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DISEGNARECON giugno 2009 | 1

ISSN 1828-5961
Orietta Lanzarini
È ricercatore in Storia dell’Architettu-
ra all’Università degli studi di Udine
dal 2005. Si è laureata in architettura
allo IUAV nel 1997 con una tesi sul
Codice cinquecentesco di disegni di
architettura appartenuto a Giovanni
Vincenzo Casale. Ha conseguito, nella
stessa facoltà, un dottorato in Storia
dell’Architettura e dell’Urbanistica con
una tesi pubblicata nel 2003 Carlo
Scarpa. L’architetto e le arti. Gli anni
della Biennale di Venezia 1948-1972,
Marsilio, Venezia. Ha curato pubblica-
zioni riguardanti l’opera scarpiana e
collaborato ad alcune esposizioni ad
essa dedicate.Tra le pubblicazioni re-
centi, il volume Teatri e luoghi per lo
spettacolo , Electa, Milano 2008 (con
A. Muffato).
Si è occupata lungamente di disegno
architettonico, sia moderno che con-
temporaneo.

Carlo Scarpa e il disegno.

Dagli anni di formazione alla Regia Accademia spazio, fine ultimo di qualsiasi sua azione pro- piere tale operazione è ugualmente indispensa-
di Belle Arti di Venezia (1919 - 26) al 1978, anno gettuale. Uno spazio che, disegnato o costruito, bile capire in che modo la produzione scarpiana
della sua morte [1] Carlo Scarpa produce i circa mantiene le medesime caratteristiche plastiche evolva in termini di ductus grafico, di supporti
ventimila disegni ora conservati nel Centro Carlo e compositive. utilizzati, di tecniche [6].
Scarpa presso l’Archivio di Stato di Treviso, ac- Studiare l’opera di Scarpa prescindendo dai di- Nel processo ideativo scarpiano ciascun disegno
quisiti dalla PARC-Ministero per i beni e le attivi- segni è impossibile. L’argomento è stato oggetto è autonomo e, allo stesso tempo, legato agli altri
tà culturali nel 2001. A questo corpus principale di alcuni studi [4], tuttavia gli aspetti sostanziali studi redatti per un determinato progetto. Questo
si sommano centinaia di altri documenti grafici, della scrittura grafica scarpiana rimangono in aspetto rende l’analisi dei disegni assai diffici-
proprietà di artigiani, collaboratori, committenti, buona parte da indagare. Nonostante un numero le, poiché è necessario verificarne il significato
istituzioni pubbliche e private. Si tratta di uno dei considerevole di disegni risulti pubblicato rara- sia singolarmente, sia in toto, non trascurando
più consistenti archivi di disegni di architettura mente la discussione su di essi è stata integrata alcuna relazione tra documenti grafici. Spesso
del Novecento, del quale non esiste né un inven- in modo esaustivo all’analisi dei soggetti archi- l’indagine deve essere estesa anche a progetti
tario, né un catalogo critico completo [2]. tettonici rappresentati. Se è corretto procedere coevi, poiché Scarpa sperimenta simultanea-
L’importanza del disegno come medium di inda- alla lettura dei disegni di Scarpa - che Man- mente le medesime idee in più lavori, declinan-
gine e d’espressione formale viene sottolineata fredo Tafuri definiva «tra i più autonomamente dole a seconda delle esigenze compositive. Nel
in varie occasioni da Scarpa: «voglio vedere le significativi nella storia dell’architettura con- caso di progetti complessi, come ad esempio la
cose, non mi fido che di questo. Voglio vedere, e temporanea italiana» [5] - rivelandone prima di tomba monumentale Brion a San Vito di Altivole
per questo disegno. Posso vedere un’immagine tutto il peculiare significato progettuale, appare (1969-1978), questa procedura assume aspetti
solo se la disegno» [3]. Ma che cosa vuole vedere obbligatorio in seconda battuta confrontarne le quasi incontrollabili, se non mediata da uno stu-
l’architetto? Attraverso il disegno egli vede lo caratteristiche con l’opera costruita. Per com- dio approfondito dell’intera opera scarpiana [7].
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LA PROSPETTIVA nale, ne dei collaboratori fissi. Durante gli anni quaranta, quando Scarpa
L’esercizio del disegno accompagna Scarpa fin Fin dagli esordi, Scarpa indaga le qualità plasti- inizia ad occuparsi con continuità anche della
dagli anni di studio all’Accademia. Grazie ad una che dello spazio architettonico servendosi del progettazione di edifici, la veduta prospettica o
evidente propensione per l’espressione grafica principale mezzo di traduzione sul piano della assonometrica rimane il sistema da lui preferito
delle forme egli viene ammesso con sei mesi terza dimensione: la prospettiva, utilizzata per per indagare i caratteri dello spazio interno e
di anticipo al corso del primo anno, anziché a verificare visivamente la resa degli spazi nel l’interazione tra architettura e contesto. Questi
quello preparatorio [8]. In una documentario RAI progetto. due aspetti sono evidenti, ad esempio, nelle pro-
del 1972, Scarpa dirà a proposito della sua for- Dal 1930 all’inizio degli anni quaranta egli si spettive di studio per l’allestimento della prima
mazione: «Io lavoro un po’ in modo tradizionale, occupa soprattutto dell’allestimento di interni di sede della galleria del Cavallino, commissio-
come ho imparato alla scuola. Ho trovato che abitazioni, commissioni spesso ottenute grazie natagli dal mercante d’arte Carlo Cardazzo nel
tutto quello che ho imparato a scuola non è sta- ai rapporti di amicizia da lui intrattenuti con il 1942, o nelle diverse ipotesi per l’Hotel Bauer
to da buttare niente. Non so: esattezza, lavorare milieau culturale veneziano. Per presentare il (1949) a Venezia (fig. 2).
con chiarezza, non pasticciare» [9]. Dai saggi lavoro ai committenti, Scarpa elabora accura- Gli studi in pianta, sezione e alzato acquista-
accademici redatti negli anni venti traspare già te vedute prospettiche colorate a pastello, in no maggior rilievo negli anni cinquanta. Ne dà
la perizia nella rappresentazione del progetto modo tale da rendere la qualità dei materiali testimonianza il corpus grafico di villa Zoppas a
architettonico che egli manterrà inalterata nel usati [10]. Basti considerare, ad esempio, la Conegliano Veneto del 1953, nel quale il molti-
corso della sua carriera professionale. I disegni prospettiva redatta per la veranda di Casa M. al plicarsi delle soluzioni progettuali - registrate in
delineati a partire da questo periodo fino agli Lido, nel 1937, nella quale gli elementi d’arredo più di duecentoventi disegni - sembra resistere
anni cinquanta sono quasi tutti autografi, poiché appaiono essenzialmente debitori dell’opera di a qualsiasi lettura sequenziale, una caratteristi-
l’architetto non ha ancora uno studio professio- Mies van der Rohe (fig. 1). ca che fa dire a Giuseppe Mazzariol: «sul piano
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1. C. Scarpa: studio per la veranda di Casa M, Lido di Venezia 1937.


