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Fasi:
1- rendere un’opera del passato ad esigenze rappresentative e pratiche della contemporaneità (vero e
proprio recupero). complesso di operazioni tese ad aggiornare i manufatti alle esigenze socio-
economiche contemporanee armonizzate al gusto del tempo
efficienza
2- azione finalizzata a ricondurre il manufatto alle sue condizioni di origine (ripristino dell’aspetto
della comprensione dell’opera alterato dal tempo e dall’uomo)
ripristino
3- insieme di operazioni finalizzate ad assicurare la conservazione dell’opera
testimonianza - trasmissione di valori al futuro
esempi:
Santa Pudenziana in Roma
impianto termale trasformato in casa Romana, poi Basilica a cui sono stati fatti vari lavori
AGGIORNAMENTO AL PRESENTE
Generalizzazione alla modifica apportata a edifici di culto:
-impianti modificati a navata unica, segmentazioni delle navate laterali, colonne inglobate in pilastri,
zone lasciate aperte quali atri per altari privilegiati
-rielaborazioni mediante le “regole moderne” del Rinascimento, proporzione e “convenienza” tra le
parti geometriche
-richiami simbolici alla croce, in posizione prevalentemente baricentrica
esempi:
-decreto di Chio: opportunità di provvedere alla pulitura periodica di una statua
-Plinio e da Vitruvio: greci e romani prestavano particolare attenzione ai materiali da impiegare per la
realizzazione delle loro opere
-protezione delle sculture in legno con oli essenziali
-affreschi: distacchi da supporti danneggiati
-dipinti e sculture: pulitura strofinando la superficie con cenere per togliere polvere e grasso
(esempi validi ma senza una sequenza metodologica prestabilita)
-in età Romana sono frequestssime le demolizioni, ricostruzioni e riadattamenti di intere opere
all’evoluzione del concetto di “dignità” delle preesistenze o, in particolare, a nuovi culti: il Pantheon
di Roma (riuso, restauro e de-restauro: campanili Bernini…), il Partenone, Aghia Sophia…
esempi:
Vittoria di Brescia: trasformata più volte modificandone intere parti (diverse interpretazioni)
MEDIOEVO
-stratificazioni e spoglio sono pratiche comuni (per quanto riguarda gli edifici)
-antico e nuovo compartecipano, ma è l’antico che deve far rifluire nelle nuove costruzioni la “forza e
la gloria” delle antiche (il concetto dell’antico serve per dare valore al presente)
-colonne, capitelli ed architravi integrano le nuove compagini, meglio se provenienti da monumenti
più antichi
-l’antico (in frammenti recuperati) accresce il valore del nuovo monumento.
esempi:
San Marco a Venezia, Torre di Pisa…
esempi:
vecchi edifici vengono rifusi in nuove strutture: tempio Malatestiano a Rimini, Basilica di Vicenza,
Santa Maria del Fiore a Firenze (nuova facciata)
DOPO IL RINASCIMENTO
-l’epoca Barocca (fine XVI-metà XVIII sec.) accresce le manifestazioni di necessità di
“rielaborazioni” delle opere del passato, la cui utilità diventa ora al tempo stesso salvazione
-fino a questo punto sarebbe corretto parlare quindi non di Restauro ma di “architettura sulle
preesistenze” o “rinnovamento dell’antico” ma per mantenere vivo il significato piuttosto che la
testimonianza materiale
-la ricerca dell’armonia tra le parti, vecchie e nuove, per la realizzazione di organismi unitari e
compiuti, attraverso il principio della “conformità”, è tipica di questi tempi
-“compatibilità stilistica” è sinonimo di bellezza, che giustifica reintegrazioni generiche
“conveniente” e non filologiche. non di rado tali riadattamenti stilistici pongono problemi di datazione
per gli storici (“mimetismo”).
esempi:
Discobolo: scultura in bronzo, originale andato perduto, la copia pervenuta è una ricostruzione
romana. diverse integrazioni sul medesimo reperto archeologico. qual’è il limite tra la cura delle opere
antiche e la pura fantasia?
MODERNO CONCETTO DI RESTAURO
-il restauro modernamente inteso nasce tra la fine del XVIII - inizi XIX sec.
