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SOCIETAÁ NAZIONALE DI SCIENZE LETTERE ED ARTI

NAPOLI

R E N D I C O N T I


ACCADEMIA DI ARCHEOLOGIA
LETTERE E BELLE ARTI

NUOVA SERIE
V O L U M E L X X V 2 0 0 8 - 2 01 1

NAPOLI MMXII
ARTE TIPOGRAFICA
ARMANDO CRISTILLI

RICONSIDERAZIONI CRONOLOGICHE E TOPOGRAFICHE


SU UNA STATUA LORICATA DAL TERRITORIO DI NAPOLI

Il pianoro compreso tra lo Stadio ``San Paolo'', Via Terracina ed il complesso


della ``Mostra d'Oltremare'', oggi incorporato nel popoloso quartiere napoletano di
Fuorigrotta (MunicipalitaÁ X), si segnala in etaÁ romana per la presenza di un inse-
diamento suburbano a carattere vicano-prediale 1, ma sarebbe meglio definirlo piuÁ
un pagus 2, immediatamente al confine con il territorio di Pozzuoli, cosõÁ come si viene
a trovare ancora ai giorni nostri. Questo abitato, che inizia a potenziarsi a partire
dall'etaÁ augustea 3, occupava una posizione quanto mai centrale nell'ager occidentalis
di Napoli 4, attraversato com'era dalle importanti arterie di collegamento con i centri
di Liternum e di Puteoli (la Via Puteolis-Neapolim per colles e la sua variante per
cryptam) 5, oltre che dal tronco principale dell'Aquaeductus Fontis Augustei, che per il
suo tramite portava le acque del Serino fino ai Campi Flegrei (fig. 1). Il sito, per di
piuÁ, eÁ stato credibilmente identificato in passato con il Marcianum, l'antico sobborgo
ricordato nella Vita Sancti Januari come una delle tappe toccate durante la traslazione
delle spoglie del vescovo martire Gennaro da Pozzuoli a Napoli 6.
I ritrovamenti archeologici piuÁ cospicui nel quartiere, a parte quelli di piuÁ

1
Johannowsky 1952, p. 141. La conca pianeggiante di Fuorigrotta, svasata a SO, eÁ conclusa
dalle dorsali della Canzanella e di Posillipo Alta ed eÁ in comunicazione con l'Arena di S. Antonio.
Essa risulta geologicamente costituita da coperture di prodotti piroclastici eterometrici, a luoghi
rimaneggiati ed a matrice prevalente, compresi in un intervallo altimetrico di 0-600 m (s.l.m.).
2
Sulle questioni inerenti l'organizzazione pagana, si veda Tarpin 2003; un'interessante sin-
tesi recente eÁ in Parma 2009, pp. 133-134.
3
Napoli 1967, pp. 460 e 469.
4
Sui limiti del territorio occidentale di Napoli in etaÁ romana, si veda Cristilli 2008, pp. 155-
156.
5
Il tracciato della Via Puteolis-Neapolim per cryptam si riconosceva nel tracciato della Strada
Comunale Pilastri ad Agnano, mentre il tratto originario per Pozzuoli, dopo aver innestato sia la via per
colles che la via per Liternum, era individuabile nella Strada dei Canapi: la prima scomparve a seguito
dei lavori di sistemazione del parco della ``Mostra d'Oltremare'', la seconda fu soppressa, invece, con il
Piano Regolatore Generale del 1939. Alisio 1999, p. 318; a riguardo anche Johannowsky 1952, pp.
104-105; 1985, p. 336; Amalfitano 1990, pp. 22-23. La strada per Liternum, forse una via glareata,
intercettava la Via Puteolis-Neapolim all'altezza di Cupa Marzano, per proseguire in direzione del
quartiere di Pianura. Johannowsky 1952, pp. 124 e 141; 1985, p. 337. Sul Piano Regolatore, appro-
vato con legge n o 1208 del 29 maggio 1939 XVII, si veda, per esempio, Della Gatta 1995, pp. 63-73.
6
Mallardo 1938-1939, p. 356; Johannowsky 1952, pp. 140-141; Napoli 1967, p. 469;
Arthur 2002, p. 85.
87= armando cristilli

Fig. 1. Pianta di Fuorigrotta negli anni '30.

