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La “Scarpa della Badia” e il campanile

A destra dell’ingresso principale della chiesa dell’Abbazia della SS. Trinità si trovano i resti della torre
campanaria, messi in luce durante gli scavi eseguiti nel 1999.
La struttura si conserva nella sua porzione basamentale ed è costituita da una massiccia muratura quadran-
golare realizzata con i tipici conci squadrati di calcare evaporitico vacuolare che vennero impiegati per la
costruzione di tutte le strutture di età normanna. Al centro dell’ambiente, alla base dell’originaria torre cam-
panaria, si trovano i resti di un’ampia vasca per la raccolta dell’acqua piovana che poteva serbare almeno
8,5 m³ di acqua e che si caratterizza per l’uso di intonaco idraulico e per la presenza di angoli arrotondati,
necessari a facilitare le periodiche attività di manutenzione.
Lo studio stratigrafico delle murature ben evidenzia la posteriorità di questo corpo di fabbrica rispetto alle
murature perimetrali della chiesa permettendoci di capire che, probabilmente, le strutture poste in facciata
furono le ultime ad essere innalzate. fig. 1 Particolare della rappresentazione del campani-
le nel vol. 85 dell’archivio del Pontificio Collegio Gre-
La torre subì alcuni danni con il sisma del 1638 e nella planimetria della chiesa conservata nel vol. 85 co di Roma.
dell’archivio del Pontificio Collegio Greco di Roma e datata 8 giugno 1638 – a poco più di due mesi dal
terremoto – è riportato: da ripararsi con legname et tetti ruinati (fig. 1). Più precisa è l’allegata relazione
fatta dell’allora Vicario Generale, padre F. Del Giudice: “A mano sinistra vi è il campanile il quale ha pati-
to alla fabrica coverta di tetti et nelle scaloni tutti ruvinati per riparo di questi ci vorrà da ducati 80 in cir-
ca et bisognasi farsi quanto prima.”
Nella planimetria rintracciata da G. Occhiato al vol. 83 dell’archivio del Pontificio Collegio Greco di Roma
l’ingresso al campanile è rappresentato incorniciato da due colonne, posizionate a mo’ di stipiti (fig. 2). Se-
condo lo stesso studioso fu dopo il terremoto del 1659 che le strutture di facciata, compreso il campanile,
furono rafforzate da possenti contrafforti di cui la c.d. Scarpa della Badia è l’unico testimone superstite. Si
tratta di un muraglione, alto oltre 12 m, che si presenta come una massiccia struttura quadrangolare, rastre-
mata verso l’alto e culminante con un piccolo spiovente. Con la sua possente stazza la Scarpa – oggetto di
restauro nel 2001 – domina tutto il sito dell’Abbazia della SS. Trinità ed è ormai considerato uno dei simbo-
li più iconici e identitari di Mileto.
Dopo il sisma del 1783, che causò la distruzione completa dell’Abbazia e l’abbandono dell’insediamento,
questa struttura muraria rimase l’elemento più evidente di tutto il paesaggio e per questo motivo fu più volte
documentato negli anni seguenti. Subito dopo il sisma è possibile intravederne i resti in una veduta (fig. 3)
di P. Schiantarelli, allegata all’Atlante dell’Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie e nel
Valdemone nell’anno 1783, dove è uno degli elementi meglio conservati in elevato (tutt’uno con il vicino
campanile) dei ruderi della chiesa abbaziale. Nel 1811, invece, compare quasi come un elemento solitario
tra le rovine dell’Abbazia nei disegni di F.L. Catel (fig. 4), pittore tedesco che visitò i ruderi di Mileto al
seguito di A.L. Millin, quando ancora non era stato distrutto l’altro contrafforte posto nella porzione setten-
trionale della facciata. Infine, la Scarpa appare in un ambiente pienamente ruralizzato in due disegni di fine
‘800 (fig. 5) edite da F.M. Crawford.

Bibliografia essenziale
F.M. Crawford, The rulers of the south. Sicily, Calabria, Malta, London, 1901.
A.M. D’Achille, A. Iacobini, G. Toscano, Il viaggio disegnato. Aubin-Louis Millin nell'Italia di Napoleone 1811-1813, Roma, fig. 2 Planimetria della chiesa abbaziale nel
2012.
1659. In rosso il campanile.
R. Fiorillo, P. Peduto, Saggi di scavo nella Mileto Vecchia in Calabria (1995 e 1999), in G. P. Brogiolo (a cura di), II Con-
gresso Nazionale di Archeologia Medievale, Firenze, 2000, pp. 223-233.
G. Occhiato, Cronologia, varianti e valori metrici della distrutta chiesa abbaziale della SS. Trinità di Mileto Vecchia, in Cala-
bria, in “Archivio Storico per la Calabria e la Lucania”, XL, 1978, pp. 39-67.
G. Occhiato, Addenda allo studio della SS. Trinità di Mileto (Calabria): la cupola e c.d. “Scarpa della Badia”, in “Archivio
Storico per la Calabria e la Lucania”, LV, 1990, pp. 79-93.
G. Occhiato, La Trinità di Mileto nel romanico italiano, Cosenza, 1994.
G. Occhiato, Osservazioni in merito ad alcuni problemi interpretativi concernenti le scomparse abbaziali di Mileto e di
Sant’Eufemia in Calabria ((XI sec.), in “Archivio Storico per la Calabria e la Lucania”, LXX, 2003, pp. 27-48.
M. Sarconi, Istoria de' fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone nell'anno 1783, Napoli, 1784.

A cura dell’Associazione Culturale “Mnemosyne”

fig. 4

fig. 3
fig. 5

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