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Brillante laureato offresi romanzo di Mattia Colombo

Prima edizione: giugno 2011

Copertina e logo a cura di: Matteo Girola

Sviluppo formati e-Book: Alessandro Piazza

Licenza Creative Commons


Libert di condivisione con obbligo di attribuzione di paternit Divieto di commercializzazione e di modifica salvo specifici accordi con lautore

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INDICE
1. Il giorno dei giorni.................................................................................... 5 2. Strategie ................................................................................................ 6 3. Loading .............................................................................................. 9 4. Salire di livello ........................................................................................ 11 5. Lettere da un altro universo ................................................................... 17 6. Sotto questo sole ................................................................................... 19 7. Lato B .................................................................................................... 33 8. Spiaggiato a settembre .......................................................................... 37 9. Passare dal via ...................................................................................... 60 10. Maturare ............................................................................................... 64 11. Lettere da un altro universo (parte seconda) ........................................ 67 12. La nuova bestia .................................................................................... 69 13. La notte delle streghe ........................................................................... 73 14. Un lungo sonno ..................................................................................... 77 15. Promemoria: passare ricevitoria ........................................................... 82 16. All'improvviso un conosciuto ................................................................. 90 17. L'evento dell'anno ................................................................................. 93 18. Feste di lavoro ...................................................................................... 98 19. Giovani imprenditori .............................................................................. 101 20. Eventi .................................................................................................... 104 21. Strategia Islam ...................................................................................... 108 22. Ciak, si gira ........................................................................................... 113 23. Fuck you, pay me! ................................................................................. 117 24. A luci spente ......................................................................................... 120 25. Arcobaleno ............................................................................................ 123 26. Sogno e son desto ................................................................................ 130 27. Bere gratis ............................................................................................ 134 28. Una candelina ....................................................................................... 138 29. La posta del cuore ................................................................................ 141 30. Dobbiamo parlare ................................................................................. 145 31. Baciami ................................................................................................. 149

1 IL GIORNO DEI GIORNI A cavallo di una settimana a cavallo del mese daprile fu tempo di muoversi. Primavera, bella giornata, finestrini abbassati e auto in direzione Milano per quello che stava per essere ufficialmente levento storico per entrambe le diramazioni del mio albero genealogico: il primo laureato. Onore toccato nientemeno che a me, al pari del dovere di condurre a destinazione la minicarovana di famiglia, che si apriva con lammiraglia di casa guidata dal sottoscritto e carica di due festanti cugini per poi chiudersi coi miei genitori e una delle mie zie nellauto dietro. Una cerimonia per pochi intimi, come da me desiderato. Arrivammo a destinazione, ci demmo unaggiustata e cincamminammo verso la sede, che per la prima volta dopo innumerevoli racconti la mia famiglia giungeva a vedere in tutta limponenza e la modernit. Allingresso incontrai parecchi compagni davventura, intrattenendomi tra i gesti di scaramanzia, i complimenti ricevuti per leleganza e la bonaria invidia di chi incagliato su qualche esame ancora aveva delle prove da superare prima di trovarsi al mio posto, nel giorno dei giorni coi parenti emozionati al seguito e la tesi rilegata sottobraccio. Nellatrio latmosfera era gi unaltra: dai sorrisi di fuori passai in una manciata di centimetri al misto di tensione ed eccitazione da condividere coi nomi sulla mia stessa lista. Vestiti da giorni importanti, rumore di tacchi, ancora sorrisi, saluti e buoni auspici da parte di chi nel giro di poco non sarebbe stato pi il mio collega o il mio docente, bens un ex-collega o un ex-docente nella mia nuova e tanto faticosamente conquistata vita da laureato. I giorni sui treni umidi, nel traffico, sui libri. I giorni dimpegno per esami ardui da superare, i giorni di peripezie per far combaciare lo studio con qualche lavoro e ben pi sogni. I giorni di tensione sin dal preambolo, quando dalla graduatoria basata sui voti dellesame di maturit ero risultato escluso, per poi essere ripescato dopo unestate col groppo in gola. Assieme ai giorni migliori erano tutti parte di un mosaico servito a portarmi a quel giorno, l a pochi lunghi passi dallaula magna e da una commissione di personalit pi e meno rassicuranti pronte ad accogliere, ascoltare, giudicare. Lattesa, la convocazione per lingresso, di nuovo unattesa e il momento. Il mio momento. Semestri di gestazione, labbraccio finale col passato che scivolava via fino alle mie mani che si disgiungevano dalle sue; il futuro che si apriva e chiamava alla massima concentrazione, perch il parto il momento in cui la vita pi a rischio. Infine il compimento dellatto, con applausi attorno, mani da stringere, foto da scattare, abbracci, congratulazioni, lacrime altrui da contenere e uno spumante a suggellare. Diciotto aprile, ore diciotto e quindici: nacque un dottore.

2 STRATEGIE

Diciotto aprile, ore diciannove e quindici: gi ora di guardare avanti. Tornato a casa per riaccompagnare la famiglia e cambiarmi alla velocit della luce, in jeans e maglietta e con le ultime bollicine di spumante ancora in fondo al palato devo rifiondarmi a Milano. E alla sveltissima. No, non c nessun aperitivo o nessuna cena con ex-colleghi, amici o cose simili. C che si apre il primo capitolo dei piani post-laurea. A poter scegliere starei a casa coi miei e col telefono bollente, ma le tempistiche sono tempistiche e le scelte sono scelte: inizia il corso di barman. Il dottore al corso di barman, gi. Ma non potevi andarci finita la terza media? stata una domanda riecheggiata parecchio, da chi me lha fatta per ridere a chi invece era assolutamente serio. Ma una logica dietro il mio progetto c: sar un periodo bastardo quello della ricerca di lavoro, quindi voglio una carta da giocare che mi consenta di mettere da parte qualcosa mentre sparger CV a destra e a manca; secondo aspetto, avendo lidea di fare prima o poi un periodo allestero questa carta diventa un asso nella manica che mette sul piatto anche una facile introduzione alla vita sociale. Chiuso il cerchio. Arrivo, parcheggio, schizzo dentro, gi per le scale, mi giustifico col trainer che gira il messaggio dal privato al pubblico e chiama lapplauso per il dottore. Negli occhi dei miei novelli compagni di corso sbarluccica per la classica domanda, ma dieci secondi e si esce dallempasse prima che io mi debba giustificare. Ci si concentra su ci per cui di fatto si giunti, in due ore che volano via rapide e ben promettenti. Quarta vasca della giornata e sono a casa. Stanco, sfinito, Milano alle spalle e ho in corpo solo la voglia di dormire e di prendermi qualche giorno per stare senza pensieri. Impegni gi fissati a parte, il guerriero chiede sette giorni di riposo. Quindi dormo senza sveglia il primo, mi riprendo il secondo, mi alleno in palestra il terzo, il quarto domenica e perci va da s, ma allapice del relax decido di chiudere il break in anticipo e seguire il proposito che il mio vicino di casa da anni settimanalmente urla ai figli: Da luned si cambia. Con la sola differenza che le mie non voglio siano parole al vento, quindi col sole dellinizio di nuova settimana so che ora di alzarmi, fare colazione, riordinare le idee ed essere operativo al computer per le dieci e qualcosa. Obiettivi due: dare al curriculum un formato professionalmente accettabile e trovare i primi destinatari a cui inviarlo. Comodo alla scrivania parto con la noia mortale del riorganizzare decentemente il vecchio CV, che dallultima stesura ha qualcosa da mantenere (poco pi che i dati anagrafici), qualcosa da aggiornare (titolo di studio, finalmente, e collaborazione con un mensile in carta stampata) e qualcosa che regolarmente balza alla memoria ma meglio insabbiare (il mio impiego estivo di sguattero in una bottega brianzola quando avevo sedici anni. Guai a chi dice che non ho fatto il militare). La procedura si presenta talmente macchinosa che di tanto in tanto intervallo per fare mente locale sulle aziende papabili nelle vicinanze e cercare assieme qualche realt interessante pi in l, su Milano, tramite Internet. La mia zona concede poco spazio allestro, quindi posso far valere il mio bel pezzo di carta fisicamente in arrivo entro un anno, ma come logico nominalmente valido da subito- e la mia preparazione su ben quattro lingue straniere per un impiego inquadrato e serio, mentre con Milano ci si pu permettere un po pi di originalit e perci mi lancio verso imprese di vario stampo concernenti la comunicazione, sia essa pura o riguardi pi semplicemente lo stare a contatto diretto con le persone. Mi sento portato per professioni 6

del genere e credo inoltre non faticherei a relazionarmi col microcosmo di entit e dinamiche che fanno loro da contorno. Realt gi note come di fresca scoperta le vado a stanare tutte in Rete e le salvo tra i preferiti della mia nuova cartella, la cartella Lavoro, carica a curriculum riordinato gi di una decina di nomi ma destinata ad ingrassare tra una mossa telematica e laltra. Infatti a mercoled, mentre lItalia commemora la liberazione, siamo gi a venticinque e con il venerd della settimana seguente raggiungiamo quota quaranta. Da qui la necessit di fermarmi un attimo e completare linvio della sostanza ai selezionati, a chi secondo il pi pratico metodo delle-mail con presentazione generale e tandem CV/foto in allegato, a chi invece tramite gli infiniti, iperdettagliati e ancora infiniti formulari annessi ai siti. Ogni volta che mi addentro in una sezione Opportunit, Lavora con noi o Jobs c sempre da tenere le dita incrociate, perch se sincappa in un formulario, cari signori, gettiamo lancora e un giro di lancetta lunga qui ce lo facciamo tutto: non c mai uno standard, si trova sommariet laddove ci sarebbe esigenza di approfondimenti e si richiedono approfondimenti laddove basterebbe la sommariet. Moduli da una pagina sono rarit. Mediamente ne hanno due o tre, con risposte a cui spuntare la casella o per cui addentrarsi in men a tendina con opzioni predefinite, ad ognuna delle quali la parte razionale del cervello controbatte Eh, ma e quella ragionevole replica Che te frega, clicca. Gli spazi destinati alla libera digitazione sono contati e sono pure i peggiori, perch se da un lato sacrosanto menzionare che titolo di studio si possiede e quando/come/dove lo si conseguito, dallaltra parte io non sono disposto a dover fare mente locale o a ribaltare vecchi scatoloni in cantina solo per scrivere il giorno in cui mi stata conferita la licenza media. Conto lanno a ritroso con le dita, il mese lo scrivo a logica e il giorno lo butto l del tutto, tanto voglio vedere chi mai verr a contestare. Ridicolo nella sostanza anche se logico allapparenza avere poi un riquadro per elencare le proprie qualit e i propri interessi: per le prime, sfido chiunque a scrivere qualcosa che si discosti dal mostrare buona volont e capacit di adattamento, che mai nessuno oserebbe dichiararsi talmente dittatore da non sopportare il lavoro di squadra o talmente menomato da non avere la capacit di risolvere problemi in autonomia; per i secondi invece tutto un gioco psicologico, perch qualsiasi sia la menzione chiaro si verr catalogati in base al relativo stereotipo, come anche si capisce che una lista lunga o corta pi di un tot inviter a farsi etichettare come una persona con troppi grilli per la testa oppure come una persona senza sufficienti stimoli. Da non citare poi, se non in casi specifici, lesperienza con sport da combattimento o una passione preponderante per un genere musicale che non sia il jazz: sono impressionanti detonatori di scetticismo. Digito, clicco, digito, clicco e passano mattinate e pomeriggi in serie, tutti o quasi su formulari e formulari, dove rendo nota la mia vita dalle scuole elementari alla data odierna e dal mio lifestyle ai miei brand preferiti. Poi, alla fine delliter, la sola cosa comune a tutti lultima schermata: Hai un curriculum? Caricalo qui. E gira che ti rigira, si sono fatte gi tre settimane abbondanti dalla mia laurea. Quasi un mese. Tra una cosa e laltra non ho avuto nemmeno tempo di ripensarci, ma la faccenda del festone apocalittico in onore del dottore lho proprio lasciata perdere senza sentirne il peso. Nonostante quella minima di delusione, anche i miei amici sapevano che non lavrei messa in atto, non perch io sia un asociale ma per tutto un insieme di fattori di cui anche loro sono al corrente. Punto primo, il mix dei vari impegni che mi porto appresso non mi concede tempo per organizzare un evento mondano: tutti i giorni devo dedicare minimo un paio dore alla gestione del retrobottega del mio programma radio -amatoriale solo per definizione burocratica SIAE- e a rimorchio arrivano anche gli articoli da confezionare per il magazine con cui collaboro, pi il corso di barman. Le ventiquattro ore quindi mi si 7

saturano in fretta. Punto secondo, da una parte sono il tipo di persona che vorrebbe offrire per intero in situazioni del genere, ma dallaltra ho i soldi contati e quei quattrocinquecento Euro me li tengo volentieri da parte. Punto terzo, non vedo sta gran necessit di festeggiare, ho solo fatto il mio dovere e questa era solo la triennale. Questultimo solo trasuda stizza, perch mi sto realmente accorgendo di quanto il capitolo laurea triennale sia frainteso e rigirato dalla gente con le mani dellignoranza o con lastuzia degli squali. La storia chiara e semplice ma qualcuno s perso nel mezzo: luniversit italiana stata riformata per seguire i canoni internazionali e se prima vigeva il monoblocco quadriennale, ora dopo la prima laurea si pu decidere se proseguire con specialistiche, master eccetera, oppure fermarsi. Con una laurea gi in mano per, non con un francobollo. Ma quando le mie vicine di casa ciaccolano a vanvera e quella col figlio pluribocciato dice allaltra Tanto poi ci sono le lauree brevi, o quando ancora compilo un formulario che richiede indichi il mio titolo di studio scegliendo fra Diploma di laurea e Laurea ignorando che ogni laurea un diploma in quanto con diploma sintende un certificato accademico, il nervoso ci mette un secondo a montare. Vista tanto la fatica fatta quanto le competenze maturate mi d tremendamente fastidio che qualcuno possa borbottare alle mie spalle S, ma laurea breve o che in ambito di colloqui lerroneit dei formulari compilati in questi giorni vada a prolungarsi in un Quindi Lei ha un diploma di laurea, come se del titolo di studio ne possedessi solo un angolino. Facciamo sempre gli esterofili e ora che abbiamo lo stesso modello di tutti lo sminuiamo? Non tollero lignoranza da un lato e non sar mai disposto dallaltro a prestarmi al gioco di chi, rimpastando il vecchio detto, vorr prendere focaccia per pane. Che gi la mia vita una storia in cui molti chiedono pane e io do loro brioche. Una boccata daria ci vuole, anzi, meglio staccare del tutto la spina andando in palestra, che se ci metto anche un bel quaranta minuti di tappeto torno mentalmente nuovo. Quattro giorni e sar un mese preciso che mi sono laureato, ma soprattutto quattro giorni e il corso di barman sar concluso. Speriamo di imparare pure qualche numero ad effetto, che il tocco di stile nel servizio d sempre i suoi frutti.

3 LOADING

Ribilanciato. E finalmente. E stato un weekend di riorganizzazione mentale, dopo che la conclusione del corso di barman mi permette e mi richiede un nuovo assetto dei ritmi giornalieri. La sera finale del corso, o meglio il relativo festino a suon di cocktail, ha fatto s che anche il sabato lo abbia passato a letto per met, per poi affacciarmi ad una domenica pi morigerata con ancora una volta in testa il motto del mio vicino: da luned si cambia. E si cambia s. Volere e dovere alla pari, perch se da una parte in questo momento non ho obblighi di nessun tipo, dallaltra tocca sempre stare di vedetta in settimana. Di mattina il cellulare spento o una risposta a bocca impastata potrebbero pregiudicare unoccasione di colloquio, dato che ogni secondo che passa avvicina matematicamente il momento delle prime chiamate. Mi viene anche da pensare che sia proprio questo un momento chiave: le aziende effettuano assunzioni per lo pi dopo le vacanze e col nuovo anno, ma la fase di selezione naturalmente parte per tempo. Quindi ora che siamo nellultima decade di maggio i tempi sono maturi. Fattore che invece mi domando per quanto mi terr sul filo la ricerca di un locale in cui mettere a frutto quanto imparato al corso di barman, numeri ad effetto inclusi. Una parte degli appuntamenti meglio fissarli aprendosi un varco via e-mail, mentre so gi che un semplice sopralluogo pi che abbastanza per bar, pub e affini vicini a casa. Ancora una volta torna in ballo la differenza tra Milano e la mia zona: nel raggio di dieci chilometri conosco gi tutto o quasi, perci la fase iniziale semplificata, mentre la citt va approcciata diversamente, con una scrematura fortissima su quanto per forma, contenuto e logistica fuori obiettivo a priori. Croce e delizia, immerso in un sito Internet sulla nightlife milanese consumo lintero pomeriggio e, sentendomi energico, nel dopocena stendo une-mail generica che spedisco ad una parte dei locali selezionati. Una piccola esca che faccia da termometro sui tempi di risposta e la richiesta di manodopera. Se luned lo impegno cos, marted parto trasversale e allocchio sulla Rete affianco una serie di visite che in sette sere pi intense e frustranti del previsto mi porta ad inanellare una parte di Non abbiamo bisogno, una vasta gamma di Forse avremo bisogno e un solo ma fortunato S, abbiamo bisogno. Vieni sabato. Ulteriori ricerche quindi congelate, esordio fissato e frustrazione che se ne va in virt dellopportunit guadagnata. Non so come gli amanti delle statistiche interpreterebbero il dato, davvero dalle due facce: su una dozzina di locali visitati arrivato uno e un solo s, perci percentuale minima, ma in termini di tempo ho trovato lavoro in sette-sere-sette. Su Internet invece tutto tace, ma siamo ancora nella fascia dei tempi tecnici di reazione. Torno a casa soddisfatto per la conquista e vivo lattesa con la sola preoccupazione di imparare a memoria quei quattro cocktail basilari e ripassarmi le tecniche di versaggio, sia rileggendole dal quaderno del corso che provandole in cantina sul vecchio banco di lavoro di mio padre. Once e un quarto precise o in tolleranza nel peggiore dei casi, e pure un paio di mosse di flair a suggellare il tutto. Spettacolo. Sabato arriva in fretta e la serata di questo due giugno ha tutte le premesse per essere il classico battesimo del fuoco: tre feste di laurea e un compleanno, pi o meno duecentocinquanta persone preventivate e solo tre barman, me incluso, dietro il bancone. Ne esco stremato ma soddisfatto dopo quasi sei ore al ritmo di un cocktail via laltro, principalmente mojito, Cuba libre e gin lemon, ma anche qualche caipiroska alla fragola che mi toglie la soddisfazione di preparare qualcosa di pi elaborato. Intasco i miei 9

cinquanta Euro e vado a dormire contento di aver superato la prova, gi mentalmente proiettato sullaperitivo della domenica. Fila tutto sommato liscio anche questo. Scanso la mossa da furbetto di uno dei gestori che tenta di pagarmi dieci Euro in meno del previsto, infilo nel portafoglio il mio secondo cinquanta pulito pulito in due giorni e torno a casa a gustarmi la margherita fredda che come promesso i miei mi hanno tenuto da parte. Caro bancone, arrivederci al prossimo weekend.

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4 SALIRE DI LIVELLO

Questo bar non che mi sia mai quadrato totalmente, dal vederlo al lavorarci. Ecco perch non mi dispiace pi di tanto che nel fine settimana la cosa sia improvvisamente saltata e ora che siamo a mercoled sera nessuno si sia ancora fatto vivo per chiedermi di lavorare. Per carit, i soldi in tasca non mi fanno certo schifo. Avere per su svariate faccende pi cura di chi il bar lo manda avanti non la migliore delle situazioni per progredire. Salire di livello, me lo sono sempre detto. Ecco perch nonostante loro che mi hanno accolto e quel senso di gratitudine che in fondo in fondo provo, ho continuato a spargere voce per veder di tirare fuori altri contatti. Anche perch, parliamoci chiaro, sempre di roba in nero si tratta e quindi nessuno ha doveri verso nessuno. Mi addormento con lidea di farlo e alle undici e mezza della nuova mattina lo faccio: chiamo il numero che un amico della palestra mi ha girato e parlo col gestore di un loungebar a dieci minuti da casa. Il target del posto lo conosco ed nettamente superiore, la persona con cui parlo disponibile e quindi accetto di andare a proseguire il discorso dopo pranzo. Come di consueto non prendo il caff ma guardo i miei che lo prendono, dopodich esco di casa tranquillo, guido, parcheggio e arrivo di fronte alla serranda nei tempi previsti. Essendo socchiusa non mi rimane che chinare la testa e introdurmi come farebbe uno che ci lavora e sa che pu, mossa che mi d un non so che di orgoglio. Mi guardo attorno mentre cerco di scorgere qualche faccia e vedo com stato rinnovato dopo il cambio di gestione lo stesso posto dove ai tempi del liceo organizzavamo le pizzate. Si stava bene a far baccano, luci bianche e blu, design moderno, star del cinema alle pareti e un solo difetto: finito di mangiare capivi dessere caldamente invitato ad evaporare, un po come quando nei fast-food cominciano a pulirti il tavolo facendoti il perimetro del vassoio col panno carta. Ora, evolutosi in lounge-bar combinato a ristorante, questo luogo di memorie fa ancora pi un belleffetto. Finalmente un paio di facce e in meno di due domande arrivo al mio uomo. Si parla cordialmente e io vado onesto, metto bene in chiaro che pur non essendo di primissimo pelo lesperienza che ho limitata, ho bisogno di essere seguito, e lui contraccambia rassicurandomi. Forse un po troppo melenso quando parla, ma tant. Se cerano delle cose da dire sono state dette e da qui in poi si pu procedere. I patti sono chiari, lamicizia pu esser lunga. Ora ho una serata di prova retribuita cinquanta, benissimo- fissata per il prossimo gioved. Nel mentre, non al corrente dello stato dei fatti ma con lesigenza di capire se ci sia altrove qualche soldo da raggranellare, rispolvero dalla rubrica un numero di telefono inutilizzato per mesi e mesi. Trattasi di uno dei capi di unagenzia per la quale lavorai in fiera a Milano durante il secondo anno di universit. Lavoro stimolante, ambiente attivo, chi parla le lingue straniere prezioso come loro e la paga valida. Alla medesima persona ho inviato giusto pochi giorni fa un caro amico che ha subito trovato da fare, quindi il tasto cornetta verde del telefono lo premo consapevole che il capo ha sempre presente chi sono e ora pi che mai il mio nome gli stato rinfrescato. Risponde, ci salutiamo col buonumore del reciproco piacere di quella vecchia collaborazione, parliamo qualche minuto e nonostante causa la stagione estiva il calendario di fieristico sia vuoto, mi dice che per unaltra sezione dellagenzia ci sono posizioni scoperte in vista. Trattasi dincarichi temporanei principalmente in ambito reception. Io, consapevole di cosa si stia parlando avendo avuto dal mio amico Alessandro un resoconto delle prime giornate di lavoro, 11

mostro interesse e chiedo di darmi aggiornamento non appena ci sar qualcosa di concreto. Non che la cosa mi esalti con una laurea in tasca, ma voglio comunque tenermi aperta la porta per quanto di buono ci sar da scrollare dalla pianta una volta che le fiere ripartiranno. Che poi magari con tutti i CV che ho mandato in giro mi trover in mano chiss cosa ora di settembre, per al momento avere un ulteriore paracadute male non fa. Anzi, fa molto bene, che con un altro modo per guadagnare il necessario non c esigenza che mi pieghi a offerte di lavoro che non mi quadrano. La piacevole sensazione di questo contatto riattivato mi fa proseguire tranquillo fino alla fatidica serata di prova al lounge-bar. Ventuno di giugno sul calendario. Arrivo come richiesto con camicia e pantaloni scuri, con anche il tocco della scarpa elegante. Sul Garzanti la troverei facilmente come contrario della voce comodit, ma era lunica opzione in nero in mio possesso per i piedi, a parte i sacchetti dellimmondizia. Ticchetto come un demente quando cammino sul loro parquet, sembra arrivino i carabinieri a cavallo. Introdotto nel posto dal cuoco, mi siedo al tavolo e mangio con la ciurma fino a quando entra il gestore, che teso mi sembra e teso si conferma essere, visto che saluta con un minimo cenno e se ne va da unaltra parte. Io aspetto cinque minuti, mando gi un altro bicchiere dacqua, quindi mi alzo e vado a cercarlo. Lo trovo che inveisce al telefono con quella che capisco essere la sua donna, presumibilmente preda di un raptus di gelosia viste le risposte che capto dallinfuocato digrignare del boss. Lampante che non sia un buon momento per iniziare a conversare, dunque allungo il passo verso il bancone e comincio a ragionare sul da farsi. Lo vedo chiudere la telefonata con lo sguardo truce al pavimento e una sbuffata iraconda, dopodich passano cinque secondi, ci scambiamo un cenno ed eccolo che muove il primo dei suoi sette passi verso di me. Total look nero, tiratissimo a livello dimmagine, trentacinque anni circa, lampadato, capello lungo, piastrato e probabilmente tinto. Perch se un nero naturale quello, c da sorprendersi di Madre Natura. Mi aspetto due convenevoli ma data la tensione della telefonata appena conclusa ne pronostico solo uno. Mi sbaglio di grosso perch me ne arriva meno che mezzo, mentre fa lottavo passo e mi oltrepassa incedendo a fondo bancone, agitando le mani da ambo i lati. Lebottigliesonoquiibiccherisonolipremixsonodillalavastovigliesifcos. Io gi sto svalvolando di fronte a dieci metri di bancone e dispensa con ante a scomparsa, e lui con un E tutto chiaro senza punto interrogativo chiude la conversazione e se ne va a smaneggiare a centro sala. Tra me e me faccio mente locale su quanto ci eravamo detti, incerto se dovergli rinfrescare la memoria o concedere fiducia. E solo questione di minuti prima che arrivino clienti. Diciannove e tredici sullorologio, eccolo che torna. Spiegazioni, penso. Tuttaltro: Ma quella barba?. Ma barba cosa? Saran due millimetri, penso tra me e me. Quello che invece espongo : Sai, se me la facevo venivo qua pieno di tagli visto che cos corta. Ho la pelle sensibile, ho dedotto fosse meglio lasciar perdere. Lui: Meglio i tagli. Va bene la telefonata, ti concedo le palle girate, ma se la piega questa mi sa che non passeremo una bella serata Diciannove e quindici, si aprono le danze. In un quarto dora tutto lo staff in pieno movimento. Danza classica per le cameriere coi vassoi fra i tavoli, heavy metal per i cuochi fra le padelle, io che al bancone tento la breakdance con la scioltezza di chi viene dal casatchok e al centro della pista uno e un solo uomo: lui, in un tango argentino muy caliente y pasionario con la clientela, in ogni angolo della sala dal corridoio alluscita di 12

sicurezza. Una snaccherata di buone maniere accattivante e seducente, servizievole, tratatc tutto pronto, sguardo languido per lei, cortesia per lui e poi pum: colpo i tacco che fulmina i dipendenti, invitati a stare accorti. E via per un nuovo giro. Si fan le nove che pi che birre e coche non ho spillato. Una montagna, e una montagna e mezzo di bicchieri da tirar dentro e fuori dalla lavastoviglie. Per ora si viaggia, poco estro, tanta sostanza ma fino a qui tutto bene. Allorch un profumo da matrona, pronunciatissimo, mi fa alzare lo sguardo e mi trovo davanti a due labbra raggrinzite con una domanda senza il punto interrogativo. Si vede che essendo preso per la laurea mi sono perso il lancio della nuova tendenza, dato che gi la seconda volta in una sera. Come si chiama il direttore. Rispondo mentre fisso la creatura che ho di fronte, la quale prontamente rincalza: Perch adesso mi sente. Scintille in vista. La madame sembra uscita dalla Reggia di Versailles, coperta di pepli, panneggi e medaglioni, aristobarocca, mondano-provinciale, un gufo impagliato oversessanta che porta a spasso il duecentesimo paio di tacchi per il centro affollato del gioved sera. Ed ha una questione da risolvere che le sta in gola pi del pendente dambra che indossa. Io mi sciacquo le mani, le asciugo e vado a chiamare il desiderato, che mi segue di malavoglia ma cambia subito faccia una volta giunto al cospetto della profumosa popolarnobildonna. Naso allins e dito indice che sbacchetta col polso a quarantacinque gradi, Lei non ha capito niente! e la Marchesa Delle Rughe dirige il gran ballo delle lavate di capo, marciando con tutta lorchestra sullautostima del tanguero, moralmente liscio al pavimento al pari della sua chioma piastrata, con la mascolinit ridotta ai minimi termini, i coglioni maciullati da un attempato piede misura trentasette, passando da drago della sala a lombrico in un battito di foulard. Latto finale un capolavoro e me lo godo distaccato, da vero spettatore, immaginandomelo come una di quelle vecchie commedie in bianco e nero dove al moto accelerato e ai gesti iperpronunciati dei personaggi si alternavano le schermate coi dialoghi. La mattanza del tanguero sta giungendo al culmine dello strazio, con lui che come ferito a morte striscia al suolo con una mano al cielo tentando di ricongiungersi con la sua stessa carnefice, anelando di riaverla in armonia per un secondo prima di trapassare, per ritrovar lamor perduto nellultimo battito di ciglio. Ma lei invece dama e matador, e lo infilza al suolo con una spada di nome inclemenza, uscendo di scena ancora iraconda, insaziata, con nelle mani il suo cuore ancora palpitante, ancora vivo, ancora da smembrare. Signora, la prego, non se ne vada cos!, languidezza a fiumi, Mi fa rimanere maleee-ee. Finto singhiozzo incluso. La Signora del Collagene scompare dalla visuale e il tanguero, anche se non Orlando di nome furioso di fatto, leva la maschera e tanto per non perdere le buone abitudini mi lancia unocchiata inceneritoria, per poi tornarsene a centro sala. A suon di birre, coche e bicchieri da lavare arrivo alle dieci passate, con ormai lo staff della cucina che finito il grosso del da farsi mi tiene docchio cos per sport, tra un consiglio e laltro, una domanda e laltra e qualche spruzzo di umorismo qua e l. No, non ho fatto lalberghiero, ho fatto un corso di barman e ho bisogno di essere seguito. La scienza infusa non ce lho e nemmeno pretendo di averla, ragazzi. In pi sono in serata di prova e col capo mi pareva che le cose fossero chiare, invece mi ritrovo qui da solo e se nessuno pu consigliarmi difficile procedere in scioltezza. Claro? A due a due, tutti quelli della cucina si beccano una risposta simile prima di andarsi a fumare una sigaretta belli beati. Le uniche con cui faccio davvero squadra sono le cameriere, che per lo meno se mi vedono impegnato hanno lintelligenza di tirarsi su da sole la bottiglia di minerale che han bisogno, oppure di fare un carico di lavastoviglie se siamo a corto di bicchieri. Quando ti senti perso, certi gesti li apprezzi.

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Una voce vaga, che presumo sia nella mia testa lievemente ossessionata dallandazzo, mi spiattella un confuso messaggio che decripto in un questionabile Fammi questo, questo e quello. Se non fosse che alzo gli occhi e, vedendo anche il labiale di un magnanimo Ce la fai a capire tutto?, comprendo per lo meno che Giovanna DArco non sto diventando. Siamo alla consueta cortesia, il lombrico si ripreso dopo il K.O. infertogli dalla mummia. In due parole e una faccia di quelle giuste gli faccio capire lo stato dei fatti e gli ribadisco la famosa conversazione, come a lasciar intendere che la situazione ben diversa da quanto mi aspettavo. Nulla, se ne va. Tempo dieci minuti e rieccolo, adesso vuol capire perch sono sommerso di bicchieri da lavare. Mi osserva mentre carico la lavastoviglie e sbotta: Ma devi riempirla pi ordinata! Tu la doccia la fai con le galze?. Un attimo per intendere cosa siano queste galze e gli smollo uno sguardo di sufficienza, perch inesperto va bene, ma leducazione prima di tutto. Nulla, se ne va ancora. Torna dopo unaltra decina di minuti col ristorante ormai vuoto ma la zona bar sempre pi nel traffico e stavolta lo invito io a prendere le redini della situazione. O per lo meno a tenerle con me. Miracolo: accetta. Probabilmente per non mandare il bar in deficit, devo ammetterlo. Il problema, porca miseria ancora una volta, che o fa lui, o cade in fissa a braccia conserte a guardare me. Benissimo, ma quando i tuoi clienti di fiducia chiedono cose tipo la celeberrima specialit della casa o peggio Quello che avevo bevuto laltra volta, ti-vuoidare-una-scrollata-e-dirmi-cosa-devo-fare? A questo punto vengo declassato a cameriere e con amarezza mi tocca esiliarmi da dove in realt volevo imparare a stare. Con vergogna devo confessare di aver vergogna: non che fare il cameriere sia un compito indegno, ma qualsiasi apprendista geometra avrebbe quello scatto dorgoglio se a met giornata di prova in cantiere gli venissero infilati in mano secchio e cazzuola. Siamo tutti utili, ma io sono qui per altro. Dopo una manciata di minuti di purgatorio ritorno al bancone e mi tocca pure vedere a due metri di distanza la nuova frontiera dello spettacolo del Gran Gestore, che cerca di traviare un quartetto di sbarbatelli a suon di alcol: Ragazzi eh, cosa bevete, cos che vi piace? Adesso ve lo faccio io un cocktail che spacca!. Il problema che glielo fa davvero a questi quattro puffi col gel e il lucchetto della bici in tasca: gi una legnata di angelo azzurro a testa e via. Gin, pi Cointreau, pi Blue Curaao. Io questi me li guardo per un po che son l a far fatica perch troppo forte, che deglutiscono con la lacrimuccia al bordo e la faccetta schifata di chi con certe cose allesordio. Ma al tanguero gliene sbatte. Lui accontenta, incassa, lecca il culo ed a posto. Chissenefrega. Poi, chiaramente, sguardo inceneritorio di rito e via che parte verso nuove frontiere. Si tira in l con lorario e il da fare cala. Meno di una dozzina di clienti nei paraggi. Il piastrato si ripalesa ma in contemporanea sopraggiunge un suo compare, allorch i due si isolano ad una manciata di spanne dal mio portaghiaccio perdendosi in chiacchiere, sempre per la serie Non ti preoccupare, garo, ti seguir. A un certo punto doppio sguardo su di me, cambio di registro verso il dialetto calabrese (che probabilmente credono sia un indecifrabile idioma) ed ecco che partono risatine, commenti e prese per il culo. Io mi sento prossimo allebollizione e se gi in un paio di punti della serata avevo pensato di uscire di filata dalla porta senza salutare, rimasto per i cinquanta Euro mi trovo ora con la gran voglia di testare la resistenza dei bicchieri sul cranio umano. Mando gi anche questa ma rimango caldo e nel giro di quaranta minuti si abbassa la serranda, si pulisce, vengo sfottuto perch per errore chiamo la lavastoviglie lavatrice, si porta fuori il pattume ed eccoci alla resa dei conti. Prendo parola io e dichiaro di essere consapevole che non sia stata una gran prova, amareggiato con me stesso prima di tutto. Vengo per interrotto prima del fatidico ma che intendevo far scampanellare, appunto da lui che mi passa in mano una ricevuta e quaranta Euro anzich cinquanta. Io, demoralizzato, soprassiedo e penso tra me e me che forse me lo merito. Lui prosegue da uomo desperienza, mi dice che nel suo locale ha avuto gente coi controcazzi a fargli da barman, 14

che mi devo svegliare, che mi ha visto pi volte con le mani in mano e, soprattutto, che quando uno dice che sa fare le cose ma poi non cos, alla fin fine salta fuori. Plim, rumore di goccia. Nessun rubinetto che perde, tutto nella mia testa: traboccato un vaso. A questo punto svesto moralmente i panni del sottoposto e si fa ora di parlare alla pari. Ascolta, ti ricordi cosa ci eravamo detti? Tavevo spiegato che la mia esperienza era limitata, non mi ero presentato col fare da superman Quindi io te lo dico sinceramente: sono molto dispiaciuto per come andata la serata, perch le aspettative che avevi tu sono sicuramente state deluse, ma prima di tutto sono io ad essere deluso con me stesso. . Pare sorpreso, spiazzato dal fatto che ci sia un cambio di prospettiva nel relazionarsi. Ma eccoci al punto, e lo guardo fisso negli occhi, quando mi accusi di aver millantato di saper fare questo e quello senza averne capacit, mi spiace ma non accetto quello che dici. Ne avevamo parlato e tu eri stato molto gentile, mi avevi rincuorato subito sul fatto che mi avresti seguito, eccetera eccetera. Attimo di silenzio. Fisicamente lui mi da almeno dieci centimetri ma ora lo vedo che si ridimensiona. Beh, finalmente parla, in effetti tu al golloguio sei stato molto onesto. E qui si ferma, ma far dire ad un arrogante di tale caratura una frase del genere un gol da top ten. A questo punto vira inaspettatamente e millustra i piani per il futuro. Io nelle prossime settimane prover altri ragazzi, dopodich a fine estate far un golloguio con tutti quanti assieme dove dir che preso e chi no. Va bene, rispondo. Ma va bene niente, perch i termini della questione sono chiari e limpidi senza bisogno daggiungere nulla. Cosa mai dovrei andare ad una serata col sapore da casting per farmi dire quello che gi si capisce adesso? Inoltre, da una parte di tirar settembre non ho tempo perch mi serve qualcosa al volo, dallaltra che vantaggio potrei trarre da una situazione del genere? Non che io nei prossimi mesi non possa anche acquisire pi esperienza e ritornare qui ferrato su tutto, ma se latteggiamento questo in partenza, con quelli che pensavo fossero patti chiari, che sorta di amicizia lunga potrei mai avere? Sono stanco, ho le mani che odorano dellimmondizia che ho portato fuori, vestito di tutto punto per venir qui a farmi prendere per il culo in dialetto. Un altro giorno se n andato, sono due mesi abbondanti che mi sono laureato e va bene un po di riposo, va bene il mettersi a cercare e i tempi dattesa, la pazienza non il fattore problematico: il fattore problematico quello a cui si disposti a passare attraverso nel mentre. Abbassare la schiena, metterci sudore, olio di gomito e quantaltro mi sta bene; mi sta invece molto meno bene venir sbeffeggiato o trattato come un demente da personaggi di dubbio gusto, gente che fuori dal guscio in cui si rintana non saprebbe muovere mezzo passo. Ma incolpo anche me stesso in fondo, ho scelto io di mettere in atto questo piano B, ho pure speso una bella cifra per il corso di barman e mi piacerebbe almeno recuperarla nello stesso ambito, giusto per darmi la prova che non ho sprecato soldi o che comunque posso chiudere il cerchio senza smenarci. Nel tragitto verso casa slaccio il primo bottone della camicia e respiro meglio, qualche goccia di sudore cade di tanto in tanto, mi passo le mani nei capelli per darmi una sistemata. Prendo una strada un po pi lunga per smaltire il malumore accumulato, ma invece questo cambia man mano che macino metri fino a farsi rabbia. Con tutti e nessuno in particolare, con me, col tanguero, col suo posto e con me ancora. Finalmente arrivo a casa, apro il garage, mi ci infilo e spengo lauto. Prima di aprire la portiera aspetto un 15

secondo, mi vedo nello specchietto e distolgo subito lo sguardo. Ma ti sei laureato per andare a farti dare calci in culo da gente del genere?, chiedo a me stesso. Domanda retorica. Tempo di una doccia.

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5 LETTERE DA UN ALTRO UNIVERSO

Il primo pensiero della mattina lampante: le devo scrivere. Le devo scrivere perch a riesaminare a mente semi-fredda quello che successo ieri siamo davvero ai confini della realt. Il mio papiro parte via e-mail, passano poche ore e arriva la risposta. Lei Lara, la mia amica pi stretta. Stesso paese da quando siamo nati, scuole medie assieme, poi persi di vista per qualche anno e infine medesimo corso di laurea a Milano. Non che siamo sempre andati daccordo, anche perch quando da ragazzini eravamo compagni di classe io ne facevo di tutti i colori. Nel suo caso ci ricordiamo ancora di una perla in particolare: un messaggio sulla segreteria telefonica di un nostro precedente professore un creativo con la fissa per i solventi chimici e gli autoritratti da nudo- dove mi spacciavo per lei in una sviolinata di nostalgia ed affetto, prontamente seguita da una telefonata di languidi ringraziamenti da parte di lui. Fin fra lo sconcerto e limbarazzo di ambo le parti una volta capito linghippo. Sono stati per poi gli anni di universit a cementare il nostro rapporto. Abbiamo fatto squadra tra una fatica e laltra nella spola giornaliera col capoluogo meneghino, fra i treni in ritardo, gli spintoni in metropolitana, gli scleri generali e le lezioni sovraffollate in centro. Poi un anno lei lo ha praticamente fatto a casa e aveva pensato anche di mollare, se non che tra lumorismo e il fare brusco lho convinta a rimettersi in carreggiata, tanto con gli studi quanto sulla superstrada visto che ci avevano spostato di sede, in periferia, e per noi questo significava poter dire addio al formicaio dei mezzi pubblici. Peccato solo per me, tramortito dal suo odioso tabagismo, che combinato a una totale incapacit di gestire il riscaldamento rendeva ogni viaggio sulla sua auto il preludio allemicrania. Ma in fondo si rideva, andavamo e tornavamo col buonumore. Ora lei da unaltra parte, tuttaltra parte. Oltralpe, Svizzera francese. Ci arrivata circa un anno fa per un lavoro estivo, dopodich rientrata a casa per la sessione di esami di settembre ed ripartita in meno di un mese, per scrivere la tesi stando nel mentre come au-pair presso una famiglia sul lago di Ginevra. Mossa azzeccata cambiare aria. A parte riportarle tutto nei dettagli, ovviamente le ho chiesto che novit ci sono lass. Hey, ciao! Che serata maledetta! Dai, ti andr meglio altrovema sei ancora convinto al 100% di tentare la strada da barman? Non salta fuori nulla da altre parti coi CV che hai spedito ecc.? Comunque la prossima volta che torno a casa se passo davanti a quel posto gli lancio un uovo sulla vetrina Io invece tutto bene, questa lultima settimana che passo come au-pair, dalla prossima si ritorna su per i monti, stesso lavoro dellanno scorso, speriamo che il gruppo sia buono. Tra una cosa e laltra non avr nemmeno tempo di fare un po di vacanza perch poi a inizio settembre ho lesame di francese per entrare al master e praticamente una volta che avr finito di lavorare avr solo un paio di giorni che user per sistemarmi nel nuovo posto. Lesame non dovrebbe essere un problema, anche perch tutto il tempo passato qui (con pure il corso, tra laltro) mi ha portato ad un livello pi che buonoquindi mi deve proprio andare di sfiga per non farcela. 17

In Italia comunque meno ci torno, meglio . Qui te lho gi detto, un altro universo. Pensa te che laltra sera avevo bisogno che mi prestassero la macchina e la signora me lha lasciata parcheggiata in stazione con le chiavi dentrotimmagini da noi una cosa del genere? Se eri rimasto impressionato dal fatto che non chiudessero la porta a chiave, vorrei vedere la tua faccia mentre leggi questo :-D Lunico momento in cui mi rompo un po le scatole come sempre il fine settimana, perch non c granch da fare, ma ora che fa bel tempo il weekend lo passo per intero gi in riva al lago. Mi spiacer lasciare la famiglia, i bambini mi mancherannopoi comunque li verr a trovare spesso una volta che mi sistemo, quindi non sar un addio. Sono convinta che dovresti mollare tutto e venire in Svizzera pure tu. Pensaci! Se ho un attimo ti chiamo su Skype nei prossimi giorni, ma la linea quello che in casa, il wi-fi nella mia stanza prende quasi zero Un bacione, mitico barman! Lary Mi fa piacere sentirla cos, impegnata ma con lanimo rilassato. A volte sente un po la nostalgia di casa ma male che vada son quattro ore di macchina o tre di treno per farci un salto. E in quelle tre-quattro ore fra qui e l per si cambia completamente. Questa cosa della macchina in stazione con le chiavi dentro mi viene proprio difficile concepirla, io che da quando mia mamma stata scippata mentre parcheggiava davanti a casa metto la sicura ogni volta, preoccupato che qualcuno possa balzarmi dentro allimprovviso. Meno male che c chi se la passa meglio. La cosa che mi dice, quella di mollare tutto qui e andare anchio lass, in fondo in fondo mintriga ma la mia situazione non la sua e per stare in Svizzera bisogna smuovere un po di burocrazia visto che non nella UE. Lei ha avuto fortuna con la famiglia a farle da garante, poi ora se comincia il master a Ginevra si prender senza problemi un permesso di soggiorno per studenti e quindi sistemata. Io non sono pi del parere di buttarmi in universit. A Milano men che meno, visto che ci che faranno da settembre i miei colleghi che han deciso di proseguire con la specialistica praticamente un rimpasto di ci che abbiamo fatto nel triennio. Quindi per quello parte un no grazie, per luniversit allestero invece il discorso pi complicato e di base non ho voglia di chiedere ai miei un altro sforzo economico. Mi sento pronto per entrare nel mondo del lavoro. Una laurea e quattro lingue straniere varranno pur qualcosa, no? Il pallino che mi rimane quello di andare in Germania per un po a rimediare ai danni che il triennio ha causato al mio tedesco, che da fluente che era ai tempi del liceo ora arrugginito come non mai. Al momento comunque sono concentrato qui, qualcosa deve per forza saltar fuori.

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6 SOTTO QUESTO SOLE

Nel pomeriggio del ventotto giugno uno squillo interrompe la mia consueta ricerca dimpiego on-line. Anche se non proprio la telefonata della vita, va bene comunque: c da lavorare. Niente bar, pub o locali in genere, il mio interlocutore proviene dalla famosa agenzia per cui avevo lavorato in fiera. Gestisce per laltra branca, quella per gli incarichi in reception et similia. La proposta di base non male, da settimana prossima fino a quasi fine agosto cinque giorni a settimana in un istituto di intermediazione finanziaria, per sostituire a rotazione i due titolari della cattedra che vanno in ferie. Accetto sia per i soldi che ci sono da portare a casa, sia in prospettiva di settembre, in modo da essere in pole position una volta che la macchina fieristica si rimetter in moto. A quel punto non potr che essere tra i primi a salire a bordo. Comunicata la novit in famiglia, nella mia mente si fa sempre pi chiaro il pensiero che la questione barman sia un capitolo da mettere momentaneamente da parte e dopo lultima avventura provo un certo sollievo ad aver trovato unaltra fonte di guadagno. Moralmente rasserenato da questo incarico tampone che mi salver il bilancio estivo e mi riempir le giornate in cui gli altri saranno in vacanza, mi godo il weekend di entrata in luglio e il luned alle dodici e trenta sono pronto ad uscire di casa in camicia e cravatta per lanciarmi in superstrada verso Milano sud, dove devo cominciare alle quattordici il turno pomeridiano. Oggi lo passer a fianco di uno dei due che andr a sostituire, il quale ha il compito dillustrarmi i doveri del ruolo. Arrivo puntuale e Giuliano mi accoglie sorridente, mi offre un caff e lo mescoliamo con due chiacchiere. In primo luogo ci tiene a sottolineare che in questo lavoro Ci sono solo un paio di cazzate da fare, poi ti leggi il giornale, raccomandandomi per di farlo con discrezione, senza sventolarlo troppo; dopodich ci dirigiamo in postazione e nel giro di tre quarti dora abbondanti mi spiega da cima a fondo il necessario. Effettivamente sono pi che solo un paio di cose, ma sapendo del mio arrivo Giuliano ha scritto una serie di appunti grazie ai quali non mi posso sbagliare, perch passo passo riportato tutto ci che mi sta dicendo. Con queste due paginette posso quindi mettermi lanimo in pace, basta leggerle per farsi unidea generale e poi riconsultarle a necessit per avere tutto sotto controllo. La maggior parte delle faccende a questo punto te le ho spiegate, mi dice mentre ritorniamo da un giro di perlustrazione per gli uffici, con lui che trotterella nel suo metro e settanta per centoun chili, il resto lo vediamo poi, ma questione di dieci minuti. Nel mentre si fa conversazione e Giuliano mi spiega da cima a fondo la storia della sua vita lavorativa, gi nei dettagli fino a dirmi le somme che intascava sottobanco per sbrigare certe pratiche prima di altre quando aveva un incarico statale. Parliamo di cifre superiori allo stipendio regolare. Ci rimango scioccato: quando ancora si ragionava in Lire riusciva a portarsi a casa tre milioni e passa al mese, che riferito agli anni di cui mi racconta era praticamente lo stipendio di un medico. Io mimmagino mio zio, che chirurgo e salva la vita alla gente, e mimmagino Giuliano nel suo ufficetto dei bei tempi a prendersi le bustarelle, con quel modo di fare che non gli si addice a vederlo ora, quellatteggiamento parassitario e corrosivo che ha contribuito a fare dellItalia un Paese con una burocrazia assassina, un Paese dove coloro che dovrebbero servire il cittadino in realt rispondono musicando insolenza. Perch mia mamma non avrebbe mai avuto i soldi per la bustarella di Giuliano, quindi le sue pratiche sarebbero finite sotto la pila di quelle dei signorotti col centomila, risolte chiss quando, chiss in che maniera. Di questi discorsi minteressano le trame e i dettagli, capire come e quanto si propaga il marcio tra la gente 19

comune. Per non ho voglia di spalmarci sorrisi sopra, perch tizi e situazioni del genere sono i tizi e le situazioni che fregano la gente onesta, la gente regolare, quella che fa il suo e si chiede sempre cosa sia andato storto quando si trova fregata da una scadenza, da un timbro, da una risposta a termini scaduti. La cronologia di Giuliano continua mentre ciclicamente si alza, grondante, per andare ad abbassare il condizionatore di mezzo grado. Sono arrivato che era sui ventiquattro e mezzo, ora siamo a venti, undici meno che fuori, dove luglio picchia forte anche a pomeriggio inoltrato. Ci che mi racconta ora ci che successo dopo il periodo di vacche grasse come dipendente statale, quando perso il posto per una serie di ridimensionamenti stato per due anni senza lavoro. Ero col culo per terra e gli vibra la erre moscia, poi conoscevo Mario, che tu vedrai quando vi darete il cambio dato che fa sempre il mattino, e lui mi ha tirato dentro con lagenzia. Alla fine sono otto anni che son qui, lui invece undici. Niente di paragonabile ai soldi che facevo prima, per c da dire che non hai pressioni, non hai stressnon fai un cazzo!. Passiamo una mezzora di movimento che consiste nella fascia in cui quasi tutto lufficio si svuota. Vengono riconsegnate una marea di chiavi di armadietti, archivi, sale riunioni eccetera e qui noto lo stato in cui dopo otto anni riversa Giuliano: maniacale, classico effetto che danno i lavori dove da fare c poco o nulla. Riordina ogni minima cosa fuori posto, sa praticamente predire lordine in cui le chiavi verranno riconsegnate e la maniera in cui le ripone va oltre lesigenza di organizzazione, ossessione. Le gira e le rigira finch non son perfette col cartellino in vista, sebbene ognuna abbia la propria sezione e sottosezione in cui impossibile sbagliarsi. E solo un maniaco pu sapere che il cartellino sulle chiavi si chiama givolare. Ma ogni cosa per lui sembra avere un senso e unimportanza estrema ed anche nei cassetti non casuale riporre i post-it a destra anzich a sinistra, la tal cartelletta sopra anzich sotto la tal risma di fogli e via dicendo. Mi spiega il perch di ogni cosa e qui capisco che la parte difficile del lavoro sar assecondare tutto ci, perch una penna di cui si perde il tappo o il rotolo di nastro adesivo messo nel primo cassetto anzich nel secondo potrebbero mandare in tilt il suo microcosmo. Non vorrei mai tornasse dalle vacanze e finisse nel panico, quindi pur sentendomi una scimmia in fase di ammaestramento do retta a quanto mi spiega e prendo appunti. Dalle diciassette e quarantacinque alle venti e trenta un mortorio totale dove si sparge qualche buonasera agli ultimi che abbandonano lufficio, ci si prende un quarto dora per una mini cena a base di tramezzini, si aspetta che quelli delle pulizie finiscano, dopodich si giunge ai famosi dieci minuti lasciati in sospeso. Perlustrazione generale, si controlla che nessuno sia presente a parte noi, che le finestre siano chiuse e che le pulizie siano effettivamente state fatte, quindi inserimento dellallarme e gi per lascensore. Missione compiuta, ora conosco il mio compito. Giuliano si offre gentilmente di darmi uno strappo fino a dove ho parcheggiato la macchina, facendomi evitare la traversata dalla citt in metropolitana. Nella ventina di minuti di tragitto gli chiedo delle sue vacanze in partenza lindomani: lui e la sua compagna andranno in Umbria assieme a degli amici, poi se saranno di buona luna faranno una capatina al mare nelle Marche negli ultimi giorni. Arrivati a Piazzale Maciachini ci diamo larrivederci allinizio del nuovo mese, momento in cui lui rientrer e io prender servizio la mattina per sostituire Mario, che da veterano della reception ha il diritto di prendersi le vacanze in agosto. Secondo me Giuliano nel fingere di sacrificarsi ha avuto la stessa furbizia dei tempi delle bustarelle. Col secondo arrivo nel palazzone di Milano sud mi si apre una folta carrellata di giornate in serie. La novit che il celebre Mario prende forma concretae che forma, signori. Ogni volta che sbuco dallascensore alle tredici e cinquantacinque lo trovo che straripa dalla sedia, primo bottone della camicia rigorosamente slacciato per lasciare spazio ad un collo taurino pi largo della testa, dalla quale sbucano due zigomi su cui poggiano un paio 20

docchiali contornati da gocce di sudore freddo, attratte dalla forza di gravit nel percorso dalla fronte rugosa al naso bombato e poroso, poi gi per il baffo sale e pepe per terminare a cascata tra il labbro inferiore e quelle quattro pieghe dadipe che dovrebbero essere il mento. Il copione sempre lo stesso: io arrivo, lui si alza in piedi, riavvolge il quotidiano, mi dice Vado al cesso, ci va, torna, mi aggiorna se c qualcosa da sapere, chiama lascensore, saluta con un Ciao caro e scende al pian terreno, con me che ogni volta lo identifico come levoluzione o linvoluzione- di Giuliano, visto che come altezza siamo alla pari ma sia con let che con il peso Mario ne conta una quindicina in pi. Notiamo: Mario ha let di mio padre, cinquanta, ma con le sembianze molto pi vicino a mio nonno. La prima settimana di adattamento. Le facce che vedo come fossero sempre nuove, come anche io come fossi sempre nuovo per le facce che mi vedono, gente che mi chiede sempre perch non c Giuliano e io che rispondo che in vacanza e lo sostituisco. Mi sento dentro in questo incarico con la testa di chi dentro non ci deve rimanere, vale a dire che faccio il mio ma non midentifico in quella scrivania, in quelle mansioni, in quel ruolo. I primi con cui connetto sono il fattorino, Francesco, e lo staff della ristorazione interna, che fa sia servizio bar che mensa. Francesco mi passa davanti ogni cinque minuti, ha due anni meno di me e abbiamo lo stesso modo di fare, vale a dire che un sorriso e una parola cortese non li facciamo mancare a nessuno; con lo staff della ristorazione invece un rapporto vissuto a distanza, ma quando ci si incrocia vengo coinvolto con quel certo fare da siamo sulla stessa barca. Di che barca poi si parli e perch non lo so dire, fatto sta che avverto una forte voglia di complicit provenire da parte loro. Passano giorni su giorni e macinate tre settimane sono a mio agio in tutto. Se col celebre paio di cazzate di cui parlava Giuliano ho familiarizzato in un lampo, ben pi complicato stato imparare a gestire i tempi morti, vero aspetto chiave della faccenda considerando che per due terzi del turno non vola una mosca. Avendo deciso di combattere la noia lanciando loperazione cultura generale, un paio di quotidiani sono diventati miei fedeli compagni, affiancati da inserti di vario tipo che quando sono in formato magazine favoriscono anche un po di piacere visivo con le foto a piena pagina. Solitamente ne acquisto uno, un altro leredit che Mario mi lascia alla fine del suo turno, dopodich due o tre free-press giungono come cadeau da un dipendente che ogni giorno prima di arrivare se li gi consumati sui mezzi. E per approfondire in ambito sociologico proprio uno di questi ha una pagina imperdibile, lo specchio dellItalia odierna: le dediche via SMS. Questo il vero non plus ultra, il sogno misto alla tragedia, il ridicolo nella seriet di Tizio che scrive a Tizia che lha vista al supermercato tra le patate e sembrava un fiore, di un Certo che scrive a una Certa che in metropolitana le ha tolto il fiato mentre soffocava tra la gente, ma soprattutto di Patatini, Cuoricini, Tatini che si lanciano, si propongono, si mettono in gioco con parole sfolgorantemente opache, dichiaratamente nellanonimato, in un atto di presunto amore che un surrogato daffetto, uninfantile cotta maggiorenne da sfogare nellindecisione, un uscire allo scoperto da cameretta, precario, inconcludente, masturbatorio. E questi siamo noi, i cuori impavidi del ventunesimo secolo, quelli del dopo undici settembre, quelli con la faccia lampadata, il personal trainer e la scarpa di marca. Armature fuori, imbarazzati dentro. I tempi delle serenate andati persi, Romei e Giuliette innamorati dellinettitudine, incapaci di alzarsi e dire lo faccio, ma solo lo penso e lo scrivo. Poi tocca al cielo. Per il cielo si fa sempre gli affari suoi, specialmente oggi che ha troppi low-cost a ronzargli dappertutto. E noi sulla terra, con un alibi per limmobilit. Armature fuori, imbarazzanti dentro. Trenta risate per pagina, una scoperta: in amore vince chi seduto. Autisti e cassiere sono ipergettonati. Nellera di Uomini e Donne, qualsiasi richiamo ad un trono funziona. Prendiamoci una sedia, dunque. 21

Io che per sulla sedia ci sto sette ore a turno, sto cominciando a notare qualcosa che non mi piace. Ricapitoliamo: tra i dipendenti dellistituto circolano tre tipi di persone, vale a dire quelli che quando passano salutano, quelli che interagiscono e quelli che nulla. S, quelli che nulla. Cio che passano e fanno finta di non vedermi o che peggio passano, guardano per quella frazione di secondo, si prendono il mio saluto e non rispondono. Non ho manie di persecuzione, mi girano le palle giusto quel tot, ma la cosa fondamentale, quella che mintriga, osservare il fenomeno e trarne un resoconto socio-psicologico. Ad un primo bilancio, la cafonaggine propende nettamente verso il -pi che mai cos detto- gentil sesso e simpenna man mano che si sale per la scala gerarchica. In particolar modo ho due tizie nel mirino, una identificatami da Giuliano il primissimo giorno come Quella un quadrobella figa (e quadro ci ho messo un po a capire che fosse un riferimento aziendale pi che botticelliano), laltra invece un soggetto poco chiaro, una che fa i colloqui alla gente, tipica persona da azienda con attitudine da azienda, aspirazioni da azienda e fidanzato in azienda (soggettino anchegli visto che quando lei non presente saluta e sorride, dopodich come affetto da licantropia si trasforma in Ras del quartiere alle diciassette e trenta di ogni giorno, quando la pupa lo aspetta in reception per andare a casa con la faccia sempre incazzata. Lui arriva con fare da Arthur Fonzarelli, mi lancia la chiave del suo archivio come losso ad un Golden Retriever, piglia sottobraccio la squinzia e imboccano luscita come dopo un cheeseburger da Arnolds. Col pollice su e facendo Hey la scena sarebbe su misura per un remake di Happy Days). Insomma, queste due tizie svettano sul podio dellarroganza, roba che se fosse disciplina olimpica meriterebbero ad ogni performance un titolo sulla Gazzetta e un replay commentato da Giacomo Crosa. Ma la mia analisi va pi a fondo. Bene, loro sono il caso estremo, punto primo, e punto secondo non verifico nulla del genere da parte maschile: uomini presi, di corsa o semplicemente riservati s, ma nessuno che si permetta di non ricambiare un saluto scandito a chiare lettere. Punto terzo e qui scendiamo negli abissi- le grandi dinamiche, i grandi numeri, la massa. La massa va innanzitutto definita e parliamo di una cinquantina di soggetti femminili di et compresa s fra i diciannove e i cinquantacinque anni, ma prepotentemente sbilanciata verso la giovinezza essendo un buon settanta per cento delle dipendenti under-trenta. Trattasi quindi di soggetti nel pieno della scalata sociale, con forte esigenza di affermazione dentro e fuori dallufficio, tra sogni di carriera e selezione per laccoppiamento. Mi concentro su di loro sia perch sono il vero termometro della baracca, sia perch essendo mie coetanee suscitano il mio maggiore interesse. Delle poche over-sessanta che ci sono nel posto me ne faccio un baffo nonostante si sbraccino a salutare; delle quarantenni me ne frego non perch non sia un estimatore, ma perch tra le presenti non vi nessuna che onori a dovere la categoria. Quindi rieccoci a loro, le diciannove-trenta, con quattro su tutte nel mirino, un poker composto da una morettina diciannovenne sarda, una ventiquattrenne lombarda ma mezza pugliese dorigine, la frizzante trentenne assistente del direttore generale e una wild-card con nessuna dote particolare, ma un bilancio complessivo pi che soddisfacente. Fuori dal mazzo, invece, quella che dal Vangelo secondo Giuliano se la fa col vice, che sposato, h-h!, che potr anche sapere come succhiare via lo stress a un dirigente nel tempo di un ascensore, ma che a me appare oltremodo volgare col chewing-gum che mastica di continuo e la fatica che fa nel trattenere il fiato per non esplodere fuori da quei jeans taglia quarantadue, che non so come riesca a cacciarsi su per le cosciotte ogni santo giorno. Attorno a costoro, due dozzine e mezzo di gregarie che hanno comunque voce in capitolo, diritto di voto, mano al telecomando. E il responso, inutile girarci attorno, molto chiaro: dicevo che non midentifico in questa scrivania, in queste mansioni, in questo ruolo; ma chi mi circonda invece s che in questa scrivania, in queste mansioni e in questo ruolo mi identifica. Ecco dove sono fregato, riassunto come Giuliano & Mario 2.0, pi leggero, 22

grafica migliore e pi user-friendly, ma sempre lo stesso software. Prenderne coscienza non stato n rapido, n molto piacevole, per me che a ruoli e gerarchie non ho mai dato peso valutando le persone, dal paese alluniversit, dal vicino di casa ai professori. Invece eccoci qui, che pur se con il combinato camicia e cravatta vesto i panni poco cool del receptionist, di quello non appetibile, di quello che con la corsa alla carriera non centra una mazza, che non cha nemmeno il buono pasto e che se deve andare in bagno deve chiedere il permesso. Fuori dai giochi insomma, escluso, reietto, Renegade come il fuoristrada o Lorenzo Lamas nel telefilm. Un non-membro dellorganico seduto in un nonluogo, in un limbo tra unala e laltra degli uffici. Insomma, per quanto possa avere da dire casomai mi alzassi in piedi, qui per la femmina non sono unopzione. Il fatto che in sostanza io sia uno sciolto, certamente non un addormentato, uno che le chiacchierate le rende tutto sommato piacevoli, qui conta zero. Sono schiacciato dal mio ruolo come uno stambecco da un macigno, ho addosso letichetta sbagliata come quei capi da outlet che non si capisce dove sian difettati ...ma se li han messi qui un motivo c. Il motivo puro e semplice, dicesi i quattrini. Sono perfettamente in pace con me stesso, alla fine mi ritengo anche pi concreto di gente che quando alla ricerca di un posto di lavoro serio non fa altro perch uno spreco di tempo. Ma spreco di tempo cosa? A star fermi quando il resto del mondo non si muove, nessuno va da nessuna parte. Almeno due soldi me li caccio in tasca, che quelli servono sempre. Il bruciore di stomaco raggiunge il picco alle ventuno del quarto venerd di luglio mentre chiudo e faccio la chiamata di rito ai metronotte per dire che me ne sto andando. Un paio di birre a serata mi riportano alla calma durante il weekend, dopodich luned mi passa svelto in vista del marted e marted senza esserlo ha il sapore di un ultimo giorno. Di fatto un po lo , visto che per lultima volta lavoro di pomeriggio. Auguri di buone vacanze a Mario, che millanta di avere donne in ogni dove ma che so se ne star abbracciato solo al suo Pinguino De Longhi, un paio di istruzioni da parte sua e via per un cambio abbastanza arduo, consistente nello spostare le mie abitudini per farle combaciare col turno mattutino. Giusto per cominciare, a casa alle ventidue e quindici, doccia, cena, un po di relax ed gi mezzanotte e mezza del primo di agosto. Sveglia alle cinque perch capire chi sono e dove sono la mattina un problema cronico, fuori di casa alle cinque e quarantacinque, parcheggio al solito posto e metropolitana che mi oblitera sulle sei e diciotto, trenta minuti trenta per arrivare alla sede, sette per aprire il portone, salire, disinserire lallarme, accendere le luci, fare un giro di controllo e alle sei e cinquantacinque, vale a dire cinque minuti prima del mio orario di inizio ufficiale, sono in reception con le chiavi della mensa pronte alla consegna, perch mi stato esplicitamente detto che quelli della ristorazione hanno labitudine di arrivare un po prima e senza di me non potrebbero fare niente. Ecco infatti lascensore con loro dentro, io che consegno le chiavi, questi che vanno e il panettiere che arriva a rimorchio dopo a quaranta secondi, carico di croissant e focaccine che mi fanno venire lacquolina in bocca. Grazie al cielo la ricompensa per la gentilezza di essere sul posto prima del dovuto si materializza sottoforma di cappuccio e brioche di l a pochi attimi, cosa che apprezzo. Bene, non sono neanche le sette e dieci e met del lavoro che mi spetta lho fatto. Dapprima delizio il mio stomaco con assoluta calma, in seguito apro il quotidiano per una manciata di minuti ma poi comincia il viavai di gente. Perspicacia la parola del giorno. Buongiorno Buongiornoma anche la mattina adesso? No, adesso Mario in ferie, nel pomeriggio riprende Giuliano Ah!.

