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NAPOLI
R E N D I C O N T I
ACCADEMIA DI ARCHEOLOGIA
LETTERE E BELLE ARTI
NUOVA SERIE
V O L U M E L X X V 2 0 0 8 - 2 01 1
NAPOLI MMXII
ARTE TIPOGRAFICA
ARMANDO CRISTILLI
1
Johannowsky 1952, p. 141. La conca pianeggiante di Fuorigrotta, svasata a SO, eÁ conclusa
dalle dorsali della Canzanella e di Posillipo Alta ed eÁ in comunicazione con l'Arena di S. Antonio.
Essa risulta geologicamente costituita da coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi
rimaneggiati ed a matrice prevalente, compresi in un intervallo altimetrico di 0-600 m (s.l.m.).
2
Sulle questioni inerenti l'organizzazione pagana, si veda Tarpin 2003; un'interessante sin-
tesi recente eÁ in Parma 2009, pp. 133-134.
3
Napoli 1967, pp. 460 e 469.
4
Sui limiti del territorio occidentale di Napoli in etaÁ romana, si veda Cristilli 2008, pp. 155-
156.
5
Il tracciato della Via Puteolis-Neapolim per cryptam si riconosceva nel tracciato della Strada
Comunale Pilastri ad Agnano, mentre il tratto originario per Pozzuoli, dopo aver innestato sia la via per
colles che la via per Liternum, era individuabile nella Strada dei Canapi: la prima scomparve a seguito
dei lavori di sistemazione del parco della ``Mostra d'Oltremare'', la seconda fu soppressa, invece, con il
Piano Regolatore Generale del 1939. Alisio 1999, p. 318; a riguardo anche Johannowsky 1952, pp.
104-105; 1985, p. 336; Amalfitano 1990, pp. 22-23. La strada per Liternum, forse una via glareata,
intercettava la Via Puteolis-Neapolim all'altezza di Cupa Marzano, per proseguire in direzione del
quartiere di Pianura. Johannowsky 1952, pp. 124 e 141; 1985, p. 337. Sul Piano Regolatore, appro-
vato con legge n o 1208 del 29 maggio 1939 XVII, si veda, per esempio, Della Gatta 1995, pp. 63-73.
6
Mallardo 1938-1939, p. 356; Johannowsky 1952, pp. 140-141; Napoli 1967, p. 469;
Arthur 2002, p. 85.
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% . ', !`Mostra Triennale delle Terre d'Oltre-
mare'' 8, ancora oggi una delle principali sedi fieristiche italiane, nata nell'ambito
del piuÁ ampio programma di rilancio di Napoli in etaÁ fascista 9. Tali operazioni
misero in luce, oltre all'unico ritratto di Augusto attestato come sicuramente pro-
veniente dal territorio cittadino 10, anche un balneum degli inizi del II sec. d.C.
all'angolo tra Via Marconi e Via Terracina (esempio tra i piuÁ belli e funzionali
dell'architettura termale campana) 11, insieme a lacerti di basolato di etaÁ romana e
ad un monumento funebre, da collocare verosimilmente nel corso dello stesso II
7
Vecchio 2007.
8
Sul complesso fieristico napoletano, Arena 2007.
9
Cocchia 1961, pp. 65 e 72-73.
10
Napoli, Museo Archeologico Nazionale (Sala 118); inv. 296357; marmo bianco a grossi
cristalli; h 29,5cm; tarda etaÁ augustea. Boschung 1993, pp. 72 e 166, n o 138, tav. 100; Zevi
1994, p. 201. Arbitraria eÁ la notizia riportata da Dietrich Boschung circa una sua scoperta presso
la ``Via Puteolana'', dal momento che non sussistono riferimenti geografici piuÁ precisi sul luogo del
ritrovamento. Boschung 1993, p. 166.
