SOMMARIO
SAGGI E STUDI
Marta Variali, «Tanto più saranno vinti dall’heroe soprastante». Padre Resta e il
desiderio di uniformità alla volta di Pietro da Cortona nel ciclo della navata di
Santa Maria in Vallicella .................................................................................... 189
Alessandro Mazza, Il Giardino Orsini, poi Villa Conti alle Terme Eleniane: una
singolare contaminazione fra antico e barocco........................................................ 209
Renata Sabene, Mercato degli ovini e dei prodotti secondari dell’allevamento nel
sistema vincolistico romano del ’700 ..................................................................... 269
Ronald T. Ridley, No more Water on the Ropes! A Legend in the moving of the Vatican
Obelisk ............................................................................................................... 293
Massimiliano Ghilardi, La fabbrica dei martiri nella Roma di fine Settecento ......... 307
Domenico Rocciolo, Ennio Francia, prete romano e critico d’arte .......................... 403
4 Sommario
NOTE E INTERVENTI
RECENSIONI
1
Archivio di Stato di Roma (in seguito, ASR), Camerale II, Antichità e Belle Arti (in
seguito, AABBAA), b. 7, fasc. 207, promemoria del 13 giugno 1804. Ibidem, b. 6, fasc. 192.
2
ASR, Camerale II, AABBAA, b. 7, fasc. 207. Trascritta in M. Jonsson, La cura dei
monumenti alle origini. Restauro e scavo di monumenti antichi a Roma 1800-1830, Acta In-
stituti Romani Regni Sueciae, 14 (1986), p. 29, n. 41. Per la costruzione dello sperone dello
Stern, pp. 28-38.
3
R. Rea, Le fasi dello sterro tra ’800 e ’900: l’evolversi della conoscenza tra comprensione
e obliterazione delle strutture, in «Römische Mitteilungen», 105 (1998), p. 75.
344 Gianluca Schingo
Fig. 1 - P
. Parboni, Veduta dell’interno dell’Anfiteatro Flavio detto il Colosseo e dei scavi che vi
furono fatti nel 1813: sullo sfondo è visibile lo sperone dello Stern, a destra la situa-
zione delle arcate precedenti al restauro di Gaspare Salvi
4
M. Jonsson, cit. a nota 2, pp. 78, 90 e seguenti.
5
Archivio dell’Accademia di San Luca (in seguito, AASL), vol. 169, nn. 78, 80, 95,
114, 119.
6
M. Jonsson, cit. a nota 2, p. 91, n. 149.
Anfiteatro Flavio: restauri, demolizioni e ricostruzioni 345
Fig. 2 - L’arena ricoperta dopo gli scavi napoleonici: Coliseum. Interior from above, da G.
Wightwick, Twenty select views of the Roman antiquities, from original drawings made
on the spot: with descriptive letter-press, London 1827
delle strutture murarie ipogee, che sin dalle prime relazioni di sterro furono
descritte in un pessimo stato di conservazione, vennero drasticamente risolti
con il rerinterro dell’arena, che avvenne nell’autunno 18147 (fig. 2).
Con il ritorno del papa a Roma, gli architetti Giuseppe Valadier e Giu-
seppe Camporesi firmarono nell’agosto 1815 una relazione sulle condizioni
del Colosseo e sulle necessarie riparazioni da farsi; le opere più urgenti si
concentravano nella parte meridionale, che minacciava crolli imminenti.
Le proposte di restauro, che riguardavano i fornici I, XVI-XVIII, furono in
seguito ampliate dall’Accademia di san Luca fino a comprendere altre sei
arcate8. Gli interventi erano insufficientemente finanziati e sfruttavano per
7
G. Schingo, Luigi Maria Valadier e gli altri: scoperta e rappresentazione degli ipogei tra
’700 e ’800, in «Römische Mitteilungen», 105 (1998), pp. 82, 105.
8
M. Jonsson, cit. a nota 2, p. 119. La relazione era stata presentata l’anno precedente
all’amministrazione provvisoria napoletana.
346 Gianluca Schingo
Fig. 3 - Vista del lato meridionale prima dei restauri di Salvi, da M. Dubourg, Views of the
remains of ancient buildings in Rome, and its vicinity. With a descriptive and historical
account of each subject by M. Dubourg, London 1820
quanto più possibile il materiale antico ricavato dagli sterri all’interno del
monumento; il lavoro prevedeva rivestimenti di pilastri, consolidamento
di muri e volte con inzeppature di malta e mattoni e, in casi più gravi, con
apprestamenti in ferro.
La situazione statica del Colosseo continuava a destare preoccupazioni:
in questo contesto fu progettato un nuovo contrafforte sul lato occidentale,
edificato da Valadier a partire dal 1822 e completato nel 18269.
9
In ASR, Camerlengato, parte I, titolo 37, fasc. 20 (Rapporto di Valadier del 15 luglio
1822) si conserva traccia delle discussioni che precedettero la decisione di avviare i lavori.
Il restauro è stato descritto dallo stesso architetto in: G. Valadier, Opere di architettura e di
ornamento, ideate e dirette da Giuseppe Valadier, Roma 1833; L. Canina - G. Valadier, Sup-
plemento all’opera sugli edifizi antichi di Roma dell’architetto A. Desgodetz, procurate in parte
dal cav. Giuseppe Valadier, compite e dichiarate dal cav. Luigi Canina, Roma 1843. Si veda
anche C. Mocchegiani Carpano - R. Luciani, I restauri dell’Anfiteatro Flavio, in «Rivista
Anfiteatro Flavio: restauri, demolizioni e ricostruzioni 347
dell’Istituto d’Archeologia e Storia dell’Arte», 4 (1981), pp. 58, 60. M. Jonsson, cit. a nota
2, pp. 119-130.
10
ASR, Camerlengato, parte II, titolo IV, b. 257, fasc. 2790; G. Schingo, Tutela e riuso
dell’antico: interventi idraulici ottocenteschi nella valle del Colosseo, in «Bollettino di Archeolo-
gia», 23-24 (1993), pp. 73-74.
11
ASR, Camerlengato, parte I, titolo IV, b. 259, fasc. s. n.
12
S. Bouquillon - C. Tricarico, Roma: il Colosseo. I restauri di Gaspare Salvi nel settore
meridionale, in «Ricerche di storia dell’arte», 35 (1988), pp. 64-68: le autrici ipotizzano che
il restauro sia stato cominciato prima del 1836 da Valadier, e quindi proseguito da Salvi. Per
il restauro Salvi e più in generale per una sintesi dei grandi interventi del periodo 1800-1860,
si veda S. Tiberti, I restauri dell’Anfiteatro Flavio, tesi di laurea in Conservazione e Restauro
- Facoltà di Architettura, Politecnico di Milano, a. a. 2004-2005.
13
M. Campisi, L’impiego del laterizio nelle ricostruzioni ottocentesche del Colosseo, in Co-
noscenze e sviluppi teorici per la conservazione di sistemi costruttivi tradizionali in muratura, a
cura di G. Biscontin e R. Angeletti, Atti del convegno di studi, Bressanone, 23-26 giugno
1987, Padova 1987, pp. 377-390.
14
C. Mocchegiani Carpano - R. Luciani, cit. a nota 9, p. 60. Gli interventi sono
documentati negli esercizi dal 1838 al 1846: ASR, Computisteria Generale della Reveren-
348 Gianluca Schingo
Fig. 4 - I restauri Canina: Ambulacro del terzo piano dell’Anfiteatro Flavio, da P. Cacchiatelli -
G. Cleter Gregorio, Le scienze e le arti sotto il pontificato di Pio IX, Roma 1860
Fig. 5 - I restauri Canina: Ambulacro del quarto piano dell’Anfiteatro Flavio, da P. Cacchiatel-
li - G. Cleter Gregorio, Le scienze e le arti sotto il pontificato di Pio IX, Roma 1860
16
M. Lanni - P. Trovalusci, cit. a nota 14, pp. 57-75; F. Gori, Le memorie storiche i
giuochi e gli scavi dell’Anfiteatro Flavio ed i pretesi martiri cristiani del Colosseo, Roma 1875, p.
112; P. Colagrossi, L’Anfiteatro Flavio nei suoi venti secoli di storia, Firenze-Roma 1913, p.
228; C. Mocchegiani Carpano - R. Luciani, cit. a nota 9, p. 61 e seguenti.
17
ASR, Ministero Lavori Pubblici (in seguito, MLLPP), b. 348, fasc. 21, 12 maggio
1851: relazione di Luigi Canina.
18
ASR, MLLPP, b. 348, fasc. 21, 30 gennaio 1855.
350 Gianluca Schingo
19
ASR, MLLPP, b. 351, fasc. 53: i lavori furono appaltati ai fratelli Desideri.
20
ASR, MLLPP, b. 348, fasc. 21, 20 ottobre 1857: relazione di Domenico Celsi, custo-
de del Colosseo.
21
ASR, MLLPP, b. 351, fasc. 53, 22 dicembre 1857; ibidem, b. 351-53, 24 agosto
1858.
22
ASR, MLLPP, b. 351, fasc. 53, 13 aprile 1859.
23
ASR, MLLPP, b. 351, fasc. 21, 2 dicembre 1859.
24
ASR, MLLPP, b. 347, fasc. 49 (1855); ibidem, b. 349, fasc. 40 (1857); ibidem, b.
350, fasc. 39 (1858).
25
ASR, MLLPP, b. 354, fasc.10, 31 ottobre 1861.
26
ASR, MLLPP, b. 347, fasc. 54, «Lavori eseguiti per innalzare il passo dell’imperatore
Commodo al Colosseo», 1854-5.
27
ASR, MLLPP, b. 355, fasc. 35, 8 ottobre 1861. Ancora nel 1865 l’architetto ispet-
Anfiteatro Flavio: restauri, demolizioni e ricostruzioni 351
tore F. Fontana, descrivendo lo spurgo delle fogne del I ordine, progettava una direttrice di
deflusso verso il Celio. Come emerge anche da scritti del segretario della commissione, L.
Grifi, lo stato di conservazione dei canali di spurgo del I ordine era mediocre e la quantità
dell’interro era disomogenea: ASR, MLLPP, b. 360, fasc. 35, 2 ottobre 1865; ibidem, b. 360,
fasc. 35, 31 luglio 1866. Sul problema del prosciugamento dell’arena tramite lavori fognari
esiste una relazione, anonima e senza data, ma riconducibile al 1866 (ibidem, b. 360, fasc.
35), cui era originariamente allegata una pianta non conservata nella pratica, nella quale i
percorsi delle fogne da scavare erano delineati in rosso. I lavori di spurgo furono eseguiti da-
gli appaltatori V. Dolci e F. Desideri, di cui sono conservate notifiche di pagamento in data
23 maggio 1867 (ibidem, b. 360, fasc. 18).
28
ASR, MLLPP, b. 355, fasc. 57.
29
ASR, MLLPP, b. 357, fasc. 35; ibidem, b. 357, fasc. 36, 1863.
30
ASR, MLLPP, b. 361, fasc. 21.
31
Archivio Centrale dello Stato (in seguito, ACS), Ministero Pubblica Istruzione (in
seguito, MPI), Direzione Generale Antichità e Belle Arti (in seguito, Dir. Gen. AABBAA), I
vers., b. 105, fasc. 141-1, 26 gennaio 1874. G. Schingo, cit. a nota 10, p. 75.
32
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, I vers., b. 105, fasc.141-7, 31 gennaio 1874.
33
F. Gori, cit. a nota 16. È da sottolineare l’attenzione di Gori per le fasi tardoantiche,
un approccio sicuramente all’avanguardia che lo portò a far approvare nella sezione arche-
352 Gianluca Schingo
Nel 1885 l’ulteriore caduta di alcuni tratti dei muri ipogei diede avvio al
progetto di un nuovo scavo dell’arena che, nelle intenzioni del proponente,
avrebbe dovuto eliminare l’umidità che minava la saldezza delle strutture36.
Nei tre anni successivi l’area sotterranea ebbe invece solamente una serie di
piccole riparazioni effettuate in economia da parte di una squadra di operai37.
Per arrestare il rapido disgregarsi delle strutture sostruttive si effettuò una
generale «spalmatura di cocciopesto»; ma la soluzione migliore, seppur dra-
stica, consisteva nel nuovo reinterro delle murature, «di continuo deperenti
e tra non molto ridotte a niente». In una dettagliata descrizione anonima
dello stato di fatto l’arena è detta «sfigurata»: la parte ancora interrata venne
quindi transennata a causa di alcuni smottamenti presso il lato sudorientale
del podio38.
Nell’anno 1895, sull’onda dell’allarme suscitato dal nuovo crollo di alcuni
muri sotterranei, l’ingegnere Domenico Marchetti dell’Ufficio Regionale per
la Conservazione dei Monumenti di Roma aveva elaborato un nuovo progetto
di scavo totale dell’arena, nuovamente visto come la soluzione obbligata per
l’eliminazione dell’umidità che comprometteva la stabilità delle strutture39. La
relazione Marchetti, trasmessa al Ministro dell’Istruzione Pubblica a corredo
del «Progetto di compimento dello scavo della Antica Arena dell’Anfiteatro
Flavio», ripercorreva in sintesi le vicende storiche dei sotterranei del Colosseo
e terminava con il progetto di ristabilimento del piano ligneo dell’arena. Il
17 agosto la proposta di copertura avanzata da Marchetti – un solaio in ferro
e legname da appoggiare sulle strutture antiche – fu ritenuta intempestiva e
prematura perché sicuramente da modificare dopo lo scavo dei restanti 1390
mc, essendo ancora ignote «le condizioni degli altri avanzi delle costruzioni
superstiti nella parte del bacino tuttora ingombro di terre»40. La necessità di
compiere i lavori in tempo per le celebrazioni del venticinquesimo anniversario
36
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, II vers., II serie, b. 389, fasc. 4354, 15 aprile 1885:
relazione Bongioannini.
37
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, II vers., II serie, b. 389, fasc. 4354, 29 novembre
1888: relazione Contigliozzi.
38
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, II vers., II serie, b. 389, fasc. 4354: relazione anoni-
ma [1890]. Ibidem, 16 novembre 1890: la recinzione era stata progettata in una lettera del
28 gennaio 1889.
39
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, II vers. II serie, b. 389, fasc. 4373, 29 luglio 1895.
In ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, II vers., II serie, b. 12 allegati, fasc. 591, è conservata la
pianta del progetto di completamento dello scavo dell’arena insieme con il progetto di sterro
datato 6 agosto 1895.
40
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, II vers., II serie, b. 389, fasc. 4373, 17 agosto 1895.
354 Gianluca Schingo
Fig. 7 - Folla di operai all’interno del Colosseo per un comizio di Mussolini, 29 aprile 1928,
Archivio Luce
Fig. 8 - Maria Barosso, strutture pericolanti puntellate durante gli sterri degli ipogei, luglio
1939, archivio disegni ex Soprintendenza per Beni Ambientali e Architettonici di
Roma, cartella 1 n. 50
Per quanto riguarda la tutela statica una relazione del 17 gennaio 1930
aveva descritto il precario stato di conservazione della volta cementizia anu-
lare esterna del II ordine, intaccata da gravi lesioni al nucleo cementizio che
provocavano un’abbondante caduta di materiali; di questa si propose il re-
stauro in mattoni con inzeppature di malta.
Una relazione dello stesso Badiali, in data 20 maggio 1932, testimoniava il
deperimento delle murature ipogee che emergevano dalla scarpata praticabile
che regolarizzava il terreno nella parte occidentale non ancora sterrata. La pro-
posta di sterro integrale era propedeutica alla ricostruzione del piano dell’arena,
da attuarsi mediante una soletta in cemento armato poggiante sulle sottostanti
murature antiche. Nella stessa relazione si citava la demolizione, iniziata duran-
te lo sterro, di alcune murature laterizie degli ipogei, rinvenute in pessime con-
dizioni e giudicate «relativamente recenti», che venne in seguito interrotta42.
L’intervento di co-
pertura era caldeggiato
dal Soprintendente ai
Monumenti del Lazio Al-
berto Terenzio, il quale, in
data 26 agosto 1932, così
si esprimeva: «La con-
statazione del continuo
deperimento delle mura-
ture degli ipogei […] ha
consigliato questa Soprin-
tendenza a considerare
l’opportunità di coprirli,
mantenendoli accessibili,
previo lo sterramento del-
la parte ancora ingombra
che, per il rigonfiamento e la spinta della terra, ha determinato già lo sfianca-
mento degli esigui muri costruiti per sostenere solamente un carico verticale»43.
L’elevato del monumento, nel frattempo, non cessava di deteriorarsi: il
25 gennaio 1934 si constatò l’avvenuto crollo di un considerevole tratto di
muro laterizio nel quadrante sudoccidentale44.
Seppur in ritardo, lo sterro dei sotterranei si avviava al suo completa-
mento; l’ingegnere Giuseppe Cozzo, che a partire dal 1938 ne avrà l’appal-
to su incarico della Soprintendenza, aveva già studiato la struttura ipogea
del Colosseo, pubblicando nel 1928 il primo tentativo di studio globale dei
43
Citato in R. Rea, L’area ipogea nella prima metà del XX secolo. Sterri, demolizioni, rico-
struzioni e restauri: l’aggravarsi del problema idraulico, in «Bollettino di Archeologia», 23-24
(1993), p. 89.
44
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, IV vers., II Divisione (1934-45), b. 149, fasc. s. n., «Colosseo».
Anfiteatro Flavio: restauri, demolizioni e ricostruzioni 357
Fig. 10 - Restauro dei fornici del I ordine, prospetto lungo l’asse maggiore dell’Anfiteatro,
archivio disegni ex Soprintendenza per Beni Ambientali e Architettonici di Roma,
cartella 1 n. 34
una maniera impressionante»48; Cozzo rase al suolo quanto rimasto, tra cui le
volte in corrispondenza dell’ingresso «perché in stato molto pericolante man-
canti di piedritti di sostegno». Dopo aver frantumato le murature rinvenute
in posizione di crollo, si procedette alla ricostruzione, meticolosamente docu-
mentata, dei criptoportici occidentali e delle due scale a quadruplice rampa di
collegamento con il piano terra, che in questo punto era rappresentato da una
soletta in cemento armato49. Le nuove strutture furono eseguite in cementizio
di tufo con cortina martellata di speciali mattoncini rossi. I pavimenti furono
risarciti in cemento; si usarono bipedali per la ricomposizione di volte e piat-
tabande. La stessa tecnica costruttiva venne impiegata per i restauri di alcu-
ne volte del I ordine, utilizzando mattoncini rettangolari, bipedali a superficie
scheggiata e cementizio a schegge di tufo (figg. 9-10).
I libretti manoscritti che documentano i lavori di sterro e restauro del
cantiere testimoniano la demolizione di 567 mc di muri pericolanti, a fronte
di 1059 mc di strutture rinvenute in posizione di crollo, per un totale di
1626 mc di murature perdute50.
Lo stesso Cozzo aveva contestualmente fatto ripristinare una porzione
della cavea, tuttora esistente (fig. 11). La ricostruzione delle volte, ignorando
l’esistenza del podio antico, costruito in blocchi di travertino e successiva-
mente spoliato, si fondava sul muro a nicchie del retropodio, offrendo un’im-
magine distorta della spazialità interna del monumento e contraddicendo la
reale scansione degli antichi loca senatoriali51.
L’errore nella definizione del margine fra arena e gradinate ebbe come
immediata conseguenza una profonda modifica al piano in travertino che
costituiva il pavimento della galleria posta alle spalle del podio, considerato
una semplice banchina a ridosso dell’area dei giochi. In questo quadro di
profonda incomprensione della struttura si distrussero i pochi resti del po-
dio, rimuovendo alcuni blocchi che lo componevano «per rettifica dell’antico
marciapiede». La canalizzazione che attraversava il pavimento del sottopodio
(originariamente una latrina) fu quindi piegata a una funzione di deflusso
48
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, IV vers., II Divisione, b. 149: il Soprintendente ai
Monumenti del Lazio Terenzio comunica al Ministro dell’Educazione Nazionale la dispo-
nibilità di 150.000 per il proseguimento dello sterro dell’arena, sottolineando la fatiscenza
delle strutture murarie ipogee già scoperte.
49
R. Rea, cit. a nota 43, p. 94.
50
I cosiddetti ‘libretti Cozzo’ sono in copia all’ASPAC: R. Rea, cit. a nota 43, pp. 88-
100, figg. 17, 19-30, 33.
51
G. Schingo, Spazio antico e immagine moderna dell’arena del Colosseo, in «Bullettino
della Commissione Archeologica Comunale di Roma», C (1999), pp. 126-127.
Anfiteatro Flavio: restauri, demolizioni e ricostruzioni 359
Fig. 11 - Progetto del tratto ricostruito della cava, da G. Cozzo, il Colosseo. L’Anfiteatro Flavio
nella tecnica edilizia, nella storia delle strutture, nel concetto esecutivo dei lavori, 1971
52
C. Piraino, Anfiteatro Flavio. Recenti indagini archeologiche lungo il piano del podio e
nelle concamerazioni ipogee, in «Bollettino di Archeologia», 14 (1996), pp. 143-155.
360 Gianluca Schingo
Gianluca Schingo
53
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, IV vers., II Divisione (1934-45), b. 149, fasc. s. n.,
«Colosseo», 30 ottobre 1941.
54
ACS, MPI, Dir. Gen. AABBAA, IV vers., II Divisione (1934-45), b. 149, fasc. s. n.,
«Colosseo», 1 marzo e 6 novembre 1942.