Chase Manhattan Bank / 1969 / BBPR Chase Manhattan Bank / 1969 / BBPR
via Hoepli 7, Milano
il retro di San Fedele, al punto da rendere stato risolto da Figini e Pollini nell’edificio necessaria una variante di piano. accanto con una trave accessoria che ne Per un periodo di ben undici anni, dal dell’abside e del tamburo della chiesa di San Il risultato è un edificio che descrive riduce otticamente l’altezza ristabilendo 1958 al 1969, i BBPR si confrontano con un Fedele, e dall’altro al sobrio razionalismo un’ampia curva, sollevando da terra le corrette proporzioni di facciata. I BBPR intervento di ricostruzione in un lotto in dell’edificio di Figini e Pollini per la sede una massa semicilindrica che stabilisce scelgono invece una soluzione più elaborata, una piazza in pieno centro ricca di rimandi della casa editrice Hoepli. rapporti volumetrici inediti con il vicino con una serie di portali poligonali che sono e riferimenti alla storia architettonica di Il Piano Particolareggiato in vigore, monumento. La scansione di paraste della in realtà leggibili, soprattutto alle estremità Milano. Sugli altri lati della piazza sorgono risalente al 1934, prevedeva una costruzione chiesa si trasforma nella matrice strutturale dell’edificio, come un ordine gigante di grandi palazzi novecenteschi: Palazzo simmetrica rispetto al fronte opposto di sottili montanti metallici, secondo una supporti sagomati a Y. I tamponamenti Bolchini, di Pier Giulio Magistretti, Palazzo della piazza, con un’impostazione del tutto soluzione di facciata applicata poi anche alternano lastre di trachite rosata a Crespi, di Piero Portaluppi, e la Banca coerente con gli interventi realizzati in negli interventi in via Verdi e in corso pannelli di vetro, montati arretrati rispetto Popolare di Giovanni Greppi, tutti costruiti piazza San Babila e in corso Matteotti. A Vittorio Emanuele. al filo delle membrature metalliche. Il tra il 1928 e il 1931. I BBPR però rivolgono giudizio dei BBPR, la sagoma trapezioidale L’altissimo porticato, imposto dalle coronamento - in un primo progetto dotato la loro attenzione da un lato ai volumi dell’edificio mal si sarebbe conciliata con norme di piano benché fuori scala, era di una copertura a cupola ribassata - è formato da un attico arretrato, schermato IL RAPPORTO TRA L’EDIFICIO E L’INTERVENTO LIMITROFO DI VISTA DAL BASSO DELL’EDIFICIO (FOTO DI FEDERICO BALESTRINI) LUIGI CACCIA DOMINIONI (FOTO DI FEDERICO BALESTRINI) da velette in rame, e coperto da un tetto a falde rivestite dello stesso materiale. Dal colmo della copertura emergono le torri delle scale in cemento armato a vista, che hanno la funzione di controvento per la struttura a telaio di acciaio. Curiosamente il raccordo vero e proprio con il corpo di fabbrica della chiesa è gestito da una porzione dell’edificio parrocchiale progettato da Luigi Caccia Dominioni, che s’inserisce tra l’abside e la Banca. Grazie ad un vero virtuosismo compositivo Caccia fornisce una lettura forse meno didascalica, ma non per questo meno corretta, delle «preesistenze ambientali».