11
Laforgia 1985, pp. 340-342; Amalfitano 1990, pp. 46-55. Assai suggestiva resta l'idea che
l'edificio possa essere stato pertinente ad una statio, in posizione mediana sulla Via Puteolis-Neapolim
per colles. Johannowsky 1952, pp. 140-141; Laforgia 1985, p. 343.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 431
restando per lungo tempo esposto all'incuria ed all'azione degli agenti atmosferici
e non solo 16, responsabili di effetti assai rovinosi sul suo stato di conservazione, in
primis il dilavamento della superficie marmorea. GiaÁ Paolino Mingazzini, al mo-
mento della scoperta, suggerõÁ acutamente che la statua sarebbe stata trascinata in
antico dal torrente San Lorenzo fino al luogo del suo ritrovamento, un contesto
assolutamente privo di strutture murarie o altre evidenze relative (eccetto due
tombe ``a cappuccina'' 17 ed un capitello corinzio marmoreo di 40cm x 50cm, que-
st'ultimo non in giacitura primaria). Tale intuizione veniva confermata piuÁ tardi da
Werner Johannowsky, che per essa ipotizzava, inoltre, una relazione con un monu-
12
Amalfitano 1990, p. 45.
13
Nicola Miraglia (Lauria [Potenza] 1835 - Napoli 1926), giaÁ Direttore Generale del Ministero
dell'Agricoltura e dal 1898 del Banco di Napoli (per la cui sana amministrazione ebbe il titolo di conte
dal re Vittorio Emanuele III e la cittadinanza onoraria), ricoprõÁ la carica di Presidente dell'Istituto
Case Popolari (I.A.C.P.) dal 1908 fino all'anno della sua morte.
14
Sul complesso, costruito tra il 1928 ed il 1930, da ultimi: Stenti 1993, p. 77; D. Rije in
Belfiore-Gravagnuolo 1994, p. 172, n. 51 (erroneamente la costruzione eÁ riferita al periodo 1931-
1939).
15
Come riferisce Paolino Mingazzini (1931, 346), la scultura ``fu rilasciata all'Istituto [scil.
I.A.C.P.], perche ne adornasse il giardino che saraÁ costituito nel nuovo rione, ad abbellimento di un
quartiere che sinora, a dire il vero, non ha mai brillato per bellezze artistiche o naturali''.
16
A seguito del trasporto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, eÁ stato possibile accer-
tare che la scultura deve aver subito in anni recenti un evento fortemente traumatico che ha deter-
minato all'altezza della fascia addominale una pesante lesione ampia quanto l'intero spessore del torso
marmoreo, successivamente risarcita in modo approssimativo con del cemento.
17
Le due sepolture potrebbero essere relative ad una propaggine di alcuni nuclei cimiteriali di
etaÁ romana individuati nelle vicinanze. Johannowsky 1952, pp. 105-106.
872 armando cristilli
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nuta la spada poggiata alla spalla relativa, a cui aderisce ancora la superstite parte
superiore. La testa, infine, era impostata a guardare dritta davanti a se 20.
18
Johannowsky 1952, pp. 113 e 146.
19
L'altezza conservata eÁ di 152 cm (da sopra il giugulo fino a poco sopra il ginocchio destro).
20
La statua, oltre ad essere priva della testa (fin sopra la fossetta giugulare), eÁ mancante del
braccio destro dal gomito con parte della spada, del braccio sinistro (lavorato a parte) da metaÁ del
bicipite, del lembo inferiore del mantello, di tutta la parte esterna sinistra della lorica a partire dal
fianco relativo, della gamba destra da sopra il ginocchio e della gamba sinistra dall'orlo della tunica.
Resti di un puntello si conservano sulla coscia destra, mentre un foro quadrangolare per l'alloggia-
mento di un tassello eÁ visibile nel deltoide sinistro. Due fratture sono sulla parte anteriore (una dal
fianco destro a quello sinistro ed una dal fianco destro a sotto il pettorale sinistro), mentre un'ampia e
profonda scheggiatura si registra tra il fiocco e la fettuccia del cingulum; si rilevano piccole scalfitture
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 877
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sparse, determinatesi probabilmente in fase di recupero. La mancante parte del lato sinistro e del
sottostante ventre eÁ stata integrata con cemento in tempi moderni. Il marmo eÁ identificabile come
lunense.
