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Il bambino padre dellumanit e della civilizzazione, il nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione.

e. Corre lanno 1907 quando Maria Montessori, una delle prime donne medico in Italia, gi indicata dallIllustrazione Popolare nel 1986 come vezzosa medichessa chirurga, spiega al mondo le sue strane idee. Lo sviluppo psichico del bambino, afferma, parte da lui stesso, la sua natura che gli comanda attraverso spinte interiori, impulsi delicati e profondi, di realizzare il proprio sviluppo psichico. solo la natura che gli suggerisce che cosa fare, quando e come farlo, e lo guida nella creazione dei propri organi psichici mettendogli a disposizione particolari e temporanee sensitivit. La cultura del bambino dunque il risultato del suo libero lavoro nel corso di esperienze personali dalle quali egli trae e assorbe gli elementi costitutivi che, a loro volta, si fissano nel suo spirito preparandosi a dare nuovi frutti. basandosi su queste convinzioni che Montessori apre la prima Casa dei bambini e sparge il seme del suo nuovo e innovativo metodo didatticoeducativo che si diffonde con rapidit in tutto il Paese e anche oltre confine. Caratteristica della scuola montessoriana un ambiente fatto a misura del bambino, anche nei particolari dellarredamento, e limpiego di materiali adeguati a stimolarne lo sviluppo. E a quanti si chiedessero cosa accadeva tra quelle mura, una risposta la diede il quotidiano torinese La Stampa (n 73) nel 1910: Non costringe nei banchi il fanciullo, non gli impone nessun compito e nessuna lezione, non gli fa sentire direttamente a ogni movenza limposizione della maestra, ma sebbene lo lasci libero nei suoi movimenti, gli somministra una quantit di giuochi che esercitano in lui tutti i sensi e man mano gioca con gli opportuni apparecchi, si diverte a volont sua, sarresta in ci che pi gli piace, ossia in ci che lattrae di pi secondo la disposizione individuale, e riposa passando da un piacevole esercizio ad

un altro che pure spontaneamente lattragga, e ne risulta che in pieno movimento, in piena salute, in piena spontaneit di desiderio e di attitudine, in breve tempo conosce ed esegue una tale quantit di cose che per via di precetti di maestri, di arresto nei banchi, non avrebbe mai imparato con tanto suo diletto. A quasi un secolo da questa descrizione, tra le mura delle scuole montessoriane non cambiato granch. Se non per i nuovi arredi. E per le nuove tecnologie: anche nelle Case dei bambini si usano i computer, ma solo secondo le modalit di tutti gli altri materiali: libera scelta, individualizzazione, autocorrezione e cos via. Niente laboratori informatici o multimediali, dunque, ma postazioni in ogni classe o, in alternativa, postazioni mobili. A portare Maria Montessori allelaborazione del suo metodo fu lesperienza alla Scuola magistrale ortofrenica di Roma. Il percorso ben sintetizzato da Sofia Bisi Albini, scrittrice e attivista del femminismo cristiano, sulle pagine di Vita femminile italiana del maggio 1910: Tutta dedicata ai fanciulli deficienti e agli idioti, ella pot esperimentare metodi speciali, cercare, trovare in fondo a quelle menti abbuiate il piccolo fuoco quasi spento, ravvivarlo, farlo raggiar fuori, svegliare energie assopite, richiamare alle sensazioni della vita, alle visioni della verit spiriti che parevano incapaci di vibrazioni. Davanti allo sviluppo meraviglioso chella sapeva ottenere dagli idioti, ella si domandava che cosa si sarebbe potuto ottenere dai fanciulli normali, dagli intelligenti se fossero stati educati razionalmente. Quando fu invitata dalling. Edoardo Talamo a fondare scuole per bambini nelle case modello operaie ella vide finalmente la possibilit di esperimentare il suo metodo di pedagogia scientifica e di psicologia infantile. Edoardo Talamo, direttore generale dellIstituto romano di beni stabili incaric Montessori di raccogliere i figli degli inquilini dei casoni del quartiere operaio di San Lorenzo a Roma, di

et compresa fra 3 e 7 anni, in una sala del casamento stesso sotto la direzione di una maestra. Partiva cos, da via dei Marsi 58, il 6 gennaio 1907, con la nascita della prima Casa dei bambini, lesperimento della Montessori. Risultato: ancora oggi, a quasi cento anni dalla sua nascita, il modello continua a essere adottato in tutto il mondo. Secondo un censimento realizzato dallOpera nazionale Montessori (Onm) nel 2000, oggi in Italia sono attive 250 istituzioni tra nidi, Case dei bambini e scuole elementari statali, comunali e paritarie; mille sono gli insegnanti montessoriani in servizio e circa 10 mila le famiglie che quotidianamente entrano in contatto con la realt Montessori. Quanto al resto del mondo, le scuole Montessori di cui lOnm ha conoscenza diretta attraverso le Associazioni nazionali e internazionali ammontano a 11.550 negli Stati Uniti e 27 mila nel resto del globo, mentre salgono a 67 mila le scuole cosiddette a indirizzo montessoriano toccando un totale di poco pi di 70 Paesi. Non difficile intuire che la riforma Moratti stimoli nei montessoriani una ferma opposizione, quando non una seria preoccupazione. Lhanno espressa, nero su bianco, in un documento presentato il 12 gennaio scorso in occasione di unaudizione informale alla VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera: dicono no allanticipo della scuola dellinfanzia e alliscrizione anticipata alla scuola primaria, no al portfolio delle competenze, e ancora no alla figura del tutor e dellesperto. Ma sono soprattutto due i capitoli sui quali la critica dei montessoriani particolarmente decisa: leccessivo coinvolgimento della famiglia e la riduzione/frammentazione dellorario. Troppa famiglia. Lattenzione data dalla riforma al ruolo della famiglia e alla relazione famiglia-scuola a dir poco preoccupante, dicono. E spiegano: il bambino visto essenzialmente come il bambino della famiglia e non come un individuo che va acquisendo padronanza di s.

la famiglia a indicare alle istituzioni scolastiche le attivit da organizzare, per ulteriori 99 ore annue, oltre le 891 previste; sempre la famiglia a decidere poi, ad attivit organizzate, se frequentarle oppure no. Ed ancora una scelta esclusiva della famiglia, che prevarica ogni parere della scuola, liscrizione anticipata alla scuola primaria. Un punto, questultimo, sul quale i montessoriani intravedono il rischio che la scuola diventi un servizio per la famiglia e non un diritto del bambino. Orario e continuit. Tempo prolungato e tempo mensa sono gli altri capitoli della riforma che, nellottica montessoriana, rischiano di minare alla base lo svolgimento di un organico e coerente progetto educativo. Ecco perch: lorario settimanale della scuola dellinfanzia previsto dal decreto dovrebbe oscillare da 25 a 50 ore. Queste ultime sono raggiungibili con eventuali progetti educativi organizzati dalle scuole su richiesta delle famiglie. Dunque la riforma riconduce il tempo prolungato a una somma di ore dedicate alle attivit pi varie. Senza contare poi che le 25 ore settimanali rappresentano un tempo giornaliero insufficiente al tempo psicologico di lavoro del bambino, che segue ritmi pi lenti delladulto. Anche riguardo al tempo mensa, le preoccupazioni non mancano. La precariet e sospensione che avvolge il tempo dedicato alla mensa (la riforma parla di 5-10 ore, ma non precisa n quante saranno effettivamente n chi si occuper della loro organizzazione e gestione) fa s che esso perda il suo valore fondamentale di tempo educativo: tempo per costruire un operare collaborativo, per prendersi cura di s e degli altri, per condividere insieme un momento che vede coinvolti con funzioni e ruoli differenti tutti i bambini.

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