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10 ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE

il percorso
◆ Tipi di serramenti e di schermi
◆ Parti costituenti i serramenti
e gli schermi
◆ Caratteristiche tecniche e tecniche
di montaggio degli infissi esterni
◆ Le facciate continue
◆ Prestazioni dei serramenti

on line L’officina
del progettista


Finestre per tetti
Porte, portoni e serrande
Accessori dei serramenti
Infissi esterni
◆ Caratteristiche funzionali delle finestre
◆ Esempi di finestra e porta-finestra
◆ Serramenti di acciaio e di PVC
◆ Calcolo analitico del fattore medio
di luce diurna
◆ Prove di resistenza al vento
172 unità 10 Infissi esterni

10.1 Tipi di infissi esterni on line Finestre per tetti


Porte, portoni e serrande

SERRAMENTI

FINESTRE PORTE-FINESTRE PORTE VETRATE E LUCI


Permettono la ventilazione degli Assommano alle funzioni delle fine- Controllano o impediscono il pas- Hanno funzioni analoghe a quelle
ambienti interni e il passaggio del- stre quella di consentire il passaggio saggio, proteggendo dalle intrusioni. delle finestre, a esclusione della
l’energia radiante, consentendo l’il- di persone e oggetti. ventilazione.
luminazione naturale e la visibilità
tra gli spazi interni ed esterni.

SCHERMI
Elementi con funzioni com-
plementari rispetto a quelle
dei serramenti esterni.
Possono avere forme diverse
in base alle loro funzioni e
alla posizione rispetto al ser-
ramento.

PERSIANE ANTONI FRANGISOLE VENEZIANE


ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 173

10.2 Parti costituenti il serramento on line Accessori dei serramenti

I termini tecnici generalmente impiegati per identificare le ■ traversa, profilo che forma un elemento orizzontale del te-
parti del serramento sono i seguenti [fig. 1]: laio dell’anta o del telaio fisso (traversa superiore, traversa
■ controtelaio, costituito da profili di legno o metallici, fissati intermedia, traversa inferiore);
con zanche murate nella parete, predisposti per il montag- ■ traversa intermedia dell’anta, profilo che forma un ele-
gio del telaio fisso del serramento; mento orizzontale dell’anta della porta-finestra, che viene in
■ telaio fisso, costituito da profili, fissati al controtelaio, che genere disposto all’altezza dei davanzali delle altre finestre;
portano i vincoli per l’articolazione del telaio mobile (cer- ■ tamponamento, lastra di vetro (o di altro materiale, più o
niere). Ha la forma di un rettangolo nel caso delle finestre meno trasparente), fissata sul telaio mobile;
e di un rettangolo senza la base inferiore nel caso delle ■ fermavetro, profilo con funzione di fissare le lastre di tam-
porte-finestre e delle porte. Tra il controtelaio e il telaio fisso ponamento al telaio mobile;
viene lasciato un certo gioco per assorbire le tolleranze di
■ gocciolatoio (dell’anta), listello di forma particolare fissato
fabbricazione e per eseguire piccoli spostamenti, necessari
alla traversa inferiore per ostacolare l’infiltrazione dell’acqua;
per regolare la messa a piombo (cioè la verticalità) del ser-
■ anta (o battente), elemento apribile del serramento, costi-
ramento;
tuito dal telaio mobile e dalla lastra di tamponamento;
■ coprigiunto, profilo collocato a cavallo tra controtelaio e
■ anta battente (o prima anta), anta che viene manovrata per
telaio fisso per nascondere il gioco esistente tra essi;
prima durante l’apertura di un serramento a due o più ante;
■ telaio mobile (o telaio dell’anta), costituito dai profili che
■ anta ricevente (o seconda anta), anta che viene mano-
formano la parte mobile del serramento, racchiudendo e so-
stenendo le lastre di tamponamento; vrata per seconda durante l’apertura di un serramento a due
o più ante;
■ montante, profilo che forma un elemento verticale del te-
■ accessori, elementi complementari, necessari per realizzare
laio dell’anta o del telaio fisso;
i vincoli tra le parti degli infissi, permettendo l’assemblag-
■ montante intermedio del telaio fisso, profilo che costitui-
gio, la manovra ecc., e consentendo funzioni specifiche;
sce un elemento verticale del telaio fisso e che separa due
■ guarnizioni, elementi dotati di profili particolari che con-
ante indipendenti;
sentono la tenuta in corrispondenza delle linee di battuta tra
elementi mobili;
■ giunto apribile, che corrisponde all’insieme delle facce dei
Zanca profili situate tra telaio fisso e ante;
elemento metallico con estremità ripiegata in modo da inglo-
■ giunto fisso, che corrisponde all’insieme delle facce dei
barla in uno strato di malta per il fissaggio a una muratura.
profili situate tra controtelaio e telaio fisso.

B esterno 1
9
5
6

4
esterno
luce netta

A
A
altezza

7
8
1 9 23 4 3 3 4 3 2 9 1 9
B
sezione A-A sezione B-B

Fig. 1 Parti di un serramento: 1) controtelaio; 2) montante del telaio fisso; 3) montante del telaio mobile; 4) lastra di vetro (tamponamento); 5) traversa superiore del telaio fisso;
6) traversa superiore del telaio mobile; 7) traversa inferiore del telaio mobile; 8) traversa inferiore del telaio fisso; 9) coprigiunto.
174 unità 10 Infissi esterni

10.3 Elementi al contorno delle aperture


Gli elementi che delimitano le pareti lungo le superfici di con- ■ soglia, l’elemento posto a contatto con il lato inferiore di
tatto con gli infissi sono identificati con i seguenti termini [fig. 2]: porte e porte-finestre per delimitare la pavimentazione in-
■ davanzale esterno, l’elemento posto a contatto della parte terna rispetto a quella esterna. Può essere una soglia a bat-
inferiore delle finestre, con la funzione di fornire una sede tuta, quando crea un dislivello tra i livelli dei due pavimenti,
di appoggio alla traversa inferiore del telaio fisso e di pro- oppure una soglia a raso, quando i pavimenti sono allo
teggere dalle intemperie la parete sottostante l’apertura. Per stesso livello. In quest’ultimo caso viene a mancare la te-
questo è leggermente inclinato verso l’esterno ed è dotato di nuta all’aria lungo il lembo inferiore del serramento;
un gocciolatoio e talvolta di risvolti laterali; ■ stipite, il lato verticale esterno dell’apertura, realizzato con

■ davanzale interno (o controdavanzale), l’elemento posto laterizi a vista, con laterizi intonacati o con elementi di ma-
in corrispondenza della parte inferiore interna della finestra teriale lapideo;
per completare la finitura e favorire l’utilizzo del vano sot- ■ sguancio (o sguincio, o strombatura), l’inclinazione delle
tofinestra; spalle del vano di un’apertura [fig. 3];
■ gocciolatoio, costituito da una scanalatura situata lungo la ■ battuta, la conformazione a gradino che viene conferita alle
faccia inferiore del davanzale, in prossimità del bordo spalle del vano di un’apertura per ricavare una sede sulla
esterno, avente lo scopo di non lasciare colare l’acqua sulla quale installare il controtelaio (oppure il telaio fisso) del ser-
superficie esterna della parete; ramento [fig. 3]. In modo analogo, con battuta si intende il
piano del telaio fisso che fornisce appoggio all’anta;
A A ■ parapetto, la porzione di parete situata al disotto del vano
A A di una finestra. Esso individua, insieme agli sguanci, il vano
sottofinestra.
B B piano
davanzale
D approfondimento
B B
D Le dimensioni dei serramenti
piano pavimento La scelta delle dimensioni dei serramenti deve essere fatta tenendo
C conto di vari fattori, quali la destinazione dei locali, le esigenze di
C illuminazione naturale, le condizioni climatiche del sito dell’edifi-
cio. Particolari prescrizioni sono dettate dall’esigenza di garantire
alle persone con disabilità l’accessibilità a determinati edifici.
a b c d Per definire le dimensioni dei serramenti si usano i seguenti termini:
■ vano (o apertura), in generale, indica il vuoto lasciato nella
parete per inserire l’infisso;
■ luce netta (o larghezza architettonica), la distanza tra gli sti-
piti del vano;
sez. A-A sez. B-B
■ altezza, il dislivello tra il piano del davanzale esterno e l’archi-
trave;
e g ■ area del vano, l’area ottenuta dal prodotto tra luce netta e al-
tezza.
gocciolatoio

f h
gocciolatoio
α

sez. C-C sez. D-D


battuta
sguancio
Fig. 2 Elementi al contorno di un’apertura: a) architrave rivestito; b) architrave in-
tonacato; c) stipite rivestito; d) stipite intonacato; e) soglia a battuta; f) so- Fig. 3 Battuta e sguancio di un’apertura. Lo sguancio aumenta l’angolo α di entrata
glia a raso; g) davanzale in vista all’interno; h) davanzale esterno e davanzale dei raggi luminosi: per questo era di impiego molto comune nelle murature di
interno (controdavanzale). grande spessore.
176 unità 10 Infissi esterni

10.5 Serramenti doppi e serramenti composti


esterno
Serramenti doppi a
Oltre ai serramenti costituiti da un telaio fisso e da una o più
ante mobili, si costruiscono anche finestre a doppia anta e fi-
nestre a doppio telaio fisso o finestre doppie, che vengono
impiegate per ottenere migliori livelli delle prestazioni ter-
miche e soprattutto acustiche. Il ricorso a questo tipo di fi-
nestre è però sempre meno frequente, poiché sono ormai esterno
superate da soluzioni di maggiore efficacia. b
Le finestre a doppia anta sono formate da un telaio fisso sul
quale vengono montate due ante parallele e accoppiate tra loro
[fig. 4a].
Le finestre a doppio telaio fisso sono costituite da due telai intercapedine

fissi e da due ante apribili in modo indipendente e staccate tra


loro di una certa distanza, in modo da formare un’intercape-
dine utile per l’isolamento [fig. 4b].