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% .   ',  !`Mostra Triennale delle Terre d'Oltre-
mare'' 8, ancora oggi una delle principali sedi fieristiche italiane, nata nell'ambito
del piuÁ ampio programma di rilancio di Napoli in etaÁ fascista 9. Tali operazioni
misero in luce, oltre all'unico ritratto di Augusto attestato come sicuramente pro-
veniente dal territorio cittadino 10, anche un balneum degli inizi del II sec. d.C.
all'angolo tra Via Marconi e Via Terracina (esempio tra i piuÁ belli e funzionali
dell'architettura termale campana) 11, insieme a lacerti di basolato di etaÁ romana e
ad un monumento funebre, da collocare verosimilmente nel corso dello stesso II

7
Vecchio 2007.
8
Sul complesso fieristico napoletano, Arena 2007.
9
Cocchia 1961, pp. 65 e 72-73.
10
Napoli, Museo Archeologico Nazionale (Sala 118); inv. 296357; marmo bianco a grossi
cristalli; h 29,5cm; tarda etaÁ augustea. Boschung 1993, pp. 72 e 166, n o 138, tav. 100; Zevi
1994, p. 201. Arbitraria eÁ la notizia riportata da Dietrich Boschung circa una sua scoperta presso
la ``Via Puteolana'', dal momento che non sussistono riferimenti geografici piuÁ precisi sul luogo del
ritrovamento. Boschung 1993, p. 166.
11
Laforgia 1985, pp. 340-342; Amalfitano 1990, pp. 46-55. Assai suggestiva resta l'idea che
l'edificio possa essere stato pertinente ad una statio, in posizione mediana sulla Via Puteolis-Neapolim
per colles. Johannowsky 1952, pp. 140-141; Laforgia 1985, p. 343.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 431

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A questa messe di scoperte va
aggiunto il recupero di un torso
loricato, tristemente tornato agli
onori della cronaca recente, che
fu rinvenuto il 13 ottobre 1928
nell'area oggi occupata dall'ala oc-
cidentale del complesso I.A.C.P.
``Rione Nicola Miraglia'' 13, al ci-
vico n. 4 di Via Giambattista Ma-
rino, un isolato di quattro edifici
(6800 m2) appena a NE dello Sta-
dio ``San Paolo'' 14 (figg. 2-3). La
scultura, che eÁ proprietaÁ del Comu-
ne di Napoli, dal momento della
sua scoperta, e fino alla fine del
2009, ha fatto bella mostra di se Fig. 2. Napoli, Rione Nicola Miraglia. Ingresso.
nel cortile interno dello stabile , 15

restando per lungo tempo esposto all'incuria ed all'azione degli agenti atmosferici
e non solo 16, responsabili di effetti assai rovinosi sul suo stato di conservazione, in
primis il dilavamento della superficie marmorea. GiaÁ Paolino Mingazzini, al mo-
mento della scoperta, suggerõÁ acutamente che la statua sarebbe stata trascinata in
antico dal torrente San Lorenzo fino al luogo del suo ritrovamento, un contesto
assolutamente privo di strutture murarie o altre evidenze relative (eccetto due
tombe ``a cappuccina'' 17 ed un capitello corinzio marmoreo di 40cm x 50cm, que-
st'ultimo non in giacitura primaria). Tale intuizione veniva confermata piuÁ tardi da
Werner Johannowsky, che per essa ipotizzava, inoltre, una relazione con un monu-

12
Amalfitano 1990, p. 45.
13
Nicola Miraglia (Lauria [Potenza] 1835 - Napoli 1926), giaÁ Direttore Generale del Ministero
dell'Agricoltura e dal 1898 del Banco di Napoli (per la cui sana amministrazione ebbe il titolo di conte
dal re Vittorio Emanuele III e la cittadinanza onoraria), ricoprõÁ la carica di Presidente dell'Istituto
Case Popolari (I.A.C.P.) dal 1908 fino all'anno della sua morte.
14
Sul complesso, costruito tra il 1928 ed il 1930, da ultimi: Stenti 1993, p. 77; D. Rije in
Belfiore-Gravagnuolo 1994, p. 172, n. 51 (erroneamente la costruzione eÁ riferita al periodo 1931-
1939).
15
Come riferisce Paolino Mingazzini (1931, 346), la scultura ``fu rilasciata all'Istituto [scil.
I.A.C.P.], perche ne adornasse il giardino che saraÁ costituito nel nuovo rione, ad abbellimento di un
quartiere che sinora, a dire il vero, non ha mai brillato per bellezze artistiche o naturali''.
16
A seguito del trasporto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, eÁ stato possibile accer-
tare che la scultura deve aver subito in anni recenti un evento fortemente traumatico che ha deter-
minato all'altezza della fascia addominale una pesante lesione ampia quanto l'intero spessore del torso
marmoreo, successivamente risarcita in modo approssimativo con del cemento.
17
Le due sepolture potrebbero essere relative ad una propaggine di alcuni nuclei cimiteriali di
etaÁ romana individuati nelle vicinanze. Johannowsky 1952, pp. 105-106.
872 armando cristilli

Fig. 3. Napoli, Rione Nicola Miraglia. Veduta Sud.

