, se condivide con quello
galileiano l'esigenza di una sapiente combinazione di esperienza e ragionamento, è
totalmente privo di quel legame con la matematica e con l'analisi quantitativa dei fenomeni
che costituisce una delle condizioni imprescindibili della scienza moderna. Sotto questo
aspetto, anzi, Bacone è ancora ampiamente legato all'analisi formale e qualitativa dei
fenomeni, cioè a una procedura d'indagine che rappresenta uno dei maggiori portati di
quella tradizione aristotelico - scolastica che egli peraltro combatte con tutte le sue forze. La
contiguità di Bacone con la nuova temperie culturale e scientifica determinatasi in quegli
anni è piuttosto rappresentata dalla sua consapevolezza, assai moderna, del valore e della
possibilità della scienza. Di una scienza, inoltre, che non è più intesa in chiave puramente
teoretico - conoscitiva, ma è proiettata sull'attività pratica e trova nella tecnica il suo
naturale complemento. Per alcuni versi, quindi, Bacone ha le istanze della rivoluzione
scientifica, per altri egli è da essa lontanissimo: è vicino alla rivoluzione nel momento in cui
sente l'esigenza di trovare un metodo di indagine azzerando il pensiero tradizionale: se la
ricerca, a partire dai Presocratici, non ha funzionato, allora è per via della sua stessa
impostazione: bisogna mettersi a monte della ricerca stessa, come peraltro fa lo stesso
Galilei . Il "discorso sul metodo" (per dirla alla Cartesio) di Bacone è indubbiamente il
Novum Organum. Bacone risulta essere ancora più legato alla rivoluzione scientifica per
quel che riguarda il carattere operativo della scienza: la scienza è legata alla tecnica e la
tecnica è legata alla scienza nel senso che un maggiore sviluppo tecnologico permette alla
scienza di conseguire risultati più apprezzabili, ma un maggiore sviluppo scientifico
consente la creazione di strumenti sempre più precisi; la conoscenza per Bacone vale nella
misura in cui consente all'uomo di operare sulla natura per migliorare le condizioni di vita
dell'uomo stesso. Viene così a cadere la concezione del sapere per il sapere, ossia del sapere
come valore autonomo, del sapere che non serve a nulla e proprio perché privo del legame
di servitù è il più nobile dei saperi, come sosteneva Aristotele: per Bacone non è così: un
sapere inutile va scartato perché non serve per il legame che Bacone sostiene tra benessere
dell'umanità e scienza. Molti studiosi hanno sostenuto di poter definire Bacone come
precursore della rivoluzione industriale del 1700: certo, lui vive nel 1600, un'epoca ancora
diversa da quella in cui si svilupperà la rivoluzione industriale, ma è significativo il fatto che
lui sia inglese (la rivoluzione partirà proprio da lì ) : nel 1600 l'attività produttiva in
Inghilterra si sta sviluppando sempre più e si fanno anche sentire gli influssi del Calvinismo ,
una religione "capitalista" , che vede nel produrre e nel guadagnare una forma di preghiera
verso Dio e vede, invece, in chi non riesce a produrre e ad arricchirsi un nemico, un fallito (a
differenza del Cattolicesimo). Bacone va collocato nel contesto della rivoluzione scientifica
perché, tra le varie cose, sente l'esigenza dell'esperimento, ossia l'osservazione controllata.
Ricapitolando, Bacone è vicino alla rivoluzione scientifica perché sente l'esigenza
dell'esperimento, di un metodo, e del sapere per produrre, ma ciò che lo allontana dalla
rivoluzione scientifica è il totale rifiuto della matematica.

“Novum Organum”
Il “Novum Organum” mostra, fin dal titolo, l’intenzione polemica nei confronti del sapere e
della logica tradizionali, individuati sostanzialmente nella dottrina di Aristotele. Al sapere
speculativo e alla logica classica Bacone oppone un sapere pratico operativo e una logica
adeguata: il metodo induttivo che muove per gradi all’universale e da esso a nuovi
particolari, contrapposto al metodo sillogistico deduttivo che, partendo dall’universale e
traendo da esso i criteri del giudizio particolare, è sterile e non fa progredire il sapere, ma
serve unicamente all’esposizione del già noto. Inoltre, un metodo che fa della sola
esperienza lo strumento del conoscere è incapace di fornire una scienza: l’esperienza
passiva, frammentaria e occasionale non serve a nulla; essa deve essere guidata da un
metodo e soprattutto deve essere “provocata” attivamente sulla base di ipotesi già formulate.