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Tra le otto meno venti e le otto e mezza questo dialogo si ripete almeno trenta volte. C di buono che linterazione forzata mi risveglia pian piano dallo stato comatoso in cui riverso. Inoltre, la mattina si propone con un nuovo dramma: Non ho il badge. Guarda, tattacchi, vorrei poter sciorinare come risposta. Nessun problema mi tocca invece dire, al che mi tocca far partire una girandola di telefonate manco fosse stato trafugato materiale alieno dallArea 51. E chiama la sede centrale, e chiedi di parlare con lufficio, e aspetta, e parla con lufficio, e tieni l il dipendente che deve dare i suoi dati, e attendi che li scrivano, e prendi nota tu, e saluta, e dai un badge sostitutivo a sto dipendente, e annota che glielhai dato, e fagli in conclusione ben presente di non intascarselo a fine giornata. Il tutto solo per aprire due porte, praticamente per andare in mensa o in bagno. Mica per accedere alla sala di controllo delle testate nucleari. Il turno in fascia antimeridiana ha un altro sapore, tra corrieri che arrivano, visite esterne, telefonate e una temperatura certamente pi gradevole senza bisogno di abusare del condizionatore, che in ogni dove tendo a centellinare dati i raffreddori che mi provoca. Da mezzogiorno e mezzo alluna e tre quarti poi un andirivieni di gente per la pausa pranzo e passata questa una figura bombata, senza spigoli, anti-urto, mi appare sul monitor della telecamera allentrata. Schiaccio il tasto per aprire il portone prima ancora che mi citofoni, proprio mentre nellatto di sollevare il braccio e puntare lindice. Zac e si trova la porta aperta. Lo vedo perplesso per mezzo secondo, lui che probabilmente pensava dessere il solo in possesso di una tale rapidit cognitiva. Ebbene s, queste poche settimane sono state sufficienti a traviarmi. Sali Giuliano, sali. Uella, ha-ha, non ho fatto neanche in tempo a suonare che Quando si ha avuto un grande maestro, daltronde! Come stai allora, tutto bene in ferie? Tutto bene, tutto bene Eh, infatti ti vedo abbronzato. Effettivamente il suo bel colore lha preso. Tu, tutto OK invece qui? S s, alla fine quello che c da fare lo sai meglio di me. La mattina pi movimentata, almeno da quello che ho visto oggi, ma niente di che. Da qui il dialogo prosegue con quello che sar ogni giorno il rituale tra Giuliano e me. Ci sono appunti particolari o cose che devo sapere? Ti ho lasciato un paio di cose scritte l sul blocco, ma solo dei promemoria Ah, bene Devi andare in bagno o al bar? No no Vab, allora io anche se son cinque alle due andrei, OK? Nessun problema E anche oggi missione compiuta. Il mio luogo comune mentre aspetto lascensore. Eccolo. Ma ascolta una cosa Dimmi. Mentre le porte si aprono. Con quelli delle pulizie tutto a posto? S Questi esterni segnati sul registro come ancora dentro, sono ancora dentro? S C gente che arrivata senza badge? S E te parevasei riuscito a sistemare? S Le chiavi le han prese tutte? 24

S Il grande capo, presente? S Quelli della mensa ci sono tutti oggi? S Te lhanno offerto il cappuccio perch sei arrivato prima? S Eh, saranno un po cos ma son gentili, n? S Ed ecco che lascensore si richiude e parte per qualcun altro. Saran pure le tredici e cinquantotto e non le quattordici, per le palle mi girano quel filo. Infatti dopo un Vab, andatoprendo le scale. A domani, esco dal portone alle due in punto, mi muovo a passo svelto verso la metropolitana, mi cimmergo, oblitero, passo il tornello, scendo le ulteriori scale talmente rapido da far quasi scintille, arrivo al binario, vedo i vagoni che si allontanano, mi sento beffato dal destino, scorgo il monitor che mi dice di aspettare cinque minuti per la metro successiva e maledico il tempo sprecato con quelle chiacchiere da precisino fottuto di Giuliano. Che alla fine non che mi sembri davvero voler sapere quelle cose, il sentore che sia solo voglia di far conversazione. Ma porco cane. Probabilmente per sono io che sto ridiventando troppo milanese, come nei primi due anni di universit con la fissa del tempo, landatura svelta verso i mezzi, lo slalom tra i venditori ambulanti quando scendi in metro, la caccia al tornello meno affollato. Alla fine mi sto stressando per cinque minuti. In Brianza ti ci fumi una sigaretta, in Sicilia il tempo in cui ordini un caff. Sar che sono a Milano e mi ci adatto o sar che sono a Milano e ho voglia di tornare a casa, fatto sta che questi cinque minuti mi pesano. Saper cominciare presto la giornata, come mio nonno, come mio padre, sempre stato uno dei miei sogni. A questo giro, visto che volente o nolente alle sette meno cinque devo essere sul posto, speravo anche di poter avere il pomeriggio da far fruttare in palestra o in altro, ma qui si fatto il tredici di agosto che i pomeriggi li ho consumati per la maggior parte sul divano a riprendermi. Avevo sbagliato i conti, infatti una cosa finire di lavorare alle due, unaltra cosa quando si torna fisicamente a casa. Fortunatamente in questi giorni di poca ressa ho anche la possibilit di parcheggiare nel cortile interno, quindi da settimana scorsa non ho pi la metropolitana da prendere, per c sempre una bella oretta di strada per rientrare, che la citt in estate non si svuota pi come una volta. Quindi torno allovile che sono le tre, mangio qualcosa e automaticamente mi taglio fuori da qualsiasi possibilit sportiva per unora e mezza, si fan le quattro passate che tento di alzarmi e preparare il borsone ma la met delle volte sono troppo assonnato per farcela. Perci getto la spugna e cazzeggio, ecco il copione classico. Tredici di agosto. Tredici di agosto e l dentro comunque pi di met della gente lavora, tredici di agosto e qui in paese invece la differenza si nota. Tredici di agosto e per me domani comunque servizio. Tredici di agosto che diventa quattordici, quattordici di agosto che diventa quindici e ci si ferma. Ferragosto e ci si ferma. Io mi sveglio con calma verso le dieci e dal colore della luce attraverso le tapparelle capisco che unaltra giornata di sole, sole pieno. La finestra aperta ma fuori non sento un solo rumore a parte i grilli che cantano. Grazie al cielo vivo ad una certa distanza da Milano, gi unaltra provincia, e alcune volte scopri che ne vale la pena. Poi niente vicini oggi a quanto pare, niente auto a quanto si sente. Niente. Mi alzo, doccia, mi butto addosso un paio di pantaloni corti e una t-shirt che rappresentano la mia et meglio che la camicia e la cravatta che stanno girando in lavatrice, vado in cucina e faccio colazione alla mia maniera, senza strafare, solo t e un paio di biscotti. 25

Lasciare le porte aperte fa s che ci sia quel filo daria corrente piacevole, che quando lestate al culmine una manna dal cielo. Gi, lestate al culmine. Non accendo n TV, n radio, n computer: non ho bisogno di nulla. Mi piace ascoltare il silenzio, musicato solo dai grilli che cantano nellafa, nella canicola, sotto il cielo azzurro opaco figlio dellumidit della Pianura Padana. Sar una lunga giornata, una lunga giornata. S, perch non come nei weekend delle scorse settimane, oggi non c nessuno in giro e nulla da fare per chi qui. Potrei uscire, fare due passi, raggiungere la via principale del mio paese e sedermici in mezzo che non succederebbe niente. A quel punto mi sdraierei anche e penserei ai miei amici. I miei amici, tutti via. Con le vacanze gi prenotate a met febbraio, in una trepidazione che parte appena passato capodanno, subito l coi depliant a scegliere il dove e il dove del dove. Forti di una sola certezza, vale a dire che Ferragosto deve assolutamente essere incluso. Come biasimarli daltra parte, uno status che ancora non conosco quello dei trenta giorni liberi allanno, chiaro che alla fine ti ritrovi con le tempistiche abbondantemente prestabilite. Anzi, praticamente forzate. Su questo non ci piove, ma la mia mentalit e la loro sono molto diverse, per ora siamo due universi distanti sotto questo punto di vista. Vederli nella foga per lestate quando ancora gennaio mi mette tristezza. S, va bene, belli i depliant, belli gli hotel, i villaggi all-inclusive, bello tutto. Ma ragazzi, avrei sempre voglia di dire, ma questa qui che devessere la vita? Com possibile che appena passato lultimo dellanno sia tutta solo una grande attesa per lestate e poi passata lestate sia tutta solo una grande attesa per lultimo dellanno? Perch non prendiamo coscienza che c dellaltro nel mezzo e non devessere solo un continuo tirare il fine settimana al ritmo di un pacchetto al giorno, per poi spaccarsi la faccia nellalcol dalla notte del venerd allaperitivo della domenica? Qual il problema? Il problema per chiaro e semplice, che chi la vita ce lha gi sul suo binario vive in tuttaltro stato mentale. Ci sono quelli che soffrono e quelli che galleggiano senza troppi pensieri. Li vedo io quelli che patiscono tra i miei amici, quelli che channo la rabbia in corpo perch si son fermati subito dopo le superiori anche se in fondo avevano la testa per andare avanti, vuoi che lhan fatto perch i genitori non li hanno spronati, vuoi che lhan fatto per altre ragioni, un po per rassegnazione, un po perch altri gi lavoravano e avevano quei due soldi da spendere. Sia quel che sia, ora sono incastrati, costretti a far loro un ritmo che loro non , fingendo di farsela passare, tanto basta un po pi di rum nel Cuba per scendere al livello degli altri. Gli altri, appunto, invidiabili in un certo senso, dato che incredibilmente si trovano bene in questo modo di vivere. Da una parte prendi le distanze, dallaltra per a volte ti fermi e pensi: beati loro. Beati quelli che per natura non contemplano la necessit di dare una svolta alla propria vita. Gli uni e gli altri per oggi se ne stanno in spiaggia, mentre io mincanto al massimo sul riuscire a sdraiarmi in mezzo ad un viale senza pericolo dessere investito. Domani riprendo e ho davanti poco pi di una settimana, poi sar davvero missione compiuta. Insalata di riso, t freddo al limone, il rumore della prima auto che passa in fondo alla via di casa e si son fatte le due inoltrate. Sole in faccia, cellulare in mano e rubrica che scorre. Ferragosto il giorno dove se sei rimasto a casa passi i contatti uno a uno e provi a immaginare chi possa essere appiedato come te. C chi raschia il fondo del barile e telefona a gente depennata dalla propria esistenza da tempo immemore, io invece ad un primo passaggio individuo un nome, penso possa essere quello giusto e faccio partire la chiamata. Mi sento fortunato solo per aver pensato a questa persona, che se non fossi stato nella solitudine monastica in cui mi trovo oggi probabilmente nemmeno mi sarebbe passata per lanticamera del cervello. E sarebbe stato un male, perch a volte ci sono persone che ti lasci scivolare per un po di tempo, ma sai che sono parte di te e sentirsi pi spesso sarebbe la cosa giusta. Suona a vuoto, niente da fare. Spiaggia o grigliata anche 26

per lei, mi sa. Sono davvero rimasto lultimo essere umano in questa landa desolata. Passiamo oltre allora e sovvertiamo lo schema: telefonata a quelli che sicuramente stanno facendo festa. Pronto! Uella, buon Ferragosto! Come va, tutto bene? Siete in spiaggia? Tutto bene, s. Io, Fabio e Marco siamo in spiaggia, gli altri dopo ieri sera ancora non si vedono Minchia, alle due e mezza di Ferragosto ancora a letto? Eh, che siam tornati alle sette di mattina Cosavete fatto? Niente di particolare, abbiam girato una decina di posti tutti sul lungomare, poi lo sai come va a finire, la storia sempre la solita Cio? Eh, che alla fine ci sono gli altri che bevono finch non ce la fan pi, poi te li devi portare a casa in spalla, in giro a far figure con la gente. Solite robe, lo sai Capito E quindi noi tre oggi siam venuti in spiaggia alle undici che non cera in giro un cane. Adesso pian piano sta cominciando a riempirsi Stasera avete in ballo qualcosa, poi? Non lo so. Di andare a farmi pelar fuori settanta carte al ristorante perch Ferragosto non cho voglia. Gli altri forse Ti stai rompendo le scatole o sbaglio? No, per vorrei fare qualcosa di diverso, tipo girare un po nellentroterra, andare a vedere qualche altro posto, qualche altra spiaggia E non si riesce? Mah, diciamo che liniziativa non raccoglierebbe molti voti. Lo sai com landazzo, il sentiero camera-spiaggia una volta che segnato il primo giorno poi resta sempre quello. A me di girar cinquantamila bar a nottata non me ne pu fregar di meno, una birra sempre una birra. Grazie al cielo ieri sera son riuscito a schivare la spedizione a Porto Cervo E non mi sei andato a salutare il Flavio?! Ma per carit! Ieri pomeriggio son saltati fuori con questa cagata il cugino di Michele e i suoi amici. Son passati qui a salutare lui e ci volevano tirare in mezzo tutti. Io lho detto subito agli altri che piuttosto rimanevo in stanza da solo Michele andato? S Beh, chiaro. Un divo come lui mica poteva mancare Lascia perdere, che ci scassa le palle ogni giorno perch non gli piacciono le cose del buffet. Per tre giorni s riempito il piatto con una montagna di roba e poi ha buttato via quasi tutto, da l in poi invece va a comprarsi le cose in paese e cucina per suo conto E glielo lascian fare, scusa? Ha sparato la cazzata che ha delle intolleranze, quindi gli fanno sto favore Schiavo del pettorale a tutti i costi Appunto, che poi guarda quant furbo: prima dice che ha problemi, gli fanno il favore della cucina e lui ogni giorno si fa vedere che mischia la roba da mangiare con tutti i suoi beveroni, le polverine e compagnia. Sembra il Mago Merlino allopera quando l che fa su sti intrugli Ha-ha! S, per poi quando si leva la canotta, silenzio tutti Eh, invece ha subito il colpo quando si ritrovato in spiaggia con uno sciame di cloni Davvero? Mi devo aspettare il TG da un momento allaltro a fare un reportage sui mandrilli spiaggiati in Costa Smeralda? 27

Metti su Italia 1 stasera che c Lucignolo in diretta da qui, magari ne parlano! Scherzi a parte, vedessi che tamarri che ci sono in giro Stile? Tutti tirati al massimo, tatuati, abbronzati allinverosimile, costumino aderente col pacco in mostra. Roba che io mi sento un rottame, cho vergogna a farmi vedere che sono ancora mezzo bianco e non cho il fisico. Poi per aprono la bocca ed il trionfo della cafoneria, non so come facciano le ragazze ad andar dietro a sti trogloditi qui Eh, guarda, mi spiace dirtelo ma mi sa che l cos col cervello si tira su ben poco. Beato te che almeno sei ricco Ma vaffanculo va, ha-ha! Senti, ti lascio andare alla chitarrata con Apicella gi a Villa Certosa Infatti, che tra un po ora Portami a casa una bandana, mi raccomando Va bene! Ma ascolta, te invece stai lavorando? Oggi no, domani per come di regola. Finisco settimana prossima E poi? E poi boh, fiere a settembre, penso. Spero comunque che si faccia vivo qualcuno dopo i CV che ho mandato Ma s, sicuramente. Oggi invece cosa fai? Non c in giro un cane, c poco da scegliere Guarda che qui almeno per me non tanto diverso, te lho spiegato come van le cose S, ma dai, non ti lamentare. Goditi il mare, va Sicuro. Allora dai, ci sentiamo nei prossimi giorni Va bene. Salutami gli altrie tienili docchio OK, ciao Ciao ciao. Eccolo l uno di quelli che si spaccato le palle di stare al passo degli altri. Vacanza in hotel in Sardegna, mandria da quindici, obiettivo giornaliero la sbronza, transumanza infinita da Milano con quattro macchine per poi toccarle solo per andare in discoteca, unico tragitto contemplato in fascia diurna quello dei duecento metri dallalbergo alla spiaggia con deviazione al ritorno per dare il via allalcolismo in centro al paese. Una settimana via da casa in tutta lestate, cambia lo sfondo come in una scenografia a teatro ma la trama della commedia resta la stessa, talmente la stessa che gi il terzo anno che sinfilano nello stesso posto, dove per giunta c anche met della gente del nostro paese. Quindi anche i personaggi secondari rimangono invariati, le comparse invece saranno pure inedite ma sempre comparse restano. Non li ho mai visti tornare con nuove amicizie, qualche numero di telefono interessante, gente diversa da andare a ribeccare durante lanno. Niente, solo una gara alla tintarella per la vera competizione, quella che prende piede al ritorno con la met del paese andata altrove, classicamente a Ibiza. Era meglio quando andavamo in vacanza ai tempi del liceo, coi soldi contati al centesimo ma con la voglia di vedere, con la voglia di fare, con la voglia di conoscere. In albergo a Rimini il primo anno -cos come in Spagna lestate seguente- dopo un giorno facevamo gi gruppo con tutti; nella Sardegna pre-Flavio Coast avevamo le chiappe arrostite dai cinquantini che ci eravamo noleggiati per girare; poi lestate migliore fu quella in cui partimmo per il Nord Europa senza praticamente sapere cosa ci saremmo trovati di fronte, tornando in patria ammaliati, fieri come esploratori dei secoli addietro. Ora invece tutto bruciato, senza Canadair che possano venire a sganciare acqua e salvare lo spirito dei tempi. Erano spedizioni prima, oggi vacanze. Per qualcuno il top, qualcuno invece vi si adegua e qualcun altro il sottoscritto- ne resta fuori, per met condizionato dai doveri, per met non stimolato da quel genere di piaceri. Per Ferragosto a me che non passa pi, intanto. 28

Mano al cellulare unaltra volta. Ritentiamo col primo obiettivo della giornata. Uno squillo, due squilli, tre squilli. Pronto?! Stupita di sentirmi? Ciao! Come mai? Come mai? Volevo sapere come va, quant che non facciamo due chiacchiere? Se escludiamo il messaggio che mi hai mandato il giorno della laurea, praticamente da fine gennaio Eh, praticamente s, dal tuo compleanno Tu la solita, degnarti di farti viva no? Potrei dire lo stesso, ma mi fregheresti col fatto che mi stai chiamando ora Esatto, quindi chi il pi bravo? Sei tu, sei tu Vedi che ci capiamo? Scherzi a parte, ti disturbo? Assolutamente no Dove sei? A casa Anche tu? E come mai? Gli altri son tutti via, io ho un mucchio di esami a inizio settembre Ma vacanze niente del tutto? Con quello che mi costato stare a Bologna questanno, col cavolo Problemi con la casa? Qualcosa mi avevi ventilato S, perch poi la storia si conclusa che il proprietario ci ha alzato laffitto e la questione era o dentro o fuori. Praticamente mi son trovata costretta a stare al gioco, altrimenti sarei finita a unora e passa di autobus dalluniversit, perch se durante lanno ti vuoi trovare un appartamento ti devi muovere in periferia, molto in periferia Porca miseria, ma ha rifatto il contratto lui o che? Ma quale contratto, in nero Come sempre, chiaro Fanno gli strozzini tutti, tanto di domanda ce n. Sai a loro cosa interessa E ora per quanto conti di rimanere l? Stai cercando un altro posto? Terr gli occhi aperti a settembre appena torno gi per gli esami, per non posso dire che me ne vado da un giorno allaltro Perch no, scusa? Se non c il contratto Eh no, non funziona cos. Praticamente funziona che se tu te ne vai, devi trovare qualcun altro che prenda il tuo posto, altrimenti con una persona in meno in casa i tuoi coinquilini si devono dividere anche la tua quota Ma stai scherzando? No Ma che stronzata ?! Mai me la sarei immaginata. Alla fine se tu sei il proprietario e decidi che la casa ha tot posti letto, sono affari tuoi se non riesci a riempirla. O no? E come dire che se vai in albergo e non pieno, paghi anche per la gente che manca Non so cosa dirti, funziona cos per le case Pensa te che stronzi, non c contratto ma alla fine ti trovi legato lo stesso perch se no ci rimettono i tuoi coinquilini Precisamente. Chiaro che lo fai per loro, non per il padrone di casa Grazie al cielo non son passato in mezzo a ste cose, che gi avrei fatto una fatica enorme a tirar fuori i soldi per dovermi magari pure dividere la stanza con qualcuno. Spesso mi son lamentato, ma meglio due ore e qualcosa di strada avanti e indietro tutti i giorni, sul treno o nel traffico che sia, piuttosto che trovarsi in mezzo a certe situazioni Io purtroppo non potevo fare diversamente 29

Lo so. Ma ora quanto ti manca per laurearti? Se non mi fossi trovata negli sbattimenti dopo lOverseas, mi sarei laureata a settembre Overseas? Intendi lErasmus? Praticamente la stessa cosa, poi c lErasmus che solo in Europa e lErasmus Mundus che dappertutto anche quello Ah, OK, ecco allora. Comunque che sbattimenti, scusa? Non mi hanno riconosciuto interamente degli esami che ho fatto l, quindi uno alla volta li devo completare qui, il che praticamente vuol dire ristudiare tutto Non me lavevi detto lultima volta. Quindi adesso? Adesso spero di farcela per dicembre. C di buono che con la tesi sono avanti Meno male. E perci Ferragosto sui libri? S, ma mi sta scoppiando la testa Ti va di fare una pausa e passo l, magari? Dai! Vieni qui quando vuoi Tra una mezzora comoda, allora Va bene! OK, gi il telefono a questo punto. Ciao! Suona due o tre volte quando arrivi, che il citofono non funziona bene OK Ciao! Ci vado a piedi da Claudia. Non sto nemmeno a cambiarmi perch estate e perch lei non una di quelle che bada a certe cose. Maglietta e pantaloncini vanno bene. Indosso il mio classico e strausurato paio di Adidas, bevo un sorso di t freddo prima di chiudere la porta e mincammino. I marciapiedi li evito, come previsto si pu stare in mezzo alla strada senza che passi nessuno. Ne ricavo un certo senso di libert e padronanza del luogo in cui sono cresciuto. Ventitr ne ho viste di estati in questo posto. Ventitr sembra un numero importante, un numero nel mezzo, n troppo alto per sentirsi col dado tratto, n troppo basso per sentirsi senza diritto di parola. Ventitr un numero giusto, tanto per tracciare bilanci quanto per guardare avanti senza senso di pesantezza. Personalmente sento di aver fatto un bel pezzo di strada, ma al tempo stesso so di averne ancora un mucchio davanti. Giustissimo a ben pensarci, sono a met percorso: in ventitr anni sono arrivato fin qui e fra ventitr vedremo cosa sar riuscito a combinare, che anche se a quarantasei un uomo non certo alla fine dei suoi giorni, per lo meno a livello professionale e umano si pensa sia una figura fatta e finita. Ventitr Michael Jordan, quarantasei Valentino Rossi. Mi si sta fondendo il cervello su questo asfalto bollente. Eccomi arrivato, suono tre volte, poi arrivano la quarta e la quinta, infine aspetto un minuto e piazzo la sesta, la settima e lottava. Nessun segno di vita, provo sul telefono. Suona a vuoto venti secondi e poi mi sento chiamare dalla finestra: Aspetta, ero in doccia!. Bene, cancello che si apre, io che entro e lei che nel mentre scende al pian terreno con due bicchieri e una bottiglia daranciata. Stiamo in giardino quindi. Bella casa quella di Claudia, pure abbastanza antica visto che esiste dal tempo dei bisnonni, fine Ottocento, quando il nostro paesino era davvero tutta campagna e chi si aggiudicava un lotto di terra per quattro spiccioli ci faceva quello che voleva. Dopodich storia nota: entrati nel Novecento e passate le due guerre, tra i Sessanta e i Settanta si sono chiusi i ranghi, chi aveva era sistemato, chi non aveva cominciava ad essere tagliato fuori di grosso perch non cera pi la flessibilit di prima. Il paese iniziava a sovrappopolarsi, le leggi man mano cambiavano cos come le dinamiche. Per aprire unattivit da zero le beghe burocratiche aumentavano vertiginosamente e il concetto di farsi una casa era ormai stato soppiantato da quello di mercato immobiliare, con tutte le speculazioni che poi sono partite in pompa magna dagli Ottanta e arrivate fino ad oggi. Senza bisogno di parlare di 30

Milano 2, anche qui si sono mossi dei micro-Berlusconi e lo stato attuale una porcheria, con imprese autorizzate a costruire in ogni dove, terreni che vengono espropriati e villette a schiera cos appiccicate che ci si guarda nel cesso lun laltro. Da Claudia le forme e gli spazi hanno invece ancora lampiezza dei tempi, senza lo stress dellindustria edile addosso. In giardino si respira una bella aria e la casa, anche se praticamente ha solo due piani, altissima. La guardo da seduto e ci resto nuovamente impressionato, come fosse la prima volta, mentre invece ho fatto spesso dentro e fuori negli anni addietro. Tra un bicchiere daranciata e laltro, cubetti di ghiaccio annessi, ci aggiorniamo a vicenda sugli ultimi mesi. Per buona parte della conversazione mi faccio raccontare del suo periodo in Oriente, di cui avevo avuto notizie solo per vie traverse, vale a dire da mia mamma che in un paio di occasioni aveva incontrato la sua dal panettiere. Del conto salato arrivato a posteriori, cio la faccenda degli esami non approvati, gi mi ha accennato ed una bella fregatura, il resto invece ha un colore molto diverso. Tonalit positive traspaiono dalle sue parole: un nuovo posto conosciuto, nuovi amici incontrati, un po troppa festa ma alla fine s, dai, unesperienza di quelle da incorniciare sotto il profilo umano. Tu che hai studiato le lingue, invece, perch non hai fatto uno scambio tipo Erasmus, Overseas, eccetera?, mi chiede. Perch soldi a parte, poi sarebbe finita molto probabilmente come per te, e il tempo per me non unopzione. Alluniversit ci sono entrato con lelmetto in testa, questa la cosa che dico a tutti. Volevo arrivare alla fine il prima possibile e gestirmi per gli affari miei poi, perch lo sai che ho sempre avuto altre cose in ballo e di slittamenti sulla tabella di marcia non ne ho mai voluto sentire. Annuisce, si ricorda tutti i discorsi che le avevo fatto quando ero a met strada, circa due anni fa. Mi chiede di conseguenza come vadano quelle cose, io senza troppa voglia di approfondire le dico solo che mi manca una settimana di lavoro e poi appunto andr in Repubblica Ceca per qualche giorno. Metto laccento su lavoro pi che su Repubblica Ceca ed ecco la richiesta di un punto della situazione. Dalla laurea ai primi CV inviati, passando poi per il capitolo bar e arrivando allincarico tampone targato Milano, le fornisco un riassunto dei primi mesi da dottore. Non il pi entusiasmante dei resoconti, sicuramente non da copione fiabesco, per chiudo sempre dicendo che Da settembre conto di avere parecchio con le fiere. Sorridiamo quindi, cambiamo discorso e viriamo su argomenti pi leggeri. Passano un paio dore, tiriamo fuori due pizze dal freezer e due birre dal frigorifero, ceniamo, dopodich faccio ritorno a casa dato che la sveglia destinata a suonare prima che canti il gallo. La settimana a Milano la chiudo in tranquillit dato che col personale viaggiano a ranghi ridotti e lo smarrimento dei badge ai minimi termini, poi il sabato lo passo al campetto per qualche ora di basket in solitaria. Domenica invece mi barrico in casa, che rientrano le mandrie e non ho voglia di subirmi il via del titanico scontro dialettico Sardegna contro Ibiza. Con luned torno in postazione e a met mattina lascensore mi porta una sorpresa: il responsabile della sezione fiere e congressi della mia agenzia. L propii un milans avrebbe detto mia nonna: proprio un milanese. Non avrei potuto darle torto, perch la parlantina, la e pi che aperta letteralmente scoperchiata e tutti i modi di atteggiarsi sono da meneghino puro. Molto sorpreso di vederlo, apprendo che in assenza di Gerardo, il responsabile delle reception attualmente in vacanza, lui che se ne deve occupare ed passato solo per lasciare dei documenti per Mario e Giuliano. Questioni di contabilit per loro che sono assunti a pieno titolo, non come me che presto servizio in ritenuta dacconto o il mio amico Alessandro in partita IVA. Di questo me ne lavo le mani, deposito ad ognuno nel proprio scomparto e siamo a posto. Quello che invece mi preme indagare avendo Damiano qui in carne ed ossa sono le possibilit da settembre per quanto lui gestisce di solito. Prendo il discorso coi dovuti modi, senza per nemmeno girarci troppo attorno, e rimango rincuorato dalla risposta che ricevo, breve ed 31

efficace: S s, a settembre ripartiamo, ci sentiamo per metterci daccordo. Nel mese ci sono un paio di fiere, poi anche pi avanti abbiamo sempre da fare. Ottimo, questo mi cambia lumore non solo della giornata, ma di tutto il periodo che sto passando qui dentro. E come se avessi lavorato fino ad ora per sentire queste parole, perch in effetti ci a cui ambivo sin dallinizio. Mi sento come se avessi azzeccato la strategia, vale a dire accettare un incarico cos-cos in modo da riaprire una porta che il tempo aveva socchiuso. Bene, ora posso interpretare lestate impiegata fra queste quattro mura come un piccolo investimento, come una semina, e ci migliora di molto il gusto generale dellimpresa. Il resto del luned mi scorre via col sorriso. Marted giornata di routine e mercoled, mercoled ventidue agosto finalmente arriva. Ultimo giorno, ultima apertura della sede, ultima volta operativo prima del dovuto, ultima volta incollato ad una sedia per ore intere. A ridosso della pausa pranzo saluto coi dovuti modi quel paio di persone con cui ho instaurato una minima di rapporto. A chi mi chiede cosa far prossimamente rispondo in maniera sintetica che andr via qualche giorno e poi a settembre inizier con le fiere, fattore che guida a qualche domanda pi approfondita da parte loro. Emerge quindi che oltre ad essere laureato parlo quattro lingue straniere. Mi chiedono quali, io rispondo. Leggo un netto stupore nei loro occhi, ma pi che stupore per il fatto che io conosca diverse lingue, uno stupore da Ma cosa ci fai qui?. Non pi tempo di rispondere ad eventuali domande implicite, loro devono andare a mangiare e io ho quattro note da scrivere prima che mi dimentichi. Passano i minuti, onde evitare disguidi comincio a levare dalla tasca il mio badge e segnare il giorno di resa sullapposito registro. Ripongo il mazzo di chiavi come richiesto in una busta, la sigillo, metto la mia sigla e la chiudo nella cassettiera. Tempo di ridare una spolverata al quotidiano e mi citofona Giuliano. Stavolta ero preso, non lho preceduto. Sale, io nel frattempo mi faccio pronto con tutto quanto. Due minuti per il congedo ed eccomi riuscire anche a prendere lascensore. Premo zero, apro il portone, esco e sono libero. Tanti saluti Milano sud, tanti saluti Giuliano, tanti saluti Mario e pure tanti saluti dipendenti del posto. Che contraccambiate o meno, per me definitivamente missione compiuta.

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7 LATO B Documenti e carta dimbarco in una mano, trolley impugnato con laltra. Gioved ventitr agosto ore nove e quarantaquattro, Terminal 2 dellaeroporto di Malpensa, passo spedito verso il gate. La tasca sinistra dei pantaloncini vibra con insistenza, tocca quindi che mi fermi e dia retta al telefono. Pronto? S, ciao Alessandro, scusa ma No, sono Mattia. Speravo di liquidare la cosa in un battito di ciglio non essendo il desiderato, invece no. Le domande che mi pongo sono due: cosa vogliono dallagenzia oggi e cosa ci fa Gerardo in ufficio. Ah, no, scusa, s, Mattia Dimmi Gerardo Eh, scusa se ti disturbo eh, scusa Tranquillo, dimmi pure. Il mio tono di voce invece un chiaro invito a spicciarsi. Ehm, no, che mi chiedevo se stamattina potevi. Lo tronco io: Gerardo guarda, sono in aeroporto, sto partendo Ah e tira un sospiro lunghissimo. Eh, allora no, niente. Vai, vai, scusa eh, scusa Posso aiutarti in qualcosa? No, no. E che mi stato male uno e volevo sapere se potevi coprire un pomeriggio Purtroppo no. Per chiama Alessandro, molto probabilmente lui ce la fa. E a casa Ah s? Eh, ci che allora provo. Grazie eh, grazie. Scusa ancora per il disturbo Di niente, figurati. Ascolta, le date del mio rientro te le ho mandate ieri via e-mail con anche il resoconto ore di luglio e agosto. Sottolineare non fa mai male. Va bene, va bene. E che sono appena rientrato in ufficio per questa emergenza. Dovevo essere ancora in ferie E il duro lavoro, che ci vuoi fare. Dai, ti saluto che se no mi lascian gi Va bene. Ciao, scusa ancora eh, scusa. Ciao Ciao. Gerardo dovrebbe prendere qualche lezione di pubbliche relazioni da Damiano, perch saranno s pari ruolo, ma se interagisce cos anche coi clienti non che la societ faccia una gran figura. Vab, chissenefrega, manco fossero affari miei. Qui mi tocca fare in fretta che fra cinque minuti chiudono limbarco. Tre ore dopo sono a Praga, Piazza Venceslao. Io e il mio trolley ci dirigiamo verso una pizzeria dove previsto il rendezvous col resto della ciurma, che libera da impegni si goduta la citt per un paio di giorni. Prima che anchio possa trascorrere qualche giorno da turista abbiamo settantadue ore abbondanti di lavoro, ma questo tipo di lavoro non uno scherzo dire che sia un piacere farlo. Da un anno collaboro con un mensile di musica, di fatto il magazine di settore pi importante dItalia, inoltre da quattro conduco una trasmissione radiofonica che partita da una piccola emittente di provincia arrivata oggi, grazie a un mazzo tanto e grazie a Internet, ad essere conosciuta nel circuito underground di tutta Italia. La passione per la black music mi ha portato fin qui. Dal primo CD acquistato a dodici anni ne passata di acqua sotto i ponti e specie dai diciotto in poi la situazione si fatta intensa, con me a maniche rimboccate per cercare di dar forma ai sogni che fino a poco prima restavano confinati in cameretta. Avevo voglia di combinare, concretizzare 33

il termine migliore, perch il mondo pieno di gente che sogna, sogna, sogna e poi puf, lascia svanire tutto quanto. Potrei contarne a manciate, ad esempio, di mie compagne di scuola che volevano fare le attrici ma non hanno mai nemmeno fatto il passo di cercarsi un corso di recitazione. Per provavano delle parti sotto la doccia, dicevano. Ecco, modi di fare del genere li ho sempre ritenuti ridicoli ed anche per questo che, due anni fa, fino a una settimana prima che il mio disco desordio andasse in stampa nemmeno molti dei miei amici pi stretti ne erano a conoscenza. Ma non solo a conoscenza del disco, a conoscenza proprio dellintera faccenda, cio che scrivessi testi ormai da anni e che fossi deciso a spingere al massimo delle mie possibilit. Lo feci, invece, e ne usc un lavoro onesto, un EP di dieci tracce, voce e testi miei e musiche del mio socio Daniele. Curato quanto pi non potevamo, un anno abbondante di lavoro, riuscimmo con mezzi modesti ad ottenere una qualit degna di nota e con un paio di agganci mirati a rendere il disco disponibile in vari negozi specializzati in Italia e Svizzera. Non male, considerato anche che le recensioni fra portali in Rete e qualche piccolo spazio sulla carta stampata furono pi che buone e ci permisero di crearci un piccolo seguito e ottenere delle date. Ora che sto per completare il mio primo album ufficiale, stavolta come solista seppur con la presenza di Daniele in alcune parti, guardo indietro e non posso che essere soddisfatto. Chiaro che due anni dopo non farei pi le cose alla stessa maniera, per c quel nucleo di sostanza che resiste al tempo e che mi far per sempre andare convinto di quellEP. E stato un ottimo primo passo e mi ha permesso inoltre di prendere le misure su molti aspetti tecnici e pratici che mi stanno tornando utili in vista dellalbum, col quale mi auguro di avere dei risultati degni di nota. Per i prossimi tre-quattro mesi sar necessaria la massima concentrazione e dovermi gestire da solo cosa s stimolante, ma tuttaltro che facile. Oltre ad essere dietro il microfono sono io stesso il mio manager, il mio contabile, il mio promoter e anche gli aspetti apparentemente pi piacevoli, come ad esempio il fatto che fra non molto dovr elaborare un piano su come realizzare il primo videoclip, hanno laltra faccia della medaglia ben in evidenza. Ricontrollo il messaggio in cui mi stato comunicato il posto esatto per incontrarci. Confidenza col luogo ne ho gi, visto che anche lanno scorso abbiamo affrontato questa spedizione, infatti muovendomi a memoria sono ora giusto di fronte. Gradino dentrata per il quale non mi scomodo a sollevare il trolley, gradini daccesso alla sala vera e propria che invece me lo impongono, unocchiata rapida e li scorgo ad un tavolo nellangolo, gi con le bocche piene e chiaramente un posto libero per me. Margherita e pivo ordinate al volo al cameriere che mi d il benvenuto e a passo comodo mi dirigo verso i miei tre. Guardali l, il sudamericano e il pugliese pi lombardi mai visti, al secolo Miguel e il celebre Daniele, e il nostro tedescone di matrice sarda. Assieme ai primi due porto avanti la trasmissione e con Daniele non solo, appunto- mentre Martin si d da fare per una realt simile con un altro ragazzo a Francoforte. Date le origini italiane si sempre documentato su cosa si muovesse nella Penisola e trovando il nostro sito si messo subito in contatto con noi. Gran ragazzo, volenteroso ed estremamente intelligente. Tra i nostri due programmi si creato un forte sodalizio, un gemellaggio Italia-Germania. Pronti a conquistare lEuropa? Chiss, magari un giorno. Il primo a vedermi mentre arrivo Miguel, che mi sorride subito con la sua faccia da festa perenne. Di sudamericano gli rimasto poco oltre il nome e i tratti somatici. Arrivare in Italia a nemmeno tre anni lo ha fatto crescere ed inserire perfettamente nel nostro contesto. E uno che va in montagna appena pu e tra campeggio ed escursioni non si fa mancare un piatto di pizzoccheri, cosa che se non hai la Valtellina nello spirito nemmeno ti sogni di ordinare. Prima di salutarmi con la mano, Miguel tocca Daniele col gomito e anche lui mi vede. Non ha bisogno di sbracciarsi, siamo talmente tanto in contatto che potrebbe tracciare la mappa di ogni mio spostamento, infatti lui che ho avvisato appena 34

sono atterrato ed lui che mi ha riconfermato lindirizzo della pizzeria. Precisione estrema, questa la sua dote principale. Alle origini Daniele sembra tenerci pi di Miguel, difatti quando parla si definisce pugliese nonostante abbia sempre vissuto nei paraggi di Milano. I veri pugliesi non sono che i suoi nonni, emigrati al Nord ai tempi del miracolo economico con il copione classico, vale a dire trasferire le braccia dalle reti da pesca alle fabbriche. Sicuramente del Sud Daniele ha molto, soprattutto il sangue caldo e insindacabilmente labilit di esprimersi nella lingua dei suoi avi, in proporzione molto pi di quanto Miguel mastichi lo spagnolo. Per il resto per ha quella manciata di qualit che si dipingono addosso alla figura tipica del lombardo, una su tutte la puntualit. Estrema puntualit, roba che se lappuntamento alle tredici e trenta, lui alle tredici e ventinove gi sul posto da una ventina di minuti e ti sta chiamando al telefono. Se alle tredici e trentaquattro ancora non ti vede, sono cazzi tuoi. Ho il sentore che solitamente in Puglia se la prendano un filo pi comoda. Ottimo compagno di lavoro a parte gli scherzi, instancabile. In tutto ci che abbiamo fatto assieme la sintonia stata massima perch da questo lato abbiamo la stessa mentalit. Se c un mestiere da portare a termine non esiste festa, sabato, domenica o altro: lo si fa, punto e basta. Tirare mattina su certe faccende ormai per noi due la prassi, gi nello studio di registrazione che ha ricavato da una cantina di cinque metri per tre che ai suoi serviva solo come ripostiglio per quelle cianfrusaglie che ci sono in ogni famiglia e che alla fin fine stanno bene anche in discarica. I quindici metri quadri meglio utilizzati che abbia mai visto, dato che ora la sotto che io registro i miei pezzi cos come altre persone che con ci permettono a Daniele di arrotondare una volta passate le otto ore giornaliere a consegnare alimenti a fianco del padre. Inoltre, per quanto riguarda la trasmissione questo studio stato la salvezza in un momento chiave della nostra storia radiofonica. Non ci fosse stato, non ci saremmo pi stati noi, dato che a ridosso dello scorso Natale la nostra vecchia radio ha chiuso i battenti per questioni monetarie e noi ci siamo resi indipendenti, con un mucchio di burocrazia, un piccolo esborso e un trasloco da Daniele per registrare quanto necessario ogni settimana. Molte delle persone con cui dividevamo il vecchio tetto radiofonico hanno mollato, lo facevano per hobby e ora ne hanno semplicemente scelto uno diverso, altri invece hanno preso lo schiaffo al pari nostro, ma solo noi abbiamo avuto la fortuna e soprattutto la caparbiet di reagire. Un paio di amici ci hanno dato una mano per potenziare il sito nelle tre settimane in cui noi eravamo fra un mare di scartoffie, un mare di conti e un mare di telefonate, poi con la quarta siamo ripartiti. Avremo perso s la diffusione in FM, ma questo per noi contava meno di un cinque per cento dato che una radio locale , appunto, locale. Internet il futuro ed in Internet che noi stiamo, a portata di click per il mondo anzich a portata di antenna per il vicinato. Ce leravamo detto fin dal primo momento: quello in cui crediamo e per cui da anni stiamo sudando non deve andare a fondo per colpa daltri. Otto mesi dopo siamo per la seconda volta in Repubblica Ceca come media partner di uno dei festival pi importanti dEuropa, in tre giorni avremo limbarazzo della scelta sugli eventi a cui assistere e staremo gomito a gomito con personaggi di fama mondiale, quelli che fino a poco tempo fa vedevamo solo in TV o che oggi collezionano centinaia di migliaia di visualizzazioni su Youtube. Mica male per tre ragazzi di provincia. A Martin appoggio una mano sulla spalla e quindi lascio si alzi per un abbraccio. Sono sicuro sia stato unottima guida per le vie di Praga, lui che in Germania si divide fra un part-time e la facolt di Storia dellArte. Il suo livello culturale indiscutibile, per tra i suoi connazionali generalmente cos attaccati alla concretezza viene definito quello che si dedica a una brotlose Kunst, cio una materia che non mette il pane in tavola, etichetta che lo infastidisce non poco. Casomai non funzionasse lass, potrebbe comunque scendere alle nostre latitudini, che non abbiamo tale astio per la categoria e di materia prima ce n in abbondanza, almeno da visitare. Ci vorr ancora un po di tempo per, un 35

paio di mesi fa mi diceva che non riesce a trovare la giusta calma per dedicarsi alla tesi a causa di qualche problema in famiglia. Parte tutto dalla cattiva salute di suo padre e purtroppo, com logico che sia, tutti sono in apprensione. Al di l dei tempi comunque certo che ce la far a laurearsi, non ho il minimo dubbio, e tra le venti ore a settimana che lavora e le agevolazioni che in Germania esistono per gli studenti pu anche essere contento di avere un tipo dindipendenza che in Italia rimane utopia. Ci hanno chiamati bamboccioni dicendo che stiamo attaccati alla sottana della mamma fino a trentanni, eccetera, eccetera, eccetera. Ma se altrove con un part-time da studente uno ci vive, divide casa con la fidanzata in una situazione in regola e pi che decorosa, non in nero in un seminterrato- e mette da parte anche il minimo per qualche svago, probabilmente dalle nostre parti saremmo tutti meno bamboccioni se ci passassero un giusto lembo di sottana dello Stato. Invece ci ritroviamo dal giorno zero a lavarne i panni sporchi. E per la coperta corta, non siamo noi che abbiamo sbagliato candeggio. Va gi rapida la pizza. Non sar come quelle che ci si mangia a casa ma non affatto male. Quattro espressi chiudono il pasto e siamo pronti per andare alla stazione. Scendiamo in metropolitana sebbene il tragitto sia solo di due fermate, sia per il gusto di farci un giro, sia per evitare il trekking con valigie al seguito attraverso un paio di vie dove lanno scorso ci siamo trovati di fronte a gente con lago nel braccio. Tornati in superficie dopo sette minuti, varchiamo la soglia della Masarykovo e partiamo verso lEst della Repubblica. Su un treno sufficientemente vecchio da sapere ancora di cortina di ferro, ci siamo noi quattro a occupare uno scomparto. Coi soldi che finora abbiamo guadagnato da questo ci pagheremmo un weekend, con quelli che ci devono forse una vacanza, ma il valore di quello che siamo non si misura in moneta. Il paesaggio sfuma in uscita da Praga, facendosi campagna e sfociando poi in Boemia. Scendiamo e sappiamo gi quale strada percorrere. Il cielo aperto come i nostri sorrisi. Facciamo radio, musica, scriviamo, viaggiamo quando si pu. C chi non sa, chi vede e non capisce, chi vede e riconosce il valore. Vorremmo non dover mai fermare il giradischi, sollevare la puntina e capovolgere il vinile, ma per quanto suoni meravigliosamente questo solo il lato B delle nostre vite.

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8 SPIAGGIATO A SETTEMBRE

Quanti CD. Troppi CD. Dopo una decina di giorni di ritorno dalla Repubblica Ceca sono sommerso di singoli, album, EP, demo, promo e chi pi ne ha, pi ne metta. Non sono nemmeno il reduce pi esagerato, visto che il record spettato come al solito a Daniele. Il vinile un brutto vizio, specie quando allaeroporto il tuo bagaglio sfora di tre chili e otto. Settimana scorsa ho dato un ascolto generale a tutto, perch stasera registrando la puntata per la radio faremo un reportage e girer qualche nuovo pezzo in tema con la trasferta. Sono sempre meno disteso per, perch qui il calendario parla chiaro e una chiamata per le fiere dovrei averla gi ricevuta. Settimana scorsa hanno ricominciato e fra tre giorni ce n unaltra, ma il mio telefono si chiuso in un silenzio che sta iniziando a diventare poco simpatico. Leviamoci il dubbio e piazziamo una chiamata, mi dico. Mezzo minuto dopo vengo deviato sulla segreteria di Damiano, quindi ritento e dopo altri trenta secondi la situazione la stessa. Lascio stare, contando sulle due chiamate perse che vedr sul display. Faccio passare ventiquattrore e chiamo in ufficio. Damiano in riunione. Lascio detto di richiamarmi. Arriva sera e non vedo niente. Passa un giorno e niente ancora. Passano due giorni ed un'altra fiera a cui sicuramente non lavoro. Lascio sbollire la cosa ma con linizio della settimana seguente mi ripaleso al telefono. Segreteria come da copione quando chiamo sul cellulare, cos stavolta piazzo un SMS e in unora e tre quarti eccolo che mi risponde: Ciao, ho lavoro per settimana prossima. Ti chiamo presto, ora sono incasinato. Alla buonora, Damiano, praticamente sar fine settembre. Vab, prendiamola con un pizzico di filosofia, come se mi fossi fermato un mese per delle vacanze estive ritardate. Un mese ci pu stare, specie se questo, dato che collocato una sorta di fase di ripartenza un po per tutti. Questione a parte per il nervoso che mi genera metterci giorni e giorni per rintracciare una persona nonostante si chiami ogni numero possibile, si lasci detto a chi di dovere, ci si senta dire che il messaggio verr passato e si verr ricontattatimentre poi invece tocca ancora aspettare e trovare altre maniere per bussare alla medesima porta, badando sempre di non sfociare nella cafoneria altrimenti scatta il cartellino rosso. Ma persistere non maleducazione, come recita il motto del mio amico Alessandro, che non ricordo bene da quale libro di miglioramento personale provenga, per mi piace. Lui lo fa sempre seguire dal commento, mentre solleva le spalle e rivolta il palmi delle mani verso lalto, Perch se non vuoi, mi dici di no e io smetto di chiedere. Il ragionamento non fa una grinza, sebbene linsistenza mi risulti sempre scomoda, nel subirla come anche nel propinarla. Sia quel che sia. Quindi settimana prossima si lavora in fiera, o cos sembra. Se tutto va secondo i miei calcoli ci dovrebbe essere un discreto gruzzolo in ballo. La famosa volta che ci avevo lavorato mi erano entrati circa settecento Euro per cinque giorni, che se su una media oraria sono una ricompensa onesta visto che si parla di dodici ore al giorno, mi aumentano invece lacquolina in bocca se penso a cosa potrei mettermi in tasca lavorando non quattro, ma anche solo tre o anche due settimane al mese. Per me sarebbe il mix perfetto: con le fiere porterei a casa un buon mensile e nel resto del tempo potrei dedicarmi alla musica, alla radio e agli articoli per il magazine, che sapere di aver risolto la questione monetaria agevolerebbe di sicuro il morale del mio esercito di un solo uomo.