-il contesto storico sono gli eventi rivoluzionari in Francia (1789): parimenti alla individuazione dei
principi libertari, i monumenti e le arti divengono simbolo della “ricchezza scientifica della nazione”,
assumono un ruolo sociale, e pertanto vanno sottratti al vandalismo e protetti (nasce il detto:
“conservare per la nazione”). il clima della rivoluzione rafforza la critica artistica e letteraria in tutta
europa, e riaffiora diffusamente il fenomeno di “ritorno al gotico”
Revival gotico:
-la riscoperta delle forme medioevali, contrariamente ai primi anni dell’800 (richiamato per l’eleganza
e le decorazioni), assume una connotazione di deliberata reazione alle dottrine accademiche,
l’illuminismo e l’industrializzazione, che permea letteratura, arte e architettura
-in Inghilterra si incarna nella riscoperta dei giardini e delle rappresentazioni “pittoresche” e
malinconiache dei paesaggi antropizzati in rovina (gotico in stile “naturalistico”)
-si esaltano concetti di sublime e permanenza e l’atteggiamento retrospettivo, nasce il gusto per le
rovine
-in una rovina architettonica, contrariamente ad altre opere in frammenti, crescono altre forme e forze,
come quelle della natura
-culto della rovina: l’opera è un nuovo intreccio di arte e natura insieme, una nuova creazione che
testimonia:
-per alcuni il trionfo del tempo sul genere umano
->contemplazione romantica
-per altri rappresenta una testimonianza mutila ma ancora riconoscibile di un opera
o un evento antropico
->documento materiale di storia
(Viollet le Duc e Ruskin incarneranno la dualità dell’intervento vs non-intervento)
arco di tito: era inglobato nelle mura di un convento fino al 1812 -> demolito e lo si vuole ricostruire.
Valadien fa il rilievo delle rovine e poi conclude i lavori sono la morte di Stern che inizia i lavori. In
questo caso vengono utilizzati gli stessi materiali ma si mantiene diversa la finitura esterna così da
rendere distinguibili i nuovi elementi delle colonne originali scanalate. Si reintegra l’immagine e la
struttura attraverso la materia e si usa tale accorgimento per distinguere le parti vecchie da quelle
nuove.
conseguenze e contestazioni
-demolizione di operazioni del passato su manufatti, se non rispondenti allo stile originario
-mimetismo, falsificazioni legittimate in nome di un’astratta coerenza di stile
-mancano maestranze, professionalità e strumenti d’intervento in grado di realizzare ciò che le teorie
stanno via via impostando
-la scelta del gotico non ha per VLD alcuna connotazione romantica, al contrario diviene strumento
congeniale alle esigenze delle costruzioni moderne, poiché permette, più di ogni altro stile, di
impiegare i materiali in ragione della loro natura e qualità, ossia è il modo più razionale di costruire
-ciò vale sia per la progettazione di nuove opere (architettura come sintesi tra scienza e arte) che per
il restauro (dove invece l’invenzione diventa arbitrio)
-il restauro è cioè ben distinto dall’architettura, e deve restituire scientificamente non una
interpretazione attuale, ma contemporanea al manufatto su cui interviene, il quale deve quindi rivivere
nel presente sulla base di una severa induzione operata secondo lo stile.
innovazione e modernità
si cerca per la prima volta di fornire un METODO (concetti che verranno codificati dopo)
-la conoscenza è il presupposto essenziale dell’intervento (indagini)
-necessità di studio caso per caso
-distinguibilità tra le parti, rintracciabilità di tutte le modifiche
-rigore nella selezione ed impiego dei materiali
-destinazione d’uso “soddisfacenti” per conservare
-regola im completamento per analogia
-afferma l’esistenza di una gerarchia di valori che determinano le priorità del restauro
interpretazione e critica
-in virtù delle contraddizioni insite nella sua opera, di fronte ad azioni di completezza ed innovazioni
ardite e al limite della legittimità da lui stesso dichiarata, VLD riceve nel corso della sua vita opinioni
altrettanto contrastanti, che si incrinano via via sempre più in netta opposizione al suo pensiero
RUSKIN si forma nell’Inghilterra protestante, immersa nel turbinoso sviluppo industriale, che
offusca il senso di bellezza. Coltiva le sue tendenze per la musica, il disegno, l’osservazione naturale,
completa gli studi a Oxford. Di salute cagionevole, temperamento inquieto e instabile, viaggia molto
anche in Italia. Scrive prima un’opera sulla pittura di paesaggi e sul rapporto arte-paesaggio, poi si
occupa di architettura, mantenendo stretto il rapporto tra questa e moralità (l’architettura è parte
essenziale del paesaggio, deve entrare in simbiosi anche con la natura più selvaggia.
Contrasta Pugin e il cattolicesimo, innalza l’architettura a purezza, utile a infondere benessere, forza e
gioia all’umanità, a prescindere dalle funzioni specifiche degli edifici. Esalta l’ornamento (le cose non
necessarie) quale espressione dell’ordine generale costruito dall’architetto (ordine umano) per
integrarsi all’ordine della natura (ordine divino), l’ornamento è ciò che rende architettura un semplice
edificio. Esalta il gotico autentico quale unico stile adatto alla moderna architettura. Considera un
dovere la conservazione dell’architettura che già possediamo.
-Ruskin non ebbe grande seguito tra la cultura architettonica del suo tempo: tuttavia in Inghilterra si
formano associazioni attorno a personaggi che richiamano ad una generale prudenza di intervento e
argomentano i primi punti di una conservazione radicale.
-il monumento è documento storico e pertanto non va modificato
-non esistono epoche passate privilegiate, tutte meritano lo stesso rispetto
-tali idee rappresentano la sorgente delle tendenze conservative più moderne, e hanno contribuito a
creare una generale coscienza alla conservazione, utile a scardinare le convinzioni ottocentesche,
soprattutto innescando dubbi sul concetto di autenticità
-si rafforza inoltre l’idea attuale che l’opera è irriproducibile, e che è necessario saper guadare per
conoscere
-rispetto dell’invecchiamento dell’edificio
L’Italia è in questi tempi in piena fase stilistica (restituire alle fabbriche la loro identità originaria) con
concessioni ritenute legittime di interpretare e migliorare l’opera del passato. si applicano regole
accademiche, pur con eccezioni, a volte anche vistose, prevalentemente completamenti per analogia
(rifacimenti e integrazioni).
verso la fine dell’800 stile, filologia e storia sono compresenti sin tutta l’attività di restauro, si
comincia a far prevalere la conservazione sull’innovazione.
-il monumento acquista la bipolarità di opera d’arte ma anche di documento di storia, il secondo ora
prevale preferenzialmente sul primo (estetica vs testimonianza)
-il monumento è testo da studiare, interpretare, emendare e integrare con gli strumenti della ricerca
storica, basata sui documenti e sulla fabbrica stessa come documento da indagare
-si accentuano gli aspetti conservativi rispetto al passato, si ricercano qualità oggettive dei manufatti,
si vuole qualificare il restauro come operazione scientifica
-nel IV congresso degli architetti e ingegneri italiani C. Boito promuove una discussione sulla
distinguibilità delle aggiunte, contro la pretesa di ristabilire l’unità formale e stilistica del monumento,
e si approva il manifesto del restauro filologico
Manifesto:
1-il consolidamento dev’essere preferito alla riparazion, e questa al restauro
2-le aggiunte di parti mai esistite devono essere eseguite secondo la maniera moderna
3-le sostituzioni di parti distrutte o non ultimate in origine devono essere condotte secondo le forme
primitive ma con materiale diverso, nei restanti archeologici devono essere impiegate forme
semplificate
4-le opere di consolidamento devono essere ridotte al minimo indispensabile, specialmente nei
monumenti che traggono la loro bellezza dai marmi, mosaici, dipinti, nonché dagli stessi segni del
tempo
5-le aggiunte introdotte in epoche successive devono essere di regola mantenute
6-il restauro dei monumenti dev’essere corredato da studi e documentazioni
7-una lapide dovrà ricordare, sul monumento, la data e le principali opere di restauro effettuatevi
CAMILLO BOITO:
comincia la sua formazione nella musica e letteratura a Venezia insieme al fratello Arrigo, frequenta
l’accademia delle belle arti, diviene allievo di Selvatico, classicista e acceso medievalista, che lo
introduce alla cultura europea e lo invita giovanissimo a tenere una cattedra di architettura
all’accademia. viaggia in europa e visita molte città italiane, opera a Padova (anche se sarà
principalmente un teorico, saranno più i suoi allievi ad operare). dal 1860 al 1909 è chiamato come
professore all’accademia di Brera, insegna per oltre 60 anni al Politecnico. riveste molte cariche
accademiche e comitati di studio e professionali, propone innovazioni nell’organizzazione
amministrativa della tutela che avranno seguito nello sviluppo delle normative nazionali. è architetto,
storico, poeta e scrittore, scrive di storia, arte, critica ed estetica. saranno suoi allievi anche Luca
Beltrami e Gaetano Moretti, che continueranno la sua opera.