Serramenti composti Fig. 4 a) Finestra a doppia anta; b) finestra a doppio telaio fisso, o finestra doppia.
Le finestre e le porte-finestre possono avere forme semplici,
come quelle costituite da uno o due battenti, oppure forme e 6 sono particolarmente indicati per ambienti nei quali sia
composte, come quelle costituite da più ante con movimenti necessaria una maggiore ventilazione, mentre i tipi 7, 9 e 10
diversi. Possono inoltre essere dotate di ante disposte supe- consentono una migliore visione verso l’esterno, anche da
riormente (sopraluce) o inferiormente (sottoluce) alle ante parte di una persona seduta. Ai serramenti di tipo 4, 5, 6, 8, 11,
normali [fig. 5]. dotati di un vasistas, si tende a preferire serramenti con aper-
La possibilità di combinare vari tipi di apertura permette di tura del tipo oscillobattente (o ad anta ribalta), che possono
adeguare il serramento a diverse esigenze e a varie destina- essere più facilmente inseriti negli ambienti di minore altezza,
zioni degli ambienti. Per esempio, tra i serramenti composti come le attuali abitazioni con altezza netta di 2,70 m, anziché
più comunemente impiegati illustrati nello schema, i tipi 4, 5 di 3 m come era prescritto in passato.

piano
davanzale
1 2 3

1) finestra a tre battenti


2) finestra a due battenti e un vasistas
3) finestra a due battenti e una luce fissa
4) finestra a due battenti con sopraluce a vasistas
4 5 6
5) finestra a due battenti e un vasistas, con sopra-
luce a vasistas
7
6) finestra a un bilico con sopraluce a vasistas
7) finestra a due battenti con sottoluce a vasistas
8) finestra a un battente e una luce fissa, con due
sopraluce a vasistas
8
9) finestra a un battente e un bilico, con due sotto-
9 10
luce fissi
10) finestra a un battente e una luce fissa, con due
sottoluce a vasistas
11) porta-finestra con finestra a quattro battenti, con
sopraluce a due vasistas e una luce fissa
12) porta-finestra a due battenti
piano
pavimento 13) porta-finestra con finestra a due battenti
11 12 13 14 14) porta-finestra con due luci fisse

Fig. 5 Tipi di serramenti composti. Le linee tratteggiate indicano il piano davanzale (per le finestre) e il piano pavimento (per le porte-finestre), mentre i simboli (cioè i triangoli) al-
l’interno di ciascun serramento indicano il senso di apertura. Per esempio: le due ante laterali del caso 3 ruotano su cerniere verticali disposte sui lati esterni, mentre l’anta
centrale è fissa; l’anta principale del caso 6 ruota su cerniere disposte su un asse mediano (bilico), mentre il suo sopraluce ruota su cerniere disposte sul lato inferiore (va-
sistas).
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 177

10.6 Alloggiamento dei vetri


L’alloggiamento delle lastre di vetro sulle ante dei serramenti Sui serramenti di legno, il vetro può anche essere installato
avviene normalmente con il sistema a battuta con fermavetro, con la tecnica detta a infilare, utilizzata per lastre fino a 4 mm
detto anche a scanalatura [fig. 6], lasciando un gioco tra vetro e di spessore, che richiede lo sdoppiamento della traversa supe-
profili delle ante per consentire l’inserimento dei tasselli di vetra- riore [fig. 7].
zione e del materiale di tenuta, cioè i sigillanti oppure le guarni-
zioni. La profondità e la larghezza della scanalatura [tabb. 1 e 2]
devono essere scelte in base alle dimensioni delle lastre e alle approfondimento
condizioni ambientali del luogo in cui è situato l’edificio. Tasselli di vetrazione
Per alloggiare le lastre e per trasmettere il loro peso nelle zone più
Tabella 1 ■ Profondità della scanalatura di alloggiamento delle lastre appropriate del telaio mobile, vengono utilizzati particolari tas-
di vetro. selli che, a seconda della loro funzione, si distinguono in:
Superficie vetrata Sv Profondità ■ tasselli d’appoggio, di legno duro, di materie plastiche, di ela-
[m2] [mm] stomeri ecc., formano l’appoggio delle lastre (vedi 10.7.2 );
■ tasselli periferici e tasselli spaziatori, mantengono le lastre in
Sv ≤ 1,2 12
posizione, impedendo rispettivamente gli spostamenti sul piano
1,2 < Sv ≤ 5,0 16 del telaio e quelli perpendicolari a tale piano.
L’applicazione dei tasselli varia in relazione al tipo di finestra e
5,0 < Sv ≤ 10,0 20 alle sollecitazioni indotte dai movimenti di apertura, specie
10,0 < Sv 25 quando si tratta di serramenti composti.

approfondimento
Tabella 2 ■ Larghezza della scanalatura di alloggiamento delle lastre Spessore dei vetri
di vetro.
Per garantire la sicurezza, lo spessore delle lastre di vetro da
Spessore dei vetri Sp Larghezza montare sui serramenti deve essere scelto in funzione delle ca-
[mm] [mm] ratteristiche di resistenza del materiale, delle dimensioni delle
campiture, delle azioni del vento e del carico della neve (nel caso
Sp ≤ 12 Sp + 6
di finestre per tetti). A questo scopo, la norma UNI 7143 indica
12 < Sp ≤ 20 Sp + 8 formule e modalità di calcolo, basate sulle ipotesi di carico previ-
ste dalle disposizioni legislative, in relazione alle zone di vento.
20 < Sp Sp + 10 Praticamente, fatte salve apposite verifiche nei casi di sollecita-
Nel caso di vetri infilati (su ante con fessura) la larghezza della scanalatura deve es- zioni impegnative, lo spessore delle lastre può essere determinato
sere pari allo spessore del vetro più 2 mm. per mezzo di diagrammi forniti dalla manualistica.

vetro sdoppiamento
della traversa
superiore

fermavetro

scanalatura
dei montanti

profondità

larghezza

Fig. 6 Schema di alloggiamento delle lastre a battuta con fermavetro. Fig. 7 Serramento in legno con vetro a infilare.
178 unità 10 Infissi esterni

10.7 Serramenti di legno on line Esempi di finestra e porta-finestra

I legnami più adatti per i serramenti esterni sono quelli dotati zato attraverso le battute, nonché dei cambiamenti di direzione
di buona resistenza meccanica e di indeformabilità nelle di- che subiscono all’interno delle camere d’aria. La riduzione
verse condizioni climatiche. delle infiltrazioni d’aria è tanto più marcata quanto maggiore è
Le specie più utilizzate sono douglas, hemlock, pitch pine, il numero delle battute e delle camere d’aria: per questo sono
larice, pino silvestre, rovere, teak, abete rosso, castagno. stati introdotti altri tipi di sezioni, detti a tripla battuta [fig. 9].
La finitura superficiale può essere realizzata con una verni- La forma delle battute garantisce anche una discreta tenuta al-
ciatura trasparente oppure coprente: la prima viene applicata l’acqua, almeno nel caso delle sezioni meno esposte, come
nel caso di legnami di buone caratteristiche di aspetto, privi di quelle dei montanti verticali; per la traversa orizzontale infe-
nodi e con venature sottili e regolari. riore occorre usare qualche artificio in più, applicando il co-
I profili sono generalmente di legno massiccio, ma si sta siddetto gocciolatoio, cioè un listello dotato di un incavo sulla
diffondendo la tendenza a impiegare profili di legno lamel- faccia inferiore, che allontana le gocce d’acqua, impedendo
lare, con i quali si hanno migliori possibilità di sfruttamento loro di penetrare all’interno [fig. 10].
del materiale.
esterno

Forma dei profili


I telai di legno delle finestre e delle porte-finestre presentano
sezioni tipiche, tramandate dalla tecnica tradizionale, adatte a
garantire la tenuta all’acqua e a contenere la permeabilità al-
l’aria del serramento.
Le zone di accostamento tra l’anta e il telaio fisso vengono con-
formate in modo da ricavare superfici di contatto, dette battute, Fig. 9 Profilo a tripla battuta.
intervallate da una o più camere d’aria [fig. 8]. Le infiltrazioni
d’aria prodotte dalle differenze di pressione tra interno ed
esterno vengono quindi rallentate per effetto del passaggio for- esterno

esterno

Fig. 8 Schema delle battute e della camera d’aria formate dall’accostamento dei Fig. 10 Particolare di traversa inferiore con goccio-
profili dei serramenti di legno. latoio.

approfondimento
Profili di legno usati in passato
Tra i profili normalmente impiegati nel passato meritano un cenno particolare quelli denominati a nocetta e a gola di lupo [fig. 11], che
presentavano soluzioni di notevole interesse. Per esempio, l’incastro realizzato dalla nocetta nella scanalatura del telaio fisso preservava
l’anta da eventuali svergolamenti, specialmente nel caso di telai di grandi dimensioni o di legnami non correttamente stagionati.
esterno

profilo a gola di lupo


Fig. 11 Profili utilizzati in passato. profilo a nocetta
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 179

10.7.1 Serramenti con guarnizioni di tenuta


È molto diffuso l’impiego di serramenti di legno nei quali la te- ■ formazione di un gocciolatoio con fori di scarico mediante
nuta è affidata, oltre che a particolari forme delle battute dei pro- una scanalatura continua, praticata nel profilo di legno [fig. 13];
fili, anche all’applicazione di tecniche costruttive ed elementi ■ inserimento nel profilo di legno di un profilo speciale di al-
accessori sempre più perfezionati. Questi tipi di serramenti, che luminio con funzione di gocciolatoio, dotato di fori di sca-
consentono livelli prestazionali elevati, sono normalmente clas- rico [fig. 14].
sificati in base a tre aspetti caratteristici: il profilo, il sistema di
tenuta e il tipo di guarnizione. Tali soluzioni, che sono basate sul principio del giunto
aperto, raccolgono l’acqua nella scanalatura del gocciolatoio
e la scaricano all’esterno, mediante fori o altri artifici oppor-
I profili e i sistemi di tenuta tunamente predisposti. Rispetto ai serramenti di legno tradi-
zionali, hanno quindi il vantaggio di eliminare il gocciolatoio
I profili dei montanti e delle traverse dei serramenti con sporgente dalla traversa inferiore dell’anta, che costituisce un
guarnizioni di tenuta sono caratterizzati da sezioni con parti- elemento molto esposto alle intemperie e dunque facilmente
colarità geometriche e dimensionali che, oltre a garantire ele- soggetto a deterioramento.
vati livelli di impermeabilità all’aria, facilitano l’applicazione
degli accessori del serramento (dispositivi di chiusura, guar-
nizioni ecc.) e la regolazione dei telai durante la manuten-
zione [fig. 12].
Nella traversa inferiore del telaio fisso vengono adottate par-
ticolari soluzioni per ottenere la tenuta all’acqua:

esterno
a

4
Fig. 13 Profili della traversa inferiore, dotati di sca-
nalatura continua per la formazione del
19 esterno gocciolatoio (con fori di scarico).

battuta
a
e
esterno
b b d
b
12
c

18

esterno c

battuta
Fig. 14 Profili della traversa inferiore adottati per realizzare il gocciolatoio mediante
esterno l’inserimento di un profilo di alluminio. La dimensione a deve essere superiore
c a 5 mm per limitare la quantità di acqua che può entrare. La dimensione b
deve essere almeno di 1 mm per evitare un “effetto vuoto” nella precamera,
che renderebbe difficile lo scarico dell’acqua. La tenuta all’acqua è maggior-
mente garantita per c > 17 mm. Le dimensioni della scanalatura larga d
(> 7 mm) e profonda e (> 5 mm) sono tali da provocare la caduta delle gocce
d’acqua prima che arrivino a contatto con la guarnizione.