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La notizia del lavoro in fiera prossimo alla conferma viene accolta positivamente in casa, in particolar modo da mia mamma che si lascia andare in un Vedi, basta avere un po di pazienza e poi le cose si muovono. Comunque hai fatto bene a farti sentire, perch se no a uno cos impegnato come quello l passi di mente. Per adesso puoi tirare un sospiro di sollievo. Rilassati ora, rilassati. Non mi sembrava il caso di tutte queste parole con invito finale al distendermi, ma chiss, magari si vedeva che ero in pensiero. Ad ogni modo, quello che dico a mia mamma che finch non ricevo unaltra telefonata non c nulla di confermato. Due giorni ci mette, ma eccolo che finalmente mi fa lampeggiare, vibrare e suonare il cellulare. Speriamo non ci siano cambi dellultimo minuto. Mattia, carissimo! Ciao Damiano, tutto bene?. Io educato s, ma senza troppi fronzoli. S, s. Scusa per le altre volte ma stato un inferno Non ti preoccupare. Limportante che siam qui. Notizie per settimana prossima? S, una fiera di prodotti domestici e altre cose correlate. Avrei pensato a te come supporto ad uno degli uffici internazionali Benissimo! Da qui mi spiega un po di dettagli sullincarico, che davvero mi suona bene. Ci sar da trattare con espositori e rappresentanze di tutto il mondo, quindi di sicuro risulter utile e se ne beneficer tutti, compresa anche lagenzia di Damiano che sta fornendo al cliente una persona preparata. Mica come in quella famosa prima fiera a cui avevo lavorato, dove nel nostro team cerano un paio di soggetti per le cui magagne ci siamo tutti dovuti uccidere di lavoro extra lultimo giorno. Damiano sottolinea di avermi dato un incarico chiave, che si fida di me e che ci tiene a far bella figura. Ci tengo anchio alla bella figura e glielo evidenzio, mentre per il resto non mi dilungo in parole dato che prediligo parlare fatti alla mano. Persona concreta lo sono, lha visto e lo rivedr. Per, giusto per essere concreto al cento per cento, mi permetto anche una domanda prima che la telefonata giunga al termine. Lui uno di quelli che si propone con frasi tipo Pane al pane, vino al vino, Diciamoci le cose in faccia, Andiamo al sodo e cos via, quindi io mi gestisco in egual maniera. Ascolta Damiano, inveceposso sapere di quanto si parla in termini di compenso?. Lho presa comunque morbida, non gli ho certo sparato nellorecchio un Oh, quanto mi paghi?. Allora, risponde lui, la cosa ancora in via di definizione tra noi e la societ per cui opererete. A differenza di quando avevi lavorato con noi laltra volta, che era tutta unaltra faccenda, non ci sono provvigioni perch non avrete nulla da vendere. Tu e quelli che saranno negli uffici dovrete offrire supporto gestionale. OK Damiano, non pretendo che spacchi il centesimo, per suppongo avrai unidea della cifra, grosso modo S, calcola sui cento al giorno Netti? Netti E in totale quanti giorni si lavora? Voi in ufficio lavorate dal mercoled al luned, quindi sono. Ci arrivo prima io: Sei. Sono sei giorni, allora S, sei giorni, esatto. Sei giorni e mezzo risultano invece, quando in seguito viene aggiunto che il marted pomeriggio ci sar un briefing direttamente agli uffici in fiera dove ci verr illustrato il da farsi e ci verranno presentati i responsabili della societ per cui lavoreremo. 38

In fin dei conti quindi mi si prospettano seicento Euro e un pomeriggio regalato, dato che il briefing non retribuito. Mi lascia una punta damaro in bocca il fatto che si guadagni meno di quanto immaginavo, ma qui bisogna ingranare e comunque non sono pochi soldi. Avanti, cazzo, avanti, che quello che interessa a me ricevere almeno due incarichi al mese. Tanto questo tipo di lavoro pu essere un ottimo salvagente o magari anche un bel trampolino, ma di sicuro non ci che mi terr per la vita, quindi nel mentre continuer a far girare CV e, si spera, a far colloqui. Per intanto Damiano suona contento e a me sta bene quello che stato proposto. Quindi avanti, cazzo, avanti. La spinta di questo adrenalinico slogan fa in modo che io fagociti pre-weekend, weekend, post-weekend e mi trovi catapultato al venticinque settembre, giorno del briefing. Un quarto dora di tangenziale, macchina parcheggiata comodamente a venti metri dallentrata e quando vedo un gruppettino di persone con Damiano e la sua assistente al centro, scendo e avanzo a passo comodo. Qualche minuto dattesa in modo che arrivino tutti e, quasi una decina di minuti dopo lorario di appuntamento, ci dirigiamo verso gli uffici. Mentre scambio due convenevoli con Damiano e ringrazio ancora per lincarico eccetera eccetera, mi trovo per la prima volta allinterno del nuovo polo fieristico: mastodontico, padiglioni ovunque e dalle metrature inquantificabili, sembra una citt. Mi chiedo quelli che fanno i facchini che preparazione atletica debbano sostenere per correre da parte a parte. Dopo mezzo chilometro circa prendiamo una scalinata che ci conduce agli uffici di direzione, mentre tutti guardano il bar a piano terra con la stessa delusione degli scolari in gita se la maestra decide di passare oltre il Mc Donalds. Poco male, comunque, perch arrivati al piano di sopra troviamo un catering presso il quale ci viene promesso potremo rifocillarci. Cose del genere ti fanno sentire importante, un vero minimanager. Lincontro parte con presentazioni di vario genere da parte della responsabile della societ organizzatrice, la parola passa poi ad un Damiano che sembra cerchi dincamerare quanta pi aria possibile per lievitare dal suo metro e settanta scarso, quindi veniamo divisi per mansione e scopro chi sono coloro che lavoreranno negli uffici accanto al mio, in quella che viene definita la direzione espositiva. Nel giro di un minuto io e queste altre cinque persone veniamo portati al banco catering da tre differenti membri della societ, due dei quali si presentano rispettivamente come il responsabile dellarea Italia e la responsabile dellarea Europa, dopodich il terzo sidentifica come il vice-responsabile per lambito intercontinentale. Autorizzati a rifocillarci, vengo preso da parte proprio da questultimo, il quale mi spiega che lavorer per lui e la sua direttrice, che mi comunica essere molto ansiosa di conoscerti, viste tutte le lingue che parli. Guarda che pu sembrare un po rude in prima battuta ma una brava persona, in fondo. Nessun problema da parte mia, se andiamo daccordo sulla sostanza non mi cambia molto che una persona sia soffice come un Saccottino Mulino Bianco o dura come il pane raffermo. Anzi, meglio non avere attorno una di quelle classiche donnicciole tutte moine, che dopo un po anche troppe smancerie tritano i maroni. Lui invece senza dirmi let capisco abbia al massimo trentadue-trentatr anni, pur dimostrandone nettamente meno. E molto informale questo Roberto e mi fa piacere, ma io resto comunque sulle mie. Mi spiega anche come sar organizzata la direzione espositiva nel complesso, con in poche parole due persone della mia agenzia per ognuno degli altri uffici, mentre invece solo io per il suo poich lunico con direttrice e vicedirettore. Comunque sia sempre tre persone per settore, con noi tre inteso io, lui e la direttrice- a smazzarci la patata bollente pi grossa, perch anche se ogni ufficio fa riferimento ad un numero pressoch identico di espositori, noi trattiamo con circa trentacinque nazioni diverse, e ti renderai conto di cosa vuol dire. Io non mostro segni di timore, anche perch non sapendo concretamente cosa mi trover davanti non sto a fasciarmi la testa prima del tempo. Poi, mal che vada, sono sei giorni di lavoro, mica da 39

qui alla pensione. Qualsiasi piega prenda, saluti e baci settimana prossima. Altro aspetto per cui non mi turba che questa chiacchierata direttrice possa esser un osso duro. A questo punto anche tutto il resto della truppa al banco catering e dopo un quarto dora di convenevoli in cui un po tutti ci si guarda con la faccia da Durer ancora molto?, vedo Damiano scambiare un cenno dintesa con la prima persona della societ che aveva preso parola e susseguentemente viene dichiarata la chiusura del briefing. Ci vediamo domani alle nove e trenta, vestiti normali che tanto giorno dallestimento. Poi mi raccomando, da dopodomani eleganti ragazzi, e-l-e-g-a-n-t-i e alle otto e trenta in postazione. Tutto chiaro?. Coro affermativo stonatissimo, risatina generale e via che si va. Punto Damiano che prende luscita, lo tengo un attimo in disparte e apprendo lamara notizia: niente pass parcheggio, il che significa per me unora e quaranta a vasca sui mezzi, anzich un quarto dora di tangenziale. Non avrei nemmeno alcun modo di parcheggiare a pagamento, perch quando arriver la mattina quelle aree saranno ancora chiuse, mentre la sera abbasseranno la stanga prima che io smetta. Questa non ci voleva, porco cane, che quasi tre ore al giorno fuori casa in pi del preventivato fanno una grande differenza quando gi si lavora per dodici o tredici. La partenza alle sei e quaranta sarebbe stata uguale anche in macchina, perch pur solo mettendosi in strada cinque minuti dopo si trova la tangenziale intasata, mentre invece il ritorno che cambia, specie perch se non schizzo in metropolitana alle ventidue e zerouno perdo lultimo treno in Cadorna che pu portarmi al paesello. E fra laltro, tutto ci vuol dire varcare la soglia di casa a ridosso di mezzanotte, sistemarmi e dover gi essere in piedi alle cinque e mezza. Quattro ore di sonno da domani sera in poi. Ma anche qui, come per la direttrice, in fondo chissenefrega: sar solo per una manciata di notti. Ora via alla svelta come a L.A. quando per i Lakers la partita decisa e allo Staples Center scatta il beat the traffic. Battere il traffico quando si a Milano il primo comandamento, visto che bastano dieci minuti per perdere due ore, tutte a singhiozzo in prima e a cinque metri alla volta, sballottati sul sedile come sul dorso di un dromedario. Mattina seguente, sveglia a un quarto alle sette che gi unimpresa, doccia, colazione, lavata di denti, pettinata rapida, Levis, maglioncino girocollo azzurro dal tocco sorprendentemente principe di Savoia, giubbino di pelle data larietta, Stan Smith bianche e via che si va in stazione. E domani si replica, ma con unora e un quarto danticipo: lora perch si comincia prima e il quarto, invece, per il maledettissimo nodo alla cravatta, impresa che implica ad ogni sortita attimi di panico con intervento riparatore di mio padre allultimo secondo. Col solo problema che lui come fare il nodo non me lo sa spiegare, lo sa fare solo avendocela addosso quella fottuta lingua di stoffa, con conseguenti momenti al cardiopalma quando la cravatta belle pronta deve passare senza disfarsi dalla sua e, soprattutto, dalla mia testa. Arrivo in stazione, biglietto, passaggio a livello gi in un attimo ed eccomi sul sette e quarantacinque per Milano Cadorna. Una ressa clamorosa, soffocante, che avevo abbandonato alla fine del secondo anno di universit grazie al cambio di sede. Memore degli infausti tempi riaccendo la furbizia e mi ricavo un posto a sedere in cima alle scale per il piano rialzato. Polveroso s, ma grazie al cielo oggi non piove, quindi con due pacche sul sedere posso levarmi tutto. Ecco che nelle due ulteriori fermate che il treno effettua prima di tirare dritto fino alla fine salgono ondate di persone che si pressano allinverosimile, con un paio di elementi che cominciano a prendersi pure a male parole. E piacevole vedere come certe cose non cambino mai, infatti al pari di allora a darsi battaglia per prime sono le donne. Si arriva al capolinea mentre la massa di gente a me sottostante viene sballottata a pi riprese per i colpi che prende il treno, quindi le porte si aprono e sembra di aver rotto un vaso zeppo dinsetti, con questi che si propagano velocissimi in ogni spazio possibile. Conto fino a dieci e salto nella calca anchio, in un fiume dumanit 40

pendolare che si muove per la maggioranza nella mia stessa direzione, gi in metropolitana sulla linea rossa. Anche qui un pollaio sotterraneo e non mi resta che perdere il primo convoglio e farmi spazio fra la gente per raggiungere il punto dove si fermer il primo vagone del prossimo. Quello col conducente, quello che mi dico sempre che se succedesse un disastro sarebbe quello con pi vittime, ma lunico dove ci sia un numero ancora ragionevole di persone. Negli altri, peggio che per le sardine in una scatola. Mezzora abbondante ed eccomi a destinazione. Mostro il pass alla guardia, attraverso i tornelli, guardo sul cellulare che ore sono e corro, corro, corro. Comincia cos lavventura. La prima volta non si scorda mai, ma dicono pure che la seconda sia meglio. Giorno 1: partiti! Dopo uno scatto che non mi permettevo pi dai tempi in cui giocavo a basket, arrivo in direzione espositiva alle nove e trenta spaccate trovandoci per solo una persona, vale a dire Marilena, anche lei qui come me tramite lagenzia. Apprendo per bocca sua che gli altri sono partiti un minuto prima per andare alla messa inaugurale indetta dallazienda. Messa inaugurale? Messa inaugurale?! Dopo tre quarti dora in cui io mi calo in un silenzio totale, esterrefatto, ecco che la ciurma rientra al gran completo. Roberto varca la soglia dellufficio e con lui la famigerata direttrice: uno scricciolo di donna, poco sopra il metro e mezzo tacchi inclusi, et approssimativa sessanta. Non un singolo elemento che mi faccia presagire un mastino. Dopo le presentazioni di rito, in cui minvita a chiamarla per nome Flavia- e a darle del tu, i compiti della giornata mi vengono illustrati: mentre lei e Roberto saranno direttamente ai padiglioni, io ho sia una lista di istituzioni da chiamare per sapere delle presenze alla cerimonia dinaugurazione ufficiale e al pranzo sociale lindomani a mezzogiorno, sia un secondo elenco che andr modificandosi nel corso delle ore, inerente agli espositori che ancora non sono giunti sul posto in questa ultima giornata dallestimento degli stand. Per qualsiasi problema mi vengono lasciati i dovuti recapiti. Fuoco alle polveri, dunque. Sono subito al telefono con ambasciate e consolati. Rispondono sempre nella loro lingua madre, quindi dove posso mi gestisco con quella, mentre in altri casi sfondo di prepotenza con litaliano e forza azzurri, tanto giochiamo in casa. Sono tutti gentili devo dire, arrivo sempre a chi devo arrivare per verificare la presenza di ambasciatori, consoli, ogni tanto ministri oppure delegati di vario genere. Sollevo la testa la prima volta che son le undici e mezza e la seconda che la una meno cinque, in questo caso con una mano di Flavia sulla spalla, venuta a vedere se tutto procede bene. Giusto il tempo di un breve resoconto ed eccola che mi concede di andare in pausa pranzo, dicendo di focalizzarmi in seguito almeno per unora sulla lista degli espositori non ancora sul posto, che lei ha appena aggiornato dopo le verifiche ai vari stand vuoti. Uscendo per il break, come prima cosa mimbosco a scartare il mio umile tramezzino fatto in casa, mentre tutti gli altri saranno sicuramente al bar a lasciar gi lequivalente di unora di lavoro per una focaccia riscaldata e una bibita in lattina; poi torno dentro per un blitz alla toilette; afferrati infine quaranta centesimi dalla giacca e perci diretto a concedermi un caff alla macchinetta, chiacchiero cinque minuti con Marilena, che stata inserita nellufficio europeo. Concluse le pubbliche relazioni e buttato gi il caff mi getto in unora delle pi strane di sempre, ricca di telefonate in Paesi improbabili come Kazakistan, Suriname, Vietnam ed altri, dove di frequente oltre la cornetta si consumano scene delle pi disparate. Esaurite le mie differenti opzioni linguistiche c chi parte in monologhi nel proprio idioma, chi cade nel silenzio e chi capisco stia chiamando qualcun altro per farsi dare una mano, lasciandomi in attesa un millennio col contatore sul telefono a sprintare come un duecentometrista di Trinidad e Tobago. Alcuni sono i diretti interessati -al cellulare, persi chiss dove- altre volte mi trovo invece in linea con le reception delle rispettive aziende ed altre ancora finisce persino che chiamo a casa di qualcuno. Nulla dillecito, se ho determinati contatti 41

perch sono stati dati, ma in ciascuno di questi casi non mi resta che annotare un bel punto di domanda sulla lista e passare oltre. Trascorsa unora come stabilito, ritorno sullelenco per linaugurazione, che per forza di cose va finito entro lorario classico dufficio Perch gi alle cinque e trentuno in quei posti non becchi pi unanima, come esclamato da Flavia a sopracciglio inarcato. Pi ambasciate e consolati chiamo, pi invidio coloro che vi lavorano: non parlo di ambasciatori e consoli, miraggi irraggiungibili per un popolano come me e di cui comunque poco me ne frega, intendo invece che non devessere davvero male avere un incarico in un ente governativo e starsene in Italia, a Milano o meglio ancora a Roma, anzich da unaltra parte. Non per patriottismo, ma perch diversi di quelli che chiamo sono enti di nazioni devastate, dove la gente muore ammazzata dai ribelli, oppure senza troppo eccedere si tratta di Paesi dove vorrei davvero sapere che cazzo ci sia mai da fare. Con tutto il rispetto, ma quando nasci in Azerbaigian ad esempio, tu l che minchia fai di esaltante? Vuoi star tutta la vita sulle pendici del Caucaso a tirarti bianca la barba? Per quanto un glorioso Stato, non mi si venga a dire che offre elettrizzanti opportunit ai propri abitanti. Tu ad esempio, uomo azero, sarai mai campione del mondo con la tua nazionale di calcio? Vivrai mai tale brivido? No. Beh, per lo meno tu invece, donna azera, non darai mai fuori di testa con tuo marito perch al posto di trombarti ha una finale da guardare. Se non altro la famiglia resta unita, di fronte al focolare o in gita sulle rive del Mar Caspio, che poi per un lago. Quindi non c dubbio nel dire che questi venendo in Italia abbiano svoltato, cos come chiunque di noi svolterebbe finendo in ambasciata italiana a Cuba. Ci prover ad investigare per capire se pu essere una strada anche per me. Daltra parte il mio corso di laurea dichiarava di formare figure adatte ad operare nei contesti della diplomazia internazionale, cos come al servizio delle ONG. Vedremo se carta canta. Con Roberto che arriva caff alla mano, mi accorgo che sono addirittura le diciassette e venticinque. Mattia, come andiamo? Bene, bene. Solo un paio hanno annullato Espositori?! No no, stavo parlando dellinaugurazione di domani, scusa Vab, amen se ne mancano un paio. Facciamo un punto sugli espositori, invece. Cos dallelenco di quelli non ancora arrivati ne depenniamo tredici che si sono presentati nel corso della giornata. Roberto li ha incontrati ai padiglioni. Leva questo, questo e questo anche OK, solo undici ne mancano, quindi Beh, solo non direi, Mattia. Guarda che questi tre sono belli grossi, sai che figura che ci facciamo?. Io comincio a capire lottica della situazione e Roberto prosegue: Fra laltro, te lo dico perch importante, il pi della gente salda quando arriva e ti garantisco che se cominciano a tirar bidoni espositori con uno stand grosso come ce lhanno questi, una montagna di soldi che viene a mancare Ma scusa, cos classico che ci sia chi non si presenta? Non sempre colpa loro: ad alcuni non sdoganano le merci, altri fino al giorno prima sono ancora l ad aspettare il visto. Poi chiaro che a qualcuno, specie ai pi piccoli, tipo quelli a conduzione familiare, basta una persona che sammala e salta tutto. Comunque domani e dopo sono giorni di visita solo per gli addetti stampa, quindi contemporaneamente abbiamo della gente in lista dattesa pronta a riempire i posti vacanti Scusa, ma se son dallaltra parte del mondo come fanno ad arrivare e montare tutto in un giorno?

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Ce ne sono certi che anche se sono in lista dattesa son venuti a Milano lo stesso, con tutta la roba al seguito. Chiaramente espositori medi, mai grossi, per quello che per noi avere un buco troppo grande o troppo piccolo un problema. Finch sette o otto medi non si presentano, li rimpiazziamo sicuro. Io ci rimango: c gente che pur senza garanzie organizza tutto. E non stiamo parlando di gente della zona, bens di imprenditori che smuovono una camionata o come minimo una furgonata di roba da un altro continente, pronti anche a restare fuori dal cancello se non si libera un posto. Pensa te, mi dico, devessere proprio una gallina dalle uova doro questa fiera. Quindi io adesso torno ai padiglioni con Flavia, tu continua a cercare i dispersi Con certi per un problema, risponde gente che non parla altro che la sua lingua Hmm, tipo? Asiatici soprattutto, poi pure un paio di russi Vab, prendi lindirizzo e-mail che hanno di fianco, indicandomi lelenco alzando mento, io ora ti apro la mia casella di posta e tu gli mandi una mail in inglese a nome mio, cos poi siamo col culo parato. Col culo parato. Roberto va veramente sciolto. E meno male, io di certo non mi scandalizzo. Meglio un ambiente cos che un ufficio tutto ingessato dove farsi riverenze a go-go. Tanto lha capito che tipo sono, ieri stata una di quelle conversazioni in cui non ci si dice niente di particolare ma si avverte con chi si ha a che fare, e lui lha inteso al volo che non sono un addormentato. Pariamoci sto culo quindi: a coloro che inutile richiamare scrivo subito, con gli altri proseguo in cerca di aggiornamenti. Si son fatte le diciotto e quindici e adagio adagio minserisco in un tempo morto in cui ho sbrigato il grosso del necessario e comincio ad avvertire un certo languorino. Mi metto sulla porta, poi decido di andare alla toilette e buttando al ritorno lo sguardo dentro gli altri uffici realizzo che ci siamo solo noi dellagenzia, mentre i vari capi sono ai padiglioni. Finisce che si scambiano due parole fra tutti, finch mi suona il telefono e devo andare a rispondere. E Flavia che mi chiede come vanno le cose, io spiego e morta l. Il languorino si fa sentire sempre di pi, ma per mia sfortuna non vi nessun Ambrogio nei paraggi che possa aprirmi uno scomparto coi Ferrero Rocher messi a piramide, quindi tocca tener duro. La questione diventa complicata quando uno alla volta gli altri dellagenzia vanno a rifocillarsi e io realizzo di non aver nessuno con cui darmi il cambio: porca puttana, non avevo ancora calcolato dessere stato fregato su questo punto. Il languorino perde il grado diminutivo e si fa languore, poi acquisisce laccrescitivo e si fa languorone. Poi diventa una bestia di buco allo stomaco che fatico a reggere, visto che nel mentre non ho nuovi ordini sul da farsi e non m rimasto nulla su cui concentrarmi. Alle sette e dieci ecco il duo Flavia-Roberto, coi quali stendiamo le basi per lindomani. Dopo venti minuti di strategie, ecco che il dito gira impietoso nella piaga: Beh, abbiamo detto tutto. Allora noi andiamo a mangiare. Io, che in questo momento potrei scannare un carib, mi sento morire. Lasciato di nuovo solo, addento una caramella gommosa manco fosse una fiorentina e aspetto, organizzando la scrivania per la seconda alba e ripassando il da farsi, speranzoso che a breve tornino per darmi il cambio. Scattate le otto, la lancetta sullorologio ne scandisce tre quarti senza che nessuno si veda. Di l a pochi minuti arriva una chiamata sul mio cellulare, che giaceva a peso morto in tasca dalla mattina. Nemmeno mi ricordavo di averlo. Pronto Mattia? 43

S? Ciao, sono io. Ma cazzo, io chi? Il numero non lo conosco, la voce mi sembra familiare ma non la inquadro. Come sempre in queste situazioni resto neutro, non chiedo niente e lascio che i vari dettagli mi dicano con chi ho il piacere dinterloquire. Ah, ciao E, ciao Mattia, tutto bene? Tutto bene. Ma chi diavolo ?! E che trambusto che cha in sottofondo? La sento appena. Guarda che fra poco ci muoviamo. E muovetevi, manco so chi cazzo siete, per me potete anche darvi fuoco. Ma la frase prosegue: quindi fra una decina di minuti chiudi a chiave e vai anche tu. Ma porca puttana: Flavia. Saluto e ringrazio, mi preparo e dopo nove minuti e cinquantanove secondi sgommo. Lo stomaco non sembra pi nemmeno cos vuoto, il poter correre via unora prima del previsto che mi d nuova energia. Me ne frego di lasciare gi unora di lavoro in contanti per un pit-stop al bar, adesso si va a casa e basta. Meno di due ore dopo sto addentando una cotoletta alla milanese che un bijou. Primo round completato. Sono soddisfatto, una bella sensazione essersi guadagnati la giornata. Ne mancano cinque. Giorno 2: mezzogiorno di fuoco Una martellata in testa quella che mi sembra di aver preso mentre sono su un mai visto treno delle sei e quarantadue antimeridiane in direzione capoluogo. Coma totale, ma per lo meno sono seduto su un sedile vero e proprio, come spetterebbe a qualunque passeggero a qualunque orario. Per la cravatta solita confusione, ma da oggi la lascio annodata e sono salvo, mentre invece la particolarit della mia mise che al momento di definitivo indosso solo la gi citata, annodatissima lingua di stoffa e la camicia. Tutto il resto, dicesi giacca, pantaloni e scarpe eleganti ben riposto nel borsone che ho con me. Per ragioni digiene non mi sono fidato a mettermi addosso tutto subito. Inoltre certamente un piacere muoversi in jeans e Stan Smith lungo il tragitto, per la comodit e perch a me il rumore dei tacchi se non sono di una donna stanno sui coglioni, specie se del mio famoso vicino, che lunica cosa che dovrebbe veramente cambiare da luned sono le scarpe, visto che gi alle sette del mattino sembra ci sia uno stage di tip-tap nel condominio. Il tragitto lo stesso di ieri ma decisamente meno congestionato, infatti prendo la prima metropolitana e arrivo a destinazione con un bel dieci minuti danticipo, giusto il tempo per salire e cambiarmi con calma. Invece Salve. Ecco qui. Porgo il tesserino alla guardia. E lei dove crede di andare con questo?. Voce roca, accento pugliese. Non ne ho un altro, questo ci hanno dato. Faccio suonare forte il ci, come a far capire che sono sicuro di non essere il Calimero della situazione. Deve aspettare le nove e trenta Senta, io comincio a lavorare fra dieci minuti e mi devo anche cambiare. Per favore Io non ci posso fare niente Guardi che lho usato anche ieri, e io lavoro per gli organizzatori, in direzione, mica per un espositore. Vede qui?. Gli indico le specifiche riportate, cos come il logo della societ, che contemporaneamente domina su una miriade di pannelli promozionali sparsi tuttintorno. Spero che almeno sia il suo subconscio a fargli fare associazione mentale, dato che si vedono pi quelli che il colore del cielo.

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Mentre lui guarda il mio badge spostandoselo lontano e vicino come uno che avrebbe bisogno di un paio docchiali ma troppo uomo per dirselo, sento un voce da dietro. Mattia, ciao. E Marilena. Ciao Mari. Col sorriso e laria da infastidita allo stesso momento. C qualche problema? Il tesserino, signora esclama la guardia, sempre alle prese con la sua indagine da RIS. Nando, cos che non va bene?. Gli si rivolge direttamente e lui, sentendosi chiamato per nome, alza lo sguardo. Ohciao! Mi sembrava di conoscere la voce!. Ha gi cambiato tono e finito di fare lo spaccone, a quanto pare. Mi ci gioco le palle che se non fosse che Marilena cos carina, un tot di cafoneria sarebbe rimasta. Invece zero, sparita. Alt un momento per, fermi tutti, concentrazione: Marilena oggi davvero molto pi carina dei giorni scorsi. Pollice su per le giornate eleganti, rivelano piacevoli sorprese. Nando, ce lho anchio identico. Cosa facciamo, non ci fai passare? Vab, visto che sei qua te andate, mi fido. E tu, ragazzo, offri un caff alla signorina, mi raccomando, perch se no te ne stavi qui a farmi compagnia fino alle nove e mezza. Ma vaffanculo, coglione, e mettiti gli occhiali. Io e Marilena procediamo verso la direzione a passo speditissimo, che mancano due minuti allora X, con io che per giunta devo ancora completare la trasformazione. Infilo la chiave nella porta dellufficio tre minuti in ritardo, miracolosamente senza che vi sia ombra di Roberto e Flavia. Gi me li immaginavo l a indicarmi il quadrante dei rispettivi orologi da polso sulle otto e trentatr. Meglio cos, quindi apro, accendo il computer e intanto che carica tutto lambaradan volo in bagno a cambiarmi. Ci metto il minimo indispensabile ed esco dal bagno addirittura con le stringhe arrabattate dentro le scarpe, con lintenzione di allacciarle in tutta calma una volta in controllo della postazione. Ecco che arrivo e in controllo della postazione ci trovo invece Flavia e Roberto, con le facce serie serie. In un attimo penso a cosa possa essere successo. Ti pareva, saranno gi stati qui prima delle otto e trenta, quando quel deficiente mi stava bloccando allentrata, hanno trovato la porta dellufficio chiusa, sono andati a fare colazione, dopo un quarto dora sono tornati e hanno trovato s la porta aperta, ma non me e quindi han pensato che fossi andato con nonchalance a farmi un bel cappuccino con brioche. Infatti Fatto colazione, Mattia?. Flavia, senza neanche guardarmi in faccia. No, ero un attimo in bagno e dopo un secondo di eterno silenzio e prima ho avuto casini gi con la guardia allentrata. Non voleva lasciarmi passare Ogni anno la stessa storia dice Roberto, che evidentemente non pu riferirsi a me. Perch? chiedo io, dubbioso se stia parlando di qualche ritardatario di anni addietro. Perch c un mucchio di gente che falsifica i pass per entrare. Da un lato chan ragione le guardie ad essere strette, ma i loro capi dovrebbero anche svegliarsi a dare le informazioni corrette, perch noi gliele facciamo avere Ieri invece non mhanno fatto storie, rispondo io. Ieri era ieri dice Flavia, inacidita. Allora, io e lei adesso andiamo gi che c bordello. Tu ora comincia a chiamare gli espositori dispersi, dai a tutti una svegliata e aggiorniamoci massimo alle dieci. Se non sono arrivati a mezzogiorno sono esclusi. Questa la lista dattesa con anche la metratura di stand che ognuno vorrebbe. L sotto c segnato il numero di Pedretti: la situazione concreta ce lha in mano lui su dove sistemare uno piuttosto che laltro, quindi c bisogno che venga in ufficio a dirti cosabbiamo disponibile. Comunque cominciamo a sentirci noi alle dieci, poi vediamo man mano.

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Loro se ne vanno, io comincio a fare quello che devo, chiamando i celebri desaparecidos. Si fanno le dieci meno dieci che ho necessit di una botta di zuccheri, quindi mi alzo moneta alla mano e mi dirigo verso la macchinetta, facendo per tappa allufficio a fianco. Imitando laccento pugliese di pocanzi, busso ed esordisco con Signorin vng che le offrun gaff, ghe se non er pelli io me ne rimanev fuori a fare gompagnia a gull. Ha-ha! Risata squillante, fragorosa fra il resto delle voci sopite degli uffici della direzione. Me la cavicchio con le imitazioni. Marilena si alza dalla sedia col sorriso e andiamo a prenderci qualcosa, io una cioccolata e lei un cappuccino extra zucchero. Ci raccontiamo un attimo come procede e quando mi chiede a che ora ho in programma di fare la pausa pranzo le rispondo che tutto da vedere, dato che ieri ho saltato la cena perch non ho nessuno che mi dia il cambio. Mattia, qui ti devi gestire per i cavoli tuoi, ricordatelo. Se aspetti che si sveglino gli altri, buonanotte Eh, ma son da solo in ufficio. Tu almeno haicom che si chiama laltra ragazza, che mi son dimenticato? Sara E gi, Sara. Eh, tu hai lei, nellaltro ufficio sono in due di noi anche l. Io son da solo. Comunque magari ieri sera stato un malinteso, vediamo oggi. Marilena ha un nonsoch di delusione negli occhi, ma in tutta calma mi dice: Vab, se ti serve che ti prenda qualcosa al bar comunque fammi sapere. Grazie, ma mi son portato dietro un panino da casa per mezzogiorno e oggi anche uno per stasera, in caso demergenza Ma guarda che non puoi mica andare avanti a panini fino a luned!. C qualcosa di materno nei miei confronti che non decifro. Sar che ha ventinove anni. I numeri son numeri, anche se non li dimostra. No, non ti preoccupare, resisto. Sar stato un po troppo sulle mie? Boh. A scanso di equivoci rattoppo con un chiaro sorriso che per si richiude dopo un secondo, perch sento il telefono del mio ufficio che suona. Ci diamo un cenno dintesa e ognuno torna al suo da fare. Io alzo la cornetta al quarto squillo ed Roberto. Mattia, hai l qualcuno? No no, Roberto. Sono andato a prendermi un caff, che a met mattina mi serve. Fa niente che fosse la cioccolata, dire caff fa sembrare molto pi rapido il break. Vai tranquillo, che qui bisogna arrivare a sera. Che piacere avere un capo accomodante. Comunque Mattia, aggiornamenti sui dispersi? Allora, progressi: due mi han detto che stanno arrivando ma sono nel traffico, mentre altri tre han detto che stanno montando gli stand adesso Proprio qui ti volevo. Bravo, mi hai preceduto, infatti chiamavo anche per dirti di levare tre nomi dalla lista che li ho visti qui al padiglione. Controlliamo per sicurezza che i nomi corrispondano e in effetti tutto torna. Rimaniamo che ci si risente poco prima del cerimoniale. Nel giro di pochi minuti per la situazione si capovolge, perch comincio a ricevere una marea di chiamate dalle segreterie di ambasciate e consolati per confermare orario e luogo dellinaugurazione, cos come le targhe delle auto da comunicare alle guardie, dato che questa gente non viene certo coi mezzi. Speriamo che il solerte Nando non sia stato clonato. Contemporaneamente, prima uno, poi due, poi tre, poi una fila, mi bussano alla porta espositori con questioni delle pi disparate, fra chi sbaglia ufficio e chi salito a consegnare la prova di pagamento, fino a chi ha problemi con la corrente o il vicino di postazione. 46

Sembra unudienza a corte: uno ad uno li ascolto, prendo i dati e la posizione, infine restando sul diplomatico dico che risolveremo il pi presto possibile. Bado bene ad essere educato con tutti, ma la risposta che ricevo ad ogni passaggio sbalorditiva: lunghi ringraziamenti, strette di mano, inviti agli stand e promesse di regali. Sono a bocca aperta. Si vede che qualcosa azzecco. Arriviamo alle undici e mezza che c ancora qualcuno, ma il telefono ricomincia a suonare allimpazzata e scopro di avere tre ambasciatori e cinque consoli bloccati allingresso. Tento di raggiungere al volo Roberto ma suona occupato, quindi provo su quello di Flavia. Dimmi Matteo. Sorvolo, badiamo alla sostanza Flavia, guarda che mi sono arrivate una scarica di chiamate e abbiamo otto persone fuori dal cancello con lauto, non le fanno entrare Chi? Te lo stavo appunto per dire: tre ambasciatori e cinque consoli Cosa?! Vuoi che vada l? Per qui mi tocca chiuder lufficio che se no non c nessuno. Evidenziamo. Ma che figure di merda!. Flavia in ebollizione. Aspetta, aspetta, fammi pensare. L come va, invece? Cho una processione di gente per Mandali a cagare! Tu mandali a cagare!. E davvero fuori. Ma. Vorrei spiegarle un attimo che certi hanno problemi concreti. No, no! E adesso, adesso cosa cavolo facciamo? Senti, chiama qualcuno perch quelli che ci sono fuori devono entrare subito! Che figure, che figure! E. Troppo tardi, ha gi messo gi. Tento una chiamata a Roberto ma ancora occupato. A questo punto controllo lelenco dei numeri utili ma non vi nessuna traccia di qualcosa che riguardi la sorveglianza. Vedo con la coda dellocchio Marilena che passa oltre la porta del mio ufficio e la chiamo. Tempo tre secondi ed eccola. Madonna ma che folla che hai qui. Stai regalando soldi? No, ma che, questi voglion parlare sicuramente dei problemi che hanno agli stand o lasciare la prova di pagamento. Invece, sai mica come si chiama la societ per cui lavora il tuo caro amico Nando?. Colpo fortunato. Con lei e Google in un minuto stano il numero della centrale fieristica, chiamo e spiego cosa sta succedendo. Lascio un recapito e dico di provvedere immediatamente. Che chiunque mi chiami. Non per riverenze da suddito verso il tal o il tal altro personaggio, ma perch c qualcuno che sta sbagliando qualcosa e ne sta uscendo un casino. I secondi passano lenti, al rallenty, perch qui ho ancora persone fuori dalla porta, gi c gente fuori dal cancello e io non mi posso sdoppiare. Per intanto vedo di liquidare i due disperati che ho di fronte adesso, venuti a dirmi che il vicino di stand ha parcheggiato della roba nel loro e non si decide a levarla. Prendo i dati e come di prassi rassicuro che ci muoveremo il prima possibile, quindi saluto. A questo punto decido di andare di persona allingresso per sbrigare la questione dei diplomatici. Frugo in tasca per la chiave, la trovo, esco, comunico alla folla che mi sto assentando per unemergenza, la folla borbotta, io sto per dare la seconda mandata ma sento il telefono che squilla. Riapro, mi chino sulla scrivania in una posizione del tutto sconveniente e prendo la cornetta. Il dottor Colombo? S.

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Miracolo! No, non perch per la prima volta qualcuno mi chiama dottor Colombo, ma perch mi stanno telefonando dallingresso automezzi. Mi tocca riprendere il foglio e recitare titolo, nome della persona e targa dellauto per ognuno, mentre una guardia grida allaltra quello che dico. Altro che le barzellette sui carabinieri. Ed entrano il primo, il secondo, il terzo e il quarto ma sul quinto abbiamo un problema: non corrisponde lauto, mentre tutto il resto s. Dico di muoversi sugli altri e qui tutto combacia fra quello che io dico e quello che loro si trovano di fronte, perci il problema stava probabilmente solo sugli elenchi che avevano. A questo punto chiedo di richiamarmi passati dieci minuti e mi lancio al telefono con il consolato del personaggio ancora bloccato. Nel giro di breve raggiungo chi di dovere e domando spiegazioni. Banalmente: errori di spelling sulla targa, b diventate d e una s rocambolescamente diventata 6. Va bene, va bene, problema risolto. La questione che in questo ufficio io da solo non posso fare miracoli, serviva minimo unaltra persona e non solo per darmi il cambio ai pasti. Che nervi, la solita gente che punta al risparmio. Adesso sono io incazzato nero, altro che Flavia. Ecco che mi richiamano dalla guardiola, io spiego la situazione e quindi anche lultimo reietto viene fatto entrare. Oh, comunque ve la prendete voi la responsabilit! mi dice il tizio al telefono, non Nando ma probabilmente un imparentato. S, s, ce la prendiamo noi la responsabilit, dai, avanti, far passare e via una rottura di coglioni per il dottor Colombo. Ma poi chi lha detto a loro che son dottore? Come lavran capito che sono dottore? Sar una presa per il culo o che qui tutti si fan chiamare dottore? O che da laggi quando chiamano quass danno a tutti del dottore per riverenza automatica? Mah Chiamo Flavia per dire che la situazione si sbloccata, ma adesso lei col telefono occupato. Provo con Roberto, mi risponde dicendomi che Flavia stava giusto tentando di chiamarmi, io gli do la buona novella e lo sento tirare un sospiro di sollievo mentre sposta il cellulare e mette al corrente anche la nostra cara dama. Faccio pure in tempo a dirgli che quass le acque sono molto agitate, salvo poi essere mollato in fretta visto che linaugurazione incombe. Va bene, ridiamo il via alla processione. Per fermi un attimo, qui ormai mezzogiorno e c da chiamare il celebre Pedretti per decidere in merito alle liste dattesa. Facciamolo. Pronto S, salve signor Pedretti, sono Mattia, lavoro per Flavia e Roberto Dopo essersi scandalizzato per il fatto che io gli abbia dato del lei, mi dice: Verr su appena possibile. Sto avendo dei problemi con gli allacciamenti della corrente di diversi espositori. Ottimo direi, il buon Pedretti sembra fare al caso mio, mi spiace solo che avr unulteriore dose di noie dopo avermi incontrato. E s, c gente che ha problemi e io mi permetto di esclamare Ottimo!: sto proprio diventando uno squalo egoista, un vero manager. Basta che ci sia chi pu risolvere i miei cazzi che del resto me ne infischio, per me a quel punto tutto ottimo, con anche un arrogantissimo punto esclamativo. E siamo solo al secondo giorno. Avanti un altro, un altro e poi altri due assieme, finch mentre accompagno questi alla porta vedo una specie di ciclone sbraitante puntare il corridoio. Uno schizzato di non precisata provenienza che sventolando un foglio come fosse una molotov cerca con lo sguardo la targa dellufficio designato per il tumulto. Vedo che guarda sopra la mia testa e poi: Flavia, cest vous Flavia?!. Letteralmente con lo sguardo omicida. Non, cest pas moi mais je travaille pour elle. Specifico, come dire che ambasciator non porta pena: non sono io Flavia, ma comunque lavoro per lei. Tralasciamo che sono maschio e quello un nome da donna, non mettiamo i puntini sulle i.

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Jai pay, jai pay, cest pas vrai que jai pas pay!. Insiste sul dire che ha pagato, come se io conoscessi per filo e per segno la sua situazione, mentre invece nemmeno so chi sia. Gli dico di calmarsi un attimo e di aspettare in fila, che tutti se la stanno educatamente facendo, ma questo non ci sente. Ha il veleno negli occhi e impreca un po in francese e un po in una lingua ostrogota che qualcuno in coda per evidentemente capisce, dato che due uomini si staccano e si avvicinano parlandogli, con levidente intenzione di calmarlo. C poco da fare, il tizio fuori controllo, un cavallo da rodeo. Si forma rapidamente un capannello di gente degli uffici e di gente in fila, come fosse per met una rissa da godersi a bordo ring e per met una situazione in cui dover saltare addosso in massa a uno squilibrato prima che estragga un mitra e faccia una carneficina. Io cerco di scorgere se nel mentre ci sia qualcuno della sicurezza a cui fare un cenno. Negativo, un cazzo di nessuno. Vorrei vedere cosa farebbe in questo momento il solerte Nando, giusto per capire se pi Chuck Norris o Commissario Winchester. Quando le fiamme divampano, lunica usare lestintore. O almeno provarci, in attesa dei pompieri. E lestintore umano non pu essere altri che il sottoscritto. Allora, come stazza siamo uguali, non sono di fronte a sproporzioni bibliche come in Ken il Guerriero, dove di frequente uno dei contendenti era grande quanto una falange dellaltro. Non che io voglia menar le mani, ma c da contemplare che lo voglia lui. E una scena da Mezzogiorno di fuoco: il corridoio il nostro saloon, tutti ci stanno guardando e questo gringo ha qualcosa da ridire sulla proprietaria. Tocca quindi a me difendere lonore di colei che mi sta spianando la strada per la ricchezza e far capire a questo tizio che non si passa da Fiera Town piantando grane e uscendone indenni. Nossignore! Faresti meglio a tornartene da dove sei venuto, forestiero, perch ora capirai di aver trovato pane per i tuoi denti. Avanzo verso colui che oggi ha deciso di digerire piombo, cos che fra il mio naso e il suo ci sia una spanna o pressoch. Il Padreterno gli ha regalato degli occhi acuti, peccato non abbia fatto cos col cervello. Ma pur sempre vero che ogni uomo ha un motivo per perdere le staffe, a volte. Magari era anche lui un bravo cowboy, ma successe qualcosa. Gi, succede sempre qualcosa (ormai nella mia testa parlo con la voce di John Wayne). Ogni bestia indomita va riportata alla calma e qui tocca a me farlo. Ho gi mosso tre passi in avanti e non sono il tipo da muoverne indietro. Non mi piace chi non sa andare alla fine di quello che ha cominciato. A questo punto faccio una cosa del tutto normale: gli spiego che non la maniera di agire e che se continua a dar di matto qualcuno chiamer la sicurezza, cos che sar spedito fuori dai cancelli in meno di dieci minuti, perdendo la possibilit di fare quello per cui ha transumato fin qui dal suo Paese. Insomma, lui salito sbraitando per una questione di soldi e io lo tocco su quelli che non incasser se prosegue su questa linea. Chi ha orecchie da mercante, di fronte a frasi come queste orecchie da mercante evita di farle. Dalla rivolta alla calma in un minuto: do pacatamente uno sguardo al foglio che impugna, lo indirizzo verso lufficio contabilit (che fortunatamente altrove, almeno avr chance di sbollirsi nella scampagnata) e la questione risolta. Alla mia sinistra, uno stuolo di colleghe capitanato da Marilena mi guarda con la faccia da Oh, mio eroe!; alla mia destra, la fila della gente che ancora devo sentire si ricompone. Avanti il prossimo, quindi. Ah, nota al margine: nessuno mi aveva autorizzato a minacciare di estromissione gli espositori. Vab, Maradona la chiamerebbe mano de Dios. Dopo una mezzoretta di udienze ecco che arriva il famigerato Pedretti. A porte chiuse quindi, per la gioia della gente in fila, cominciamo la puntata aziendale di Chi lha visto: Pedretti parte con una mossa a sorpresa, estraendo una mappa dettagliatissima dei padiglioni che mi dice aver aggiornato dopo un giro di ricognizione appena concluso. 49

Fantastico, grazie a degli arrivi freschi freschi scriviamo un numero di OK che ci permette di scendere a quota cinque. Tra questi ne noto uno che sulla mappa di Pedretti sottolineato in rosso e chiedo come mai. Porca puttana. Cos parl Pedretti. Cosa? Questo stand non lo possiamo dar via, perch il tizio uno dei pochi che ha gi fatto il saldo completo Almeno i soldi ci sono dico io, mostrandomi incline alla massimizzazione del profitto come piace alle aziende. Questa va discussa con Flavia e Roberto Perch? Perch noi di vuoto non lasciamo niente. Accidenti, pareggio con gol da antologia per Pedretti sulla massimizzazione: vendere anche il gi venduto. A questo punto contattiamo rapidamente i primi quattro in lista dattesa e questi esultano uno per uno: pi che una pioggia di ringraziamenti, unalluvione. Su richiesta di Pedretti do anche direttive molto strette in quanto a modalit di pagamento e tempi di allestimento, ma questi sempre che ringraziano, ringraziano e ringraziano. Accetterebbero di tutto in questo momento. Dico anche ad ognuno di mandare un delegato in ufficio da me come prima cosa una volta sul posto, autorizzandoli a saltare qualsiasi fila al grido di Waiting list, lista dattesa. E gi ancora ringraziamenti su ringraziamenti, come non esistessero altre parole al mondo, con me sempre pi ad interrogarmi su quali prodigi faccia questo evento a chi vi partecipa, visto che dalle reazioni sembra ancora una volta di aver regalato ad un bulimico un ingresso alla fabbrica di Willy Wonka. Pedretti a questo punto si congeda, lasciandomi il compito di discutere coi due capoccia il da farsi per lo stand in sospeso ed avvisarlo in seguito. Io, prima di riprendere con le udienze manco fossi Mastella a Ceppaloni la domenica mattina, azzanno uno dei miei due panini, quello al formaggio. Per stasera, se il cielo mi concede un minuto, mi resta quello al cotto. Neanche le due del pomeriggio e gi mi sembra di essere uscito da un pentathlon, con per di pi ancora otto ore davanti. Speriamo che finisca come ieri, con unoretta abbonata e una fuga disperata verso sessanta preziosissimi minuti di sonno extra. Una volta rifocillato proseguo con una migliore visione del mondo finch, evidentemente appesantiti (per non dire freschi di rutto) sopraggiungono Flavia e Roberto, limmagine della saziet, visione che mi riporta a sentirmi un perfetto denutrito. Senza degnare di uno sguardo la gente in fila chiudono la porta e si adagiano su due sedie come sprofondassero in poltrona dopo unabbuffata natalizia. Io vedendoli raggianti minformo su come sia andata la mattinata, sentendomi declamare il men del pranzo pi che il numero di incontri o eventuali notizie di rilievo. Li lascio sfogare, concedo loro di esternare cotanta gioia nonostante sia seccato giusto-una-punta da quanto mostrino inesistente interesse per le mie sorti alimentari. Si fa quindi il mio turno di parlare e faccio un resoconto della giornata di fuoco finora trascorsa, sciorinando fatti e fattacci con le annesse soluzioni appositamente come fossero quisquiglie, roba da niente, vento fresco, desideroso di vedere che effetto faccia. Roberto mostra pi coinvolgimento, Flavia invece non batte ciglio se non per chiedermi se ce labbia fatta a intendermi con tutti. Domanda spiattellata in maniera arrogante e senza un concreto perch, ma io lascio cadere seguendo la regola del beneficio del dubbio nei confronti del capo, inedita variante con molta, ma molta, ma molta pi elasticit rispetto alle situazioni extraprofessionali. Selezionato quindi il mio unico interlocutore per i prossimi minuti, mi appresto ad affrontare il caso Al-Haddad: il disperso pagante, mentre Flavia parte in direzione toilette senza proferir parola, con me a chiedermi se abbia realizzato di essere stata sconveniente o se 50

le sia partito un ponte per colpa dellultimo dei tre bign che si sparata dopo il rientro. Alla facciazza mia e senza offrire, naturalmente. Comincio a capire perch, seppur con tutte le sfumature, mi erano state ventilate certe frasi al briefing. Ecco, se c una cosa che fatico a farmi risultare come rugiada sulla pelle sono proprio le persone cos, quella gente lunatica che ti spinge a fermentare pian piano finch finisci a chiedere se per caso ci sia qualcosa che non va, per sentirti dire verbalmente di no mentre con tutto ci che verbale non ti vengono inviati chiari segnali di tempesta. Vedremo se toccher arrivare a tal punto, ma per ora preferisco sperare in lune propizie fino a quando il mio compito non sar assolto. In fondo non ce ne vogliono molte. Poi che se la sorbiscano quelli che ci lavorano assieme tutto lanno. Roberto, qui abbiamo un problema di cui c da far sapere a Pedretti cosa si decide Cio? Questo tizio, Al-Haddad, uno dei pochi che aveva gi pagato tutto, ma non arrivato E cazzo. Roberto si adombra. Peggio che peggio, uno di quelli con cui non ci si riesce ad intendere per via della lingua Quindi non si sa nulla di cosa ne sia sto qui? No, niente. Anche alle-mail nessuna risposta Anche?. Gli vedo una scintilla nellocchio. Eh s Senti, allora tu d a Pedretti che ne mettiamo dentro un altro e via. Perch noi di vuoto non lasciamo niente. Se pocanzi avevo pensato che questa potesse essere la sparata di uno un po troppo aggressivo nellintendere gli affari, ora che la sento per la seconda volta e da una seconda bocca comincio a pensare sia invece il mantra aziendale. Non la mia filosofia, ma io non sono qui per lanciare crociate equo-solidali, quindi mentre anche Roberto parte sulla via della toilette questo pranzo devessere stato davvero sostanzioso- io balzo al telefono con Pedretti, capisco che genere di nome in lista dattesa contattare e via. Quando entrambi i miei boss ritornano dalla gita ai servizi igienici, la faccenda sbrigata. Quasi colti di sorpresa da cotanta rapidit, ecco che per bocca di Flavia mi viene concessa una pausa caff mentre loro si smazzeranno le udienze con quelli fuori dalla porta. Uscendo noto meno gente di prima, rientrando poi dopo un quarto dora ne noto solo uno in attesa e due dentro. Vab, dopotutto sono in due, mi dico. Vab, poi sono anche esperti, aggiungo. Poi non essendoci una terza scrivania e per non interrompere nessuno, resto in disparte ma comunque con occhi e orecchie sulla conversazione. Non che ci sia molto per, perch il trattamento limmagine della sbrigativit, il che non per forza un male se non fosse in questo caso per la palpabile attitudine in stile Non sono qui per te (Roberto) e Ricordati chi sei, suddito (Flavia). Ci rimango abbondantemente basito, dicendomi come per darmi conforto che magari con questi due specifici espositori sia davvero il caso di usar tali maniere. Non posso giudicare essendo entrato a conversazione avviata, ma sicuro che a prescindere ci vuole un bel pelo sullo stomaco a porsi con questo tipo di sfacciataggine. Io non ce la farei a far cos. Ma soprattutto, sarei autorizzato a far cos? Prendo liniziativa di sentire sulla porta cosabbia bisogno lultimo disgraziato: disguidi coi pass. Lo indirizzo allufficio corretto e il problema per noi uno in meno. Dio che giornata, questa s che una maratona. Ho anche perso la cognizione del tempoed era effettivamente meglio averla persa visto che, da come minforma lo schermo del computer, sono poco pi che le tre del pomeriggio. Bene, mi manca solo una cosa come una normale giornata di lavoro di un bancario e poi me ne posso tornare a casa: sei ore e trenta. 51

Una e mezza parte con Flavia a dettarmi una lettera di ringraziamento alle rappresentanze diplomatiche presenti allinaugurazione. Scrivi, cancella, riscrivi, punto e a capo, lascia una riga vuota: sembra il dettato delle elementari, o meglio sembriamo maresciallo e appuntato per come lei cammina a mento alto su e gi per lufficio mentre mi detta una missiva che muta una dozzina di volte, si evolve e sinvolve modifica dopo modifica. Novanta minuti per riempire nemmeno una facciata, Times New Roman 12. Il resto del tardo pomeriggio contraddistinto dalle visite di rito degli espositori che dalla lista dattesa si sono aggiudicati il posto. Uno sparuto gruppetto messi tutti assieme, infatti bastano le dita di una mano per contarli, ma accade comunque qualcosa di significativo: ognuno di questi bussando alla porta chiede di Mister Colombo, con grandi sorrisi, vigorose strette di mano e in ogni caso un piccolo presente. Per me. Mi trovo quindi al centro di una situazione in prima battuta gratificante, ma dal secondo momento in poi di notevole imbarazzo: lultima ruota del carro, senza volerlo, ha un riflettore puntato addosso e laureola da benefattore in testa. Il tutto avviene per un motivo semplice e lineare, cio che con questi elementi ci ho parlato io. Quello che per viene mal digerito da qualcuno (donna, corporatura minuta, et avanzata, pronunciata passione per i bign) che non vi sia menzione per nessun altro. Io sono ben consapevole che i risultati ottenuti durante questa fiera siano frutto di un lavoro pregresso di cui io non faccio parte e ci mancherebbe, son qui da due giorni- perci faccio del mio meglio per allargare la visuale a questi espositori e spostare lattenzione su Flavia, captando quanto la regina desideri essere adulata. Roberto non un problema, ha preso a fare su e gi coi padiglioni e anche quando capita nel mezzo di una situazione del genere non sembra curarsene. Flavia invece potrebbe azzannare e nonostante i miei sforzi per ridirezionare sorrisi e ringraziamenti, una volta esauriti questi incontri capisco benissimo quanto astio stia covando nei miei confronti. Roba da fumo dalle narici, il che mi fa sentire molto a disagio soprattutto perch baratterei tutte le dimostrazioni di gratitudine ricevute -per quanto sia sempre bello sentirsi apprezzati- coi pranzi e le cene di cui lei dispone o magari anche solo con un pass parcheggio come il suo, prendendomi pi sostanza e lasciando a lei lonore dessere la premire dame alla quale tutti sinchinano. Tanto io settimana prossima me ne torno da dove sono venuto e limportante non quanti regalini da far vedere alla mamma riuscir ad incamerare, ma quanto positivo sar il resoconto che arriver a Damiano. Per questo che ci tengo a lavorare bene. Dunque pochi fronzoli: che mi si lasci pure nellombra e risplendano di luce eterna coloro che per questo evento lavorano dodici mesi lanno. E giusto cos. Se per mi concesso un appunto, Flavia dovrebbe anche fare uno pi uno ed evitare di prendersela come fosse un caso di lesa maest. Piccola donna, grande ego. Purtm pascienza, direbbe mia nonna: portiamo pazienza. Esattamente come ieri, arriviamo in una fascia oraria in cui lambiente si fa tranquillo. Non manca molto prima che il mio bis di capi parta per la cena, ma mentre Roberto ancora impegnato coi padiglioni, Flavia, dopo qualche parola scambiata sulla porta con le colleghe che dirigono gli altri uffici, si riaccomoda alla scrivania, controlla un quarto dora le sue e-mail, dopodich siamo entrambi senza nulla da fare e nella stanza si condensa uno strano silenzio. Dura una decina di minuti, mentre io cerco di guardare ovunque, controllare e ricontrollare cose gi sistemate, riassettare la scrivania, temperare le matite, rimettere il cappuccio alle penne, riporre gli evidenziatori nel cassetto in ordine cromatico e verificare che le rotelle sotto le sedie girino a dovere. Tutto per un semplice motivo: evitare che si finisca a guardarsi in faccia. Finite le opzioni, per, entro davvero in circa centoventi secondi dimmobilit, con lo sguardo fisso alla porta come a pregare che qualcuno bussi, che Roberto torni o che Flavia venga nuovamente chiamata a conversare da una qualsiasi collega. 52

Tutto dun tratto, dal nulla: Mattia, tu sei di CL? No. E sul di silenzio in cui ripiombiamo cala anche un gelo siberiano. Ma che domanda ? Cosa vuole sapere adesso? E me lavr chiesto perch di CL e considera un infedele chi non lo , oppure perch non di CL e le sta sulle palle chi lo ? Eh? Di qualunque parrocchia ( proprio il caso di dirlo) Flavia sia o non sia, sicuro che una domanda del genere fatta per innalzare il conflitto. Per fare conversazione cerano parecchie altre opzioni. Dopo poco, ecco rientrare Roberto. Aggiorna direttamente Flavia ed indirettamente anche me sulle ultime novit, dopodich comunica a Nostra Signora che stato indetto un meeting dal direttore generale prima di cena, cosa che richiede un pre-meeting della direzione espositori fra un quarto dora. Flavia sembra colta di sorpresa, ma non tanto da quello che c da fare, quanto dal dover incontrare il direttore generale senza aver occasione di sentirsi al top della presentabilit, come quelle donne di paese che se non riescono a passare dalla parrucchiera il sabato hanno difficolt ad andare in chiesa la domenica. Scheggiando quindi lei e la sua trousse verso i bagni, ho occasione di rimanere solo con Roberto, che dopo avermi chiesto come stia andando ha altro da dirmi. Comunque fra ieri e oggi hai lavorato veramente bene, bravo Grazie Roberto. Cerco di fare il meglio che posso. So di non eccedere in originalit, ma il sorriso che mi viene compensa in gentilezza. Io lavevo detto che ci voleva uno con le palle. Il casino con il pazzo di stamattina soprattutto lhai gestito alla grande, non da tutti. Gli anni scorsi ci sono state persone che di fronte ad episodi del genere sono scoppiate in lacrime. Sono contento che Damiano ti abbia inserito nel team. Seguitamente, Roberto mi domanda nel dettaglio cosa io abbia studiato alluniversit. Parliamo cinque-sei minuti, ma significativi. Mi fa piacere abbia lanciato questa chiacchierata e mi verrebbe anche da chiedergli in merito alla strana uscita di Flavia su CL. Ma alla fine evito: che ci sintenda non vuol dire che ci sia confidenza, quindi glisso giusto un secondo prima di aprir bocca e rischiare di compromettermi. Una volta salpati gli eroi per il trittico pre-meeting, meeting e cena, vengo lasciato in una no mans land manco fossi Hevia con la cornamusa asturiana. Con ludito che mi si affina nel silenzio comincio a captare persone che chiacchierano in maniera rilassata, cos esco in corridoio, faccio una visita a Marilena, mi unisco al gruppetto e nel giro di dieci minuti ci ritroviamo ancora una volta tutti assieme noi dellagenzia. Si fa conversazione, ogni tanto a qualcuno suona il telefono ma principalmente vige calma piatta. Salta fuori che c chi la prima volta che lavora in fiera, chi invece desperienza come Marilena e chi sta nel mezzo; chi di Milano, chi abita a due passi dalla fiera e chi come me si deve fare una vasca per arrivarci; chi studia, chi sta cercando lavoro e chi proprio come lavoro a tempo pieno fluttua di evento in evento al servizio di Damiano o di altri. Insomma, un team ben variegato, ognuno cordiale con laltro e nel mentre il tempo passa. Ogni tanto butto locchio sul corridoio come fossi un radar a caccia dintrusi, ma credo proprio che nessuno dei capi miei o degli altri si far vedere fino a dopo cena. Passato un certo orario, noi dellagenzia siamo pi guardiani del faro che altro. Fattasi la fame di una certa imponenza per tutti quanti, mi tocca rinunciare a qualsiasi turnazione per la pizza, la focaccia o la piadina che sia. Ancora di vedetta e abbandonato, stasera ho per un degno panino al cotto pronto ad immolarsi per la mia sopravvivenza. Tutti si mostrano apprensivi nei miei confronti, ma come ovvio dico di non preoccuparsi, 53

che sono a posto cos. Padrone della situazione, azzanno la mia cena facendo briciole ovunque mentre mi concedo una comoda navigata in Internet a puro scopo personale. In amore, in guerra e anche in pausa, tutto lecito. Sulla cresta dellonda dei fattacci miei tiro le ventuno e dieci e mentre a casa mi starei gustando Spetteguless o I nuovi mostri, ecco che rientra la velona locale con al seguito lintero manipolo di capi e capetti. Chiudo le finestre spalancate sui miei affari, mi metto sullattenti e una volta sopraggiunto anche Roberto ecco che la cricca si disperde, tutti verso i propri uffici, sorridenti e pieni come portaombrelli in Scozia. Quando la porta si chiude, si palesa un odore di grigliata intenso tanto quanto quello di una canna accesa a un concerto dal tizio a fianco. Se prima ero soddisfatto e calmo, adesso con questi aromi che svampano non posso che immaginare immensi girarrosto, grasso che gronda, fiamme che abbrustoliscono la carne fuori e la lasciano al sangue dentro, contorni di patate al forno, camerieri con le braccia doloranti per il peso delle portate Sennonch un rutto di Roberto, contenuto ma pur sempre una fialetta al vino marcio, mi riporta alla realt, nonostante il sogno rimanga incastonato in due dita abbondanti di acquolina. Ormai so che restano solo scampoli della partita odierna, ma si parte per un confronto a tre sullandamento generale e sulle proiezioni per i giorni a seguire. Roba di rito, ma prende comunque mezzora con Flavia che poi si alza, impugna il cappotto e dice: Bene, possiamo andare. Sissignora. Mattia, chiudi tu fra un quarto dora, allora?. E io che pensavo che la frase precedente includesse anche me. Ehm, s s, Flavia. Carico come oggi, domani, eh! mi dice Roberto, cercando di riparare in simpatia al tiro mancino della sciura. Tranquillo e gli allargo il sorriso anchio. Ciao Mattia, buona serata Ciao Flavia. E buona serata dove, sui mezzi? Lascio scivolare lultimo quarto dora nel silenzio pi totale. Fiera chiusa al pubblico gi dalla mezza e tutti col solo pensiero di andare a casa, quindi totale inutilit della mia presenza. Ventuno e cinquantanove, arriva in corridoio una guardia giurata mentre sto spegnendo il computer e impugnando lo zaino. Si chiude! esclama, con la voce squillante e la cadenza infastidita di chi vuole redarguire i drogati di lavoro. Giorni 3-4-5: motori avanti tutta Si procede a cannone. Mi sento come un treno a vapore inarrestabile verso la meta, ingranaggi semplici ma meccanismi perfetti, sudore e risultati, il minimo di carbone e il massimo di distanza percorsa. Perch il segreto sempre la qualit della locomotiva. -Il gentilissimo Signor ColomboNel corso della tre giorni sinstaura un rapporto idilliaco con gli espositori, che mi frutta regali e proposte di ogni sorta: oltre che una quantit industriale di cioccolatini, frutta e pietanze tipiche da tutto il mondo, ricevo proposte di lavoro come interprete agli stand per le cui ottime retribuzioni sarei tentato di fare ciao ciao con la manina a Flavia. Inoltre, un paio di uomini daffari franco-senegalesi coi quali salta fuori del mio impegno in campo musicale, addirittura minvitano nella loro citt con un persuasivo e scioccante On organise un petit show pour toi et aprsil y aura aussi des femmes, cio vogliono farmi esibire dal vivo e poi mi dicono che ci saranno anche delle donne, con tanto di occhiolini e inequivocabili gesti con le mani. Non me ne voglia nessuno, io per primo mi trovo in imbarazzo di fronte a sparate del genere. Cio, suonare allestero? Oh cavoli! 54

