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CHE COS’E’ LA LETTERATURA COMPARATA

Premessa
La letteratura comparata è una disciplina che pratica uno studio di tipo letterario, aperto al confronto transculturale,
sovranazionale e interdisciplinare.
1.1 Le origini
Le prime origini della letteratura comparata risalgono alla seconda metà dell’800, quando in alcune università
francesi venne istituito l’insegnamento di una disciplina che andasse a comparare tra loro letterature europee di tipo
antico, medievale e moderno.
A partire dagli anni ’20, i grandi pionieri della disciplina presentarono dei corsi all’interno di alcuni atenei francesi che
ne spiegassero la componente storiografica.
Tra i nomi più importanti vi furono soprattutto Villemain, Ampère e Chasles:
 Villemain e Ampère si focalizzarono principalmente nell’individuazione di temi, motivi, forme letterarie
comuni del Medioevo secondo un’ottica intraculturale (riferita alle culture europee), confrontandole tra di
loro.
 Chasles, invece, ricostruisce i contesti storico-culturali relativi a varie epoche, facendo emergere quindi la
storia europea in diverse materie oltre a quella della letteratura.
In questo periodo si sviluppa, quindi, una corrente ideale che non ammette distinzioni di razze e di nazionalità ma
considera tutti gli uomini appartenenti ad un’unica grande patria; questa prende il nome di cosmopolitismo
romantico (‘7-800) e genera una volontà d’integrazione che sta all’origine della letteratura comparata.
Nel 1827 gli orizzonti nazionalistici si aprono ad un concetto più universale di ‘Weltliteratur’, fondato dallo scrittore
Goethe, uno tra i padri fondatori di questa disciplina: con questo termine egli vuole indicare l’insieme delle
letterature del mondo, considerato fattore d’unità di tutti i popoli e culture.
Concetti simili si affermarono in particolare grazie a due studiosi:
 Erich Auerbach, filologo e studioso di letterature comparate che parla di questo concetto nell’opera
‘Filologia della letteratura mondiale (1952)’ in cui afferma che ‘lo spirito non ha confini geografici’;
 Edward Said, studioso palestinese che sviluppa il concetto di ‘Worldliness’ (mondialità della letteratura) e
afferma che ‘la circolazione delle opere letterarie consente di creare mappe sempre nuove del sapere’.
A questo concetto si affianca la Germania grazie all’interesse dei fratelli Grimm sulla ‘storia dei contenuti tematici’
(di materiali come fiabe, leggende) che porta ad incrociarsi nella letteratura comparata dando origine a studi attenti
allo ‘spirito delle nazioni’: questi studi saranno poi portati avanti da illustri riviste tedesche dell’epoca.
1877- Hugò Meltz e Samuel Brassai fondano in Romania ‘Atti di comparatistica delle lettere universali’ (titolo in
latino, lingua al tempo paragonabile all’inglese nostrano per la sua importanza) che riunì studiosi provenienti dai 5
continenti e ambiva a pubblicare articoli in 10 lingue diverse.
A questo contesto si interessa il filologo e medievista Gaston Paris che però diventa bersaglio di critiche da parte
della scuola comparatistica francese, che si distanzia dai suoi studi e si concentra piuttosto sulle influenze intercorse
tra le letterature europee moderne, documentandosi anche da un punto di vista scientifico.
1.2 La scuola francese
Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 vi fu l’affermazione della ‘Scuola Storica’, composta da un insieme di studiosi
che si impegnarono nel reperimento di fonti letterarie e influenze del passato. Questi studiosi erano influenzati dalla
corrente del Positivismo: qui vi è, infatti, un passaggio di forma nella disciplina in quanto essa assume carattere
scientifico(-positivista).
Gli studi della letteratura comparata in Francia assumono caratteristiche metodologiche di fondo, tra cui le più
importanti furono:
 la ricerca rivolta alla fortuna di autori, opere e letterature (la fortuna di un libro può riguardare il successo di
vendite, l’apprezzamento critico, il n° di traduzioni e di riedizioni, l’influenza sugli altri);
 la comparazione ‘binaria’ ovvero quella che avviene tra due autori, due opere e due letterature europee
differenti dal punto di vista linguistico-culturale;
 la documentazione accurata che determina le influenze letterarie.
Tra i principali esponenti della scuola francese figurano principalmente:
 Joseph Texte, titolare della prima cattedra di comparata a Lione nel 1896, che si oppone al cosmopolitismo
romantico 700esco e tende ad evidenziare la specificità culturale di ogni singola nazione d’Europa.
Egli si trova molto legato a Rousseau (intellettuale che contribuì con i suoi studi ad una conoscenza
approfondita delle differenze tra la cultura inglese e francese), al quale dedica un saggio.
 Fernand Baldensperger, successore di Texte, il quale credeva che i rapporti d’influenza fossero la
manifestazione concreta di una profonda unità culturale che riguarda le letterature europee.
Egli chiarì questo concetto sulle pagine della ‘rivista di Letteratura Comparata’, da lui fondata assieme a:
 Paul Hazard, allievo di Baldensperger, che studia come e quando si sia passati da una ‘civiltà dei doveri’ ad
una ‘civiltà dei diritti’ nella storia europea.
Due dei suoi studi maggiori sono quelli che riguardano il rapporto di dipendenza della cultura italiana da
quella francese e il rapporto biblico-cristiano, che conferisce agli europei una certa sicurezza, che andrà però
a sgretolarsi con l’affermazione del relativismo e di un conseguente sentimento d’inquietudine.
 Paul Van Tieghem, insegnante liceale a Parigi, scrisse il primo manuale sistematico di comparatistica, nel
quale darà una netta definizione della disciplina e la circoscrisse esclusivamente alla cosiddetta ‘età
moderna’. Inoltre Tieghem fu tra i primi a porre un’attenzione maggiore ai cosiddetti ‘autori minori’.
Nel suo manuale, egli traccia il ritratto del buon comparatista attraverso una sorta di regole come ad
esempio la conoscenza di più lingue per leggere testi in lingua originale e l’individuazione storica di opere e
autori.
 Jean-Marie Carrè, docente di letteratura comparata, si lega a Van Tieghem e studia come il viaggio in altri
paesi crei immagini letterarie di un popolo: queste immagini letterarie non sono mai neutre ma distorte a
causa di fattori come, ad esempio, la tensione politica.
1.3 La scuola americana
Nella metà del ‘900 la comparatistica arriva nelle cattedre statunitensi, nelle quali gli studi della disciplina si
contraddistinguono per un’attenta analisi critica del testo. Tra le caratteristiche più importanti degli studi USA:
 Si apre il concetto di ‘letteratura generale’;
 Si voleva creare il ‘canone letterario’, cioè l’elenco degli autori fondamentali di una certa letteratura (libro
fondamentale riguardante quest’aspetto è ‘Il Canone Occidentale’ di Harold Bloom)
 Si presta grande attenzione ai generi letterali e come essi si muovono nello spazio e nel tempo.
Tra i maggiori esponenti della scuola americana vi furono:
 René Wellek, trasferitosi negli USA e diventato professore alla Yale, critica la visione della disciplina che
porta la scuola francese: l’analisi del contesto in cui si verificano le influenze letterarie e la definizione fornita
nel manuale di Tieghem, in quanto impone alla disciplina delle restrizioni nazionali.
Egli voleva invece estendere il confronto ad un campo più generale della letteratura, per una visione
d’insieme (letteratura generale e mondiale).
 Harry Levin, professore ad Harvard, sostiene che i grandi libri di autori come Shakespeare e Joyce debbano
essere punto di riferimento per una visione generale della letteratura e ne studia, in particolare, forme e
contenuti tematici.
 Claudio Guillén, allievo di Levin, studioso e conseguente professore ad Harvard, riporta in Europa
l’esperienza della scuola americana e la trasmette in scritti: in questi ripercorre la storia della comparatistica
indicando periodi, correnti e movimenti che rientrano nel campo generale a cui si ispira la scuola americana.
 Henry Remak, professore all’università dell’Indiana, allarga la disciplina allo studio della letteratura e altre
arti, quindi alla cultura in genere. Ma qui interviene Thomas Greene, professore alla Yale, che manifesta la
sua preoccupazione alla decisione di Remak a causa del fatto che, in questo modo, la disciplina di letterature
comparate non venga più riconosciuta come una disciplina a sé stante, ma ad uno studio ibrido che corre il
rischio di diventare minore.
1.4 Gli orientamenti degli ultimi decenni
A partire dal 1970, La letteratura comparata segue orientamenti diversi nelle numerose parti del mondo in cui si
è insidiata e si inserisce in contesti storici-culturali, tanto da far riferimento a termini quali:
 Postmodernità, epoca che subentra alla modernità in cui tutto diventa instabile e indeterminato.
 Post-colonialismo, periodo che fa riferimento alla decolonizzazione avvenuta dopo la Seconda Guerra
Mondiale che comporta sconfinamenti e contaminazioni.
 Globalizzazione, integra mercati e produzione, beni e servizi ed è composta da nodi collegati fra loro; la
rete globale rappresenta il modello dell’economia, politica, società e cultura.
I confronti fra discipline si intensificano e si aprono al confronto non più limitato soltanto ad Europa e
USA, ma aperto anche a letterature asiatiche, africane e delle terre oceaniche.

