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LA CONTINUITA PASSATO-PRESENTE E LE OPERAZIONI SULLE PREESISTENZE

Il restauro un concetto variegato, polisenso, difficile da definire sia per ci che ne costituisce
loggetto, sia per le diverse condizioni culturali e temporali nelle quali sinvera.
Il restauro lo specchio del gusto e dellattitudine critica di ogni epoca.
In senso lato, esso pu considerarsi come un complesso di azioni volte a rimettere in efficienza
e, da questo punto di vista, allora sempre esistito; in senso specifico, viene visto come un
intervento volto a preservare una testimonianza del passato, concetto invece tipicamente
moderno che si definisce fra il XVIII e il XIX secolo.
In generale, fino agli inizi del XIX secolo improprio parlare di restauro vero e proprio, ma piuttosto
di azioni intese ad aggiornare le opere del passato adeguandole alle esigenze spirituali, materiali
ed estetiche della contemporaneit.
Fino al Settecento esiste una sostanziale condizione di continuit con i tempi trascorsi, senza
distinguere il presente dal passato, per rendere lopera del passato congeniale al presente per
affermarne gli ideali.
Lopera del passato viene considerata come un tema aperto, appartenente ad un eterno
presente, piuttosto che ad un momento storico definito.
Il restauro, in questo caso, definito quale rifacimento o ricreazione.
Lattenzione conservativa non motivata dal valore storico, ma deriva dal rispetto o dalla
venerazione che un a determinata contemporaneit ritiene dovuti ad un personaggio o ad un
simbolo.
I restauri* venivano condotti da artisti, cosa normale dal momento che non esisteva distinzione
concettuale di procedura e finalit tra la creazione di una nuova opera o il restauro* di una
pervenuta dal passato.
Le operazioni pi comuni erano eseguite per cancellare i danni del tempo o delluomo: si vuole che
esso appaia integro.
Il desiderio di realizzare opere considerate pi degne, favorisce il succedersi di demolizioni e delle
conseguenti ricostruzioni a fundamentis. Per questo motivo la produzione architettonica
caratterizzata da stratificazioni: lantico va ad accostarsi al nuovo per dar vita, insieme, ad opere
originali.
Da qui deriva la diffusa consuetudine del Medioevo di reimpiegare i materiali di spoglio provenienti
da monumenti pi antichi, meglio se di et classica.
LA MANIERA DEL TEMPO
Il restauro* opera di artisti i quali caratterizzano i loro interventi attraverso la maniera del tempo
cio impiegando i codici linguistici propri del loro mondo figurativo.
Tali apporti si collocano nella fabbrica antica accanto alle parti sopravvissute cui tendono a legarsi
attraverso proporzioni e ritmi e non mediante stilemi.
Nel mondo antico, specialmente romano, lazione pi rappresentativa sulle preesistenze
costituita dalla ricostruzione totale o quasi delle fabbriche. Essa esprime la precisa volont di
ripristinare, in relazione al soggetto, laspetto o la comprensibilit dellopera che il tempo o gli
uomini hanno alterato.
A reinvenzioni prettamente intenzionali, si accompagnano spesso innovazioni legate a fatti politici
o al diffondersi di nuovi culti, come succede durante i primi secoli cristiani in cui molti tempi sono
trasformati in chiese.

Linteresse per lunit nella molteplicit e la molteplicit nellunit costituisce un aspetto