Principio del giunto aperto


Fig. 12 Profili dei montanti e della traversa superiore: a) profilo detto “4 mm di aria quando il lato esterno di una superficie è investito dall’acqua, non
in battuta”; b) profilo detto “12 mm di aria in battuta”, che consente il mon- si verifica alcuna spinta che porti l’acqua verso l’interno se i due
taggio degli accessori senza fresatura; c) profili dei montanti centrali di un lati della superficie sono soggetti alla stessa pressione dell’aria.
serramento a due ante.
180 unità 10 Infissi esterni

10.7.2 Alloggiamento della guarnizione e dei vetri


Alloggiamento della guarnizione Alloggiamento dei vetri
I serramenti con guarnizioni di tenuta, a seconda del posizio- Per ottenere elevati livelli di prestazione, i serramenti di legno
namento delle guarnizioni, possono essere di due tipi: con guarnizioni sono normalmente dotati di vetri uniti al pe-
■ serramenti con guarnizioni inserite nel telaio fisso [fig. 15a]; rimetro, alloggiati con particolari accorgimenti e per i quali
si ricorre all’impiego di materiali di tenuta specifici [fig. 16 e 17].
■ serramenti con guarnizioni inserite sulla battuta interna del-
l’anta (guarnizioni acustiche) [fig. 15b].

a b esterno

2 6
3
4
5
guarnizione

guarnizione
esterno esterno
guarnizione inserita guarnizione inserita sulla battuta in-
nel telaio fisso terna dell’anta Fig. 16 Particolare dell’alloggiamento dei vetri uniti al perimetro: 1) sigillante; 2) na-
stro isolante; 3) tassello d’appoggio; 4) canaletto di aerazione e di scarico
Fig. 15 Tipi di guarnizione dei serramenti. della condensa; 5) foro di scarico; 6) fermavetro.

A
esterno

sezione A-A
B B

esterno

sezione B-B

Fig. 17 Finestra di legno a un battente con guarnizioni inserite sul telaio fisso e sulla battuta interna.
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 181

10.7.3 Tecniche di montaggio


La posa in opera dei serramenti di legno può avvenire con due In tal modo si ottengono i seguenti vantaggi:
diverse modalità di fissaggio alle pareti perimetrali: montag- ■ l’installazione dei serramenti può essere svincolata dall’ese-
gio senza controtelaio e montaggio mediante controtelaio. cuzione delle opere di muratura, rimandando l’intervento
del serramentista a una fase nella quale non vi siano intralci
Serramenti montati senza controtelaio con altri operatori;
■ si possono assorbire le piccole imperfezioni (dimensionali
Questa soluzione prevede di ancorare il telaio fisso del serra-
mento mediante zanche murate nelle spalle dell’apertura [fig. 18]. e di verticalità) delle spalle dell’apertura, lasciando un gioco
La posa dei serramenti deve perciò avvenire quando le pareti sufficiente tra il controtelaio e il telaio fisso del serramento.
non sono ancora rivestite, fatto che li espone a rischi di dan- Tale gioco viene poi riempito con cunei di regolazione, in-
neggiamento superficiale durante l’esecuzione dell’intonaco. seriti in corrispondenza delle viti di fissaggio, e con mate-
riali di tenuta. In tal modo si rendono compatibili le
tolleranze della muratura con quelle, più limitate, di fabbri-
Serramenti montati mediante cazione dei serramenti;
controtelaio ■ i serramenti non vengono a contatto, come succede nel caso

Questa soluzione prevede di predisporre un elemento inter- di posa senza controtelaio, con umidità e spruzzi di malta,
medio tra la parete e il telaio fisso del serramento, detto con- che possono causare alterazioni superficiali;
trotelaio, che viene piazzato dal muratore sul muro grezzo, ■ i serramenti possono essere facilmente smontati per succes-
prima dell’esecuzione dell’intonaco [fig. 19]. sivi interventi di manutenzione, oppure sostituiti.

esterno
a a
controtelaio
cunei di regolazione
vite

esterno
b b

controtelaio
vite

cunei di regolazione

Fig. 18 Montaggio di serramento senza controtelaio: a) con persiana avvolgibile; Fig. 19 Montaggio di serramento mediante controtelaio: a) con persiana avvolgibile;
b) senza persiana avvolgibile. b) senza persiana avvolgibile. Il fissaggio avviene per mezzo di viti con inter-
posizione di cunei di regolazione.
182 unità 10 Infissi esterni

10.8 Serramenti di lega di alluminio on line Serramenti di acciaio e di PVC

I profilati di lega di alluminio per serramenti possono essere: Profilati a giunto aperto
con tenuta in battuta (o a doppia guarnizione), a giunto aperto
(o a tenuta con guarnizione centrale) e a taglio termico. Questi profilati, detti anche con camera di decompressione,
hanno una conformazione delle battute, che impedisce che
l’acqua venga spinta all’interno dalla pressione del vento. Per
Profilati con tenuta in battuta ottenere questo risultato, la guarnizione non viene applicata
sull’esterno, come nei profilati con tenuta in battuta, ma in po-
La tenuta viene ottenuta con due guarnizioni inserite in sca- sizione centrale, in modo da creare una precamera di rac-
nalature disposte nelle alette esterne che formano le battute. colta, nella quale la pressione è sempre uguale alla pressione
Si tratta di profilati non troppo complessi, utilizzabili sia per i esterna [fig. 21]. In tal modo l’acqua che penetra all’interno
telai fissi sia per le ante perchè le scanalature che accolgono le della precamera non è spinta verso l’interno e, per il princi-
alette di tenuta possono servire anche per alloggiare le guarni- pio del giunto aperto, cola in basso, defluendo all’esterno at-
zioni dei vetri [fig. 20]. traverso i fori di scarico.
Un’eventuale infiltrazione di acqua attraverso la guarnizione Per ridurre la permeabilità all’aria, il giunto aperto necessita
esterna può essere scaricata all’esterno per mezzo di appositi di una guarnizione di tenuta che si opponga alla pressione del
fori: se ciò non avviene (per esempio, a causa della pressione vento, posta subito dopo la precamera di raccolta.
del vento), può verificarsi un’infiltrazione anche attraverso la
seconda guarnizione, con conseguente perdita di tenuta del
serramento; questo è uno dei limiti di prestazione dei profilati
con tenuta in battuta.
Profilati a taglio termico
Non bisogna, infatti, dimenticare che la pressione che si viene L’elevata conduttività delle leghe di alluminio favorisce il pas-
a creare nella camera d’aria, compresa tra il telaio fisso e saggio del calore per conduzione, attraverso i profilati che
l’anta, è minore della pressione esterna, ma è maggiore della formano i telai e le ante dei serramenti. Per migliorare l’isola-
pressione dell’ambiente interno: tutto ciò, sommato agli effetti mento termico, si utilizzano profilati detti a taglio termico
prodotti dalla risalita per capillarità, può provocare una sorta [fig. 22], che non creano ponti termici grazie all’inserimento per
di soffiaggio verso l’ambiente interno dell’acqua, eventual- iniezione di schiuma poliuretanica o di bande di resine colate o
mente infiltratasi nella camera d’aria. incastrate meccanicamente.
esterno esterno
Fig. 22 Schema di pro-
esterno filato di lega di
5
4 alluminio a ta-
glio termico.

3 3

7 2
6

4 5 8
1 2
7
4 6
inserimento
6 di materiale
1 isolante rigido
7

Fig. 20 Schema di profilato di lega di alluminio con tenuta


in battuta: 1) aletta di battuta del telaio fisso; 2)
aletta di battuta del telaio mobile; 3) fermavetro in- Fig. 21 Schema di profilato di lega di alluminio a giunto aperto: 1) profilato del telaio fisso; 2) profilato del te-
seribile a scatto; 4) guarnizione di tenuta sulle laio mobile; 3) fermavetro inseribile a scatto; 4) guarnizione di tenuta del vetro; 5) apertura del giunto di
alette; 5) guarnizione di tenuta del vetro; 6) fori di penetrazione dell’acqua (con dimensioni maggiori di quelle della goccia d’acqua); 6) precamera di raccolta
scarico; 7) camera d’aria. (o camera di decompressione); 7) fori di scarico; 8) guarnizione di tenuta dell’acqua.

approfondimento
Forma dei profili
I profilati di lega di alluminio sono prodotti con forme d’inviluppo esterno, per ottenere superfici complanari o un risalto tra i telai fisso e mo-
bile [fig. 23].
esterno esterno
a b
Fig. 23 a) Profilato piano con planarità delle ante
e b) profilato semipiano con gradino ri-
spetto al telaio fisso.
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 183

10.8.1 Tecniche di montaggio


Montaggio su controtelaio Per regolare la verticalità e il gioco del serramento il fissag-
gio sul controtelaio viene realizzato con blocchetti di regola-
I serramenti di profilati di lega di alluminio vengono di re- zione e fissaggio, sigillando poi con materiali di tenuta lungo
gola messi in opera su un controtelaio metallico, murato tutto il perimetro del giunto tra controtelaio e telaio fisso.
nella parete, in modo da costituire un sicuro piano di fissag-
gio e una sede nella quale inserirli, lasciando un gioco suffi-
ciente tra il controtelaio e il telaio fisso, come nei serramenti Montaggio senza controtelaio
di legno. Anche in questo caso, il controtelaio viene installato La posa senza controtelaio viene eseguita soltanto in casi par-
in una fase di lavoro precedente per permettere ai muratori di ticolari, come quelli in cui il serramento viene montato in luce
effettuare le operazioni di finitura delle spalle dell’apertura (quindi non su battuta; vedi 10.9.4 ). Il fissaggio può essere
senza pericolo di danneggiare il serramento [fig. 24]. eseguito mediante tasselli [fig. 25].

controtelaio da forare controtelaio con cava particolare del blocchetto di regolazione e fissaggio
per vite autofilettante
esterno esterno

materiale
termoisolante

controtelaio con due


punti di fissaggio
(per telai di grandi dimensioni) controtelaio per serramento a taglio termico

Fig. 24 Finestra a due battenti, tipo monoblocco, a giunto aperto.

esterno esterno

materiale termoisolante

serramento senza taglio termico serramento a taglio termico

Fig. 25 Finestra scorrevole.


184 unità 10 Infissi esterni

10.9 I serramenti e il disegno delle facciate


10.9.1 Forma e dimensioni dei serramenti
La forma, le dimensioni e la posizione dei serramenti contri-
buiscono fortemente a connotare l’aspetto delle facciate degli
edifici. Senza voler entrare nelle tematiche della composi-
zione architettonica, si può osservare che il disegno delle fac-
ciate è determinato dai seguenti fattori:
■ forma, dimensioni e caratteristiche dei serramenti;

■ posizione dei serramenti rispetto al filo esterno delle facciate;

■ rapporti tra superfici opache (le pareti) e superfici traspa-


renti (i serramenti).

Forma, dimensioni e caratteristiche dei


serramenti
Nella scelta della forma dei serramenti non esistono regole
fisse: ogni progettista segue un proprio modo di concepire
l’architettura.
Alcuni studiosi propendono per la scelta di una forma rettango-
lare verticale e hanno fornito regole precise per le proporzioni
da dare alla larghezza e all’altezza delle finestre [fig. 26]; altri
ancora hanno proposto forme con sviluppo orizzontale, le cosid-
dette finestre a nastro.
È famosa la disputa degli inizi degli anni Trenta del secolo
scorso tra Le Corbusier, propugnatore delle finestre a nastro, e
Perret, sostenitore delle finestre verticali.
Le finestre a nastro costituiscono, infatti, un’innovazione
nella storia dell’architettura, resa possibile dall’introduzione
della tecnica del calcestruzzo armato, che consente di allar-
gare le aperture sulle facciate, fino ad arrivare da un pilastro
all’altro della struttura dell’edificio [fig. 27].
Fig. 27 Le Corbusier e P. Jeanneret, Villa a Garches, 1927: il prospetto principale è ca-
Le finestre verticali sono, invece, la soluzione tradizionale, ratterizzato dalle finestre a nastro (sopra). I tracciati regolatori della facciata
che ha da sempre dimostrato di essere una sorgente luminosa della villa a Garches mettono chiaramente in evidenza i rapporti tra le super-
conveniente in termini funzionali e costruttivi e che, come di- fici opache e quelle trasparenti della facciata (sotto).
ceva Perret, “concorda con il profilo dell’uomo” [fig. 28].
Negli ultimi quarant’anni si sono, infine, affermate soluzioni
di facciate caratterizzate da un grande sviluppo delle superfici
vetrate, denominate facciate continue, ultimamente evolute
nelle facciate continue strutturali (vedi 10.10 ).

90o

1 1 60o
兹莥莥
2

1 45o
兹莥莥
3
2 1

3 4 90o

36o

2
2
Fig. 28 August Perret, Villa Cassandre a Versailles, 1925-1927: un autorevole esem-
Fig. 26 Alcuni esempi di proporzioni da dare alle finestre secondo Rob Krier. pio di impiego delle finestre verticali.
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 185

10.9.2 Facciate con finestre a nastro e a sviluppo verticale


Facciate con finestre a nastro Facciate con finestre
Le facciate con finestre a nastro sono costituite da una serie a sviluppo verticale
di serramenti, dotati di vari tipi di apertura, accostati tra loro Le facciate con finestre a sviluppo verticale sono quelle che
in modo da formare una finestratura continua orizzontale, non hanno una superficie vetrata (oppure anche parzialmente tam-
interrotta dalla presenza dei pilastri, in genere arretrati rispetto ponata con altri materiali in corrispondenza dei sottoluce delle
al filo della costruzione [fig. 29]. A tale finestratura continua si aperture) che si sviluppa in verticale per tutta l’altezza dell’e-
alternano le fasce orizzontali dei sottoluce, anch’esse in senso dificio [fig. 30]. Il risultato è in genere quello di conferire un
orizzontale, che scandiscono la superficie della facciata. particolare slancio verso l’alto della facciata dell’edificio.

Fig. 29 Facciata con finestre a nastro.

Fig. 30 Facciata con finestre a sviluppo verticale.

approfondimento
Finestre d’angolo
Un tipo particolare di finestratura è quello che si ottiene unendo i
serramenti in corrispondenza dell’intersezione di due facciate di un
edificio (e sostituendo il pilastro d’angolo con altri artifici strutturali).
Si ottiene in questo modo una finestra d’angolo che conferisce ef-
fetti di particolare ariosità e leggerezza all’interno e accentua la per-
cezione dell’ambiente esterno. L’eleganza e la raffinatezza di questa
soluzione ben di rado compensano però i problemi costruttivi, e
spesso anche funzionali, che essa comporta [fig. 31].

Fig. 31 Gerrit Th. Rietveld, Casa Schröder, Utrecht, 1924: un’ampia


finestra d’angolo caratterizzza il soggiorno al primo piano.
186 unità 10 Infissi esterni

10.9.3 Modulazione della luce attraverso i serramenti


Attraverso particolari accorgimenti è possibile ottenere una ture verso l’esterno e degli sguinci verso l’interno [fig. 32].
modulazione della luce che entra in un locale dalle aperture. Nella cappella di Ronchamp, Le Corbusier ha utilizzato
Le finestre alte e strette erano tipiche dell’architettura medioe- sguinci e strombature per creare effetti luminosi di notevole
vale. Per fare in modo che, attraverso quelle che spesso non effetto [fig. 33].
erano altro che feritoie praticate in murature di grande spes- Elementi per modulare la luce di impiego più recente sono gli
sore, passasse quanta più luce possibile in tutte le stagioni e schermi, realizzati in tipi diversi a seconda della funzione ri-
in tutte le ore del giorno, venivano realizzate delle stromba- chiesta [fig. 34].

strombatura
β
β

α
sguincio

Fig. 32 Poiché il Sole appare a diversa altezza sull’orizzonte a seconda della stagione, quanto più ampio è l’angolo β, tanto maggiore è la quantità di
luce intercettata nell’arco dell’anno; quanto più ampio è l’angolo α, tanto maggiore è la quantità di luce intercettata nell’arco della giornata.

Fig. 33 Le Corbusier, Notre Dame du Haut, Ronchamp (Francia), 1951-1955. Fig. 34 Facciata con frangisole a elementi orizzontali.

approfondimento
La forma delle finestre e il fattore di cielo
La quantità di luce che entra dalle finestre è espressa da un parame-
tro detto fattore di cielo (fc) e varia notevolmente a seconda della A/B = 4
A
forma delle finestre. Nella figura 35 sono messe a confronto tre fine- a1.
stre di uguale superficie, ma di diversa forma. f.c. = 0,232 B
La finestra di forma quadrata (con rapporto tra i lati A/B = 1) e quella
ad andamento fortemente verticale (A/B = 4) forniscono all’am-
biente valori di fattore di cielo molto simili, mentre quella orizzon- A/B = 1
tale (A/B = 1/4) fornisce valori decisamente inferiori. b2. A
f.c. = 0,247 B

c3. A/B = 1/4


A
f.c. = 0,140 B
Fig. 35 Le figure a), b) e c) rappresentano la porzione di cielo
visibile direttamente dal baricentro della finestra: essa sezione
è notevolmente influenzata dalla forma della finestra. sezione verticale orizzontale
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 187

10.9.4 Posizione dei serramenti rispetto al filo delle facciate


I serramenti possono essere disposti in diverse posizioni ri- Anche la tendenza all’impiego di grandi superfici vetrate, che
spetto al filo delle facciate [fig. 36]. ha caratterizzato determinati momenti della storia dell’archi-
■ Serramenti sul filo interno: il posizionamento sul filo in- tettura moderna, ha dato ai serramenti un ruolo importante
terno della parete risulta vantaggioso per i serramenti ad anta, nella definizione formale delle facciate degli edifici. Le di-
i cui battenti possono essere ruotati fino ad addossarsi alla pa- mensioni delle superfici vetrate sono aumentate fino a sosti-
rete in modo da non ingombrare l’interno dei locali [fig. 36a]. tuirsi alle stesse pareti di tamponamento dell’edificio: spesso
in queste soluzioni i pilastri e le travi sono stati lasciati a vista,
■ Serramenti sul filo esterno: è una soluzione che richiede
in modo da non interrompere la continuità, anche con una leg-
accorgimenti particolari per integrare correttamente il serra-
gera sporgenza dal filo delle facciate, creando volumi scanditi
mento con le pareti perimetrali e che caratterizza fortemente
da campiture vetrate modulari [fig. 38].
la facciata [fig. 36b].
■ Serramenti in posizione intermedia: si possono distin-
guere in serramenti in battuta [fig. 36c], quando il telaio
fisso si inserisce sulla battuta al contorno dell’apertura, e
serramenti in luce [fig. 36d], quando il telaio fisso viene
ancorato direttamente contro le spalle dell’apertura, senza
che sia predisposta la battuta. Nei primi si realizza una mi-
gliore sede per l’installazione del serramento, poiché si di-
stribuiscono su tutto il perimetro le sollecitazioni e gli
scuotimenti indotti dalle situazioni d’uso; nei secondi ven-
gono invece concentrate le sollecitazioni nei punti di an-
coraggio e si crea quindi una soluzione meno affidabile.
La posizione dei serramenti rispetto al filo esterno della co-
struzione ha importanti ripercussioni di carattere architettonico.
I serramenti disposti sul filo interno e quelli in posizione inter-
media accentuano l’effetto di “foratura” della facciata, grazie
alle ombre create sui bordi delle aperture, che sottolineano le
parti arretrate rispetto a quelle in piena luce. I serramenti sul
filo esterno determinano, invece, superfici di facciata lineari,
che enfatizzano il volume complessivo dell’edificio [fig. 37].
Fig. 37 Esempi di edifici caratterizzati da un effetto di “foratura” con serramenti ar-
retrati rispetto al filo esterno della facciata (in alto) e di enfatizzazione del vo-
lume complessivo con serramenti sul filo esterno della facciata (al centro).
esterno Nell’edificio in basso, alla planarità tra i serramenti e i sottoluci di ciascuno
a dei tre piani si accompagna l’effetto dinamico prodotto dallo sbalzo dei lun-
ghi corpi sovrapposti e dal sottostante arretramento del piano terra.

esterno
b

esterno
c

esterno
d

Fig. 38 Il palazzo al centro dell’immagine è un classico caso di facciata con elementi


strutturali lasciati a vista. L. Sullivan, Gage Building, Chicago, 1898. L’insieme
rappresentato dalla foto è un esempio di quanto siano diversi gli effetti archi-
Fig. 36 Schemi di posizionamento dei serramenti: a) sul filo interno; b) sul filo esterno; tettonici ottenuti con vari tipi di serramenti: dalle finestrature neoclassiche del-
c) in posizione intermedia in battuta; d) in posizione intermedia in luce. l’edificio a destra alla facciata a sviluppo verticale del grattacielo sullo sfondo.
188 unità 10 Infissi esterni

10.10 Le facciate continue


10.10.1 Tipi di facciate continue
Le facciate continue (dette anche pareti cortina, o cur- ■ facciate a copertura di pilastri: si differenziano dal tipo pre-
tainwall, o mur rideau) sono un particolare tipo di chiusure cedente per la presenza di elementi di rivestimento dei pila-
della struttura a scheletro dell’edificio costituito da elementi stri perimetrali, leggermente sporgenti dal filo della facciata,
metallici appesi ai solai, sui quali sono montati serramenti e tra i quali si inseriscono elementi ciechi di parapetto e serra-
pannelli ciechi. menti [fig. 42]. Si tratta di una tecnica introdotta di recente che
Le facciate continue possono essere considerate un sistema co- torna a evidenziare gli elementi strutturali verticali.
struttivo vero e proprio per la chiusura esterna degli edifici,
fortemente connotato sia sul piano tecnico sia su quello este-
tico, che si è venuto via via perfezionando grazie all’evolu-
zione delle tecniche produttive degli elementi che lo compon-
gono: profilati di alluminio, dispositivi di ancoraggio, pannelli, serramento
apribile
vetrature e sigillanti. luce fissa
Le facciate continue sono realizzate in diversi tipi:
■ facciate a montanti e traversi: formate da un reticolo di
montanti verticali fissati alla struttura portante e di traversi
orizzontali che delimitano le specchiature, nelle quali vengono
inseriti gli elementi di tamponamento e i serramenti [fig. 39].
Il montaggio in opera risulta facilitato dalle dimensioni e dai
pesi contenuti degli elementi, ma richiede la predisposizione esterno
del ponteggio.
■ facciate a montanti ed elementi: formate da montanti ver-
ticali fissati alla struttura portante, tra i quali vengono inse- Fig. 40 Schema di facciata continua a montanti ed elementi. Si noti la complessità del
profilato di alluminio a destra del montante, che forma un serramento apribile.
riti telai completi di tamponamenti e di serramenti [fig. 40].
Sono i primi tipi di sistemi industrializzati impiegati nella
formazione di facciate continue. Fig. 41 Schema di facciata continua a elementi.
■ facciate a elementi: formate da elementi modulari prefab-
bricati di altezza pari a quella di un piano, completi di tam-
ponamenti e di serramenti, che vengono fissati direttamente
alla struttura portante [fig. 41]. Possono essere montati dal-
l’interno risparmiando i ponteggi esterni ma possono creare
problemi di sollevamento ai piani.
montanti traversi tamponamento
serramento

1 2 3 Fig. 42 Schema di facciata a copertura di pi-


lastri. a) elementi di rivestimento
dei pilastri; b) pannelli sottofinestra
Fig. 39 Successione delle fasi di montaggio di una facciata continua a montanti e traversi. (sottoluce); c) vetrature.
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 189

10.10.2 Facciate continue tradizionali e facciate strutturali


Le facciate continue tradizionali si caratterizzano per i pro- Le vetrate strutturali appese sono una variante di quelle
filati coprifilo esterni che scandiscono la facciata secondo un strutturali. Sono costituite da lastre di vetro stratificate o unite
reticolo suddiviso in tante specchiature [fig. 43]. al perimetro, dotate di fori conici in corrispondenza degli an-
Le facciate continue strutturali, o vetrate strutturali (cur- goli, nei quali si inseriscono speciali dispositivi di sostegno
tain wall structural glazing) sono una variante di quelle tra- puntiformi, che le tengono sospese a una struttura portante
dizionali in cui i pannelli di vetro sono incollati sui profilati senza la necessità di profilati, come quelli impiegati nelle fac-
in alluminio della struttura a montanti e traversi, senza l’inse- ciate continue. La tenuta all’aria e all’acqua è ottenuta me-
rimento dei coprifilo esterni. L’incollaggio è realizzato da si- diante una sigillatura applicata tra un bordo e l’altro delle
gillanti siliconici speciali, detti sigillanti strutturali, che lastre [fig. 45].
garantiscono l’adesione dei pannelli ai profilati di sostegno e
nel contempo permettono i movimenti causati dalle dilata-
zioni termiche.
In questo modo gli elementi della struttura metallica non
sono visibili dall’esterno, per cui le facciate assumono l’a-
spetto di grandi superfici vetrate scandite, dalle sole fughe di
separazione delle lastre (larghe 16 mm circa), senza presen-
tare a vista i profilati dei telai dei serramenti come accade in
quelle tradizionali [fig. 44].

Fig. 45 Dettaglio dei dispositivi


di sostegno delle lastre
di vetro di una vetrata
strutturale appesa.

approfondimento
Facciate fotovoltaiche
Le facciate fotovoltaiche sono facciate nelle cui parti cieche
sono inseriti pannelli fotovoltaici capaci di captare l’energia so-
lare e trasformarla in energia elettrica. Il sistema richiede una rete
elettrica per trasferire l’energia prodotta a una centralina per l’ac-
esterno
cumulazione e la conversione in corrente alternata [fig. 46].
Dal punto di vista architettonico, le facciate fotovoltaiche pre-
Fig. 43 Dettaglio di facciata continua tradizionale (sezione orizzontale), che rappre- sentano due aspetti caratteristici:
senta il montante e i telai fisso e mobile di una finestra a visiera esterna ■ la necessità di accordare i pannelli captatori con il disegno e le
(parte sinistra): a destra del montante è posto un vetro fisso. Si noti che il si- campiture della facciata;
stema è a taglio termico.
■ la necessità di orientare la facciata in modo opportuno, tenuto
conto che la captazione delle radiazioni solari aumenta in base al-
l’inclinazione della facciata verso l’interno e raggiunge l’optimum
quando l’angolo che formano le superfici dei pannelli rispetto al-
l’orizzontale coincide con la latitudine geografica [fig. 46].

esterno

Fig. 44 Dettaglio di facciata continua strutturale (sezione orizzontale), che rappresenta


il montante e il telaio mobile di una finestra a visiera esterna (parte sinistra): Fig. 46 Facciata con pannelli di celle captatrici fotovoltaiche (Archivio Schüco).
a destra è posto un vetro fisso. Si noti che il sistema è a taglio termico.
190 unità 10 Infissi esterni

10.11 Gli schermi


10.11.1 Antoni, scuri e persiane
Gli antoni sono formati da pannelli di legno che possono es- mente) scorrevole; alcuni tipi sono anche ad ante ripiegabili. Le
sere posti sul filo esterno della parete oppure a ridosso del ser- stecche sono fisse oppure orientabili (cioè rotanti su se stesse),
ramento [fig. 47]. e l’anta può essere munita di uno sportello a sporgere.
Gli scuri sono elementi (ormai scarsamente usati) costituiti da Le persiane avvolgibili sono formate da elementi orizzontali
ante cieche di legno o metalliche, fissate sulla parte interna del (stecche), uniti tra loro da ganci di forma particolare, in modo
telaio mobile di finestre (e di porte-finestre). da formare un telo flessibile che può essere arrotolato in alto
con appositi dispositivi di manovra [fig. 50].
esterno
a Le parti al contorno delle aperture munite di avvolgibili sono
denominate [fig. 50]:
■ cassonetto, il vano situato al disopra del serramento per ac-
cogliere il telo dell’avvolgibile e i suoi dispositivi di azio-
esterno
b namento (rullo avvolgitore, supporti ecc.);
■ veletta esterna (o architrave), l’elemento orizzontale, di so-
lito in muratura, posto al disopra di un’apertura per sostenere
la parte di parete sovrastante o per delimitare il cassonetto ri-
Fig. 47 Posizionamento degli antoni: a) sul filo esterno della parete, con stipite rive- spetto all’esterno;
stito di legno; b) contro il serramento, con cerniera dotata di braccio per con- ■ veletta interna, delimita il cassonetto rispetto all’interno;
sentire il superamento dello stipite.
■ guida della persiana avvolgibile, la coppia di profili me-

Le persiane a stecche (o alla genovese) [fig. 48], dette anche ge- tallici a U nei quali scorre il telo avvolgibile;
losie, sono costituite da una serie di listelli orizzontali equidistanti ■ cielino sfilabile, la parte inferiore del cassonetto che può

disposti con un’inclinazione di 30° ÷ 45° su un telaio, che costi- essere aperta per eseguire riparazioni interne (un’altra so-
tuisce un’anta ruotante verso l’esterno [fig. 49] oppure (più rara- luzione consiste nel predisporre uno sportello ribaltabile in
corrispondenza della faccia verticale interna del cassonetto);
■ avvolgitore, l’elemento, inserito nella parete (o nello sguan-
cio dell’apertura), che ha la funzione di avvolgere la cin-
ghia di azionamento del telo dell’avvolgibile. Talvolta viene
sostituito da un sistema di avvolgimento automatico costi-
tuito da un motore elettrico installato nel rullo avvolgitore.

telo avvolgibile

profilo (o guida)
di scorrimento
rullo del telo
di avvolgimento
Fig. 48 Persiane a stecche con sportello a sporgere in un tipico ambiente ligure.
dispositivo
A a sporgere

B B vano
del cassonetto
veletta esterna puleggia di
A rullo avvolgitore avvolgimento

sezione A-A veletta interna


cielino sfilabile

guida del
telo avvolgibile cinghia

esterno
esterno Fig. 49 Persiana a stecche con
sezione B-B rotazione verso l’esterno. Fig. 50 Schema di persiana avvolgibile.
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 191

10.11.2 Frangisole e veneziane


Frangisole Veneziane
I frangisole (o brise-soleil) sono schermi costituiti da doghe Le veneziane (o tende alla veneziana) sono formate da ele-
(o pale) verticali oppure orizzontali, fisse oppure orientabili, menti orizzontali equidistanti (lamelle), che possono essere
che hanno lo scopo di impedire l’entrata dei raggi solari all’in- orientati rispetto al piano orizzontale, ruotando su se stessi,
terno degli ambienti, pur garantendo un buon livello di illumi- oppure essere raccolti completamente in alto; consentono una
nazione. In particolare essi servono a evitare fastidiosi feno- buona regolazione dell’illuminazione naturale.
meni di abbagliamento che possono essere causa di infortuni Esistono tipi di veneziane per l’installazione all’interno, all’e-
nello svolgimento di determinate attività e contribuiscono a ri- sterno o nell’intercapedine tra vetri uniti al perimetro [figg. 53 ÷ 55].
durre il calore dovuto all’irraggiamento solare. Quando sono poste all’esterno, consentono una buona scher-
I frangisole possono avere superfici notevoli e costituiscono matura dell’irraggiamento, ma devono essere dotate di lamel-
spesso elementi architettonici importanti per la composizione le di maggiore rigidezza e di speciali guide di scorrimento, poi-
delle facciate. ché sono sottoposte all’azione del vento e degli altri agenti at-
Nei frangisole a elementi fissi la posizione della scherma- mosferici [fig. 54]. Il loro movimento è comandato a distanza
tura e l’inclinazione delle doghe sono prefissate in base all’o- mediante dispositivi da azionare manualmente, oppure a mo-
rientamento della facciata e al percorso dei raggi solari nelle tore, con sistemi anche notevolmente complessi, tanto che pos-
varie stagioni. Per esempio, nel caso di facciate esposte a sud, sono essere considerate veri e propri frangisole.
si dispone il frangisole orizzontalmente [fig. 51a], mentre sulle
facciate a est o a ovest è più conveniente disporlo inclinato
[fig. 51b] oppure verticale.
I frangisole a elementi orientabili sono di esecuzione più
complessa, sia per quanto riguarda la struttura, che deve so-
stenere gli elementi orientabili alle estremità, sia per quanto ri-
guarda i meccanismi di rotazione, che possono essere manuali lamelle
orientabili
o, più spesso, meccanici [fig. 52]. Gli elementi frangisole sono e scorrevoli
lamelle
costituiti da pale dotate di nervature di irrigidimento e di par- verso l’alto
orientabili
ticolari dispositivi per aumentare l’effetto di riflessione e per serramento
scorrevole
smaltire il calore accumulato.
comando
ad asta
a b guida di
scorrimento
esterno

Fig. 51 Frangisole a elementi fis- esterno


si a) orizzontali e b) incli-
nati (sezione verticale). A A
Fig. 53 Veneziana installata all’interno
rispetto al serramento.
a b Fig. 54 Veneziana installata al-
l’esterno rispetto al ser-
ramento.

Fig. 52 Frangisole a elementi


orientabili a) verticali
e b) orizzontali.
lastra
di vetro
lamelle
approfondimento orientabili

Tende
Le tende sono elementi realizzati in tessuto, che consentono un ul- profilo
teriore controllo dell’illuminazione naturale, ma che hanno principal- di tenuta
mente la funzione di completare l’arredo degli interni. A seconda del sigillante
modo con cui sono realizzate, possono essere tende arricciate, ten-
de a teli tesi, tende a rullo e tende a lamelle verticali. Fig. 55 Veneziana inserita tra vetri uniti
al perimetro.
192 unità 10 Infissi esterni

10.12 Prestazioni dei serramenti on line Calcolo analitico del fattore


medio di luce diurna
10.12.1 Controllo dell’illuminazione naturale
Fattore medio di luce diurna Le prove in opera del valore del fattore medio di luce diurna
di un locale avviene eseguendo due misure dell’illumina-
Il parametro che misura l’illuminazione naturale all’interno
mento con un apparecchio, detto luxmetro: la prima all’in-
di un ambiente è il fattore medio di luce diurna (ηm), para-
metro adimensionale, introdotto dalle norme che stabiliscono terno del locale per ricavare l’illuminamento interno medio
i requisiti igienico sanitari degli edifici, utilizzato per valutare Ei; la seconda all’aperto su una superficie orizzontale, in modo
l’illuminazione naturale all’interno di un ambiente. Esso è che il luxmetro possa essere investito, in assenza d’irraggia-
dato dal rapporto tra l’illuminamento E ricevuto da un deter- mento solare, dalla luce proveniente dall’intera volta celeste,
minato punto all’interno dell’ambiente e l’illuminamento E0 per ricavare l’illuminamento esterno Ee.
ricevuto, nelle stesse condizioni di tempo e di luogo, da un È importante sottolineare che le condizioni di illuminamento
punto su una superficie orizzontale illuminata dall’intera degli ambienti dipendono anche dai colori adottati all’interno
volta celeste in assenza di irraggiamento diretto del Sole. del locale, oltre che dalle dimensioni e dalla posizione delle fi-
Esistono due metodi di valutazione di questo valore: nestre. Spesso, anzi, la scelta dei colori più appropriati è la
■ la prova in opera; strada più corretta per evitare vetrature troppo estese, con con-
■ il calcolo analitico. seguenti problemi di contenimento delle dispersioni.

approfondimento
Prescrizioni di legge riguardanti l’illuminazione e la Il fattore di luce diurna imposto dalle norme dipende dalla destina-
ventilazione dei locali zione d’uso dell’edificio e dalla funzione dei locali interni considerati.
La norma impone che ciascun locale di abitazione goda di un fattore Il valore più ricorrente del rapporto aeroilluminante per le abitazioni
1
medio di luce diurna maggiore o uguale al 2%. Per gli stessi am- è di ,: ciò equivale a dire che un locale il cui pavimento abbia 16 m2
bienti è anche richiesto, ai fini della ventilazione, che il rapporto tra 8
l’area delle finestre e l’area del pavimento del locale sia maggiore o di superficie deve essere dotato di una o più finestre la cui superfi-
1 cie complessiva non sia inferiore a 2 m2.
uguale a . Determinate norme regionali fissano, inoltre, altri pa-
8 Il rapporto aeroilluminante può variare anche in misura considerevole
rametri, come il rapporto aero-illuminante (RAI). a seconda della natura delle attività che si svolgono negli ambienti e
di altri fattori: nei luoghi di lavoro, per esempio, esso può arrivare a va-
Il RAI lori inferiori (1/12 o ancora meno, in determinate condizioni).
Il diritto dell’uomo di abitare e lavorare in ambienti che dispongano superficie finestrata
Fig. 15.94 RAI = Sf / Su > 1 apribile = Sf
di aria e luce in misura sufficiente sembra essere cosa tanto ovvia da 8
non meritare commenti: eppure l’affermazione di questo principio
è avvenuta solo in tempi relativamente recenti e ha segnato un tra-
guardo fondamentale nell’evoluzione dell’architettura.
Oggi le normative edilizie di tutti i Paesi considerano l’illuminazione
naturale e la possibilità di ricambio d’aria negli ambienti come re-
quisiti essenziali e irrinunciabili per considerare “abitabili” le case e
“agibili” i luoghi di lavoro.
Per valutare l’esistenza di questi requisiti si ricorre al rapporto tra: la
superficie finestrata (cioè la somma delle superfici delle aperture
attraverso le quali la luce e l’aria penetrano in un locale) e la super-
superficie pavimento
ficie utile dell’ambiente (cioè la superficie del pavimento). del locale = Su
Questo rapporto prende il nome di rapporto aeroilluminante (RAI)
e la sua entità viene fissata da norme regionali sulla base di prescri-
zioni generali a carattere nazionale [fig. 56].

Fig. 56 Rapporto aeroilluminante: rapporto tra superficie finestrata e superficie


di pavimento.
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 193

10.12.2 Permeabilità all’aria


La permeabilità all’aria è una prestazione particolarmente

Gs [m /(h m)]
Ss [m /(h m )]
100

2
significativa per accertare l’idoneità all’impiego dei serra- 80

3
70

3
menti. Essa valuta l’attitudine di una finestra chiusa a non la- 60 15,0
50
sciare passare l’aria quando è sottoposta a una differenza di 12,5

Q
Q
40 10,0
pressione sulle due facce e viene espressa in base alla por- 30
classe 1

tata d’aria che attraversa la finestra, riferita alla superficie 27 6,75


20 5,0
complessiva del serramento, misurata in m3/(h ⋅ m2), e alla
lunghezza dei giunti apribili, misurata in m3/(h ⋅ m). classe 2

La permeabilità all’aria del serramento influisce sia sulle di- 10 2,5


9 2,2
spersioni di calore sia sulle condizioni di benessere ambien- 8
7
2,0
tale perché, da un lato, è la causa degli spifferi, dall’altro lato 6
5
favorisce il ricambio dell’aria degli ambienti interni. A se- 4 classe 3
conda del loro grado di permeabilità all’aria i serramenti pos- 3 0,75
sono essere suddivisi in cinque classi, dalla 0 (attribuita a 0,5
2
quelli non sottoposti a prove) alla 4 (che è la migliore). Tali classe 4
classi vengono attribuite a seconda dei risultati delle prove di
0,25
laboratorio e della zona in cui ricadono all’interno di un ap- 1
posito diagramma, fornito dalla norma UNI EN 12207 [fig. 57]. 10 50 100 150 300 600
pressione di prova (Pa)
A titolo indicativo si può ricordare che una velocità del vento
Fig. 57 Diagramma per la classificazione dei serramenti in base ai risultati della
di 32 km/h produce una pressione di 50 Pa. Con una velocità prova di permeabilità all’aria. La curva rossa e la curva verde rappresentano
del vento di 80 e 110 km/h, la pressione sale rispettivamente rispettivamente il rapporto tra la portata d’aria sfuggente (Q) e la superficie
a 300 e a 600 Pa. complessiva del serramento (Ss) e quello tra la portata d’aria sfuggente (Q) e
la lunghezza dei giunti apribili (Gs) del serramento.

approfondimento
Esempio di classificazione in base alla permeabilità dell’aria
La tabella 3 riporta i risultati di una prova di permeabilità all’aria, ese- apribili del serramento (in m3/(h ⋅ m)). Riportando tali risultati sul dia-
guita su una finestra con apertura oscillobattente, con profili di allumi- gramma di figura 57 si rileva che al serramento di prova può essere
nio, delle dimensioni [fig. 58]: attribuita la classe 4.
■ larghezza 128 cm;
■ altezza 178 cm;
■ superficie complessiva del serramento 2,27 m2;
■ lunghezza dei giunti apribili 5,80 m.

La pressione massima richiesta per l’esecuzione della prova era di


600 Pa. La sequenza delle pressioni è stata di 50, 100, 150, 200,
250, 300, 450 e 600 Pa.
Nelle ultime due colonne della tabella 3, i risultati sono espressi, per
ciascuna pressione di prova, dal rapporto tra la portata d’aria sfug-
gente e la superficie complessiva del serramento (in m3/(h ⋅ m2)) e dal Fig. 58 Finestra in lega di alluminio con apertura oscillobattente, sottoposta alla
rapporto tra la portata d’aria sfuggente e la lunghezza dei giunti prova di permeabilità all’aria.

Tabella 3 ■ Esempio di risultati di una prova di permeabilità all’aria su una finestra.