Da questi, avranno vita diverse tipologie di studi:


Studi post-coloniali (o cultural studies): studi in cui diverse etnie tralasciate finora, hanno la possibilità di rivendicare
la propria identità culturale.
Scuola Americana = Charles Bernheimer, professore in Pennsylvania, ritiene che sia necessario riconsiderare il
canone della letteratura mondiale e che questa riconsiderazione implichi gli studi post-coloniali.
Esponenti principali di questi studi sono:
 Spivak, teorica femminista professoressa negli USA, che afferma che lo studio della comparatista legata
esclusivamente all’Europa non esiste più e sottolinea l’importanza della conoscenza delle lingue che hanno
resistito alla dominazione coloniale.
 Contraria alle affermazioni della Spivak, interviene Susan Bassnet, docente all’università di Warwick che
sottolinea l’importanza di seguire i tracciati della storia letteraria d’Europa e quindi di non abbandonare lo
studio eurocentrico, ma di mantenerlo come obiettivo disciplinare primario per i comparatisti.
 George Steiner, professore a Cambridge e Ginevra, si insidia in questo campo riportando il suo pensiero
verso la disciplina, affermando che lo studio comparato si concretizza se in un’opera riusciamo ad evocare il
ricordo di un’altra (incontro=ri-cognizione: il riconoscimento di analogie con precedenti letterari).
Scuola Francese = Anche la scuola francese conosce dei rinnovamenti grazie a diversi studiosi, tra i quali il più
importante è:
 Daniel-Henri Pageaux, professore alla Sorbonne e conduttore della storica rivista di comparate, si è
occupato di ‘immagini letterarie’, fondamentali per lui nel riportare i rapporti che intercorrono tra culture
diverse. Egli propone un ‘comparatismo rinnovato’, il cui confronto parte dai testi letterari e dalle immagini,
e si allarga successivamente a riflessioni di origine filosofica, antropologica, sociologica.
1.5 La letteratura comparata in Italia
In Italia la letteratura comparata si sviluppa tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 in un contesto positivistico.
Tra gli esponenti principali vi furono:
 Arturo Graf, attribuisce scientificità allo studio di autori maggiori e minori, importanti per l’evoluzione del
pensiero poetico.
 Arturo Farinelli, rivolge la sua attenzione ai rapporti tra le letterature eurocentriche e le altre arti.
Le sue ricerche sono caratterizzate dall’accumulo di informazioni e documenti che però subirono le critiche
di Croce, il quale considerava importanti i materiali raccolti ma ininfluenti a causa della mancanza di analisi in
essi.
 Benedetto Croce (traduttore di Goethe, studioso della letteratura in diverse lingue), giudica la comparatistica
erudita, volta alla conoscenza di più ambiti del sapere, ma la accoglie con il pretesto di mantenere una
comprensione integrale dell’opera letteraria (indica una disciplina che include la valutazione estetica, la
considerazione storica, e l’analisi dei legami tra opere e fenomeni culturali).
 Prof. alla Sapienza di Roma= Mario Praz, studio comparato di tematiche comuni nel Romanticismo europeo,
Giacomo Debenedetti, apre lo studio letterario al dialogo soprattutto con la psicanalisi.
 Francesco Orlando, professore a Pisa, si ispira anche lui all’analisi freudiana e studia le letterature europee di
varie epoche, colmando il vuoto accademico della comparatistica italiana.
1985-> nascita della SICL (Società Italiana di Comparatistica Letteraria) a Firenze, uno dei membri è Armando Gnisci.
1993-> nascita della COMPALIT (Associazione per gli studi di Teoria e Storia Comparata della Letteratura) a Pisa,
fondata da Francesco Orlando, Remo Ceserani e altri studiosi.