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nuta la spada poggiata alla spalla relativa, a cui aderisce ancora la superstite parte
superiore. La testa, infine, era impostata a guardare dritta davanti a se 20.

18
Johannowsky 1952, pp. 113 e 146.
19
L'altezza conservata eÁ di 152 cm (da sopra il giugulo fino a poco sopra il ginocchio destro).
20
La statua, oltre ad essere priva della testa (fin sopra la fossetta giugulare), eÁ mancante del
braccio destro dal gomito con parte della spada, del braccio sinistro (lavorato a parte) da metaÁ del
bicipite, del lembo inferiore del mantello, di tutta la parte esterna sinistra della lorica a partire dal
fianco relativo, della gamba destra da sopra il ginocchio e della gamba sinistra dall'orlo della tunica.
Resti di un puntello si conservano sulla coscia destra, mentre un foro quadrangolare per l'alloggia-
mento di un tassello eÁ visibile nel deltoide sinistro. Due fratture sono sulla parte anteriore (una dal
fianco destro a quello sinistro ed una dal fianco destro a sotto il pettorale sinistro), mentre un'ampia e
profonda scheggiatura si registra tra il fiocco e la fettuccia del cingulum; si rilevano piccole scalfitture
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 877


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sparse, determinatesi probabilmente in fase di recupero. La mancante parte del lato sinistro e del
sottostante ventre eÁ stata integrata con cemento in tempi moderni. Il marmo eÁ identificabile come
lunense.
21
Sull'argomento, Ubl 2006.
22
Il Vermeule non registra quest'ultima decorazione e, pertanto, nel suo studio le pteryges
considerate sono solo quattro. Vermeule 1959-1960, p. 59, n o 212.
23
Mingazzini 1931, p. 346.
878 armando cristilli

Fig. 5. Torso loricato dal Rione Nicola Miraglia. Veduta frontale del tronco.

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  Matteo Cadario 25. E, nel caso specifico, le sue dimensioni quasi dop-
pie rispetto al vero non lasciano dubbi sul fatto che vi sia stato raffigurato, come si eÁ

24
Cadario 2004; Laube 2006; Cadario 2006; Lahusen 2010, p. 33.
25
Cadario 2004, p. 202; 2006, p. 477.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 435

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pia 28, quella colossale da Khamis-
sa 29 e quella con testa non perti-
nente di Alessandro di Villa
Abamelek a Roma 30), si concen-
trano essenzialmente tra l'etaÁ
adrianea e la media etaÁ antonina;
per il tipo di corazza adottato,
infine, andrebbe compresa tra Fig. 6. Torso loricato dal Rione Nicola Miraglia. Veduta
gli esemplari della variante con frontale delle cosce.
una sola fila di pterigi del tipo
loricato ``classicista'', di piena etaÁ imperiale, secondo la ripartizione di Cadario 31.
Anche per cioÁ che concerne l'apparato decorativo della corazza, poi, l'associazione
della coppia di grifi affrontati (un chiaro riferimento di natura apollinea al princeps in
stretta connessione con l'ormai accreditata tradizione di Marte Ultore, da un lato, e
con la rappresentazione del concetto di Aeternitas, dall'altro) con l'aquila araldica
(immagine di Giove e della potestas di Roma) 32 si ripete in modo puntuale in una