Quel che succede segue comunque una dinamica molto semplice: io ascolto, prendo nota delle esigenze e segnalo a chi di dovere. Nulla di eccezionale, faccio solo il necessario e lo guarnisco con della dovuta, credo bene- cortesia. Altri, evidentemente, no. Buongiorno, c il gentilissimo Signor Colombo?, Ah, ringrazi il Signor Colombo che stato gentilissimo, Far arrivare un presente per il Signor Colombo, proprio gentilissimo... -Colombo, vaffanculo!Diametralmente opposti sono gli episodi di sfanculamento, per giunta multilingua. Tutti avvengono nella terza giornata e arrivano da parte di espositori in lista dattesa che non hanno ottenuto un posto, chi imbufalito, chi in lacrime per i soldi buttati al vento per visti, biglietti daereo, trasporti vari, eccetera. Lo sapevano benissimo che non cera nulla di garantito, ribatte Flavia ogni volta. Io, in versione sacco da boxe telefonico, rimango dubbioso sui termini in cui questo nulla di garantito sia stato venduto. Che questa sia una tana di vecchie volpi cosa ormai nota. -LodioFra me e Flavia finisce come nel film di Kassovitz ed esaurita la caduta, arriva latterraggio. Stranamente le dinamiche sono linverso della norma: caduta relativamente breve e atterraggio invece eterno, come se la prima fosse proiettata in fast forward e il secondo in slow motion. Nelle relazioni esterne allufficio, chi meglio le lecca il culo sopravvive e chi invece no se la vede grama. I regalini e le moine la esaltano e simmetricamente tutto ci che non contempla salamelecchi finisce per renderla caustica. Ogni riverenza mancata per lei un casus belli, liscrizione della tal persona sul libro nero. Nelle relazioni interne allufficio, con me presto detto: sufficienza a pioggia e grandinate di cafoneria di quando in quando. Con Roberto invece le cose sono diverse, ma nemmeno pi di tanto: a parole tutto normale, ma la chiave di lettura da trovarsi in certi particolari silenzi. Poi ritorniamo sempre al celebre avvertimento che proprio Roberto mi aveva lanciato al briefing, parole che allinizio mi erano suonate superflue ma delle quali ora comprendo appieno la valenza. Nelle relazioni di corridoio, cio quelle con gli altri uffici e i relativi membri, si vede invece una creatura diversa, come prevedibile. E purtroppo nel copione di tutte le arpie da azienda, nei film come nella realt, lessere cerbero nei propri due metri quadri e al contempo recitare la parte del Nobel per la Pace al di fuori di essi, coi pari ruolo e naturalmente coi superiori. Certamente solo io, Roberto e chi al mio posto passato gli anni scorsi sappiamo con che genere di persona abbiamo a che fare; gli altri invece devono scegliere se credere ad una recita o ad eventuali reportage. Fiction o cronaca, insomma. Per tutto questo mix di atteggiamenti, arrivo al punto in cui mi inevitabile smettere di coltivare il giardino zen, con la sua sabbietta e la sua cascatina. Essere professionali vuol dire adempiere al proprio compito e di sicuro su questo io non manco. Ci per cui invece sviluppo intolleranza la parte supina del concetto di professionalit, quella regola non scritta per cui dei superiori bisogna subirsi gli scleri anche se immotivati e nei toni della maleducazione. C una zona nel rapporto lavorativo che interseca la sfera personale di ciascuno e ci avviene quando vengono toccati i tasti naturalmente per chi ce li hadelletica e del rispetto. Per esempio, in quanto ad etica un comunista dovrebbe evitare di lavorare in ambiti dove la caccia al profitto regna sovrana; in quanto al rispetto, invece, ognuno dovrebbe andare a prendersi il proprio caff senza ordinare ad altri di farlo, a meno che non sia nel contratto. Seguendo questo ragionamento, Flavia urta la mia etica per come conduce qualsivoglia relazione professionale e manca di rispetto nei miei 55

confronti in un abile concatenarsi di maniere implicite ed esplicite. Il difetto della mia flessibilit che non raggiunge i novanta gradi e gi da una buona ventina prima comincia a far suonare lallarme. Ed cos che ad ogni goccia di veleno di Flavia, ad un certo punto comincio a farne corrispondere una mia. Mai verbalmente, mai compromettendo il mio operato, ma di certo per fermare un mezzo dassalto non si pu usare una manciata di coriandoli. -Carramba che sorpresa!Il terzo giorno risuscit da morte. Ma non sal al cielo, sal allufficio. Mi trovo un documento piantato in mano cos dal nulla assieme ad altre carte col logo della nostra societ, lo stesso che aveva messo in crisi le diottrie dello sceriffo Nando. Quello che mi sembra un sordomuto, capisco invece consultando il passaporto perch non proferisca parola, cos come che razza di bomba stia per deflagrare: signore e signori, direttamente dal Maghreb, da laddove il Mediterraneo bacia lAfrica, dalle terre in cui i tramonti hanno il colore del fuocoil signor Al-Haddad! Subito prendo il telefono e faccio partire una chiamata. Dimmi Mattia Roberto, indovina chi ho qui? Al-Haddad Cosa?!. E per poco non sputa le tonsille. Dieci minuti dopo sia lui che Flavia arrivano in ufficio con gli occhi sgranati e le facce da morto in casa. Al-Haddad seduto comodo comodo sulla sedia, isolato nel suo monolinguismo, probabilmente convinto che sia arrivato il comitato daccoglienza in suo onore, mentre invece la situazione ben diversa. Io, come ai tempi delle scuole le poche volte che non ero coinvolto in qualche casino, appoggio la schiena alla sedia e mi appresto a godermi il dramma. Stavolta pure bello grosso. Mantra aziendale sta gran fava, noi di vuoto non lasciamo niente. Mo voglio vedervi! A parte i sorrisi e le strette di mano, i miei due testano che davvero il malcapitato non comprenda un accidente di italiano e passano quindi ad interagire fra loro senza peli sulla lingua. Al-Haddad nel mentre chiss a cosa pensa, probabilmente crede ci siano ritardi col tappeto rosso per condurlo al suo stand, inconsapevole che il tappeto rosso si potrebbe anche organizzare, ma un po pi difficile far levare da l dentro la persona che si insediata pagando. Ci sarebbe proprio da mettere in sottofondo Renato Zero con Triangolo, visto che nessuno laveva considerato eppure ora qui belle fatto: su un lato il tandem Flavia-Roberto, sullaltro lormai star Al-Haddad e sul terzo un imprenditore ancora ignaro del tutto, che si star beatamente promuovendo al padiglione, con magari la radio sintonizzata a caso che passa Su di noi del buon Pupo. Invece, altro che nemmeno una nuvola Vie duscita non ce ne sono. Viene convocato anche Pedretti e dopo qualche ulteriore minuto di camera di consiglio dove se ne sentono di ogni, Al-Haddad viene appioppato a me assieme al compito di andare a cercare qualcuno fra gli espositori che possa salire a fare da interprete. Lui un genio -e non della lampada- a venire senza nessuno che lo supporti dal punto di vista linguistico, ma certo furbi pure i compari miei a non prendersi pure una persona che parli arabo, con tutti i clienti che hanno di quei Paesi (e con me senza spalla per i cambi ai pasti, ribadiamo). Quindi vado, peregrino in cerca di unanima pia e rientro ben dopo la mezzora impostami come tempo di campo libero dai i maghi della doppia vendita. Il comitato tiene il colpo di genio segreto e riparte con Al-Haddad alla volta dei padiglioni. Chiss lui come si sente importante, scortato a destra e a manca dalle alte cariche. Dopo unora circa, ecco Flavia e Roberto di ritorno. 56

Quindi? E andata. Naturalmente Roberto a rispondermi. Grande!. Con una falsit totale, devo ammettere. Mi sarebbe piaciuto vedere i capi nel guano. Come abbiano fatto esattamente non dato sapere. Presumo Pedretti abbia risolto con carta millimetrata e fantasia da bricolage. E ancora lavoro, lavoro e lavoro. Incontri, telefonate, problemi da risolvere, traduzioni, panini da casa, cioccolate alla macchinetta, guardie scettiche sul pass, albe viste sulla via della stazione e tramonti persi in un ufficio senza finestre. Il congedo della penultima sera non so perch ma odora di vigilia di Natale, di quasi fine scuola. Passo il tragitto verso casa a chiedermi come mai, dopo aver fatto una decina di fermate di metropolitana chiacchierando con Marilena, ridendo del pi e del meno. Giorno 6: Natale (o lultimo giorno di scuola?) Non essendo giornata dapertura al pubblico si attacca alle nove e mezza e dopo un tour de force a sonno rateizzato la differenza si sente. Abbigliamento informale, prospettive rilassate soprattutto per i piedi, spacco il minuto e mi lascio dietro alcuni colleghi che intravedo coi rispettivi superiori al bar a piano terra, dove figurano anche Flavia e, a sorpresa, Damiano. Tiro dritto e salgo in ufficio, lasciandoli a quella che ha tutta laria di essere una colazione premio. Aprendo la porta dellufficio vedo Marilena sbucare in corridoio. Ma abbiamo fatto i monelli? Perch? Noi niente colazione premio? Eh? S Mari, ho visto gi al bar tutti o quasi, capi inclusi No allora per la Messa di congedo Ossignore! E ci sorridiamo a vicenda con gli occhi furbi. Marilena sa cogliere le battute sottili, mi piace questa cosa. Riprendiamo i discorsi abbandonati in metropolitana ieri sera e tra una chiacchiera e laltra consumiamo i nostri pagani minuti parlando di viaggi, studi e sport. Io bado bene a non toccare largomento musica, perch per qualche strano effetto ne sono cos coinvolto da non volerlo esporre a una collega, ed entrambi non facciamo menzione a nulla che possa lambire la sfera amorosa. Io sono single, quindi c poco da dire, ma lei? Niente scontato quando una donna non si sbottona in tal senso. Una volta che le anime pie tornano dalla funzione, si d inizio ad una giornata che assomiglia s al Natale, ma pi dal punto di vista degli elfi visto che c da impacchettare tutto per il rinvio in sede centrale. Elenchi, brochure, cancelleria varia, stampanti e computer: tutti lavorano con tutti e il campo perfettamente sgombero da impicci. Pausa pranzo globale, dopodich meeting per i pezzi da novanta. E alla fine di questo che Damiano convoca tutti noi dellagenzia e ci fa un discorso conclusivo. Emerge che abbiamo lavorato bene e che i capi sono soddisfatti. Al termine, mentre torniamo tutti ai nostri uffici per vedere il da farsi, mi prende da parte e mi carica una dose di complimenti personalizzata. Mattia, bravo. Mi hanno parlato molto bene di te Grazie! Meno male, ho cercato di fare pi che potevo Avevi una posizione cruciale. Partivi pure svantaggiato, diciamo, visto che prima avevano avuto la stessa persona per tre anni e sai com, quando c un rapporto di fiducia consolidato 57

Capisco, capisco Ma alla fine hai fatto meglio di quanto si aspettassero Bene, bene. Ma chi avr sciorinato tante belle parole sul mio conto? Ma invece ascolta, con Flavia non c stato un gran feeling, vero?. Eccoci al punto, ti pareva. Damiano, in tutta sincerit, la signora fatta alla sua maniera, per cos dire. Devo difendermi a dovere, perch qui si capisce subito che lei si lamentata. Potrei citarti una decina di episodi in cui mi ha trattato come una pezza da piedi. Poi calo lasso: Ma in fondo, che fin dal briefing io sia stato praticamente messo in guardia da Roberto vuol dire parecchio Non ti preoccupare, non ti preoccupare. Limportante che hai lavorato bene Quindi Damiano, guardando avanti, colgo loccasione doro di averlo qui in diretta, altre fiere o cose del genere a cui lavorare ce ne sono? S s, lasciami fare locchio e poi ci sentiamo Benissimo, grazie mille Grazie a te, Mattia. Ritorno in ufficio e trovo Roberto, per un altro dialogo. Allora Mattia Dimmi Cosa farai adesso? Guarda, momentaneamente difficile da dire. Lavorer ancora per Damiano mentre continuer con colloqui vari e altre cose mie Quindi stai cercando lavoro? S Allora fai una cosa, tu mandami il tuo CV che poi qui ci penso io. Ottimo, cavoli. Allora vero che piaciuto come ho lavorato! Rispondo affermativamente e ringrazio per la proposta. Riflettendoci nei minuti a seguire capisco quale territorio fertile io abbia a disposizione con questa storia delle fiere: ogni volta nuove realt con cui mettermi in mostra e tentare un passo avanti tramite unentrata privilegiata, gi introdotto e soprattutto gi testato. Qui davvero ho trovato un trampolino deccezione. Mentre Roberto torna ad altri incontri e incontrini da ultimo giorno, io mi trasferisco a fare laiutante di Babbo Natale negli altri due uffici, dove chiss come mai hanno ancora un bel po di roba da inscatolare. Una cazzata via laltra oggi ce lo si pu decisamente permettere- tiriamo quasi le diciotto, allorch sento il telefono squillare nel mio ufficio. Vado di corsa ed Roberto che mi chiede se abbia voglia di andare a cena con loro. Ringrazio ma rifiuto, ufficialmente per questioni di trasporti complicati per rincasare dal ristorante sui Navigli che mi menziona, ma di fatto anche per evitare di dovermi intrattenere con Flavia. Mi viene quindi concesso di andare a casa. Ma Flavia, appunto: sto per far comparire il The End su questo schermo, ho il suo numero di cellulare sottomano ma cosa faccio, la chiamo o non la chiamo? Allora, s o no? Lascio vincere lorgoglio, facendomi passare in testa un paio di episodi topici di questi giorni pi una proiezione mentale di come potrebbe essere umiliante sentirmi trattare con sufficienza anche un secondo prima di uscire. Egualmente, anche la pi rosea delle previsioni, cio quella di una reciproca leccata di culo, mi mette la nausea. Quindi via, il mio servizio lho fatto. Faccio un giro di saluti a baci e abbracci tenendo Marilena per ultima, chiedendole Sigaretta? come per lanciarle un segnale di richiesta di privacy, visto che lei fuma ma io no. Cincamminiamo allesterno verso la metropolitana, con lei che mi fa vedere che si 58

fatta un taglietto chiudendo un pacco, io che la prendo per i fondelli dandole della vittima, lei che mi d uno schiaffo sulla spalla e poi ci guardiamo in faccia. Due secondi di silenzio, poi il silenzio lo rompiamo perch sta parlando troppo. Allimbocco della scalinata della metro ci diamo un abbraccio e un bacio sulla guancia, con la ferma, implicita volont di non incappare in discorsi che sappiano di conclusione. Passato lattimo del bacio sulla guancia, le tengo una mano dietro la schiena e lei me ne tiene una salda sul braccio. Laltra sua mano impugna gi laccendino e fra indice e medio la Merit che si accender sulla via del ritorno agli uffici. Mentre la mia mano libera accarezza il dorso della sua, siamo sicuramente sotto locchio di qualche telecamera. Tre secondi dopo, qualche schermo in qualche sala di sorveglianza proietta improvvisamente un non preventivato, ma tanto atteso, attimo.

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9 PASSARE DAL VIA Un paio di giorni dassestamento sono necessari, come fosse un weekend ma in mezzo alla settimana, dopodich attendendo novit da Damiano riprendo in mano le redini delle solite manovre di ricerca generale. Nel mentre strappo un mese al calendario e anche per il mio ufficio casalingo siamo in ottobre. Sulla proposta di inviare il CV a Roberto, a mente fredda mi ritrovo abbastanza scettico: ha senso fare domanda in un posto dove avrei gi una nemica dal giorno zero, per di pi in una posizione di rilievo? Mettiamo la questione da parte per il momento, che fra nuove fiere e nuovi colloqui facile trovi altre occasioni. Riaprendo le e-mail ieri sera ho trovato una richiesta di contatto da parte di unagenzia interinale della zona, con la quale mi ero fatto vivo subito dopo la laurea per aggiornare il mio status. Vi ero iscritto sin da circa fine liceo ma da parte loro non mai arrivato nulla. Chiss stavolta, invece. Quando le interinali spuntavano come funghi, nel raggio di cinque chilometri da casa mi ero registrato a tutte o quasi, una buona dozzina. Sembrava dovessero essere la rivoluzione dellimpiego, io per non ci ho mai tirato fuori niente: mi si diceva ogni volta che se fossi stato un operaio specializzato in qualche ambito o se avessi avuto un titolo di studio in pi avrei avuto diverse possibilit, ma messo comero messo purtroppo cera poco da fare. Non ero n carne, n pesce, come mi sentivo ripetere. Poi cerano volte che davvero avevo di meglio da fare che andare a scaricare divani per venti ore su due giorni a quattro Euro lora. Adesso invece, essendomi laureato, qualcosa dovrebbe cambiare. Nel corso di una telefonata rapidissima mi viene detto di passare quando voglio per fare due chiacchiere e sentire la proposta. Non perdo tempo in ulteriori domande perch le interinali si sa che altro non dicono, quindi salto in macchina e vado. Giunto in sede, siccome la persona con cui devo parlare occupata in un colloquio, vengo invitato ad accomodarmi e a riempire un formulario, munito di penna a sfera aziendale. Riempio la prima pagina e alla fine, spazientito da questi soliti, eterni convenevoli guardo le altre tre e vedo che non altro che il formulario on-line in versione cartacea, lo stesso gi compilato tempo addietro. Mi alzo e vado dalla signorina che mi ha accolto. S, con una velata supponenza, ma la gente si deve dare una svegliata. Scusi, ma questo non mica come il vostro formulario on-line? S Eh, allora guardi che io sono gi nel vostro database Ah s? S. Provi a dare un occhio per sicurezza. Mattia Colombo Ehmehmehm Lho aggiornato qualche mese fa, dopo il nuovo titolo di studio Eccolo. S, ce lho Allora devo per forza compilare anche questo? Ehmno, pu lasciare stare allora Grazie. Ma svegliamoci, per la miseria. E la penna gliela frego per vendetta. Resto cinque minuti a girarmi i pollici sempre meglio che compilare formulari inutili- e vengo quindi chiamato nellufficio della manager. Dopo un excursus generale sulla mia situazione, i miei studi, le mie aspirazioni professionali e addirittura i miei interessi personali, arriviamo al succo della faccenda. Benissimo Mattia. Vedo che lei una persona sveglia, quindi penso proprio che la proposta che ho faccia al caso suo 60

Mi dica e le faccio un sorriso. La proposta riguarda unazienda che produce ceramiche. Le pu piacere lambito? Beh, lambito in s per me relativo, dipende la mansione Certo, certo. Comunque questazienda produce dalle piastrelle ai vasi, eccetera. E chissenefrega, andiamo al punto, vorrei dirle. OK, scandisco invece. Avremmo pensato a lei per un percorso dinserimento graduale che le permetter di crescere nellazienda conoscendone la sostanza alla perfezione Bene E le prospettive sono poi quelle di un ruolo dirigenziale a svilupparsi negli anni, che per come base richiede una preparazione solida, che non pu che maturare tramite lesperienza specifica Capisco. Condivido fra laltro, lesperienza sempre un fattore chiave. Pur da laureato, so comunque che il pezzo di carta non presuppone che io possa saper fare un mestiere bene da subito Mi fa piacere trovarla daccordo. Sorrisone da parte sua. Ci mancherebbe. Comunque scusi se lho interrotta, mi diceva del periodo preparatorio. Giusto in merito, in tutta franchezza, le dico subito che se parliamo di stage non retribuiti o cose del genere non sono interessato No, nulla del genere Meno male Quello che noi e lazienda abbiamo pensato un periodo di sei mesi, rinnovabile comunque in caso di necessit, in magazzino. Io ci rimango talmente incredulo da dover chiedere conferma: In magazzinoin che veste, scusi?. Chiss mai io non mimmagini qualcosa. Palese limbarazzo suo: Ehcome magazziniere. Io sbuffo un sorriso stranito, inarco il sopracciglio con la bocca semiaperta e un attimo dopo ribatto seccato: Ma ascolti un attimo, io mi presento dopo aver aggiornato il curriculum con una laurea e mi proponete di fare il magazziniere? Questa, spiazzata dal mio scatto di nervi, si ritrae un secondo e cerca di rattoppare: Ma un ruolo dinserimento, serve per capire com lazienda Ma se poi mi vogliono in ufficio, non meglio tenermi sei mesi in formazione direttamente l spiegandomi i vari processi, invece che mettermi a fare il facchino? Ormai non ci sono pi scuse, il trucco c e si vede. Una di quelle storie narratemi da amici che ci sono gi passati prima: loro hanno clienti con posti vacanti e gli preme solo trovare uno da piazzare, poi i tempi delle promesse si allungano, si allungano, si allungano, fin quando per legge non possono pi rinnovarti il contratto e allora avanti il prossimo. Scommetto che il futuro ruolo dirigenziale neanche esiste, come il coniglio finto per i cani alle corse. Maledetta puttana, men che meno ora che ho altre porte aperte ti sto ad ascoltare per questo magazzino di merda pieno di tazze di cessi. Affanculo, mi hai fatto pure venire qui di corsa per sta stronzata. Dentro sono un vulcano in eruzione. Senta, non perdiamo tempo in due. Se lazienda vede il mio CV e mi vuole per un ruolo adatto da subito, bene. Altrimenti niente Ehm, sne parler con loro. Ma taci, che tanto non vero. Comunque, io a posizioni di manovalanza non sono interessato. Segnatevelo nel database, sempre per evitare di perdere tempo, sia io che voi Certo, certo, con laria di quella che ha preso un pugno in faccia. Qui non il fatto di aver buttato unora, molto di pi. Non ho buttato solo quella, io nellattesa ho pure buttato tempo fantasticando, facendo mente locale su come gestirmi, 61

lasciandomi salire anche quel po di comprensibile eccitazione. Ma quando mai capita che chiami un laureato a colloquio per un posto in magazzino, per di pi cercando di rifilare la sola delle prospettive dirigenziali? Ma chi lo scemo che ci crede? Ma anche fosse vero che lazienda ha piani del genere, che razza di gente la tiene in piedi questazienda? Sveglia cicci, che qui finito il tempo della gavetta che parte dai sotterranei. Robe del genere cerano trenta e passa anni fa, quando ha iniziato mio padre a lavorare, quando in paese la met della gente smetteva di studiare dopo la terza media e andava a fare il garzone in bottega. Gli stessi tempi in cui gi un diplomato sembrava un alieno, una creatura superiore. Il ragioniere, Il geometra, Ecco il ragionier Barzaghi, Senta, signor geometra. Ora di ragionieri e geometri ce ne sono derrate, navi cargo stracolme, talmente tanti che chiamarli per titolo sarebbe pi generico che far riferimento alle casalinghe di Voghera e ai braccianti lucani. Furibondo per la presa in giro me ne torno a casa e mi concentro un po sul da farsi per la radio e per il magazine, che ho due interviste da tradurre al pi presto e altre su cui lavorare in seguito. Pagasse appena appena nella fascia della decenza tutta sta roba, non batterei ciglio e ci lavorerei dodici ore ogni giorno, invece ogni mese che pubblico qualcosa per due monete mi tocca chiamare cinquanta volte in contabilit ed accertarmi che partano le procedure, poi tutto si congela per novanta giorni e poi tocca ancora saettare un paio di telefonate. La radio invece non parliamone nemmeno, gi un miracolo poterla fare. Ecco che mi arriva invece una mail dellufficio contabilit di Damiano, dove mi si chiede di confermare i dati personali e gli estremi per il pagamento. Cinque minuti ed tutto fatto. Da quanto annunciano, i soldi mi arriveranno a giorni. Questo s che parlare. Il marted seguente, nove di ottobre, mi trovo laccredito sul conto ma qualcosa non torna. Ci devessere sicuramente un errore. Per questo e anche per sapere dei prossimi incarichi mi lancio al telefono con D come dinamico, non senza una certa agitazione. Al cellulare suona occupato, quindi opto per il fisso aziendale. Il centralinista devia la chiamata e dopo mezzo minuto di musichette da vecchia Sip, ci siamo. Ciao Damiano, sono Mattia Ciao caro, dimmi tutto. Ho due minuti, per Faccio svelto, no problem: oltre a sapere per quando c ancora lavoro Ti chiamo fra qualche giorno, stiamo pianificando OK, quindi altra questione: mi sa che hanno sbagliato a farmi laccredito Perch? Il bonifico di cinquecentoventidue Euro. A parte suonarmi strana la cifra non tonda, diviso fa ottantasette al giorno Ehmno Mattia, ti confermo che corretto. E stato cos per tutti Ah, e qui mi ritrovo spaesato come quando senti un botto in macchina e non capisci se ti abbiano centrato, se ti sia scoppiata una gomma o cosaltro. Resto come sotto shock, con poche parole. Ah, va bene, risolto allora tutto quello che timidamente mi esce, come fossi stato su una giostra convinto che a girare fosse il mondo anzich io. Smentito, tenuto quindi a scusarmi, ma ancora non del tutto convinto: eppur si muove. Rimango pensieroso per un po. Son quasi ottanta Euro in meno. Nellinterezza non sembra chiss che tragedia ma ad un secondo pensiero realizzo che pi o meno come se mi avessero scippato un giorno di lavoro. Insomma, non mi lascia bene questa manovrina. A cena ne parlo coi miei, i quali non possono che ascoltare senza sapere esattamente cosa rispondere, dopodich per unire lutile al dilettevole decido di fare un colpo di telefono a Marilena. La prima telefonata dopo la fiera. E salita una coltre di timidezza dopo il saluto che ci siamo scambiati. Mattia! 62

Ciao Mari, tutto bene? Abbastanza. Tu? Bene, bene, grazie. In realt avrei dovuto optare anchio per un abbastanza. Ti sei riposato? S, ho avuto tempopurtroppo. Non che piova lavoro da queste parti Ahma dai, che qualcosa arriver. Ma coi colloqui, invece? Ne ho avuto uno che stato una farsa, lasciamo perdere e speriamo bene per i prossimi. Che arrivino, soprattutto. Invece, ascolta, prima di far due chiacchiere volevo chiederti una cosa un filo delicata Mattia, stai tranquillo: gli spermatozoi non passano attraverso i jeans! Marilena, ma dico! Ha-ha, non entriamo in questioni da Cio, se no non ne usciamo pi! Scherzi a parte, in tutta confidenza ti volevo dire che oggi ho avuto un interscambio abbastanza dubbio con Damiano Del tipo? Mi son trovato cinquecentoventidue Euro di bonifico, mentre lui mi aveva parlato di circa cento al giorno. Pensavo ci fosse un errore, ma mi ha detto di no. Tutto normale, secondo te? Sono ottantasette al giorno Mattiacon Damiano spesso cos Allora era andata proprio di culo a me la prima volta, che mi ero trovato pure un bonus. Ma vab, lo so, l si vendeva e stavolta no Ma anche dove si vende non sempre domenica Vab, ma a parte tutto, devo prenderla come regola che lui prometta tot e poi arrivi di meno? Non come regola assoluta, ma capita. Io ormai non ci faccio pi caso, mi preventivo in automatico un dieci per cento in meno Ma scusa, che maniere sono? A me non fa rimanere mica bene una cosa del genere Anche a me allinizio dava fastidio, ma Mattia, guarda che in fin dei conti loro pagano pi di altre agenzie. Io ho lavorato per diversi e credimi, Damiano il meglio che puoi avere a parte lavorare direttamente per gli espositori. Quelli s che pagano, ma perch la cosa senza intermediari Logico. Che tu cabbia fatto labitudine un altro discorso per, a me cose del genere non piacciono, faccio fatica a digerirle. Cazzo, dimmi quello che mi dai e basta, tanto poi ci arriviamo comunque al punto, no? E allora Poi ci fai il callo, Mattia, non ti preoccupare. Poi ci fai il callo? Ma che voglia di mandarla affanculo! La conversazione prosegue per altri sentieri, si smette di parlare di lavoro, ma a me rimane un nervoso latente in merito alla sua reazione al sapor di vaselina. Avr anchio la stessa mentalit fra qualche anno? Mi star bene farmi soavemente pigliare per i fondelli, entrare nel giro delle frasi di circostanza, delle risposte di rito, delle strette di mano fraudolente, dei sorrisi di gomma? Che Dio me ne scampi. Rimaniamo che mi mander dei contatti a cui pensa possa girare il mio CV e la telefonata si conclude. Mi avr fatto girare le scatole, fosse mia sorella le avrei dato un calcio nel sedere dopo quel paio di frasi da tanto va cos, ma gi anche solo il gesto di volermi passare dei contatti dimostra che persona sia. Poi con la battuta sullo sperma ha fatto centro. Nessuna menzione al bacio, invece. Lei sicuramente penser lo stesso. A me intanto non resta che guardarmi un film con Pozzetto trovato a caso su una TV locale, intrattenuto solo in parte dato che con la testa sono abbondantemente altrove. Nessuna tragedia, solo un bicchiere di scetticismo in circolo.

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10 MATURARE Il telefono che squilla mi distrae dal contemplare i cachi spuntati sullalbero dei nostri confinanti. Si prospetta un grande autunno, per loro ma anche un po per noi grazie al ramo che oltrepassa la rete. Ogni volta che vedo un numero sconosciuto ho quellattimo di sussulto, so che quasi sicuramente lavoro. Infatti trattasi di un inedito Enrico, mai sentito, mai visto e mai nominatomi. Evidentemente per qualcuno fra Damiano e Gerardo gli ha fatto il mio nome. stiamo lanciando questa nuova branca dellagenzia dedicata alle promozioni. Mi hanno detto che sei uno brillante e ti piace lavorare in mezzo alla gente Dimmi pure. Con voce brillante, da uno a cui piace lavorare in mezzo alla gente. E una cosa un po diversa dalle fiere, quindi dimmi se ti piace o no, non sei obbligato Guarda, le fiere sono il mio primo obiettivo, ma alloccorrenza sono sempre aperto a valutare dellaltro Ecco, qui per i ragazzi si parla di promozioni di prodotti gastronomici o finanziari Cio? Tipo un certo formaggio o certe carte di credito Hmm In contesti come le piazze, i centri commerciali, i mercati Ho capito. Guarda Enrico, in tutta sincerit ti dico che non sono cose che minteressano granch. Il fatto che mi sono laureato, quindi senza disprezzare quello che tu mi proponi penso comunque che le fiere con Damiano siano tuttaltro ambiente. Quello che hai per le mani tu lavrei fatto senza problemi durante gli studi, ora sono in una posizione diversa Capisco Comunque la cosa potrebbe interessare ad alcuni miei amici, nel caso te li dirotto Perfetto, grazie mille allora. Recito anchio il mio grazie e la telefonata si conclude. In occasioni del genere mi torna sempre in mente una mia professoressa delluniversit, quella del corso di traduzione e interpretariato. Fra le nozioni per essere dei buoni interpreti ci aveva anche detto di puntare a far riconoscere la nostra professionalit. Lesempio era stato lampante, semplice e vero, una di quelle storie di vissuto contro cui non si pu obiettare. Pi che su cosa fare, verteva su cosa non fare: Ricordatevi che voi siete l come interpreti, non come servetti. Anche se non c nulla da fare e ve lo chiedono, non tocca a voi svuotare i cestini o andare a prender lacqua per tutti. Limbianchino a casa non vi pulisce il gabinetto mentre aspetta che si asciughi la vernice, no?. Ottimo il messaggio esplicito, ma anche quello implicito: chi si abbassa perduto, fai il servetto un minuto e te lo faran fare sempre. Quindi qui la cosa si trasla alla mia cara agenzia: vai a vender formaggio una volta e sei marchiato a oltranza. No grazie, questa devessere una strada verso lalto, non una spalmata generale da factotum. Che mi chiamino quando hanno bisogno un esperto in lingue. Il giorno dopo, altra telefonata ma personaggio noto: Gerardo. Pronto Ciao Alessandro, scusa se ti disturbo, eh Gerardo, sono Mattia Ah s, scusa, scusa, Mattia Non c problema. Ma volevi parlare con me? S, s, ho sbagliato solo il nome, scusa, scusa

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Sbrigato il siparietto, eterno e ridicolo come in precedenza, Gerardo mi propone dei turni da mezza giornata che per mi renderebbero automaticamente indisponibile per Damiano. Guarda Gerardo, son partite le fiere e Damiano mi ha detto che presto lavorer ancora. Messaggio chiaro, in pi non ho nemmeno il problema di dover tener nascosto qualcosa visto che lagenzia sempre una. Gerardo balbetta e, per tenere fede al copione, non mi resta che dargli limbeccata di chiamare Alessandro. Grazie, grazie, e scusa il disturbo eh, scusa. Ti assolvo dai tuoi peccati, Gerardo, vai in pace. Gi che ci sono mando un SMS ad Alessandro, dicendogli sia di questa conversazione che di quella con Enrico. Ad Alessandro s che sta bene fare il factotum. Con un figlio in arrivo vorrei ben vedere, correrei anchio ovunque. Traduco unintervista, nel mentre il magazine esce in edicola con tre miei articoli, nel mentre coordino il calendario ospiti in radio, nel mentre continuo a scrivere pezzi per il mio disco e ad organizzare le collaborazioni. Lavoratore saltuario? Non mi pare proprio. Lunico diversivo che mi concedo la palestra. Spesso nemmeno esco durante il weekend perch al computer una cosa tira laltra e scollinata una certora non ha pi senso portar fuori lauto. Vedrai che poi ti succeder tutto in un colpo solo. Ironia della sorte! Quel che si semina si raccoglie!. I cavalli di battaglia di mia mamma corrono liberi per le infinite praterie della mia testa. Intanto passano i giorni, a piccole manciate ma passano. E met ottobre, i cachi diventano timidamente sempre pi arancioni, sempre meno rocciosi nellinesorabile marcia verso labbandono del verde e lacquisizione di uneccezionale polposit. Ogni giorno li contemplo e ancora una volta mentre sono nellatto il telefono suona: Damiano, mi propone tre giornate ad un convegno. Abbiamo bisogno di personale multilingua per un congresso europeo. Ti va? Certo, che giorni precisamente? Da dopodomani. Mercoled-venerd OK, benissimo. Ascolta, in quanto a retribuzione, invece? Sui 140 netti al giorno Accipicchia!. Ma sar vero? Eh s, ai congressi pagano molto bene, ma c da essere impeccabili. Applicando il teorema di Marilena scalo un dieci per cento e rimane comunque una bella cifra: centoventisei al giorno. Orario dalle sette alle venti, stavolta anche in zona favorevole coi parcheggi. Briefing? Nemmeno. Il marted sbrigo un paio di faccende inclusa la lavanderia per il mio completo elegante e il mercoled alle sei e cinquantacinque sono sulla porta assieme ad un manipolo di compagni davventura, una buona quindicina, e Damiano in veste di cerimoniere. Si parte. E c poco da dire: tre giorni e si finisce. Piazzato fuori da una sala, ad un banco informazioni improvvisato a dire un buongiorno ogni tanto, nonch la direzione per bagni e guardaroba. Una noia di lavoro, un ambiente sterile a livello di contatti e un solo evento da ricordare: la lite coi parcheggiatori abusivi la seconda mattina. Volevano venti Euro per la giornata su un parcheggio libero, io li ho fronteggiati a muso duro ma delle due carte da giocare la sola buona stata minacciare di venirli a prendere con il personale della sicurezza in caso di danni allauto; sul fatto del mandargli i vigili, invece, ci hanno riso sopra. Una guardia giurata, dopo aver assistito alla scena, mi ha spiegato che una multa da ottocento Euro una volta ogni tanto non li spaventa certo, quando in una giornata ne intascano almeno altri mille. Io pensavo come minimo li si portasse in centrale degli elementi del genere, in modo da vanificargli la missione. Invece no, sono io che devo capire come gira il mondo: due australopitechi con la pettorina Parking svoltano il mese in un paio di giorni, alla faccia mia e della guardia giurata, del mio pezzo di carta e del suo giubbotto antiproiettili. 65

Poi capita cos, che nella mattina del sabato un lavoratore saltuario si alza, va alla finestra e stropicciandosi gli occhi scopre che mentre era al lavoro i merli hanno preso dassalto i cachi. Prima di tutti e prima del tempo.

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11 LETTERE DA UN ALTRO UNIVERSO (PARTE SECONDA) Penultimo luned di ottobre, da oltralpe giungono notizie via e-mail. Laccount bello pieno oggi, ma comincio da questa visto che so che sar intrattenitiva. Per i problemi, invece, attivarmi prima delle nove e trenta mi fa digerire male la colazione. Salut, mon cher! Allora, che si dice laggi, sei gi diventato ricco a suon di fiere? Io qui dopo il primo mese mi sento di poterlo dire a gran voce: Italia vaffanculo! Il master una figata: tanta pratica, poche balle e soprattutto siamo al massimo in classe in 14mica in 200 come a Milano. Tra parentesi, ti lascio in allegato una traduzione che devo consegnare come primo parziale. Dalle un occhio e dimmi per piacere cosa ne pensi, trovi sia il testo originale che la mia versione. Lo studentato dove sto in centro a Ginevra. Si sta bene, non nemmeno sovraffollato. Prenditi un biglietto del treno e vieni a trovarmi appena puoi! Parlando in generale, qui c da stare attenti a quanti soldi escono. E cara la vita, forse per tramite luniversit il prossimo semestre mi prendo un lavoretto, visto che avr pochi corsi. Novit l cos, invece? E un po che mia mamma non va dalla panettiera, quindi il gossip scarseggia. Mio fratello per sembra si sia trovato un tipella che fa danza. Chiedi a tua cugina se sa qualcosa, una di quelle che fan lezione con leise una di quelle buzzicone che escono vicino alle scuole, fammelo sapere che il Gio mi sente! Allora aspetto il tuo parere sulla traduzione. La devo consegnare dopodomani. Bisous. La Lara respira unaria decisamente diversa dalla mia e non un fatto di polveri sottili, anche se credo avrebbe la meglio anche su quello. Prendo una ventina di minuti per guardare la sua traduzione, ristrutturo un paio di frasi e secondo me ci siamo. Metto da parte per una rilettura a posteriori. Dando unocchiata ad altre e-mail fresche darrivo, ce ne sono diverse di siti e sitarelli vari a cui mi sono iscritto per pubblicare annunci di ricerca di lavoro. Nessuna notifica di risposta, solo pubblicit, ma daltra parte si sa che non ci si pu aspettare molto di diverso: sono quelli come me che devono andare a sondare gli annunci di chi offre un posto. Procedo quindi nel compito giornaliero e dopo una spulciata generale invio cinque CV, compito che mi assorbe fino allora di pranzo nel cercare di adattarli il meglio possibile alle diverse situazioni. Poi c limmancabile lettera di presentazione: guai a non farla, ma 67

ormai sono diventato come i venditori porta a porta, con formule consolidate e quel po di freestyle a seconda che la massaia di turno sia mora o bionda, o finta bionda. Mentre mangiamo, mio pap salta fuori con una bella idea. Dovresti andare a parlare con le associazioni di artigiani che ci sono qui in zona. Solo qui in paese ne abbiamo due. Lasciagli il curriculum che magari qualcuno cerca, oppure ti metti disponibile per le fiere, cose del genere E bravo pap, questa s che una bella idea. Ma tu non conosci nessuno in particolare in questi posti? Qui cos s, tutta gente di paese Ma secondo te in che maniera rompo il ghiaccio: telefono, mando une-mail? Ma va, vai l subito e basta. Passi dentro e scambi due parole. Son tutti dei legnam. Son tutti dei falegnami, mi dice. Finito il telegiornale cerco dove sono, allora. Mi connetto ad Internet e trovo i due indirizzi qui in paese. Domani ci vado. Poi mi perdo a cercare altre associazioni di artigiani e commercianti della zona, stanandone una decina. Forse forse che questa sia una buona porta per interagire con le aziende, anzich le interinali o i cestini della carta dei vari uffici del personale. Mentre il pomeriggio cala, ricontrollo il file per Lara e glielo spedisco. Passata mezzora, ecco una sua e-mail. Grazie mille, sei un mago! Corro che devo uscire. Vado con un paio di compagne sul lungolago, mangiamo una pizza, poi ci sono diversi locali carini in zona. Baci baci La Lara va a godersi il lungolago, il mago invece va a fare un po di sport e in seguito trascorre la serata in relax ascoltando alcuni nuovi arrivi per la radio. Ieri abbiamo registrato una bella puntata, domani che andiamo in onda me la riascolter volentieri. Per intanto gi lavoro per quella della prossima settimana. Lavoro? Me lo chiedo spesso se io stia effettivamente lavorando. La discriminante non il fatto che io mi diverta con la radio, ma che lo stia facendo senza che ci sia un ritorno economico. Per non un hobby, no di certo, non c abbastanza cazzeggio intrinseco per definirlo tale, siamo troppo organizzati, troppo dediti per definirci radioamatori. Presumo sar il futuro a dire ci che siamo ora io e i miei due compagni davventura: se fra dieci anni saremo su unemittente nazionale, avremo lavorato; se saremo al bar a raccontarlo alla cameriera, potremo solo dire che ce lavevamo come hobby, che eravamo degli appassionati. Ironico che ununica cosa possa essere chiamata con un nome o con lopposto in sola dipendenza dal suo destino anzich dalla sua sostanza. Nessuna traccia di un Pozzetto, n di un Cal, n di un Dorelli in TV. Vab, siamo ancora in prima serata. Meglio continuare a tenere le cuffie e al primo calo andare a nanna, che in Brianza la mattina comincia presto e domani sar questo il mio campo dazione.

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12 LA NUOVA BESTIA Dopo tempo immemore mi ritrovo a far colazione coi miei, ore sette e dieci. Un po prestino per il mio programma odierno, in effetti: prima delle nove e un quarto meglio non piombare in ufficio a nessuno. Tocca rallentare. Seguitamente ad una scarica di Oro Saiwa pucciati in un tazzone di t e una mezzoretta sul divano a guardarmi un TG e un vecchio telefilm, viene per lora di prepararsi. Look casual. S esatto, perch in Brianza a presentarsi in giacca e cravatta senza appuntamento sono solo tre categorie di persone: i venditori di aspirapolveri, gli agenti immobiliari e i truffatori. Meglio non far agitare i miei prossimi interlocutori gi da fuori la vetrata, perci maglione azzurro, camicia bianca sotto con primo bottone slacciato e ai piani bassi la premiata ditta Levis e Stan Smith. Preciso cos. Ah, e via lorecchino, che per gli over-cinquanta di queste latitudini da drogato (che poi diversi dei loro figli dalla faccia cos pulita spazzino pi neve che una ruspa a Cortina un altro discorso). Pronti, via: al primo obiettivo ci arrivo a piedi, verso gli altri mi muovo in macchina. Il mezzogiorno mangio fuori, un panino volante in un centro commerciale, scegliendo con orgoglio di evitare catene a stelle e strisce. Li chiamano pure ristoranti ora, nemmeno pi fast-food. Che vergogna. Rincaso infine sul gong dellora di cena, cos non mi resta che fare un resoconto della giornata ai miei, a bocca tranquillamente piena. un po con tutti la stessa storia, insomma. Ah, pap, ti saluta il tizio del consorzio qui in piazza. Mi ha chiesto se facevi ancora lintagliatore Il Minotti? S, quello l Saran ventanni che non scambiamo due parole. Quando aveva la ditta gli facevo del lavoro, poi lui s levato dalla societ e ha cominciato col consorzio. Da l ci siamo persi Vab, tornando al punto: lui come gli altri da cui son passato son stati tutti gentili. Ci ho messo una ventina di minuti ad incontro. Superficialmente parlando direi che la giornata andata bene, tutti hanno preso i miei dati, il curriculum eccetera C un per? Si, una sensazione mia tirate le somme. Io quello che ho spiegato molto semplice: sono laureato, parlo cinque lingue e cerco lavoro. Una via classica quella del chiedervi se fra le aziende che rappresentate ce n qualcuna alla ricerca di una figura come me, un esperto linguistico; unaltra strada invece quella di offrire servizi come libero professionista, il che pu avvenire per fiere, trasferte, traduzioni generiche e mille altre cose Mi sembra una buona idea E ho anche specificato che per quando fanno, ad esempio, le fiere con la collettiva intera e una figura di supporto per ogni singola azienda finirebbe con lessere fuori budget rispetto alle esigenze effettive, io potrei costituire un team con elementi di competenze simili alle mie, tre-quattro persone, per lavorare a rotazione per tutte le quindici-venti realt presenti nellarea che il consorzio affitta. Facendo cos il costo sarebbe leggero perch diviso fra tutti, ma avrebbero comunque le spalle coperte. Insomma, come per dire: tra il tutto e il niente, vi fornisco la via di mezzo Questo pi un due piccioni con una fava, ed anche unidea imprenditoriale Ecco, un embrione di agenzia, nel caso ingranasse. Il fatto per che parlandone ho avuto la sensazione che mi guardassero come una bestia mai vista prima, manco fosse saltato fuori lo Yeti. A me sembrava una cosa ideale da proporre a un consorzio 69

Magari ci devono solo ragionare sopra, interviene mia mamma. Infatti, dice mio pap in supporto. Pu darsi, per carit. Vedremo. Ora per lo meno mi sono presentato e diversi mi han detto che ci risentiremo presto per approfondire. E stato un buon approccio, ma chiaramente piombando cos inaspettato li avr presi in contropiede Ancora per non mi sembri convinto. Non fasciarti la testa prima del tempo, aspetta e vedrai. I cavalli di battaglia di mia mamma stanno uscendo dalla stalla. Non quello. E laltra faccenda che mi ha fatto scattare lo scetticismo su tutto quanto, quella pi semplice: al di l della cortesia di facciata, mi sono sembrati tutti senza cognizione su che tipo di figure siano ricercate dalle aziende che rappresentano. Parlo di quelli da assumere proprio. Probabilmente non compito loro, ma di certo un lavoro del genere ho visto che nemmeno le interinali lo fanno. Chiss a chi diamine tocca. CV ne ho mandati una marea direttamente alle aziende, ora sto procedendo con le varie entit che gravitano attorno, ma ancora qui il deserto dei Tartari. Sembra che selezionare il personale non sia compito di nessuno Stai facendo tutto giusto, ti stai aprendo pi porte. Il periodo non dei migliori, quindi bisogner aspettare un momento. Mio pap. Son pi di sei mesi che aspetto Oh, dai, cosa sono sei mesi quando bisogna cercar lavoro? C gente che ci mette anche un anno. Mia mamma. Il punto che fatico a credere che in un contesto come il nostro, dove tutti hanno problemi con le lingue straniere ma lo stesso devono fare affari con lestero, io che posso far comodo a molti sia ancora qui ai blocchi di partenza. Non mi sono mica laureato in Scienza delle Merendine E solo questione di tempo, questione di tempo. Il coro dei miei, con leco. La conversazione sfuma con me che insindacabilmente rimango perplesso, e parecchio. Pi ci rifletto, pi credo che la giornata abbia avuto due facce, la classica maschera bianca e liscia sopra che nasconde i connotati reali sotto, ma forse sto solo degenerando perch avverto non poca pressione. La frase di mia mamma sulla gente che ci mette anche un anno per trovare lavoro mi ha risollevato un filo, ma sono ad ogni modo a met strada. Posso dire che ho davanti una porzione di tempo uguale a quella avuta finora, come anche mi tocca constatare che met del tempo a mia disposizione evaporato senza le attese rivoluzioni. Che io ora stia cominciando ad ingranare con Damiano cosa buona, ma il risvolto della medaglia aver mandato in giro un numero spropositato di CV e sentirmi come ad averli lanciati fuori da una finestra, in mano a nessuno. Ecco, ecco, idea: devo decidermi a telefonare. Sar una cosa poco simpatica ma qui c da farsi sentire, i coglioni li si pu anche rompere due minuti, c il mio futuro in ballo. E la prima volta da quando mi sono laureato che mi sento cos teso; so che c da portar pazienza, come dicono i miei, e la porter perch comunque non si pu fare altrimenti, per se un periodo di transizione paragonabile ad un ponte, io oggi questo ponte lho sentito tremare. Chiaramente non solo la giornata trascorsa, sono i mesi trascorsi. Non mi resta che fare un bel respiro e procedere facendomi coraggio. Alternative? Niente. Concludo la giornata armandomi di numeri di telefono, un altro lavoraccio che mi costringe a recuperare tutte le e-mail spedite, risalire ai siti delle aziende, cercare fra i loro contatti e in alcuni casi aiutarmi anche con gli elenchi telefonici on-line. Parecchi non mostrano altro che formulari o numeri di servizio clienti, perci nisba, ma comunque programmo un bel mucchietto di telefonate per il mio segretario. Che poi sono sempre io.

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Dopo otto ore e mezza di sonno do il via ad unaltra mattinata. In questo caso decisamente una delle meno desiderabili, visto quel che mha lasciato da fare il mio capo. Che poi sono sempre io. Parto allarrembaggio, essendomi inoltre preventivamente diviso i numeri da chiamare fra Brianza, Milano nord, Milano centro citt, Milano sud, Como e Varese. Le prime tre sono le zone pi ambite a livello logistico, le altre sono seconde scelte soprattutto in quanto per me problematiche da raggiungere, al punto che se vi trovassi lavoro dovrei contemplare laffitto di un appartamento in prossimit sin da subito, oppure accettare di passare fra le tre e le quattro ore ogni giorno incolonnato nel traffico o su e gi dai mezzi pubblici. Procediamo per gradi, sarebbe da scemi non farlo. La maratona telefonica, passata per il banco ristoro del mezzogiorno con zucchero in zollette e Gatorade, si conclude nel tardo pomeriggio. Come apertura dei dialoghi sciorino unintroduzione apparentemente improvvisata, ma in realt studiata nei minimi dettagli. Vale la pena analizzarla: Pronto, buongiorno. Io nel corso degli ultimi mesi ho sottoposto il mio curriculum alla vostra azienda. Gentilmente, non avendo ancora ricevuto risposta volevo sapere se fosse4 possibile parlare un minuto5 con chi si occupa della selezione del personale, prima di tutto per accertarmi che la mia documentazione labbiate 6 effettivamente ricevuta7
Per suonare n troppo recente, n troppo sepolto nel tempo. Se uno chiama due giorni dopo aver mandato il CV fa la figura dello scassaminchia iperteso, mentre se chiama dopo un anno ne esce come un cretino che non ha capito di essere gi stato scartato. Una parola educata apre sempre una porta in pi. E giunto il tempo di fare gli stronzetti: mettiamola gi come se fossero in difetto loro, quasi come a chiamare fosse un cliente che lamenta un disservizio. 4Congiuntivo: denota il livello culturale e assieme mostra i muscoli dialettici di cui si dotati, incutendo nel subconscio dellinterlocutore una buona dose di timore reverenziale, con conseguente incremento della sua mansuetudine. 5 Carta della credibilit. A dire un secondo si appare come quelli che chiedono un dito per prendersi il braccio. E specie al telefono, di soggetti del genere ce ne sono troppi. 6 Promemoria del punto 3. 7 Facciamo irrompere un sovraproblema che potrebbe impedire ad ambo le parti (perci azienda inclusa: punto fondamentale) di ottenere qualcosa dimportante. Ancora una volta manipoliamo senza scrupoli il subconscio dellinterlocutore, che avvertendo di essere il SOLO E UNICO a poter risolvere la situazione far tutto il possibile per accaparrarsi le lodi dei superiori. Come ultimo atto lasciamo cadere la conversazione, sfruttando un vuoto comunicativo creato ad arte come implicito invito a procedere.

A tale introduzione, atta a massimizzare le chance di risvolti positivi (o meglio a contenere al massimo le negative), seguono tre macrotipi di risposta. 1: La secca Guardi, mi spiace ma purtroppo non siamo autorizzati ad inoltrare questo tipo di chiamate. Scriva une-mail. 2: La lunga S, attenda in linea, prego. E dopo quattro minuti dattesa: Guardi, mi spiace ma purtroppo non siamo autorizzati ad inoltrare questo tipo di chiamate. Scriva une-mail 3: Lassist(ente) S, attenda in linea, prego. E dopo un minuto dattesa: Le passo lassistente. Io sfrutto il dai-e-vai del centralino applicando un riadattamento della precedente introduzione. Il dialogo si conclude generalmente con me invitato per sicurezza a spedire di nuovo tutto quanto, ma con lutile novit di un indirizzo e-mail legato ad una specifica persona. 71

La secca e la lunga, oltre ad essere inutili, sono purtroppo anche le risposte a cui mi trovo di fronte pi spesso. Le interazioni con assistenti o presunti tali sono invece brevi ma aggiungono un tassello significativo alla mia manovra, che completo poi nella semplice mossa del forward della prima e-mail. Ci che per mi lascia perplesso non riuscire mai, aziende grandi o medie o piccole, a parlare direttamente con chi seleziona il personale, che in un modo o nellaltro c, anche se magari non coinvolto full-time in queste faccende. Quello che mi rimane perci lidea di una situazione generale pari a una rete a maglie impenetrabili, dietro le quali la persona che sempre, o una volta allanno, o una volta ogni lustro si occupa di tale compito custodita gelosamente, protetta come fosse il bambino doro. Come accidenti si fa a trovare un posto di lavoro? Con chi si deve parlare? Come si aggancia lanello mancante fra uomo e occupazione? Ma soprattutto: a chi le faccio queste domande? Non facciamo i ridicoli, in Comune a parlare con lassistente sociale non ci vado, che non sono un disagiato in cerca di sussidi; idem non ho intenzione di rivolgermi a quegli pseudo-sportelli informativi delle biblioteche, delle scuole e dei centri giovanili, principalmente per motivi di ordine pubblico: se la masnada di obiettori che piazzano in tali postazioni risultasse saperne pi di tutte le persone che ho interpellato ultimamente, potrei compiere un gesto estremo oppure, per disperazione, iniziare a credere alla prossimit dellapocalisse. Lapocalisse: ecco che le Sacre Scritture mi vedono libero e mi alzano un alley-oop ecclesiastico, sperando che sul collegamento io piazzi una schiacciata alla LeBron James rivolgendomi in parrocchia per unintermediazione fra anime pie, classica manovra di paese. Niente invece, questo passaggio lo lascio planare oltre la linea di fondo, nemmeno salto. Vaffanculo a ste ciellinate, sarebbe come andare a canestro dopo un antisportivo non contestatomi. E transitandomi per la mente tale congrega, ecco un nuovo suggerimento per un tiro da tre punti versoRoberto e Flavia. Palla in mano, difensori scansati con maestria, piedi e busto perfettamente direzionati: qui lazione pulita. Che faccio, tiro?

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13 LA NOTTE DELLE STREGHE Guardare il sedile del passeggero e sentirsi un cretino. Ma che cazzo Mantello scuro, bastone e in pi cipria e matita nera fregate a mia mamma. Mi tocca fare il vampiro stasera. Mi sciroppo mezzora di superstrada fra una contemplativa autoironia e il contagiri del nervoso che sale. Bocciate le mie idee del maniaco sessuale e di un pi canonico Gomez Addams. Per che cosa? Per la grande originalit del Conte Dracula. Avr solo un miliardo di cloni attorno, sai che gusto. Parcheggio e cerco di citofonare. Mille nomi, maremma maiala, e pure i codici. Milanesi del menga. S? Buonasera, cercavo una vergine a cui succhiare del sangue Ha-ha, cretino! Sali, dai. In realt la battuta me lha troncata a met, non doveva finire cos. E devo pure risuonare. S?. Come se niente fosse, stesso tono di prima. Ehm, scusa, ma dove? Oh che palle! Scendo io, va. Clic. Gi il citofono. E lo sa benissimo che mi sta facendo incazzare, lo fa apposta. Ci prova pure gusto. U sveglione, son qui, n!. Sbuca dopo un paio di minuti da chiss quale porta sul retro. Mari, io prima di fine serata ti butto in un fosso!. Faccio il finto incazzato, lasciando trasparire che in fondo scherzo. Ma mica volevi succhiarmi il sangue?. Sorride, con la sua battutina carina. Ora la sistemo io. Veramente cercavo una vergine. Uh-uh, la signorina accusa il colpo. Un secondo di silenzio la tradisce, cos come anche lunica parola che dopo quello riesce a proferire: Sssstronzo!. E si sa che quando una donna dice stronzodice stronzo. Neanche il tempo di contare fino a due e abbiamo le labbra appiccicate. Mi piacciono le sue braccia attorno al collo e la maniera in cui con le mani mi tocca la testa, delicata ma salda allo stesso tempo, ha uno stile tutto suo. Muoviti strega, che mi devi ancora truccare. Saliamo. Eccomi quindi nel mondo di Marilena, una casa condivisa con altre due ragazze. Due universitarie, mi dice, senza alcun nesso con lei, nel senso che non un appartamento di tre amiche a un certo punto votatesi alla vita indipendente in citt. Io sono lultima arrivata Ma ti era proprio necessario levarti da casa? Da Cremona a qui son pi di ottanta chilometri, non ce la facevo a farla tutti i giorni avanti e indietro. Ah ecco, Cremona. A me era rimasto in testa che fosse di Crema, sar che ho degli amici l e ogni volta associo tutto a quello. Ma scusa, Crema e Cremona quanto distano precisamente? Una quarantina di chilometri Alla faccia, pensavo meno. E Crema in provincia di Cremona? S Mi sembrate uno scioglilingua Scemo. Vieni qui, chiudi gli occhi che ti devo mettere la cipria. 73

Vengo autorizzato a riaprirli ad opera conclusa: bianco cadaverico come preventivabile, delle righe in faccia con un rossetto rosso che secondo Marilena sono macchie di sangue, rossetto viola livido sulle labbra, matita nera attorno agli occhi e finto neo sotto locchio destro. E perch sto neo? Senza che il quesito trovi risposta, partiamo alla volta delle Colonne di San Lorenzo, trovando un carnaio e lottando per un parcheggio con auto cariche di mummie, zombi e pirati. Al quarto tentativo trovo un buco dietro Piazza Vetra, chiaramente in divieto e chiaramente per met sul marciapiede. Se stasera il Comune mandasse in giro i vigili a far contravvenzioni, domani la povert in Somalia potrebbe essere risolta devolvendo gli introiti. Ma c da star tranquilli, invece, perch quella che si scatena a Milano nelle notti di movida sembra una vera e propria sommossa popolare contro la viabilit e non c maniera che quattro sventurati armati di biro e blocchetti riescano a far granch mentre la circonvallazione sembra il circuito di Monza, le strade del centro sono invase da sciami di motorini che ci manca solo viaggino in orizzontale sui muri, ad un incrocio su tre c un tamponamento e Ticinese e limitrofi sembrano una Piazza S. Pietro (alcolizzata) il giorno dellhabemus papam. Si parte con un giro di birre con alcuni amici di Marilena che ci hanno raggiunto, incluse un quattro-cinque facce gi intraviste in fiera. Mi viene spiegato che dopo diversi anni di lavoro ormai c un nucleo storico che indipendentemente dallagenzia o dalla manifestazione di turno si ritrova sempre l, anche se le mansioni oscillano di volta in volta. C chi una settimana sposta divani e quella dopo lo vedi in ufficio, c chi ad un giro fa la hostess e al seguente in segreteria generale e cos via. Il bello di questo che si familiarizza senza farsi condizionare dai ruoli, cosa che invece non certamente avvenuta nellindimenticabile sessione estiva al fortino finanziario di Milano sud. Non mi sarei mai potuto trovare fuori da l a brindare con quei miei coetanei come sto facendo ora con questi, e l sapevo perfettamente con che tipo di figure mi relazionavo, mentre qui potrei essere di fronte a gente che domani si laurea in Ingegneria Aerospaziale, o in Economia, o in Legge ed oggi a fare carico-scarico o il punto informazioni, oppure semplicemente c chi nella sua dimensione in quello che fa e svolge un compito terra a terra. Nessunissimo problema: nellaria non c discriminazione, a me basta questo. Affanculo invece quelle impiegatine da recupero crediti con la puzza sotto il naso e il buono pasto come status-symbol. Finite un paio di birre a testa siamo ben amalgamati, circondati da gente in borghese e gente in maschera in egual proporzione, accompagnati dal suono dei bonghi, divertiti da un paio di giocolieri a centro piazza ed accerchiati da folate di nebbia dalla fragranza esotica. Le Colonne hanno sempre unatmosfera a s stante, colorata, caotica, scapigliata, anarchica, in una citt che in ogni altro dove, da via Montenapoleone a Gratosoglio, salta dallo snob al popolare senza vie intermedie. Facciamo meno di trenta metri e scendiamo in una piccola discoteca, uno dei luoghi storici di Milano da quanto mi dice la strega Marilena. Niente mio qui dentro, non la musica, non lambiente, ma lo stesso lasciarmi andare mi viene automatico, saltare nel fiume e seguire la corrente. Come va, va. Mi sembra di fare una doccia gelida sotto una cascata mentre quasi andavo a fuoco. Il resto in superficie, il buono e il cattivo, la mia casella email, la mia laurea, il curriculum, la radio, la palestra. Tutto. Tutto fuori. Passo tre ore cos, fra una cazzata e laltra, una ragnatela posticcia e laltra, cento streghe e cento vampiri, un maniaco sessuale e un Gomez Addams a cui faccio i complimenti, quattro chiacchiere a voce altissima con ognuna delle nuove conoscenze del gruppo e poi via, luci su e via tutti.