Tra i Testi Comparatistici Del ‘900 più importanti vi furono:


 La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica di Mario Praz (1930);
 Mimesis di Erich Auerbach (1946);
 Letteratura Europea e Medioevo Latino di Ernst. R. Curtius (1948);
 L’opera di Rabelais e la cultura popolare di Michail Bachtin (1965), scrittore comico che affonda le sue radici
nel riso popolare;
 Opere Mondo di Franco Moretti (1994).

2. I rapporti letterari
Per rapporti letterari si intendono tutti quei fenomeni di contatto culturale che passano attraverso la letteratura.
Le influenze letterarie sono fenomeni di contatto culturale tra autori, testi, opere e lettori più o meno distanti nello
spazio e/o nel tempo. Questi fenomeni danno luogo a:
1) Influenze Subìte (o fonti), che si suddividono in: fonti, angosce, contatti e intertestualità.
 Fonti, cause che spiegano una produzione letteraria, oggetto di numerose indagini in Francia (‘900).
 Angoscia, che studia il rapporto edipico tra autore che influenza e autore che reagisce a tale influenza
creativamente (amore ed odio che convivono/pensiero di Freud) -> voglia di superare.
In questo contesto si esprime Harold Bloom (prof. a Yale) che sostiene che i poeti di tutte le epoche sono
legati tra loro da rapporti tali che ciascuno soffre l’angoscia del confronto con il poeta ‘padre’ che cerca
di emulare. Il superamento, però, riesce solo agli autori canonici.
 Contatti, termine coniato dal comparatista slovacco Durisin per indicare le influenze tra culture e
credeva che i contatti mettessero in moto la letteratura e attua una distinzione tra:
-Contatti esterni, ovvero quelli che non influiscono direttamente sul processo letterario;
-Contatti interni, ovvero quelli che influenzano la produzione di un’intera cultura e nazione;
-Rapporti tipologici, che consistono in tutti quei fenomeni di affinità letteraria non determinati da alcun
contatto.
Contatti e Rapporti Tipologici formano delle cosiddette ‘reti interletterarie’.
 Intertestualità, fenomeno per cui un testo si rivela come un sistema di molti altri testi, tutti in rapporto
tra loro. Lo studio intertestuale esce perciò dalla prospettiva binaria di stampo positivista e, in
quest’ottica, ogni testo appare un ‘Mosaico di Citazioni’ di altri testi (termine coniato da Julia Kristeva,
studiosa francese). [Dante= forte esempio di grande autore che attraversa spazi ed epoche con la sua
influenza, facendo da tramite tra culture e civiltà]
2) Influenze Esercitate, definibili come l’opposto delle influenze subite, suddivisibili in fortuna, successo, ricezione,
affezione cognitiva.
 Fortuna, misura quantitativa esercitata da un autore su altri autori (quanto più una certa produzione
letteraria ha influenzato altre produzioni, tanto più è fortunata).
 Successo, misura quantitativa dell’influenza in rapporto ai lettori, viene misurata l’influenza di uno
scrittore e della sua opera in rapporto ai lettori e ai meccanismi della lettura (Esempio: il successo della
Divina Commedia si può misurare dalla sua diffusione in tutto il mondo, e a distanza di molto tempo
esercita ancora una certa influenza).
 Ricezione, misura qualitativa dell’influenza in rapporto ai lettori, si interessa alla valutazione dell’impatto
della letteratura sui lettori.
Il termine ‘estetica della ricezione’ viene coniato da Hans Robert Jauss, filologo capofila della scuola di
Costanza, e si occupa del rapporto opera/lettore con particolare attenzione all’impatto emotivo provato
dalla lettura.
 Affezione cognitiva, quali emozioni e conoscenze passano attraverso la letteratura e lo spazio-tempo che
separano un’opera dal lettore.
Le emozioni sono parte integrante dei processi conoscitivi e si soffermano sulla complessità della
componente neuro-intellettuale e di quella emozionale nell’esperienza di fruizione di un’opera d’arte
(es. la lettura di Dante induce Borges, di origini argentine, ad imparare l’italiano = esperienza gioiosa di
conoscenza).
3) Influenze Mediate, la traduzione come rinnovamento, reciprocità e cannibalismo (esempio relativo a Dante e
Borges -> ricorda che le influenze spesso si verificano grazie alle traduzioni).
In questo campo si insidia la traduttologia, disciplina formatasi negli anni ‘60 e specializzata nella riflessione sulla
traduzione.
 Rinnovamento, termine coniato da Van Tieghem, il quale sostiene che l’influenza di autori come
Shakespeare, Byron e Scott contribuiscono notevolmente alla rivoluzione romantica francese grazie alle
traduzioni.
I testi tradotti permettono alle forme e i contenuti letterari di passare per le diverse culture europee ->
rivoluzione romantica innescata dalle traduzioni (es. scrittore come Victor Hugo arriva a diventare uno
dei romantici francesi per eccellenza grazie all’influenza dei testi tradotti di letteratura inglese nell’800).
 Reciprocità, termine coniato da George Steiner, il quale si sofferma sulla prospettiva teorica nella sua
opera dal titolo ‘Dopo Babele’ (1994) [allude all’incomprensione che nasce dalla diversità culturale, ma
ciò si rivelererà ‘una pioggia di stelle sull’umanità’] e sostiene che collocarsi dopo Babele vuol dire
superare la nostalgia di una primordiale unità linguistica per scoprire che la diversità culturale è una
ricchezza da conquistare.
La conquista avviene per mezzo della traduzione, che si articola in 4 mosse fondamentali:
-Fiducia, che la traduzione da una lingua all’altra abbia un suo senso.
-Aggressione, carpire l’espressione di senso appartenente a un’altra cultura.
-Incorporazione, fare propria l’espressione di senso, sottraendola dalla lingua da cui si traduce.
-Reciprocità, la traduzione sottrae senso ad un’altra cultura, ma allo stesso tempo risalta quel senso e la
cultura da cui proviene nella cultura in cui è tradotta.
 Cannibalismo, violenza intrinseca nell’azione di traduzione, Susan Bassnet elabora questo termine che
ispira alcuni scrittori brasiliani chiamati antropòfagos. Applicato al processo traduttivo, questa metafora
vede la traduzione come il trarre nutrimento da una cultura ‘superiore’.
La traduzione cannibale si alimenta delle opere tradotte e le soppianta con opere nuove che celebrano il
loro trionfo. (Alfonso X di Castiglia istituzionalizza il lavoro di traduzione in una vera e propria scuola
incoraggiata all’utilizzo del castigliano e delle lingue romanze, oltre che del latino).
2.2 Le immagini dell’altro
Le immagini di un’altra cultura sono rappresentazioni in forma letteraria che traducono i rapporti reali tra le culture.
Le ricerche riguardanti questo campo prendono il nome di ‘imagologia’, con particolare attenzione alle interazioni
tra dimensione letteraria ed extra-letteraria nelle immagini testuali.
Questi studi si ramificano in diversi indirizzi e prospettive, tra le quali emergono:
 Mirages di Jean-Marie Carrè: Ogni immagine risente non solo dell’individualità dell’autore, ma anche del
contesto sociale e ideologico in cui sorge, che rispecchia pensieri, atteggiamenti che incidono
sull’opinione pubblica.
La questione delle immagini è considerata molto complessa e si distingue dagli stereotipi:
-Stereotipi: si basano su classificazioni facili e precostituite;
-Immagini: tutt’altro che facili, anzi distorte e condizionate da fatti esterni alla letteratura e, per questo,
vengono anche definite mirages (o rappresentazioni illusorie): essi deformano i rapporti politici tra le
nazioni e fatti storici che li determinano.
Carrè afferma che in ciò si riflette il modo in cui un popolo vede un altro popolo e si prospettano i
contorni dei caratteri nazionali: lo studio di Carrè è basato principalmente sull’immagine tedesca nella
letteratura francese che, con l’avvicinarsi del primo conflitto mondiale, da contraddittoria diventa
negativa.
‘’carattere delle nazioni’’= psicologia, atteggiamenti e comportamenti costitutivi delle singole identità
nazionali.
 Etnoimagologia di Hugo Dyserinck: comparatista belga, fondatore della scuola di Aquisgrana (fine anni