Il Novum Oganum consta di una “pars destruens” (cioè, di critica alle idee e posizioni
altrui) e una “pars construens” (ovvero, di indicazione propositiva della strada da seguire).
La pars destruens segnala le principali fonti di errore, denominate idola (in latino,
“fantasmi, rappresentazioni mentali”), e suggerisce la via per eliminarle. Queste si
suddividono in:
-Gli idola tribus, ossia gli errori comuni al genere umano che provengono da
alcune disposizioni naturali della mente dell’uomo, della sua limitatezza, della
tendenza a cercare sempre regolarità e uniformità nella natura anche dove non
esistono, dall’inclinazione a fare “anticipazioni” ossia a formulare giudizi non
ancora forniti di prova sperimentale.
-Gli idola specus, ossia gli errori che si annidano nella “caverna” che ogni uomo
porta dentro di se (la caverna come luogo simbolico dell’errore, della tenebra:
l’origine di questa immagine è nella Repubblica di Platone): i raggi della luce, la
verità delle cose, vengono deformati in ogni uomo secondo deviazioni particolari
che gli sono proprie e sono relative al suo carattere, alle sue particolari abitudini,
all’educazione che ha ricevuto, alle passioni da cui è dominato.
-Gli idola fori, ossia gli errori che derivano dall’uso del linguaggio, dalla vita
sociale: nel linguaggio e nell’ambiguità che esso comporta risiedono innumerevoli
possibilità di incomprensione.
-Infine, gli idola theatri, gli errori derivanti dall’influenza e dal dominio che
esercitano sulle menti umane le teorie antiche e tradizionalmente affermate, le
figure di grande autorità e prestigio, i grandi filosofi: gli uomini insomma non
hanno il coraggio di pensare autonomamente e di sottoporre a critica gli
eventuali errori tramandati dalla tradizione e accreditati dall’autorità.
Nella pars costruens del Novum Organum, invece, viene spiegato come l'induzione
presupponga la raccolta e la descrizione dei fatti, che, per essere interpretati correttamente,
devono presentarsi ben strutturati e catalogati al nostro intelletto razionale. A tale scopo,
Bacone elabora il metodo delle tavole, che è funzionale a catalogare e suddividere le istanze
come segue:
-Si procede anzitutto alla costruzione delle tabulae presentiae (tavole della
presenza), raccogliendo tutti i casi in cui ricorre un determinato fenomeno che
si sta indagando;
-Seguono le tabulae absentiae (tavole di assenza), che raccolgono tutti i casi
nei quali, pur in presenza di condizioni simili a quelle in cui si era riscontrato il
fenomeno, esso è assente. -in terzo luogo si raccolgono i risultati nelle tabulae
graduum (tavole dei gradi), raffrontando l’aumento o la diminuzione di intensità
di un dato fenomeno e paragonando tra loro fenomeni diversi.
- Dopo la suddivisione delle istanze, si avvia una fase negativa, che consiste
nell'escludere quelle cause che risultano incompatibili con il fenomeno studiato.
Si procede quindi alla formulazione di una prima vindemiatio (in latino,
“prima vendemmia”) sulla base delle tabulae, ossia un'ipotesi di lavoro che
guida lo sviluppo della ricerca e che deve essere suffragata da esperimenti, o
istanze prerogative.
Bacone individua ventisette “istanze prerogative”, tra cui l'istanza cruciale è quella definitiva.
Essa prende il nome dalle croci erette per indicare la separazione delle vie ai bivi e dimostra
la connessione necessaria tra una causa e un fenomeno. La causa cui giungiamo è la “forma”:
vi è qui un riferimento alla teoria delle cause di Aristotele, ossia la distinzione delle cause in
materiale, formale, efficiente e finale. La causa formale è l'unica che Bacone prende in
considerazione, essendo le altre inutili ai fini della scienza, e viene divisa in: - Schematismus
latens (schematismo latente), che è la struttura che costituisce essenzialmente il fenomeno.
