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FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,

PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI


DELLA PROVINCIA DI MILANO Cm.331/itinerari

Casa Ponti / 1924-1926 / Gio Ponti, Emilio Lancia Casa Ponti / 1924-1926 / G. Ponti, E. Lancia

via Randaccio 9, Milano


un certo repertorio pseudo stilistico dovessi della facciata d’ingresso, contribuendo
loro prestare» (1955). E anche il ricorso alla insieme agli elementi decorativi ad
Prima casa progettata per la propria Ponti da Ferdinando Reggiori e descritto, figura dell’obelisco verrà descritto come un ingannare l’occhio nella lettura delle sue
famiglia, la villa ad appartamenti è frutto sulle pagine di «Architettura e arti «vizio», «imposizione di un tono, un ritmo, reali dimensioni.
del lungo sodalizio professionale che decorative», come il frutto più diretto di una decisione» estranea alla natura del I rimanenti prospetti, originariamente
legherà Ponti a Emilio Lancia, nell’alveo dell’intenso lavoro svolto per la Richard progetto (1957). tinteggiati (come il primo) in color
dell’ambiente culturale milanese facente Ginori. Una sottile critica che Ponti finirà Isolata – come previsto da una sabbia a contrasto con cornici in pietra
capo a Giovanni Muzio e impegnato a con il condividere, quando ricorderà convenzione con la Società Anonima Villini verde o cemento, tradiscono lo sforzo di
rinnovare l’architettura tramite il ritorno questa ed altre esperienze giovanili – la Canova, proprietaria del terreno – dentro riportare all’assoluta simmetria la diversa
alla misura di matrice umanista. Da qui villa Bouilhet a Garches (1925-1926), la a un lotto trapezoidale, la costruzione distribuzione delle singole abitazioni,
derivano i molti elementi neoclassici casa Borletti in via San Vittore (1928) o il sviluppata su quattro piani fuori terra studiate in funzione delle varie esigenze dei
(nicchie, urne, trabeazioni, timpani, progetto per un’ambasciata italiana, firmato ha un impianto planimetrico dominato proprietari. La tradizionale distinzione di
dentellature, edicole e altro ancora) stagliati insieme a Tomaso Buzzi (1926) – come dall’anticamera ovale, su cui affaccia la ciascun alloggio in zona giorno e zona notte
in maniera quasi ironica sulle facciate, «costruzioni davvero inesistenti come scala di distribuzione dei vari alloggi, si accompagna al ricorso all’altrettanto
che determinano lo spirito di«esuberante architettura», in cui « io cercavo “fuori di volutamente esagerata nelle sue proporzioni tradizionale tecnica costruttiva della
spensieratezza di decoratore» ravvisato in esse” quale forma tra le piacenti forme di con il resto della pianta. Salone e sala muratura portante, immediatamente
da pranzo, separati solo da larghe porte leggibile anche attraverso i numerosi
IL FRONTE VERSO VIA MASSENA (IMMAGINE GENTILMENTE IL FIANCO LUNGO VIA RANDACCIO (IMMAGINE GENTILMENTE scorrevoli, anticipano la totale fusione ispessimenti frutto di esigenze statiche.
CONCESSA DA GIO PONTI ARCHIVES) CONCESSA DA GIO PONTI ARCHIVES)
dei due ambienti – che avverrà solo nelle
MANUELA LEONI
case di via De Togni (1931-1936) – mentre
l’elemento curvo ritorna con la concavità

PIANTA DEL PIANO TERRA (IMMAGINE GENTILMENTE PIANTA DEL PRIMO PIANO (IMMAGINE GENTILMENTE
CONCESSA DA GIO PONTI ARCHIVES) CONCESSA DA GIO PONTI ARCHIVES)

GIO PONTI GIO PONTI

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