’60), Dyserinck riprende il lavoro di Carrè, in un’altra prospettiva: secondo lui i caratteri nazionali sono
solo delle costruzioni ideologiche, fittizie. L’obiettivo che egli si pone è quello di smascherarle attraverso
il suo programma di etnoimagologia, cioè gli studi diretti presso la sua scuola nell’intento di offrire un
contributo letterario alla comprensione della complessità dei rapporti tra le nazioni (essi partono da
un’analisi del testo che poi si trasforma in un’analisi extra-letteraria).
 Imagologia letteraria di Daniel-Henri Pageaux: rinnova gli interessi imagologici della scuola francese
coniugando l’attenzione per qualità estetiche del testo all’analisi del contesto culturale in cui è stato
pensato.
Il ‘Metodo dell’imagologia letteraria’ da lui esposto, è composto da tre fasi:
1. Nella prima fase, lo studio si concentra sul ‘lessico’ che veicola le immagini dell’altro composto
da ‘parole chiave’, indicative di stereotipi, e da ‘parole fantasma’, evocatrici di simboli, sogni,
illusioni.
2. Nella seconda fase, lo studio evidenzia ‘la relazione gerarchica’, stabilita dalle strutture
oppositive che oppongono l’altro all’identità soggettiva e/o collettiva dell’autore (interessano le
coordinate spaziali e temporali).
3. Nella terza fase, lo studio individua ‘lo scenario’, risultato del lessico e delle opposizioni
gerarchiche, vale a dire un aggregato di immagini che forma l’aggregato mitoide: esso rivela
l’immaginario sociale e le attitudini fondamentali (specifici atteggiamenti mentali fortemente
condizionanti l’intera opera) nei confronti dell’altro.
Le attitudini fondamentali sono di tre tipi:
-Mania, distorte in senso eccessivamente positivo, in cui la cultura dell’altro è vista come superiore alla propria e
risulta desiderata e attraente;
-Fobia, mirages tesi a denigrare l’altro, disprezzare un’altra cultura e definirla come inferiore alla propria;
-Filia, in cui tra la propria cultura e quella dell’altro c’è un equilibrio fondato sul reciproco rispetto, atteggiamento
che si origina dalla vera conoscenza dell’altro.
Pageaux ha ispirato diversi autori tra cui l’italiano Paolo Proietti che sviluppò un programma di ricerca basato
principalmente sulla consapevolezza che l’altro sia oggetto di immaginari plurimi, distinguibili in tre categorie:
-Il prossimo, (familiare, amico)-> rappresentazione rassicurante che esorcizza la paura del diverso;
-L’estraneo, (spaventoso, straniero, immigrato, nemico)-> rappresentazione che accentua il timore del diverso;
-L’esotico, (bizzarro, primitivo, selvaggio)-> rappresentazione così affascinante da suscitare desiderio di evasione.
2.3 La letteratura di viaggio (o odeporica)
Il viaggio viene definito come la testimonianza dell’incontro con l’altro e di un rapporto con l’alterità (opposto di
identità, cioè ciò che non è soggettività, e quindi il mondo esterno, l'oggettività, il non-io).
La letteratura di viaggio mette per iscritto questa esperienza e si pone, quindi, come una questione di rapporti
letterari, associata a vari termini quali ‘ispirazione’, ‘immaginario’, ‘tradizione e moda culturale’. Esponenti:
 Charles Dédéyan e l’ispirazione: successore di Carrè alla Sorbona, Dédéyan studia il diario di viaggio di
Montaigne dal punto di vista letterario e affronta la questione della letteratura di viaggio andando alla
ricerca dell’ispirazione/ fonte dei saggi di Montaigne.
 Hélèn Tuzet e l’immaginario: Una diversa prospettiva sulla stessa questione di Dédéyan è ripresa da altri
autori francesi, come la Tuzet, italianista all’università di Poitiers: le sue ricerche si rivolgono ai resoconti di
viaggio lasciati da autori tedeschi (es. Goethe) in Sicilia(‘700-800).
Tuzet, influenzata dalle psicanalisi bachelardiane, rileva che ciò attiva nella mente di tutti un immaginario
relativo a molteplici aspetti dell’isola: paesaggi naturali, l’agricoltura, i porti, le città, gli usi e i costumi della
popolazione. Ella osserva inoltre che l’isola diviene meta dei viaggiatori perlopiù nel periodo legato al
fenomeno del ‘Grand Tour’ (viaggio di formazione compiuto da artisti e intellettuali che cercano nel
confronto di civiltà un’occasione per accrescere la propria cultura).
 Attilio Brilli e la tradizione/moda culturale: La letteratura di viaggio in Italia e il Grand Tour sono molto
approfonditi da Attilio Brilli, massimo esponente in questo campo e professore all’università di Siena.
Brilli traccia i vari aspetti di quella che definisce grande tradizione culturale e cioè il viaggio in Italia.
La tradizione comprende:
-una serie d’aspetti materiali: la preparazione del viaggio, i mezzi di trasporto, le strutture d’ospitalità.
-una serie d’aspetti astratti: le motivazioni del viaggio, gli stereotipi dei viaggiatori stranieri (gli studi di Brilli
rilevano -Italia repertorio del mondo classico; Italiani popolo ignaro del progresso dei costumi socio-civili-).
La moda comprende i viaggi danteschi(viaggi attraverso i luoghi da lui vissuti seguiti da numerosi viaggiatori).
3. La letteratura generale
La letteratura è dotata di forme appartenenti a vari generi, contenuti e valori e comporta una serie di questioni
fondamentali per lo studio letterario.
3.1 La geno-morfologia
Si parte dalla definizione di geno-morfologia letteraria, cioè lo studio di:
 Generi (genologia), modelli organizzativi dei contenuti letterari, con il quale si indicano ‘gruppi di
appartenenza’ all’interno dei quali i vari testi letterari possono essere inclusi e identificati.
Il genere può sintetizzare validamente sia l’oggettività delle azioni narrate, sia la soggettività delle emozioni
espresse.
I generi sono:
-modelli storici, in quanto cambiano nel corso della storia della letteratura subendo un’evoluzione letteraria;
-modelli di istituzione letteraria, in quanto si stabiliscono a partire da opere di autori molto importanti;
- modelli di letteratura, che indicano al lettore come dovrà affrontare un certo testo.
In quanto istituzioni, i generi fungono da modello per il singolo scrittore, il quale deciderà di adeguarsi al
modello stesso (autore minore o rispettoso dell’istituzione di un dato genere) o di apportarvi modifiche più
o meno radicali (autori innovativi e quindi considerati maggiori): essi condizionano i giudizi del pubblico, il
quale determina il successo o l’insuccesso di un libro.
Filosofi (i generi sono contemplati in una profondità astratta)
 Uno dei primi a dare la prima classificazione dei generi fu il filosofo Platone, che classificò la narrazione poetica
in semplice, imitativa e mista: la categoria fondamentale da lui ritenuta era quella narrativo(o diegesi)-imitativa
(o mimesis/rappresentazione teatrale).
 Subentra successivamente la poetica di Aristotele che, invece, propone una teoria della letteratura fondata sulla
mimesis, che assume un’importanza fondamentale, e sul dramma.
 La mimesis distingue le opere letterarie in tre classi: drammatiche, liriche, epico-narrative (triade dei generi, che
diventa di fondamentale importanza soprattutto per Hegel). Secondo Hegel le opere epiche fanno emergere
l’oggettività del mondo, quelle liriche la soggettività privata dell’io, quelle drammatiche la coesistenza delle due
cose: questo sistema costituisce un riferimento importante per la comparatistica.
Comparatisti (indagano la concreta estensione storico-geografica dei generi)
 Guillén compie delle indagini comparate dei generi letterari: disegna una sorta di mappa letteraria che copre
l’estensione europea e si riferisce ad un preciso lasso cronologico.
 Qui si pone un’ulteriore problematica che riguarda la limitazione dello studio comparato europeo e Miner,
studioso di letterature occidentali e orientali comparate, spiega che i generi sono modelli ma non universali.
Per Miner ciò non implica che i generi siano modelli circoscritti alle specifiche culture e le diverse concezioni
poetiche non implicano l’impossibilità di un confronto interculturale (modelli plurali- es.gen.allegoricodidattico).