21
Sull'argomento, Ubl 2006.
22
Il Vermeule non registra quest'ultima decorazione e, pertanto, nel suo studio le pteryges
considerate sono solo quattro. Vermeule 1959-1960, p. 59, n o 212.
23
Mingazzini 1931, p. 346.
878 armando cristilli
Fig. 5. Torso loricato dal Rione Nicola Miraglia. Veduta frontale del tronco.
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Matteo Cadario 25. E, nel caso specifico, le sue dimensioni quasi dop-
pie rispetto al vero non lasciano dubbi sul fatto che vi sia stato raffigurato, come si eÁ
24
Cadario 2004; Laube 2006; Cadario 2006; Lahusen 2010, p. 33.
25
Cadario 2004, p. 202; 2006, p. 477.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 435
26
Vermeule 1959-1960, pp. 57-64; 1964, p. 106; 1974, pp. 17-19.
27
Stemmer 1978, pp. 47-55 e 129-130. Questo schema si caratterizza per il paludamentum,
appuntato sulla spalla destra, che, dopo aver creato un arco sul petto, ricade quasi completamente
dietro la schiena.
28
Olimpia, Esedra di Erode Attico, inv. s.n.; h 210cm; marmo bianco; etaÁ antonina. Da ultimi
Bol 1984, pp. 46-49; Cadario 2004, pp. 384-386.
29
Guelma, Museo, inv. s.n.; h 219cm; marmo bianco; etaÁ antonina. Da ultimi Kreikenbom
1992, p. 5, nota 24; Fittschen 1999, p. 25, B29, tav. IV n o35 (con bibliografia completa).
30
Roma, Villa Abamelek, s.n; h 260cm; marmo bianco; etaÁ adrianea; probabilmente da Roma.
Stemmer 1978, pp. 50-51, IV 9, tav. 31,1.
31
Cadario 2004, p. 14.
32
Sull'argomento, Stemmer 1978, pp. 153 e 161; Delplace 1980; Zanker 1987, p. 213;
87: armando cristilli
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(1%%4 00-02+ # &'6 # '- Marco Aurelio
di Villa Borghese 34, in quella in porfido del Banco di Roma a Bologna 35 (fig. 13) o,
ancora, nel giaÁ detto esemplare di Villa Abamelek, per quanto in quest'ultimo il
volatile guardi a destra (cosõÁ come anche nella statua bolognese) e tra le zampe
manchi il fulmen.
La statua di Fuorigrotta (figg. 4-10), cosõÁ come l'altra corazzata proveniente dal
centro della cittaÁ di Napoli e ad essa quasi contemporanea 36 (fig. 14), pur non
Cresci Marrone 1993, p. 212; Cadario 2004, pp. 391 e 400; 2006, p. 477. Per Matteo Cadario la
presenza della coppia di grifi affrontati sulle corazze del II sec. d.C. potrebbe essere considerata come
la scia di un omaggio tributato dalla prima etaÁ antonina alla tradizione traianea. Cadario 2004, pp.
391 e 400.
33
Napoli, Museo Archeologico Nazionale; inv. 6039; h 234cm (con il plinto); marmo bianco
asiatico; provenienza ignota; etaÁ severiana. Coraggio 2009.
34
Vermeule 1959-1960, pp. 65-66, n o 269.
35
Bologna, Banco di Roma; h 134cm; porfido rosso; etaÁ severiana; acquisto Christie's (Palazzo
Lancellotti, 30/10/1975-lotto 177). Vermeule 1978, pp. 117-118, n o 325b; S. Pergola in De Nuccio-
Ungaro 2002, pp. 331-332, n o 30.
36
Napoli, Museo Nazionale di San Martino, Magazzino - c.d. ``Sotterraneo Gotico''; inv.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 87?
dep.; marmo lunense; h 107 cm; prima metaÁ del II sec. d.C. Da ultimo Cristilli 2006, pp. 183-185,
figg. 11-13 (bibliografia completa).
