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/figure
ritratti dal professionismo
milanese
Piero Bottoni:
la dimensione civile
della bellezza
Giancarlo Consonni
Graziella Tonon
Itinera r i d i a r c h i t e t t u r a m i l a n e s e
L’architettura moderna come descrizione della città
“Itinerari di architettura milanese: l’architettura moderna
come descrizione della città” è un progetto dell’Ordine degli
Architetti P.P.C. della Provincia di Milano a cura della sua
Fondazione.
Coordinamento scientifico:
Maurizio Carones
Consigliere delegato:
Paolo Brambilla
Coordinamento attività:
Giulia Pellegrino
Ufficio Stampa:
Ferdinando Crespi
a cura di:
Alessandro Sartori, Stefano Suriano, Barbara Palazzi
in quarta di copertina:
Piero Bottoni, Schizzo di studio per il Padiglione mostre
al QT8, 1951
PIERO BOTTONI
sistematizza nella concezione della «strada vitale», punto
d’approdo centrale della sua riflessione urbanistica.
Si tratta, è vero, di proposte rimaste sulla carta; ma questi
quattro lavori – se si esclude la sciagurata idea degli assi attrezzati
avanzata nel Piano Ar – fanno intravedere una Milano possibile, con
un assetto più coerente con la sua vocazione europea e più aperta
ai rapporti con la regione di quanto non si sia poi verificato nei fatti
(anche per un limite di chi ha avuto la responsabilità di guidare il
capoluogo lombardo). Questi lavori ci dicono anche dello spessore
dell’elaborazione di Bottoni in fatto di città, senza cui non si
spiegherebbero realizzazioni come il QT8 e il Monte Stella. Presenze
che contrassegnano il paesaggio nord-occidentale di Milano e
costituiscono risultati esemplari almeno su due fronti: testimoniano
di quanto possa essere fecondo il connubio fra disegno urbano e
progetto del paesaggio; costituiscono un tentativo, in parte riuscito,
di contrastare il perpetuarsi del carattere di periferia delle addizioni
urbane.
Fernand Léger coglie nel segno quando, in una dedica del suo
volumetto “Les constructeurs”, definisce Piero Bottoni: «Inventeur
de montagnes e de magnifiques constructions populaires». La
dedica è del 1951: è stata scritta dopo una visita al cantiere del
QT8 (una foto ritrae Léger e Bottoni in un serrato dialogo in
cima al Monte Stella). Il grande pittore mostrava di avere capito
PIERO BOTTONI
quanto era sfuggito a Le Corbusier (che, due anni prima, sempre
in un sopralluogo al QT8, si era lasciato scappare un’espressione
assai poco lusinghiera), ovvero come Bottoni fosse mosso
dall’intento di combinare l’impegno civile con il sogno, la risposta
ai bisogni sociali con la capacità di inventare paesaggi e luoghi
dotati di bellezza e potenzialità di senso. È in questo orizzonte
che nascono e si spiegano le architetture milanesi di Bottoni. Gli
edifici che egli progetta e realizza al QT8 si pongono nell’ottica
di una sperimentazione a tutto campo – tipologica, tecnologica e
costruttiva – e allo stesso tempo cooperano a configurare una nuova
parte di città: un «quartiere giardino».
Il modo di operare non cambia quando sono altri a disegnare
l’assetto di un nuovo complesso insediativo. Come nel quartiere
Harar, dove, con Mario Morini e Carlo Villa, nel 1951-1953 realizza
le Due case Ina-casa in via San Giusto in perfetta sintonia con
l’impianto definito da Luigi Figini, Gino Pollini e Giò Ponti. E
quando il disegno d’assieme non ha le stesse qualità, come nel
quartiere Comasina, la risposta che Bottoni e Pietro Lingeri
offrono con le Due case Ina-casa del 1956-1957 vuole comunque
testimoniare della dignità civile come compito precipuo
dell’architettura. Ma anche gli organismi realizzati nel corpo
della città compatta non si discostano da questa linea. Gli edifici
situati in via Mercadante (1934-1935), in corso Buenos Aires
PIERO BOTTONI CON EZIO CERUTTI, L’ASSESSORE MARIO VENANZI E I FUNZIONARI COMUNALI
DURANTE UN SOPRALLUOGO AL QT8 NEL 1954 (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
(1946-1951, con M. Pucci e G. Ulrich), in corso Genova (1949-
1950, con C. Turus) e in corso Sempione (1953-1958) sono uniti
da una ricerca costante che assume l’architettura dell’edificio
come strumento per configurare lo spazio pubblico, in particolare
la strada urbana, assunta come organismo architettonico essa
stessa, insieme da conservare e da innovare. Ogni edificio prende
le mosse da un’interpretazione del contesto: risponde a un’idea
di città, intesa come realtà in divenire di cui l’architettura si
incarica di concretizzare e rendere evidenti le linee evolutive. Così,
singolarmente e nell’insieme le opere di Piero Bottoni propongono
l’immagine di una Milano ancora capace di aperture e di
sincretismi e insieme disponibile a metabolizzare il nuovo nel segno
dell’urbanità.
L’impegno sul tema dell’abitare e l’ascolto delle mutazioni negli
stili di vita è testimoniato anche dalle molte architetture d’interni:
dagli alloggi medio-borghesi agli uffici, ai negozi, ai locali pubblici.
Per non dire delle soluzioni dimostrative esposte nelle Triennali
a cui Bottoni ha partecipato ininterrottamente dal 1930 al 1954,
spaziando dagli interni della casa per tutti ai luoghi di lavoro.
GIANCARLO CONSONNI
GRAZIELLA TONON
PIERO BOTTONI
ALCUNE PROSPETTIVE COLORATE DI BOTTONI: SOPRA L’EDIFICIO POLIFUNZIONALE IN CORSO BUENOS AIRES, SOTTO LA CASA
PER ABITAZIONI IN VIA MERCADANTE (IMMAGINI CONCESSE DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 282/itinerari
PIERO BOTTONI
Casa per abitazioni / 1934-1935 / P. Bottoni
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 283/itinerari
Corso Buenos Aires a Milano è un nel progetto per via Roma a Bologna del
riferimento cardinale nella traiettoria 1936-1937(1), dove la sfida era dimostrare
culturale e professionale di Bottoni. la compatibilità della strada-corridoio (data
Dall’osservazione di questa grande arteria per morta da Le Corbusier) con l’edilizia
commerciale egli perviene, a metà degli aperta. A Bologna un lungo corpo di due
anni Cinquanta, all’idea della «strada piani porticato avrebbe dovuto costeggiare
vitale» che segna la sua uscita dai canoni la strada, facendo allo stesso tempo da
del disegno urbano razionalista impostato raccordo a case-torri arretrate dal filo
sulla lottizzazione razionale. stradale e disposte ritmicamente. Per corso
L’edificio, denominato Palazzo Buenos Aires, il progetto iniziale firmato
Argentina, che egli realizza al numero 36 con Pucci ha tutto il carattere di un’opera
del corso, è parte integrante di questo scavo. dimostrativa, in opposizione a quanto
Qui ha modo di affinare una soluzione previsto dal regolamento edilizio(2): una
per l’architettura della strada delineata prova di come sarebbe potuto diventare
VISTA DEL COMPLESSO DA CORSO BUENOS AIRES VISTA DA VIA REDI, CON IL CORPO DEL CINEMA IN PRIMO
(IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI) PIANO (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
Edificio polifunzionale / 1947-1951 / P. Bottoni, G. Ulrich
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 312/itinerari
PIERO BOTTONI
Casa per abitazioni / 1949-1950 / P. Bottoni, C. Turus
(in particolare quello situato sulla ‘punta’ fasce verticali delle logge escono perentori
prospettante via Cesare Correnti) ad e prorompenti i balconi (sei su due file).
attenersi a un’altezza omogenea: sette piani Lo stacco dalla facciata è rafforzata dalla
fuori terra. Fallito il tentativo, Bottoni si colorazione dei balconi – bianco e indaco
concentra sulla piccola porzione della cui – data dal rivestimento in piastrelline
ricostruzione è incaricato con Turus. di ceramica. Nel coronamento si situa la
Ne esce un piccolo gioiello chiave di volta.
architettonico: una lezione su come la All’ultimo piano la fascia orizzontale
nuova architettura, senza soggezione e delle logge e la gronda aggettante (per
senza tradire le sue ragioni, può occuparsi proteggere i balconi del sesto piano) non si
di un tema collaudato come quello di estendono per l’intero fronte: si fermano
configurare una porzione di cortina edilizia. prima per lasciare all’ultima partitura della
Oltre che per la razionale disposizione in facciata scandita dalle finestre di salire
pianta, l’edificio si fa apprezzare proprio fino alla linea di gronda. Questo consente
per la facciata. È ancora una volta il all’organismo di non chiudersi in sé, ma
neoplasticismo a fare a guida su come di essere disponibile a una più complessa
evitare le trappole della simmetria e insieme dinamica compositiva del fronte stradale.
ritrovare un nuovo e più efficace equilibrio
GIANCARLO CONSONNI
compositivo. Dalla penombra delle due
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 284/itinerari
PIERO BOTTONI
QT8 / 1945-1957 / P. Bottoni, E. Cerutti, V. Gandolfi, M. Morini, G. Pollini, M. Pucci, A. Putelli
poste in gioco era convincere che non insegnamenti» per la progettazione dei
separando urbanistica e architettura ma luoghi dell’abitare. Risultato: in un continuo
ordinando quest’ultima entro la regia aggiustamento di tiro, un quartiere iniziato
della prima si poteva configurare uno per dimostrare la bontà del lotissement
spazio moderno confrontabile per valore rationel si è trasformato via via in una
estetico con certi quartieri della Milano delle sintesi più felici, nel dopoguerra, tra
sette-ottocentesca. Attorno a questa razionalismo e organicismo. Un contributo
scommessa è ruotato gran parte di quel notevole è dato dalla presenza estesa del
processo di valutazione critica e autocritica verde, in grado di comporre nell’immagine
che ha consentito di trarre «fondamentali unitaria di un quartiere giardino la varietà
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO
FOTO D’EPOCA DURANTE LA COSTRUZIONE DI MURI A IL QUARTIERE DURANTE LA SUA COSTRUZIONE IN UNA FOTO
SECCO CONTROTERRA SUL MONTE STELLA AEREA DEL 1950
(IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI) (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 061/itinerari
PIERO BOTTONI
Case prefabbricate per senzatetto al QT8 / 1950-1955 / P. Bottoni
GRAZIELLA TONON
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 065/itinerari
IL PADIGLIONE IN UNA FOTO D’EPOCA. SULLO SFONDO L’EDIFICIO DI LINGERI (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
Padiglione per mostre e campo giochi al QT8 / 1951 / P. Bottoni
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 067/itinerari
PIERO BOTTONI
Casa Incis al QT8 / 1953-1958 / P. Bottoni
FOTO D’EPOCA DA CUI SI EVIDENZIA LA FINITURA ORIGINALE IL GIOCO CROMATICO DELLE GRIGLIE DEI BALCONI DI
(IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI) SERVIZIO (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 059/itinerari
«Nel 1945, alla Liberazione – ricorda QT8, «venissero avviate le macerie che si
Bottoni nel suo Ascensione Al Monte stavano accumulando a migliaia di metri
Stella(1) – Milano era tutta una rovina, un cubi lungo viale Alemagna, al Parco e nelle
mare di macerie». Per risolvere il problema zone confinanti». Le macerie, scaricate
dello sgombero, le macerie «vennero senza interruzione giorno e notte nell’acqua
concentrate dapprima in alcuni punti della della cava, seppelliscono definitivamente il
cerchia del Naviglio per essere poi avviate sogno di un «lago azzurro e romantico».
verso la periferia a riempire, fra l’altro, le Mutato il contesto, tramutata la
cave esaurite di ghiaia che punteggiavano, concavità del lago nella convessità di quella
come piccoli laghi […] la periferia della che nel 1947 appariva già una montagnola,
città. […] Ora avvenne che ad una di Bottoni a quel punto fa di necessità virtù:
queste cave abbandonate, proprio la più «Giacché sogno e poesia muovono,
importante della zona», destinata a grande malgrado le apparenze, il mondo»,
specchio d’acqua dal primo progetto del decide di trasformare in un luogo poetico
FOTO STORICA DEL MONTE STELLA IN COSTRUZIONE (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
Monte Stella al QT8 / 1953-1970 / P. Bottoni
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 016/itinerari
L’EDIFICIO I PROSSIMO A VIA NOVARA, IN UNA FOTO D’EPOCA (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
Case Ina-casa al quartiere Harar-Dessié / 1951-1953 / P. Bottoni, M. Morini, C. Villa
progettisti del quartiere avevano previsto (1) I 9 «grattacieli orizzontali» portano la firma di Luigi Figini e
un unico grande edificio di circa 200 metri Gino Pollini; Paolo Antonio Chessa e Vito Latis; Gio Ponti e Antonio
Fornaroli; Gio Ponti e Gigi Ghò; Gian Luigi Reggio e Mario Tevarotto;
di lunghezza. Bottoni propone di orientarlo Alberto Rosselli; Mario Tedeschi; Piero Bottoni, Mario Morini e Carlo
Villa.
secondo l’asse eliotermico; Ponti gli
(2)I progettisti delle insulae sono Figini e Pollini; Paolo Antonio
risponde facendo rilevare l’incongruenza Chessa e Vito Latis; Mario Tedeschi; Tito B. Varisco.
con i tracciati stradali. (3) L’edificio H è lungo m. 101,16 e profondo 11 metri; l’edificio I
Il risultato è quello più appropriato: la (prossimo a via Novara) è lungo m. 108,98 e profondo m. 11,40.
(4) Nella parte più corta una sola scala serve 6 appartamenti per
grande lama viene spezzata in due corpi di piano, disimpegnati da un ballatoio; nella restante parte 4 scale
fabbrica paralleli, sfalsati e distanziati di 33 servono ciascuna 2 alloggi per piano.
(5) Ciascuno di 5 vani più servizi.
metri, ma disposti secondo l’orientamento
(6) Gli appartamenti del primo piano sono accessibili dal piano terra
iniziale. I due organismi differiscono per attraverso scale singole, mentre i duplex sono accessibili da due
dimensioni(3) e soprattutto per concezione. scale che servono due ballatoi situati al secondo e al quarto piano.
GIANCARLO CONSONNI
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 149/itinerari
PIERO BOTTONI
Palazzo Ina / 1953-1958 / P. Bottoni
(con un vago richiamo alle torri di difesa); anche sull’altro fronte. Ulteriori tocchi da
contrassegnata dal ritmo serrato di una maestro in quello che è il suo capolavoro del
sinfonia di Bach quella rivolta alla città dopoguerra.
storica. Un modo per celebrarla.
GIANCARLO CONSONNI
Bottoni guarda a Le Corbusier
quando rende praticabile il tetto per usi (1) In cambio di una permuta di terreni, l’Ina rinuncia a parte
ricreativi e quando sceglie di destinare dell’area di sua proprietà (1.827,70 mq) e accetta una riduzione di
volumetria (156 locali in meno).
il decimo piano a «un giardino pensile (2) Un edificio di 18 piani per un’altezza complessiva di m. 65 e con
destinato a campi gioco per bambini, a uno sviluppo in lunghezza di m. 75 una profondità di 14 metri, con gli
appartamenti a doppio affaccio, serviti a due a due da 4 scale. Ogni
sedi di speciali locali vetrati di comune piano ospita 31 locali, così distribuiti: 3 alloggi da 6 locali, 3 da tre
soggiorno ecc.»(6). Quest’ultimo elemento locali e 1 da 4 locali. In tutto 527 locali.
(3) Il progetto di sistemazione della zona Sempione-Fiera elaborato
fu soppresso «d’autorità, contro il parere nel 1938 da un gruppo di razionalisti (F. Albini, I. Gardella, G.
del progettista, già quasi al termine Minoletti, G. Pagano, G. Palanti, G. Predaval, G. Romano).
(4)
dei lavori»(7), togliendo all’opera uno La strada porticata «è tutta rivestita di tessere di ceramica a partiti
azzurri e bianchi, a cielo rosa salmone». P. Bottoni, “[Scheda illustrativa
straordinario elemento distintivo. Bottoni del Palazzo Ina in corso Sempione 33 a Milano]”, Dattiloscritto, in
Archivio Piero Bottoni, Documenti scritti, Opere, op. 342, p. 3.
ha comunque ottenuto di rimarcare quel
(5) Sul porticato «prospettano le vetrine degli studi commerciali
piano con logge che vanno a formare un artigianali e di rappresentanza». Ibidem.
taglio trasversale nel fronte a nord-ovest: (6) Bottoni, [Scheda illustrativa …], cit., p. 2.
un taglio che si ripropone più delicatamente (7) Ibidem.
PIANTE DEL PIANO TERRA E DEL PIANO TIPO (IMMAGINI CONCESSE DA ARCHIVIO BOTTONI)
PIERO BOTTONI
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ce. 285/itinerari
PIERO BOTTONI
Due case Ina-casa al quartiere Comasina / 1956-1957 / P. Bottoni, P. Lingeri
PIERO BOTTONI
FIGURE
Ritratti dal professionismo milanese
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a cura di Massimo Novati
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