- Processus latens (processo latente), che è la legge che regola la produzione del fenomeno.
Questa dottrina delle forme è una delle più controverse di Bacone: il procedimento
scientifico dovrebbe mirare alla determinazione esatta di un complesso di forme e qualità e
alla precisazione delle leggi in base alle quali operano. Componendo e scomponendo questa
natura si potrà poi riprodurle e produrne di nuove in varie combinazioni, imitando il
processo della natura.

“La Nuova Atlantide”


Operetta scritta nel 1626-, rimasta incompiuta e pubblicata postuma l'anno seguente la
scomparsa del filosofo, la Nuova Atlantide è un’utopia di stampo scientifico-tecnologico. In
essa Bacone insiste sulla necessità di un'organizzazione di ricerca tra sapienti ed esprime
fiducia nel progresso che potrebbero nascere da un’attività di questo genere. L’autore
tratteggia così il disegno di una società del futuro amministrata e governata grazie alla
capacità di padroneggiare la scienza da parte dell’umanità. Al centro dell'intera società
utopica vi è la famiglia, la cui prosperità diventa un affare di stato, partendo dal privato, dai
piccoli amori domestici, per poi trasformarsi in universale. Bacone immagina di approdare a
Bensalem (tale è il nome della città sull'isola ideale) in seguito ad un naufragio. Egli ed i suoi
compagni di viaggio entrano in contatto con una cultura più avanzata, una civiltà che
conosce tutte le altre, ma dalle quali non è conosciuta e che ha sempre saputo (e intende
continuare a farlo) rimanere pura, non traviarsi, come invece è capitato a tutte le altre.
Proprio per questo, in un primo tempo, sono riluttanti ad accogliere e a far sbarcare gli
stranieri anche se successivamente non esiteranno ad aiutare l'intero equipaggio. È una
società radicalmente diversa rispetto a quelle allora conosciute, tuttavia qualcosa le
accomuna; ad esempio le lingue sono il greco, l'ebraico, il latino e lo spagnolo; la divinità che
essi adorano è la cristiana. Tutto ciò che gli abitanti di Bensalem si vedono intorno lo
attribuiscono a Dio, gli scienziati, che reggono la città, cercano di trasformare alterare,
imitare, riprodurre la realtà in quanto la conoscono secondo verità: il mondo stesso è a
totale disposizione dell'uomo. Bensalem non è una semplice città ma un gigantesco
laboratorio scientifico all'aria aperta il cui fine è conoscere le cause e le forze interne alla
natura ed estendere i confini del potere umano. Ivi si preparano medicinali, si riproducono i
fenomeni atmosferici, si fabbricano artificialmente insetti, si desalinizza l'acqua salata, si
prolunga la vita dell'uomo, si edificano torri altissime, si creano pozioni, si sperimentano su
animali ogni tipo di veleni per provvedere alla salute dell'uomo, il tutto senza l'apporto della
matematica. Questi studiosi sono divisi in gruppi: vi sono i mercanti di luce, i quali
ricercano libri in ogni parte del mondo; i predoni, che recuperano nuovi esperimenti dai
libri; gli uomini del mistero, che raccolgono gli esperimenti delle arti meccaniche, delle arti
liberali e anche di quelle pratiche che ancora non sono pervenute al piano delle arti; i
pionieri o minatori, che, invece, tentano i nuovi esperimenti; i classificatori, i quali
preparano indici e tavole degli esperimenti; i benefattori, che si occupano di esaminare i
precedenti esperimenti per ricavare conseguenze conoscitive o operative; le fiaccole, che si
occupano di progettare esperimenti più illuminanti di quelli precedenti dei colleghi; gli
inoculatori, che eseguono gli esperimenti e riferiscono i risultati; infine vi sono gli interpreti
della natura, che formulano osservazioni, assiomi e aforismi.

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