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 439
37
Mingazzini 1931, p. 347.
38
Johannowsky 1952, p. 113; 1985, p. 337.
39
Vermeule 1959-1960; Amalfitano 1990, p. 45.
88= armando cristilli
Fig. 13. Bologna, Banca Nazionale del Lavoro. Fig. 14. Napoli, Museo Nazionale di S. Martino.
inv. dep.
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1 &'6 80. Ma, eÁ altrettanto vero che proprio gli
aspetti tecnico-stilistici rilevati sopra, in particolare il tipo di rendimento delle
pieghe ed il rilievo delle figure degli animali della corazza, piuÁ che per la fine del
II sec. d.C. dello Johannowsky, fanno propendere per la datazione anteriore
come quella suggerita dal Vermeule. E una tale proposta puoÁ essere confermata
in maggior misura esaminando ulteriori prove, fornite da alcuni elementi che
appaiono distintivi del nostro torso. In effetti, per tutta l'etaÁ adrianea le statue
loricate, a prescindere dallo schema utilizzato, si caratterizzano per una forte
rigiditaÁ delle figure e per una decorazione tanto esasperata da nascondere le
forme naturali dei corpi fino a far perdere funzionalitaÁ alle corazze in favore di
un piuÁ ampio sviluppo ornamentale, privandole, come accade, del cingulum e
40
Knosso, Villa Evans (giardini); inv. s.n.; marmo bianco; h 250cm; etaÁ adrianea. Stemmer
1978, p. 47.
41
Brindisi, Museo Provinciale; inv. 850; marmo bianco microcristallino; h 154cm; etaÁ pro-
toantonina. Stemmer 1978, p. 40.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 441
Fig. 15. Knosso, Villa Evans, Fig. 16. Roma, Museo Chiara- Fig. 17. Dresda, Albertinum,
inv. s.n. monti, inv. V3. inv. H 383.
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11 % dall'AgoraÁ di Atene 42, da Gortyna 43, dal foro
di Ammedara 44, ai quali si puoÁ collegare anche la statua giaÁ citata di Knosso (fig.
15). Al contrario, a partire dall'etaÁ antonina si assiste ad un alleggerimento delle
proporzioni ed alla ripresa della piuÁ semplice lorica ellenistica, con una drastica
riduzione dell'ornato (di solito limitata alla coppia di grifi ed al gorgoneion), con
il ritorno del cingolo e con la fibula appuntata allo Schulterbausch, per quanto
resti ancora scarsa l'attenzione al dettaglio naturalistico, come stanno ad indi-
care le pterigi quasi semicircolari molto brevi e divaricate (disposte in una sola
fila) ed i Lederstreifen non molto lunghi divisi unicamente con il trapano 45: l'immagine
di Antonino Pio del Museo Chiaramonti 46 cosõÁ come anche quella di Dresda 47
possono costituire a riguardo una dimostrazione assai significativa e paradigmatica
42
Atene, AgoraÁ; inv. S166; marmo pentelico; h 152cm; etaÁ adrianea. Stemmer 1978, pp. 47-48.
43
Iraklion, Museum; inv. 5; marmo pentelico (?); h 224cm; etaÁ adrianea. Stemmer 1978, pp.
37-38.
44
Tunisi, Museo del Bardo; inv. s.n.; marmo bianco; piuÁ grande del vero; etaÁ adrianea.
Stemmer 1978, p. 38.
45
Stemmer 1978, pp. 129-130; Cadario 2004, pp. 391-401.
46
Roma, Museo Chiaramonti, inv. V3; marmo bianco; h 250 cm; etaÁ antonina. Chiaramonti
1995, n o 682, tavv. 530-533.
47
Dresda, Albertinum, inv. H383; marmo bianco; h. 216,5 cm; giaÁ coll. Albani; 140 d.C.
circa. Knoll-Protzmann 1933, pp. 56-57, n o 31 (I. RaumschuÈssel).