2. C. Scarpa: studio dell’hotel Bauer, Venezia 1949.
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critico rimane un fatto rilevante di letteratura grafica di un determinato tema, vi sovrapponeva modo, egli prova la gerarchia e il funzionamento
architettonica, anche se certo probabilismo una carta velina, e tracciava un’altra soluzione, di spazi calibrati sulla scala umana, conside-
formale rasenta pericolosamente il ciglio poi una terza e così via. Era come un vulcano e rando come punto di vista prioritario l’occhio
dell’eclettismo». Più tardi Francesco Dal Co infine, quando si trattava di redigere il disegno dello spettatore che ne fruisce [13] (fig. 4). Non
scorgerà nelle reiterazioni compositive tradotte esecutivo, ci si trovava in grande imbarazzo si tratta di studi destinati alla committenza
nei disegni Zoppas il segno inequivocabile della perché tutte le stesure erano ottimali» [12]. La ma solo a se stesso, utili a calibrare in termini
“travagliata gestazione” dell’opera [11]. frammentarietà della ricerca di Scarpa, tradotta plastici, visuali e di continuum spaziale, l’archi-
Per contro, l’analisi dei disegni per la villa negli studi grafici, si rivela di fatto apparente, tettura. Un confronto tra edificio e disegno rivela
sembra rivelare un aspetto differente: ciascun poiché ciascuna soluzione potrebbe essere po- l’assoluta coerenza tra progetto e costruzione:
elaborato mostra un costellazione di ipotesi tenzialmente completata ed eseguita. lo spazio architettonico è sempre pensato per
redatte intorno a uno o più temi, tutte passibili Se nel caso della villa Zoppas - non realizzata essere costruito, anche quando rimane sulla
di uno sviluppo nel dettaglio. Le planimetrie, che - non è possibile verificare l’equivalenza tra lo carta.
occupano solitamente la porzione centrale del spazio disegnato e lo spazio costruito, questa
foglio, sono circondate di una miriade di studi operazione può essere compiuta per il Padi- TRASPARENZA
nei quali Scarpa verifica ogni nodo problematico, glione del Venezuela ai Giardini di Castello a Per rispondere a quest’ultima esigenza, Scarpa
da un punto di vista compositivo, strutturale o Venezia (1953-56). usa il disegno in modo inedito, piegandolo alle
spaziale (fig. 3). Questa lettura trova conferma Nelle diverse ipotesi progettuali le prospettive proprie necessità di tradurre a due dimensioni
nelle parole di Andrea Vianello Vos, uno dei col- a margine dei fogli sono lo strumento offerto ciò che è destinato ad essere tridimensiona-
laboratori dell’architetto: «se Scarpa era in vena dall’architetto per capire come si articolano le. Egli mette a punto un sistema personale di
non si accontentava mai della prima stesura alcune piante, altrimenti quasi illeggibili. In tal rappresentazione dello spazio sovrapponendo
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3. C. Scarpa: studio per la
villa Zoppas, Conegliano Ve-
neto 1953.