 Forme (morfologia), componenti dei generi che non riguardano il contenuto ma l’analisi intrinseca della
letteratura che si concentra sulle caratteristiche formali e che riguardano soprattutto la lingua e i suoi suoni,
le strutture narrative e lo stile (studio teorizzato da Wellek).
Wellek e Warren, raccogliendo i materiali di studio incentrati su ritmo e sintassi del formalista russo Osip
Brik, osservano che può esistere un ritmo anche nella prosa che crea musicalità e pone attenzione sulla
depositazione degli accenti e prende il nome di prosa ritmica (ideale di armonia ed equilibrio).
Ai formalisti russi come Brik si deve inoltre il merito della distinzione stutturale-narrativa di:
-Fabula, ossia l’ordine temporale-causale delle vicende di una storia;
-Intreccio, cioè l’ordine narrativo delle vicende stesse.
 Negli anni ’60, la narrativa come studio diventa una disciplina a sé stante, la narratologia;
L’esponente a capo di questi studi è Gérard Genette, che analizza la relazione tra storia, racconto e narrazione
sviluppando le analisi intorno a tre categorie: tempo, modo, persona.
 Nelle questioni formali rientrano anche quelle questioni riguardanti lo ‘stile’ corrente critica che, a differenza
delle forme fonico-linguistiche e le strutture narrative, riveste un testo nella sua globalità e del quale suo grande
esponente è il viennese Leo Spitzer: egli ritiene che lo stile di un testo consista in un sistema di scarti alla norma
linguistica comune, dovute alla personalità e alle vicende biografiche dell’autore che lo ha composto.
Ciò porta Wellek e Warren a dissentire, i quali invece attraverso i loro studi, mostrano che le questioni stilistiche
si estendono allo stile di un gruppo di opere, di un genere letterario, di un’epoca o movimento.
(Es. Auerbach affronta problematiche riguardanti lo stile in Mimesis precisando che nella letteratura antica
vigeva la legge della separazione degli stili: rappresentazione di personaggi nobili-> stile elevato, illustre;
rappresentazione della realtà ordinaria-> stile basso, umile, colloquiale, comico.
Con la sua venuta, Cristo entra nella realtà quotidiana e la eleva-> Auerbach sostiene che nasca il realismo
cristiano e moderno, con il suo stile misto).
3.2 La tematologia
Essa è lo studio degli aspetti contenutistici del testo(temi) e si sviluppa a partire dalla seconda metà del ‘900,
soprattutto grazie allo studioso Harry Levin(1.3) e ad altri studiosi di area francese.
Questo studio comprende diverse questioni, riguardanti:
 Temi, contenuti perlopiù astratti deducibili dai testi associati ai motivi;
 Motivi, la concretezza del motivo è costituita da una situazione o evento che ricorre in associazione al tema.
Esistono vari tipi di temi:
 Temi universali, si trovano continuamente nella letteratura e comprendono gli affetti e i sentimenti umani, le
problematiche capitali dell’esistenza, gli ambienti naturali, i contesti sociourbani
(es. Rousset rileva che lo scambio di sguardi tra due personaggi è il motivo ricorrente in associazione al tema
dell’innamoramento improvviso- Guillén amplia storico-geograficamente lo studio, prendendo in considerazione
il tema dell’innamoramento improvviso).
 Temi particolari, caratteristici del vissuto di determinati autori e/o di una certa epoca storica
(es. adulterio-> tema ricorrente nel romanzo 800esco come Madame Bovary; resistenza all’occupazione
nazifascista-> Il sentiero dei nidi di ragno).
 Temi simbolici, temi associati a dei simboli, ovvero elementi dotati di forza visiva ricchissimi di implicazioni
individuali condivise da una comunità (inconscio implicito).
L’inconscio implicito nei simboli è al centro di molte ricerche letterarie nella scuola di Ginevra (Poulet, Richard,
Starobinski si ispirano a Bachelard). Poulet, ad esempio rilevò che i simboli circolari hanno radici inconsce
nell’idea di ordine e perfezione, e può essere uno strumento non solo iconico ma strutturale e quindi, ad
esempio, potrebbe concludersi una poesia così com’è iniziata, ma esso può essere visto anche in modo negativo
(ricorrenza, bisogno di cambiamento).
L’implicazione culturale è invece attenzionata da Micheal Pastoreau (docente di ‘Storia del simbolismo in
Occidente’ a Parigi) attraverso le ricerche letterarie sul tema dei colori: anche i colori sono simboli, e il suo
mutare deriva dal tipo di epoca e cultura (il tema dei colori sono studi di riferimento per Alberto Castoldi, che
analizza in particolare il colore bianco come vuoto, angoscia e insensatezza; diverso per la cultura medievale, che
concepiva il bianco come luce divina e gioia cristiana come il paradiso per Dante nella Divina Commedia).