882 armando cristilli
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1 Marco Aurelio, sarebbe piuÁ opportuno un riferimento del torso
a cavallo della metaÁ del II sec. d.C., facendo cosõÁ derivare, a questo punto, la
possibilitaÁ concreta che, piuÁ che ad una statua-ritratto dell'ultimo Adriano, ci tro-
48
Stemmer 1978, pp. 129-130; Cadario 2004, pp. 391-401.
49
Sulla produzione plastica a Napoli in etaÁ antonina, Cristilli 2003, pp. 26-29; 2008, pp.
165-167.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 443
/ 1 &' Antonino Pio (138-161 d.C.) o, appunto, dei suoi
successori Marco Aurelio (161-181 d.C.) e Lucio Vero (161-169 d.C.).
Va da se che quanto proposto da Werner Johannowsky circa la cronologia del
torso, a suo giudizio da mettere in relazione con i restauri del 201 d.C. del secondo
troncone della Via Puteolis-Neapolim 50, appare ormai improponibile 51. Al contrario,
resta pienamente convincente la sua ipotesi della pertinenza della scultura ad un
monumento onorario posto effettivamente lungo una delle piuÁ importanti strade di
collegamento della Napoli romana 52, in virtuÁ del soggetto rappresentato, forse un
arco andato completamente distrutto dalle progressive e radicali trasformazioni
urbanistiche di questo sobborgo oppure un'altra forma di ricordo monumentale
magari meno pretenzioso, che, in ogni caso, peroÁ, non va assolutamente messo in
relazione con le vicende costruttive della Via Puteolis-Neapolim finora note. Certo,
le radicali trasformazioni della zona di Fuorigrotta hanno completamente stravolto
il paesaggio precedente, il cui aspetto originario, se ottant'anni or sono poteva
ancora essere presente nei ricordi dei contemporanei, oggi ai piuÁ risulta difficoltoso
da ricostruire, soprattutto per quanto concerne la presenza ed il percorso del tor-
rente San Lorenzo, a cui si eÁ fatto cenno piuÁ sopra. In effetti, proprio l'alveo di
questo corso d'acqua, che anticamente scendeva dalla zona della Cinthia verso S-SE
in direzione del litorale di Bagnoli (fig. 1), una volta in secca, si eÁ andato con il
tempo trasformando in un sinuoso cammino stradale, presumibilmente a carattere
campestre, fino a prendere nel suo tratto mediano, per l'appunto, il nome di ``Strada
Comunale San Lorenzo'' (compresa tra l'ormai scomparsa Strada Comunale Pilastri
ad Agnano e l'attuale Via Giacomo Leopardi 53), mentre la porzione meridionale saraÁ
utilizzata nel `900 come canale di bonifica per tutta la piana di Fuorigrotta e
parzialmente per la zona di Bagnoli 54. Una parte di questa strada ricadeva effetti-
vamente nello spazio destinato alla costruzione del ``Rione Nicola Miraglia'', per cui
venne fortunatamente indagato. Dunque, quella che oggi si mostra come un'ano-
malia nel luogo del rinvenimento trova, a questo punto, una maggiore precisazione
grazie all'antica presenza del fiumiciattolo, soprattutto perche in etaÁ romana il
borgo suburbano di Fuorigrotta si veniva a trovare in linea d'aria a circa 400m a
NO del complesso residenziale, ossia tra il IV ed il V miglio della Via Puteolis-
Neapolim per colles, secondo la numerazione dei rifacimenti del 102 d.C. 55: quindi,
un'ubicazione troppo distante e, soprattutto, non giustificabile per l'assenza di altre
evidenze relative. Se, peroÁ, consideriamo la ricostruzione dell'antico corso del San
Lorenzo ed il tragitto fatto dal torso loricato fino al luogo del suo rinvenimento, la
struttura commemorativa corrispondente viene ad essere collocata a poca distanza
dal V miglio della Via Puteolis-Neapolim per colles, proprio nel tratto della strada che
50
Johannowsky 1952; Arthur 2002, pp. 83-85.