Pressione Portata d’aria Portata d’aria sfuggente/superficie Portata d’aria sfuggente/lunghezza
di prova [Pa] sfuggente [m3/h] complessiva [m3/h m2] dei giunti apribili [m3/h m]
50 0,85 0,374 0,147
100 2,36 1,040 0,407
150 3,01 1,326 0,519
200 3,55 1,564 0,612
250 4,03 1,775 0,695
300 5,32 2,344 0,917
450 7,67 3,379 1,322
600 10,2 4,493 1,759
194 unità 10 Infissi esterni

10.12.3 Tenuta all’acqua


La tenuta all’acqua di un serramento consiste nella sua capa- Classificazione dei serramenti
cità di impedire le infiltrazioni di acqua piovana che potreb-
bero danneggiare le superfici interne. In relazione ai risultati della prova, la norma UNI EN 12208
La norma UNI EN 1027 prevede che la prova sia eseguita in stabilisce 10 classi di tenuta all’acqua, facendo riferimento
laboratorio, montando il serramento sull’apertura di una ca- ai limiti fissati nella tabella 4.
mera a tenuta, in modo che sia irrorato con acqua sulla sua
faccia esterna e che sia contemporaneamente sottoposto a de-
terminati livelli di pressione dell’aria, sempre sulla faccia
esterna. Tale irrorazione avviene tramite ugelli che possono
produrre due portate d’acqua diverse, in modo da simulare la Tabella 4 ■ Classificazione dei serramenti in base alla tenuta
all’acqua.
posizione più esposta (metodo A) o parzialmente protetta (me-
todo B) in cui si può trovare il serramento [fig. 59]. Classe di tenuta all’acqua
Pressione di prova
Metodo di Metodo di e tempo di irrorazione
prova A prova B
0 0 non classificabile
1A 1B 0 Pa 15 min
2A 2B 50 Pa 20 min
3A 3B 100 Pa 25 min
4A 4B 150 Pa 30 min
spruzzatori per l’irrorazione con acqua 5A 5B 200 Pa 35 min
6A 6B 250 Pa 40 min
Fig. 59 Dispositivo di irrorazione per la prova di tenuta all’acqua dei serramenti.
7A 7B 300 Pa 45 min
8A – 450 Pa (1)
50 min
Infiltrazione
9A – 600 Pa(1) 55 min
penetrazione continua o ripetuta di acqua che entra in contatto
con parti del prodotto che non dovrebbero essere bagnate. (1) Per pressioni maggiori di 300 Pa può essere applicato solo il metodo A.

approfondimento
Prova di tenuta all’acqua
pressione (Pa)

In modo analogo a quella di permeabilità, la prova di tenuta all’ac- 1,1 Pmax


qua viene eseguita in due fasi essenziali: Pmax
600
1. si applicano 3 impulsi di pressione della durata di 3 s;
2. si procede all’irrorazione del serramento per una durata iniziale di
15 min alla pressione di 0 Pa e successivamente all’applicazione di 450
una sequenza di pressioni gradualmente crescenti fino a quella mas-
sima prefissata, osservando l’insorgere di infiltrazioni di acqua sulla
faccia interna del serramento e annotando la posizione in cui avven-
gono. Tali pressioni vengono mantenute costanti per 5 min [fig. 60]: 300

La prova si ritiene conclusa non appena si manifestino infiltrazioni 250


oppure, nel caso di ottima tenuta, quando si arrivi alla massima pres- 200
sione dell’aria senza alcuna infiltrazione. Si individua così il limite di 150
impermeabilità all’acqua, parametro che esprime il risultato della 100
prova e che si deve intendere come il livello massimo di pressione
50
dell’aria (misurato in Pa). rispetto al quale viene assicurata la tenuta
all’acqua. 0
0 15 20 25 30 35 40 45 50 55 tempo (min)

impulsi di irrorazione con acqua


pressione

Fig. 60 Fasi di esecuzione della prova di tenuta all’acqua di un serramento (UNI


EN 1027). Il diagramma è riferito al caso in cui il committente abbia richie-
sto una prova alla pressione massima di 600 Pa.
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 195

on line Prove di resistenza al vento

10.12.4 Resistenza al carico del vento e resistenza meccanica


Resistenza al carico del vento 3. Prove per verificare il comportamento dei dispositivi di
arresto e di bloccaggio [fig. 61], da eseguire a seconda del tipo
La resistenza al carico del vento misura la capacità del ser- di finestra.
ramento di sopportare le spinte che il vento esercita contro la
sua superficie, presentando deformazioni contenute entro li-
miti ammissibili e garantendo la sicurezza e le modalità di
funzionamento. approfondimento
La norma UNI EN 12211 prevede, come per le prestazioni pre-
cedenti, che venga eseguita una prova di laboratorio, montando Criteri di scelta in base alla permeabilità all’aria, alla
tenuta all’acqua e alla resistenza al carico del vento
il serramento sull’apertura di una camera a tenuta e sottoponen-
In relazione al contesto climatico in cui è inserito l’edificio (zona
dolo a determinati livelli di pressione e di depressione dell’aria. di vento, classe di rugosità del terreno, zona climatica, stabilite
In base ai risultati delle prove, i serramenti vengono classifi- da prescrizioni e decreti specifici) e all’altitudine sul livello del
cati da un livello minimo di prestazione di resistenza al ca- mare, è possibile definire i livelli delle prestazioni di permeabi-
rico del vento A1 a un livello massimo di C5 [tab. 5]. lità all’aria, di tenuta all’acqua e di resistenza al carico del
vento che le norme richiedono ai serramenti per rispondere in
modo funzionalmente adeguato.

Resistenza meccanica
Oltre al comportamento dei serramenti chiusi, effettuato va-
lutandone le prestazioni di permeabilità all’aria, tenuta all’ac-
approfondimento
qua, resistenza al vento ecc., è necessario controllare anche il
comportamento dei serramenti aperti, soggetti alle sollecita- Manovrabilità delle finestre
zioni meccaniche, causate dalle manovre di apertura e di Le prove riguardanti la misura degli sforzi di manovra sono inte-
chiusura e dalle operazioni di pulizia e manutenzione. ressanti anche per valutare la manovrabilità delle finestre, cioè
La norma EN 107 prevede a questo proposito una serie di la loro facilità di apertura o di scorrimento.
prove, che si possono così sintetizzare.
1. Prove riguardanti la misura degli sforzi di manovra, da
eseguire su tutti i tipi di finestre e costituite da:
Tabella 5 ■ Classificazione combinata globale: classe di carico del
■ misura dello sforzo per la chiusura e l’apertura dell’organo vento e classe della freccia relativa frontale del telaio più deformato.
di manovra; Classi della freccia relativa frontale fr
Classe
■ misura dello sforzo di messa in movimento dell’anta;
di carico Classe A Classe B Classe C
■ misura dello sforzo di spostamento. del vento fr < 1/150 fr < 1/200 fr < 1/300
2. Prove che inducono sollecitazioni per simulare manovre 1 (P1 = 400 Pa) A1 B1 C1
errate, da eseguire a seconda del tipo di finestra e costituite da:
2 (P1 = 800 Pa) A2 B2 C2
■ prova di svergolamento;
3 (P1 = 1200 Pa) A3 B3 C3
■ prova di carico all’estremità verticale;
4 (P1 = 1600 Pa) A4 B4 C4
■ prova di torsione;
5 (P1 = 2000 Pa) A5 B5 C5
■ prova di deformazione diagonale

a b s c d
anta
bloccata
s
F
F
s
F

peso ricadente s = spostamento conseguente


n volte all’applicazione della forza

prova del dispositivo di arresto prove del dispositivo di bloccaggio

Fig. 61 Indicazione schematica di prove a) del dispositivo di arresto di una finestra a vasistas, e b) del dispositivo di bloccaggio di una finestra a vasistas, c) a bilico e d) a saliscendi.
196 unità 10 Infissi esterni

10.12.5 Comportamento termico


Trasmittanza termica l’eventuale presenza di schermi, come le persiane avvolgibili
o gli antoni, che aumentano il grado di protezione dalle di-
La trasmittanza termica valuta l’attitudine del serramento a spersioni termiche quando sono chiusi.
contenere il passaggio del calore per conduzione e quindi a Dai valori della trasmittanza riportati nelle tabelle 6 e 7 risulta
garantire un determinato livello di isolamento termico. Essa evidente la necessità di scegliere serramenti con profilati dotati
dipende da vari fattori, come la trasmittanza delle lastre di di taglio termico che montino lastre di vetri uniti al perimetro,
vetro usate per il tamponamento [tab. 6] e quella dei profilati meglio se con lastra bassoemissiva interna, quando si vuole au-
che formano i telai del serramento [tab. 7]. Importante è anche mentare il livello di isolamento termico.

Tabella 6 ■ Trasmittanza di alcuni tipi di lastre di vetro.


Trasmittanza
Trasmittanza lineare
Tipo di vetro Ug [W/m2⭈ K] L’isolamento termico non dipende solo dalla trasmittanza, ma
Vetro semplice (spessore 6 mm) 5,7 anche dalla quantità di calore (trasmittanza lineare) dispersa
attraverso gli elementi al contorno dell’apertura (davanzale,
Vetro riflettente (spessore 6 mm) 5,7 stipiti, architrave) che favoriscono il passaggio di calore (punti
Vetro unito al perimetro 4(6)4,
3,3
termici) [fig. 62].
formato da due lastre trasparenti
Vetro unito al perimetro 4(8)4,
formato da due lastre trasparenti 3,1

Vetro unito al perimetro 4(12)4,


formato da due lastre trasparenti 2,9

Vetro unito al perimetro 4(12)4,


formato da una lastra trasparente 1,9
e da una lastra bassoemissiva
strato
isolante

Tabella 7 ■ Trasmittanza di alcuni tipi di telai mobili e fissi


dei serramenti.
Trasmittanza
Materiale Tipo di profilati Uf [W/m2⭈ K]
Legno – 1,8 ÷ 2,3
Profilati senza taglio termico 5,9
Allumino Profilati con taglio termico 2 ÷ 3,4 rivestimento
di legno
Profilati senza taglio termico 5,9
Acciaio Profilati con taglio termico 2,1 ÷ 2,8
PVC rigido – 0,9 ÷ 1,6

rivestimento
approfondimento di legno

Controllo della condensa superficiale


Durante la stagione fredda, in presenza di un elevato grado di umi-
dità negli ambienti interni, si possono verificare fenomeni di con-
densa sulla superficie interna delle lastre di vetro o dei profili dei
serramenti metallici perché la loro temperatura superficiale si ab-
bassa al disotto di quella di condensa del vapor d’acqua presente
nell’aria dell’ambiente. Si può ovviare all’inconveniente in vari rivestimento
modi, ma, prima di tutto, occorre migliorare la ventilazione del lo- di legno
cale, in modo da ridurre il tasso di umidità relativo dell’aria.
L’impiego dei vetri uniti al perimetro e di profili a taglio termico
(nel caso di serramenti con telaio metallico) riducono in modo
drastico questo fenomeno. Fig. 62 Esempi di ponti termici al contorno dei serramenti (a sinistra) e di soluzioni per
ridurli al minimo (a destra).
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 197

10.12.6 Potere fonoisolante ai rumori aerei


I serramenti costituiscono un punto debole rispetto alla prote- pie, purché la distanza tra i due vetri sia di almeno 10 cm. Si
zione nei confronti dei rumori provenienti dall’esterno per- tratta di una soluzione spesso utilizzata per proteggere gli am-
ché sono dotati di massa superficiale piuttosto bassa e hanno bienti affacciati su strade di grande traffico [tab. 8].
giunti fissi e apribili che costituiscono vie di possibile pas-
saggio del rumore.
approfondimento
Un miglioramento dell’isolamento acustico, cioè del potere fo-
noisolante ai rumori aerei, si ottiene con vetri di maggior Prescrizioni di legge riguardanti i requisiti acustici
spessore, quindi di peso maggiore, o con vetri stratificati ad La normativa nazionale è regolata dalla legge quadro 26-10-
alta attenuazione acustica. Anche l’introduzione di guarnizioni 1995 n. 447 sull’inquinamento acustico e da numerosi decreti at-
tuativi che stabiliscono, tra l’altro, i livelli di tollerabilità del
nei giunti è efficace. I risultati migliori si ottengono però con
rumore e i requisiti relativi ai serramenti degli edifici.
l’impiego di finestre a doppio telaio fisso, cioè di finestre dop-

Tabella 8 ■ Valori indicativi dell’indice di valutazione del potere fonoisolante ai rumori aerei Rw di alcuni tipi di finestre.
Spessore dei vetri Indice del potere fonoisolante
Tipo di finestra [mm] Rw [dB]
2÷6 27÷30
finestra con vetri monolitici 10 32
4(12)4 30
finestra con vetri uniti al perimetro 4(12)6 33
4(16)8 35
finestra doppia (con intercapedine di 5 cm tra i due vetri) 4-4 39
finestra doppia (con intercapedine di 10 cm tra i due vetri) 4-4 42

approfondimento
Isolamento termoacustico del cassonetto
Il cassonetto rappresenta un punto debole dell’isolamento termico e acustico perché l’aria che si infiltra nella fessura di scorrimento dell’av-
volgibile provoca una dispersione di calore e un ingresso di rumore assai maggiori di quanto si potrebbe immaginare.
Occorre perciò isolare il vano interno del cassonetto con materiale termocoibente e fonoassorbente e, se possibile, dotare il cassonetto di pan-
nelli di maggior spessore sostituendo il cielino sfilabile con uno sportello avvitato, in modo da migliorarne la tenuta [figg. 63 e 64].

strato di materiale
coibente e
fonoassorbente
pannelli rinforzati
cielino sfilabile del cassonetto
(con sportello avvitato)

Fig. 63 Cassonetto privo di isolamento termoacustico. Fig. 64 Cassonetto isolato termoacusticamente.


198 unità 10 Infissi esterni

10.12.7 Sicurezza, resistenza a effrazione, fuoco e aggressioni chimiche


Sicurezza delle vetrazioni Per realizzare serramenti in grado di garantire il livello di re-
sistenza richiesto occorre impiegare telai e tamponamenti di
I criteri di scelta dei vetri per l’edilizia ai fini della sicurezza, adeguata resistenza (vetri stratificati) e accessori e dispositivi
sono stabiliti dalla norma UNI 7697. di chiusura (serrature) appositamente progettati per contra-
Questa norma definisce le azioni che investono le lastre di stare l’effrazione. Si possono così ottenere serramenti e
vetro, come: carichi dinamici (vento, traffico pedonale ecc.); schermi antieffrazione, come finestre e porte-finestre antief-
carichi statici (peso proprio, neve ecc.); urti da corpo molle, frazione, porte di sicurezza o blindate, antoni e persiane an-
da corpo duro, da proiettile e da esplosioni, e consente di tieffrazione ecc.
classificare i danni che possono derivarne.
Le prescrizioni sono suddivise secondo due situazioni d’im-
piego delle lastre. Resistenza al fuoco
■ Impieghi normali (senza rischi particolari): comprendono
La normativa tecnica prescrive determinati livelli di resi-
i casi in cui il vetro è inserito su serramenti intelaiati (porte, stenza al fuoco dei serramenti esterni degli edifici industriali
finestre, vetrine ecc.) che non sporgono all’esterno quando nei quali si svolgono attività con rischio d’incendio.
sono aperti e che hanno il lato inferiore ad almeno 100 cm
dal piano di calpestìo. In questi casi viene richiesta la sola
osservanza della norma UNI 7143 relativa alla determina-
zione dello spessore delle lastre per gli impieghi in edilizia;
Resistenza alle aggressioni chimiche
■ Impieghi in situazioni di potenziale pericolo: in questi
La resistenza alle aggressioni chimiche riguarda gli edifici
casi è necessario attenersi alle prescrizioni sinteticamente situati in ambienti, che possono causare alterazioni superfi-
elencate nella tabella 9. ciali dei serramenti e degradi degli elementi di tenuta (am-
bienti aggressivi). In questi casi bisogna ricorrere a trattamenti
protettivi adeguati e utilizzare guarnizioni resistenti alle so-
Resistenza all’effrazione stanze chimiche e all’ozono.

La resistenza all’effrazione misura l’attitudine degli infissi a


proteggere dalle intrusioni derivanti dallo sfondamento e dalla
forzatura (cioè dallo scasso). La norma UNI ENV 1627 prevede
approfondimento
sei classi di resistenza all’effrazione, valutabili con prove di Resistenza agli urti
laboratorio, che vanno dal caso in cui il serramento o lo schermo La resistenza agli urti è l’attitudine di un elemento edilizio a non
sono in grado di resistere a un attacco portato con la sola forza subire rotture, scheggiature, fessurazioni, a causa di urti impressi
fisica (calci, spallate) a quello in cui l’attacco avviene con at- da corpi di varia durezza (corpi duri e corpi molli). Viene valutata
in vario modo, a seconda degli elementi edilizi interessati.
trezzi elettrici di alta potenza (trapani, seghe a disco ecc.).

Tabella 9 ■ Tipi di lastre di vetro da utilizzare in alcune situazioni di potenziale pericolo.


Applicazioni vetrarie Azioni Danni Tipi di vetro
Serramenti vetrati in genere (porte, finestre, porte-finestre interamente intelaiate):
• con il lato inferiore della lastra a meno di 100 cm dal piano di calpestio 1, 2 a, b, d T, S
• sporgenti quando aperti verso l’esterno 1, 2, 3 a T, S, A
• in ambienti aperti al pubblico e/o adibiti ad attività sportive o ricreative
e/o frequentati da giovani, indipendentemente dall’altezza dal suolo 1, 2 c T, S
Vetrine con la base a meno di 100 cm dal piano di calpestio 1, 2 c T, S
Porte di vetro senza telaio o parzialmente intelaiate 1, 2 a T, S
Vetri posti a protezione di oggetti di valore o di oggetti artistici per musei 1 d, e S
e chiese, vetrine di armaioli, vetrine con sostanze tossiche e/o velenose ecc.
Vetri di protezione di persone, sportelli di banca, guardiole ecc. 5 a S
Vetri posti in luoghi di detenzione o di cura di malattie mentali 1, 2 a, e S
Tipi di urto: 1 = urto da corpo duro Possibili danni: a = danni a persone Tipi di vetro: T = vetri temprati
2 = urto da corpo molle b= caduta nel vuoto S = vetri stratificati
3 = sbattimento di ante c = danni alla vetrazione A = vetri armati
4 = grandine d = danni a cose
5 = urto da proiettile e = danni sociali
ELEMENTI DELLA COSTRUZIONE 199

SINTESI
Gli infissi esterni hanno la funzione di regolare il passag- L’evoluzione della tecnica costruttiva dei serramenti per-
gio di persone, animali, oggetti attraverso le pareti peri- mette di realizzare sistemi modulari per l’intera chiusura
metrali degli edifici e di consentire la ventilazione, della facciata degli edifici, composti da specchiature tra-
l’illuminazione naturale e l’irraggiamento solare degli sparenti e opache montate su un’intelaiatura metallica, fis-
spazi interni, in modo da creare le condizioni ambientali sata ai solai, denominati facciate continue (o pareti
desiderate. cortina, o curtainwall, o mur rideau).
In relazione al ruolo funzionale svolto, gli infissi esterni
si suddividono in due tipi. Le facciate continue si dividono in:
■ facciate continue tradizionali, che
1. Serramenti esterni, composti da un telaio fisso e da un
mostrano in prospetto elementi co-
telaio mobile che, a seconda delle loro funzioni principali,
prifilo che scandiscono la facciata
si distinguono in:
secondo tante specchiature, conte-
■ finestre, che permettono la ventilazione degli ambienti
nenti i serramenti oppure i pannelli
interni e il passaggio dell’energia radiante, consentendo ciechi. A seconda della loro confi-
l’illuminazione naturale e la visibilità tra gli spazi interni gurazione, possono essere facciate
ed esterni; a montanti e traversi, facciate a
■ porte-finestre, che assommano alle funzioni delle fine-
montanti ed elementi, facciate a
stre quella di consentire il passaggio di persone e oggetti; elementi e facciate a copertura di
■ composti, assemblati con materiali diversi a seconda pilastri;
delle funzioni da svolgere; ■ facciate continue strutturali o vetrate strutturali
■ porte, che controllano o impediscono il passaggio di per- (anche dette curtain wall structural glazing), in cui i pan-
sone, proteggendo dalle intrusioni; nelli di vetro, che formano i serramenti, sono incollati,
■ luci fisse, che hanno funzioni analoghe a quelle delle fi- mediante sigillanti strutturali, sui profilati di alluminio
nestre, a esclusione della ventilazione; della struttura a montanti e traversi. In questo modo gli
I serramenti vengono denominati in vari modi in base al elementi della struttura metallica non sono visibili dall’e-
movimento di apertura delle ante: battente, girevoli, vi- sterno, per cui le facciate assumono l’aspetto di grandi
siera, vasistas, bilico, oscillobattente, scorrevole, sali- superfici specchianti omogenee, lievemente campite
scendi pantografo, libro, basculante. dalle sole fughe di separazione delle lastre.
Possono essere a più telai apribili, generando i serramenti Tipi particolari di facciate continue sono le facciate fo-
doppi e i serramenti composti. tovoltaiche e le vetrate strutturali appese.
2. Schermi, quando hanno la funzione principale di con-
trollare o impedire l’illuminazione naturale, il passaggio
dell’energia radiante e la visuale tra l’interno e l’esterno. Si
dividono in: frangisole, persiane a stecche, persiane avvol-
gibili, antoni, scuri, veneziane, tende.

Altri elementi di chiusura, che appartengono alla catego-


ria dei serramenti, sono le porte esterne, le porte girevoli
o a tamburo, le porte basculanti, le porte scorrevoli, i
portoni a libro, le serrande e le finestre per tetti.

Le principali prestazioni dei serramenti sono:


■ controllo dell’illuminazione naturale;
■ permeabilità all’aria;
■ tenuta all’acqua;
Per realizzare i telai fissi e mobili dei serramenti vengono ■ resistenza al carico del vento;
impiegati vari tipi di profilati di materiali diversi (legno, ■ resistenza meccanica;
alluminio, acciaio preverniciato, PVC rigido) e vari tipi di ■ comportamento termico;
accessori, studiati per migliorarne il comportamento fun-
■ potere fonoisolante ai rumori aerei;
zionale e i livelli di prestazione.
■ sicurezza delle vetrazioni;
In base alle modalità con cui garantiscono la tenuta all’a-
ria e all’acqua, i profilati dei serramenti possono essere: ■ resistenza all’effrazione;

profilati con tenuta in battuta, profilati a giunto aperto ■ resistenza al fuoco;

e profilati a taglio termico. ■ resistenza alle aggressioni chimiche.

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