fondamentale della cultura artistica medievale.
Le primitive chiese medievali si impostano sui muri delle vecchie basiliche cristiane: il nuovo
adeguamento comporta la sostituzione di volte alle precedenti coperture di legno, lintroduzione del
transetto e lintroduzione dellaspetto decorativo, che va a combinarsi con la sostanza strutturale
nelle forme architettoniche (caratteristica specifica dellarte gotica).
Nella ininterrotta linea di continuit fra romanit e medioevo emerge, comunque, una nuova
consapevolezza del presente che considera il passato come unentit unitaria fornita di un proprio
significato, da rispettare o trasformare.
Nel corso del Quattrocento lattenzione degli artefici si concentra prevalentemente sui
monumenti classici. Brunelleschi e Donatello li studiano e li rilevano e ne tentano restauri
grafici e ne ricavano norme da applicare nella loro attivit. Si costituiscono le prime collezione
di arte antica e la ricerca di singoli pezzi si accompagna alla contemporanea distruzione di
molte fabbriche in stato di rovina, considerate inservibili se non come fonte di materiali nobili utili
alledificazione dei nuovi organismi della citt universale.
Da qui emerge il nuovo valore strumentale attribuito allantichit.
Lintervento sulle preesistenze, specialmente scultoree, tende ad aggiornare le opere del passato,
adeguandole al gusto del periodo ma anche guarendole dai guasti del tempo. Per raggiungere
questi scopi le opere sono restaurate alla maniera degli antichi, cosa del tutto naturale dal
momento che luomo del rinascimento si sente egli stesso antico.
Lopera reintegrata allantica vale come una vera opera antica.
Il fondamento di tutti gli interventi attuati in questo periodo storico, nonostante abbiano aspetti
qualitativi diversi tra loro, si trova nel principio di continuit che lega le diverse preesistenze.
La molteplicit di aspetti che emerge con chiarezza dalla produzione barocca confermaa che la
salvezza delle opere del passato legata alla congenialit esistenza ci che preesiste e il gusto
prevalente del tempo. Matrice comune di questi numerosi interventi di trasformazione la svolta
segnata dal generale mutamento di pensiero originato dalla Riforma cattolica tridentina.
In sostanza il restauro* nelle epoche che hanno preceduto il XIX secolo significa soprattutto
aggiornamento e viene attuato con gli strumenti propri della formativi architettonica. Si potrebbe
dunque parlare pi propriamente di architettura sulle preesistenze.
L ORIENTAMENTO RETROSPETTIVO E LE INCLINAZIONI CONSERVATIVE
Larchitettura ha da sempre richiesto la compatibilit tra le varie parti di una fabbrica. Cos in ogni
tempo gli architetti hanno teso ad incorporare il nuovo nellantico senza stridori e senza
disarmonie. Convenienza tra le parti viene intesa come sinonimo di bellezza.
Non sempre per lintreccio tra la buona architettura e la maniera gothica appare agli architetti
adatto a garantire il rispetto della bellezza; di conseguenza davanti ad unopera del passato da
rinnovare si presenta innanzitutto un problema di compatibilit stilistica.
Nella stragrande maggioranza dei casi il quesito viene sciolto in favore di soluzioni aggiornate,
soprattutto quando i resti antichi abbiano perduto il loro sigillo formale. Quando non sembra
possibile connettere intimamente i nuovi apporti con gli elementi preesistenti si adotta una
soluzione in stile.
Un impasto di temi e soluzioni che rappresenta unattenzione a modi del passato ancora
utilizzabili, ma riproposti con scarse preoccupazioni di natura filologica, almeno fino a tutto il
Settecento.
In sostanza un generico indirizzo stilistico.
Lorientamento retrospettivo non motivato solamente da ragioni interne allarchitettura, ma
anche da ragioni di natura diversa: incide, per esempio, sui modi dintervento la pluralit di

significati, di attributi, di valori sacri e profani che, in ogni tempo e in ogni luogo, la comunit
riconosce a ciascuna testimonianza del passato.
Unaltra importante motivazione, di natura prevalentemente religiosa, si trova nella convinzione
che vuole larte del passato pi reverente di quella moderna e che la venerabilit di un edificio sia
legata alla sua antichit.
Il rinnovamento dellantico definisce lessenza di un restauro devoto che si sviluppa in special
modo dalla fine del XVI secolo impegnando i due secoli successivi. Unoperazione che non
possiede affatto connotati filologici, ma che propugna lirrompere delle novit nellintervento
restaurativo, in dialettica pi o meno serrata con la preesistenza. Punti fermi restano comunque il
mantenimento o il rifacimento degli elementi caratteristici degli antichi edifici di culto, nonch la
conservazione e la valorizzazione delle reliquie.
Dal XVII secolo si assiste ad unattenzione realmente nuova verso le preesistenze che vengono
pi facilmente recepite o mantenute nelle opere moderne, sia pure conferendo loro il valore di
reliquia piuttosto che di documenti di storia.
C anche da segnalare una sorta di conformit simbolica che stabilisce unulteriore motivazione
di molti interventi tesi al mantenimento sul modello di quelli gi elencati. E opinione diffusa che agli
edifici religiosi convengano piuttosto forme del passato che attuali.
Prima del XIX secolo si pu parlare solamente di conservazione, riguardante il mantenimento di
significati, non certo di testimonianze materiali considerate in quanto tali.