51
La stessa considerazione in Amalfitano 1990, p. 23.
52
Johannowsky 1952, pp. 113 e 146.
53
GiaÁ facilmente distinguibile come asse viario nella pianta Carafa di Noja (seconda metaÁ del
XVIII sec.), la strada saraÁ soppressa con il Piano Regolatore Generale del 1939 (figg. 1 e 18). Della
Gatta 1995, pp. 63-73; Alisio 1999, p. 318.
54
Della Gatta 1995, pp. 63-73.
55
A tal riguardo, Johannowsky 1952, pp. 138-139 e 141; 1985, pp. 336-337; Amalfitano
1990, p. 23.
888 armando cristilli
/ ') !`Rione Nicola Miraglia'', vale a dire in corrispon-
denza dell'attuale incrocio tra Via Giacomo Leopardi e Via Cinthia, dove sappiamo,
tra l'altro, che si innestava anche un diverticolo comunicante con la zona di Pianura
e passante per Soccavo. Nello stesso punto, inoltre, giaÁ nella pianta Carafa di Noja
(fol. 16) eÁ annotata anche la presenza di un ponte 56, il c.d. ``Ponte di Pianura'' (o
``Ponte di Terracina'', come verraÁ indicato in seguito 57), che, a conti fatti, doveva
probabilmente consentire il superamento proprio dell'alveo del torrente San Lo-
renzo e che potrebbe addirittura aver ricalcato un piuÁ antico viadotto, di cui,
tuttavia, non sembra essere rimasta traccia, e il cui accesso potrebbe essere stato
marcato da una statua dell'imperatore regnante su base iscritta (figg. 18) 58. Come
anche non eÁ da escludere, qualora il monumento in questione sia stato una struttura
con una certa articolazione, e pur sempre come congettura da valutare, che il
capitello registrato dal Mingazzini tra i rinvenimenti dello scavo dell'area del
``Rione Nicola Miraglia'' possa essere stato relativo proprio alla sua decorazione
insieme al torso loricato. Certo, eÁ chiaro che eÁ molto difficile stabilire l'occasione
alla base di questa onorificenza in presenza di dati cosõÁ esigui come quelli in nostro
possesso. Volendosi fondare esclusivamente sulla datazione della scultura e sulla sua
primitiva collocazione ora ricostruita, la creazione del relativo monumento onorario
potrebbe essere messa in relazione, per esempio, con l'elevazione della cittaÁ di
Neapolis al rango coloniale da parte dell'imperatore Marco Aurelio 59, una questione
che, comunque, resta ancora tutta da chiarire e da confermare. Tuttavia, nell'even-
tualitaÁ di una reale connessione tra i due eventi, laddove fosse provata senza dubbio
la creazione della Colonia Augusta Aurelia Antoniniana Felix Neapolis, l'ubicazione
di un tale intervento commemorativo in un punto quanto mai strategico di accesso
alla cittaÁ troverebbe un'agevole spiegazione, come spontanea manifestazione di
ringraziamento e di adesione alla politica imperiale dell'intera comunitaÁ cittadina
o, piuÁ semplicemente, come esclusivo atto di benemerenza tributato dal pagus di
Fuorigrotta al principe.
Abbreviazioni e bibliografia
Alisio G. 1999, Il quartiere occidentale, i casali di Posillipo e Fuorigrotta, gli insediamenti nella piana di
Bagnoli, in G. Alisio - A. Buccaro (ed.), Napoli Millenovecento. Dai catasti del XIX secolo ad
oggi: la cittaÁ, il suburbio, le presenze architettoniche, Napoli, pp. 299-413.
56
Il ponte era situato all'incrocio tra la Strada delle Pigne (attualmente Via Giacomo Leopardi)
e Via Terracina, poco prima dell'inserzione della ``Strada'' di collegamento con la zona della Cinthia
verso N.
57
Johannowsky 1952, p. 124.
58
Johannowsky 1952, p. 125.
59
Da ultimo Arthur 2002, p. 9.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 445
Riferimenti Fotografici: