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LA DISCIPLINA URBANISTICA E IL RAZIONALISMO NELLITALIA FASCISTA 1. Gli interventi sulle citt esistenti 2.

Le Citt Nuove LAgro Pontino Le Citt Nuove dellAgro Pontino Sabaudia Littoria Aprilia Pontinia Guidonia Pomezia GLI INTERVENTI SULLE CITTA' ESISTENTI Definire i caratteri "fascisti" delle citt italiane e distinguerli da quelli complessivi che esse hanno assunto nel ventennio fascista una cosa piuttosto complessa perch tra le due guerre tutte le citt citt italiane si sono trasformate, quale pi quale meno, cos come si erano trasformate prima e come hanno continuato a trasformarsi dopo il fascismo. Il ritmo di questi mutamenti, negli anni '20-'30, fu pi intenso nel complesso di quello dei cinquant'anni precedenti, ma meno di quello dei decenni successivi, cosa che fa pensare ad una fase intermedia di un processo evolutivo continuo che andato accelerandosi nel tempo fino alla crisi della citt industriale. Questo processo correlato alla modernizzazione generale delle strutture della nazione e ai suoi modi specifici di sviluppo capitalistico. La contraddizione che si presenta nel rappresentare un quadro generale delle citt italiane durante il fascismo che da una parte, in una moltitudine di situazioni, ci si trova di fronte ad una caratterizzazione "fascista" degli interventi estremamente evidente sopratutto sul piano della forma, delle configurazioni spaziali, dell'uso dei materiali, su quello dei modi di gestione dei problemi urbani; dall'altra c' la difficolt di mettere in luce la natura specificamente fascista di questi interventi e di raccordarli a un quadro di trasformazioni necessarie pi generale. Tra le due guerre la crescita della popolazione e i suoi modi di distribuirsi sul territorio ebbero andamenti del tutto simili a quelli della fase precedente in stretta relazione con le fasi di sviluppo industriale. L'esodo dalle campagne continuava e un numero consistente di provincie vide ridursi la popolazione rurale. Cresceva invece sia in assoluto che in termini relativi la popolazione urbana che tendeva a concentrarsi nelle citt maggiori. Si trattava di processi non naturali, ma comunque spontanei e automatici. In che modo il fascismo ha interagito con essi? Anzitutto va citata la lotta contro l'urbanesimo in quanto crescita delle masse proletarie di immigrati nelle citt. Le lotte si formalizzarono in alcuni provvedimenti legislativi, a partire dal '26, che comunque restarono largamente inapplicati e si rivelarono pochissimo efficaci perch lo sviluppo industriale continuava a richiamare manodopera. Alla ideologia antiurbana del regime corrispondeva la fioritura di una quantit di proposizioni tecniche relative al decentramento in campagna dei quartieri operai, allo sviluppo di insediamenti suburbani di "case minime" con orto, borgate proletarie, quartieri giardino piccolo borghesi; mentre a livello sociologico tutto ci si rispecchiava nello sviluppo di una letteratura in materia di ruralesimo, cio di urbanistica delle aree agricole e dei centri contadini e nella polemica generalizzata contro i mali della citt. Di fronte a questo atteggiamento stette, contraddittoriamente, almeno fino ai primi anni '30, il mito delle citt milionarie. Avere un milione di abitanti divenne un traguardo verso il quale la propaganda del regime spinse in gara Milano e Roma che lo raggiunsero intorno al '35, prima di puntare solo su Roma che si voleva grande per pure ragioni di prestigio. La crescita di Roma dunque non fu solo ammessa, ma stimolata in funzione di scelte politiche in linea con gli orientamenti decisamente accentrarori dello stato fascista che, nella capitale dell'Impero, pretendeva di rappresentare urbanisticamente i suopi caratteri migliori e si oper con i grandi lavori pubblici di ristrutturazione e la realizzazione dell'E42; La tendenza rigidamente accentratrice dello stato fascista ebbe effetti importanti anche in periferia. La riorganizzazione della disciplina degli enti locali e il riassetto delle circoscrizioni amministrative hanno interferito con modifiche della gerarchia urbana negli anni tra il '20 e il '30. Varie citt ebbero un nuovo ruolo di capoluogo di provincia, mentre altre videro ampliarsi 67