INDIRIZZI E PROTAGONISTI DELLA CRITICA DARTE E DELLA CULTRA ARCHITETTONICA


EUROPEA NEI SECOLI XVII E XVIII
Lattivit critica che sinnesta sul pensiero del Rinascimento e si sviluppa durante tutto il Seicento
consente di pervenire ad acquisizioni che affermano i presupposti del restauro modernamente
inteso, vale a dire concepito come strumento di conservazione duna preesistenza vista quale
prodotto storico, cio come testimonianza di un determinato passato.
La distinzione delle maniere, vale a dire la scelta delle migliori maniere del secolo XVI, che serve
a superare naturalismo e manierismo ed a trovare un punto di equilibrio fra i due estremi, provoca
il bisogno di precisare il criterio, ovvero l idea utile a scegliere.
Giovanni Battista Bellori: Lidea non insita a priori nelluomo ma viene acquisita a posteriori
mediante lo studio della natura. Lidea originaria dalla natura, supera lorigine e farsi loriginale
dellarte.
Questa posizione esprime lessenza della concezione estetica del classicismo.
Giovan Battista Vico: Gli uomini prima sentono senza avvertire; da poi avvertono con animo
perturbato e commosso; finalmente riflettono con mente pura. Vale a dire che la poesia viene
prima dellintelletto ma dopo il senso; quindi larte attivit fantastica, distinta e indipendente da
quella intellettiva.
Johann Joachim Winckelmann: scopre che larte di ogni paese e di ogni tempo ha caratteristiche
proprie e che, allinterno di queste, ognuna strutturata secondo maniere diverse. Perci
propone le regole dellarte antica come precisi modelli fisici e non pi ideali da imitare; da tale
esigenzea discende quella di conoscere il patrimonio del passato nella sua oggettiva realt.
Cos lantichit viene finalmente vista nelle sue oggettive strutture temporali e geografiche. Questo
comporta due importanti conseguenze, sotto il profilo operativo si determina una oggettiva scelta
e applicazione delle maniere; sotto il profilo critico, il passato e il presente divengono due mondi
distinti. Conseguentemente lopera del passato viene intesa come rappresentativa della cultura

proprio di un determinato luogo e di un determinato tempo; diviene materiale di storia il cui valore
direttamente legato alla capacit dellopera stessa di dare informazioni sul mondo che lha
prodotta. Ne consegue che, se il passato inteso come valore storico-permanente, si pone
lesigenza di conservare le opere che lo rappresentano.
Nasce cos il restauro propriamente inteso.
Laspirazione a comprendere meglio larchitettura antica, greca e romana, impone la necessit di
una ricerca archeologica esaustiva e parallelamente nasce un rigoglioso mercato darte
strettamente legato e condizionato dai criteri e dal gusto che guidano il fervido collezionismo
dellepoca.
Durante l800 nascono i primi movimenti legislativi di tutela delle antichit.
Fra Sette e Ottocento anche gli interventi concreti risultano particolarmente intensi; loperatore
deve essere abile e colto, conoscitore dei caratteri figurativi e tecnici di una specifica opera,
capace di replicare lo stesso codice linguistico nellintegrare le parti nuove con quelle antiche.
In sostanza, interviene seguendo le regole tradizionali attraverso le quali pu introdurre nellopera
modificazioni profonde fino a realizzare veri e propri falsi.
Si opera ancora per ridare alle testimonianze materiali mutile la completezza che loro compete; gli
interventi fortemente integrativi seguono il criterio mimetico e in questa prospettiva ricalcano i resti
originali.
Tuttavia esistono eccezioni, come la figura del Canova, che contengono in germe gli sviluppi che
seguir la dottrina del restauro modernamente intese: in questi casi si manifesta chiaramente
lintenzione di rispettare gli errori primitivi senza intervenire con falsificazioni erudite.

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