 Miti, contenuti incentrati su una figura e/o vicenda oggetto di molteplici versioni;
 Topoi, luoghi comuni della letteratura e della civiltà.
A differenza dei temi (contenuti astratti), i miti sono contenuti narrativi che può presentarsi in varie versioni.
La ‘mitocritica’ è la branca della critica letteraria sviluppatasi negli anni ’60-’70 grazie allo studio di esponenti come il
belga Trousson, lo svizzero Rousset e il francese Brunel e appositamente rivolta ai miti nella letteratura.
Brunel, maggiore esponente della mitocritica, spiega che il contenuto narrativo dei miti assolve due funzioni:
-esplicativa, in quanto il racconto da cui è costituito fornisce spiegazioni che veicolano un certo sapere sul mondo
(es. mito dell’età dell’oro, pone le origini del mondo in un’epoca di lontana perfezione, ripreso con la scoperta
dell’America con l’idea che il nuovo continente fosse la terra dell’oro);
-esemplare, in quanto racconta vicende di figure rappresentative dell’intera umanità, della sua condizione, delle sue
inclinazioni, dei suoi desideri (miti aventi come protagonisti figure particolarmente rappresentative, come Orfeo,
Antigone, Amleto e Don Giovanni).
I topoi sono complessi tematici che, a lungo tramandati, sono divenuti luoghi stabili e comuni contenuti in opere di
letteratura (es. invocazione alle muse in Iliade, Odissea, Divina Commedia), argomenti e temi intellettuali a
disposizione degli oratori per lo sviluppo dei propri discorsi (rivendicazioni di originalità, affettazioni di modestia).
3.3 Il canone
La letteratura plasma la cultura, la rappresenta, la tramanda: ci sono alcune opere di grande valore rispetto ad altre
in quanto a coscienza civile e culturale che stabiliscono quali siano i cosiddetti canoni letterari.
Quando si tratta di stabilire un canone sovranazionale, la questione diventa comparatistica.
La visione dei canoni si accordava a quella dei Great Books degli USA, ovvero una lista di libri da leggere e da studiare
per il loro grande valore culturale; questi subiscono poi dure contestazioni, poiché vi era l’esigenza di una revisione
multiculturale del canone rivolto anche alle minoranze data l’evoluzione letteraria che vi fu in quel periodo.
Da qui vi fu un dibattito sui canoni che durò per decenni in cui emerse in particolare Bloom: egli espose la sua
posizione nel ‘Canone Occidentale’, che andava contro l’estensione dei canoni, da lui considerati ristretti proprio per
racchiudere ciò che vale maggiormente e per stabilire parametri certi. Egli racchiuse in questo libro 26 autori europei
e americani scelti per la loro originalità artistica superiore a quella di altri scrittori, che superano l’angoscia delle
influenze rispetto ai grandi della letteratura che li hanno preceduti.
Il canone bloomiano si articola in tre età, al cui interno si collocano gli scrittori sublimi, quali ad esempio:
 Età aristocratica-> Shakespeare, Dante, Goethe, Cervantes;
 Età democratica-> Jane Austin, Emily Dickinson, Charles Dickens;
 Età caotica-> Freud, Kafka, Woolf, Joyce, Borges.