amministrativamente i propri confini comunali con accorpamento ai centri maggiori dei comuni minori, come accadde a Milano, Genova, Venezia, Verona, Reggio Calabria, ecc... Tutto ci comportava la necessit di nuove dotazioni di uffici, servizi, attrezzature, impianti e infrastrutture. Sebbene gli obiettivi fossero soprattutto politici perch si trattava di togliere autonomia agli enti locali e di organizzare sul territorio nazionale le strutture necessarie al pieno controllo economico e sociale da parte dello stato, si avevano comunque effetti non marginali sul funzionamento del sistema territoriale, perch si creavano nuovi bacini di gravitazione funzionale, nuovi flussi di interessi e nuove gradazioni nei livelli di importanza delle citt. I cambiamenti della geografia amministrativa avevano dunque importanti effetti nel rapporto tra citt e territorio e tra citt e citt. Comunque, al di l degli intenti di ruralizzazione, lo sviluppo industriale del paese esigeva la creazione di nuove strutture insediative specializzate e il sostegno ad altre che erano gi in atto. Si dette ossigeno a Porto Marghera, si promosse la ristrutturazione industriale e portuale di Genova, Bari e Livorno, si incrementarono gli impianti di Monfalcone, Napoli, Taranto e La Spezia. D'altra parte l'espansione industriale e territoriale di Milano, Torino, Genova e dei loro hinterlands avveniva comunque secondo indirizzi tracciati dal grande capitale prima dell'avvento del fascismo stesso. Il fascismo sembra aver agevolato molte iniziative pi che inventarne di nuove alternative. L'innovazione, in sostanza, non stette tanto nelle trasformazioni in s, quanto nella pretesa di razionalizzare attraverso un rigido controllo autoritario la gestione delle trasformazioni dell'assetto insediativo e produttivo. La moderna citt capitalistica non pi, come nel passato, un tutto che si trasforma organicamente assumendo in ogni fase evolutiva un assetto transitorio ma sempre ben definito; essa un aggregato discontinuo di parti combinate insieme pi o meno razionalmente e tenute insieme da un potente collante economico. Questo tipo di insediamento il fascismo se lo trova assai ben abbozzato laddove il processo capitalistico pi avanzato e questo modello esso persegue in generale, appunto come regime capitalistico autoritario di massa. Ma naturalmente non tutte le citt italiane negli anni '20 '30 avevano subito tale mutazione: Milano, Torino, Genova e Taranto erano pi avanti di Trieste, Padova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, ecc...; e se Roma un caso a parte, restano decine di centri grandi e piccoli le cui strutture erano ancora sostanzialmente quelle della organica citt preindustriale. La peculiarit "fascista" delle trasformazioni avvenute tra le due guerre nei centri urbani italiani riconosciuta soprattutto nei tanti "sventramenti" promossi pi o meno direttamente dal regime. Nel ventennio fascista fu tale la quantit di interventi di demolizione, ristrutturazione e rifacimento che "sventramenti" e "fascismo" in urbanistica sono quasi diventati sinonimi. In nome del progresso furono demoliti senza scrupoli interi isolati o addirittura quartieri antichi e ricchi di storia, per realizzare al loro posto una nuova rete stradale e soprattutto la massima quantit possibile di fabbricati nuovi. La sequenza era ovunque la stessa: centinaia di famiglie venivano sloggiate dalle zone centrali delle citt, che occupavano da sempre, e le loro case demolite; le aree edificabili cos ricavate erano valorizzate da un nuovo impianto urbanistico, realizzato di solito dalle amministrazioni pubbliche. All'incremento di valore del suolo corrispondeva una nuova edilizia economicamente pi redditizia: si trattava in genere di palazzi per uffici o abitazioni di lusso, per di pi con volumetrie assai superiori a quelle eliminate con le demolizioni. Le famiglie povere che erano state sloggiate dovevano traslocare in periferia. In pratica, con strumenti tecnico-amministrativi elaborati dalle municipalit e con investimenti in opere pubbliche consistenti, accadeva che nelle zone urbane pi appetibili si realizzasse una radicale sostituzione di popolazione e che un certo numero di privati proprietari fosse messo in grado di realizzare grandi plusvalori nelle aree interessate dai lavori e nelle adiacenze. Comunque gli sventramenti delle parti vecchie delle citt erano il risultato di vari ordini di motivi: certamente il potere economico e politico che operavano per interessi speculativi o di gerarchia sociale; ma anche problemi di carattere igienicosanitario, di una rinnovata organizzazione e funzionalit urbana, risolvendo problemi legati all'accessibilit, ai servizi generali, ecc... I mutamenti strutturali