26
Vermeule 1959-1960, pp. 57-64; 1964, p. 106; 1974, pp. 17-19.
27
Stemmer 1978, pp. 47-55 e 129-130. Questo schema si caratterizza per il paludamentum,
appuntato sulla spalla destra, che, dopo aver creato un arco sul petto, ricade quasi completamente
dietro la schiena.
28
Olimpia, Esedra di Erode Attico, inv. s.n.; h 210cm; marmo bianco; etaÁ antonina. Da ultimi
Bol 1984, pp. 46-49; Cadario 2004, pp. 384-386.
29
Guelma, Museo, inv. s.n.; h 219cm; marmo bianco; etaÁ antonina. Da ultimi Kreikenbom
1992, p. 5, nota 24; Fittschen 1999, p. 25, B29, tav. IV n o35 (con bibliografia completa).
30
Roma, Villa Abamelek, s.n; h 260cm; marmo bianco; etaÁ adrianea; probabilmente da Roma.
Stemmer 1978, pp. 50-51, IV 9, tav. 31,1.
31
Cadario 2004, p. 14.
32
Sull'argomento, Stemmer 1978, pp. 153 e 161; Delplace 1980; Zanker 1987, p. 213;
87: armando cristilli

Fig. 7. Torso loricato dal Rione Nicola Miraglia. Particolare.

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di Villa Borghese 34, in quella in porfido del Banco di Roma a Bologna 35 (fig. 13) o,
ancora, nel giaÁ detto esemplare di Villa Abamelek, per quanto in quest'ultimo il
volatile guardi a destra (cosõÁ come anche nella statua bolognese) e tra le zampe
manchi il fulmen.
La statua di Fuorigrotta (figg. 4-10), cosõÁ come l'altra corazzata proveniente dal
centro della cittaÁ di Napoli e ad essa quasi contemporanea 36 (fig. 14), pur non

Cresci Marrone 1993, p. 212; Cadario 2004, pp. 391 e 400; 2006, p. 477. Per Matteo Cadario la
presenza della coppia di grifi affrontati sulle corazze del II sec. d.C. potrebbe essere considerata come
la scia di un omaggio tributato dalla prima etaÁ antonina alla tradizione traianea. Cadario 2004, pp.
391 e 400.
33
Napoli, Museo Archeologico Nazionale; inv. 6039; h 234cm (con il plinto); marmo bianco
asiatico; provenienza ignota; etaÁ severiana. Coraggio 2009.
34
Vermeule 1959-1960, pp. 65-66, n o 269.
35
Bologna, Banco di Roma; h 134cm; porfido rosso; etaÁ severiana; acquisto Christie's (Palazzo
Lancellotti, 30/10/1975-lotto 177). Vermeule 1978, pp. 117-118, n o 325b; S. Pergola in De Nuccio-
Ungaro 2002, pp. 331-332, n o 30.
36
Napoli, Museo Nazionale di San Martino, Magazzino - c.d. ``Sotterraneo Gotico''; inv.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 87?

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cola Miraglia. Veduta frontale. Par-
ticolare.

Fig. 9. Torso loricato dal Rione Ni-


cola Miraglia. Veduta posteriore del
tronco.

Fig. 10. Torso loricato dal Rione Ni-


cola Miraglia. Veduta posteriore del
tronco.
87@ armando cristilli

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   Panzerunterkleid4 Ma, se
una maggiore attenzione si rileva nel
suo decorativismo, che si scopre come
il reale punto di forza della composi-
zione, viceversa, nell'impianto com-
Fig. 11. Napoli, Museo Archeologico Nazionale,
inv. 6039. Veduta frontale.
plessivo la scultura trasmette una
certa fissitaÁ ed un senso di pesante
staticitaÁ, senza che si rilevi un moto,
seppur lieve, capace di animarla in modo veramente efficace dall'interno: le spalle
sono poste quasi sullo stesso piano; i Lederstreifen verticali non sottolineano in
maniera appropriata la ponderazione del corpo, dal momento che non si adeguano
integralmente ad essa; il braccio destro aderisce al fianco in un gesto freddo, finan-
che troppo meccanico. Sicuramente il pessimo stato di conservazione, come giaÁ
detto sopra, non ci permette di dare un giudizio pienamente esaustivo sul reperto,
come eÁ altrettanto vero che, in una certa misura, questo ne falsa la piena valutazione.

dep.; marmo lunense; h 107 cm; prima metaÁ del II sec. d.C. Da ultimo Cristilli 2006, pp. 183-185,
figg. 11-13 (bibliografia completa).
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 439

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Fig. 12. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv.
1  Mingazzini ad una 6039. Particolare.
generica seconda metaÁ del II
sec. d.C. 37, proposta successi-
vamente rivista dallo Johannowsky, che, invece, lo ha collocato tra la fine del
II e gli inizi del III sec. d.C. 38, mentre il Vermeule ne ha alzato la cronologia,
inserendolo tra gli esemplari del 130-150 d.C., come eÁ stato ribadito anche in
tempi relativamente recenti 39. Non credo sia da mettere in discussione la consi-
derazione della media etaÁ imperiale come orizzonte cronologico della nostra
statua: del resto, sia il trattamento delle superfici sia l'uso abile del trapano
concorrono per una datazione in questo senso, a dispetto degli ampi termini
cronologici a cui rimanderebbero, invece, certi particolari della corazza, dalla
fila singola di pteryges decorate allo schema grifoni/aquila del Brustschmuck. A
questo riguardo potrebbe essere presa in considerazione soprattutto la resa ``a
spina di pesce'' delle frangette delle strisce di cuoio (fig. 7), che trova precise
corrispondenze nelle stesse decorazioni di diverse statue loricate comprese tra
l'etaÁ di Adriano ed il principato degli Antonini, come quella splendidamente con-

37
Mingazzini 1931, p. 347.
38
Johannowsky 1952, p. 113; 1985, p. 337.
39
Vermeule 1959-1960; Amalfitano 1990, p. 45.
88= armando cristilli

Fig. 13. Bologna, Banca Nazionale del Lavoro. Fig. 14. Napoli, Museo Nazionale di S. Martino.
inv. dep.

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 1   &'6  80. Ma, eÁ altrettanto vero che proprio gli
aspetti tecnico-stilistici rilevati sopra, in particolare il tipo di rendimento delle
pieghe ed il rilievo delle figure degli animali della corazza, piuÁ che per la fine del
II sec. d.C. dello Johannowsky, fanno propendere per la datazione anteriore
come quella suggerita dal Vermeule. E una tale proposta puoÁ essere confermata
in maggior misura esaminando ulteriori prove, fornite da alcuni elementi che
appaiono distintivi del nostro torso. In effetti, per tutta l'etaÁ adrianea le statue
loricate, a prescindere dallo schema utilizzato, si caratterizzano per una forte
rigiditaÁ delle figure e per una decorazione tanto esasperata da nascondere le
forme naturali dei corpi fino a far perdere funzionalitaÁ alle corazze in favore di
un piuÁ ampio sviluppo ornamentale, privandole, come accade, del cingulum e

40
Knosso, Villa Evans (giardini); inv. s.n.; marmo bianco; h 250cm; etaÁ adrianea. Stemmer
1978, p. 47.
41
Brindisi, Museo Provinciale; inv. 850; marmo bianco microcristallino; h 154cm; etaÁ pro-
toantonina. Stemmer 1978, p. 40.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 441

Fig. 15. Knosso, Villa Evans, Fig. 16. Roma, Museo Chiara- Fig. 17. Dresda, Albertinum,
inv. s.n. monti, inv. V3. inv. H 383.

 '  .  pteryges  ./  . ,A   #
 11 %  dall'AgoraÁ di Atene 42, da Gortyna 43, dal foro
di Ammedara 44, ai quali si puoÁ collegare anche la statua giaÁ citata di Knosso (fig.
15). Al contrario, a partire dall'etaÁ antonina si assiste ad un alleggerimento delle
proporzioni ed alla ripresa della piuÁ semplice lorica ellenistica, con una drastica
riduzione dell'ornato (di solito limitata alla coppia di grifi ed al gorgoneion), con
il ritorno del cingolo e con la fibula appuntata allo Schulterbausch, per quanto
resti ancora scarsa l'attenzione al dettaglio naturalistico, come stanno ad indi-
care le pterigi quasi semicircolari molto brevi e divaricate (disposte in una sola
fila) ed i Lederstreifen non molto lunghi divisi unicamente con il trapano 45: l'immagine
di Antonino Pio del Museo Chiaramonti 46 cosõÁ come anche quella di Dresda 47
possono costituire a riguardo una dimostrazione assai significativa e paradigmatica

42
Atene, AgoraÁ; inv. S166; marmo pentelico; h 152cm; etaÁ adrianea. Stemmer 1978, pp. 47-48.
43
Iraklion, Museum; inv. 5; marmo pentelico (?); h 224cm; etaÁ adrianea. Stemmer 1978, pp.
37-38.
44
Tunisi, Museo del Bardo; inv. s.n.; marmo bianco; piuÁ grande del vero; etaÁ adrianea.
Stemmer 1978, p. 38.
45
Stemmer 1978, pp. 129-130; Cadario 2004, pp. 391-401.
46
Roma, Museo Chiaramonti, inv. V3; marmo bianco; h 250 cm; etaÁ antonina. Chiaramonti
1995, n o 682, tavv. 530-533.
47
Dresda, Albertinum, inv. H383; marmo bianco; h. 216,5 cm; giaÁ coll. Albani; 140 d.C.
circa. Knoll-Protzmann 1933, pp. 56-57, n o 31 (I. RaumschuÈssel).
882 armando cristilli

Fig. 18. Pianta Carafa di Noja. Fol. 16.

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1    Marco Aurelio, sarebbe piuÁ opportuno un riferimento del torso
a cavallo della metaÁ del II sec. d.C., facendo cosõÁ derivare, a questo punto, la
possibilitaÁ concreta che, piuÁ che ad una statua-ritratto dell'ultimo Adriano, ci tro-

48
Stemmer 1978, pp. 129-130; Cadario 2004, pp. 391-401.
49
Sulla produzione plastica a Napoli in etaÁ antonina, Cristilli 2003, pp. 26-29; 2008, pp.
165-167.
riconsiderazioni cronologiche e topografiche su una statua loricata 443

/  1  &'  Antonino Pio (138-161 d.C.) o, appunto, dei suoi
successori Marco Aurelio (161-181 d.C.) e Lucio Vero (161-169 d.C.).
Va da se che quanto proposto da Werner Johannowsky circa la cronologia del
torso, a suo giudizio da mettere in relazione con i restauri del 201 d.C. del secondo
troncone della Via Puteolis-Neapolim 50, appare ormai improponibile 51. Al contrario,
resta pienamente convincente la sua ipotesi della pertinenza della scultura ad un
monumento onorario posto effettivamente lungo una delle piuÁ importanti strade di
collegamento della Napoli romana 52, in virtuÁ del soggetto rappresentato, forse un
arco andato completamente distrutto dalle progressive e radicali trasformazioni
urbanistiche di questo sobborgo oppure un'altra forma di ricordo monumentale
magari meno pretenzioso, che, in ogni caso, peroÁ, non va assolutamente messo in
relazione con le vicende costruttive della Via Puteolis-Neapolim finora note. Certo,
le radicali trasformazioni della zona di Fuorigrotta hanno completamente stravolto
il paesaggio precedente, il cui aspetto originario, se ottant'anni or sono poteva
ancora essere presente nei ricordi dei contemporanei, oggi ai piuÁ risulta difficoltoso
da ricostruire, soprattutto per quanto concerne la presenza ed il percorso del tor-
rente San Lorenzo, a cui si eÁ fatto cenno piuÁ sopra. In effetti, proprio l'alveo di
questo corso d'acqua, che anticamente scendeva dalla zona della Cinthia verso S-SE
in direzione del litorale di Bagnoli (fig. 1), una volta in secca, si eÁ andato con il
tempo trasformando in un sinuoso cammino stradale, presumibilmente a carattere
campestre, fino a prendere nel suo tratto mediano, per l'appunto, il nome di ``Strada
Comunale San Lorenzo'' (compresa tra l'ormai scomparsa Strada Comunale Pilastri
ad Agnano e l'attuale Via Giacomo Leopardi 53), mentre la porzione meridionale saraÁ
utilizzata nel `900 come canale di bonifica per tutta la piana di Fuorigrotta e
parzialmente per la zona di Bagnoli 54. Una parte di questa strada ricadeva effetti-
vamente nello spazio destinato alla costruzione del ``Rione Nicola Miraglia'', per cui
venne fortunatamente indagato. Dunque, quella che oggi si mostra come un'ano-
malia nel luogo del rinvenimento trova, a questo punto, una maggiore precisazione
grazie all'antica presenza del fiumiciattolo, soprattutto perche in etaÁ romana il
borgo suburbano di Fuorigrotta si veniva a trovare in linea d'aria a circa 400m a
NO del complesso residenziale, ossia tra il IV ed il V miglio della Via Puteolis-
Neapolim per colles, secondo la numerazione dei rifacimenti del 102 d.C. 55: quindi,
un'ubicazione troppo distante e, soprattutto, non giustificabile per l'assenza di altre
evidenze relative. Se, peroÁ, consideriamo la ricostruzione dell'antico corso del San
Lorenzo ed il tragitto fatto dal torso loricato fino al luogo del suo rinvenimento, la
struttura commemorativa corrispondente viene ad essere collocata a poca distanza
dal V miglio della Via Puteolis-Neapolim per colles, proprio nel tratto della strada che

50
Johannowsky 1952; Arthur 2002, pp. 83-85.
51
La stessa considerazione in Amalfitano 1990, p. 23.
52
Johannowsky 1952, pp. 113 e 146.
53
GiaÁ facilmente distinguibile come asse viario nella pianta Carafa di Noja (seconda metaÁ del
XVIII sec.), la strada saraÁ soppressa con il Piano Regolatore Generale del 1939 (figg. 1 e 18). Della
Gatta 1995, pp. 63-73; Alisio 1999, p. 318.
54
Della Gatta 1995, pp. 63-73.
55
A tal riguardo, Johannowsky 1952, pp. 138-139 e 141; 1985, pp. 336-337; Amalfitano
1990, p. 23.
888 armando cristilli

 / ')    !`Rione Nicola Miraglia'', vale a dire in corrispon-
denza dell'attuale incrocio tra Via Giacomo Leopardi e Via Cinthia, dove sappiamo,
tra l'altro, che si innestava anche un diverticolo comunicante con la zona di Pianura
e passante per Soccavo. Nello stesso punto, inoltre, giaÁ nella pianta Carafa di Noja
(fol. 16) eÁ annotata anche la presenza di un ponte 56, il c.d. ``Ponte di Pianura'' (o
``Ponte di Terracina'', come verraÁ indicato in seguito 57), che, a conti fatti, doveva
probabilmente consentire il superamento proprio dell'alveo del torrente San Lo-
renzo e che potrebbe addirittura aver ricalcato un piuÁ antico viadotto, di cui,
tuttavia, non sembra essere rimasta traccia, e il cui accesso potrebbe essere stato
marcato da una statua dell'imperatore regnante su base iscritta (figg. 18) 58. Come
anche non eÁ da escludere, qualora il monumento in questione sia stato una struttura
con una certa articolazione, e pur sempre come congettura da valutare, che il
capitello registrato dal Mingazzini tra i rinvenimenti dello scavo dell'area del
``Rione Nicola Miraglia'' possa essere stato relativo proprio alla sua decorazione
insieme al torso loricato. Certo, eÁ chiaro che eÁ molto difficile stabilire l'occasione
alla base di questa onorificenza in presenza di dati cosõÁ esigui come quelli in nostro
possesso. Volendosi fondare esclusivamente sulla datazione della scultura e sulla sua
primitiva collocazione ora ricostruita, la creazione del relativo monumento onorario
potrebbe essere messa in relazione, per esempio, con l'elevazione della cittaÁ di
Neapolis al rango coloniale da parte dell'imperatore Marco Aurelio 59, una questione
che, comunque, resta ancora tutta da chiarire e da confermare. Tuttavia, nell'even-
tualitaÁ di una reale connessione tra i due eventi, laddove fosse provata senza dubbio
la creazione della Colonia Augusta Aurelia Antoniniana Felix Neapolis, l'ubicazione
di un tale intervento commemorativo in un punto quanto mai strategico di accesso
alla cittaÁ troverebbe un'agevole spiegazione, come spontanea manifestazione di
ringraziamento e di adesione alla politica imperiale dell'intera comunitaÁ cittadina
o, piuÁ semplicemente, come esclusivo atto di benemerenza tributato dal pagus di
Fuorigrotta al principe.

Nota presentata dal socio corrispondente Antonio De Simone


nella tornata del 1 dicembre 2010

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56
Il ponte era situato all'incrocio tra la Strada delle Pigne (attualmente Via Giacomo Leopardi)
e Via Terracina, poco prima dell'inserzione della ``Strada'' di collegamento con la zona della Cinthia
verso N.
57
Johannowsky 1952, p. 124.
58
Johannowsky 1952, p. 125.
59
Da ultimo Arthur 2002, p. 9.
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Riferimenti Fotografici:

Le figg. 2-12 sono dell'autore


Fig. 1 - Belfiore-Gravagnuolo 1994 (rielaborazione)
Fig. 13 - De Nuccio-Ungaro 2002
Fig. 14 - Cristilli 2006
Fig. 15 - Stemmer 1978
Fig. 16 - Chiaramonti 1995
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Fig. 18 - Pianta Carafa di Noja.
A 130,00
ISSN 2035-7729

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