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Sono quasi le quattro e dopo una decina di minuti di convenevoli con gli altri io e Marilena cincamminiamo. Saliti in auto, niente multe sotto il tergicristallo. A me colato tutto il trucco per la calura e sotto i vestiti il sudore va raffreddandosi. Mari regge meglio, solo un filo spettinata ma anche quello le dona. Le orecchie piano piano smettono di fischiare, mentre si guida verso casa sua ad un cinquanta allora costante che pi per prender tempo che per fare i bravi cittadini. Ti sei divertito? Non s visto? Metti una mano qua e le faccio sentire il sudore freddo sulla schiena. Mamma mia, sei gelato! Sudo abbastanza io, ma l sotto faceva un caldo infernale. Ai tempi in cui ancora si poteva fumare nei locali comunque non avrei resistito cos tanto, me ne sarei uscito lacrimante a met serata. Se c stata una legge decente, stata quella S, davvero, lo dico anche io che fumo. A proposito, ora una bella sigarettina ci sta proprio Strega, sulla mia macchina non credo proprio Ma dai, abbasso un po il finestrino No dai, per piacere, che poi lodore che rimane mi fa venir la nausea. E poi ho intenzione di baciarti fra poco, non farti trovare col sapore di posacenere. Le sorrido e le strizzo locchio, lei ricambia il sorriso e gli occhi le brillano. Passa circa un chilometro di silenzio, con entrambi sovrappensiero. Dimmi dove devo andare qui Dritto, dritto Indicami tu, mi son dimenticato che strada abbiamo fatto prima OK. Dritto anche alla prossima rotonda, per intanto Questa settimana lavori? S, da marted a domenica Per Damiano? No, per una cooperativa ma sempre in fiera Una cooperativa? E che differenza c con unagenzia? Pagano qualcosa meno, ma il resto uguale. Per me poi che sono in partita IVA non cambia proprio nulla Ma che incarico hai? Promoter, stavolta. Gi mi fan male le gambe a pensare a quando dovr stare in piedi sui tacchi Che orario fai? Sono da un espositore, quindi dieci-venti A confronto della scorsa sembran poche Infatti. Ma tu con Damiano poi? Dopo il convegno che ho fatto siam rimasti che mi chiama appena c da qualcosa Io lavoro per lui settimana prossima Ah s?. Involontariamente sussulto. Ho il terrore di essere stato tagliato fuori. S, questa proprio la fiera con la quale avevo cominciato, quella per gli sposi Io potrei gestire benissimo qualche stand per addii al celibato. Spogliarelliste che saltan fuori dalla torta e tutte quelle robe l. Sai che bomba? Ha-ha! E tu cosparso di panna montata? Gira, gira a destra qui OK. Comunque, facendo i seri adesso, io non ho ancora ricevuto nessuna chiamata da Damiano, pensi voglia dir qualcosa? Sono un po preoccupato, gi non che mi piova lavoro Non so che dire cos per cos, ma se vuoi indago. Comunque magari ti chiama in settimana Pu essere, pu essere. Non uno da larghi anticipi con me, a quanto ho visto. Qui? 75

Dritto. Al prossimo semaforo a destra Damiano comunque quando lavevo rincontrato questestate mi sembrava preso bene sul darmi parecchi incarichi. A questo punto credevo avrei gi lavorato molto di pi Dipende da diversi fattori, guarda. Il tipo di evento, le richieste del cliente e anche chi ha gi lavorato ad una manifestazione piuttosto che unaltra. Ad esempio, tu s visto che hai lavorato bene per Flavia e Roberto, quindi lanno prossimo sarai il primo ad essere contattato per quella posizione. OK, comincio a vederci pi chiaro su come funzionano le cose. Flavia e Robertoma sai che appunto Roberto mi ha chiesto di fargli avere il mio CV? Parallelamente, da una domanda sibillina di Damiano ho capito che Flavia s lamentata E perch mai? Quando ha passato il segno io ho cominciato a rispondere. Oh Mari, ne avevo i coglioni pieni a un certo punto. Nasce e muore tutto in meno di una settimana, ma quando sei l dentro quattordici ore al giorno o pressoch, non hai molta voglia di farti pigliare per il culo Flavia una particolare, io lavevo gi capito gli anni addietro pur non avendo mai lavorato direttamente per lei. Seconda a sinistra Ecco, allora non sono totalmente scemo io Ma no che non sei scemo. Bello il mio vampiro!, con tanto di pizzicotto prolungato sulla guancia. Gira, gira, gira qui a sinistra che ci siamo Va bene! E calma, stregaccia!. Duecento metri e parcheggiamo sotto il suo palazzo. Sali che ti strucco, dai Come no, guarda che ho capito tutto: tu vuoi solo abusare del mio corpo Smettila, cretino!. E ci baciamo mezzo minuto. Hai proprio un buon sapore quando non fumi. Scendiamo dallauto. Oh grazie. Ma ora una me laccendo!. Io sollevo benevolmente gli occhi al cielo. Schiacciato il mozzicone sotto il suo stivale, via dentro e sei piani dascensore. Lei a struccarsi ci mette due minuti, poi il mio turno. Batuffoli di cotone, latte detergente, chiudi gli occhi-apri gli occhi, aspetta e poi ripeti finch non sparito tutto. Tre passate. Devessere una vitaccia esser Vladimir Luxuria. Mi dice quindi di saltare in doccia, che il sudore freddo rischia di farmi prendere un accidente. Lei esce, io mi spoglio mentre mando in temperatura lacqua. Sentirla poi quasi scottare fra le scapole una gran sensazione. Ma ancora meglio dopo un minuto sentirsi sfiorare il collo con un dito. Avevo sentito la porta riaprirsi.

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14 UN LUNGO SONNO

Suona il cellulare. Mezzogiorno. Mia mamma. Bocca impastata, palpebre anestetizzate, disorientamento totale. Buongiorno! Io sono a casa fra mezzora, puoi cominciare a metter su lacqua? Eh? Ahva bene. In realt il mio subconscio che parla, io non ho facolt di intendere e di volere. Dopo un lasso di tempo imprecisato mi sento una mano sulla spalla. Sono qui Eh? Ahva bene. Questo mio subconscio c da dire che monofrase. Oh diamine, che ritmi che hai preso. Ti sei addormentato ancora tardi?. S, ed un mese che lo faccio. Dovrei comprarmi dei cioccolatini e festeggiare. Cazzate a parte, cha ragione eccome. Novembre mi si fulminato in questa maniera. Da Halloween in poi stato un disastro e non centra Mari, centra che mi pare desser finito in una citt fantasma. Tutti spariti e io in giro come uno scemo a cercare unanima viva che offra lavoro. Ma qui la vita fuori c eccome: c mia mamma che appena rincasata e c mio pap che invece ha ancora davanti mezza giornata in magazzino, giusto per fare due esempi pronta consumazione. Allora cambio la metafora: mi sembra di essere uno che sta musicando un concerto ad una platea di sordomuti, che n sentono, n possono dirmi alcunch. Ricapitoliamo gli avvenimenti di novembre: mi sono arrivati i soldi del congresso da parte di Damiano e come volevasi dimostrare valso il teorema di Marilena, con per giunta un Euro in meno per scendere ad una cifra tondeggiante, centoventicinque, che a volerla pensar tutta magari stata messa l proprio per evitare una mia ulteriore chiamata al grido di C un errore. La chiamata al caro milans per lho fatta lo stesso, solo non subito e con fondamentalmente il mio quesito originale, il Quando si lavora?. La questione danari lho bypassata, oramai la sonata s capita anche se mi rende la bocca secca dal nervoso. E fuochi dartificio, pirotecnia della minchiata da parte del Signor Damiano. I fatti si sono svolti pi o meno cos: Damiano, molto semplicemente volevo sapere in quanto ad incarichi Eh, Mattia, guarda, la questione fondamentalmente una Dimmi. Io gi che pensavo a conseguenze relative agli attriti con Flavia, invece no. Il punto che piazzare ragazzi difficile. Con una dozzina di effe. In che senso? Eh, nel senso che le richieste sono altre Ma per che ambito? Agli stand in particolare, ma un po dappertutto Me nero accorto in effetti che noi ragazzi siamo in sottonumero. Per, ad esempio, guarda quanti eravamo al convegno Ma l chiedevano espressamente degli steward. Ai congressi vero, ma alle fiere lopposto, come hai visto Quindi convegni in vista, magari? No, niente fino ad almeno dopo le Feste Azzma toglimi una curiosit, se possibile: maschio o femmina, alto o basso, io si pu dire sia una figura a s stante, no? Non so tu normalmente con chi ti gestisca, ma nelle tre volte complessive che ho lavorato per te in vita mia non ho visto nessun altro cos ferrato con le lingue straniere 77

Eh lo so, lo so Ma allora scusa, com possibile che per uno come me, che oltretutto ha anche fatto dei corsi dinterpretariato veri e propri, non salti fuori unoccasione, una sola anche, in unintera fiera? Ritorniamo al solito punto: mi chiedono ragazze nel novantanove per cento dei casi Vab, quindi i ragazzi? Per lo pi io li metto in facchinaggio, squadre tecniche, allestimento-disallestimento. Roba del genere, insomma, non penso che tu. Non pensa che io, Damiano non pensa che io. Grazie al cazzo, a poter scegliere. Gi al momento di quella conversazione la prospettiva mi stava cambiando, ma grazie a due contatti da parte di Marilena l per l non mi sono lasciato trascinare dallo sconforto per mendicare un ruolo da monta-smonta, sempre per la solita regola del fai il servetto un minuto e te lo faran fare sempre. Una volta chiamate invece le due responsabili delle agenzie indicatemi, nello sconforto mi ci sono tuffato a candela. Stessa identica storia: non mavesse il Padreterno equipaggiato di sifone sarei andato bene, invece allo stato dei fatti mi sono solo potuto attaccaree lironia della sorte atroce, per come il detto solitamente si conclude. E ora s, permettetemi: ce lho con le donne. Ne ho il diritto. Qui il mio cervello discriminato per via del mio sesso. Si sente sempre parlare del contrario, delle quote rosa, degli sforzi delle casalinghe, delle donne nellesercito, ma scusate: me lo faranno al TG1o per lo meno al TG4 o a Studio Aperto- un bel servizio perch io sono stato una rarit maschile in un ambiente femminile lavorando per Flavia e Roberto? Ora che la cosa stata sottolineata, sento di potermi meritare uno di quei servizi sul casalingo o sul mammo di turno che fanno ogni tanto. Perch quando si dice sessismo lo si pensa sempre in sfavore della donna? E come il fatto che ogniqualvolta si menzioni razzismo si pensi alla discriminazione perpetrata da un bianco a discapito di un nero. Ma c anche il contrario, mi sembra il caso di dire. No? E allora mettete delle fottute quote azzurre per sti lavori in fiera. Io voglio lavorare, sono laureato e al momento mio pap che operaio a mettermi il pane in tavola. E assurdo. A ben pensarci, per, non me la posso prendere nemmeno con le donne: probabilmente me la devo prendere con gli uomini che impongono alle agenzie di fornire loro delle donne. Se gi ai tempi del liceo invidiavo le mie compagne che potevano arrotondare come nulla facendo le baby-sitter o dando ripetizioni, qui la cosa si riaccade. Per carit, condivido anchio una divisione dei ruoli, identici non siamo e ci sono cose per cui le donne sono generalmente pi indicate degli uomini e viceversa. Ma generalmente. Questo generalmente grande come una casa. Voi mettetemi in fila tutte le donne che lavorano in fiera in una posizione che potrei ricoprire io (quindi non pretendo di fare lindossatrice di bikini, ci mancherebbe) e se tutte hanno capacit migliori delle mie io me ne star zitto e andr a casa. Ma se anche solo una non offre quello che offro io a livello di capacit, voglio il suo dannato posto e che se ne vada a casa lei. Mi vien voglia di rifarmi su Marilena con lo sciopero delle coccole. Latroce vendetta. A volte mi chiedo se io sia troppo pignolo, troppo freddamente logico o semplicemente troppo cagacazzo, ma a mia detta queste sono le pari opportunit, mica le possibilit per luomo e per la donna sparse a macchia di leopardo. Sui CV dovrebbero segretare il nome e il sesso per i lavori di competenza pura. Non sto cercando di fare la modella per la Wonderbra, io voglio lavorare affinch la gente che ha esigenza di comunicare possa comprendersi e per questo non serve essere una bella figa. Chi afferma il contrario fa della discriminazione sessuale e come tale, senza scherzi, lede i miei diritti al pari di come venivano lesi quelli degli afroamericani che dovevano sedere in fondo agli autobus o a cui 78

veniva vietato laccesso ad alcuni locali. La gente non simmagina quanto discorsi del genere davvero influenzino la vita di tutti i giorni. La nostra, sintende, mica quella delle altre forme di vita cantate dai Bluvertigo. Facciamo un passettino indietro: quando Roberto se nera uscito con Io lavevo detto che ci voleva uno con le palle, davvero intendeva che ci voleva uno coi testicoli e la causa il maschilismo dilagante in parecchie culture degli espositori con cui avevamo a che fare. Molti non solo non considerano autorevoli le donne, ma proprio non ci vogliono avere a che fare, non vedono altro interlocutore che luomo per le questioni lavorativo-gestionali. E qui semplice per tutti additare, scandalizzarsi, indignarsi, gridare alla barbarie. Un po meno facile avere la finezza intellettuale per cogliere il problema quando applicato in senso contrario. Adesso invece torniamo sul pianeta Terra, laddove i soldi a fine mese vanno fatti saltar fuori. Un bar? No, sfortunatamente credo proprio di aver perso quella possibilit, non sono riuscito a svezzarmi e linvestimento ha ora perso ogni valenza pratica. E rimasta solo quella nominale: ho fatto un corso. Di fronte a gestori di una certa professionalit varrebbe zero, con gli altri nemmeno serviva fare il corso, se per quello. Risultato: allatto pratico avrei fatto meglio a non spendere soldi, ma ovvio che a priori non potevo saperlo. Peccato per linvestimento non adeguatamente messo a frutto, ma meglio aver mosso un passo, per lo meno posso dire di averci provato. Quindi ora? Beh, quando urge rimpinguare le tasche non ho altra soluzione: tocca chiamare Mister Scusa-Scusa, il principe della gaffe, il salvagente umano Gerardo. Che almeno mi getti un bracciolo. Rubrica, lettera G, nome individuato, chiamata, connesso. Pronto Gerardo ciao, sono Mattia, ti disturbo? Ehm, ehmciao. No, ehm, tranquillo. Questo non ha capito chi cavolo sono. Ci metto un attimo, comunque: volevo sapere se hai incarichi da propormi in qualche reception o simile da qui a dopo le Feste Ah!, ecco che ha capito con chi sta parlando. Allora, ti dico subito di s: ho delle cose per tutto il periodo natalizio in centro a Milano. C uno che mi va in vacanza nella reception di una residenza universitaria. Torna gi al paese, sai, quelle robe l Di quanti giorni parliamo? Due settimane Turni come? Da otto ore, sette e trenta/quindici e trenta o quindici e trenta/ventitr e trenta a seconda dei giorni Va bene, va bene. Per me pi ore sono, meglio . Natale per? No, no, quel giorno niente e neanche il trentuno e luno. Quelli me le fa un altro tizio Ah. Eventualmente non era un problema su capodanno, ma meglio cos. Quindi, insomma, siam daccordo? S s, guarda, mi hai fatto anche un gran piacere, che gi ero l che scleravo perch non sapevo chi contattare. Tu mavevi detto che eri preso con le fiere S, vero, ma in questa fase sono libero. Stiamo vaghi. Bene, allora facciamo un turno di formazione entro il venti e poi mi cominci il ventidue? A posto, fammi sapere tu. Una cosa, in quanto a compenso c qualche differenza? No, sempre lo stesso, otto netti lora. Poi mi fai il conto a fine mese e ti faccio pagare il seguente. Ascolta, essendo solo una quindicina di giorni ma su due mesi differenti, non possiamo fare che ti mando un conto unico e mi paghi entro fine gennaio? Ahs, non mi sembra un gran problema. Lo faccio presente in contabilit, poi tu ricordaglielo, n.

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Insomma, eccoci. Piano demergenza azionato, bonjour tristesse. C di buono che mi entreranno un migliaio di Euro circa, c di cattivo che i piani demergenza si chiamano tali proprio per le circostanze in cui li si mette in moto. Non come buttar gi un bicchiere dacqua, non ho alzato la cornetta a cuor leggero. Tuttaltro: a Gerardo posso anche far sentire la voce squillante, ma quello che mi gira per la testa lopposto del sorridente. Novembre stato il mese che ha sancito un passo indietro, uno scatto mentale volto al regresso duro da digerire per me che sono disposto a sudare come un maratoneta purch si proceda col segno +. Invece in questo primo luned dicembrino mi viene in mente una frase letta anni fa su una rivista di pallacanestro, probabilmente in unintervista a Dino Meneghin: Il vero campione non si vede da come celebra la vittoria, ma da come vive la sconfitta. Oggi posso dire che alla sconfitta sto reagendo, cercando prima di tutto di far quadrare i conti, ma mi ci voluto un mese per risalire: una settimana di qualcosa arriver, due settimane dattesa, una settimana di disillusione fino al giorno del cambio di andatura. Paso doble lo chiamerebbero, il doppio passo, perch ora ho istituito il sentiero del lavoro salvagente: da una parte picchio duro per far quello che vorrei, dallaltra quando non si muove nulla toccher chiamar Gerardo. Meglio che stare in miniera, ma per lego comunque come scendere sottoterra. Uno sguardo al calendario mi fa ragionare sul fatto che la giornata di formazione sia meglio anticiparla il pi possibile, in modo da potermi poi gestire senza nulla in mezzo finch prendo servizio. Richiamo Gerardo, ne esce che posso andare questo gioved, in giacca e cravatta, s s Mattia, per forza. In pi: Senti, facciamo una bella cosa almeno siam coperti: fai due turni di formazione, almeno vedi sia lapertura che la chiusura. Scusa eh se te lo chiedo, scusa, e mica te li devi fare nella stessa giornata, eh, fai tu come vuoi. Tranquillo Gerardo, finch paghi io vado. Giacca e cravatta incluse. Stasera, invece, Mari vorrebbe venire a vedere come funziona la trasmissione. M toccato dirglielo, non aveva pi senso fare il vago o il misterioso come fosse unestranea. Le si aperto un mondo: Ma tu sei pieno di sorprese! mha detto, pretendendo un resoconto dettagliato sullintera faccenda. Ho prosciugato una bottiglia dacqua nel farglielo, senza comunque sbilanciarmi troppo sullalbum in arrivo: tutto ci che sa in merito che sto registrando diverse nuove cose. Ora il gioco comincia ad intensificarsi e ad ogni spiraglio possibile sar in studio da Daniele. Le ultime volte ho dovuto mollare il colpo prima del previsto perch la gola mi andava in fiamme, speriamo ci non voglia dire guai alle corde vocali. E il mio CV sempre l sul desktop. A tratti mi parla: Allora, mi mandi o no? A chi? Dai, non fare il finto tonto Touch Allora? Non lo so, sono indeciso, guarda Ma che cazzo te ne frega? Mhai mandato a destra e a manca e stavolta che chan davvero voglia di leggermi tu sei qui che titubi? Titubo, titubo Finiscila di prendere per il culo, sei tu che vuoi che parli forbito Per ora mi sembri pi uno scaricatore di porto Ma cosa centra, sto parlando con te, alla tua maniera. Ho unottima capacit relazionale Fai poco il simpatico, che ci metto un attimo a cancellarti Figurati, chai messo un pezzo a farmi e aggiornarmi 80

Io tho creato, io ti distruggo, caro mio. Comunque ascolta, te lo dico chiaramente: ci fosse solo in mezzo Roberto saresti gi stato spedito da uneternit. Il problema Flavia Non tho mai visto cos indeciso, ragazzino. Start, spegni computer, spegni. Silenzio, grazie. Sto davvero impazzendo.

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15 PROMEMORIA: PASSARE RICEVITORIA

La giacca e la cravatta, le indicazioni stradali seguite alla lettera, il citofono e il cancello che si apre senza che alcuna voce chieda chi sono. E il parcheggio interno, ah che bello. Ledificio grigio cenere e non ha laria di brillare per il lusso. Io che mero sempre chiesto che tipo dambiente fossero queste famigerate residenze universitarie, in questo sei dicembre sto per scoprirlo. Ricordo un paio di compagni di liceo non fuori sede, ma per lo meno fuori mano- organizzatissimi coi colloqui per una stanza in posti del genere, tesi perch cera una stretta selezione. Tanta domanda, poca offerta. Ma almeno poi hai tutto l pronto e sei a due passi dalla facolt dicevano, a me che non capivo come mai tanto affanno. Da un lato non avevano tutti i torti: evitare la giungla degli affitti in nero una scelta che fa guadagnare in salute, Claudia docet. Chiss lei come sta, fra laltro, e in che situazione . Promemoria: contattare Claudia. Due porte a vetri e sono nellatrio, dove subito scorgo quella che sar la mia postazione e presumibilmente il mio indottrinatore. A colpo docchio noto due cose: latmosfera fatiscente del luogo e il fatto che questo tizio sia vestito in maglione e jeans. E io no. Buongiorno, sono qui per il turno di formazione, mi manda il signor Gerardo Chi? Gerardo, dellagenzia Ah, lagenzia ti manda! Allora te sei quello che deve sostituire a Zio Nino? Eh, se ne scende a Natale, sto culattone Ehm, io impietrito, non conosco il nome della persona S, s, lui, te lo dico io. Vieni dentro, vieni. Apre quindi la porta della reception con due giri di chiave. Santa miseria, questo sta dentro barricato a doppia mandata, in un antro che pare un ufficio postale. Alla faccia, che eleganza, oh! Mi stato chiesto, giustificandomi per aver capito dessere troppo in tiro. Affanculo Gerardo, manco mavesse inviato al Parlamento Europeo. Invece guarda qui, sto posto saran ventanni che non becca una mano di bianco. E nemmeno una spolverata decente, viste le ragnatele negli angoli del soffitto. Casino ovunque, mobilia laccata bianca sbeccata in pi punti, briciole sulla scrivania e -dettaglio superfluo- computer dellanteguerra, di quelli color crema, nemmeno bianchi, con uno schermo pesante tanti chili quanti il numero dei pollici. Ogni lezione ha unintroduzione. Logico. Taddeo monopolizza lintroduzione su s stesso. La sua vita intera per quaranta minuti, dalla nascita in Sardegna allultima multa a Milano per transito in zona pedonale. Era con lauto dietro il Duomo. Era dai tempi in cui Il ragazzo di campagna era sbarcato in citt col trattore che nessuno aveva osato tanto, con la differenza che Taddeo non Artemio: Taddeo reale. Ha anche un sito, mi dice, Taddeo. Oh, vieni a vedere mo!, urlando. Io a meno di un metro. Aspetta che ci devo entrare, allora, il sito Taddeo ha una casella e-mail, semplicemente. La apre per farmi vedere che da un paio di giorni ha in piedi una faida con qualcuno che non ha la sua stessa visione in ambito politico, praticamente un coglionazzo che quando ho scritto mi ha risposto che dico stronzate. Perch io sai cosho fatto? No, coshai fatto?. Interesse di plastica.

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Eh, io ho letto che cera una notizia su quei bastardi del governo, allora io che cho il sito sono entrato e gli ho lasciato una scritta. Tradotto: ha commentato un articolo registrandosi al portale con la propria e-mail. E cosa? Guarda, guarda!, e cerca per un lungo minuto, ansioso di mostrarmi quale svampante protesta alla Jan Palach abbia imbastito. Ecco, ecco! Leggi, t! Leggo. Basta! E la solita zolfa!!! Oltre una facciata vacillante mi sbriciolo dalle risa. Non mi succedeva dai tempi del liceo, alla seconda canna. Da questo punto in avanti vedo tutto offuscato, lento, a fotogrammi. Come fossi fatto. E solo unora fa arrivavo. Mi perdo il perch e il per come della faida con questo tizio, mentre la solita zolfa mi rimbomba in testa come un eco interminabile, uno scoppio a ripetizione, una Harley che spalanca il gas in zona del silenzio. Mi riprendo dopo un lasso di tempo imprecisato, quando Taddeo mi d una pacca sulla gamba da sotto il tavolo e lo sento ricomporsi. E che cazzo vuole questo adesso? sussurra nella sua parlata meccanica. Poi, ad alta voce: Salve direttore! Buonasera Taddeo, buonasera. Cazzo, gi le sei e mezza. Abbiamo un ospite, vedo. Gli sorrido: Buonasera, piacere, sono Mattia E quello dellagenzia lui, sintromette a gamba tesa Taddeo, che deve sostituire a Zio Nino. Eh, che giovanotto elegante!. E mi becco pure un buffetto da questuomo anziano, sui settanta, abbastanza malconcio. Uno, due, tre. Porca puttana, questa no! Lancio unocchiata fra lo stupito e il carbonizzante a Taddeo, che sicuramente ha scoreggiato. Il direttore imbocca la porta verso il suo ufficio e il mio maestro per la giornata mi si rivolge a voce bassa. Lhai sentita, eh?. E ridacchia. Eh, s. Evito qualsiasi commento, mi tocca anche star nel mio. Cha addosso una puzza da maledetti il vecchio, fa dentro e fuori dallospedale, e ridacchia ancora. Io ho un sussulto e stavolta mi tocca dire mea culpa. In effetti lolezzo salito quando il direttore mi si avvicinato e per di pi come scoreggia avrebbe avuto una fragranza inedita. Era proprio pi odore di morto. Promemoria: stare a distanza dal direttore. Taddeo, forse come da programma o forse voglioso di farsi captare attivo dal suo capo, passa a illustrarmi le faccende concrete. Mi spiega come organizzata la bacheca con le chiavi delle stanze, come tenere il registro presenze tanto sul cartaceo quanto sul computer e come gestire il quadro elettrico. Il direttore se ne va. Taddeo lo saluta a vuoto e correda il tutto con un Meno male che andato fuori dai coglioni, chiss che cazzo voleva. Oh, la mangi una pizza?. Rispondo di s, lui tira fuori un volantino, diamo unocchiata e chiama. Rimessa a posto la cornetta, chiedo se per il telefono ci sia qualcosa di particolare che io debba sapere. Mi risponde che si fa lo zero per prendere la linea quando si vuol chiamare, dopodich minforma che in fascia serale ci sono parecchie telefonate per i ragazzi da parte dei genitori. Immagino ci sia da deviarle in camera ma mi viene detto di no. Eh, mo sono cazzimi tocca spiegarti una roba lunga 83

Dai, intanto che aspettiamo la pizza. Cio, mi hai raccontato la tua vita fino a quante Winx cha tua figlia e adesso ti scoccia spiegarmi una parte del lavoro? Ehm, ehm. Lo vedo che cerca disperato di organizzare le idee. Ehm, faccio fatica a spiegartelo a parole In qualche maniera dobbiamo, gli sorrido io, benevolo. Ehm, allora, lo vedi qua?. Diamine, fa davvero fatica. Per met mi fa ridere e per met pena. No, no, gi se parto cos finiamo male. Te lo devo far vedere e gli sillumina il volto. Parte il teatro. Mi mima tutto: Tu fai finta che suona il telefonodriiin, driiin. I telefoni non fanno pi cos dallOttantanove, fra parentesi. E rispondi. Dici: pronto, residenza universitaria. Poi loro ti dicono: sono la mamma diGuglielmini. Allora tu dici: s signora, un attimo che glielo chiamo. Dal lato della scrivania sbuca fuori un microfono. Non lavevo notato, o meglio credevo fosse un cimelio dei tempi andati. Taddeo lo accende e si sente un colpo risuonare in tutto ledificio. Guglielmini! Guglielmiiiniii!!!. Altro colpo, microfono spento dopo un fracasso cane. Devi gridare, mi raccomando, che questi sono un branco di addormentati. Sbuca un tizio dal corridoio. Allarmato dalle grida al microfono, penso io. Niente niente, vai vai gli dice Taddeo. Chi ?, chiedo io. Guglielmini, mi risponde lui. Stento a credere a quel che sto vivendo. Mi sento salire una vampata di calore, sudo freddo in un secondo, mi si contraggono gli addominali e a questo punto lascio andare una mastodontica, imperiale risata. Eh, fa ridere pure a me con quei capelli!. Ma io non rido certo per quelli. Nonostante le mie lacrime agli occhi, la performance continua: Dai, dai che fra poco ci arriva la pizza. Allora, tu sei al telefono con la mamma di Guglielmini e gli hai detto che ora passi la chiamata? S, quindi adesso io faccio Guglielmini e tu fai me, che poi puoi essere anche te se sei di turno, anzi che devi essere te quando sei di turno. Quindi io faccio lui e tu fai te che lavori, OK?. Delirio totale. Queste risate mi valgono come dieci serie di panca inclinata. Devi schiacciare questo, ricordati ed esce dalla porta di corsa dirigendosi a fondo corridoio, sette metri pi in l, in una cabina telefonica da Pensione Mariuccia. Io entro qui adesso, a squarciagola, guardami! Allora in quel momento tu schiacci il bottone che manda la chiamata. Schiaccia, schiaccia!. Non mi resta che simulare di schiacciare il bottone. Driiin, driiin! Lo senti che suona? Driiin, Driiin!, naturalmente arriva tutto dalla sua bocca, e a questo punto lui, se non sordo, risponde a sua mamma: pronto mamma! S ciao, tutto bene. Mi sono fatto le seghe tutto il giorno!. Pi decibel di un aeroplano, e io vorrei tanto avere una videocamera perch a raccontarla non ci creder nessuno. Poi lui quando ha finito dice: ciao mamma, s, ti voglio bene mamma, ciao ciao. E riattacca. Capito?. Qui scemo io a chiedere se la procedura sia la medesima anche per inoltrare chiamate allamministrazione. Altro giro di imitazioni, con la voce roca e quasi stridula del direttore e unintroduzione alle segretarie che fa capire quanto poco gli vadano a genio. Per me, nel frattempo, ennesima serie di addominali e rinnovata rosicata per non essere in possesso di microcamere da servizio delle Iene. Arriva il fattorino con le pizze e due lattine in omaggio, paghiamo, apriamo i cartoni sulla scrivania e cominciamo a mangiare. Io a questo punto appendo la giacca e sfilo la cravatta, ora pi che mai dintralcio. Taddeo risponde in pieno al detto parla come mangi, infatti mangia come parla, in un trionfo di classe degno di un orango a tavola. Nel mentre cominciano a rientrare diversi residenti, che chiedono la chiave e se ne vanno coi

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polpastrelli grondanti dolio infarinato. Taddeo ha usato il tovagliolo per soffiarsi il naso e ora maneggia tutto senza pulirsi. Noto che molti di quelli che entrano fremono con un imprecisato qualcosa sulla punta della lingua, che reprimono per una volta avvistato un soggetto ignoto (io) alla destra del padre padrone. Dun tratto varca la soglia un trio. Ridicoli!, esclama Taddeo a bocca piena. Ridicolo, ridicolo!. Rispondono al fuoco in coro. Ridicoli, uno per uno, ridicoli! Taci, stai zitto, sfigato! Brutti ricchioni, pugnettari!. Dopodich, rivolgendosi a me, rimasto paralizzato: Ci salutiamo sempre cos. Cazzo vuoi dire a degli interisti? Oh, ma tu chi tifi?. Io, riprendendomi dal siparietto: Mah, guarda, non che minteressi granch il calcio. Sono molto pi per il basket Eh, tu vuo fa lamericano, eh? Mi piace anche quello italiano. Non stiamo a spiegargli pi di tanto. Invece io tifo la Juve, perch da bambino e via una digressione post-cena delle peggiori per me, che davvero ne ho le palle piene di sentir parlare di calcio ovunque. Ripercorriamo la passione di Taddeo per la Vecchia Signora, con nel mentre altri soggetti a transitare per le chiavi. Saluti di rito sempre molto coloriti, con ad un certo punto la scoperta della giornata: qui dentro alloggiano solo maschi. E s, qui solo per ragazzi, se no sai che bordello? Quattro fighe qui farebbero smettere di studiare tutti quanti, e poi te li senti te i genitori che chiamano e dicono: mio figlio torna la sera e invece di ripassare la lezione corre ancora dietro alla figa, ma che cazzo vi paghiamo a fare?. Io a questo punto sento -non so perch- di voler esplicitare la mia opinione: Ma scusa, sar mica il collegio responsabile dei risultati di chi alloggia No, per tu devi capire che la maggioranza di quelli che ci sono vengono messi qui dai genitori perch sono degli irresponsabili. Metti in un appartamento a questi? Lasci in giro a questi? Finisce che arrivano a fine anno che non hanno fatto un cazzo. Allora i genitori chiamano un posto come questo, pagano un mucchio di soldini ma channo il figlio che come in collegio: qui non esci quando vuoi, chai due sere a settimana; qui non inviti i tuoi amici a fumarti gli spinelli, perch gli amici al massimo stanno due ore e nelle sale comuni; e qui non torni ubriaco tutte le sere, perch alla prima che succede chiamano i tuoi e alla seconda ti becchi un calcio nel culo e sei in mezzo alla strada. Alt, alt, alt un secondo. Annuisco in silenzio ma dentro di me c unesondazione di pensieri in merito: in primo luogo non stiam parlando di liceali, ma di studenti universitari; secondo aspetto, stiamo parlando di maggiorenni. Cazzo, con un genitore che deposita qui il figlio o pi che altro con un figlio che si lascia depositare qui dal genitore- siamo prossimi alla caserma, se non alla carcerazione, se non ad un sequestro di persona legalizzato. Io non mi capacito: gli anni di universit, il completamento della crescita, il processo di responsabilizzazione di una persona, il fare nuove esperienze, come diamine combaciano con questo? Letteralmente ci vuol dire piazzare il figlio in universit tramite un atto di sfiducia: ti reputiamo cos cretino da doverti mettere attorno delle guardie; e in parallelo ci sono dei ventenni cos smidollati da non riuscire a gestirsi se non ficcati in un ambiente inquadrato, pari a dei muli che sanno tirare il carretto ma non sanno dove diamine andare se non c un cocchiere a direzionarli. Lasciamo perdere i casi estremi da un lato e dallaltro, cio quelli della gente con qualche problema serio o quelli di coloro che hanno preferito perderci in libert piuttosto che finire in un quartieraccio a dividere casa con chiss chi. Ma qui la fetta principale non pu

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davvero che essere una, cio quella che mi ha descritto Taddeo, cio quella per cui posti del genere sono stati creati: i rincoglioniti. E cos mentre in America si va al college a chiavare anche sui lampadari, in Italia si va al collegio a farsi tenere sotto chiave. Un film porno contro il Libro Cuore: alla fine sempre la laurea, ma in mezzo giusto un pelo di differenza. Inizio a capire bene dove sono finito e non posso fare a meno di continuare su una traiettoria dopinione negativa quando comincia landirivieni di ragazzi a chiedere Per favore, le racchette da ping-pong, o Per favore, il Forza 4 o qualche altra cavolata. E stiamo parlando di gente che ha allincirca la mia et, mica di quattordicenni. Rinchiusi con fuori Milano, che al di l della nebbia ha locali, mostre e vernissage da visitare, concerti, centri sportivi con mille corsi diversi, squadre di alto profilo per tutti gli sport principali, eccetera. E questi no, rinchiusi con lo svago dei giochi da tavolo sfruttano la citt in cui si sono trasferiti al venti per cento, se va bene. Solo poco pi di un paio passano a firmare per uscire e via che consumano una delle due possibilit settimanali. Ma chiss che vergogna finire a dire a qualche compagno di universit Ehm, no, stasera non possoho finito i permessi al collegio. A ventanni suonati, quando tutti gli altri si sono guadagnati la possibilit di autogestirsi e la sfruttano al meglio. Fattasi oramai sera avanzatissima, vengo guidato per un giro di ricognizione dove Taddeo deve richiamare allordine a suon di francesismi un quartetto sul punto di lanciarsi secchiate dacqua, dopodich ci dirigiamo a controllare che tutte le porte e le finestre dei locali comuni siano ben chiuse. Finito il tour tocca annotare le presenze totali e fare la conta di quelli in libera uscita, che sono solo sei su centodieci. Ed gioved sera. A trenta minuti dalla mezzanotte, il turno si conclude. Notifico a Taddeo che lindomani sar l la mattina per la formazione sulle procedure dapertura. Lui ridacchia e mi dice che mi beccher la banda al gran completo. Io fra me e me mi dico che dopo un solista del genere posso reggere qualsiasi altra cosa. A guardare indietro ora, Giuliano e Mario mi sembrano due lord inglesi e il posto dove lavoravo un castello nello Yorkshire. Passando a rapidi convenevoli, mi viene chiesto cosa far nel weekend. Rispondo che non ho piani. Come non hai piani?! No no, invece io con la mia famiglia organizzo sempre qualcosa. Ho appena fatto anche il Telepass Ah s? Eh s, a noi piace viaggiare: ogni fine settimana facciamo un centro commerciale! A Lonely Planetma vaffanculo!. Lo penso e basta, non lo dico. Saluto e vado. La mattina dopo eccomi in largo anticipo, come di prassi ogni volta che c da venire a Milano con lo spauracchio dellora di punta. Il parcheggio interno e i ribaltabili rimediano alla levataccia, senza comunque che ci sia granch da aspettare perch fattesi quasi le sette e trenta ora di varcare la soglia. Fra me e me ripenso ancora a ieri e a Taddeo. Promemoria: stasera raccontare agli altri (sperando che ci credano). Entro con una certa confidenza e vedo un uomo grassottello, semi-calvo e con gli occhiali che alza lo sguardo e mi sorride. Buongiorno, lei qui per la formazione vero? Buongiorno! Esattamente. Stupito da cotanta efficienza entro in reception, oggi comodamente in camicia, maglione e jeans, il mio must per tutte le occasioni informali ma composte. Informatissimo, eh? gli dico. Ho solo trovato un nota di Taddeo. La vedo sul tavolo: Viene ragazzo agenzia ha fare formazione 86

Altra perla. Eh, il mio caro collega ha qualche problemino con la grammatica, dice il mio nuovo maestro. Scopro dopo un attimo e una stretta di mano blanda che si chiama Giovanni. Senta, senta, ma lei di dov? Lei un lumbard! Mi dice. Abito a mezzora da qui in direzione nord. Traffico permettendo, sintende. E tu?. Proviamo simpaticamente ad abbattere questo ridicolo muro del lei, che per quanto non freschissimo nellaspetto Giovanni di certo non tocca i quaranta. Io a unora e mezza da qui, ma in direzione sud e coi mezzi. Non ho la macchina, non sono mica fortunato come lei!. Messaggio non ricevuto. Sono fortunato ad avere i miei che possono prestarmela, semmai. Altrimenti dovevo muovermi anchio coi mezzi e ci avrei messo lo stesso tempo tuo. Aggettivo possessivo pronunciato in maniera marcata, come a rinvitare a rompere le forme di cortesia. Ha-ha, certo che lei una sagoma!. Ancora. Perch?. Stupito, non ho detto niente di che. O no? He-he, lei ha notato subito lerrore di Taddeo. Ho visto che ha strabuzzato gli occhi! Vab, l minga catif. Non cattivo, gli dico in dialetto lombardo. Questa mia dimestichezza con lidioma dei nonni galvanizza Giovanni. He-he, he-he! Ma senta, senta, lei di dov? Di Cermenate-Lentate-Minoprio-Fino Mornasco? Alla faccia che conoscenza, Giovanni!. Comincio ad avere una certa sensazione, ma non mi sbilancio nemmeno con me stesso. He-he, io ne so, ne so! Ho amici a Cadorago. Pi o meno siamo dalle mie parti. Grosso modo Senta, senta: ma ieri lei ha incontrato il direttore? Ha-ha!. E qui si parte con unimitazione da record in cui il povero vecchio viene demolito su tutti i fronti, canzonato dalla voce allolezzo transitando per la forte miopia. Non neanche passato un quarto dora che gi sento le fitte agli addominali. Anche oggi. La sensazione era giusta: questo un covo di fenomeni. Meno di un minuto e mi si accende la lampadina, in virt di uno dei promemoria: non ho una videocamera vera e propria ma ho il cellulare, quindi fuori quello. Con la conversazione che inaspettatamente vira su argomenti soft-porno, do il ciak e parto con unintervista senza peli sulla lingua. Giovanni sirrigidisce un attimo ma capisco ci non accada per le domande, bens solo per lansia da obiettivo. Gli chiedo come abbia fatto a diventare un idolo per i giovani, come gestisca il suo losco giro di pretendenti e cosa significhi per lui aver sfondato nel mondo dellhard. Tutte uscite senza senso, a cui comunque lui prontamente risponde con un sottile umorismo fra il timido e il sagace. Tentenna, balbetta, quasi arrossisce ma un secondo dopo non si trattiene e spiattella la risposta colorita, per poi quasi ritrarsi, ma in fondo godendo. Noto che si portato un libro, lo scruto meglio e vedo che lEneide, quindi devio su quello e lo faccio parlare. Tutto dun tratto mi si trasforma in una specie di Benigni con la Divina Commedia e comincia a narrarmi di Eurialo e Niso e il loro pius amor, ma dopo meno di due minuti la passione del suo racconto viene interrotta dal telefono della reception che prende a suonare. Mentre losservo che parla metto via il cellulare e rifletto, sbalordito, su quanto rapidamente abbia saputo tirar fuori riferimenti e commenti in merito ad unopera letteraria che non roba per tutti, non letteratura da ombrellone. Una volta riappoggiata la cornetta mi dice che il direttore ha avvisato che non sta bene e quindi oggi ci sar il vice, che per ci metter un po per arrivare da Varese. Tento di ritornare su Virgilio ma non c possibilit: Giovanni sembra aver eletto in me un compagno di giochi e, come succede con quei bimbi che vanno su di giri quando lo zio 87

passa a trovarli, ora sono obbligato ad assistere al migliore dei suoi show. Al grido di Senta, senta, ma a lei piace e ogni volta un personaggio diverso, Giovanni sforna una serie di imitazioni di Paolo Villaggio in Fantozzi, Adriano Celentano, quel Silvio Berlusconi da Mi consenta/Si contenga, Maurizio Costanzo, Vittorio Sgarbi, Beppe Grillo, Cossiga e Scalfaro. Tre minuti circa da un Adesso, adesso le faccio allaltro, per un totale di una buona mezzora di cabaret intervallata da qualche saltuario episodio di residenti che consegnano le chiavi ed escono. Ci che cinterrompe definitivamente larrivo delle segretarie, alle quali stringo la mano e spiego il perch della mia presenza. A vederle cos sembrano due persone assolutamente normali, cosa che mi porta a pensare che il fatto che a Taddeo non vadano a genio avvenga principalmente perch Taddeo non va a genio a loro. Il che, oltretutto, non impone nemmeno di arrovellarsi sul come mai. Da qui in poi Giovanni si ricompone, si ridimensiona al punto di farmi venire in mente la dolce signora Min, che nel cartone animato dimprovviso diventava piccola quasi quanto un cucchiaino da caff. Tempo cinque minuti ed arrivano anche le donne delle pulizie, che cominciano proprio dalla reception e costringono noi due a sgomberare. Giovanni millustra le varie procedure dinizio giornata, praticamente le stesse viste per la chiusura ma fatte al contrario, dopodich comincia una lunga mattinata di ordinaria amministrazione: gente avanti e indietro, operai per riparazioni varie, qualche telefonata da passare e nulla pi. Il mio Cicerone diventato limmagine della compostezza ma lenergia che prima aveva nel fare le imitazioni ora la pone tutta sul pettegolezzo. Il bersaglio prediletto il famigerato Zio Nino. Senta senta, ma anche lei quando sar qui la sera si far un paio di birrette? Ma scherziamo? A che pro? He-he, ma non vuol essere un degno sostituto allora? E se son degno o no lo decidiamo con letilometro? He-he, ma lei non sa quanto beve Zio Nino! Allora dovreste chiamarlo Zio Vino Ha-ha! Ma lei proprio una sagoma! Io sar proprio una sagoma, ma certo che voi tre fate un bel quadretto di staff ora che ho scoperto che il personaggio che sostituir un mezzo alcolizzato. Se ne scende a Natale aveva detto Taddeo, ma credo convenga verificare se scender in bassitalia o in cantina per qualche bottiglia, perch nel secondo caso potrebbe trattenersi pi del previsto. Conquistato un momento di tranquillit vengo introdotto al compito principe della mattinata, ossia controllare le riprese notturne della telecamera a circuito chiuso sul cancello al fine dindividuare ingressi sospetti oppure, in ottica pi da Gestapo, verificare leventuale stato di ebbrezza dei vari Franti e Garrone e riferire alle alte cariche. La prima volta vengono convocati, la seconda fanno la valigia, nulla che io gi non sappia nelle parole del mio tondeggiante istruttore. Il pi del filmato scorre a 10x, rallentiamo sui sei ingressi ma a questo giro tutto regolare. Leggo della delusione negli occhi di Giovanni, niente colpi di scena oggi nella sua telenovela preferita. Io, nel mentre, sono sempre pi allibito per il regime orwelliano a cui centodieci speranze per il futuro hanno deciso di sottomettersi. A mezzogiorno meno cinque il mio sensei mi offre un caff alla macchinetta. Una volta riaccomodatici in postazione, eccolo che in uno scatto inaspettato posa il bicchiere e si mette composto sulla sedia, con la schiena bella dritta: Buongiorno signor Castoldi. Io alzo lo sguardo e vedo questuomo elegantissimo, un metro e novanta, limmagine dellautorit ma soprattutto finalmente- limmagine della normalit. Ricambia il saluto di Giovanni, entra in reception, ci presentiamo rapidamente e poi se ne va in ufficio. Ecco il vicedirettore. Da qui in avanti non vola una mosca, Giovanni persino ripone nel cassetto i 88

settimanali che sfogliavamo entrambi nei momenti pi placidi. Ora in faccia sua c unespressione inequivocabile, uno striscione che risponde No, non possiamo ad ogni mia eventuale domanda, un tatuaggio di timore come se si aspettasse una bacchettata sulle mani al minimo sgarro. Ad un certo punto mirrigidisco anchio, dubbioso se davvero ci sia da cagarsi in mano cos tanto per Castoldi. Dopo un paio di minuti a riflettere, per, decontraggo le spalle tornando sul pianeta Terra e ricordandomi chi sono: un signor nessuno, o meglio un dottor nessuno, ma di certo umanamente parlando n un Giovanni, n un Taddeo, n tantomeno uno Zio Nino. Mentalmente qui che tiro le somme di due turni lunghissimi, non in quanto a ore ma a livello di sensazioni: un fenomeno ieri, uno che oggi mi aveva fatto una migliore impressione ma che poi si rivelato degno del suo collega, un alcolista non-anonimo, un direttore con un piede nella fossa e un manipolo di sciagurati come alloggiati. Mi monta lo squallore. Solo Castoldi si distacca completamente dal resto, ma non me ne viene comunque in tasca nulla; anzi, spero solo che non mi prenda per uno dei suoi soliti personaggi da reception perch al primo gesto di supponenza di sicuro non mi metto a tremare come il pulcino Giovanni. Sia chiaro da subito soprattutto a Castoldi che io qui ci sono finito per sbaglio, sbaglio della vita, e quindi al pi presto intendo levare le tende. Una manciata di settimane fa interagivo con imprenditori e diplomatici di tutto il mondo, lo sappia Castoldi e se lo tenga bene a mente ogni volta che penser di dirmi anche solo una sillaba. Perch voglio vedere oltre il bel vestito e il metro e novanta cosa pu vantare Castoldi, facendo il vice in questo cesso di posto. Poveraccio, me la prendo con lui senza un perch. Senza dubbio i miei pensieri iracondi sono uno sfogo della frustrazione accumulata non solo ed esclusivamente nelle ultime ventiquattro ore, sebbene queste siano state particolari per usare un eufemismo. Tiro le tre del pomeriggio senza neanche aver mangiato il tramezzino che mi ero portato da casa, mentre Giovanni zitto zitto avr pranzato durante una delle sue gite al bagno, badando bene a non far briciole sulla tazza per non essere passibile di tortura medievale. Chiss cosa gli gira in quella testa. In una manciata di minuti mi sistemo, saluto il temibile Castoldi e le segretarie, dopodich ringrazio Giovanni per avermi insegnato larte. Oh, ma si figuri signor Colombo! Giovanni, dammi del tu se ci rivediamo, mi raccomando He-he, va benecome fra gente di paese! Daltra parte da l che vengo. E buona lettura dellEneide Ma questa lho gi letta mille volte, che ora cho lesame per labilitazione ad insegnante. Io mica resto qui a vita, voglio fare il professore! Auguri. In tutti i sensi. Sulla via di casa ripercorro ci che ho visto, dicendomi ripetutamente che non pu essere vero. Per fortuna ho un video nel cellulare che lo testimonia, altrimenti finirei col credere di aver sognato tutto. E se davvero fosse stato un sogno, a questora mi fermerei alla prima ricevitoria a giocarmi sulla ruota di Milano la serie 22-23-14-48. O pazzo, o scemo, o mbriacoe o muorto che pparla.

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16 ALLIMPROVVISO UN CONOSCIUTO

Mi sveglio ridendo. Chiss se avr sghignazzato anche nel sonno. Durante il weekend la performance video di Giovanni ha spopolato ed stata il lasciapassare della credibilit per raccontare ai miei amici lintera storia. Lilarit non toccava certi livelli da tempo immemore e qualcuno mi ha anche chiesto di passargli il file tramite Bluetooth, in veste di rimedio tempestivo contro i momenti di depressione. Per la serie aprire in caso demergenza. Io per ho lasciato perdere con la scusa della dimensione, cinque megabyte abbondanti causa lalta qualit (con un tale personaggio di fronte non ho badato a pixel). In realt meglio limitare manovre di condivisione, che da l a Youtube il passo brevee finisce che qualcuno fa successo. E io in tutta risposta mi becco una denuncia. E perdo il lavoro. Non scherziamo. Con un gioioso nulla da fare allorizzonte, decido di dedicare la giornata a quel che pi mi piace, cos dopo la colazione e un rapido controllo della casella di posta -piena solo di cavolate- aggiorno i piani di battaglia inerenti al completamento del mio disco. Tutto sommato sono messo bene, diciamo che manca solo un quindici per cento di registrazioni, poi sar la volta di ci che non gestir io direttamente, vale a dire mixaggio, grafica del CD e videoclip del singolo. Gi che sono qui ad account aperto scrivo un messaggio al tecnico del suono di Milano che si occuper del primo aspetto, cos come uno al creativo delle mie parti che si prender cura degli altri due. In entrambi i casi solo un ricontrollare le loro agende per farmi locchio su che tempi dare a me stesso e che prospettive ricomunicare a loro. Un gioco dincastri multipli, insomma. Mentre invio la seconda e-mail, il cellulare mi vibra e vedo sul display il nome di Gerardo. Pronto, ciao Aleseh, scusa, Mattia, ciao. Scusa se ti disturbo, scusa eh, ma sono proprio nella cacca. Oltre la raffinata metafora salta fuori che s ammalato il tristemente noto Zio Nino e alla residenza universitaria c da coprire quasi certamente tutta la settimana da domani pomeriggio. Casino schivato per un pelo, visto che stasera sono impegnato con la trasmissione, e incarico accettato. Gerardo mi annuncia inoltre che Ad un certo punto, non so quando, ma questa settimana ci vedremo perch la residenza un cliente nuovo e non ho ancora incontrato direttamente il responsabile. Mi tocca una visita di cortesia, ma almeno anche io e te ci conosciamo, finalmente. Dopodich una frangia di ringraziamenti e scuse per il disturbo, quindi la chiamata si conclude. Va bene Gerardo, ci vediamo in settimana. Il luned prosegue sciolto che un piacere, fra le risposte incoraggianti alle due e-mail inviate in relazione al disco, unottima sessione in palestra e la felicit di aggiungere delle ore di lavoro al resoconto mensile che compiler per lagenzia. A livello di cifre a questo giro si mette bene. Comunicandolo per a tavola vedo s dei sorrisi da parte dei miei, ma anche unespressione di compassione per questo figlio raggiante per una settimana extra in un posto fatiscente, ottenuta per giunta grazie alla cattiva salute di unaltra persona. A me sinceramente in questo momento interessa poco, so bene che non la pi rosea delle situazioni ma quel che conta ficcare qualche monetina in pi nel porcellino, poi sul resto faremo i filosofi a pancia un po pi piena. Sono positivo oggi, non senza che mi salga una punta di timore su cosa mi stia succedendo dentro per essere sorridente al centro di questa cornice. Via, andiamo in studio ora e vediamo di mettere in piedi una bella puntata per il programma, non pensiamo ad altro. Hic et nunc mi basta questo e poi la giornata da doppio pollice su.

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Si fa marted e alle quindici e venticinque varco la soglia del fortino. Saluto rapido Taddeo, che non vede lora di sfrecciare in qualche zona vietata a bordo della sua station wagon, e prendo posizione con tanto di settimanale al mio fianco per una sfogliata generale. Compare Castoldi, scompare la rivista; scompare Castoldi, riappare la rivista. Dun tratto si palesa un uomo con un sostanzioso pizzetto, si avvicina al vetro della reception e mi si rivolge: Ciao, tu sei Mattia, vero?. Et voil Gerardo, arrivato anche molto prima di quanto il suo in settimana mi aveva indotto a pensare. Eh, oggi ero con lacqua alla gola ma poi m saltato un incontro. Senti, mi annunci al direttore per piacere?. In assenza del buon settantenne non mi resta che interpellare Castoldi, dopodich senza che mi sia chiaro il motivo vengo invitato a sedermi in ufficio con loro. Nella sala vige uno strano silenzio, uno strato di ghiaccio che tanto Gerardo quanto Castoldi sembrano reciprocamente riluttanti a rompere, il primo di certo per riverenza e il secondo di certo per unoncia di supponenza. I gesti di entrambi sono molto lenti, un condimento dei secondi mentre luno attende che laltro faccia la prima mossa, finch con una battuta a caso, un originale Che freddo che fa oggi, intervengo io e sblocco la situazione. Gerardo ha occasione di dire che voleva venire in scooter ma poi ha preferito usare i mezzi per paura di prendersi un accidente, Castoldi chiede se gli vada un caff per riscaldarsi e la conversazione parte. Risolto. Per poco, perch Gerardo un continuo tentennare e sembra pi badare a girare il cucchiaino nel caff portatogli dalla segretaria che a condurre la conversazione col cliente in maniera dovuta. Non guarda in faccia Castoldi che per frazioni di secondo, quindi ritorna sulla sua tazzina, chiaramente per timidezza. Io che dopo un paio di minuti capisco perfettamente che figura di merda stia rimediando, comincio ad intervenire. Nel giro di una manciata di frasi sono il perno della conversazione: io spiego a Castoldi come lavora lagenzia fra fiere, reception, promozioni commerciali, eccetera; dopodich io spiego a Gerardo, sottoforma di rassicurazioni sulla capacit di svolgere il mio compito qui dentro, che cosa sia richiesto nella residenza universitaria a livello di mansioni ordinarie. Finito il colloquio dopo una ventina di minuti, capisco due cose: Gerardo ha fatto una figura penosa, invece Castoldi ha inteso che ho poco da spartire con le altre persone che gli girano in reception, sia per come ho gestito i discorsi, sia perch fra le poche parole scucite da Gerardo ci sono stati diversi elogi per il mio operato in fiera, dove questo ragazzo ci d una mano enorme perch parla le lingue. Usciamo dallufficio che nulla come prima: Gerardo sa che gli ho salvato il culo e che me ne deve una; Castoldi si fida meno del previsto dellagenzia e pi del previsto di me; io so di aver guadagnato punti su entrambi, cosa che attendo di scoprire se e come potr portarmi vantaggi. Il turno prosegue discretamente fluido, sebbene lesser da solo per la prima volta mi faccia tendere ad una minore rapidit in virt di una maggiore attenzione su quel che faccio. Arrivo ad ogni modo verso lora di cena con due quotidiani e due settimanali letti in larga parte, quindi si fa tempo tanto di ordinare una bella pizza quanto di iniziare a gestire i rientri serali fra chiavi che riconsegno, cambi di moneta per le macchinette e gi qualche richiesta per elettrizzanti giochi di societ e materiale da ping-pong. Castoldi ad un certo punto butta dentro la testa e si congeda con un inaspettato Buona serata, io salgo in camera. E chi lo sapeva che gli toccasse pure pernottare? Bella prospettiva di Milano by night, fortunello. Scommetto comunque che con lui nel posto stasera nessuno progetter gavettoni: la riverenza dei ragazzi nei suoi confronti si nota da un miglio, sembrano tutti dei cucciolotti cortesi quando lo incrociano. Matematico che sia lui quello che in caso di sgarri ha lincarico di dare il celebre calcio nel culo agli ospiti. Una volta che il fattorino mi lascia la tonno e cipolla, capisco con lo scorrere dei minuti di aver sbagliato qualcosa. La pizza finisco a consumarla fredda fra una chiave riconsegnata e laltra e comprendo che in futuro sar meglio battere sul tempo londata madre dei rientri oppure posticipare finch non ne mancheranno che cinque o sei. Con locchio allorologio 91

scopro che il flusso si placa qualche minuto prima delle ventuno, orario inusuale per il mio stomaco, come del resto per anche le diciotto. Ma per mangiare tranquillo c poco da scegliere, o una sponda o laltra. Un giorno dopo laltro finisco a lavorare addirittura fino al marted successivo, con nulla se non mare piatto e un cambio di turno con Giovanni al fine di riuscire a registrare per la radio. Manca una settimana a Natale. Ora andr tre sere di fila in studio da Daniele e vedr anche di sbrigare quanto serve per piazzare dei regali sotto lalbero. Grazie al malanno prolungato di Zio Nino posso permettermi un braccino meno corto del solito e con piacere anche un pensiero per Marilena. In realt non so se nei suoi piani ci sia o meno un pacchettino per me. Siamo in quella fase dove non si capisce bene cosa siamo e che misure dobbiamo prendere luno con laltra, visibilmente impacciati nella gestione delle comunicazioni, delle proposte di uscita e di tutto il carrozzone. Tanto meglio per che si proceda coi piedi di piombo, centimetro dopo centimetro, anzich abbozzare salti in lungo senza avere le gambe pronte. E non incuria maschilista il fiondarmi in studio per tutte e tre le mie prossime serate libere. Nemmeno si pone il problema, lei in fiera sta lavorando senza sosta.

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17 LEVENTO DELLANNO

Niente vestito elegante o particolari accorgimenti: solo sciarpa, guanti e un bel maglione pesante. Non si richiedono smancerie, la chiave la sostanza. Sostanza come per le fettazze di panettone e i tazzotti di vin brul che gli Alpini offriranno una volta terminata la Messa. E pur non essendo io un oratoriano o un Papa-boy, stasera non c maniera di farmi saltare la funzione perch questo il vero evento dellanno. Ci vedi quelli che da dopo le medie non incroci praticamente mai, guardi un po i cambiamenti delle fisionomie, le variazioni nello stile, alla fine scambi due parole e con qualcuno finisci a tirar tardi davanti ad una birra. E un misto di curiosit paesana e sana voglia di rincontrare vecchie conoscenze a spingermi verso un contesto particolare, che si distacca completamente dal resto delle volte in cui si mette il naso fuori di casa da queste parti, con facce prestabilite peregrinanti verso mete straconsumate. Stasera no, invece, e pure il baretto allangolo, quello in cui di solito non entrerei nemmeno a svuotare la vescica in deflagrazione, brilla di luce propria e di una quantit di clientela tale da far credere al gestore che davvero stanotte sia sceso il Messia, proprio sul suo locale. La notte di Natale anche il peggior barista di paese ha motivo di recitare un Gloria. Quindi eccomi qui, nove e un quarto post-cena, fuori in largo anticipo diretto da Lara, sia per fare gli auguri alla sua famiglia, sia perch lei in un paio di SMS mi ha fatto capire di non essere del mio stesso parere sul rivedere facce del passato. E la prima cosa su cui la punzecchio una volta datole un abbraccio e scambiati un paio di convenevoli coi suoi. Tu comunque comincia a pensare cosa metterti, perch stasera vieni a Messa. Ebbene s, a Natale sono anchio pescatore di uomini. Ma non ci penso neanche! Scusa, perch? Ci si fa tutti due risate, una fettazza di panettone di quelle tagliate gi da boscaiolo e poi si va a bere qualcosa Pensa te! Io me ne vado allestero per tagliare i ponti con qui e tu credi che cabbia voglia di uscire stasera? Ecco il punto. Da un certo lato la invidio, visto che da come prosegue la conversazione si capisce bene quanto felice sia di aver trovato una nuova prospettiva. Ora come ora Lara dellItalia ha un rigetto a tutto campo, spaziante dalluniversit alle facce che girano in Stazione Centrale: A Milano ho dovuto aspettare dieci minuti mio pap e cera daver paura. Pieno di gentaglia. Mi son messa il portafoglio nella tasca interna della giacca, cos anche se mavessero fregato la borsa ci avrei perso solo una trousse e poco altro. Le rido in faccia, ma non perch stia dicendo falsit o ingigantendo uninezia. La risata per sbeffeggiare il suo timore, ma mentre mi esce con uno sfiato di sufficienza rifletto e comprendo quanto lo sbaglio sia mio. E giusto il suo scandalizzarsi, certe situazioni non andrebbero tollerate. Nemmeno io le tollero su un piano teorico, ma nel concreto ci faccio lo slalom, ci convivo dandomi poi in occasioni come queste laria del sopravvissuto, del tenebroso da due soldi dinnanzi alla damigella spaventata. Perch vero che lascia quel pizzico dorgoglio il sapersi districare nella Milano notturna, come un moderno Sigfrido dei Nibelunghi pronto a sguainare la spada per trafiggere draghi e nemici. Intanto, per, quando mi capita di passare in Centrale ho gli occhi ben aperti e mai il portafoglio a zonzo. Giustiziere della notte non lo sono ancora, inutile fare il figo. Son qui da ieri e gi non vedo lora di tornar su, guarda Beh, grazie per esserti sacrificata per noi mortali. Il resto della famiglia si fa una risata. Finiscila di far la Regina Elisabetta, adesso. Dimmi un po delluniversit

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Benissimo, guarda, sono davvero contenta. Confermo quello che ti dicevo: funziona tutto come una macchina perfetta. C da darsi da fare, specie adesso che arriviamo in zona esami, ma quello che simpara lo senti proprio. Fai le tue domande, ti stanno dietro. La conversazione simpenna e mi sento raccontare per filo e per segno come funziona il suo nuovo ateneo. Sbalorditivo, dallufficio alloggi alla bacheca lavoro tramite la quale, fra laltro, ha trovato gi un impiego per il secondo semestre, quando avendo un solo corso potr tranquillamente prendersi un part-time da venti ore la settimana, il massimo concesso agli studenti. Mi dice che ha giusto ricevuto la lettera di conferma: societ di marketing, reparto comunicazione italiana, contratto a tempo determinato, tre mesi con possibilit di prolungamento, lequivalente di millecinquecento Euro al mese in busta. Per una studentessa, in cima alle varie agevolazioni di cui gi gode, un trattamento da signora. Ah, nota al margine: retta universitaria per lei pari a zero. Zero! Mentre cado in estasi sento parole come denuncia dei redditi, parametri studenti stranieri e, seppur perdendo i dettagli, capisco perfettamente che non sia stata n unestrazione alla lotteria, n una qualche furbata da commercialista italiano. Tutto regolare. Io sprofondato nel divano, un uomo tramutatosi in timpano che ascolta, ascolta e ascolta storie di ordinaria amministrazione di un mondo lontano. Lontano quattro ore dauto. Pi ne sento, meno del me stesso attuale ho voglia di rivelare, sebbene stia parlando con Lara. O forse proprio perch sto parlando con Lara. Sto continuando con le reception, nessun accenno allo squallore della discarica giovanile in cui staziono, vediamo come si mette con le fiere dopo le Feste. Nel mentre attendo risposte per i CV che ho sparso. Laconico, e ancora di pi sul capitolo musica: Con la radio bene come sempre. Se invece intendi proprio musica mia, mi sto dando da fare. Per me gi scucirmi a sufficienza far capire che non sono con le mani in mano, perci una volta esplicitato quello svicolo a pi non posso sul resto. Solo su unaltra cosa sono cos riservato: la sfera amorosa. Percepisco la gestazione su entrambi i fronti come la costruzione di un castello di sabbia, dove nonostante la cura certosina basta unonda o un colpo di vento a vanificare tutto. Quindi non voglio spettatori dei miei cantieri aperti. Guardo lorologio e sono le undici passate. Tento lultimo assalto ma Lara non ne vuol sentire, tira fuori mille scuse. Cos, scoccata la mezza, rinnovo gli auguri a tutta la famiglia e imbocco luscita. Due minuti per raggiungere la chiesa, venti per trovare parcheggio, quasi una decina di attesa silenziosa allinterno e infine si parte per sessanta precisi di Messa, impreziosita dai prodigi della cantoria e del presepe vivente dei bambini delle elementari. Troppo peccatore per la comunione, trascorro il tempo fra la recita puramente labiale delle dovute parti e unacuta osservazione della platea. Aggregatomi ad un trio che nel quadro delle mie relazioni sociali eccessivo definire amici ma sminuente etichettare come semplici conoscenti, ci si ritrova poi sul piazzale in un trionfo di mondanit paesana, fra ex compagni di scuola, vicini di casa, cugini di tutti i gradi, vigili urbani fuori servizio, bulli dei tempi ora tramutati in padri di famiglia, zoccolette delle medie che furono con adesso il fidanzato sottobraccio, preti mancati, vecchi compagni di squadra e chi pi ne ha pi ne metta. Tutti in movimento circolare fra le due macrosezioni del piazzale, vale a dire larea public relations e la ben pi ambita area ristoro, patrocinata da Alpini di diverse generazioni che secondo lo schema del vn a mi, vn a ti1 elargiscono le celebri fettazze di panettone e i famigerati tazzotti di vin brul, sospinti da unebbra generosit mano nella mano con unallegria che solo il Natale regala. Come preventivato, risalendo le dovute cricche e parentele arrivo a Claudia. Entrambi sapevamo che senza bisogno di prendere accordi ci saremmo trovati, cos come ora sappiamo che giunto il momento di fare due chiacchiere in privato. Nelluscire dalla calca
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Uno a me, uno a te, dialetto lombardo

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facciamo ancora auguri a destra e a manca e non ci facciamo mancare unaltra fettazza di panettone tagliata a motosega. Dirigendoci verso la macchina, in quanto al conversare non sappiamo esattamente come partire ma la brina si scioglie in fretta quando le chiedo un aggiornamento generale sulluniversit. Torno in Cina qualche mese. Io ci rimango come uno che chiede a un altro se faccia ancora jogging e si sente rispondere che andr alle Olimpiadi. Accidenti! Pensa che volevo sapere di comeri messa con laffitto Diciamo che le cose sono collegate, in qualche maniera Cio? Lautunno stato un pasticcio. Da qui parte un racconto dove, metaforicamente parlando, tre buche sul percorso fanno cappottare il veicolo. Per darmi un quadro limpido mi fa un riassunto che parte da molto indietro, fra cose a me ben cristallizzate nella memoria ed altre mai completamente raccontatemi. Come le mie orecchie sentono, la prima buca stata quella della rottura definitiva col proprietario di casa, che evidentemente non pago dei numeri pre-estivi ha imposto nella seconda parte dellanno regole dittatoriali come la tassa sugli ospiti con nel mirino soprattutto il fidanzato di una mia coinquilina che veniva a trovarla il fine settimana e un supplemento manutenzioni per una messa a punto della caldaia in vista dellinverno, la sostituzione del frigorifero e, tanto per gradire, limbiancatura di tutto lappartamentonon certo richiesta da noi. Ne conseguita una tavola rotonda il cui verdetto stato un check-out collettivo: Abbiamo quasi finito oramai, possiamo farcela anche senza stare per forza qui stato il pensiero delle due per cui, in fondo in fondo, stare a Bologna era poco di pi che uno sfizio, dato che una di Cervia e laltra di Parma, mi racconta Claudia. La terza, che invece era al secondo anno ma con gli esami nemmeno a met del primo, ha colto la palla al balzo per prendersi un anno sabbatico e decidere cosa fare della sua vita. Almeno cos ha detto. Perci, chiudendo il cerchio: Cosa potevo fare? Dovevo sbattermi a cercare altre tre persone e nel mentre battagliare il tiranno? Mi sono trovata costretta a stare anchio al gioco dellabbandono di massa, che in fondo non mi dispiaciuto perch quel che si merita uno che affitta in nero e fa pure lo stronzo. Dopo una marcia indietro verso la terra natia, seconda buca: Non ho resistito nemmeno tre settimane, poi fra libri di cinese che facevo una fatica enorme a reperire e il trambusto generale ho visto che non riuscivo a concentrarmi. A parte capire che non ce lavrei fatta a laurearmi entro fine anno, mi sono decisa a chiamare il mondo intero a Bologna, proprio dal primo allultimo numero in rubrica, e una mia conoscente ha parlato con la sua coinquilina che mi ha ceduto il letto. Tanto dormiva dal suo ragazzo quasi ogni sera e, stringi stringi, lidea di vedersi rimborsato laffitto le piaceva non poco. Se non che, terza ed ultima buca: A inizio dicembre questa tornata a reclamare il suo posto, scusandosi tanto ma dicendomi che lei e il ragazzo avevano riflettuto a fondo e per la convivenza i tempi non erano ancora maturi, eccetera eccetera. Insomma, mentre negoziavo di poter restare fino alla conclusione delle lezioni, che in fondo era roba di dieci-quindici giorni, ho ripensato alla Cina. Ma cos per sfizio?, intervengo io. Ehmno, no Ma fammi capire una cosa: che utilit c in una manovra del genere? Allora, se posso essere sincera io non ce la faccio pi e n a Bologna, n qui ho un posto dove concentrarmi in santa pace Vab, ma scusami, la interrompo, concretamente tu cosa diamine devi fare ancora per finire?

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Stai calmo! Adesso ti spiego: la tesi lho praticamente ultimata; verso met gennaio scendo per un esame e assieme vado a colloquio con la mia relatrice, alla quale nel frattempo spedir via e-mail una versione presumibilmente definitiva. Se lei approva sono a posto da quel lato: la tesi vado a stamparla e la consegno in segreteria il giorno dopo, fine della storia Scusa, ma non la devi discutere? No, da noi quella della triennale si consegna approvata dal relatore e basta Bella cazzata. Cerimonia a parte, secondo me trovarsi ad esporre davanti ad una commissione un passo fondamentale Ma basta! Oh cavoli, sempre a far commenti tu!. Risata di entrambi. Comunque ascoltami fino alla fine adesso: se mi fossi laureata a settembre, come avevo sempre pensato, sarei partita con la specialistica immediatamente. Quello era il piano originale. Invece, per come son finite le cose, sono ferma in una terra di mezzo. Se tutto va bene, vado in Cina a cuor leggero e mi concentro sulla lingua; se invece avr ancora da aggiustare la tesi oppure, pi probabile, far una pessima apparizione al prossimo esame -che ho lasciato per ultimo perch bestia nera del triennio, mica a caso- me ne sto in Cina con la testa sul necessario e il vantaggio di far pratica linguistica giorno per giorno. E credimi, col cinese ce n bisogno come lacqua potabile Chiaro, chiaro, non obietto!. Ridiamo tutti e due. Dopo un laconico Poi lanno prossimo vedr se fare la specialistica o meno, la conversazione si ribalta ed il mio turno di riassumere gli ultimi mesi. La corsa ad ostacoli di Claudia mi fa sentire meno imbarazzato nel dare al resoconto delle mie vicissitudini lavorative il colore che merita: marrone. Vengo anche preso in giro per le ultimissime e, sebbene avvenga in senso bonario, non ci rimango molto bene. Per me questione della massima delicatezza. Fra una caricatura e laltra, mi calo un chewing-gum e dopo una botta di menta in bocca mi faccio serio. Forse dovrei partire anchio. E sotto quel forse giace una spinta che nemmeno io mi aspettavo prima di pronunciare queste precise parole. E dove andresti, a Londra? No, l rischierei di rimanerci per sempre. Ho un conto in sospeso col tedesco, prima Come io ce lho col cinese? Allincirca. Se non lo risollevo alla svelta lo perdo. Otto anni di studio Eh, ma con la musica come faresti? Perch fai ancora tutto, vero? E proprio quello il punto. S, faccio ancora tutto. Fra non molto pubblicher anche un album. Accidenti, serata delle grandi rivelazioni. Davvero?! Complimenti! Racconta, racconta! Facciamo che parler coi fatti, OK? Preferisco. Cenno dintesa. Comunque il nodo la radio, non posso piantare i ragazzi di punto in bianco. A Daniele, quello con cui anche ho fatto il primo disco, avevo accennato lidea tempo addietro, poco prima che mi laureassi, ed effettivamente avevamo convenuto che se uno comincia a levarsi, poi tutto il programma se ne va a scatafascio in breve. E vero daltronde, ognuno ha il suo ruolo: se ne andasse lui, ad esempio, addio studio per registrare e selezionatore musicale in un colpo solo Ma con tutto il rispetto, finch non il vostro lavoro vero e proprio nessuno pu porre limiti alla libert degli altri, no? E vero in linea di principio, come anche vero che non un lavoro. Ma noi labbiamo preso come tale, sono anni che ci sbattiamo e nellambiente si creato un bel seguito. Tu mi potrai anche vedere come il solito coglione, sorriso reciproco, ma guarda che qualcosa di buono qualitativamente parlando lo stiamo combinando. Parti con la passione, fai un tentativo, la cosa a te piace farla, a diversa gente piace ascoltarla e chi fa quella 96

musica ti cerca per promuoversi. Unito al fatto che lofferta di trasmissioni del genere scarseggia, non penso sia illecito credere di avere una chance No, no, giusto Quindi si procede fino allultima goccia. Solitamente tiriamo un bilancio ogni anno prima della pausa estiva. Ti dir cosa ne uscir alla prossima, perch comunque vero quello che dici sul non potersi limitare a vicenda, lo sappiamo anche noi. Diciamo che se la stagione parte, per, per esser fatta da cima a fondo e da met settembre al luglio successivo si tiene gi la testa. Parcheggiati di fronte a casa sua parliamo e parliamo ancora, finch dun tratto accendo il cruscotto e vedo che tardi. Domani c il pranzo coi parenti e non posso tirare mezzogiorno a letto. Saluto Claudia, ci lasciamo con un A presto ma in fondo lo so che non ci vedremo prima dellestate. S, una chiamata o un messaggio al mio compleanno e poi via verso la stagione calda, senza fermate. Fai la brava e in bocca al lupo per la Cina, allora. Si fanno le tre passate mentre riporto la macchina in garage. Aria secca ma cielo aperto, non sar un bianco Natale. Vibra il cellulare, SMS: Buon Natale tesoro, un bacio da Roma. Buon Natale Mari, goditi la citt e la nipotina!. E con la famiglia a casa della sorella, che ha partorito da poco. Mera del tutto uscito di mente quando qualche pomeriggio fa, nella fretta, le sono andato a prendere una pashmina e un paio di guanti. Scarter in ritardo il pacchetto ma poco male, linverno ancora lungo.

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18 FESTE DI LAVORO

Ma chissenefrega. Davvero chissenefrega. Circondato da discorsi tipo Domani da mia zia mi sfondo darrosto e Stasera mio cugino pasticcere mi porta un Sacher a tre piani, mi isolo in quello che ora un tristissimo e solitario eremo polveroso. Il direttore in ferie, Castoldi in ferie, le segretarie sono in ferie e le donne delle pulizie sono a mezzo servizio, con unicamente il dovere di pulire i bagni comuni. Ma soprattutto, sul centinaio abbondante di alloggiati solo nove hanno il piacere di passare le Feste qui: otto studenti extraeuropei e il tutor. Manco sapevo chi fosse prima di vederlo palesarsi a Santo Stefano, mogio come un cane bastonato. Antonio, di Melfi, ventotto anni e mi d del lei. Frena frena, che sono pure pi piccolo di te: lascia perdere le forme di cortesia e dimmi cosa ti tedia, giovane lucano. Quel che lo tedia lo scopro piano piano, in cinque sere in cui le sue visite nel mio antro si protraggono sempre di pi. Un ragazzo genuino, abbondantemente fuori corso ma lodevole al tempo stesso semplicemente per il fatto di non aver mollato. Madre con una piccola lavanderia gestita assieme alla sorella e padre che sarrangia come pu dopo unernia al disco rimediata in cantiere, Antonio una volta finita ragioneria ha lavorato due anni part-time in uno studio commercialista mentre sei sere a settimana stava in pizzeria. Pi soldi con le mani che col diploma, commenta. Per, proprio per non vanificare il tempo sui banchi che gi da noi comunque un privilegio, sai quanti degli amici miei se ne sono andati a lavorare a sedici anni?, ha voluto metter via il pi possibile per potersi permettere luniversit. Ci arriviamo la seconda sera, dopo una prima fondamentalmente rapida e di chiacchiere superficiali. Quindi Economia e Commercio, lento ma in fondo inesorabile, e ora gli mancano cinque esami pi la tesi per finire la magistrale. Il prossimo Natale niente panettone, comunque, nel senso che vuole laurearsi e poi cambiare aria, perch di questa citt si stancato. Anche io, ed qui che decollano le nostre conversazioni. Le direzioni sono due: Milano ti odio e Gossip locale. -Milano ti odioIl discorso semplice: ci sta sul piloro la superficialit di una citt votata allimmagine. Capitale della moda un paio di palle, questa semmai la capitale dei pecoroni. Antonio parla, io sottoscrivo: In Corso Como ci ho messo piede una volta e mi bastata. Tutti con sto mito dei locali dei calciatori, dei vip, delle modellema che cagata. Il sabato sera che ci siamo andati, e ti parlo dei miei primi periodi a Milano, eravamo io e cinque compagni di facolt, tre ragazze e due ragazzi. E la camicia, e la scarpa elegante, e questo, e quello, in pi se non fosse stato che cerano le donne saremmo sicuramente rimasti fuori. Mai vista una stronzata del genere prima, coi buttafuori e i PR che si atteggiavano manco fossero Dio allentrata del Paradiso. E poi cosa trovi? Niente di che, tanto tu che vip non sei te ne stai fra tutti gli scemi come te che hanno pagato venti Euro dingresso e ne sganciano quasi altrettanti per un bicchiere pieno di ghiaccio. Mica entri l e fai un brindisi con le Veline mentre dai un cinque a Vieri e Maldini. Gi al paese mio tutti pensano che sia cos e pure io prima ci credevo. Ma poi te la sei vista la gente? Tutti cocainomani e fighe di legno che ti guardano in cagnesco, cose da pazzi. Io dopo quella sera non cho voluto mettere pi piede in situazioni del genere. Abbiamo speso un capitale girando tutti i tre-quattro posti l attorno e io come un cretino a sperare sempre che in quello dopo mi sarei divertito, finalmente. Invece zero. Dopo un decollo del genere siamo un duetto magnifico che denigra tutta quella presunta crme meneghina degli aperitivi obbligati, delle vasche nel quadrilatero della moda

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giusto per darsi un tono e via dicendo. Il cambio di capitolo lo stabilisco io, quasi inaspettatamente: Ma coi ragazzi che stanno qui non fate mai niente? -Gossip localeLasciamo perdere, mi dice. Avverto di aver aperto una diga. Cazzo Mattia, tu non hai idea degli sfigati che ci stanno qua dentro. Io resto in attesa di sapere se, seguendo questo ragionamento, lui sincluda nella categoria o cosa. Arriviamo presto al bandolo della matassa, per: Gente ripigliata ne passata veramente poca e nessuno di questi mai stato cos scemo da farsi pi di un anno. Chiariamoci, io sono qui perch faccio il tutor e quel tot di responsabilit che mi prendo e tempo che dedico sono ricompensati. Qualsiasi cazzata capiti di notte la gente sveglia me, dal cretino che ha perso la chiave a quello che cha le coliche. Una volta c stata pure da chiamare la polizia perch era entrato un fuori di testa che tentava di cacciarsi nelle camere, non ti dico che delirio. E insomma, io in cambio di queste rotture di palle non pago laffitto, che se ci pensi altrove costa sui tre-quattrocento Euro al mese in stanza con un altro. Io il primo anno e mezzo a Milano lho fatto cos, stavo in via Padova. Commento lampo mio: Minchia. Riprende lui: Appunto, minchia davvero. Cavevo sottocasa gente che a notte fonda si prendeva a bottigliate, sirene a tutte le ore, ubriachi che scopavano per stradaun girone dantesco, anzi, pi gironi tutti in una via, guarda. Poi ad un certo punto un amico mi ha parlato di questa cosa e ho fatto domanda, che fra il levarmi da via Padova e il tenermi in tasca i soldi, credimi, mi ha fatto balzare dalla gioia. Chiaro che ti rompi le palle, ma per come sono messo io Milano non ha di meglio da offrirmi. Bene, per me ora un mistero risolto ma ne rimangono altri, primo fra tutti se Antonio sia praticamente prigioniero di queste mura. No, lingegner Castoldi ha lobbligo di dormire qui due sere a settimana e in quelle io sono libero. Fermi tutti: Castoldi ingegnere? Esercita pure, Castoldi. Non credere, non che lavori qui e basta. Non ti so dire nel dettaglio che accordo ci sia, ma guarda che non stupido. Questo posto in poche parole in mano a dei clericali che hanno le mani in pasta un po ovunque, come sempre per quella gente. Lingegner Castoldi si sar fatto i suoi conti, non mica scemo. Qui dentro la maggior parte della gente lo rispetta perch lo teme, io lo rispetto e basta. E lunico col cervello, umanamente poi non una cattiva persona. Castoldi il calcolatore mi mancava, ma indubbio che basti vederlo per capire che qui dentro non centri nulla. Sapere che abbia secondi fini nel fare il leccasottane di certo non gli fa guadagnar punti, ma avere la conferma che sotto la calotta non abbia dellomogeneizzato Plasmon gusto vitello come il resto della ciurma mi lascia bendisposto, come se in un qualche momento potessi trovarmi a negoziare con lui una parte nella rapina del secolo. Il resto Antonio, ormai senza freni, me lo commenta lapidario. Si capisce che ha bisogno di sfogarsi, in uno dei certamente rari incontri con un normodotato in questo centro per disagiati. Allora, te lo dico: Giovanni e Taddeo sono due casi umani, Zio Nino un coglione colossale. Partono una serie di aneddoti sui tre, fra cui soprattutto le performance alcoliche dellultimo mi regalano risate da capogiro, fra inni di Mameli al microfono generale e litigi coi fattorini delle pizzerie a causa di ordinazioni fatte prima della sbronza e rimosse poi dalla memoria in ostaggio al dio Bacco. Fuori dalle balle, io non ho ordinato una mazza! e cose del genere, con confronti al limite del fisico e minacce reciproche di chiamare carabinieri, esercito, teste di cuoio, Rambo, al-Qaida, Cavalieri dello Zodiaco, eccetera. Aneddoti di annate di reclusione che Antonio una sera dopo laltra mi sciorina, nella cornice di una calma al profumo di zenzero, illuminata da neon giallastri e addobbi decadenti nellatrio. Arriviamo al trenta dicembre e chiudo il primo tempo del mio servizio in loco. Per lindomani c in programma una serata fra amici, nulla di straordinario ma 99

proprio il fatto che sia un nulla di straordinario a piacermi. Una casa sul lago senza troppa strada da fare, una quindicina di persone fra il nucleo stretto e aggiunte varie, cenone in proprio e qualche bottiglia di spumante. Chiedo ad Antonio se gli vada di unirsi ma la risposta prevedibile: Sono di servizio, Matt. Comunque grazie.

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19 GIOVANI IMPRENDITORI

Roba da non crederci. Mezzogiorno e mezzo, intanto. Cellulare appena acceso, nuovo messaggio: Ma ti sei preso male?. Stai a vedere che adesso ne esco come il malmostoso di turno. Orario due e ventiquattro, con me gi a casa da un pezzo, disconnesso dal mondo, sotto le coperte e consapevole che qualcuno se ne fosse accorto. E che quando una persona di compagnia come il sottoscritto improvvisamente non apre pi bocca, il silenzio si nota pi delle parole. Dalle undici a mezzanotte poi stato un giro di lancette interminabile, in attesa di sbrigare il brindisi e levarmi dalle palle. Non sono a posto di stomaco ho estratto dal mazzo delle scuse, certo che chi stava pianificando di vomitare non avrebbe gradito gli profumassi il bagno in anticipo. E s che la serata era partita bene. Diversi amici, un risotto spettacolare, scaloppine al limone come secondo, un vino bianco che stranamente ho gradito e via che sandava. Fino al dolce non sera nemmeno parlato di lavoro. Di tante cazzate s, ma non di quello. Poi entrato il panettone. Ma chi che ha preso sta sottomarca? Viva il risparmio, eh!. Inconfutabile voce dal mucchio. Dodici bottiglie di Ferrari e poi sto coso da un Euro e mezzo?. Giusta osservazione a rimorchio, ilarit generale. Per piet, no! E lo stesso che per punizione ho rifilato agli operai!. Questa battuta ha tagliato la sala in due. Anzi, in tre: quelli che si sono messi a ridere, quelli che hanno taciuto e io che mi sono acceso come un piano cottura. Sulluno. Il fatto stesso che il discorso sia proseguito mi ha fatto realizzare in breve quanto la composizione del parterre fosse sproporzionata. Solitamente il nostro mix bilanciato, ieri invece la maggioranza era per limprenditoria. Imprenditoria dei figli di, sia chiaro, nessuno di fattosi da solo fra i commensali. Semplicemente personaggi con padre, o nonno, o talvolta bisnonno in veste di originatori. Ma al cambio attuale, comunque giovani imprenditori: giovani imprenditori oggi soci dopo gli studi (non necessariamente universitari, non necessariamente ultimati) oppure giovani imprenditori domani soci, dopo una laurea in parecchi casi solo per vezzo, fra due guanciali, perch tanto un posto gi l belle pronto. A quel punto si creata una di quelle circostanze in cui alla stessa tavola tengono banco due conversazioni, coi partecipanti delluna e dellaltra sparpagliati e le voci a sovrapporsi. Da una parte Gianni e Alessia, i leader delle operazioni da supermercato, a recitare il loro mea culpa ad una platea assopita e fondamentalmente indulgente, che ha presto deviato su altro migrando in larga parte sui divani; il resto dei presenti sintonizzati invece sul battutaro della serata e le sue due spalle. Il mio piano cottura passato al secondo scatto grazie alle facce boriose di Andrea il profeta dei salumi, Michele il principe degli impianti elettrici e, in quota rosa, Carlotta la contessina dei legnami. Quaranta dipendenti il primo, reparto marketing internazionale dopo studi in Scienze Motorie, azienda fondata dal nonno materno nel 1949; tre dipendenti il secondo, ragioneria salutata dopo due bocciature, figlio di un instancabile lavoratore che a suon di giornate da tredici ore gli ha insegnato un mestiere e messo in mano un futuro; ventitr dipendenti nellavvenire della terza, per il momento incagliata a due esami dalla fine di Psicologia ma serena poich comunque vada c pap, che tutti chiamano dottor Pagani sebbene il Pagani dottore non sia e girino pure strane storie su come nel 92 sia diventato proprietario di questo gioiellino del tavolame fra i pi noti della Lombardia. 101

Non stata per una contrapposizione fra patrizi e plebei, perch al fianco mio, del figlio dellex artigiano ora magazziniere, con occhi e orecchie sulla conversazione cerano mio cugino il cui padre medico, Monica che figlia di un bancario e Raffaele i cui genitori sono entrambi professori. Insomma, non esattamente Il Quarto Stato di Pellizza. In unescalation di massime, il trittico dei saggi si fregiato di uscite quali: Gli operai non hanno bisogno di pensare (Carlotta, futura presidentessa operaia). I problemi veri ce li hanno quelli come noi. Mica i dipendenti, che la sera vanno a casa senza preoccupazioni (Andrea e gli introiti milionari di famiglia). Se non mi laureo per fine anno, vado da mio pape non faccio un cazzo (Carlotta e la verve della nuova generazione). Lavoro con delle capre (Michele, premiato studente). Gestisco gente che in ufficio da trentanni (Andrea e i miracoli di Scienze Motorie). Ho visto la borsa di Gucci che voglio (Carlotta, intermezzo). Siamo costretti a fare il pi possibile in nero (Andrea e gli introiti milionari di famiglia, parte seconda). Lo dice anche mio pap. Il nostro commercialista per ha trovato un modo per farmi pagare la retta universitaria pi bassa. In culo allo Stato (Carlotta, perch la vendetta un piatto che va servito evaso). Deliziato come di fronte ai Pensieri di Pascal, il piano cottura mi andato al massimo ed stato un problema gestire lincandescenza. Ci ho pensato un paio di volte se fosse il caso di aprire una delle bottiglie di Ferrari in testa ad Andrea, azzannare alla giugulare Michele e far sprizzare anabolizzanti ovunque, oppure spalancare la porta e lanciare Carlotta gi per la strada ghiacciata. Andrea a parte, che conosco solo di striscio, Michele e Carlotta sono amicizie di vecchia data e solo in casi estremi procederei per rompere in definitiva. Ieri sera per allestremo ci sono arrivati molto vicini e mi ha dato il voltastomaco constatare quanto siano cambiati. Ai tempi delle medie o delle superiori cera s qualche differenza, soprattutto in riferimento a Carlotta la cui famiglia ha sempre avuto e sfoggiato- un certo tenore di vita, ma la spanna di distanza avvertita con quei discorsi stata del tutto inedita. Sia luna che laltro hanno frequentato scuole statali, entrambi sono sempre usciti con noi negli stessi baretti, negli stessi piazzali di paese, eccetera. Solo lestate era diversa ai tempi, non tanto per Michele e il suo classico mese in Riviera con la mamma quanto pi per Carlotta, che finiva in certi resort all-inclusive con prezzi da capogiro, roba che un giorno per la sua famiglia costava come due eventuali settimane in villeggiatura per la mia. Gi, eventuali, perch io di anni senza vacanze ne ho fatti eccome. Ma ecco, a parte le questioni estive che contavano come un capitolo a parte, non cera nulla che fra noi determinasse conti e contadini. Eravamo tutti un gruppo, facevamo gruppo. Michele addirittura era quello col fare pi da barboncello, sempre col solito paio di All Star rovinate, gli occhiali da bancarella e le magliette da calcio. Confrontando unipotetica foto di sette-otto anni fa con un flash di ieri, invece, si rimane impressionati. Carlotta ha preso la strada a cui a ben vedere era destinata, quella delle spese pazze fra boutique e centri estetici al fianco della madre, naturalmente col caro Pagani in veste di sponsor. Michele invece ha passato diverse metamorfosi dai diciassette in poi, praticamente una a stagione a seconda di quel che decretavano le case di moda. Senza rendersene conto, nelle sue periodiche contorsioni di stile ci ha regalato risate impareggiabili con cappotti simil-tappeto dorso, scarpe degne dun sosia di Elvis, loghi di griffe visibili quanto un pannello autostradale e via disquisendo, con in pi un paio dinverni votati alla tintarella dove mancava poco che a suon di lampade si tirasse fosforescente. Il primo di noi a lavorare, il primo di noi coi soldi in unet dove per non pensi agli investimenti. Quindi per lui sono state sessioni infinite di sfizi da levarsi: cambi di 102

guardaroba, cambi di cellulare, cambi di tutto il cambiabile. Ora a quanto racconta vuole cambiare la macchina, che ha gi tre anni. Ed gi la seconda, dopo che quella portata fuori dal concessionario il giorno stesso della patente finita accartocciata su un muro di cinta poco dopo il primo tagliando. Sarei dovuto andare con Lara dai suoi cugini, o ancora meglio sarebbe stato essere a Roma con Mari. Invece, un po per non rimangiarmi la parola e un po causa lavoro ho mantenuto i piani originali. Certe volte s, mi chiedo cosa ci facciano tali imbecilli nella mia cerchia damicizie. Non c una ragione particolare, c solo che si cresce assieme, nello stesso posto, tutti circa della stessa et, e poi si procede in buona dose per inerzia. Non sono pi i periodi delle espulsioni dalla compagnia, come quando avevamo quattordici anni e si bandiva dun colpo chi scroccava troppe sigarette o troppi passaggi in motorino. E diciamoci anche che sono stati gli ultimi anni a cambiare determinate persone, mediocri in tutto fuorch -per un centimetro o un metro- nel potere dacquisto, del quale ora hanno preso coscienza e si fregiano. Non tutti per sono diventati cos, infatti la consolazione aver notato che almeno un paio di persone si sono focalizzate su altri discorsi appunto per non sollevare conflitto in una serata di festa. Ho visto Raffaele lasciar perdere, lui che ha la mamma bidella e il pap cuoco, come anche hanno fatto Fabio e Sara sebbene siano figli di piccoli e medi imprenditori. Altri invece davvero chiacchieravano per proprio conto sin da dopo il battutone iniziale e mi chiedo cosavrebbero detto se avessero captato il conseguente simposio della premiata ditta. Avrebbero condiviso? Avrebbero mostrato dissenso? Sarebbe degenerata la serata? Per me comunque stato troppo e una volta sbrigato il pi forzato dei brindisi ho fatto in modo di levare le tende. Perch appunto ora che siamo grandi non si ostracizza pi nessuno, al massimo decidi tu di staccarti e andare per la tua. Cos stato quindi per me, chiss se solo ieri o da oggi sempre di pi. Nel giro dei saluti di rito mi sono avvicinato allangolo dove Michele, nel suo maglione di cachemire, col fare da imprenditore consumato ancora parlava di lavoro, contratti, ditta di famiglia: comunque Marco, io te lo dico, se ero figlio unico a questora cavevo gi in mano il Porsche. Che ci vuoi fare Miche, cos la vita. E t toccata unumile SLK.

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20 EVENTI

Mascarpone finito, Befana in soffitta, tutti ai posti di combattimento. Lara tornata in Svizzera, Marilena a Milano, io in casa fra il tutto e il niente. Ho un nuovo orologio da tavolo, E ora di sorridere dice il quadrante. Sorrido s quando lo guardo, un regalo di Mari. Fortunatamente anche ci che le ho comprato io sembra aver fatto centro. Ero un po in tensione, quando si tratta di presenti sono davvero impacciato. Mandato concluso ieri sera al gulag universitario, con rispetto a giare da parte di Castoldi che ha scoperto cosa voglia dire avere un normodotato in reception. Alla prossima e un abbraccio stato il mio congedo da Antonio, sperando per di rincontrarlo fuori da quelle mura. Che il nuovo anno ci porti bene. A me ha gi messo parecchio in agenda, visto che nel giro di breve dar finalmente alla luce il disco e, cosa molto pi incombente, questo pomeriggio ho un colloquio. Nel marasma di CV inviati negli ultimi mesi c stato anche quello messo a punto per una societ di ideazione e pianificazione eventi con sede molto comoda rispetto a casa mia. Non cosa nuova che il settore degli eventi eserciti un certo fascino sul sottoscritto, quindi sin dal clic sul tasto Invia del mio account la speranza era quella di essere ricontattato. Detto, diverse settimane di silenzio, fatto. E luned sette gennaio, le lancette segnano le tredici e cinquantasette e so che ho il tempo di prepararmi come si deve e poi mettermi in strada. La cartina appena stampata da Internet mi d la buona notizia che forse forse non dovr rimbalzare come la sfera di un flipper tra un senso unico e un senso vietato, quindi delego a poi le eventuali finezze per centrare il posto e mi concentro sul vestiario. Oddio, concentro una parola grossa. Diciamo che faccio un rapido calcolo mentale e giungo alla conclusione che in una societ di organizzazione deventi c alta probabilit di trovarsi davanti due tipi dentit: i rampanti maschi-lingualunga e le supersciantose. Opto quindi per leleganza. Senza eccessi ed umilmente made in outlet. Quindici e quindici, parcheggio nelle immediate vicinanze di queste file infinite di capannoni che compongono la zona industriale della cittadina, inquadro con la collaborazione di un altro ragazzo l per il colloquio il portone esatto e via che ci si addentra. Gi osservando questo tizio qualche conto per non mi torna: evidentemente pi piccolo di me, ha due-peli-due sotto il mento e complessivamente sembra un Vaporidis allungato e ristretto. Ma pi che da Notte prima degli esami, la sua faccia e la sua figura sono da Pomeriggio dopo la verifica. Un passo indietro, scazzo incluso. Nel risalire una tortuosa scala a chiocciola verso gli uffici penso tra me e me cosa possa aver frainteso tra lo sguardo svelto dato al sito dellazienda e la rapidissima conversazione telefonica intercorsa, di cui solo una frase mi sopravvissuta in testa: La retribuzione, ehm, circa settanta Euro a giornata. Vab, mi sono detto una volta messo gi il cordless, di questi tempi tutto fa brodo. Facendomi largo nellarea uffici col fido simil-Vaporidis al mio fianco, scruto e colgo al volo che non ci sono n rampanti maschi-lingualunga n supersciantose, ma un solo uomo perso nel monitor del suo PC e due-tre figure femminili di quel tipo che non capisci se siano impiegate, dirigentelle o bariste salite a portare i cafferini di met pomeriggio.

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Mio saluto formale, loro risposta informale. Se io ti do del lei e tu mi dai del tu vuol dire che hai padronanza del luogo, quindi rimangono in lizza le prime due opzioni e decade la terza. Comunque, guardando le facce realizzo dessere di fronte a mie coetanee; in secondo luogo presumo visto il contesto scialbo di essere il solo laureato nel raggio di venti metri e, soprattutto, lampante che nel posto io sia quello vestito meglio. Decido perci di dare anchio del tu e mozzar la testa ad ogni sorta di pomposi convenevoli, tanto apprezzati in altri contesti quanto da me sempre odiati. Quindici e trenta ormai prossime al rintocco e al contestuale inizio del colloquio di gruppo. Gruppo composto da me e dal simil-Vaporidis. Veniamo fatti accomodare in una sala riunioni di circa cinque metri per tre, attorno a un tavolo con dieci sedie. Ci posizioniamo luno a fianco allaltro, limpiegata ci invita a compilare un modulo di due facciate e se ne va. Ci risiamo, dico fra me e me ricordandomi dellepisodio allinterinale, e stavolta mi tocca da cima a fondo. Dopo le prime formalit questo si rivela per il formulario delle sorprese, per me in larga parte ma noto anche per il simil-Vaporidis, nonostante in precedenza mi avesse ventilato di conoscere gi diverse cose sulle possibilit lavorative che ci avrebbero messo sul piatto, per merito di un suo giro di conoscenze eccetera eccetera. La prima facciata passa rapida tra dati personali da inserire e loro menzioni generali ad iniziative quali tour di promozione e varie altre. La seconda invece interamente dedicata ad un Sai gi fare?/ Vorresti imparare?, ma scorrendo con la penna barro una serie di doppie risposte negative riguardanti mansioni come: -Trampoliere -Favole per bambini -Feste di compleanno -Micromagia -Addetto strutture gonfiabili -Spettacoli in costume -Megabolle () No, non so fare ste cagate e ste cagate non voglio nemmeno imparare a farle. Scorro speranzoso che lincedere sia un progresso verso argomentazioni pi inerenti alla sfera organizzativa, mia ultima spiaggia ora che sono sceso ben oltre la met del foglio. Ma ci che trovo sono solo menzioni riguardanti attivit pseudo artistico-intrattenitive ai confini dellimmaginazione. Una soprattutto mi stupisce e decido che tra gli obiettivi della giornata c anche quello di scoprire di cosa si tratti: -Finto cameriere Di stranezze se ne sentono, ma il finto cameriere mi giunge nuovo e soprattutto trovo stupefacente che sia una figura con una richiesta, cio che ci sia una domanda da parte della clientela alla base. Anche senza saperne niente ora come ora, di presupposto facessi mai il finto cameriere pretenderei di essere pagato pi di un nonfinto cameriere (o cameriere vero come di certo pretenderanno si dica i rompicoglioni contro le discriminazioni) in virt della qualifica aggiuntiva che potrei vantare. Giustamente. Ormai sul finire della compilazione entra nella stanza unaltra candidata, agitata poich in ritardo, talmente nel panico da rivolgersi a me e Vapo convinta fossimo i titolari. Nel giro di altri dieci minuti ne sopraggiunge unulteriore. Fattasi ormai una certora, rientra limpiegata seguita da una collega. Sinizia col colloquio e capisco quindi che quelle non sono impiegate ma dirigentelle. O forse no, per selezionare una tale gamma di figure professionali sarebbero sufficienti anche solo due impiegate, quindi il dubbio permane. 105

Peccato per le bariste comunque assenti, perch sul finto cameriere credo avrebbero avuto locchio pi di altre. Si comincia con lintroduzione di rito sullazienda e prende parola solo una delle due, definiamole, selezionatrici, quella pi cozza. Laltra si siede sul mobiletto direttamente alle mie spalle, con me a buttarle locchio ogni tanto grazie ad una vetrinetta che ho di fronte e in cui la vedo riflessa. E anche carina daspetto, ma gi una che si piazza muta su un mobile e lascia penzolare le gambe come una bambinetta annoiata ad un pranzo coi parenti perde credibilit. Poi messa ad un colloquio come selezionatrice finisce per smolecolare limmagine dellazienda. O per svelarne lessenza, ragionamento pi sottile. Entra il solito ritardatario, siparietto classico di ogni colloquio, singolo come di gruppo, ma essendo fortunatamente solo ai preamboli si evita la pappalardata del ricominciamo. Con le labbra sporche di cioccolato e una cornice dacne a guarnire, la cozza comincia ad addentrarsi nel succo delle mansioni per cui lazienda ricerca personale. Io che gi avevo un mezzo dubbio, ora ho la certezza di non avere nulla da spartire. Ciononostante evito di chiamare time-out e andarmene, sebbene attratto dalla possibilit in termini di risparmio di tempo, dovendo incontrare un amico categoricamente prima di cena. E via che si parla di eventi ai centri commerciali, quiz a premi per le famiglie coi carrelli pieni del sabato pomeriggio, mascheramenti da gnomo o da renna quando arriva Natale e chi pi ne ha -di stronzate- pi ne metta. Un delirio reso ancor pi barocco dalle fragorose risate della cozza, le battute da simpa della cumpa del ritardatario, gli animali fatti con palloncini fottutamente stridenti e imitati in maniera imbarazzante da una delle due ragazze presenti e la topica richiesta: Ah, specificate sul foglio se siete disposti a vestirvi o no. Impassibili di fronte a tutto solo io, la selezionatrice alle mie spalle sempre sul mobile a ciondolar le gambe e il simil-Vaporidis. Ma in me ribolle un tumulto interiore che contengo, poi contengo e non contengo, e alla fine non contengo: con la cozza che saltella e gesticola a mille, limpanicata di fronte che mi accorgo assomigliare in maniera clamorosa a Pollon e le cazzate che volano come UFO in Arizona, sono sulla soglia del non ritorno, con gi i muscoli facciali ipercontratti e una mano davanti alla bocca nel tentativo di conservare una parvenza dinteresse e seriet. Ma mi autoinfliggo il colpo di grazia, degenerando in pensieri perversi su come potenziare il servizio dellazienda in merito alle feste di compleanno, vedendomi gi contattare le peggio pornostar per farle bussare alla porta vestite da poliziotte, oppure offrendo a costo zero un paio damici di quelli sempre allupati per party piccanti per donne negli -anta. Sicch sbotto. Ma sbotto potente, con le guance che mi si gonfiano alla Louis Armstrong e il corpo che si protende in avanti per far suonare una di quelle risate che raschiano gola e palato e si spiaccicano in faccia a chi hai di fronte. Mi salvo in calcio dangolo grazie allinvolontario e perfetto tempismo della cozza, la quale mi precede di un soffio nel cacciare una battuta. Quindi, in mezzo secondo che noto solo io, si finisce col credere la mia risata dovuta alla sua strabordante simpatia. In realt i motivi sono ben altri, e meriti e colpe vanno attribuiti alla mia mente, la quale ha cominciato a funzionare come palliativo a questora agroassurda, irrorandomi di immagini tra il ludico e il sadico per non lasciarmi preda facile dello sconforto. In unulteriore manciata di lenti minuti salta fuori che prima di essere resi operativi obbligatorio seguire un corso di formazione in partenza lindomani e della durata di un paio di settimane, il cui primo step sar la manipolazione dei palloncini e il secondo lillustrazione delle dinamiche aziendali e del trattamento lavorativo. Il dilemma che mi assale se alle spalle di ci vi sia una logica aziendale di fatto illogica o se il forgiare pseudo-barboncini e farfalle da pezzi di gomma gonfiabili sia effettivamente unarte tanto essenziale quanto delicata, la cui iniziazione perci da intendersi priorit assoluta. Come 106

se non bastasse, ci viene detto che una volta terminato il corso sar necessario fare una o due giornate di affiancamento a titolo gratuito, per vedere se il lavoro vi piace. Lavoro, tra laltro, da quello che scorgo spulciando lopuscolo appena consegnatoci, pagato mediamente altro che settanta Euro: dieci o quindici in meno e per giunta lordi, con rimborsi pasto in caso di tour a stento sufficienti per comprare una scatoletta di Whiskas o un osso di seppia se e venerd. Sentendomi in unaltra galassia rispetto alla causa, mi levo lo sfizio di scrutare pietosamente le facce degli scemi che per un lavoro del genere si prostreranno alla trafila, per poi finire fra quasi un anno in un centro commerciale camuffati da elfi, sognando un posto da Babbo Natale con gli scatti danzianit. Per la serie I have a dream. Cala a questo punto un fatidico attimo di silenzio, il gong muto di ogni incontro mal gestito. Non c pi niente da dirsi e ci si guarda tutti in faccia per un istante. Con un Bene abbastanza. Chi vuole ora pu andare la cozza decreta la fine dellincontro. Io, tutto in dieci secondi, do un occhio agli altri che non accennano a muoversi, decido di essere colui che romper il ghiaccio sempre perch quello vestito meglio-, rimetto il tappo alla biro usata per compilare il modulo e dopo un cenno dintesa, lunico che la cozza possa ottenere da me nel suo intero decorso esistenziale, saluto con una stretta vigorosa, un ciao bello marcato e me ne vado. Sul mio questionario, come da richiesta, la specificazione: disponibile a vestirsi. Perch anche se alla canna del gas, certe cagate farle nudi davvero troppo.

Appendice Per quanto riguarda il finto cameriere, tra un discorso e laltro nellultima fase del colloquio sono riuscito a far cantare la nostra cara amica col cacao sotto i baffi: Il finto cameriere uno che va ai matrimoni o ai compleanni o alle feste e a volte il cliente ci chiede di non dire nulla, altre volte alla fine viene svelato tutto. Comunque lui va e deve far finta di non saper fare niente, tipo rovesciare tutto o non capire mai le cose, sbagliare, fare confusione o robe strane. Una volta ad esempio ce nera uno che si era messo a versare il vino con un colino sotto e tutta la gente che lo guardava come dire Ma questo che cacchio fa?!. Divertentissimo, perch quando poi ad un certo punto si svela che era tutta una finta, allora spesso e volentieri diventa il beniamino della serata, con tutti che gli fanno i complimenti, lo invitano a sedersi e ridono Ha-ha-ha. Se invece i clienti decidono che non si deve sapere niente, allora la cosa rimane segreta e tutti poi vanno a casa dicendo Oh, ma hai visto quello l cosa combinava?! Ma dove siamo finiti?! Ma che gente c in giro?! Robe da pazzi!. Quindi un lavoro un po cos, dove tutti ridono perch combini delle cose che non stanno n in cielo, n in terradivertentissimo! Gi, infatti, divertentissi-issi-missimo. Purtroppo per la faccia non si cambia come la cover a un Nokia. Se vuoi sputtanarti la sola che chai, fallo te, va

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21 STRATEGIA ISLAM

Raccontare ieri sera ai miei come sia andato il colloquio ha smosso del magma. La differenza che ho notato nei loro occhi su una vicenda che normalmente pi che ilarit non dovrebbe causare mi ha fatto capire una cosa: qui passato tempo. E passato tempo e anche loro cominciano ad interrogarsi. Le disavventure non fanno pi cos ridere, a tre mesi circa dallanniversario di laurea. Particolarmente scosso mio pap a quanto sembra, visto che mentre estraggo dalla pentola due piatti di pasta al burro in questo mezzogiorno per soli uomini, lo vedo cercare in tasca finch non salta fuori un biglietto scritto a penna. La sua calligrafia, un numero di telefono e un nome: Gabriella Ronchi. E la direttrice della Conferlegno. La sede qui in zona, a dieci minuti Roba seria o che?. Dopo ieri mi si permetta lo scetticismo. S, ehm, s. E in imbarazzo, forse il mio tono stato troppo caustico. Parliamo del consorzio pi grande dItalia per le aziende che trattano legname Bel colpo allora, grazie! Com saltato fuori sto contatto? La Ronchi la conosco da anni, dove lavoravo prima era di casa. Anche adesso comunque la si vede spesso venire a parlare coi capi. In che maniera mi devo porre con lei, quindi? Beh, come hai gi fatto con gli altri tizi: da un lato puoi dire dellidea dei servizi linguistici per fiere eccetera, dallaltra tieni conto che puoi anche chiedere se sa di qualcuno alla ricerca di un laureato con determinate caratteristiche. Rappresentando la Conferlegno conosce tutti, ma davvero tutti Allora pomeriggio la chiamo. Promette bene!. Sono contento che mio pap abbia preso questa iniziativa. Mi sento orgoglioso, questo contatto lo considero come un regalo. Un po mi sento anche preso per il culo a dir la verit, come ad aver ricevuto un pacchetto che giaceva nellarmadio da mesi. Non potevi darmelo prima? Meglio che mai, comunque. Ora metto un po di grana sulla pasta e il mio piatto forte va gi che un piacere, un massaggio allo stomaco per entrambi. Oh pa, comunque guarda che se sta tizia mi dice di chiamare il Pagani, io la sfanculo al volo!. Risata. Mio padre bene al corrente di chi si stia parlando e sebbene oggi lo si canzoni e basta non era cos in passato, quando il dottore degli arricchiti gli aveva promesso un posto di lavoro. Una vicenda complicata, con lex principale di mio pap che muore durante una scalata sulla Grigna, la ditta a conduzione familiare allo sbando, il Pagani che si propone di ritirare tutto ma poi prende solo il legname a prezzo stracciato e si rimangia la parola sul mantenere la sede e assumere i tre operai. In poche parole entr dal cancello come samaritano e ne usc da sparviero. Non ho mai portato largomento sulla pubblica piazza, ma sono comunque sei anni che evito accuratamente di metter piede in casa di Carlotta e di presenziare alla classica grigliata estiva foraggiata da Mister Miliardo. Pensino quel che vogliono, frega un cazzo. E il Pagani ringrazi il suo dio che mio pap abbia trovato molto in fretta un altro posto, altrimenti lo sarei andato a prendere per il bavero in quel bar dove ogni sera fa la star dei Campari offerti. Rispetto ai pi anziani un paio di coglioni, con noi che stavamo pagando il mutuo e io che costavo pure la retta di quel diamine di linguistico che tanto avevo desiderato. Un buon pranzo, un paio di risate con mio pap, ma tutta questa storia a riproiettarsi dentro la mia testa. Sottofondo lieve e fastidioso, come una TV a mezzo volume che, anche se non lo vuoi, capta la tua attenzione pi di chi hai di fronte. 108

Aspetto met pomeriggio e lancio la chiamata. Ne esce un appuntamento per domani. Mia mamma rincasa che ormai ora di cena ed ecco una seconda novit. Davvero si vede che ieri sera li ho allarmati come mai prima. Ho pensato a una cosa Cosa? C questa signora che viene in ambulatorio da diverso tempo. E una che lavora in una grossa azienda di arredamento qui in zona. Facendo due chiacchiere oggi le ho accennato di te che ti sei laureato e stai cercando lavoro Arriviamo al dunque. Con mia mamma sempre necessario invitare a stringere. Insomma, mi ha detto che se vuoi puoi farle una telefonata Bene! E io le ho detto che lavresti chiamata stasera alle nove Eh?! Mamma, io stasera alle nove sar da Daniele nel mezzo dei lavori. In studio da lui il cellulare nemmeno prende!. Ne esce una discussione accesa, col mio destino comunque segnato fin dalla prima parola senza che nessuno me lo ripeta. Non mi resta che fare uno squillo a Daniele, spiegare la situazione e annullare, manovra che mi d un fastidio immane sia per quello che avevo programmato di concludere, sia per il bidone che gli devo tirare. Manco avessi un colloquio con Bill Gates. Ah, e il nome di questa tizia? Non lo so, dice mia mamma. Stai scherzando? EhmGiardi, il marito di cognome fa Giardi Ma lei come si chiama?! Signora Giardi. Oltre la serata guastata, ora mi tocca pure essere incerto sul nome della persona a cui devo presentarmi. Mentre sbollisco lincazzatura e guardo un TG si fanno le nove. Buonasera signora Giardi, sono Mattia. So che si era messa daccordo con mia mamma affinch la chiamassi stasera. Affinch. Forbitissimo. Bella partenza. Ah, ciao Mattia!. Suona disponibile. Dimmi pure, stai cercando lavoro mi diceva tua mamma, vero? S signora, le spiego, la situazione la seguente: la scorsa primavera mi sono laureato, il mio percorso di studi sempre stato improntato sulle lingue straniere fin dalle scuole medie e ne parlo quattro Ah per, complimenti. Quali? Inglese, tedesco, francese e spagnolo Cinese o russo niente? Noalmeno non per ora. Quasi mi sento in colpa. Peccato, peccato. Comunque, mi dicevi? I miei studi universitari hanno contemplato anche una base di materie economiche e giuridiche, come anche una buona dose di materie umanistiche Marketing lhai fatto? No, non era in programma. Ho fatto Economia Aziendale e Economia Politica Ahe quindi, in sostanza, tu cos che vorresti fare?. Questa conversazione comincia a farsi spigolosa. Allora, sinteticamente: io vorrei fornire servizi linguistici alle aziende, ad esempio per le fiere, da libero professionista; oppure accetterei volentieri anche un posto come, diciamo, esperto linguistico aziendale o qualcosa di simile. Rendo lidea? Accetteresti una posizione come junior account? 109

Ehmdipende un po dalle specifiche. Mi cavo fuori dal guano cos, facendo il finto selettivo. Junior che? Saresti disposto a partire? Tendenzialmente s, poi dipende sempre. Non dalle specifiche, stavolta. Perch il nostro CEO sta costituendo un team per tre nuovi sales point negli States. Ah, interessante Ed eventualmente ti potrei far presente per quello di Los Angeles Fantastico! Ma tutto questo, allincirca, in quanto andrebbe in porto? Se piaci allHR senior partiresti fra due settimane. Come a prendere un vetro in bicicletta. Gomma che sfiata, fine del giro. Va bene la gavetta, la flessibilit e Los Angeles. Ma qui ho un programma radio per cui mi sono dato da fare per anni, un disco ormai pronto dopo infinite acrobazie e tutta una serie di altre piccole e meno piccole cose. Andare negli USA fra due settimane e chiudere di botto? Stavolta lo dico deciso: no. Ho preso impegni con me stesso e con altri, non posso uscir di scena in questa maniera. Con molta educazione ringrazio la signora Giardi, spiego che in questo preciso momento non me la sento di puntare su un cambiamento cos drastico e la telefonata si conclude. Rimaniamo che mi ricontatter nel caso si presentassero opportunit presso la casa madre in Brianza, ma il tono di voce mi fa capire che non ci sentiremo pi. Chiss, magari saspettava andassi almeno a colloquio, o forse il mio tono non stato dei pi gratificanti di fronte a una chance per la California. Chiss. Io comunque credo di essermi comportato correttamente nel dichiarare ci fosse subito un problema per me insormontabile. Lho fatto con buone intenzioni, tanto per non far perdere tempo a lei ora che sono le nove e mezza di sera, quanto per non far perdere tempo al resto dellentourage nellesaminare la mia candidatura come junior account (junior che?). Sebbene il programma della serata mi sia saltato per un nulla di fatto, sono grato a mia mamma. Voleva aiutarmi. Mi monta progressivamente un senso di difetto per aver lasciato cadere la proposta, per non aver anteposto il lavoro a tutto come di costume fra i lombardi. E qualcosa di talmente radicato nel DNA di queste latitudini che seppure il cuore mi confermi di aver fatto la scelta giusta, in questo momento mi sento dannatamente biasimabile per non essermi immolato sullaltare del lavoro. E se non ricevessi altre proposte per chiss quanto? E se questa fosse stata la svolta? E se, e se, e se. Avanti cos anche dopo aver riportato il succo della conversazione a mia mamma e averla vista sospirare, non per incolpare me ma perch di fatto ne andata buca unaltra. Io mi ritiro in camera, i post-it mi ricordano che devo ultimare un articolo per il magazine e la traduzione di unintervista per la radio, ma fra labbattimento e il nervoso che mi vibrano in testa non posso fare altro che mettermi a letto, spegnere la luce e tirare silenziosamente lindomani. Altro giro, altra corsa. Dopo una notte a rivoltarmi nel letto ora la mattina di Conferlegno. Non sono uno che carbura presto ed avere un appuntamento prima delle dieci non gioca a mio favore. Ad ogni modo faccio il mio ingresso puntuale, forte del mio solito look casual, e incontro questa donna sulla sessantina che mi si presenta solo per cognome: Piacere, Ronchi. Io invece uso il nome. Il posto non grande, tutto si svolge in un centinaio di metri quadri, ma lufficio della Ronchi ne prende quasi la met. Ho anche io una comoda sedia sulla quale adagiarmi e passare alla consueta introduzione. Lei mi ascolta con per quel fare di chi ha gi in mente quello che ti vuole dire, e quando prende parola mi fa ben capire che non sia la prima volta che qualcuno le si rivolge in cerca di unidea, un contatto, un dirottamento verso aziende facenti capo al suo consorzio. In particolare mi descrive le situazioni di tre 110

persone che tramite lei hanno trovato spazio in tre delle pi importanti aziende della zona. Capisco chiaramente che qui in giro funzioni cos: le interinali servono a poco se non a grattare il fondo sottopagati, seminare CV a spaglio un massimo sforzo da minimi risultati e quindi evidente che la via sia quella di essere presentati da qualcuno. Non si tratta di essere raccomandati, si tratta di essere segnalati: se la Ronchi alza il telefono e parla di me ho sicuramente molte pi possibilit che a sollevare io la cornetta o a recapitare une-mail al medesimo destinatario. Pur se ci fosse lidentico bisogno di avere uno come me a bordo, tramite la Ronchi le probabilit di successo simpennano. Anche se di fatto non mi conosce e potrei essere qui a condirla daria fritta. Lei conosce mio pap e tale fattore mi ha portato in questo ufficio, qualcun altro conosce lei e tale fattore mi pu portare in un altro ufficio. E cos via, perci sta tutto nellavere la fortuna del beccare lanello di congiunzione migliore passo dopo passo. In base a ci, il prossimo livello della mia strategia dovrebbe essere andare a spremere tutti, dagli zii ai vicini di casa, per far saltare fuori lamico degli amici che conosce Tizio e Caio. Peccato che con mosse del genere io sia rimasto pi che scottato proprio col primo lavoro, reperito ai tempi del liceo tramite mia mamma che parl a mio zio, mio zio che parl alla sua futura sposa e la futura sposa che parl a dei suoi conoscenti: il tutto per passare mezza estate a sentirmi epitetare nelle maniere peggiori del vocabolario brianzolo e subire alla fine anche lo smacco di una retribuzione minore di quelle da semaforo. Un dramma che ebbe lultimo atto proprio al pranzo di nozze di mio zio, dove con poche ma mirate parole freddai il mio schiavista, giunto al tavolo per la beffa estrema: U Mattia, allora, li ha gi finiti tutti i soldi?. E credeva di far ridere, invece lo rimandai al posto con la coda fra le gambe e la faccia paonazza. Mio zio e sua moglie, a posteriori informati di quello scambio di freddure, addirittura si mostrarono in disappunto per la mia reazione. Invece di ringraziarmi per non aver trasformato il ricevimento nuziale in un film di Bud Spencer. Capii molte cose da quella vicenda, fra cui il rischio del coinvolgere parenti e compari nelle mie ricerche di lavoro. E chiss se per pura sopravvivenza tale rischio mi trover costretto a doverlo correre di nuovo. Gi ora che i miei genitori si sono messi in mezzo mi sento come a maneggiare vetro soffiato. La Ronchi procede con parecchie divagazioni professionali, interessanti in s ma del tutto accessorie allincontro. Dopodich, avendo di fronte una persona coi tentacoli su un numero molto alto di aziende, comincio spiegando la mia proposta dei servizi per fiere, congressi, traduzione ed interpretariato, eccetera. Non lo so, Mattia. Ormai si fa tutto in inglese e linglese lo sanno tutti, mi sento dire. Mi permetto di obiettare. In primo luogo, se solo ieri sera mi stato chiesto se avessi studiato cinese o russo vuol dire che non c esigenza di parlare solo linglese. Non che non lo sapessi gi, perch s visto ampiamente in fiera e in mille ulteriori situazioni quanto non si viva solo di quello. E poi laltra grande fandonia che tutti conoscano linglese: tutti conoscono due parole dinglese, ma gi doverle mettere assieme sensatamente taglia fuori met della popolazione. Figuriamoci quel che viene poi. Chiaramente la Ronchi si becca la versione cordiale della mia opinione, ma se la sua la voce dellindustria del legno italiana siamo messi maluccio. Avrebbero cos bisogno daiuto da non rendersene nemmeno conto, ma mentre continuano senza volerci sentire da questo orecchio la mia utilit non viene compresa. E senza pagnotta ci resto io prima che loro. Promessa une-mail con curriculum in PDF e un riassunto su questa tua idea dei servizi che si gi capito non andr da nessuna parte, sulla via di casa decido di completare il tour di Maometto che va alla montagna con unimprovvisata allassociazione degli artigiani dellex-legnam Minotti. Altro giro, altro consorzio.

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Ci ricavo un caff e poco pi. Fa sempre bene rinfrescare la memoria alla gente ma adesso come adesso non c nulla da mungere. In caso di bisogno ti abbiamo in mente eccome, Colombo. Non ci sono tante persone come te qui in giro a parte le due interpreti con cui collaboriamo da anni. Maledetta madre natura, mhai fatto troppo giovane. E tantomeno le tue montagne vengono a me. A casa adesso, in tempo per metter su la pasta al burro. Per tutti e tre stavolta. Messaggio di Daniele: Se stasera vuoi passa in studio, sono libero. Avanti: a questa montagna ci vado e me la prendo.

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22 CIAK, SI GIRA Grande tour stamattina: vasca fino in Porta Genova a Milano, dopodich vasca allindietro verso il set. Finalmente ci siamo, nelle ultime due settimane il disco stato ultimato e oggi si gira il video del singolo. A pochi minuti dal mio debutto di fronte agli obiettivi non ho per nulla il fare spavaldo da star. Sono infatti preoccupato di arrivare con le occhiaie per colpa di questo sforzo mattutino e firmare il mio debutto con una faccia da Zio Fester. Ore otto e quindici dellultimo sabato di gennaio, quattro frecce in sosta vietata e mano che sventola verso il primo elemento da recuperare. Cellulare che mi squilla dopo un attimo e aggancio la seconda persona. Inversione a U cento per cento illegale, strombazzata a dei pedoni troppo sicuri dei propri diritti sulle strisce e via rapidi verso la superstrada. Con me a bordo A.B. e Guenda, rispettivamente il soul-singer underground pi versatile dello Stivale e una giovane fotomodella studentessa di recitazione. Il primo lo conosco da un paio danni e oggi presente in virt della partecipazione ai ritornelli; la seconda invece mi conosce di persona da meno di due minuti, semaforo arancione incluso, ed forse bene che sollevi il piede dallacceleratore prima che mi chieda di farla scendere. Come cavalieri daltri tempi, io e A.B. facciamo il necessario per coinvolgere Guenda e farla sentire da subito parte della ciurma. E stata molto gentile ad accettare la mia squattrinata proposta, nonch estremamente corretta nel presentarsi stamattina. Sinceramente era laspetto che pi mi preoccupava, ma ora che sul sedile posteriore posso tirare un sospiro di sollievo. Per ringraziarla alla mia maniera, rispondo al suo Allora, avevo tanta concorrenza? con un pittoresco resoconto del Cercasi ragazza acqua e sapone per videoclip musicale lanciato poco prima di Natale nei forum delle universit milanesi. Guenda guarda, ti dico solo che mai pi metter un titolo del genere a un annuncio Perch?! Perch ho scoperto quanto il concetto di ragazza acqua e sapone sia flessibile per luniverso femminile Hai ricevuto tante risposte allannuncio? Il punto non quante, ma che tipo Racconta!. Ci sta prendendo gusto. Quel che ho testato che non esiste ragazza sul globo terracqueo che non si reputi acqua e sapone. Dal fenotipo Gerini-Jessica di Viaggi di nozze lo si fatto strano fino a candidature dimostranti quanto la variegata umanit dei provini dei reality non sia linvenzione di perversi autori. E le foto inviatemi, poi: cresime, comunioni, fuori fuoco, controluce, dimensioni da icone sul desktop e via discorrendo. Di tutto. Per questo, Guenda, che alla fine ho avuto pochi dubbi. Sinceramente parlando eravate in lizza tu e unaltra ragazza emiliana che studia qui. Siete state le uniche a presentarvi nella dovuta maniera e a farmi avere foto che si potessero chiamare tali. Lascia perdere che fossero scatti da book perch effettivamente entrambe fate le modelle, ma la differenza di base stata potermi fare unidea di che persone foste. Negli altri casi c mancato solo che marrivasse qualcuna immortalata in immersione con la muta da sub. Ora le devo un complimento: Vi ho incontrate entrambe, tu e questaltra ragazza, ma alla fine ti ho scelta perch mi hai fatto subito capire che saresti venuta a letto con me. Un secondo di silenzio. Risata mia e di A.B. ed ecco che dopo averla vista nel retrovisore sgranare gli occhi e impallidire, Guenda capisce la mia voglia dilarit e si lascia andare. Iniziazione ultimata, ora davvero parte di questo team. Passando al serio le dico che la vera differenza la sua esperienza con la recitazione, garanzia di avere di fronte una 113

persona con diverse modalit despressione e che soprattutto non diventi un blocco di ghiaccio davanti alle macchine da presa. Proprio per questo aspetto ho evitato di coinvolgere Mari, per la quale comunque i weekend sono problematici da gestire visto che anche oggi lavora. Abbiamo giusto fatto in tempo a passare un paio dore assieme ieri sera che era il mio compleanno, ma abbiamo dovuto chiudere sul presto visti gli impegni mattutini. E a proposito di compleanno, le due crostate che ho nel bagagliaio rischiano di essere andate in briciole grazie alla mia guida stile Bo & Luke. Me nero del tutto dimenticato, impreco fra me e me arrivando a destinazione. Giro di presentazioni varie e c tempo anche per un bel caff mentre aspettiamo il cameraman e laiuto regista. Max il capo delle operazioni e la sua compagna Elisa cura gli allestimenti grazie ad un occhio da artista e uno da donna, fattore sempre fondamentale. Scopro con piacere che il borsone coi miei cambi ha fatto da cuscino alle torte, ancora commestibili. Tempo un quarto dora e ci siamo tutti. Gi una fetta di crostata a testa con tanti auguri a me da parte della truppa, quindi Max e il suo braccio destro Nicola svelano il piano dazione: ci gestiremo fra un ambiente neutro, lo stesso appartamento in cui ci troviamo ora e un parco a cinque minuti dauto. Mentre Guenda viene lasciata in standby a sfogliare Cosmopolitan e a far due chiacchiere con Elisa, io e A.B. veniamo condotti in uno spazio di una ventina di metri quadri completamente bianco. Ci siamo, il pezzo parte in sottofondo ed ora che sfoderi le mie migliori espressioni. Mezzore di prove davanti allo specchio, facce cool e facce da culo, ricordarsi una mimica e ricordarsi di evitarne unaltra, alloccorrenza anche video col cellulare per avere lidea del piccolo schermo. Lultima settimana lho passata cos, sentendomi ripetutamente un deficiente ma in qualche modo convinto che passarci attraverso fosse lo scotto da pagare per non bucare lo schermo con smorfie da ebete. In realt, finch il video non sar ultimato non c verdetto. Speriamo bene. Ciak dopo ciak dopo ciak passiamo allappartamento, dove entra in azione anche Guenda, infine con due auto ci dirigiamo al parco, location pi critica in quanto soggetta alla luce naturale e soprattutto a qualche possibile curioso. Troviamo un buon angolo di prato con alberi e, a parte un paio di riprese fermate per cani sguinzagliati e un pensionato ficcanaso, tutto fila liscio. E una bella giornata, soleggiata e pure clemente nella temperatura per essere fine gennaio. Niente condensa quando respiriamo, niente guance rosse, solo Guenda soffre una minima il freddo e quando si ricontrolla il girato le devo dare il mio giubbetto. Per scelta dimmagine abbiamo preferito non imbottirci con cappotti e piumini, optando per uno stile primo-primaverile che per in alcuni momenti mette in difficolt lei che pi freddolosa. Col calar del sole rientriamo alla base, riguardiamo tutte le riprese della giornata e per mio sollievo non sembro avere piazzato contorsioni maxillofacciali da Spud di Trainspotting. Prendendo in giro Guenda millantando una necessaria scena di nudo, optiamo per sfruttare anche la domenica in modo da avere pi materiale possibile e soprattutto il contributo di un ulteriore cameraman. Sbriciolando avanzi delle mie crostate, passiamo ai saluti e ci diamo appuntamento allindomani. Io, dopo aver riaccompagnato non in Porta Genova ma direttamente a casa sia A.B. che Guenda, opto per rientrare, cenare leggero e dirigermi a letto. Devo riposare la pelle. Santo cielo, ho gi manie da teen-idol. Comunque bella giornata. Buona la prima. Otto e un quarto ancora, Porta Genova ancora, ma senza quattro frecce. A.B. mi salta in macchina con un cappuccino del take-away e sprofonda nel sedile. Scruto lorizzonte calmo della domenica mattina. Due minuti, tre minuti, quattro minuti. Io fuori dalla 114

macchina, cellulare che parte per raggiungere lorecchio. Neanche il tempo che A.B. finisca la domanda che io sono gi nel panico. Ma a che or.. Porca puttana, ha il cellulare staccato! Cazzocasa ce lhai? Ovvio che no. Lunica tentar da Internet, alla disperata Allora chiamo Marta a casa e glielo dico. Hai la mail o andiamo di Facebook? Facebook. La mail era strana, non me la ric. Chiamata in entrata. Mattia ciao, sto uscendo adesso, scusa Mannaggia Guenda, mhai fatto perder tre anni di vita! OK comunque, quanto ci metti? Venti minuti Dai, daccordo. Non fermarti a guardar vetrine, mi raccomando. Mentre recupero gli anni persi dallo spavento andando anchio a prendermi un cappuccino, chiamo Max per avvisarlo del ritardo. Errore: Max stava ancora dormendo. Beh, buongiorno signor regista, tu ed Elisa avete giusto il tempo di docciarvi e far colazione prima che arriviamo. Passa unora e ci siamo. Citofoniamo e si entra. Allappello mancano ancora i due cameramen, quello di ieri e quello nuovo. Mentre Elisa commenta con Guenda alcune riviste di design sorseggiando un caff, A.B. fa ascoltare a Max qualche suo pezzo discutendo di possibili video. Mi fa piacere esser il trait dunion fra due persone cos talentuose: Max pu ottenere pi esposizione oltre che ulteriori entrate, A.B. video ben fatti a costi contenuti. Io invece ho loccasione di fare due chiacchiere con Nicola, che si rivelato essere pi un regista in seconda che solo un assistente. Ci conoscevamo gi per vie traverse, perch anche lui fa il mio stesso genere di musica e ha pure una buona nomea. Parliamo per di lavoro e tocca a me svelare la prima carta, con panoramica sul casino generale dellessermi laureato gi da un bel pezzo ma trovarmi ancora praticamente a spasso. Farcisco la pietanza con racconti di fiere e di reception, tenendoci a sottolineare pi per me stesso che per il mio interlocutore- quanto le seconde mi servano solo come tampone. Si ride un po, ma lumorismo termina quando la sua volta di vuotare il sacco. Non mi chiaro se si sia diplomato o se gli manchi pure quel pezzo di carta, ma sapendo che negli ultimi anni ha vissuto a Perugia credo sia pi plausibile che ci sia andato per scopi universitari variati nel mezzo. Di due cose sono comunque sicuro: Nicola non laureato, ma Nicola un ragazzo in gamba. Non che per essere in gamba si debba avere una laurea, per parliamoci chiaro: essere nati negli Ottanta, italiani, e oggi non avere quel pezzo di carta significa nella maggior parte dei casi non avere un cervello nemmeno da diploma (anche se poi diversi passano lesame di maturit grazie al fare pseudo-umanitario delle commissioni), oppure aver compiuto la scelta kamikaze del non intraprendere o portare a termine un percorso universitario. Cause di forza maggiore che giustifichino linterruzione della rotta verso una triennale sono pi uniche che rare. Ad un ragazzo in gamba, quindi, qualcosa devessere successo. Su questo per Nicola soprassiede, dicendomi solo che da qualche mese tornato a stare coi suoi, a pochi minuti da Varese. Ora lavora nel magazzino di una grande industria di solventi chimici. Lunico italiano del reparto. Da quanto riporta emerge unimmagine di bestialit. Gola che brucia, occhi che lacrimano, Legge 626 e mani livide. Bidoni da sollevare, muletto, bancali, cartellino, folate dacido. Emicranie, busta paga, schiena rotta, tuta antiabrasione. Straordinari, mille Euro. Se sei qui perch hai dei problemi. Tienili fuori fu la frase di benvenuto del caposquadra. A questo punto Nicola scende nei dettagli, ma non lo seguo pi. Sono bloccato tra ci che mi ha riportato e il vederlo qui, oggi e ieri, che indica, consiglia, motiva, si confronta e cita

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battute e nozioni tecniche di capolavori del cinema da Roma citt aperta a Fa la cosa giusta. Mentre annuisco ritmicamente per mascherare la disattenzione, cerco di capire cosa io possa fare per dargli una mano. Dieci video con Max? Non ho i soldi. Portare dieci amici da Max? Non ho dieci amici che facciano al caso. Dare a Nicola il numero di Damiano o Gerardo? Qui mi blocco: la pi sensata delle opzioni, ma non posso. Lho gi fatto con Alessandro ed erano tempi diversi, credevo avrei spiccato il volo a breve. Invece sono ancora qui, impantanato senza scadenza, dipendente dalle loro chiamate, che mi abbevero alla loro fonte. E uno schiaffo secco comprendere che se tentassi di aiutare Nicola finirei rischiando dinguaiarmi. Non posso dividere la brioche come quando un amico alle elementari si scordava la merenda. Fuori fa freddo, oggi nel mondo dei Duemila e oggi nel mondo degli adulti. Vita tua pu voler dire mors mea e allora, fratello, ti guardo come fossi me stesso, quellidentico me stesso lasciato in disparte, che non riesce a collocarsi, che non trova un appiglio. E il dolore pi grande, credimi, non poterti soccorrere. Tu per vai, corri, sputa sangue e spacca tutto, perch sei come me, anzi sei me, quindi me lo dice listinto, la voce del cuore unita al cervello, che non meriti nulla di tutto questo. Potessi ti darei, ma non posso. E non serve pregare, non serve un in bocca al lupo; servono opportunit, soldi, contatti, favori se il caso. Io sono bloccato, di pietra, una statua pericolante e non c mano che possa tenderti senza rischiare di ritrovarmi in pezzi. Tu per, fratello, corri. Corri come vorrei dire a me stesso di correre, come vorrei vedere me stesso correre. Devo andare in bagno e sciacquarmi la faccia per riprendermi. Al ritorno il team si completa e nel giro di breve si parte con la seconda giornata sul set. Scorre tutto alla perfezione, ognuno fa il suo. Rispetto a ieri siamo tutti pi amalgamati. Girassimo un video al mese saremmo una macchina da guerra. Tra un ciak e laltro si mangia qualcosa, si scambiano pareri sugli argomenti pi disparati, si scherza anche. Nel tardo pomeriggio le riprese si dichiarano concluse ed ora a Max serviranno grosso modo tre settimane per il montaggio e lelaborazione grafica. Non c problema, con quel poco che posso mettere sul piatto capisco bene che debba dare precedenza ad altro, e dopotutto io non ho necessit fulminea di avere il video. Nel mentre ritirer il disco dalla stamperia, preparer i comunicati per TV, radio, siti e riviste e tradurr il tutto anche in inglese per alcuni contatti mediatici internazionali. E solo linizio, insomma. Spazio per la noia non ce n. Ci scambiamo tutti un abbraccio e una stretta di mano guardandoci negli occhi. E stata una due giorni molto positiva, ora non mi resta che riaccompagnare Guenda e A.B. e poi potr rilassarmi di fronte alla mia classica pizza domenicale. A domani ci pensiamo domani, per intanto teniamoci in tasca la soddisfazione di oggi e di ieri. Stai per svoltare direbbe qualcuno, io invece non dico niente. Si naviga a vista, marinai. E si rema intanto, si rema e basta.

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23 FUCK YOU, PAY ME! Non mi erano mai giunte belle voci in merito, ma tant. Le lingue ho studiato e le lingue vediamo di far fruttare. Insegnare, perch no? Di consegnare ripetizioni a domicilio storicamente non ho mai avuto voglia: i maschi che non cazzeccano sono in generale delle belle teste di legno, le ragazze invece dei discreti cessi (quelle in grazia di Dio le ho viste spesso sistemarsi facendo le moine al prof di turnoe poco importava se di unaltra materia, tutto faceva brodo in consiglio di classe). Dulcis in fundo, la Corte Suprema delle Mamme Petulanti sarebbe capace di mandare al patibolo anche il rettore di Oxford in caso di ulteriori disfatte per la creatura. Sti gran cazzi. Invece cos la sonata cambia: scuola dinglese privata, situazione che dovrebbe espormi meno in prima persona e potenzialmente offrirmi i mezzi per fare bene, essendo la soddisfazione del cliente il motore di tutto. Per questo allannuncio sul forum dei miei excolleghi studenti ho risposto al volo, nonostante la vaghezza del testo e il nome dimpresa mai sentito, quindi nessuna garanzia preventiva in un settore talvolta dimora di furbetti. Cos mi ritrovo ora, a distanza di ventiquattrore e fresco di doccia in palestra, con illuminato sul display un SMS Ti ho cercato risalente alle diciassette e quarantasette. Credo proprio sia dovuto alla chiamata di chi penso, visto il numero che identifica. Son passati cinquanta minuti, tentiamo lo stesso anche se col classico orario dufficio siamo ai supplementari. Suona libero. Ell, langueig scul institut. S, vabb dai, chiudiamo sta pantomima che chai 02 di prefisso e siamo in Italia. S salve, ho trovato una vostra chiamata circa unora fa ma avevo il cellulare spento, presumo che comunque mi cercaste per la risposta che ho dato al vostro annuncio sul f. Sunattimochelepassosubitolaresponsabile!. Neanche il tempo di chiudere la mia frase e capire la sua mitragliata di sillabe che gi la chiamata in viaggio verso un altro apparecchio. Sono stupito, pare che fossero tutti l in trepidazione ad aspettare che ritelefonassi. Hello Hello, Ive just seen your missed call. Stavolta non si scappa. Nonostante la mia interlocutrice si presenti dopo pochi secondi con un nome s internazionale, ma un cognome decisamente meridionale, la sua parlata credibilissima e so che mi conviene stare al gioco, perch di fatto gi partito il colloquio. Coi contenuti viaggio sciolto, faccio solo un po dattenzione alla pronuncia e cerco di mantenere un registro accurato mentre mi tocca riassumerle tutta la mia storia in materia anglosassone, dalla prima media alla prima pinta, arrivando alluniversit e giustificando inoltre perch a tredici anni feci una vacanza studio in Irlanda anzich in Inghilterra. Alla proposta di fissare un incontro in sede temporeggio con la scusa del dovermi fare locchio in agenda e le assicuro una mia e-mail, concludendo cos la telefonata conscio daver retto bene ma di fronte al classico bivio: se cercano un madrelingua han capito che non lo sono, se cercano uno che linglese lo sappia han capito che vado bene. Lindomani scrivo le-mail (sempre in inglese, questa la prova scritta) come azione inaugurale della mia mattinata al computer, ponendo per prima della disponibilit per lincontro una serie di quesiti fondamentali sulla posizione offerta, capitolo di non poco conto rimasto avvolto da una coltre di denso fumo di Londra nellesame orale del giorno precedente. 117

Arriva la risposta e qui comincia la saga. Purtroppo quando se n gi vista qualcuna si sa che, in generale e non solo sul lavoro, la gente si rivela sui soldi: quando scarseggiano, le reticenze spuntano come funghi in un bosco dove non c ombra di chiarezza, ma solo chiarezza che ci sia dellombra. Mi mantengo politically correct in un ulteriore messaggio. Giunge la risposta ed esaurisco il fair play: dolcezza, mo si gioca allitaliana. Ma col cazzo il catenaccio, tutti su e tiriamo pure per le maglie. A farmi imbufalire la sua risposta al mio suggerimento di essere pi trasparente in merito al tipo dincarico e al livello di retribuzione, poich mancassero i presupposti sarebbe inutile incontrarsi: Thirty minutes for a job interview is never a waste of time. Per te che sei l comoda in ufficio, magari, mezzora per un colloquio non mai una perdita di tempo; per me che invece vengo da fuori e dovrei passarmi unintera mattina nel traffico, la cosa cambia un bel po. Le lascio quindi lo sfizio di giocare in casa sotto il profilo linguistico, ma le faccio ben capire che la palla mia con une-mail sotto il segno del chissenefrega come va a finire, in cui nellidioma di Geri Halliwell controbatto senza remore. Carissima, vivendo a venticinque chilometri da Milano, questa mezzora mi richiederebbe tutta la mattinatae ci la renderebbe s uno spreco di tempo qualora le condizioni di base per questo (misterioso) lavoro non corrispondessero a ci che vado cercando. Nonostante le conversazioni, non so nemmeno quale potrebbe essere il mio incarico: insegnante? Tutor? Presidente? Uomo delle pulizie? Se il colloquio , come dice, per conoscersi, propongo allora che si vada a fare un bellhappy hour assieme: sono molto pi simpatico al di fuori degli ambienti di lavoro e sono sicuro sia lo stesso anche per Lei. Quindi, a Lei la scelta: mi pu far sapere le informazioni di base prima del colloquio, oppure pu decidere dove andare per questo happy hour. Cordialmente. I casi sono due, mi sono detto fin da quando lo schizzo di una risposta simile era partito: o non si fa pi viva, o finisce che sinnamora. Tempo un giorno e si fa viva, col suo nome che svetta in cima alla mia posta in arrivo e io che prima di cliccare mimmagino di tutto, da una possibile scenata da donna in carriera stizzita ad una sottomissione in stile Mariangela Melato in Travolti da un insolito destino. Leggo e noto con piacere che finalmente cade il velo di mistero attorno al tipo dincarico, che di personal tutor. Dopo questa fitta corrispondenza per mi sembra il minimo e anzi, eccola di nuovo utilizzare la scusa delle informazioni che non le sono ancora giunte per quanto riguarda nemmeno il compenso, ma almeno la fascia su cui ci si andrebbe ad assestare. Rincara inoltre la dose attraccando in una caletta rigogliosa di moralismo, tenendoci a ricordarmi che la societ che rappresenta internazionale, prestigiosa, con dei criteri di reclutamento del personale estremamente selettivi, improntati su un iter di pi incontri e bla, bla, bla. Stp! Il personaggio di Raffaella Pavone Lanzetti ha definitivamente scassato la minchia, cos Giannini abbandona il set stracciando il copione e gettando ai fichi dIndia i panni del rude 118

marinaio. Tanto la trama gi stabilita e levandosi dalle scatole ora si fa solo la grazia di evitare la figura del boccalone fissata di l a poche scene. Infatti indago sul forum nei due giorni successivi e da altri utenti emerge la verit: sei Euro lora, lordi. Costo del personal tutor per il cliente? Trenta lora, netti. Bye bye, baby.

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24 A LUCI SPENTE

Mari, non sono molto in vena. Possiamo rimandare a domani? Mattia, ma che succede? Che succede mi chiedi, Mari? Ti dico niente di grave, che poi ti spiegher ma di non preoccuparti, mentre ti saluto alla svelta e vado a letto, sperando tu non ci sia rimasta troppo male. Mi manca solo questo per finire completamente a terra. Domani, Mari, ti racconter che in questi ultimi giorni sono andato a ritirare i CD in stamperia e che Max mi ha avvisato che gli ci vorr un filo pi del previsto per ultimare il video, ma sta venendo molto bene. Probabilmente mi abbraccerai forte, poi mi farai un sorriso dei tuoi, grande, radioso come sempre, come quando ti facevo le battute al lavoro. Il lavoro, appunto. Mari, siamo al venti di febbraio, un mese e mezzo che non mi gira un incarico. E anche quando qualcosa marriva, sai bene di cosa si tratta. Mi sto innervosendo al punto di non riconoscermi, mi sta maturando dentro una rabbia carica di sarcasmo, di arroganza, sprezzante. E che ormai non so nemmeno dove trovare la pazienza. Magari in qualche dove dellego c uno scomparto per le emergenze, come la cassetta del pronto soccorso che i miei nonni avevano in bagno di fianco allo specchio. Ci fosse qualcosa del genere, laprirei di scatto e farei razzia; per non c niente, oppure non riesco a trovare niente, e mentre mi ripeto frasi sentite alla TV tipo Toccato il fondo, si risale mi sento come se in questo caso un fondo non ci fosse. Da bambino fantasticavo su cosa potesse succedere ad un astronauta caduto fuori dalla navetta, conseguenza dei filmati che vedevo nei telegiornali. Nonna, quanto grande lo spazio? Cucciolo, infinito. E se allora non riuscivo a capacitarmi del peso della parola infinito, oggi mi sento proprio come un astronauta che cade e va sempre pi lontano dalla navetta, dalla Terra, da tutto. Con il cosmo che lo inghiotte, col nero che lo prende. Lento, senza fondo. Anche se si vedono le stelle. Mi dirai che le cose cambieranno, Mari, ma io finir col pensare che non ti sia rimasta in bocca altra frase. A te come ai miei, come se tutto per natura fosse destinato a risolversi, come se tutti i conti fossero destinati a tornare. Sto perdendo la percezione delloggettivo, Mari. Domani te lo dir che mi ero fatto bene locchio sui risparmi e ancora tutto come previsto, ma tirare fuori i milleduecento Euro per le copie dellalbum, vedermeli uscire di mano, non sapermeli pi sul conto mi ha fatto quasi girar la testa. Grazie al cielo esiste la matematica, altrimenti sapere che fra qualche giorno dovr a Max circa la stessa cifra mi leverebbe il fiato. Pi che quanto ho dovuto lavorare per questi soldi, mimporta quanto tempo ho dovuto aspettare per averli. Quante telefonate, quanti viaggi avanti e indietro con Milano e quante rinunce, da un secondo paio di scarpe a un po pi di svago. Avessi la certezza, o almeno labitudine di unentrata mensile come nel tuo caso, Mari credimi, sarei ben pi tranquillo. Invece anche quando lavoro non so mai cosa maspetta poi. Nei miei panni il presente pesa il doppio. A questo punto mi dirai, ne sono certo, che dopotutto ho sempre chiuso i bilanci in attivo. Ti dar ragione, ma c una cosa che ancora non ti ho raccontato. La sera in cui tornavo dalla stamperia avevo in auto quaranta scatole piene di CD. Guidavo in maniera attentissima, perch ci vuole poco a rompere le custodie. A un paio di minuti da casa mia c un baretto che ha cambiato almeno una decina di gestori da 120

quando ero ragazzino. Non mi mai stato chiaro se ciclicamente questi giudicassero insufficienti le entrate o cosaltro, ma pi probabile che una volta capito che tipo di clientela si erano procurati volessero solo levarsi di torno. Capisci cosa intendo. Ecco, e di nessuno di quei clienti mimporta, per nessuno di quei tizi provo invidia. Sarei scemo ad invidiare gente che si fotte lanima al videopoker e cerca di rifarsi spingendo un po di fumo a dei quattordicenni. Poca roba quella. Girano individui di ogni tipo in quel posto, dai disperati, la bassa manovalanza, fino a quelli che li comandano, coi quali si sa che meglio non avere problemi. Nessuno di loro minteressa, per. Nessuno tranne uno: il Greco. Lo chiamano cos per la carnagione scura e i lineamenti spigolosi, che lo fanno sembrare un personaggio da anfora ellenica. E di buona famiglia, ha sempre vissuto in una bella casa, i suoi genitori vanno a messa tutte le domeniche. Non aveva bisogno dinfilarsi in certe storie, ma lha fatto. Mi chiederai qual il punto, Mari. Ti spiegher allora che mentre passavo di fianco a quel bar cera il Greco che fumava una sigaretta, vestito fottutamente bene, con un paio di scarpe e un giaccone che a inizio inverno mi sarei voluto prendere io. Invece niente, ero andato anche in alcuni negozi ma i cartellini avevano parlato chiaro: troppi soldi. E nei tre lunghi secondi in cui scivolavo via sullauto di mia mamma, il Greco se ne stava l, lui e lennesima bionda che gli sta appresso. Ti chieder di perdonarmi per il clich della bionda, Mari. Non minteressa la sua donna, non la conosco, spero non mi darai del sessista o nemmeno la butterai sulla gelosia perch sai che non il caso. Guardiamola da unaltra prospettiva: il Greco un bel ragazzo, si veste con stile, ha un mucchio di agganci, guida una Z3 e ha una fidanzata bellissima, probabilmente straniera, sicuramente una modella. Ritratto di un vincente, no? Bene, il punto che il Greco si aperto porte su porte non grazie allo studio, non grazie a una laurea, non grazie ad una passione tramutata in lavoro o ad unintuizione geniale. Semplicemente grazie alla coca. Chili di coca, scatole di coca. Chiss se avr provato anche lui a girare con quaranta scatole in macchina. Beh, sicuramente no: impossibile con la sua due posti. Ha qualche anno pi di me, ma di sicuro non tocca i trenta. E guarda cosha in mano, guarda come la gente gli sta attorno. Ha cominciato portando un po derba ai compagni di classe in prima superiore ed ora non c priv che conti, in citt come in provincia, in cui non si tiri la sua coca. E vai di vestiti, e vai di cene, e vai di BMW. S fatto qualcosa come due anni dentro ma non gliene fregato nulla. Una volta a piede libero ha ricominciato con le stesse manovre, gli stessi giri, le stesse facce. Gli stessi soldi. E allora, Marilena, scusami ma una cosa te la vorr chiedere, nonostante tu a questo punto proverai un senso di repulsione verso il mio discorso se non verso la mia persona intera: io perch non mando affanculo tutto quanto, tutto, da questi cazzo di CD alla radio, dalla laurea a quel fottuto mensile che tarda sempre a pagarmi due spicci, eh? Magari invece di perdere tempo per la gloria, per larte o per mandare CV alle aziende dovrei fare domanda dal Greco. Perch no? Qualche potenziale consumatore lo conosco anchio, specie nel giro della musica, dove la gente sembra si sia stancata di fumare marijuana e basta, perch non fa pi notizia, non fa pi bohme come una volta. Una bella botta di bamba per tutti, loro hanno il nuovo vezzo per sentirsi ribelli e io mi metto in tasca un paio di centoni a sera. Pulito, senza strafare come il Greco. Cinquecento Euro a weekend mi bastano, duemila al mese. Le troie se le prenda tutte lui, cos come le bottiglie nei priv, a me non interessano. Poi Mari, dimmi una cosa: ma se i nostri nonni e bisnonni trafficavano tabacco fra lItalia e la Svizzera e oggi di quegli spalloni conserviamo una visione quasi romantica, di innocenti ladri di mele, io perch dovrei sentirmi un criminale, una piaga sociale se spinto dalla stessa fame decidessi di oltrepassare il valico della legalit e piazzare un po di bianca nel naso di chi la desidera? La cercherebbero comunque quella roba, la prenderebbero comunque, ma da altre mani. E allora tanto meglio che finiscano a me quei soldi anzich ad un altro, perch rimane chiaro che io non vorrei mica campare a 121

vita in questa maniera. Magari mi ci sistemerei per le cose basilari, una macchina senza che sia come quella del Greco, vestiti senza che siano come quelli del Greco; tutto ad un livello meno appariscente, ma pi cose di quelle che ho ora, finendola di gravare sulle spalle dei miei e levandomi qualche sano sfizio ogni tanto. Una buona volta senza questa maledetta sensazione di acqua alla gola con la quale mi sveglio e mi addormento ogni giorno. Che male c? Che male ci sarebbe, Mari? Facciamo cos, te lo dico io stesso che male ci sarebbe. Quando ancora facevo le elementari, allultimo piano della mia palazzina era arrivata una nuova famiglia. Figlio pi o meno della mia et adesso, padre e madre della stessa et dei miei adesso. Mia mamma era stata subito amichevole, mentre mio pap, che conosceva quel cinquantenne obeso e con gli occhiali alla Funari per le voci che giravano in paese, ci avvert di limitarci ai saluti e nulla pi. Cortesia s, confidenza no, ci disse. Una mattina dautunno, alle otto meno venti ero pronto per andare a scuola e uscito dal portone aspettavo che mio pap portasse fuori la macchina. Vedendo che ci metteva pi del solito mincamminai verso i garage, bloccandomi alla vista di un carabiniere col mitra. Lo vidi fare un cenno dintesa col capo e dopo un attimo arriv mio padre. Mi misi la cintura senza farmelo ripetere, quella volta. Subito dopo chiesi come mai cerano i carabinieri, ma non vi era risposta precisa in quella circostanza. Il giorno dopo fu il quotidiano locale a informarci: Venticinquenne arrestato per spaccio. Il resto erano dettagli. Il nome, il cognome, lindirizzo, una foto della via. Pap, era uno spacciatore! Ma a me non sembrava cattivo, mi salutava sempre Non detto che fosse cattivo, infatti. E suo pap quello che non va bene, che sta in piazza dalla mattina alla sera. E uno che beve e che ha parecchi debiti, a quanto pare. Chiss, magari quel ragazzo lha fatto per cercare di aiutare la famiglia ed finito male. E pensa la sua mamma adesso come star, con un marito del genere e un figlio in prigione. Fu un discorso molto chiaro per un bambino, la prova quanto nitidamente me lo ricordi. E a una quindicina danni di distanza mi trovo ancora a pensare a sua mamma, a quella signora bionda che sorrideva salutandomi sulle scale ma al secondo sguardo che le davo sembrava sempre triste. Oggi so cosera quel riflesso opaco nei suoi occhi azzurri. E allora, Mari, facciamo che non ti dir niente di tutti questi pensieri quando ci vedremo. Mi basta ripensare a quella mamma per rivedere la mia, come anche te, come anche mio pap e tutte le persone che mi vogliono bene. La paura che un riflesso opaco nei vostri occhi possa essere colpa mia basta a calmarmi. Fossi solo magari mi lancerei, andrei a far mio tutto quel che c senza remore, senza etica, con una voracit da cane randagio, la bava alla bocca, la rabbia in corpo, i morsi come religione. Ma penso ai vostri occhi ed per voi che mi trattengo. Solo per voi.

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25 ARCOBALENO

Se gli dei stanno giocando a dadi sulla mia testa, a questo giro ho vinto io. Lo so, lo so, Certi giorni il sole batte anche sul culo di un cane direbbe Sidney Deane, ma ci si pu fare poco quando un minchione-coglionazzo come Billy Hoyle in zona magica. Lo giudicavano per il cappello messo allindietro, i calzini grigi e il look funky-deficient, ma lui aveva la fortuna che hanno gli irlandesisolo che non era irlandese. Io sono Billy Hoyle, oggi. Ne ho azzeccate quattro di fila. La prima avere il video in mano. Versione definitiva. I mille e qualcosa Euro meglio spesi della mia vita. Ora, mentre finalizzo gli accordi per mandare lalbum in distribuzione, lo sottoporr ad un paio di realt mediatiche di punta sperando ne esca qualcosa di speciale. Hoyle ne azzecc anche una quinta, la storia con me. Seconda: Gerardo mi ha chiamato per propormi un incarico continuativo, tre giorni a settimana in unaltra residenza universitaria. E terza: sono riuscito a spillargli dodici Euro netti lora, novantasei a turno. Lui era disperato e io un bel millino pulito pulito al mese me lo metto in tasca, al netto della benzina, della tangenziale e delle pizze che ordiner. Infine, quarta: come un segnale alieno giunto dopo anni di ricerche, ho ricevuto una chiamata da Damiano con offerta di lavoro per lufficio stampa di una delle fiere pi importanti dellanno. Da domani a domenica. Stessa paga giornaliera che prender con Gerardo, con per due-tre ore a volta in pi sul gobbo. Quindi proporzionalmente pagato meno che da Gerardo, ma se c una cosa che mi suona bene ufficio stampa. Dopo lesperienza con lambiente di Flavia e Roberto, stavolta la missione mi chiara dal primo minuto: entrare e propagarsi. Ogni contatto utile deve diventare mio. Gi dal briefing a cui mi appresto a correre dovrei capire qualcosa in pi su come muovermi. Passa il briefing in una bella sala conferenze del centro, passa una serata piacevole da A.B. che per la prima volta visiona il video, passano la notte, il risveglio e il viaggio ed ecco che mi ritrovo alla fiera, gi con lelmetto calato, pronto a tutto come un lagunare. Il primo giorno se ne va senza infamia e senza lode. Senza ruoli, anche. Tutti concentrati sui press-kit, da imbastire elemento per elemento come una sorpresa da ovetto Kinder. In seguito, le ultime due ore vengono spese a ricontrollare liste dinviti ad addetti stampa in modo davere unidea delle realt nazionali ed internazionali con cui sinteragir. Il secondo giorno mi viene servita una colazione amara. Tre team leader dellazienda organizzatrice cillustrano le aree di competenza per il supporto allufficio stampa: controllo accessi, accrediti, accoglienza e assistenza alla direzione. Certo che sarei finito in questultima mi ritrovo invece piazzato nella prima, con tanto di obliteratrice elettronica in mano. Ci rimango sbalordito, al punto di prendere da parte Damiano e chiedergli se ci sia qualche errore. Magari sugli elenchi uno scambio Mattia-Matteo, che ne so, oppure delle specifiche non fornite sul mio conto. Insomma: ufficio stampa di un evento internazionale e io mi ritrovo a obliterare tesserini? No no, tutto in ordine, mi dice. Passo un momento debollizione, poi penso ai soldi che ci sono in ballo, alle spese che ho avuto ultimamente e decido di solcare il tempo sulle ali del menefreghismo. Prendiamola come una noia pagata. Bip-bip, obliterer, sperando di non incrociare nessuno di mia conoscenza. Ci ritroviamo a venti minuti dallapertura ufficiale io e i miei due nuovi colleghi, con lordine di non far passare nemmeno il Presidente della Repubblica, ragazzi, perch qui sar un delirio. Gireranno anche dei furbetti di testate non accreditate. Ricordatevi bene: chi 123

senza il nostro pass non entra. E nessuno prima delle dieci. A dopo. Parola della direttrice di qualcosa. Nellaria c frenesia. Ho la sensazione che alcune informazioni importanti non ci siano state date, non ho un quadro molto chiaro su come si muova la giostra. Tuttavia capita sempre quando si in un ambiente e in un ruolo con cui non si ha ancora familiarizzato, perci non sto a dannarmi. Ricordiamoci sempre dove sono finito: bip-bip, bip-bip. Non c un gran margine di qualit del servizio che si possa offrire, dunque rilassiamoci. Due minuti dopo mi savvicina una donna sui trentacinque, che per come si pone mi fa scattare al volo un campanello dallarme. Carissima, tu forse mi prendi per un uccellabile ragazzetto da controllo accessi, ma siccome sono anchio un mezzo giornalista conosco bene gli espedienti per intrufolarsi ad eventi a cui non si invitati. Sebbene avverta un certo spirito di solidariet nei tuoi confronti, considerandoti una collega pi che coloro che mi circondano, non posso fare altro che attenermi alle direttive: Guardi signora, qui ancora tutto off-limits fino alle dieci. Non posso esserle daiuto. Sorride, ringrazia e se ne va. No, scusa?!. Il mio collega. Che c?. Mio sorriso spaesato. Ma tu a una giornalista rispondi cos? Che quella poi scrive un articolo dove questa fiera ci fa una figura pessima solo perch tu. Solo perch io cosa?! Sono esterrefatto. Lui va avanti. Nove e tre quarti e mi sto beccando una lavata di capo gratuita. Signorino, datti una calmata che: a) potresti dire la stessa cosa in maniera molto pi gentile; b) forse ti sei dimenticato quello che ci hanno appena detto; c) ho una certa esperienza nel filtrare i rompicoglioni (chiedere a Flavia e Roberto); d) ci scommetto un caff corretto Falqui che tu la prima volta che lavori. In fiera e forse anche in vita tua. Mi tocca rimetterlo al suo posto in maniera secca. E questione si sopravvivenza con tipi del genere: Tu non ti preoccupare e bada al tuo, che so quello che faccio. E se qualcuno viene a dir qualcosa, la responsabilit me la prendo io. Seconda ebollizione della giornata e nuovo record: non mera mai capitato di scazzare con un collega, per di pi cos rapidamente. Nel mentre si fanno le tanto attese dieci. Vedo che alle mie spalle tutti sono in postazione, dopo minuti e minuti con gente a correre da un capo allaltro. Ecco che cominciano ad arrivare i primi giornalisti, tutti con il pass. Saluto, bip-bip, saluto, bip-bip. Mi calmo gradatamente fra unobliterata e laltra, nel mentre i miei due colleghi scoprono di avere conoscenze comuni molto vicine e si gettano in un fitto dialogo sulle note di Ah, ma allora tu sei quello che. Io faccio levitare lanima fuori dalledificio. Bip-bip, bip-bip. A mezzogiorno meno un quarto capisco tocchi a me affrontare largomento pausa pranzo: Ragazzi, avete esigenze particolari per la pausa?. Ecco che scendono dal pero, neanche ci pensavano. Prima fiera per entrambi, non solo per il Signorino. Nella volont di un gesto di carineria, lascio loro la possibilit di decidere. Silenzio per un paio di minuti, buongiorno, bip-bip, buongiorno, bip-bip, e arriva il responso: Andiamo alle dodici e trenta. Andiamo? Eccoli Mim e Coc, premi Nobel per larguzia: siamo qui in tre e pensate di potervi levar di torno in due? Dichiarato vano il tentativo di maieutica socratica, si fa palese il mio dovere dimpugnare le redini: Ragazzi, ci possiamo anche prendere tre quarti dora a testa ma ognuno deve andare per suo conto, altrimenti la postazione resta troppo scoperta. Per quanto mi 124

riguarda, io avrei esigenza di staccare attorno alluna e mezza, voi fatevi pure locchio su cosa volete fare e poi ci gestiamo. Pulito verso di loro, efficace verso me stesso. Fossi stato il Signorino avrei invece sventolato la mano a indice teso, uscendomene con un No scusate?! E voi pensate di potervela svignare cos assieme? Che i giornalisti poi scrivono un articolo dove questa fiera ci fa una figura pessima solo perch voi. Quasi scoppio a ridere immaginandomelo. Bip-bip, bip-bip. Tutto procede placido e scoccato mezzogiorno e mezzo il primo va in pausa. Naturalmente il Signorino. Quarantatr minuti e rieccolo. Due per una tappa ai servizi ed esaurisce il tempo a sua disposizione. Per lo meno stato puntuale. A questo punto luna e un quarto e, dopo un cenno dintesa con laltro collega, in pausa ci vado io. Mando un SMS a Mari e nel giro di dieci minuti la raggiungo. Il lato positivo di questa fiera che ci sia anche lei, seppur non al mio fianco come quella fatidica volta. La aspetto su una panchina, la vedo arrivare, apriamo i nostri panini caserecci e mi chiede come stia andando. Scartiamo quindi anche la notiziona di questo pranzo: mhanno messo ad obliterare pass. Quasi non ci crede, poi per alla conclusione ci arriviamo in fretta: chissenefrega, son sempre soldi. Lei molto pi svelta di me nel formulare questo tipo di ragionamenti, io invece ancora sogno un incarico dove le mie capacit vengano messe allopera e conseguentemente retribuite. Ma vivo a Fantasilandia, a quanto pare. Ci godiamo un sole che sa gi di primavera, nei quindici inaspettati gradi di una giornata che sarebbe stato bello poter trascorrere in una gita fuori porta. Mari mi calma i nervi senza nemmeno aver intenzione di farlo. I suoi reportage della mattinata sono di ordinaria amministrazione. Sta lavorando come hostess per un espositore e soprattutto senza intermediazione, il che significa non pochi soldi in pi. Una volta, lavorando allo stand di un cliente tramite agenzia, mi capitata in mano la fattura per il mio servizio. Ero impressionata: vedere quanto unazienda sia disposta a sborsare mi ha aperto gli occhi sul valore di mercato di quello che faccio. Questo fu uno dei primi discorsi che fece per darmi una visione pi chiara sullambiente fiere-congressi-eventi. Chiaro ad entrambi che le agenzie non stiano in piedi ad aria fritta e che comunque facciano un lavoro utile tanto per i clienti quanto per chi come noi riceve incarichi, ma allo stesso tempo indiscutibile che riuscire ad eliminare i tramiti sia la miglior via, perch ci sono quasi il doppio dei soldi in ballo. Break piacevole, ma tre quarti dora passano in fretta. Ritorno al mio ovile e lultimo di noi va a prendere fiato. Bip-bip, bip-bip: tra me e il Signorino solo questo suono, non una parola. Tanti giornalisti avanti e indietro ma nessun problema coi loro pass, tutto lineare. Buongiorno, bip-bip, buongiorno, bip-bip. Ogni tanto qualche visitatore disperso che non ci resta che dirottare verso la reception generale al piano di sotto, poi ancora bip-bip, bip-bip finch il buongiorno deve modificarsi in buonasera. Tra me e laltro collega, Raffaele, di tanto in tanto si scambiano due parole mentre invece il Signorino ha deciso di tenermi il muso a oltranza. Non cambier nulla della mia vita, ma un tale atteggiamento mindispone. Non c mai stato posto di lavoro in cui non abbia avuto un rapporto cordiale coi colleghi, persino con individui di stampo circense come Taddeo. Ma bip-bip dopo bip-bip tiriamo le nove senza che nulla cambi. Scatta il rompete le righe e io non penso ad altro che Marilena, un bel premio di fine giornata averla qui. Cinque minuti e ci troviamo alluscita. Sicuro che vai a casa, allora? Facciamo che mi fermo domani e dopo, OK?. Un quarto elemento in una casa con un solo bagno una bomba ad orologeria in settimana Hai ragione. Sabato e domenica invece ci alziamo solo io e te allalba. 125

Terzo giorno di lavoro, secondo di obliteratrice. La mattina passa tutto sommato tranquilla. Io come sempre carburo lento, Raffaele opera con discrezione, il Signorino irradia la folla con la sua cortesia di gommapiuma. Come a porgere un ramoscello dulivo, gli lascio la soddisfazione di decidere in merito alla pausa pranzo e mi adatto di conseguenza su quando trovarmi con Mari. Finiamo a pranzare alle due e un quarto ma male non ci fa, visto che la giornata lunga. Rientro giusto in un momento di calma piatta, al punto che gli altri due si stanno godendo caff e chiacchiere appoggiati ad uno dei due banchetti con sgabello che abbiamo in dotazione. Io saluto e mi accomodo al secondo, distante circa quattro metri e mezzo, allaltra estremit dellingresso agli uffici. Ci trovo una rivista di fotografia. Presumendo sia linvolontario cadeau di qualche giornalista smemorato, decido di darle una sfogliata. Stai attento che dimportazione. Costa un sacco di soldi. O porco cane, e chi se laspettava fosse del Signorino? La ripongo in un millisecondo, ma decido che giunta lora dincalzarlo e vedere se mai ci sia una via per cessare le ostilit e impostare almeno un quieto vivere. Tinteressi di fotografia? E una storia lunga Ah s?. Bastardo, non ti mollo. Io ho un amico che veramente bravo, studia a Brera Beh, ma Brera non certo un gran posto Dici?. Eh gi, che vuoi che siano due secoli e mezzo di storia? Allora ne mastichi in argomento, no? Beh, guarda che io sono qui in fiera per puro caso. Come no, tesoro, diciamo tutti cos. Io sono fotografo. Settimana prossima me ne torno a fare i book di moda col mio prof dellistituto, a cinquecento Euro luno. Minimo. Amico mio, per quanto tu ti stia dando un tono e per quanto a scatola chiusa io non possa verificare quel che fai, sicuramente una discreta cazzata la stai sparando. Ti pare che se veramente tu avessi un fiorente business fotografico, ora saresti qui a fare bip-bip con quellarnese? Non diciamoci eresie, magari sarai pure bravo qualitativamente ma se sei qui oggi poco ma sicuro che col cash stai compromesso al pari del sottoscritto. Potrei mettermi anchio a raccontare a destra e a manca che sto per uscire con un disco, che ho da poco girato un video, che faccio radio, scrivo per un mensile eccetera eccetera. Invece me ne sto zitto e oblitero sta montagna di tesserini senza far commedie. E la sai una cosa? Fossi tu un po pi umile, come tutte le persone con cui ho collaborato finora, probabilmente ti proporrei di unire le forze per qualche progetto. Invece guarda, io sto bene con chi sto, fronte fotografico incluso; tu stattene pure col tuo prof dellistituto, se prendi i soldi che dici e con la frequenza che vuoi lasciar credere. Ma di nuovo, mi sembri un Ammiraglio Boom col cannone caricato a cazzate e a me tocca reggere sto banchetto come a casa Banks facevano con la mobilia. La giornata non riserva granch daltro. Bip-bip, bip-bip. Subito dopo la chiusura partono un paio di risate in merito prima con Marilena e poi al telefono con Teo. Ah, quindi secondo questo fenomeno Brera non un gran posto? Teo, io tavviso: molla tutto finch sei in tempo! Eh, sar meglio. Chiedigli per favore qual il suo grande istituto. Spero mi accettino!. Parola di uno che ha appena vinto un concorso internazionale. Il penultimo giorno si apre con unaria frescolina che ieri io e Mari non ci saremmo aspettati. Cambio di mese e marzo marzo pazzerello, come mio pap ripete ogni anno, inaugura lanciando il primo scherzo. 126

Com, come non , in postazione salta fuori un computer con tanto di connessione Internet. Quando arrivo io il Signorino vi appollaiato di fronte tutto indaffarato, con Raffaele a fianco a dargli retta ad intermittenza. Saluto ma vengo considerato trasparente, sicch dopo un No, ma questo uno scandalo, davvero! Non ho paroleio vado a farlo presente, guardo il Signorino addentrarsi in area stampa e imboccare il corridoio verso la direzione. Chiedo spiegazioni a Raffaele pensando sia successo qualche pasticcio, o sia arrivato qualche reclamo, o qualcuno magari una giornalista sui trentacinque- ci abbia sassato dalle colonne di un giornale perch rimbalzato da un mascalzone del controllo accessi. Invece, mentre mi avvicino allo schermo e scorgo delle foto, mi sento rispondere un No, vab, niente di che, che lui uno che se la prende per ste cose. Obiettivamente guarda, guarda qui, lui saprebbe far di meglio. Praticamente cosa succede? Il Signorino ha aperto il sito dellazienda organizzatrice, ha visto diverse foto scattate in questi giorni dal fotografo ufficiale, non le ha trovate di suo gusto ed andato a reclamare. Siamo davvero al non plus ultra, mai avrei immaginato potesse raggiungere un tale picco. Mentre passano i minuti e lui non si vede, avendo la ghiotta occasione di documentarmi sul suo conto mi approprio del computer e sbircio. Pur senza aver la competenza di giudicare i dettagli devo ammettere una cosa: il Signorino tira fuori degli scatti niente male, sebbene Teo, che sempre la mia bocca della verit in materia, storcerebbe il naso per il troppo Photoshop e troppa poca naturalezza; il fotografo ufficiale di questa manifestazione, invece, viene da pensare non sia nemmeno un fotografo. Vedi qui?, mi sottolinea Raffaele, avvicinatosi negli ultimi attimi, Questa luce che entra di lato e lascia questa specie di striscia un errore da dilettanti. Mi spiega un altro paio di cose con calma e a domanda risponde che no, lui non fotografo ma un fotoamatore che si educato col tempo. Ecco, il suo parere lo ascolto volentieri: pacato, umile ma ben circostanziato in quel che addita. Io capisco il suo punto di vista, prosegue, perch d fastidio a chiunque veder gente meno brava che fa carriera. Per adesso mi pare proprio stia esagerando, vuol parlare coi direttori. Ma me lavevan detto i miei amici che uno cos. Dopo un buon quarto dora il contestatore di ritorno. Spiaccica due parole con fare baldanzoso ma meno loquace del preventivato. Bip-bip, bip-bip, proseguiamo nel nostro dovere giornaliero. Si arriva in zona pranzo e prima parte Raffaele, poi parto io per il classico rendezvous con Mari ma senza pi tiepida brezza primaverile, infine la volta del Signorino. Ad un certo punto mi sento toccare sulla spalla. Mi giro: uomo sulla quarantina, completo grigio, tesserino della societ organizzatrice e, particolare che mi fa strabuzzare gli occhi, cappello stile imbianchino in testa, fatto con carta di giornale. Mi manda la direzione Prego? Per lapprendistato. Sono lincompetente!. In un decimo di secondo mi chiaro quel che successo. Lancio uno sguardo a Raffaele e lo vedo che quasi si copre la faccia dalla vergogna. Il fatto che per un uomo di quarantanni si presenti con questo fare da buffone mi d fastidio quanto linsolenza fuori luogo del Signorino. Abbasso la serranda a cotanta messinscena chiarendo che il responsabile del misfatto in pausa e nessuno di noi due centra. Ah, il tizio vacilla per la schioppettata a vuoto e si toglie il Corriere dalla testa, comunque dite al vostro amico che se vuole una sfida io sono disponibile, mi trova in ufficio. O Giustiziere della Nikon, ma sei scemo? A parte il fatto che -rifletto fra me e me- non so quanto gli convenga, ma questa una maniera adulta di reagire? Dio mi scampi dallarrivare a quarantanni voglioso di fare il bullo con gente pi giovane di venti. 127

Finisce che addirittura mi scaldo in difesa di colui che fino a poco fa avrei voluto espellere tramite i condotti fognari. Ma questuomo fatto e finito, sfiorante il metro e novanta, probabilmente padre di famiglia, che appena ripartito per il corridoio e fra un attimo annuncer ai colleghi che stato mancato il bersaglio, quanto cazzo stupido? Sicuramente abbastanza da farmi soffermare a riflettere. Dalla mia idea di quello che dovrebbe essere un uomo maturo di cervello, le opzioni sensate in una situazione del genere ritengo non possano essere che due: lasciar cadere, nella consapevolezza del proprio valore e senza tempo da sprecare in bazzecole con un ragazzino; oppure, con un gesto eccezionalmente raro, con quella mentalit che davvero in pochi hanno, invitare la persona ad un dialogo pacifico, educativo, dove con la forza delle buone maniere la si mette allangolo e oltre alla lezione dumilt le si d anche una chance di riscatto. Imparai questo a sedici anni, nei periodi in cui muovevo i primi passi con la musica e una compagna di classe mi parl di un trentenne collega di sua mamma che faceva quel genere. Risposi in maniera stupida, con frasi da ragazzetto succube della TV tipo Ma da dove saltan fuori questo e la sua combriccola? Mai sentiti da nessuna parte, ma che cazzo voglion fare. Credevo la questione fosse morta l, ma la mia compagna riport a sua mamma, che a sua volta riport al collega, che riport al resto del gruppo. Nel giro di qualche giorno ricevetti un messaggio, una breve lettera passata di mano in mano, dove i ragazzi minvitavano a fare un salto da loro nel weekend anche se non ci hai mai sentiti da nessuna parte. Ci andai, col capo cosparso di cenere per la figuraccia dapertura, e ne usc una bella esperienza: prima volta che entravo in uno studio di registrazione, prima volta che potevo parlare con qualcuno di ci che mi appassionava. Successivamente andai con loro anche ad un paio di live. Col tempo ci perdemmo di vista, ma il loro tendermi la mano anzich mandarmi affanculo (come di fatto avrei meritato) fu un regalo che ancora oggi apprezzo. Un grande insegnamento sotto il profilo umano. Quindi poche storie: non sto completamente a Fantasilandia. Grazie al cielo che ogni tanto dal vissuto mi giunge la riprova. Una dozzina di minuti e, ignaro di tutto, ricompare il Signorino. Lo vedo dalla distanza procedere a passo clacchettante, altezzoso nella sua taglia napoleonica. Mento allins, sopracciglio leggermente inarcato. E tanto basta per rinfrescarmi la memoria su chi per qualche minuto ho pure pensato di difendere. Guarda che than cercato da dentro E chi?. Con sufficienza da direttore generale. Il fotografo, gli risponde Raffaele. Ah. Eccolo che perde colore. Ehm, e sapete perch?. Finto come lecopelle. Gli facciamo un sunto del siparietto. Nel mentre gli si materializzano in volto le stesse smorfie di chi si preso un mattone sullalluce ma vuol far creder sia un nonnulla. Cio, ma un vostro scherzo cretino questo?. E no caro, ti piacerebbe ma tutto vero. Ts, vabb, guarda te che gente che c in giro. Io non so. Invece tu sai eccome, Signorino. Scorrono intensi minuti in cui appollaiato sullo sgabello, faccia nel computer e colorito latteo il nostro si estranea dai doveri obliteratori. Raffaele ed io suppliamo alla temporanea secessione e gettandogli un occhio di tanto in tanto lo vedo farmi pena come una rosa che appassisce. Da regina del giardino a materiale da cassonetto. Gli saffloscia pure il ciuffo e per come si seduto gli s arricciata una gamba dei pantaloni, neri, abbastanza per far intravedere un calzino, arcobaleno. In un altro momento avrebbe difeso abrasivamente la sua scelta di stile, sminuendo i miei cotone/tinta unita con la medesima asprezza utilizzata per declassare Brera. Ma non ora che vulnerabile, che immerso in un altro mondo. Ma...era molto arrabbiato?. Cos, dun tratto.

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Io e Raffaele ci guardiamo, come a chiederci se sia necessario rispondere. Te labbiamo detto, pi che altro voleva sfotterti. Minuto di silenzio. Bip-bip, bip-bip. Beh, io ci vado a parlare Ma lascia perdere, gli replica Raffaele. No no, io ci vado. Non voglio malintesi sul posto di lavoro Ma tanto mica devi tornare a fare i book da settimana prossima?. Stoccata da dieci e lode. E che mi si lasci questa soddisfazione dopo quanto ho pazientato. Convinto delle proprie idee nonostante gli inviti a desistere, sgambetta in corridoio, si ferma dalle ragazze dellaccoglienza, si fa indicare e prosegue verso la meta. Dopo una decina di minuti di nuovo fra noi. La faccia quella di uno che preferirebbe non ricevere domande. Allora?. Ormai gliele sto rendendo tutte. Fingo addirittura una voce cos genuina da farmi schifo da solo. Behci siamo chiariti. In effetti, errore mio: quelle foto sono da reportage. Quand cos cambia tutto. E la striscia di luce che mi diceva Raffaele? E gli altri particolari? E lo scandalo? E soprattutto, non lavevi considerato prima? Caro Signorino, diciamoci la verit, quelle foto non sorprendono nemmeno un profano come me. Dai adesso per, su su, non giriamoci attorno: tu il primo errore che hai fatto stato pensare di poter guadagnare punti infamando una persona che nel bene o nel male gode della fiducia della direzione; secondo, una volta messo allangolo hai cercato la via di fuga pi breve: il lecchinaggio. Mi spiace non aver assistito alle fasi salienti della soap, ma sono pressoch certo sia stato un fattore di simmetrie: quanto pi ti sei scaldato nella prima dipartita, quanto pi sei stato ghiacciato nella seconda. Da +40 a -40. Chiss che show del Ma io non intendevo. Pessimo, pessimo Signorino, perch se almeno avessi battagliato saresti stato s un arrogante, ma un arrogante che crede nelle proprie idee. E non mi saresti piaciuto comunque ma tavrei trovato in qualche modo interessante, perch talvolta larroganza la faccia maleducata della genialit. Invece cos per come finita sei un semplice vigliacco. Quel che rimane del turno scorre regolare. Bip-bip, bip-bip. Con persino una certa pace nellaria, poich la lingua di uno di noi stata neutralizzata. Una volta fuori sono copiose risate con Mari e poi non posso lasciare a secco Teo in merito alle disavventure odierne dellenfant prodige. La serata da Marilena passa come fosse un classico fine giornata di una coppia che lavora. Anche il risveglio sa di buono, nonostante sia presto, nonostante sia domenica, nonostante quel che mi han messo a fare. Se solo avere un lavoro mi regala questa sensazione, figuriamoci come mi sentirei in qualcosa che mi piace. Su questa riflessione passo lintera giornata, senza comunque che mi prenda alcun senso di nostalgia nei confronti di quel che domani, di questo, non avr pi. Bip-bip, arriva sera. Bip-bip, tanti saluti.

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26 SOGNO E SON DESTO Tre settimane dopo aver lasciato lobliteratrice elettronica, la primavera ha ufficialmente fatto il suo ingresso e stesso mi aspetto faccia a breve anche la mia consueta, tanto cara allergia. Lultima ventina di giorni stata un grande salto mortale con mille avvitamenti nel mezzo. E nato il bimbo di Alessandro, un bel maschietto di nome Edoardo, e al neo-pap ho coperto alcuni turni in modo che potesse dovutamente accudire moglie e new entry; ho cominciato il famigerato incarico continuativo con Gerardo, in un altro luogo di umano crepuscolo; infine, e mai dulcis in fundo fu per me pi dulcis, lalbum ufficialmente stato pubblicato, cos come anche il video. E lo dicevo che la storia era dalla mia: Billy Hoyle ne centr una quinta, io idem. Ho raggiunto un buonissimo accordo di distribuzione nazionale per il CD, il che vuol dire averlo sugli scaffali non solo dei negozi specializzati nel mio genere, ma anche dei megastore generalisti e delle grandi catene; assieme, e questo il vero colpo, il video entrato in rotazione TV. E non su un canale a caso, bens uno che calamita la massa. Basta vedere che al primissimo passaggio, che io di preciso nemmeno sapevo quando sarebbe avvenuto, dopo trenta secondi avevo al telefono un vecchio amico vittima della mia consueta riservatezza circa le imprese musicali: Oh, stronzo, ma non mavevi mica detto niente! Stavo bevendo il caff e cera il video dei Negramaro, poi sei saltato fuori temamma mia, spettacolo! Raccontami tutto. A questa chiamata ne sono seguite altre nel corso di ulteriori passaggi, che in realt per uno nella mia posizione non superano mai i quattro-cinque al giorno, ma gi qualcosa. Anzi, un ottimo risultato. Nessuno ci sperava, credevamo infatti saremmo rimasti confinati ad Internet ed eravamo pronti a regolarci tranquillamente di conseguenza, ma tanto io quanto A.B. avevamo chiaro che non andasse lasciato nulla dintentato. E laudacia ci ha ricompensati. Lui negli ultimi giorni anche stato riconosciuto per strada. Niente autografi o richieste di foto, non ci siamo certo risvegliati Paolo Maldini, ma fa piacere vedere che qualcosa pu cambiare. Inoltre, dal mio lato ho anche una buona dose dorgoglio per aver gi dimostrato a coloro che hanno collaborato tanto al singolo quanto allalbum di saper fare le cose per bene e che pure se la moneta manca ci sono altri frutti da raccogliere impegnando del tempo con me. Guenda, ad esempio, poteva tranquillamente dormire fino a tardi quel weekend, invece ora passa in TV quel tot di volte al giorno ed ha una nuova voce nel curriculum che sicuramente la mette un passo pi avanti di prima; Max, situazione simile, poteva bene riposarsi o magari evitare di farmi un prezzo di favore, ma ha guadagnato un tipo di esposizione che finora non aveva avuto e che da oggi in poi potr utilizzare a suo vantaggio coi prossimi clienti. Altra novit dellultima manciata di giorni che, volente o nolente, sono stato costretto a far visita al commercialista di mia mamma. Essendo che gi con quello che c in programma solo con Gerardo passer molto presto la soglia per la ritenuta dacconto, ho dovuto farmi consigliare sul da farsi. In realt io intendevo solo in termini di partita IVA, ma insieme allapertura di quella con regime dei minimi il dottor commercialista, combinando dialetto lombardo e parlata accelerata, ci ha tenuto a consigliarmi anche sul da farsi nella vita. Tvacheadessbisgnarimbucasimanic, n1 Lo so, lo so. Come se finora fossi stato in spiaggia coi racchettoni. Perchvardachemicugnusilatuamamalassemperfadauncinsc2
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Mio caro, guarda che adesso sar necessario rimboccarsi le maniche, capisci? Perch guarda che io conosco tua mammasi sempre fatta un culo cos

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Lo so, lo so. Pensi davvero di venire tu a insegnarmelo? E, alura, s s Colombo, vacheadessasascherzap n3 Lo so, lo so. Accidenti, e io che invece mi stavo divertendo Giusto conclusa la seduta psicanalitica arrivavo per la quarta volta a prestare servizio nella nuova, tristerrima residenza universitaria. In tre settimane trascorse dietro il vetro della reception ho gi assistito ad una discreta quantit di episodi. In primo luogo, il turno di formazione a fianco delluomo di fiducia locale mi ha lasciato basito. Nemmeno quarantottore dopo aver abbandonato obliteratrice elettronica e Signorino ho avuto la proverbiale sensazione di essere passato dalla padella alla brace. Preparato mentalmente ad imbattermi in un Taddeo o in un Giovanni, mi sono invece trovato al cospetto di una creatura del tutto nuova. Come a ribadirmi che il gelato non esiste solo fragola e fiordilatte, ecco che la vita minviava un omino brizzolato con la fissa dei numeri, un John Nash della Pianura Padana, a beautiful mind. Assaporando i suoi infiniti calcoli delle presenze e i suoi ossessivi conteggi delle chiavi ad ogni entrata e uscita dei centocinquantaquattro residenti, ho capito che tramite questo individuo una forza superiore voleva ricordarmi che in gelateria sempre, ancora disponibile quel gusto ignobile che anche il gelataio caccia nellangolo, reietto, e il cui cestello sempre pieno raso, intatto, vergine. Un gusto pastoso, pesante, assetante come il sale, ma pur sempre un sapore, pur sempre un prodotto, e che data la scarsa richiesta a maggior ragione ogni tanto va forzato in gola a qualcuno: la zuppa inglese. Per me quel primo turno stato una vaschetta da due chili, zuppa inglese. Pi addizioni e sottrazioni che in tutta la quarta elementare, ogni venti minuti controlli incrociati fra bacheca chiavi e registri, conta e riconta, guarda che nessuno esca senza notificare, Meno male che siamo in due, cos posso andare in bagno tranquillo, silenzio di tomba, un occhio ai monitor e uno allatrio, strabismo indotto, sudore freddo. In una parola: panico. Io, allibito, potevo vedere i numeri uscirgli dalla testa, dal naso, dalle orecchie, dalla pelle. Trasudava aritmetiche, pronostici fallaci, terrore degli sbagli pure nellesattezza matematica. E prima che arrivassi io, questo lo costringeva alla costipazione turno natural durante. Il tutto per una procedura necessaria solo in due momenti: inizio e fine giornata. Glielho anche suggerito, ma ha seccamente ribattuto che sempre meglio essere sicuri. Lho dunque abbandonato ai suoi deliri, che ha sospeso solo per concedersi una cena a base di riso scotto e vinaccio portati da casa. Sono addirittura uscito dalla stanza con una scusa per non cadere vittima dellolezzo che il suo intero pasto emanava, osservandolo mentre fagocitava bocconi e sorsi quasi strozzandosi, ingobbito, assumendo fattezze da Gremlins. Per il resto, il direttore un uomo tranquillo mentre il suo braccio destro un cafone di prima categoria. Identico il tandem dei tutor, con uno molto cordiale e laltro con fare da guardia carceraria. In quanto ai residenti, ancora una volta si tratta solo di maschi, ancora una volta di parecchi casi umani, ma la novit che per rimpinguare le casse di questo posto vengono accolti anche diversi quaranta-cinquantenni, lavoratori, alcuni dei quali non perdono loccasione di ritornare ragazzini e propinare scherzi a persone di cui potrebbero essere genitori. Le due vittime predilette delledificio sono un ventottenne della Napoli bene, versione vesuviana del Ragionier Filini, e un agrigentino con strane fisse sul culturismo e labbigliamento da zarro milanese. Bersagliati in primo luogo dai propri conterranei, i due portano rispettivamente i soprannomi di O miele e Sbilancere. Il secondo basta vederlo per capire come mai, visto che probabilmente allena la parte destra del corpo col doppio dei chili che usa per la sinistra, uscendone con una postura da piano
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E, allora, dai dai Colombo, guarda che adesso non si scherza pi, capito?

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inclinato; il nomignolo affibbiato al primo invece mi stato riportato nacque durante una sua notte di mal di pancia, quando il vicino di stanza scoprendolo dolorante in bagno si propose di preparagli un t zuccherato, ricevendo con voce salemmiana la risposta Nun fare chill ca risparmia. O sacc co tieni, mettic o miele!. E mentre il siculo nel suo fare sgangherato ma bonario mi suscita simpatia, il partenopeo e il suo atteggiamento da baronetto sono una grossa tentazione verso loffrire appoggio ai tiri mancini della Compagnia degli Scherzi. Mi hanno gi chiesto se possa fornire loro le chiavi di scorta per piazzargli dei piccioni in camera, ma sinceramente preferisco non avere un morto di crepacuore sulla coscienza. Che poi il miele appiccica pure. Ma lepisodio finora maestro si verificato giusto durante il mio ultimo turno questa settimana. Uno dei residenti con cui scambio due parole ogni tanto entrato in reception, mi ha piazzato un libro in mano e mi ha detto: Leggi. Io che stavo finendo la pizza avevo poca voglia di lasciar raffreddare lultima fetta, specie per dare attenzione a questo ragazzo, il quale dalla simpatia delle prime battute progressivamente passato a prendersi una confidenza che io certo non gli ho concesso. Fame quindi, cena sul tavolo e dente leggermente avvelenato. Per pura cortesia ho dato unocchiata. Leggevo, ma era roba di ingegneria e io non ho basi n per capirla a fondo, n eventualmente per apprezzarla. Girando pagina ho notato con sollievo trattarsi di un capitolo lungo in realt poco pi che sessanta righe. Un paragrafone, diciamo. Felice di poter arrivar presto al bandolo della matassa, ma al tempo stesso deluso da quella paginetta e mezza propinatami a cena in corso e sicuramente priva di rivoluzioni, non ho potuto che agire di conseguenza. Tutto qui?. Eh, daltronde Ma hai visto bene?!. Seccato. Visto bene cosa?. Seccato anchio. Qui, no? E svegliati. Pagina indietro, polpastrello a battere sulla parte alta. Tasso dinsolenza verso il picco. Io vicino alle cattive maniere. Ehe allora?. In realt a questo punto sono giunto a capire cosa volesse farmi notare. E il mio nome quello l. Questo un estratto della mia tesi Complimenti. Con giustificata aria di sufficienza. Vabb, vadimmelo cos! Arrivaci te a fare una cosa del genere, poi ne parliamo. E girando le spalle se n andato. Passando allultima fetta di pizza, ormai meno che tiepida, potevo avvertire di stare diventando come una lattina di Sprite agitata con insistenza. Sentivo un miliardo di bollicine sgomitare per uscire e gridargli: O pezzo dimbecille, ma come ti permetti? E tu lo sai invece che ho un disco nei negozi e pure un video che gira in televisione? No che non lo sai, perch in sto tugurio dove soggiorni cavete una TV da dividervi in mille disgraziati e lunica cosa che vi guardate il calcio, perch per il resto litigate su tutto. Quindi nemmeno saprai, fra qualche giorno, che mi hanno pure appena intervistato nel miglior programma di settore in Italia. Dieci minuti di parlato pi passaggio del video, dicesi quasi un quarto dora dedicato a me in un programma da sessanta minuti. E lo sai poi che non finisce mica qui? Le recensioni che stanno uscendo sono molto buone e sono su riviste con migliaia di lettori. E c dellaltro che si sta muovendo, come c anche altro che faccio da anni. Allora arrivaci te a fare non una, ma una serie di cose del genere, poi ne parliamo. Idiota. Ma ho lasciato andare un rutto e le bollicine si sono estinte nellaria.

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Daltra parte cosa si pu replicare a uno cos? Si fosse posto in maniera differente gli avrei stretto la mano e fatto i complimenti, perch piccolo o grande sempre un traguardo raggiunto con limpegno. Come nel il mio caso. Poco importa se poi ne parla la tele o ne parla luniversit o non ne parla nessuno. E il prima, il percorso verso la meta che racchiude la sostanza, che fa la differenza. Anzi, met della differenza. Laltra met come il risultato sinterpreta. E una volta mimbatto in un messia fotografico, e dopo qualche settimana in un profeta dellingegneria. E io sempre zitto sul mio conto. Sempre zitto perch anche se ne parlassi, cadrebbe tutto nel vuoto. Persone del genere sono troppo prese da s stesse per aver la finezza di comprendere i risultati altrui. Nemmeno sanno dare misura ai propri. E sempre zitto perch comunque con incarichi da menomato e in posti infimi che mi guadagno la pagnotta. Potr anche saltar fuori in TV dopo i Negramaro, ma i Negramaro non sono certo allopera per Gerardo e Damiano quando non li si vede. Quindi Mattia, da un lato stanno succedendo delle belle cose ma dallaltro sei ancora a terra. E sistemato non lo sei in nulla. E anche marzo agli sgoccioli. Come su ogni ring, sei a un colpo dalla svolta quanto a un colpo dallessere mandato gi. Pensa solo a tenere duro e lascia perdere gli altri. Parlo a me stesso nei pensieri di un sabato soleggiato, fuori. Finisco di rispondere alle email di amici vari che si felicitano per lalbum e i relativi sviluppi. Lara, la finalmente dottoressa Claudia, ex compagni duniversit, di liceo, delle medie, delle squadre dove ho giocato cos come anche sconosciuti che mi hanno visto o sentito da una parte o dallaltra. Qualcuno nella mia posizione li chiamerebbe fans, a me invece fa ridere solo il pensarmi pronunciare quella parola. Lunica cosa che nessuno mi toglie, finisse anche tutto in questo momento, lorgoglio per aver raggiunto un obiettivo. Ed esco in bici, che fa poco artista. E vado a prendermi un gelato, che fa poco star. Ma ho i miei mille Euro al mese, dopotutto, quindi che si festeggi. Fuori da un minuto, gi mi pizzica il naso. Accidenti: allergia.

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27 BERE GRATIS

Mi ci voluta una settimana di ritiro spirituale per tornare presentabile. Un ringraziamento particolare lo devo alla pioggia, che ad ogni scroscio ha dato alle mie vie respiratorie un sollievo incredibile. Per il resto antistaminici, specie al lavoro oltre che in vista delle notti, le quali altrimenti sarebbero finite regolarmente in bianco. Uscito dallo stato di licantropia bronchiale e dalla clausura che una volta allanno mi ritrovo imposta, nellultima manciata di giorni ho potuto accettare alcuni degli inviti per un caff, per un aperitivo, per un amaro, per una birra, per qualsiasi cosa di liquido che conoscenti di ogni sorta mi hanno proposto. Ne ho avuti per tutti i pasti tranne la colazione, che comunque preferisco sempre fare a casa col mio consueto tazzone di t e la mia dozzina abbondante di biscotti. Il motivo di cotanti inviti tutti assieme chiaramente correlato a quel che sta accadendo col disco. Negli ultimi giorni ho pure scoperto lefficacia dei media locali, dopo che il quotidiano cardine della mia provincia mi ha dedicato mezza pagina con tanto di foto. Nel circuito paesano (cio panetteria, pasticceria, alimentari, ufficio postale e rivenditori di sanitari) mia mamma stata eletta dalle circostanze mia portavoce ufficiale. Dopo essermi sentito dire cose tipo Ti saluta lidraulico e Han detto i panettieri di fermarti se passi, incerto se fossero cordialit o velate minacce lho istruita sul rispondere sempre Grazie mille, riferir. Ma in questo periodo sempre via, che fa molto Cremonini in tour e, a scanso dequivoci, evita di farmi finire infornato a duecento gradi e con un tubo su per il culo. Facendo quindi sempre il gesto di estrarre il portafoglio ma di fatto mai pagando, fino ad oggi che il quattro di aprile ho avuto una decina di tte--tte. Quando sorpassavano i cinque minuti ho sempre fatto in modo di spostare il baricentro della conversazione verso laltra persona, perch davvero a parlare di me oltre una certa soglia provo imbarazzo. Avessi fatto i milioni probabilmente mi scioglierei pi facilmente. Il problema che per ci che mi sta succedendo gli altri sono molto pi esaltati di quanto lo sia io e probabilmente credono che i milioni sia prossimo a farli. Nel pi dei casi, comunque, sono riuscito nel mio intento e si finiti a parlare daltro. Vita in generale, visioni di vita in generale. Vittorio, il vecchio amico che per primo mi ha contattato e praticamente annunciato lo sbarco del video in TV, lho incontrato in una caffetteria. Cappuccino al tavolo, posto tranquillo e lunga chiacchierata. Spettando a me i primi minuti, imbastendogli un resoconto di tutte le varie mosse legate alla musica in stile istruzioni per luso ho preso coscienza di quanto realmente ho fatto. E stato come riassumere un romanzo a puntate tutto dun fiato e mettendo vicini i punti salienti ne sono rimasto sbalordito io per primo, come ad aver viaggiato lItalia in lungo e in largo ma vederla per la prima volta su Google Maps. Vittorio invece, quando finalmente sono riuscito a farlo parlare di s, mi ha aggiornato sulla situazione con gli studi. E maggiore di me di un anno ma ancora gli manca un semestre per la triennale in Scienze Politiche. Insomma, deve passare quattro esami nella sessione estiva e poi galoppare con la tesi. Se va cos si laurea per fine anno, altrimenti mi sa che a sto giro mollo del tutto. Non il pi raggiante dei prospetti comunque vada, visto che anche nella migliore delle ipotesi non continuer con una magistrale. Da un lato rischia di rimanere unicamente con la maturit scientifica in mano, dallaltra s con una laurea ma uscendone da figura incompleta. E lo sapeva bene che con ci che s scelto o puntava ai cinque anni, o era persino inutile iniziare. Invece il quadro non roseo, perch al di l del valore nominale del pezzo di carta non gli rimarrebbe granch in pi da mettere sul piatto in ambito lavorativo. 134

S, ma tanto a me non me ne frega niente, guarda. Io voglio un lavoro routinario, ripetitivo, dove impari una cosa, fai sempre quella e non hai rotture di scatole. Io attonito. In quellesternazione cera il vecchio Vittorio, inserito per nel mondo degli adulti. Quel ragazzo buono, per carit, ma indolente; lo stesso che, nel suo metro e novantaquattro, per il basket aveva il fisico ma non la grinta. Gregario a vita, ieri in campo e oggi non solo. E con quella chiacchierata ho messo una pietra sopra. Non alla persona, ma alla speranza che ad un certo punto potesse centrare qualcosa. E sempre stato un tipo diligente, dopotutto, e io pensavo che alla lunga questa caratteristica potesse ripagarlo come pu succedere ad un eterno ma costante secondo nel motociclismo, che pur non vincendo alcuna gara alla fine vince il titolo. Trattasi per di possibilit infinitesimali, storie da colmo. M toccato capirlo, come anche capire che non c speranza per il buon vecchio Vic, quello pi da passaggi che da tiri, di rivelarsi colui che decide la partita. Per la serie provincia by night invece, mentre ero fuori con altri in una delle ultime sere mi sono imbattuto al bancone con tale Mirko, personaggio noto a tutti e che riscuote parecchi consensi fra la folla. Uno di quei tipi belli ma non bellissimi, alti ma non altissimi e con due cose: i vestiti e la parlantina. Punto. Non ci siamo mai stati antipatici, ma nemmeno simpatici. Quindi non avevo altra intenzione che prendere da bere e unirmi al resto del gruppo. Se non che, mentre mi era arrivata dal barman una caipiroska alla fragola e stavo rovistando nel portafoglio, sopraggiunta una voce da destra: Lascia, offro io!. Per norma di cortesia ho tentato di dissuaderlo ringraziando, ma gi sapevo non ci fossero alternative. Quindi cannuccia gi, primo sorso, mescolata per mischiare ghiaccio e zucchero ed ero pronto a sciropparmelo. Come va, allora?. Mirko, non farmi commuovere, la prima volta che me lo chiedi. Tutto a posto, te? Regolare, regolare. U, ma ho visto il video, eh! Oh: complimenti. Mirko, sto per chiederti un fazzoletto. Grazie, mi fa piacere. Ma dov che lhai visto? In Internet Ah, perch sai che sta girando anche in tele, no? Ma va?! S, un quattro-cinque volte al giorno. Comunque dopodomani sera alle dieci e mezza c la replica di un programma dove mhanno intervistato. Se sei in casa buttagli un occhio, magari. E quando gli ho detto il nome del canale, ancora un po gli cadeva il Cuba. Io che per pensavo di delegare la sua curiosit alla TV, per la serie Trovi tutto l. Ciao, sbagliavo di grosso. Avrei dovuto tacere, parlare solo ed esclusivamente in conseguenza di quel che sollevava lui. Invece, per una volta, visto che non poteva esserci momento migliore, ho voluto levarmi lo sfizio di far perdere un po di vera bava dalla bocca a uno che la bocca se l sempre riempita di stronzate, in questo fazzoletto di terra, questacquitrino sociale incuneato fra due province dove -non mi capacito ancora comeriesce a vendere la sua chiacchiera col medesimo profitto degli antichi colonizzatori che rifilavano pezzetti di specchio agli indigeni e si vedevano spalancare le porte del villaggio. Il proseguo della conversazione, in pieno stile Mirko, ha fatto schizzare ai massimi livelli il ridicolometro. A me, sintende. Con gli indigeni avrebbe attecchito in pieno. Con una sostanziosa premessa voleva farmi credere di essere un estimatore di lunga data del mio genere, sciorinando pareri su quel paio di casi da alta classifica, sulla diatriba

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Italia-America e, come ogni finto esperto che si rispetti, sulla piaga degli artisti underground che adesso si son venduti, son commerciali. Questo punto, mentre io posavo il bicchiere, stato il suo anello di congiunzione verso la vera vetta del discorso: idee e proposte per lanciarmi nel music-business. Statunitense. S: addirittura. Connessioni a New York, in Florida e a Los Angeles. East Coast, West Coast. Adesso chiamo io un paio di persone. Accidenti, a sto giro davvero si fa il botto, pensavo di dirgli. Mirko, ma sai l cosa gliene frega di uno che fa la roba in italiano?. Colpito, affondato. Gli si pure bloccato a met il sorso che stava tirando, lho visto dalla cannuccia trasparente. Fine del film, del film di Mirko dove lui, io, i suoi amici americani e probabilmente Jay-Z o Puff Daddy stappavamo champagne su un jet privato. Eh no, ahim non ci sar mai una foto del genere per il suo Facebook. Sorry, man. Oh Mirko, raggiungo gli altri che siam qua assieme. Grazie ancora per il cocktail Ma figurati. Ci becchiamo in giro allora, boss. Fai il bravo!. Pure tu, Mirko. La bevuta comunque finora pi interessante -e pi imbarazzante perch ho cercato in tutti i modi di offrire ma non mi stato concesso- stata quella con Stefania, una excompagna duniversit che abita a pochi minuti da me, nei pressi dellindimenticabile locale del tanguero. Cos mi racconti del disco era stato solo un pretesto per incontrarci, dato che da tempo volevamo scambiare due parole faccia a faccia. Infatti largomento cambiato dopo cinque minuti senza che io dovessi nemmeno forzare la mano. Il nostro primo punto in comune lessere stati ben decisi sul non voler proseguire con la specialistica del nostro corso di laurea; il secondo che ci siamo ritrovati in mezzo al mare, in cerca di una rotta per la terraferma. Nessun rapporto causa-conseguenza: questa lunica consolazione, come al contempo lamara conclusione che non sempre le scelte giuste portino a progredire. A volte semplicemente evitano si regredisca. Per uscire dallo stallo c da costruirsi nuovi obiettivi e quello di Stefania mi stato detto chiamarsi Madrid. Ma non potevi scegliere unaltra corona da avere sulla testa? stata la mia domanda, intendendo se in questi tempi di crisi non sarebbe stato pi saggio optare per lInghilterra. Ma lei preferisce il sole, mi ha detto, e vuole seguire ci che pi lha appassionata durante gli studi. Donna dinamica, caparbia, ma sognatrice: chiss a che segno corrisponde questo profilo. E chiss se il segno poi davvero il suo. Mi ha spiegato il possibile piano dazione se un paio di pezzi sincastreranno a dovere, dicesi una sistemazione dapprodo tramite conoscenti di suo fratello e probabilmente un master in partenza a settembre. Ma se non mi prendono, comunque mi do un paio di mesi per vedere se trovo un lavoro che mi piace. Mentre lhappy-hour scorreva fra piatti gi riempiti due volte a testa, mi sentivo raccontare dei discorsi fatti ai suoi genitori sul prendersi un periodo di prova del genere: Glielho detto chiaro e tondo che qui lambiente mha stancata. Dovrei chiudermi in uno stage di sei mesi pregando che poi massumano a progetto? Se devo rischiare di buttar via tempo cos, io piuttosto vado a vedere cosa succede da unaltra parte. Mal che vada a Natale torno indietro. Ma con lo spagnolo a quel punto se non perfetto, quasi, il ragionamento glielho concluso io in segno dapprovazione. E sempre una cosa giusta darsi una chance, specie quando coerente con un percorso gi intrapreso da anni. E mentre la sentivo parlare, e mentre lasciavamo il tavolo, e mentre ci salutavamo sentivo dentro un misto di approvazione ed invidia, roba da volerle fare i complimenti e assieme voler essere al suo posto. Probabilmente la stessa sensazione che hanno nei miei confronti i vari Vittorio, Mirko e tutti quelli che in questi giorni mi vedono sbucare in TV, su qualche giornale o che mi vengono a cercare in Internet. 136

Brava Stefania, mi dicevo, tu s che sei prossima al colpo. E me lo dico ancora adesso, mentre alle quattro e zeroquattro di questo venerd pomeriggio pago un Euro e mezzo per la tangenziale verso il turno conclusivo della settimana. Unaltra persona progetta di andarsene. E io?

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28 UNA CANDELINA

Mezzogiorno e mezzo, colazione appena finita. Nessuno ha detto niente. Gi, nessuno si ricorda. Meglio cos. Ho aperto gli occhi alle dieci ma non mi sono alzato che una ventina di minuti fa. Nel mezzo solo un grande flashback. Ci siamo, mondo: tutto gira come sempre, lo riconosco, ma per me ogni rumore diverso oggi, ogni immagine pi lenta. Il soffitto della mia camera. Lultima volta che lho imbiancato con mio pap. La mia camera. Arredata che avevo sei anni. Nella vecchia casa dormivo in corridoio. La nuova casa, vuota. Solo la cucina ceravamo portati. In salotto quando arrivarono un divano e un mobiletto daccatto ci sentivamo signori. Il mutuo, dieci anni. Le vacanze, poche. Lultima rata estinta, io sedici anni. Fu come uscir di galera. Che bello, adesso nostra nostra!. Una lenta risalita. Il mio liceo. Rette, voti, litigi. Rette. Via poi, fuori. Fuori dalle aule, fuori dai giudizi, dentro in universit, matricola numero tot. Voglia di respiri ampi. Ressa, apnea come soluzione. Poi un morso al cordone, la nascita, laria. Laria, tanta. Poi laria, troppa. Tempo scaduto: diciotto aprile. Un anno. Fallimento dichiarato. E questo appartamento mi sembra una reggia, le due utilitarie che abbiamo un lusso inarrivabile, la spesa che mia mamma ha appena fatto un qualcosa di opulento. So che tutto normale, ma anche tutto eccezionale. Soprattutto per una ragione: io non so se e quando potr permettermi altrettanto. Semplicemente le ho provate tutte, ma non ho tirato su che briciole. La musica s, meno male che c, ma come la Tachipirina con la febbre: abbassa la temperatura ma non la soluzione al problema. E c uninfezione da qualche parte che mi sta portando al collasso. Anche a fare autocritica non riesco ad incolparmi, a meno che non si decreti che nella vita abbia fatto tutto -ma proprio tutto- sbagliato. Come ad aver indossato una maglietta sempre al contrario, con le cuciture e letichetta fuori, in bella vista, e io ignaro del fatto. Ho letto che quando si finisce travolti da una valanga si perde il senso del sopra e del sotto e la via pi semplice per capire la propria posizione aprirsi un piccolo antro e sputare. Ecco, io lho fatto: ho respirato, spremuto le ghiandole e aperto un poco le labbra. La saliva, in un fiotto schiumoso, finita dove pensavo: sul mio alluce. Ma. C un ma che non mi torna. Qualcuno lavr infilato in una bottiglia e gettato in mare aperto, perch io non riesco davvero a trovare questultimo tassello del mosaico. Devessere certamente una formula segreta che sovverte tutte quelle che ho appreso finora. Tutti i manuali, tutte le dimostrazioni di coloro che sono venuti prima di me. Sui fondali di qualche dove c un pezzo di carta con lalgoritmo per rendere i padri del mio pensiero risibili quanto bambini. Io pi mi guardo, pi mi sento una cavia al centro di un esperimento: linversione di gravit. O probabilmente non sono solo io, un maneggio su larga scala che sfuggito al controllo ha capovolto tre quarti della mia generazione. E oggi noi cadiamo verso il cielo. Dove vado, quindi? In quale biblioteca, in quale laboratorio? Da quale sapiente, da quale scienziato?

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Ho girato tutti gli uffici che potevo girare, parlato con tutte le persone con cui potevo parlare, fatto tutte le telefonate che potevo fare, mandato tutte le carte che potevo mandare. Come anche giocato tutte le carte che potevo giocare. E questo mazzo che maledetto. Ne avrei bisogno uno nuovo. Nel tormento fino a pomeriggio inoltrato, fattesi le tre e mezza decido di fare una telefonata inconsueta. Suona libero tre volte, poi unaltra, poi rumore di traffico e di cornetta che gracchia. Finch, finalmente, la voce. Matt!. Lui mi chiama cos. Martin! Wie gehts, mein Freund?. Dimmi come stai, amico mio. Tutto bene, non mi lamento. Sono appena uscito dal lavoro Si sente, si sente che c un bel casino!. Vada per litaliano. Tu come stai? E la tua famiglia, tutto bene? Loro s, tutto a posto. Io un po meno, sinceramente Perch, non stai molto bene? Eh, insomma, una storia lunga. Te la racconter perch ti devo anche chiedere una cosa, ma fra cinque minuti mi devo preparare per andare al lavoro Ah, ma lhai trovato, allora? Che lavoro fai? No Martin, poi ti spiegher meglio, ma un lavoro che faccio solo per prendere due soldi. Tu col tuo tutto bene, invece? Non c male, come sempre faccio quattro ore ogni giorno. Ora difficile per, perch devo finire alla svelta anche il mioehm, come si dice in italiano, il mio Magisterarbeit La tesi Ecco s, la tesi. Il mio professore mi stressa che la vuole avere presto. Forse dovr chiedere di ridurre il part-time. Ma sono indeciso, perch se lavoro meno di venti ore a settimana faccio un po fatica a vivere Consolati va, che c chi sta peggio Eh s, lo so Senti, mi tocca salutarti di gi. Vado a prepararmi. Tieni docchio la mail che al massimo domani ti scrivo. Praticamente ti ho telefonato per avvisarti di questo, ho bisogno un tuo parere su unidea Va bene. Senti, ma quando vieni qui in Germania a trovarmi? Guarda, adesso come adesso devo badare un po al disco. E una fase calda, ma appena mi rilasso un pochino ci organizziamo. Leggi le-mail, mi raccomando. Ci salutiamo, quindi mi preparo e mi metto in strada. Settimo venerd di tangenziale, dallaltra parte tutti incolonnati. Io invece entrando in citt ho vita facile, scorro fluido. Solite procedure dinizio turno, solita gente che rientra, poi pizza tonno e cipolla alle otto e tre quarti, viavai dordinaria amministrazione, Sbilancere che torna in camera dopo lallenamento, O miele che vuole scrivere un reclamo al direttore per lennesimo scherzo subito, gli altri che se la ridono e infine, quando sono ormai le undici, la situazione si acquieta. Chi fuori torner a notte fonda, chi dentro in branda. Non ho Internet a disposizione, ma un computer s. Ho portato apposta la mia chiavetta, in modo da salvare il file e poi spedire appena possibile. Martin, Mi ha fatto piacere sentirti. Devi deciderti a crearti un account su Skype, cos facciamo due chiacchiere pi spesso!

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Come ti accennavo per telefono, le cose non vanno benissimo. Musica a parte, dove davvero non mi aspettavo certi risultati nonostante siano figli dellimpegno che ci ho messo, per il resto passato proprio oggi un anno dalla mia laurea. Su questo fronte non ho ottenuto ci che speravo, proprio per niente. Mesi fa i miei genitori mi dicevano di portare pazienza, che poteva volerci anche un anno per fare colloqui e trovare un buon posto di lavoro. Bene, qui un anno passato, mi sono dato da fare al massimo ma non saltato fuori nulla. Sai cosa faccio da qualche settimana? Praticamente il portiere in un dormitorio per studenti. E un impiego tristissimo, ma mi tocca pure ringraziare il cielo perch altrimenti non avrei nemmeno quel migliaio di Euro al mese. Mi hai chiesto quando verr in Germania. Non ho approfondito il discorso per il poco tempo che avevo, ma proprio di questo ti volevo parlare: che ne pensi se tentassi di trasferirmi l? Non intendo in casa tua, stai tranquillo! Infatti nel caso punterei a Berlino. Francoforte la posso tenere come alternativa, ma pur non essendoci mai stato sono affascinato dalla vostra capitale. Studiando tedesco per anni, tutte le parti di cultura hanno avuto la storia del Muro come cardine, quindi mi sento gi un po berlinese per la mole di libri che ho letto. Ora ci devo pensare bene e in primo luogo devo farmi tutti i conti, non solo in merito ai soldi. Evito di elencarti i dettagli, ma ci sono diverse cose che non posso mollare con facilit. Anzi, pu darsi che proprio queste cose alla fine faranno s che resti dove sono. Paradossalmente, ci che di buono sono riuscito a sviluppare potrebbe essere la mia catena. Tu comunque dimmi che ne pensi in generale, cio se vedresti bene uno come me in Germania in questo momento. Credi che ce la farei a trovare lavoro? E complicato trovare casa? Mediamente quanto costa la vita al mese? Partiamo da qui, dagli aspetti basilari per prendere misura. Sentiti pure libero di dirmi se per qualche motivo pensi non sia una buona idea. Io so solo una cosa: qui non so pi cosa inventarmi. Mi vergogno a dirlo ma cos, quindi prima di dichiararmi del tutto un buono a nulla vorrei provare unalternativa. Perch nonostante le cose non mi stiano andando bene, sono convinto che il problema principale non risieda in me. Attendo tue notizie. Un abbraccio. Mattia

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29 LA POSTA DEL CUORE

La mia casella e-mail ha sempre avuto un discreto da fare. Nulla a che vedere con quegli account semi-desertici, piazzole di sosta per offerte speciali e barzellette divertentissime targate Fw:. Se ci sono dei criceti a far girar la ruota, hanno sempre dovuto procedere di buona lena. Da quando uscito lalbum, per, c stato un cambio sostanziale: pi sintetiche, ma molte pi e-mail. E nellingranaggio non devessere stato granch piacevole trasformarsi da marciatori a duecentometristi seriali. Ringrazier mandando dei semi di girasole. Il primo giorno della nuova settimana porta notizie da parte di Lara. Ciao artista! Sottraggo il minor tempo possibile alle tue fan (haha!) solo per darti gli ultimi aggiornamenti. Per quanto riguarda i parziali, tutto benissimo: massimo dei voti! A meno di sconvolgimenti improvvisi (che non ci saranno, mica siamo in Italia) gli esami andranno gi come un bicchier dacqua. Non sono agitata, questo semestre me lo sono goduto nettamente pi del primo. Anche col lavoro tutto bene. Decider allultimo se prolungare per luglio-agosto. I Franchi svizzeri combinati alle agevolazioni da studente sono una benedizione. Non mi manca nientesapendo quello che stai passando mi sento quasi in colpa a dirlo. Resto comunque del parere che tu in questo master saresti stato eccellente. Pensaci, te lo dico sempre! Nel caso per muoviti, fra poco scade il termine per la domanda. Lunica pecca della Svizzera che non ti si vede in tele! Ti saluto adesso, ciao! Baci Mentre la mia immagine di quei luoghi diventa ancor di pi quella di sconfinate praterie di quadrifogli, passo oltre e finisco farmi due risate con un messaggio proveniente per inoltro automatico dalla mia casella dedicata alla musica. Pezzo di merda, kol tuo fottuto disko nei negozi! la musica non si vende!!! la musica deve essere gratis kome il sole!!! Gente kome te ammazza kuello in cui crediamo ma vedrai ke morirai prima tu della musica xk se ti trovo ti sistemo io ti faccio passare la voglia di fare qst minkiate!!! Risp se hai i koglioni e sappi ke non ho paura di t!!! Giusy Dopo un attimo di titubanza non ho potuto far altro che chiamare A.B. declamando con enfasi il messaggio della tenera Giusy, che di sicuro ha ammazzato la grammatica italiana prima che io potessi anche solo pensare di aver fatto qualcosa di spiacevole alla musica. Dolcissima Giusy, pensa che se sapessi quanto ci ho speso e in generale come sto messo mi odieresti ancora di pi. Dato che evidentemente ragioni al contrario. 141

Il marted si apre invece radiosamente, grazie a un messaggio con oggetto Zia Marilena e tre nuove foto con lei e la nipotina a Roma. Niente fiere o congressi questa settimana, ha fatto bene a fare un salto. Sta pure trovando un tempo stupendo, a quanto testimonia lo scatto dalla terrazza del Pincio. Novit giungono anche da Oriente. Ciao cantante, sono Claudia, ti ricordi di me?! Sper di s, ti ho scritto solo pochi giorni fa! Scherzi a parte Mattia, volevo dirti che ufficiale: prolungo il soggiorno. Per il visto stato un po un casino, evito di raccontarti la rava e la fava ma ho risolto. In Italia ci torno in estate a meno che non salti fuori qualcosa qui tramite dei contatti che mi ha fornito la mia relatrice. Vediamo, insomma Tu tienimi aggiornata sulle tue novit! Io sto bene comunque, spero anche tu. Ti abbraccio forte. Brava Claudia, in bocca al lupo. Tempo di un caff e mi concentro su tre e-mail dallaltro account: una linvito per unospitata in un programma radio nel sud di Milano, la seconda una richiesta dintervista per un giornale, la terza mi avvisa che una recensione stata pubblicata sul periodico di un quotidiano nazionale. Molto bene, ecco altri mattoncini per la mia costruzione. Si sta facendo bella altina questa torre. Gioved gestisco quelle della mattinata stessa e del giorno prima, che ho voluto passare via dal computer. Giusy non ha preso bene il mio ignorarla e mha scagliato una riga secca. Risp koglione!!!!!!! Ben pi interessante invece le-mail di Martin, che riporta lorario sei e diciannove. Bello operativo il tedescone, gi al computer di primissima mattina. Ciao Matt! Ho letto quello che mi hai scritto. Mi spiace che per il lavoro le cose in Italia non vadano bene. Mia sorella ha abitato 3 anni a Berlino, non te lavevo detto? Le ho parlato e di sicuro pu darti dei consigli utili. Mi ha raccontato che lei pagava la sua stanza in una WG (Wohngemeinschaft, cio un appartamento con altre persone) circa 200/mese e che in totale con 500-600/mese viveva facendo una vita normale. Stava a Friedrichshain, che un quartiere centrale dove abitano molti giovani. Ora pu essere tutto un po pi caro perch passato del tempo, ma mi ha detto che certamente non sar troppo diverso. Per il lavoro dipende cosa vuoi fare. Come cameriere per sopravvivere trovi in qualsiasi momento, invece per posizioni pi importanti devi sempre cercare e fare diversi colloqui. Si sa che siamo in un periodo di crisi mondiale e non facile per nessuno. 142

Comunque di sicuro c differenza con lItalia se dove sei tu uno che laureato e parla 5 lingue non ha ancora trovato un posto decente. Diciamo perci che resto sul 50-50: il momento non dei migliori nemmeno qui, ma tu hai delle caratteristiche certamente interessanti per unazienda. Puoi contare su di mespecialmente se vieni a Francoforte! Dai, perch no? Ci sentiamo quando vuoi! Scusa se non ho risposto subito ma ho avuto tantissime cose da fare. Bis bald Grazie Martin, soprattutto per lobiettivit. Daltra parte si sa che situazioni senza rischi non esistono, specialmente oggi come oggi. Impressionante comunque quanto basso sia il costo della vita lass. Per intanto prendo nota e ci ragiono, tengo l il pensiero anche se di certo non posso cambiare dalloggi al domani n tantomeno da qui a un mese. Ne deve passare dacqua sotto i ponti. Prima di uscire di casa per il turno del gioved, trovo anche una breve e-mail di Mari. Ciao nordico, qui tutto bene. Sono appena tornata da una passeggiata con la piccola davvero stupenda (tranne quando fa il bisogno grosso!). So che fra un attimo uscirai per andare al lavoro. Volevo solo mandarti un saluto e un bacio. Stasera viene della gente a cena. Mia sorella mi ha detto che ci tiene io conosca una tizia, tale Donatella. Non mi chiaro perchma vedrai che sar come al solito una cavolata delle sue. Deve sempre fare tutte ste scene anche per le minime cose, bah! Se non ci sentiamo dopo, ti aggiorno domani. Un bacio. Finite le mie ore di galera retribuita, rientro in uno stato comatoso. Lascio il cellulare acceso per Mari, ma tocco il letto e mi addormento in un minuto. La mattina seguente, dieci e mezza, nessun segnale suo sul mio display. Cosa che mai succede, balzo al computer come primissima azione. Buongiorno! Abbiamo mangiato a dismisura ieri, poi alle 11 mi sono addormentata. Scusa! Per una volta pu essere che mia sorella abbia combinato qualcosa di buono presentandomi quella tizia. Finch non vado a rincontrarla oggi per non so, ci dobbiamo vedere a met pomeriggio. E una storia lunga, in base a quello che ne esce ti racconter. A proposito, allora domani ti va di venirmi a prendere in stazione quando arrivo? E una cosa romantica!

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Arrivo previsto per le 15:30. Lho scelto apposta per non farti alzare presto dato che lavori anche stasera. O meglio, lho scelto apposta per non farti avere scuse! Buona giornata, attendo un tuo cenno! Va bene, accetto il compromesso: dormir fino a tardi e poi andr in Centrale. Per stavolta mi faccio ripagare a massaggi sulla schiena per tutta la serata. La sedia su cui bivacco al lavoro mi sta distruggendo. Nella mia casella oggi necessario che faccia un po di pulizia. Lo spam sta raggiungendo quote fastidiose, inoltre ci sono diverse newsletter da cui forse dovrei rimuovermi. Sono sempre un po restio, ma che senso ha riceverle se nemmeno le apro? Il cardine dei miei dubbi verte su quelle dei siti di lavoro. Mi ricordo che un anno fa le scandagliavo per filo e per segno, adesso invece mi fanno ridere, maledetti specchietti per le allodole, e assieme mi faccio pena io per quanta energia e speranza ci consumavo appresso. Tutti sti stronzi che cercano gente con almeno cinque anni desperienza e capacit interdisciplinari dalla contabilit al disegno tecnico, passando per la perfetta conoscenza di almeno due lingue straniere. A prendere alla lettera quei mucchi di cavolate uno non dovrebbe far domanda prima di aver quarantanni e tre lauree. Hanno preso la gente per coltellini svizzeri e vogliono la lama, il cavatappi, la pinzetta, la lima e lapriscatole tutto in uno. S s, via da ste newsletter, dar una spulciata a quei siti massimo una volta ogni quindici giorni. Venti minuti prima di andare al lavoro mi giunge rovente il nuovo sclero di Giusy. E meno male, mi chiedevo per lappunto dove fosse finita. Dopo la lettura del messaggio rido tutta sera, pensandola sfondare la tastiera nello scrivermi. Allora hai paura eh, koniglio?!?!?! Lo sapevo, tipiko degli ipokriti kome t!!!! Naskonditi naskonditi pure stronzo, NASKONDITI A VITA!!!!!!!!!!!!!!! Questa sar una bella storiella per intrattenere Mari che torna da Roma. Grazie Giusy, ci risparmierai i soldi del cinema!

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30 DOBBIAMO PARLARE

Finito il turno sono rientrato a casa stranamente sveglio, riuscendo addirittura a guardare un film fino quasi alle due. Magie del venerd sera. La conversazione via SMS che ho avuto con Mari giusto prima di andare a letto, per, mi ha messo in agitazione. Non riesco mai a reggere frasi del tipo Dobbiamo parlare, ma non preoccuparti, specialmente se provenienti da persone a cui sono legato sentimentalmente. Divento una bomba di tensione. Infatti, dopo aver parcheggiato la macchina alla belle meglio, eccomi di fronte al binario che fremo e tento di dar calci ai piccioni che mi zampettano attorno. Roba che se passasse la Polfer verrei portato in centrale per accertamenti sullabuso di sostanze. Nel fiume umano che si riversa sulla banchina ci metto centoventi lunghissimi secondi a individuare Marilena. Le vado incontro a passo sostenuto, mi sorride da trenta metri, accelero. Mi sembra quasi di sfondare le suole da quanto premo coi talloni. Ci abbracciamo, forte. Sei secondi, lei non mi lascia. Al settimo mi stacco io, la prendo per le braccia, la guardo dritta. Adesso me lo dici o no che cazzo c?! Oh, ma che maniere! Porca puttana, mhai lasciato in agitazione tutte ste ore, muoviti che son nervoso! Senti, non possiamo arrivare a casa e metterci comodi? Sei incinta? Eh?. Lei sgrana gli occhi e mi ride in faccia: Ma va, no!. Mentre lascio andare met della tensione accumulata, cos come le immagini del pancione, del pargolo, dei miei da nonni e di me che finisco a implorare di poter pulire latrine pur di portare a casa il pane, le prendo la valigia e ci dirigiamo di buona lena verso la macchina. Rapida Mari, che se passan gli ausiliari minculano, dai!. Met della tensione ancora l. Quattro frecce disinserite, via dalle strisce pedonali e finalmente diretti verso casa. Concentrarmi alla guida mi distoglie dal resto, fatto sta che non apro bocca tutto il tragitto. Speriamo che non ci siano in casa quelle rompicoglioni, mi esce in ascensore. T tornata la parola? Te lho detto cento volte di non farmi agitare cos. Arriviamo al piano, apre la porta, entriamo. Faccio la pip e una doccia No, tu pisci e vieni in camera!. Sguardo di ghiaccio lun laltra. Un secondo. Poi lei mi fa la faccia da bambina redarguita e io rido. Un quarto di tensione per ancora mi bivacca addosso. Finalmente ci siamo. Io sono sul letto, lei entra, si sdraia al mio fianco ma tiene una spanna di distanza pi del solito. Quindi? Calmati Mattia, niente di grave Ma lo sai che le ho pensate tutte? Tutte! Comunque, arriviamo al punto Allora, partiamo dallinizio: te lho detto, no, che laltra sera venivano delle persone a cena? Ehcos, qualcuno mezzo brillo ha allungato le mani?! Ma va! No, tutto collegato a quella tizia, quella Donatella che mia sorella ci teneva a presentarmi e che poi ho rincontrato OK. Tiro un sospiro. Nessun uomo coinvolto. Ma allora cosa diamine c? 145

Lei la vicedirettrice di unazienda di servizi che lavora con gli aeroporti. Suo padre il presidente, la ditta di famiglia. Sono molto benestanti Va bene, quindi? Mia sorella fa yoga con lei e chiacchierando era saltato fuori che a breve la sua assistente se ne andr. Insomma, te la taglio corta: mia sorella ha organizzato la serata per far s che cincontrassimo Ma questi lavorano anche su Milano? Adesso ci arrivo, aspetta. Quindi gioved sera abbiamo fatto due chiacchiere informali, poi ieri pomeriggio sono andata da lei in ufficio. Mi ha presentato anche suo padre. Gira e rigira, nonostante latmosfera rilassata, stato un colloquio. Han voluto sapere vita, morte e miracoli Ma si arrivati a un dunque o che? S, ed questo di cui ti volevo parlare con calma. Lazienda solo a Roma, Mattia Mi si blocca il fiato. Tentenno: Mama quindi ti han presa?. Non capisco se mi stia dando il benservito o che altro. No, non abbiam concluso niente nero su biancoma gli sono piaciuta. Ora ci devo pensare perch se voglio, alla fine dei conti, mhan fatto intendere che il posto mio. Io smetto di guardarla negli occhi e fisso la finestra. Senza che nessuno me labbia detto mi sento un intruso. Ho la bocca secca e vorrei un bicchiere dacqua, ma come se non potessi chiederlo, come se fosse scaduto quel tacito permesso grazie al quale in questa casa ero autorizzato a muovermi come fosse anche un po mia, aprendo i mobiletti, il rubinetto, sedendomi a tavola senza sentirmi dintralcio. Mattia, non fare quella faccia, non ho detto che ci vado Mari, non fraintendermi, ma se mi devo levare di torno dillo subito Ma chi ti ha detto una cosa del genere?! Scusamera sembrato, hai ragione. Ma quindi come stanno messe le cose in termini di tempo, adesso? E cosa combini con Damiano e i vari altri, molli tutto? Donatella mi ha detto che posso rifletterci un paio di settimane. Le devo far sapere al pi tardi il nove di maggio. La posizione sar libera da inizio giugno, ma logico che se io dico di no devono avere tempo per finalizzare con qualcun altro E chiarissimo che ti vogliano. Ti stan tenendo il posto in caldo, dai S, te lho detto infatti, me lhan lasciato capire. Di sicuro anche il fatto che mia sorella sia amica della vice mi ha fatto partire da una posizione diversa Quindi, nel caso, con Milano tagli i ponti? Ci ho pensato alle fiere e tutto il carrozzone, ma ci riflettevo gi da tempo: Mattia, non ho pi ventanni e nemmeno venticinque. Ho acquisito altre competenze nel mentre, ma la maggior parte dei lavori che mi arrivano sono in primo luogo per la faccia, perch insommae diciamolo, per una volta: perch non sono un cesso. Passata una certa soglia per semplicemente non sei pi fresca, non sei una diciannovenne. Io non devo pensare ad ora, devo pensare avanti, a cosa ne sar fra cinque anni, dieci anni, eccetera. E una volta che passi i trentatr-trentaquattro ce n una su cinquanta che sinfila nella gestione, che diventa una supervisor o roba del genere. Le altre invece rimangono a spasso o si attaccano ai mariti. Io sinceramente non voglio rischiare quella fine Lo so Mari, ti capisco. Hai ragione E considera unaltra cosa: mi hanno gi accennato che prenderei a ridosso dei duemila al mese per i primi sei mesi, poi anche qualcosa di pi. Son circa gli stessi soldi che faccio ora ma Con la malattia, le ferie, i contributi, eccetera eccetera Esatto. A me, ora come ora, se capita uninfluenza finisce che ci smeno una settimana di lavoro. Cinquecento Euro che non mi entrano non sono uno scherzo. 146

Il ragionamento non fa una piega. Quello che mi lascia a terra che pare proprio che il prezzo da pagare saremo noi, io e lei, Mattia e Marilena. Mi sembra gi di vederla che se ne va. Mari, io non voglio metterti pressioni, fai quello che senti. Per se hai aspettato di essere qui per parlarmene, sicuramente hai pensato anche tu a cosa succeder a noi due, come io sto facendo adesso. O no? Ovvio E cos che pensi, dovremmo darci un taglio e via se decidi di andare? Ma no, non per forzaa meno che tu non voglia Mari, non quello che voglio o non voglio, come si mettono le cose se te ne vai. Roma non dallaltra parte del mondo ma non nemmeno sotto casa Potremmo vederci ogni weekend, per S, va bene, per qualche periodo forse, ma poi? Non fraintendermi Mari, non voglio essere ipocrita: anchio quando sento le storie degli altri che si trasferiscono a destra e a manca e guardo gli studi che ho fatto, mi dico che dovrei andare allestero, almeno per un periodo. Chiedevo a Martin della Germania proprio in questi giorni, anche se poi a guardar bene non so nemmeno se potr farla una cosa del genere. Io non sto accusando n te, n le occasioni che arrivano. Ne piovessero di possibilit del genere, staremmo tutti meglio. Che sia toccato a te avere qualcosa di concreto sottomano prima che a me solo questione di sorte. Sarei potuto essere io quello con una proposta di lavoro altrove, e certo non avrei gradito dessere additato come legoista, come quello che antepone la carriera ai sentimenti e sfancula la ragazza, eccetera. Lo so che non cos: qui c in ballo la prospettiva tua come in qualsiasi momento c in ballo la mia. Mari, lungi da me farti sentire in colpa o cosaltro, per insomma, capirai che questa notizia al di l di tutto un discreto colpo per me. Annuisce. Le dico che sono troppo confuso ora per ragionare nella dovuta maniera. Andiamo in cucina a farci un t e un toast. Ultimo sabato di aprile, il calendario mi ricorda. Fra due settimane al massimo il dado sar tratto. Mangio il toast come se nel mentre fossi in una dimensione parallela. In effetti lo sono, sono nel passato. Con gli occhi sulla bustina di t verde strizzata e appoggiata al tovagliolo ripenso a tutti i bei momenti fra me e Mari. Quella fiera, le sue sigarette, il primo bacio, la prima volta che ho dormito da lei, i regali di Natale, la sua gioia per la mia musica. C tanto. Non siamo quel tipo di coppia da fedine dargento, famiglie coinvolte e relazione notificata su Facebook. Non abbiamo affrettato nulla. Piano piano, ci siamo mossi cos, al punto che voliamo a mezzaria. Ma non per inerzia, non per indecisione, non per mancanza di sentimento. Solo perch questo il nostro passo, infatti avremmo ancora spazio per crescere, per andare pi in alto. Non so dire di quanto, ma pi in alto. Tesoro, torniamo di l?. Troppo silenzio, meglio tenerlo in privato prima che qualcuno vi sintrometta. Torniamo sul letto e ci stringiamo. Le sento la schiena, le braccia, la testa. Riprendo misura di tutto, come ad azzerare la distanza che ho sentito per lintero pomeriggio. La bacio, riguardo bene come sono fatti i suoi occhi, il colore, le sfumature, il taglio. Stesso per il viso, le labbra, il naso, le guance. E come conoscerla una nuova volta per la prima volta. Mi sono spaventato, sono spaventato. Da ieri notte e quegli SMS arrivando ad adesso lo spavento ha cambiato forma, colore, significato. Ora per due settimane, o forse meno, comunque finch una decisione non sar presa, mi sentir come in unincubatrice. E se vado, Mattia, sappi che terr gli occhi aperti anche per te. Sicuro come loro. Magari persino da Donatella e suo padre cercano uno cos come sei tu, chi lo sa!. 147

Ci sorridiamo, ed quasi ora di cena ma ci addormentiamo, nonostante la luce di questo tardo pomeriggio nel cuore della primavera gridi come una protesta contro il tramonto. Vorrei svegliarmi fra cento mesi, Mari, con tutto sistemato, come per magia, come fosse un risveglio normale dove il peggio alle spalle, lontano al punto da parlarne con quel passato remoto che la nostra lingua sta seppellendo. Via, dietro, lungi. Nelle terre del fui, del fosti e del fummo.

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31 BACIAMI

Mi sveglio presto, dopo un sonno disturbato. Sette meno venti. Il sole filtra, ma si capisce che gi un sole diverso. Mi muovo piano per non svegliare nessuno. Vado in cucina, apro il mobiletto, il rubinetto, mi siedo a tavola. Il bollitore scalda lacqua per il t. Guardo lorologio a parete, scatto dettato dallabitudine. Lo so che ore sono. Poi locchio mi cade sul calendario: marted due settembre. Gli ultimi mesi sono passati muti, ovattati. Testa gi, attenzione solo al ritmo del respiro, per non perderlo. Ho girato un altro video, Internet ha risposto molto bene ma la TV non lha accolto. Dal vivo invece ho avuto tre date: la prima un disastro per cause esterne, le altre due sufficienti ma nulla di che. Da l in avanti ho messo il paraocchi. Dapprima anche doppi turni coi centri universitari, fino a diciassette ore a giornata, e una volta chiusi per ferie quelli sono passato alla fotocopia dellestate precedente. Ancora a sostituire Mario e poi Giuliano, ancora con le stesse persone a passarmi di fianco. Ancora ferragosto a casa, gli amici in vacanza, per nessuna visita a Claudia. Solo lavoro, ore, soldi, sonno, caff, panini, aria condizionata, starnuti notturni. Tutto questo per arrivare ad oggi. Unicamente ad oggi, con un sogno pi grande in mente, col lasciapassare di una scommessa nel portafoglio. Mi sono preparato per te. Ogni giorno stato per te. Ogni volta che andavo a Milano era per te e ogni volta che tornavo temevo non sarei arrivato a questo momento, perch mentre facevo la tangenziale quasi mi si chiudevano gli occhi dalla stanchezza. Abbassavo il finestrino e accendevo la radio per restare sveglio. A volte cantavo pure. Da parecchi mi sono distaccato. Vedono sempre e solo il lato pi appariscente delle cose, il lato pi luccicante, e pare che la mia, che sembrava una gran giostra, non abbia acceso tante luci quante loro se ne aspettavano. O forse non tanto in fretta quanto loro si aspettavano. Non ho tutti dalla mia parte per questa scelta, ma in fondo ho quelli che contano. Ho i miei, compresa mia mamma, per la quale non devessere facile affacciarsi al distacco; ho Daniele e Miguel, nonch la nuova tecnologia che ci terr uniti quel che basta per non dover abbandonare un sogno; infine ho quella manciata di amici con cui mi confido e mi confronto, alcuni gi altrove, i quali ovunque io sia trovano posto. Mi basta questo per tornare in camera, aprire gli armadi e cominciare a mettere sul letto quello che scelgo. Nel mentre sento del movimento in casa, nel mentre ti penso. E stata una battaglia, uno sforzo enorme, in certi momenti digrignavo i denti dalla rabbia, in altri mi si riempivano gli occhi di lacrime e mi sfidavo a rimandarle indietro. Te lo giuro, la strada mi parsa immisurabile. Ma mi sembra gi di sentire il tuo profumo, di sorridere, di respirarti. Prendo una pausa, saluto i miei prima che vadano al lavoro. Sembra gi il saluto, quello grande, quello lungo. Guardo bene questa casa, guardo la cucina, il salotto, i muri, le foto. Ogni pezzo un momento, ogni pezzo una gioia nellaggiungerlo. Mi siedo sul divano, mi sdraio, mi allungo, ci resto per un po. Mi mancher, quante notti che ci ho passato. Ma giusto che sia cos. Parto per costruire, parto scommettendo, parto per non rimanere un piccolo bonsai radicato nelle certezze di un vaso che lo tiene ostaggio, di un giardiniere che lo tiene nano. 149

E tu mi dai speranza, me ne dai quel tanto che basta. Mi riempirai i giorni, le notti, mi aiuterai a ritrovare me stesso facendomi trovare un nuovo me stesso. Sto gi riprendendo colore, sto gi riprendendo fiato ma questo voglio che quando arrivo me lo mozzi per un lungo, eterno secondo. Fammi perdere un battito e poi regalamene uno che ne valga cento, mille, un milione. Fallo, perch io quel che ricevo rid due volte. Tu dammi un seme che io ti porter il fiore. E mentre questa giornata scorre, scivola, fluisce senza che io possa fermare il tempo, mi preparo ad un passo che vale quanto la prima corsa di un puledro, quanto il primo salto di un bambino. Ricevo telefonate, ascolto le raccomandazioni delle zie, i saluti timidi dei cuginetti, le parole semplici di mio nonno che lasci casa che era un ragazzino. Tu vali questo, tu rappresenti questo. Sei la mia porta per un ciclo che si ripete nelle generazioni, sei una nuova prospettiva mentre decido cosa verr con me e cosa no, cosa varr e cosa no. Sei un desiderio, un bisogno, una pretesa, un lusso, lessenza: sei tutto fuorch qualcosa di scontato, tutto fuorch un obbligo. E se assieme sei anche un rischio, ti autorizzo a mettermi a repentaglio, perch non c avventura senza azzardo. Punto sul tuo numero, ti strizzo locchio, credo in te. Sii dalla mia se me lo merito, o sii dalla mia perch io sono io. Perch ti sorrido, perch mi scaldo, perch mi appassiono, perch non cedo, perch tento, perch mi apro, perch parlo, perch mi dono. Semplicemente: perch amo. Quindi baciami. E ora che passata lintera giornata, che ho riorganizzato tutto tre volte, che ho cenato coi miei fingendo fosse una sera normale, si fatta ora di andare a letto. Una preventiva nostalgia fa a spintoni con lemozione. Sotto le coperte mi giro e mi rigiro, passa mezzora, accendo la luce, mi alzo, riapro larmadio e decido di portare con me anche un giubbetto pi pesante e un maglione, perch settembre a volte fa gli scherzi e perch dopo settembre verranno altri mesi. Le cerniere si chiudono di nuovo, prendo la bilancia, peso tutto una volta ancora. Venti chili di valigia, dieci di bagaglio a mano. Al limite. Anzi no, sar in netto sovrappeso. Avr a tracolla una borsa stracolma di speranze, del dovere di avere speranze. Non ho altra scelta se non quella di guardare avanti. Domani sono da te. Finalmente. Berlino.

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LAUTORE

Nato e cresciuto nella zona fra Milano e Como che porta il nome di Brianza, Mattia Colombo si laureato in Mediazione Linguistica seguitamente ad un percorso di studi improntato sulle lingue straniere e linterculturalit sin dalle scuole medie. Incline alla scrittura gi da piccolissimo, ha cominciato negli anni di liceo ad applicarsi coscienziosamente nella duplice direzione della prosa e dei versi. Sotto lo pseudonimo di Matt Manent attivo da un decennio in ambito musicale (hanno visto la luce gli EP Dedalo e On the road, nonch lalbum Palestra di vita e svariate collaborazioni) ed stato per anni tanto conduttore radiofonico del programma Streetbeat quanto collaboratore di magazine e realt mediatiche di vario genere. Responsabile di colpi di testa come lavventura A longer way home, fra i protagonisti di entrambe le edizioni dellantologia di poesia urbana contemporanea incastRIMEtrici (Arcipelago Edizioni) ed ha inoltre preso parte ad eventi nellambito della giovane scena della slam poetry italiana. Nel 2011 con Brillante laureato offresi pubblica il suo primo romanzo e lancia il relativo blog, col quale ambisce a sviluppare un luogo di dibattito di rilevanza nazionale per i laureati e le entit attinenti. Parallelamente, il lato pi visibile di una vita spaccata a met lo trova ad interagire con linstabile contesto del mercato del lavoro attuale. Contratti, mete e situazioni incerte si avvicendano senza tregua in un ambiente reso pericolante dal pi grande terremoto socioeconomico del dopoguerra. Maniche rimboccate, testa alta e concretezza sono gli antidoti di un giovane uomo convinto che la via della salvezza la forza di volont.

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