accennati si traducevano in modificazioni nella configurazione spaziale delle citt: edilizia e urbanistica avevano in questo un ruolo unitario, compenetrandosi in scenografie molto peculiari. Le trasformazioni strutturali nei centri urbani portavano in genere ad un aumento delle masse edificate. Il profili dei centri storici veniva alterato dall'emergere dei nuovi massicci volumi, tra cui spiccavano le torri littorie o tozzi grattacieli. Lo stile dei nuovi fabbricati era generalmente eclettico e abbondavano i riferimenti a motivi classici: arconi, volte, colonne, paraste, timpani, statue gigantesche, ecc.. si componevano variamente negli edifici che dovevano essere monumentali, e cio tutti gli edifici pubblici e i pi importanti di quelli privati. Sinteticamente, i caratteri spaziali delle citt "fasciste" erano quelli che risultavano da una zonizzazione funzionale e sociale sempre pi spinta. I centri urbani diventavano pi compatti, con forti squilibri tra parti riedificate e parti vecchie, varie lacerazioni nei tessuti omogenei stratificatisi nei secoli e nette discontinuit volumetriche e formali rispetto a quanto era gi stato rinnovato nei decenni precedenti. Riservati alle attivit lucrative o prestigiose e alle classi dominanti, essi erano 68

variamente aperti dagli sventramenti, cui seguivano ristrutturazioni condotte con una spiccata ricerca per la monumentalit, per le composizioni prospettiche assiali, l'isolamento degli edifici importanti. Le aree intermedie erano formate da quartieri monotoni di case per il ceto medio, con isolati pi o meno regolari, edificati densamente lungo le strade con fabbricati a pi piani, molto simili l'uno all'altro, tutti in genere con appartamenti standard e con cortili chiusi all'interno. Le aree periferiche erano formate da insiemi omogenei di edilizia pi modesta, spesso aperta, altre volte organizzata in serie di casermoni o in quartieri giardino in cui la modestia lasciava il posto ad una eclettica pretenziosit, rigorosamente monoclasse. Tra questi si inserivano ancora complessi pubblici con pretese monumentali come stadi, ospedali, attrezzature civili e militari. E' evidente la passione scenografica dell'urbanistica fascista, che comunque non sembra distaccarsi molto da analoghi orientamenti gi espressi in Italia nell'Ottocento. Comunque alcuni interventi restano inconfondibili: il quartiere degli Affari, il complesso dell'Arengario e piazza Diaz a Milano; piazza della Vittoria a Brescia; piazza Spalato a Padova; il sistema di Via Roma a Torino; piazza Monte Grappa a Varese; gli interventi sulle aree centrali di Genova tra cui risaltano quelli di piazza Dante, piazza della Vittoria e piazza Rossetti; piazza e via Grande a Livorno; i lungomari di La Spezia, Bari, Taranto, Reggio e Messina; il porto di Brindisi; il raccordo tra Rettifilo e piazza del Municipio a Napoli; la zona di espansione e il monumento alla Vittoria di Bolzano; i grandi interventi a Roma, sia in citt, sia soprattutto all'Eur. Ma accanto a queste note realizzazioni, vanno ricordate le pi modeste realizzazioni di una quantit di centri medi e piccoli, tutte altrettanto "segnate" e forse anche di pi per il provincialismo che esprimono: come ad esempio le sistemazioni delle aree centrali di Cremona, Forl, Arezzo, Lecce e di tutte le "citt nuove", ognuna col suo immancabile binomio torre littoriacampanile, con la sua piazza per le adunate, i suoi portici e i paramenti marmorei. L'ideologia accentratrice e classista del fascismo imponeva dunque un suo stile all'immagine urbana, pi o meno come far poi il neo-capitalismo trionfante quando verr l'ora delle pareti di vetro e delle megastrutture direzionali. Alcune date importanti per la disciplina urbanistica nellItalia tra le due guerre mondiali 1919 istituita la Scuola superiore di architettura presso lUniversit di Roma 1921 Marcello Piacentini nominato docente di Urbanistica e progettazione dei giardini 1926 1930 le Facolt di Architettura sono aperte presso le citt di Venezia, Torino, Napoli, Firenze, Milano 1929 si tiene a Roma il 12 congresso della International Federation for Housing and Town Planning, fondata da Howard 1930 fondazione dellI.N.U. 1932 fondazione di Urbanistica, rivista ufficiale dellI.N.U.

BIBLIOGRAFIA Alberto Mioni (a cura di): Urbanistica fascista, Franco Angeli, Milano, 1980. Paolo Sica: Storia dell'urbanistica. Il Novecento, Laterza, Roma-Bari, 1980. L. Nuti, R. Martinelli: Le citt di strapaese, Franco Angeli, Milano, 1981.

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LE CITTA' NUOVE DELL' AGRO PONTINO Con la bonifica e la colonizzazione dell'Agro Pontino il fascismo realizza la sua opera pi significativa di trasformazione territoriale sotto controllo pubblico, nel quadro della formazione di quella piccola propriet contadina che al centro del suo programma sociale. In stretto collegamento con il regime l'Onc, Opera Nazionale Combattenti, organizzazione di vertice sottratta a ogni controllo da parte dei sindacati, il responsabile tecnico-amministrativo dell'operazione nella sua quasi totalit gestendo il piano territoriale, i lavori di bonifica, l'appoderamento e la costruzione dei borghi, la riconfigurazione amministrativa, il controllo dell'attivit economica, i rapporti con i coloni. Pi estemporanee e legate all'iniziativa personale di Mussolini, sono le circostanze che conducono a individuare il numero e la distribuzione dei centri maggiori. Fra questi, inoltre, solo Pontinia progettata dagli uffici tecnici dell'ONC, mentre il progetto di Littoria affidato a progettisti esterni per incarico diretto, per Sabaudia, Aprilia e Pomezia si ricorre a concorsi nazionali. Il bilancio complessivo delle infrastrutture al termine dell'opera di bonifica pu essere sintetizzato in 2.000 chilometri di canali, in 900 chilometri di strade, oltre alle borgate e ai centri urbani. L'articolazione dell'insediamento umano riflette l'intento di creare una stabile struttura sociale-produttiva contadina legata alla terra mediante la conduzione mezzadrile e all'apparato istituzionale da una serie di luoghi collettivi tali da neutralizzare nel loro complesso l'attrazione della grande citt, attraverso un'offerta dimensionata di servizi sociali strettamente compenetrati con la rete organizzativa del partito fascista; e questa articolazione si esprime nei suoi livelli crescenti di complessit, nella triade gerarchica podere, borgo, citt. I poderi hanno una dimensione compresa fra i 5 e i 30 ettari; le case coloniche dotate di fabbricati di servizio, sono costruite lungo le strade interpoderali in file regolari. A servizio di una popolazione di circa 100 famiglie sono adibiti i "borghi", concepiti come centri aziendali, sistemati all'incrocio della nuova rete stradale minore, con i depositi delle macchine agricole, i magazzini e i silos, i servizi amministrativi e sanitari, la casa del fascio e la chiesa. Le citt infine, di dimensione compresa fra i 3.000 e i 5.000 abitanti, salvo il caso del capoluogo provinciale di Littoria, sorgono in corrispondenza dei punti nodali della rete infrastrutturale: la loro funzione preminente di centri amministrativi tecnici e rappresentativi, definita da un programma dettagliato di attrezzature necessarie, accompagnato da una serie di prescrizioni relative alla densit abitativa e alle tipologie residenziali. I caratteri degli insediamenti dell'Agro pontino riflettono fedelmente l'ideologia composita che sostanzia i parametri economico sociali dell'operazione. Le soluzioni studiate per i nuclei maggiori, sebbene corrispondano a modelli urbani per la loro carica figurativa, sono tuttavia contenute nelle dimensioni, in un raggelato equilibrio fra monumentalismo e ruralismo, fra presenza istituzionale e spontaneit organica strapaesana. Le schede dei singoli insediamenti sono ordinate cronologicamente secondo lordine di inaugurazione: Littoria 1932, Sabaudia 1934, Pontinia 1935, Aprilia 1937, Guidonia1937, Pomezia 1939. Le abbreviazioni Onc, Onb, Ond alludono a Opera Nazionale Combattenti, Opera Nazionale Balilla, Opera Nazionale Dopolavoro

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LITTORIA Il piano per la realizzazione di un centro di 5.000 abitanti predisposto in pochissimo tempo, affidato a un professionista di fiducia del regime, l'architetto Oriolo Frezzotti. Lo schema di Littoria, con la sua pianta a ragnatela radiocentrica, un modello convenzionale che del resto si adatta abbastanza bene a rappresentare la convergenza del territorio sul nuovo centro. All'autore del piano sono affidati anche gli edifici pubblici pi importanti, secondo un programma che costituir poi la traccia da seguire anche per le successive citt dell'Agro. Nel 1934 Littoria diventa capoluogo di provincia. In forza del nuovo ruolo assunto, un piano di ampliamento che rinforza il sistema radiocentrico-anulare iniziale sar elaborato dallo stesso architetto Frezzotti nel 1935, portando le previsioni insediative fino a ben 50.000 abitanti. Il nome fu cambiato in Latina con decreto luogotenenziale 9 aprile 1945, n. 270. Ubicazione - Nell'Agro Pontino, baricentrica al primo lotto di bonifica, nella localit denominata Quadrato. Viabilit - Pochi chilometri a nord di Littoria corre la via Appia, che una strada rettilinea raggiunge al km 76. Tale strada prosegue fino alla stazione di Littoria sulla ferrovia Roma-Napoli (5 km). La Mediana di bonifica la collega ad Aprilia e Pomezia per sboccare poi nella Roma-Ostia. Istituzione comune - R.d.1. 22 settembre 1932, n. 1343, convertito con modificazioni nella legge 27 dicembre 1932, n. 1992. Estensione comune - 193 kmq al momento della costituzione. Con R.d. 18 marzo 1935, n. 371, viene decisa l'aggregazione dei comuni di Sermoneta e Sezze. In seguito l'estensione raggiunge1 278 kmq. Istituzione della provincia - R.d.1. 4 ottobre 1934, n. 1682. Estensione della provincia - 2057,86 kmq distribuiti in 27 comuni. Con R.d.l. 27 giugno 1935, n. 1373, veniva deciso il distacco dei comuni di Ponza e Ventotene e la loro riaggregazione alla provincia di Napoli. La loro riaggregazione a Littoria avveniva con R.d.l. 22 aprile 1937, n. 658. Inaugurazione della provincia - 18 dicembre 1934 nel capoluogo. Fondazione centro urbano - Il 7 aprile 1932 dal Quadrato Mussolini annuncia che tra poco avranno inizio 1lavori. Il 30 giugno 1932 viene posta la prima pietra del municipio. Inaugurazione centro urbano - 18 dicembre 1932. Estensione centro urbano - Con legge 6 giugno 1935, n. 1152, si approvava il piano d'ampliamento che portava l'area urbana a 170,5 ha di cui 150 per la residenza. Con r.d. 12 aprile 1939, n. 735, venivano approvate varianti parziali al piano e con r.d. 24 marzo 1943, n. 436, veniva approvata una variante generale allo stesso piano. Ente realizzatore - Opera nazionale combattenti, sotto la presidenza Cencelli. Concorso/Progettisti - Non vi fu concorso. L'incarico fu affidato direttamente all'arch. Oriolo Frezzotti che rivide 1 piani elaborati dal dott. Caio Savoia, tecnico dell'Onc e firm la maggior parte degli edifici pubblici. Abitanti previsti - Nel progetto iniziale del centro un massimo di 6.000; per l'intero comune Mussolini con Ciano parla di 20.000 abitanti, che divengono 40-50.000 nel discorso d'inaugurazione. Il piano d'ampliamento della citt studiato per 50.000 abitanti. Edflici pubblici realizzati - Palazzo comunale con annessa casa del fascio, ass. combatt. e sindacati; chiesa, canonica, asilo, casa delle suore; edificio Ond; caserma RR.CC.; scuole con alloggi per insegnanti; edificio Onb; edificio Onmi; edificio P.T. (arch. Angiolo Mazzoni); edificio aziendale dell'opera; caserma Mvsn; stazione ferroviaria (arch. Angiolo Mazzoni); campo sportivo; ospedale; cimitero. Alloggi - Sono presenti con una certa confusione diverse tipologie edilizie: appartamenti in case a pi piani, villini isolati singoli e multipli, case a schiera. Interessanti soluzioni nel campo dell'edilizia popolare. SABAUDIA Nel 1933 l'ONC bandisce un concorso nazionale per la progettazione della seconda citt pontina, Sabaudia, presso la nuova litoranea. La popolazione del centro prevista in 5.000 abitanti, mentre intorno ai 20.000 fissata quella dell'intera circoscrizione comunale. Risulta vincente in seconda battuta il progetto presentato dai giovani architetti Gino Cancellotti, Eugenio Montuori, Luigi Piccinato e Alfredo Scalpelli, attenti alle ricerche che in quegli anni si svolgono in Europa. Rispetto al precedente progetto per Littoria evidente la ricerca di una soluzione pi articolata sia nella viabilit che nella distribuzione degli edifici pubblici e delle tipologie residenziali. Per questi caratteri Sabaudia verr considerata dalla critica, con una certa sopravvalutazione, quasi 71

contrapposta alle altre citt pontine, come uno dei punti fermi della nuova cultura urbanistica e architettonica. Ubicazione - All'estremit meridionale dell'Agro Pontino, sul lago di Paola, vicino al promontorio del Circeo. Viabilit - A circa 1 km corre la strada litoranea di bonifica, alla quale Sabaudia collegata da due miliarie, la 54 e la 53. Quest'ultima prosegue verso nord, puntando direttamente sulla via Appia, distante circa 10 km. Un altro breve tratto la collega alla strada lungomare (Terracina-Anzio). La ferrovia Roma-Napoli dista circa 20 km, allo scalo Fossanova- Priverno. Istituzione comune - R.d.1. 4 agosto 1933, n. 1071. Il Parco nazionale del Circeo era istituito con legge 18 gennaio 1934, n. 285. Estensione comune - 144,27 kmq. Fondazione centro urbano - 5 agosto 1933. Inaugurazione centro urbano - 15 aprile 1934. Estensione centro urbano - 60 ha, di cui 42,7 per la residenza. Il perimetro veniva delimitato con R.d.1. 26 settembre 1935, n. 2004. Ente realizzatore - Opera nazionale combattenti, sotto la presidenza Cencelli. Concorso/Progettisti - Il bando di concorso fu emesso il 21 aprile 1933 con scadenza 25 maggio; tra i tredici gruppi concorrenti non vi fu nessun vincitore, ma tre furono invitati a un concorso di secondo grado. Ad esso risultarono: III, arch. Oriolo Frezzotti; II, arch. Antonio Vicario; I, gruppo arch. Gino Cancellotti, Eugenio Montuori, Luigi Piccinato, Alfredo Scalpelli. Mentre il piano esecutivo fu quello del gruppo vincente, a tutti e tre furono affidati i progetti degli edifici pubblici. La commissione era presieduta dal Cencelli e composta, oltre che da funzionari dell'Onc, da Gustavo Giovannoni, Adalberto Libera e Vincenzo Fasolo. Abitanti previsti - Nell'intero comune 20.000 e 5000 nel centro. Abitanti nel 1936 : nell'intero comune 4890. Edflci pubblici realizzati - Palazzo comunale; chiesa con battistero, canonica e asilo; casa del fascio, dei sindacati, e edificio Ond con cinema-teatro; casa dei combattenti; albergo; caserma rr.cc. (Frezzotti); edificio Onmi; scuola, casa insegnanti e Onb (Frezzotti); edificio pp.tt.; caserma Msvn; mercato; campo sportivo (Frezzotti); edificio opera aziendale (Vicario); serbatoio (Frezzotti); ospedale (Vicario) con abitazioni per sanitari; cimitero (Vicario). Alloggi - Solo tre tipologie: appartamenti in edifici a due piani, case a schiera, casette isolate doppie o triple. PONTINIA Nel caso di Pontinia, per la quale l'ONC si avvale del proprio ufficio tecnico, il piano redatto dall'ing. A. Pappalardo, con la collaborazione del Frezzotti. Ne deriva una soluzione a impianto geometrico attraversato da assi diagonali, dimensionata per una capacit di 3.000 abitanti. Il progetto e la fondazione del nucleo avvengono nel 1934, l'inaugurazione nel 1935. Ubicazione - Nell'Agro Pontino, 14 km a sud di Littoria, in una maglia di bonifica quadrangolare delimitata dalle miliarie 47 e 48, dal canale Sisto e da un diversivo della Striscia. Viabilit - Brevi diagonali la collegano alle miliarie di bonifica e, attraverso queste, alla via Appia. Istituzione comune - Legge 3 giugno 1935, n. 1082. Estensione comune - Circa 1l0 kmq. Con r.d.1. 16 dicembre 1935, n. 2284, veniva aggregata una parte del territorio di Sezze. Una rettifica di confine tra i comuni di Pontinia e Terracina veniva compiuta con r.d. 15 marzo 1937, n. 599. Fondazione centro urbano - 19 dicembre 1934. Inaugurazione centro urbano - 18 dicembre 1935. Estensione centro urbano - Il perimetro del centro, di modestissima entit veniva delimitato con d.m. 6 luglio 1935 (G.U. 178 del 1.8.35). Ente realizzatore - Opera nazionale combattenti, sotto la presidenza Cencelli. Concorso/Progettisti - Non vi fu concorso. I progetti architettonici dei singoli edifici ed il piano generale furono compilati direttamente dall'ing. Alfredo Pappalardo, tecnico dell'Onc. L'arch. Oriolo Frezzotti li rivide e li firm ufficialmente. Abitanti previsti - Non sono indicati in cifra, ma si parla di un numero assai minore di Sabaudia. Abitanti nel 1936: nell'intero comune 3976. Edflici pubblici realizzati - Palazzo comunale; chiesa-canonica-asilo; edificio Ond con cinema-teatro; albergo; caserma rr.cc.; casa del fascio, caserma Mvsn e associazioni sindacali; scuola e Onb; edificio pp.tt.; mercato; serbatoio; cimitero. Alloggi - Le tipologie sono ridotte al minimo: appartamenti in case a due piani con negozi al piano terreno e villini isolati.