-in linea con i concetti introdotti dal romanticismo, in Europa si cercano gli “stili nazionali”
dell’architettura, che siano portatori di valori assoluti di bellezza e perfezione, che abbiano origini
accertate e i cui sviluppi siano rintracciabili su tutto il territorio
-si sistematizzano rassegne complete di storia dell’architettura italiana, e giungono a maturazione i
grandi progetti di ricostruzione storico-critica, che coinvolgono i maggiori pensatori del tempo
-si individuano le origini dello stile dell’architettura italiana (che dovrà essere “una, varia e
pieghevole ed eminentemente organica”) nell’architettura lombarda, definita quindi “compiutamente,
incontrastabilmente italiana”
-apprezza inizialmente l’approccio e l’opera di VLD, da cui successivamente si discosta,
avvicinandosi, coerentemente al fervente milanese, alle dottrine “antirestaurative” di Ruskin e Morris,
da cui nasceranno le basi per il pensiero filologico:
-profondo rispetto per le stratificazioni
-il monumento è documento storico, di cui va difesa l’originalità e l’autenticità (prima
volta che appare come concetto), attuata con la riconoscibilità delle intromissioni
eventualmente indispensabili
-il monumento è un libro da leggere senza riduzioni, aggiunte o rimaneggiamenti
contraddizioni e critica
-distingue i modi di restaurare in relazione alla qualità prevalente:
-importanza archeologica: per i monumenti dell’antichità sono ammesse ricomposizioni
purché basate su dati sicurissimi (fino ad ora si erano create falsificazioni senza rigore), e minime
integrazioni, seppur semplificate e distinguibili
->restauro archeologico
-apparenza pittoresca: si tratta prevalentemente degli edifici medievali per i quali devono
essere limitate le aggiunte, per non cancellare il segno amabile e sever dell’antichità
->restauro pittorico
-bellezza architettonica: dal Rinascimento in poi, il pregio architettonico soverchia le altre
virtù, per tali edifici, pur rifuggendo da compimenti e innovazioni è indicata maggior libertà di
restauro
->restauro architettonico
-nei pochi restauri da lui effettuati rimane perlopiù fedele ai principi del ripristino dell’unità stilistica
(“l’antico prevale sul nuovo ma il bello prevale sull’antico”)
RESTAURO STORICO
-la variante storica del restauro filologico, è tesa a schematizzare categorie di intervento, basate su
l’attenta selezione dei “documenti giudicati più attendibili fratturi quelli raccolti e con l’aiuto di quelli
grafici nel caso di eventuali rifacimenti
-in realtà era prassi già in essere ai fini del restauro architettonico fin dalla prima metà dell’800 in
Francia e per tutta la fase stilistica, ma in questo momento risulta più evidente e potenziato dal già
presente restauro filologico
-“l’intervento deve arrestarsi dove cominciano le ipotesi”
il restauro storico può considerarsi una variante del restauro stilistico che limita lo stato primitivo da
raggiungere alle sole situazioni realmente esistite e documentate, scartando quelle soltanto ipotetiche
CLOQUET
distingue le opere architettoniche:
-monumenti morti: opere che appartengono al passato e che sussistono solo in qualità di
ricordo di epoche estinte, come puri documenti d’arte, non rovine
-monumenti viventi: opere difese dall’incuria e dall’azione del loro tempo perché oggetto
d’uso, e tale uso è inseparabile dalla loro bellezza morale
-la formula “conservare, non restaurare” diviene: “conservare, restaurare e a volte, ampliare” per
rendere idonei i vecchi edifici alle esigenze moderne, sempre sposando i criteri filologici
-si cercano, senza successo, categorie di interventi da applicare nel caso di monumenti morti o viventi
RIEGL
nello stesso tempo propone una sorta di esegesi dei valori:
-monumento intenzionale: è costruito per tramandare un evento alle generazioni future
(monumento celebrativo)
-monumento involontario: non intenzionale per l’autore, lo diviene per successiva
connotazione artistica e/o storica dei posteri
monumento intenzionale: storico per creazione (opera che ricorda un momento preciso)
monumento involontario: storico riconosciuto (rappresenta un momento unico storico)
monumento antico: in quanto esistente (non di grande interesse/significato)
valore dell’antichità: si manifesta a vista per l’aspetto non moderno, non tanto per la forma stilistica
(potrebbe essere un’imitazione), quanto per imperfezione, mancanza di unitarietà, tendenza al
disfacimento. Il monumento non deve essere sottratto alle forze continue della natura (diverso è
parlare di cause improvvise di distruzione), ma per salvaguardare questo valore non si deve
intervenire arbitrariamente sul suo stato originario, non operare aggiunte, riduzioni o integrazioni
delle parti distrutte dal tempo per le forze naturali
valore storico: il monumento testimonia una fase dell’evoluzione dell’attività umana. questo valore è
tanto maggiore quanto più inalterato è il suo aspetto originario, mediante la conservazione, per
bloccare l’azione dissolvitrice della natura (contrasta il valore di antichità) (prima volta che si nomina
la conservazione)
valore commemorativo intenzionale: monumenti in cui sono perpetuate e vive nella coscienza dei
posteri le finalità commemorative che hanno motivato la realizzazione del monumento. le forze
dissolvitrici della natura devono essere combattute e le loro influenze paralizzate. per questo si opera
con il restauro (si parla qui di conservazione e restauro)
valore d’attualità: capacità dei monumenti di soddisfare
-bisogni pratici (fisico-sensoriali -> valore d’uso)
-bisogni spirituali (-> valore d’arte)
valore d’arte:
-valore di novità (opera creata il cui mantenimento si oppone al valore di antichità)
-valore artistico relativo (dipende dal gusto del momento)
non esiste una valore artistico assoluto
la complessa analisi di Riegl chiarisce come principi e metodi del restauro non possano eludere il
concetto di valore, che poi è in realtà la fitta rete dei valori riconoscibili nell’opera. tale
riconoscimento si rivela fondamentale per la individuazione delle sette pratiche adottate nel restauro.
-il restauro deve essere operazione scientifica, volta a conservare sia il monumento che l’ambiente
monumentale
-si favoriscono opere di manutenzione, riparazione e consolidamento anche con mezzi e procedimenti
della tecnica moderna (cemento armato e ferro)
-si opera nel binomio distinguibilità-notorietà (approccio filologico)
-ai auspica quale strumento di conservazione dei monumenti viventi, una funzione concreta non
troppo diversa da quella primitiva
-il monumento è il primo documento di se stesso (più importante del restauratore)
ROBERTO PANE
-l’esperienza post-bellica mise a dura prova l’applicabilità dei principi del restauro scientifico,
stravolgendo il concetto di minimo intervento, aprendo quindi spazi per la ricerca di nuovi orizzonti
-la creazione di una nuova unità estetica esige l’intervento del gusto e della fantasia
-riemerge l’esigenza di rivalutare l’opera d’arte in quanto tale, ponendo come vincolo al gusto e alla
fantasia la sensibilità e cultura di critico.