4. Letteratura e altro
Negli ultimi decenni, la letteratura comparata si confronta con ricerche riguardanti altre forme artistiche, altre
discipline e fenomeni culturali.
4.1 Letteratura e altre arti
Un’opera letteraria può costituire il soggetto di una melodia, di un quadro, di un film o quant’altro.
In tal caso, una forma artistica diversa dalla letteratura rielabora e adatta un soggetto letterario.
Cinema-> è l’esempio che presenta il maggior numero di soggetti tratti da un libro o da un testo teatrale.
Ogni trasposizione comporta la rielaborazione e l’adattamento di un’opera letteraria in vista della sua proiezione sul
grande schermo. Le ricerche comparate vertono su due fattori:
 “Come”: il cinema rielabora la letteratura, individuando le corrispondenze e differenze tra testo letterario e film;
 “Perchè”: le opere di uno scrittore possono diventare soggetti delle opere di un regista.

Pittura-> immagini non dinamiche che, a differenza della cinematografia, non permettono una trasposizione del
tutto adeguata.

Tematiche artistiche-> (stereotipi: artista e musicista ribelle) Quando descrizioni di quadri, disegni, incisioni o
sculture, riferimenti a melodie, ad artisti come personaggi si trovano all’interno di un’opera letteraria, costituiscono
delle tematiche artistiche.
Il “romanzo dell’artista” è la tematica che caratterizza un vero e proprio sottogenere letterario, del quale Goethe ne
è l’iniziatore.
 Herbert Marcuse, filosofo e sociologo tedesco, mette in luce il particolare legame tra il personaggio dell’artista e
la concezione dell’arte nella società dominata dalla moderna borghesia; in epoche diverse lo stesso personaggio
rimanda ad altre concezioni dell’arte e ad altre visioni della vita.

Arti diverse e analogia formale tra le arti-> L’arte si distingue in varie forme artistiche con differenze formali (es.
letteratura e pittura: la prima si esprime con forme linguistiche, strutture narrative, stili di scrittura; la seconda con
linee, forme, colori, tonalità, stili pittorici). Quando le forme letterarie e quelle di una o più arti diverse risultano
analoghe, si può parlare di analogie formali e gli studi che le osservano sono studi letterari comparati.
Talenti plurimi-> quando più talenti artistici si riuniscono in un solo autore, grandi personaggi che riuscivano a
destreggiarsi in più ambiti (es. Michelangelo Bonarroti= architetto, scultore, pittore, autore di diversi testi; Leonardo
Da Vinci, pittore, architetto, scultore, scienziato; Alberto Savinio= pittore ‘900, scrittore)
Cultural studies(o studi culturali)-> studi interdisciplinari che coniugano al sapere umanistico una particolare
attenzione per le problematiche della società contemporanea e la consapevolezza delle dinamiche tra sapere e
potere (politico, economico, sociale).
Essi si occupano della letteratura specialmente a proposito di alcune questioni: la società e la sua complessità
culturale, la cultura e l’imperialismo, l’eurocentrismo e il canone letterario, la letteratura e la migrazione, le
condizioni sociali.
 FRANCOISE LIONNET: Questi studi nascono ad opera di sociologi inglesi, ma in particolare emerge la
comparatista Lionnet, la quale afferma che ogni società esprime sempre tante culture, innanzitutto quella ‘alta’,
costituita da grandi opere letterarie e seguite da varie “sottoculture” e “controculture”.
Sottocultura= cultura anticamente di secondo piano (es. cultura musica pop)
Controcultura= fenomeno culturale che volutamente si oppone alla cultura dominante (es. il futurismo, le
avanguardie) venivano espressi in giornali (ciclostile).

Gli studi femminili-> sono una sorta di critica femminista attenta alla componente femminile nella letteratura e nella
cultura; essi nascono sull’onda del femminismo, movimento che si oppone al patriarcato, rivendicando il diritto delle
donne e maggiori libertà politiche e sociali. Gli studi femminili vengono categorizzati in:
 Women studies: femminismo dell’uguaglianza, studi americani che punta alla parità tra sessi e intendono
smascherare l’ideologia maschile che domina nei testi letterari, opprimendo la dimensione femminile.
Nel corso degli anni 80, questi studi evolvono verso i “gender studies” che contemplano i generi
omosessuale, bisessuale e transessuale;
 Différence sexuale: femminismo della differenza, studi francesi rivendica una specificità dell’essere donna
basata sul corpo e che, quindi, le donne scrivono in un linguaggio differente rispetto a quello degli uomini:
il linguaggio femminile procede fluido e sinuoso rispetto a quello lineare dell’uomo.
Gli stereotipi sulle donne sono immagini rigide e riduttive, frutto dell’ideologia degli uomini e di una
classificazione delle donne in categorie: la madre, la santa, l’amante, l’amata, la prostituta. I ruoli sociali
danno vita al sessismo, il modo in cui l’uomo si impone alla donna, e ciò è opprimente ed esorta alla
ribellione femminile. Miti letterari femminili: Antigone, Medea, Elettra, Ginevra. Ginevra come trofeo per la
dimostrazione del valore e la nobiltà di due contendenti; Ginevra come emblema di peccato e perdizione
(Divina Commedia); Ginevra lottatrice; donna angelo; femme fatale;

Letteratura e scienza -> studi favoriti dalla spiccata interdisciplinarità della comparatistica nei tempi recenti, con
studi di scienze come fisica, chimica, biologia, filosofia, antropologia, storia e geografia.
Tra le questioni maggiormente affrontate ci sono:
 Temi scientifici nella letteratura, vari saggi e articoli riflettono sulle figure del medico o del personale
infermieristico protagonisti di tante vicende letterarie (es. Dottor Pascal di Zola);
 Forme letterarie analoghe ai princìpi scientifici, testi letterari basati su princìpi fisico-matematici che riguardano
l’arte della combinazione. Il caso di Primo Levi, chimico di professione e scrittore, scrive Il Sistema Periodico, una
raccolta di 21 racconti, intitolati ciascuno a un elemento della tavola periodica;
 Letterarietà della scienza, riguarda la qualità letteraria dei discorsi scientifici e in particolare la qualità narrativa e
metaforica di tali discorsi in quanto strutture narrative produttrici di significato.
White sostiene che la scienza storica è narrazione e che le trame narrative costruite dagli storici non si
limitano a rispiegare il passato ma lo interpretano, e solo così ne colgono il senso. Altre ricerche sulla
letterarietà della scienza riguardano, infine, la qualità metaforica e narrativa dei discorsi degli economisti
Princìpio dello storico-narratore-> considerare la storia come operazione narrativa mette in discussione il concetto
di verità storica (oggettività degli avvenimenti storici può essere narrata in maniera diversa)
 La letteratura come scienza, riguarda il sapere offerto dalla letteratura, sapere custodito da romanzi, racconti,
versi. Autori:
 René Girard pone il sapere antropologico delle opere letterarie ed osserva che molti personaggi non sono capaci
di desiderare di per sé, il desiderio viene quindi o imposto da un terzo o proposto e pertanto non obbedisce ad
una dinamica lineare, ma triangolare.
Il triangolo tra desiderante, oggetto desiderato e mediatore si ripete costantemente nelle strutture narrative come
nella vita con il desiderio mimetico, ovvero il fatto che tutti prendano spunto dalle opinioni e stili di vita altrui.
Ciò causa invidie, gelosie e rivalità che sfociano nell’odio e quindi nella violenza e porta ad un conflitto generalizzato.

 Martha Nussbaum, filosofa statunitense, ha studiato la persistenza profonda della cultura umanistica e sostiene
che le grandi opere letterarie siano sempre legate all’etica
Noussbaum rileva che i romanzi educano ad atteggiamenti compassionevoli, a prendersi cura degli altri, a mettersi al
loro posto: la lettura fa sì che il lettore si identifichi con i personaggi della storia narrata e scelga di solidalizzare o
divergere da loro; ella rivela, invece, nelle poesie atteggiamenti giusti, democratici e rispettosi del vivere civile.
Il romanzo e la poesia insegnano l’etica perché producono nel lettore esperienze (emotive e cognitive al tempo
stesso) di altruismo e uguaglianza. L’insegnamento etico non deve essere però esplicito, ma indiretto (insegnamento
compassionevole - o pietas- e l’orientamento al giudizio e all’azione).

Paraletteratura-> letterature considerate minori, ‘para’-> ‘vicino a’, ‘opposto a’.


Affine e opposta alla letteratura per definizione, per paraletteratura si intendono:
- prodotti culturali di massa, vari generi narrativi (romanzi, gialli, rosa, fantascienza, fantasy, horror);
- operette, quali fumetti e fotoromanzi.
Le caratteristiche fondamentali della paraletteratura sono due:
1. Vocazione commerciale, i prodotti paraletterari sono fatti per raggiungere il più vasto pubblico possibile;
2. Funzione d’evasione, i prodotti paraletterari sono fatti per intrattenere il pubblico, non informarlo o istruirlo.
Nella seconda metà dell’800 si avvia questo mercato con la nascita dell’industria editoriale, e con il successivo
sviluppo dei mezzi di comunicazione (cinema, tv, computer), l’offerta paraletteraria diviene nel tempo più ampia.
Questo genere di letteratura è ripetitiva, semplice nel linguaggio per intrattenere il pubblico senza annoiarlo
sfociando nella complessità.
La ripetizione conferisce al racconto un ritmo facilmente riconoscibile in cui si alternano distensione e tensione,
sollievo e suspense; ciò porta il lettore a non accorgersi di questa forma e a divertirsi.
I personaggi coinvolti nella trama sono piuttosto rigidi, stereotipati e privi di contraddizioni che li renderebbero
complessi e il loro ruolo tende a rientrare in una di queste categorie: il vendicatore, la vittima, il cattivo.
I prodotti paraletterari sollevano inevitabilmente questioni che riguardano gli studi comparati, come quello di:
 Couégnas, comparatista che sostiene che la dimensione letteraria e paraletteraria sono inscindibili, in quanto le
due dimensioni si chiariscono per contrasto l’una con l’altra, pur non essendo inconciliabili.
Questi a maggior ragione sono oggetto di studio letterario comparato quando non solo si avvicinano e oppongono
alla letteratura, ma quando di letteratura parlano e qualcosa dicono.

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