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APRILIA Per Aprilia, ubicata all'incrocio fra l'asse principale dell'Agro e la Via per Anzio, si torna alla prassi del concorso pubblico nazionale nel 1935. La popolazione prevista anche in questo caso di 30.000 abitanti e il carattere del nuovo centro doveva essere schiettamente agricolo. Il piccolo nucleo nel quale, come nel progetto di Pontinia, avvertibile l'influenza del progetto per Sabaudia, presenta una configurazione compatta, definita da un'arteria di circonvallazione, con avvolgimento su tre lati del centro rappresentativo, delineato verso est da una fascia di verde pubblico. L'inaugurazione ha luogo nel 1937. Il territorio comunale ricavato attingendo alla circoscrizione amministrativa di Roma. Ubicazione - Nell'Agro Pontino, tra i colli Albani e il mare, 16 km a nord di Anzio. Viabilit - Il centro situato in prossimit dell'incrocio della Nettunense che dalla via Appia nuova giunge ad Anzio, e la strada Mediana di bonifica Littoria - Roma. A poca distanza si trova Io scalo ferroviario di Carroceto, sulla Roma-Nettuno. Istituzione comune - R.d.1. 25 aprile 1936, n. 669. Estensione Comune - 177,64 kmq ricavati dal territorio del Governatorato di Roma Fondazione centro urbano - 25 aprile 1936. Inaugurazione centro urbano - 29 ottobre 1937. Estensione centro urbano - Circa 30 ha di cui 18 riservati alla residenza. Ente realizzatore - Opera nazionale combattenti, sotto la presidenza Di Crollalanza. Concorso/Progettisti - Il bando del concorso nazionale fu emesso il 11 novembre 1935 con scadenza 24 gennaio 1936. La commissione era composta da: Araldo Di Crollalanza, presidente Onc., Clemente Tronci, segretario generale Onc.; Nallo Mazzocchi Alemanni, ispettore generale Onc; Ugo Todaro, direttore servizio bonifiche Onc; Caio Savoia, capo ufficio tecnico ispettorato Agro Pontino; Gustavo Giovannoni, rappresentante Inu; Vincenzo Fasolo, rappresentante Sind. naz. architetti; Angelo Berretta, rappresentante Sind. naz. ingegneri; Domenico De Simone, presidente I Sez. ll.pp. I premi previsti erano: L. 18.000 al primo classificato, L. 7.000 al secondo, L. 2.000 globalmente dal terzo al sesto. Risposero 17 gruppi di cui uno fu escluso subito perch non in regola con1 termini cronologici. Gli altri erano: 1) Motto V.V. 9; 2) Motto 2PST; 3) Riscattare la terra e con la terra gli uomini e con gli uomini la razza; 4) 18 novembre 4 (ing. Gino Cipriani, Vincenzo Civico, Dagoberto Ortensi e Roberto Lavagnino); 5) Arch. Luigi Brusa, Renato Di Tomassi, Giulio Sterbini, ing. Paolo Zella Milillo; 6) Arch. Adalberto Libera; 7) Arch. Emidio Ciucci; 8) Motto Groma; 9) Arch. Oriolo Frezzotti; lo) Motto Roma 5 (arch. Luigi Piccinato e Eugenio Montuori); 11) Ing. Cesare Valle e arch. Ignazio Guidi, Enrico Lenti, Enzo Fidora; 12) Arch. Mario Paniconi, Plinio Marconi, Giulio Pediconi; 13) Motto <Romanus ager (arch. Giorgio Calza-Bini e Roberto Nicolini); 14) Arch. Saverio Muratori, Enrico Tedeschi, Francesco Fariello; 15) Domenico Filippone, Ranieri Apolloni; 16) Eugenio Faludi, Enrico Griffini, Angelo Bianchetti, Cesare Pea. La commissione concludeva 1 suoi lavori assegnando la palma al gruppo 2PST (arch. Concezio Petrucci, Mario Tufaroli Luciano e ing. Emanuele F. Paolini, Riccardo Silenzi) il secondo premio al n. 15 e distinguendo con rimborso spese1 gruppi n. 4, 5, 11, 13. Abitanti previsti - Nell'intero comune 12.000 e 3.000 nel centro. Abitanti nel 1936 - 2.200 circa nell'intero comune. Edifici pubblici realizzati - Palazzo del comune; chiesa con canonica; casa del fascio; cinema; locanda e trattoria; caserma rr.cc.; scuola, asilo, e Onb; edificio P.T.; edifici aziendali dell'opera; mercato; serbatoio; campo sportivo; cimitero. alloggi - Anche in questo caso i tipi sono ridotti al minimo: appartamenti in case con negozi al piano terra; case a schiera con orto giardino, casette doppie con giardino individuale. GUIDONIA Nel quadro delle opere intraprese per l'Agro Pontino si pu far menzione anche della fondazione della citt nuova di Guidonia., la "citt dell'aria" destinata a nucleo residenziale del personale militare e civile dell'aeroporto e del vicino centro aeronautico. A una trentina di chilometri a nord di Roma, Guidonia inaugurata nel 1937. Il piano previsto per un massimo di 5.000 abitanti, non si presenta dissimile da quelli realizzati per le citt pontine, con il suo impianto ortogonale, con la piazza civica dominata dalla torre littoria distinta dal centro religioso, con i blocchi edilizi in parte in linea a filo strada e in parte isolati in serie. Rispetto ai centri dell'Agro, si nota invece l'intento di dar vita a un'architettura di espressione "moderna" considerata Adatta alle particolari funzioni dell'insediamento. Autore del piano e dei progetti edilizi l'architetto Alberto Calza Bini e dei suoi collaboratori.