RENATO BONELLI
-il restauro deve rivelare
-emergono i limiti del restauro filologico-scientifico (prima considerato inattaccabile), che considera
il monumento come testimonianza storica e ne trascura quindi la valenza artistica
-l’opera architettonica, invece, non è solo documento ma è soprattutto un atto che nella sua forma
esprime totalmente un mondo spirituale unico he per questo assume importanza e significato
-è cioè atto critico e creativo
atto critico: riconoscere la qualità artistica (opera d’arte) e operare per recuperare la vera forma (o
forma compiuta, che non è necessariamente quella originaria)
atto creativo: liberazione della vera forma, eliminando quanto la deturpi o sfiguri e ricomponendo le
parti mancanti (lacune) attraverso un atto di fantasia criticamente controllato
-comprensione storico-critica
-singolarità dell’opera antica
-evidenza del problema delle lacune, rimozioni e aggiunte
CESARE BRANDI
-“il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte nella sua
consistenza fisica e nella duplice polarità estetico-storica, in vista della sua trasmissione al futuro”
assiomi della concezione brandiana:
1-la materia è il luogo della manifestazione o epifania dell’immagine
-si restaura solo la materia dell’opera d’arte
2-esigenza di contemperamento dialettico tra le due istanze, qualora le condizioni
dell’opera d’arte si rivelino tali da esigere un sacrificio di una parte di quella sua
consistenza materiale
-il restauro deve mirare a ristabilire l’unità potenziale dell’opera d’arte,
senza commettere un falso artistico o un falso storico, e senza
cancellare ogni traccia del passaggio del tempo
-la materia dell’opera d’arte:
-struttura
-aspetto
-l’unità potenziale dell’opera d’arte:
è unità che spetta all’intero, e non al totale
-restauro e conservazione possono essere articolati diversamente nelle parti e nei temi di un edificio,
non necessariamente esclusivisti
-obiettivo è raggiungere una nuova organicità unitaria costruita con e per l’antico. organicità che non
è unitarietà di stile, ma piuttosto perseguita attraverso un sentire unitario. restauro non come
omologazione ma come rilettura organica di parti che rispettiamo essere diverse
-non ricerca di nuove teorie, né proporre un compromesso che riporti una pace non necessaria tra le
tendenze esistenti, ma guardare da una prospettiva più distaccata e serena il “campo di battaglia delle
idee” per scegliere quelle che meglio si addicono ad interpretare il caso che abbiamo di fronte, non far
diventare le tendenze “ideologie”
-formare una volontà motivata da attuare con coerenza
-redatta nel 1931 approvata nel ’32 dal consiglio superiore per le antichità e le belle arti
-massima importanza alle cure assidue di manutenzione e alle opere di consolidamento, volte a
restituire resistenza e durevolezza (prima volta che si parla di questo) al bene
per i monumenti antichi “lontani ormai dai nostri usi e civiltà” si escludono i completamenti (ripristini
basati solo su dati certi e non su ipotesi) e si ammette solo la ricostruzione per anastilosi (restauro di
ricomposizione)
-aggiunte minime se necessarie (criterio storico), comunque riconoscibili (conservare tutti gli elementi
aventi un carattere d’arte o di storico ricordo)
-utilizzazioni non troppo distanti dalle destinazioni d’uso originarie (compatibilità funzionale)
-utilizzo di tutti i mezzi moderni “se quelli tradizionali non sono sufficienti e dei sussidi sperimentali
delle varie scienze in opposizione agli obsoleti procedimenti empirici
MIGLIORAMENTO SISMICO
-art. 29 codice
“nel caso di beni immobili dichiarati a rischio sismico, in base alla normativa vigente, il restauro
comprende l’intervento di miglioramento strutturale”
-a. Giuffrè: l’intervento di miglioramento è l’esecuzione di una o più opere riguardanti singoli
elementi strutturali dell’edificio con lo scopo di conseguire un maggior grado di sicurezza senza
peraltro modificare in maniera sostanziale il comportamento globale
-ancora una volta importanza della conoscenza e della diagnosi
-miglioramento presuppone compatibilità (non solo di materiali e tecniche, ma anche d’uso
sicurezza equivalente: miglioramento strutturale in grado di rispettare il più possibile i requisiti della
conservazione (senza appunto ricostruire interamente)