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Ubicazione - Nel Lazio, in prossimit dei colli Sabini, alle estreme pendici di Monte Celio e Monte S. Angelo. Viabilit - Il centro collegato a Roma attraverso la Tiburtina, e a Montecelio. La stazione ferroviaria vicinissima quella di Guidonia-Montecelio sulla Roma-Avezzano-Pescara. Esiste anche un aeroporto militare. istituzione comune R.d.L. 21 ottobre 1937, n. 1803. Estensione comune - La superficie totale venne ricavata con parti dei territori del governatorato di Roma, dei comuni di Montecelio, S. Angelo Romano, Tivoli. Fondazione centro urbano - 27 aprile 1935, ma i lavori iniziarono il 1 settembre 1936. inaugurazione centro urbano - 31 ottobre 1937. Estensione centro urbano - 15 ha. di cui oltre due terzi ai fabbricati Ente realizzatore - Istituto autonomo fascista per le case popolari della provincia di Roma, presidente Alberto Calza-Bini. Concorso/Progettisti - Non vi fu concorso. Sotto la supervisione di Alberto Calza-Bini il piano regolatore fu redatto da Giorgio Calza-Bini e Gino Cancellotti, architetti, e dall'ing. Giuseppe Nicolosi che firmarono personalmente 1 singoli progetti dei principali edifici. Abitanti previsti - Da 2.500 a 5.000 nel centro, che si satur rapidamente. Edifici pubblici realizzati - Palazzo comunale (Nicolosi); chiesa e canonica (Calza Bini); casa del fascio (Calza-Bini); cinema teatro in edificio unico con locanda-ristorante e con ufficio pp.tt. (Calza-Bini); caserma rr.cc.; scuola e asilo (Cancellotti); mercato; campo sportivo; cimitero. Alloggi - Sono previste diverse tipologie per residenze di civili e militari, queste ultime differenziate secondo il grado ricoperto nell'esercito: appartamenti in case a due piani, con pianterreno a negozi; case intensive a tre piani con due appartamenti per piano, in blocchi lineari continui; casette isolate singole e doppie. POMEZIA Per la sua ubicazione alle porte di Roma, la quinta citt di fondazione, Pomezia destinata nel programma ufficiale a essere "la porta d'ingresso dell'Agro redento". Ci si avvale di un concorso che porta, in una seconda fase all'affidamento dell'incarico allo stesso gruppo vincitore del progetto per Aprilia. Il piano, per l'ormai consueta previsione di 30000 abitanti, si articola su una composizione di un sistema lineare maggiore sul quale si innesta a T un sistema secondario, generando al punto d'incontro il centro rappresentativo. L'inaugurazione di Pomezia avviene nel 1939; il nuovo comune si forma dal territorio amministrativo di Roma. Ubicazione - Nell'Agro Romano, a pochi chilometri da Pratica di Mare. Viabilit - Presso Pomezia s'incrociano due vie: quella di collegamento Roma-Pratica di Mare e la Mediana di bonifica che congiunge Littoria con la Roma-Ostia. La ferrovia Roma-Napoli dista circa lo km allo scalo di S.Palomba. Istituzione comune - R.d. 3 giugno 1938, n. 935. Estensione comune - 158 kmq circa. Fondazione centro urbano - 25 aprile 1938. Inaugurazione centro urbano - 29 ottobre 1939. Estensione centro urbano - 32 ha, di cui 14,9 per la residenza. Ente realizzatore - Opera nazionale combattenti, sotto la presidenza Di Crollalanza. Concorso/Progettisti - Il bando fu emesso il 1 ottobre 1937 con scadenza 30 dicembre. La commissione era composta da: Araldo Di Crollalanza, presidente Onc; Clemente Tronci, segretario generale Onc; Nallo Mazzocchi Alemanni, ispettore generale Onc; Ugo Todaro, direttore servizio bonifiche Onc; Caio Savoia, capo ufficio tecnico ispettorato Agro Pontino; Marcello Piacentini, rappresentante Inu; Pietro Aschieri rappresentante Sind. naz. architetti; Scipione Tadolini, rappresentante Sind. naz. ingegneri; Domenico De Simone, presidente I Sez. ll.pp.; prof. Patrignani, direttore della sanit pubblica. Gli elaborati presentati furono lo: 1) Motto 473A2260; 2) Motto B.G.2; 3) Motto <2PST> (arch. Concezio Petrucci, Mario Tufaroli Luciano e ing. Emanuele F. Paolini, Riccardo Silenzi); 4) Arch. Keller Carlo e Strumia Franco 5) Arch. Giorgio Calza Bini e Roberto Nicolini; 6) Motto <Costruire 4> (ing. Dagoberto Ortensi, Vincenzo Civico, Ettore Granelli, e arch.Giulio Roisecco); 7) A.C.E.R. (arch. Romolo Barlattani, Cesare Emidio Bernardi, Adriano Cambellotti); 8) Arch. Filippone Domenico, Apolloni B. Apolloni Ranieri; 9) Arch. Caneras Guido e Girotto Pietro; lo) Arch. Caracciolo Edoardo. Fin dalla prima seduta ne furono esclusi sette e nella seconda seduta fu deciso un ex aequo tra1tre rimasti, assegnando a ciascuno un premio di L. 8.000, in luogo delle 20.000 previste per il vincitore e 10.000 per il secondo classificato. Per 1 tre gruppi fu bandito il 20 gennaio 1938 un concorso di II grado con scadenza lo febbraio. Ad esso risult vincitore il gruppo 2PST; agli altri due (Costruire 4 e Calza-Bini) spett un indennizzo di L. 5000 a testa. 74

Abitanti previsti - Nell'intero comune 12.000 e 3.000 nel centro. Abitanti nel 1936 - Nell'intero comune 2900. Edifici pubblici realizzati - Palazzo comunale con torre-serbatoio e ambulatorio; chiesa con canonica; casa del fascio, associaz. combattentii, sede della milizia e del dopolavoro; cinema; locanda e trattoria; caserma RR.CC.; scuola, casa della Gil e asilo; edificio P.T.; mercato; edifici aziendali dell'Opera nazionale combattenti; campo sportivo; cimitero. Alloggi - Tre le tipologie: appartamenti in edifici a due piani, case a schiera, casette isolate doppie.

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