4. C. Scarpa: studio per il


padiglione del Venezuela,
Venezia 1953-56.
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[nella pagina successiva]
5. C. Scarpa: studio di casa
Pellizzari, Venezia 1942.

più livelli su una stessa planimetria, ad esem- Popolare di Verona, ad esempio, i disegni dei della retrospettiva Paul Klee 1879-1940 alla XXIV
pio in alcuni disegni per la villa Zoppas, spesso prospetti rivelano la presenza dei solai [16]. Biennale di Venezia del 1948 [18], ospitata nel
differenziandoli con colori diversi [14]. Attraver- Palazzo Centrale (padiglione Italia), si trova in
so la prospettiva, Scarpa riesce a mostrare la GENESI DEL PROGETTO nuce sia la partizione planimetrica, sia l’artico-
continuità tra esterno ed interno, attraverso una Per progettare, l’architetto ha necessità di lazione in alzato dei pannelli che ritmano la sala
visione degli elementi “in trasparenza”, forse trovare uno spunto di partenza, un tema che dia espositiva, rimasta pressoché invariata. La me-
mutuata da metodi di rappresentazione mie- avvio al processo creativo. Di questa dinamica, desima dinamica è individuabile nell’ipotesi per
siani: ne da precoce testimonianza un disegno retaggio forse della sua formazione accademi- una camera d’albergo alla Triennale del 1951,
del soggiorno di casa Pellizzari del 1942, nel ca, danno testimonianza numerosi episodi. Ad non realizzata, nella quale l’attenzione di Scarpa
quale lo spazio è inquadrato dalla porta d’in- esempio, convocato in extremis con Corrado si concentra sulla parete ritagliata a quarto di
gresso resa con un segno essenziale (fig. 5). Ricci e Bruno Munari per l’allestimento del pa- cerchio che delimita l’ambiente, una soluzione
Questo modo di pre-vedere l’architettura appare diglione italiano all’Expo di Montreal del 1967 e fissata già nei primi studi, e poi reiterata con
coerente con quanto segnala lo stesso Scarpa: sollecitato a dare una risposta in tempi brevis- minime variazioni nei disegni successivi [19].
«ero interessato ad esplorare la relazione con il simi, egli dichiara: «non lo so, forse domani mi Infine, in uno dei disegni per l’appartamento
mondo esterno attraverso le aperture e l’orga- viene un’idea, forse tra un anno, forse mai»; ma Zoppi in Contrà del Quartiere a Vicenza (1977-
nizzazione interna dello spazio» [15]. come segnala Bruno Zevi «in effetti, poi, [Scar- 78) un minuscolo appunto rivela l’idea che ha
Negli anni settanta, l’architetto giunge ad elabo- pa] fu efficientissimo» [17]. generato la forma curva di uno dei quattro bagni
rare un sistema per mostrare simultaneamente Il manifestarsi di un’idea generatrice di solu- presenti, il tema principale scelto da Scarpa per
anche la sezione e il prospetto - l’ossatura e la zioni compositive è spesso leggibile proprio nei l’organizzazione della casa [20].
pelle - dell’edificio: nel progetto per la Banca disegni. Fin dai primi studi per l’allestimento
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IL DISEGNO E LA SCRITTURA come se nella sua mente quella scelta com- DISEGNARE L’OPERA D’ARTE
Il disegno è strumento di indagine compositiva positiva rispetto a un nodo cruciale tra interno Un caso particolare nella produzione grafica
e tecnica, ma anche di comunicazione a vari ed esterno - la finestra - posto in relazione al scarpiana sono i disegni di allestimento. In essi,
livelli. Scarpa verifica i percorsi progettuali e la paesaggio urbano, debba provocare automatica- l’opera d’arte da esporre è spesso ridisegna-
maturazione delle ipotesi attraverso la scrittu- mente una reazione emotiva [21]. ta, a margine del progetto o già inserita nelle
ra grafica, riuscendo a vedere proiettivamente Allo stesso modo, la scrittura aiuta committen- strutture espositive. Di questa prassi esistono
l’esattezza delle scelte operate. Spesso la ti, collaboratori e artigiani a capire i contenuti numerose testimonianze, basti citare i disegni
parola scritta si aggiunge al disegno, a confer- del disegno. È plausibile che alcuni documenti redatti per le Gallerie dell’Accademia di Venezia
mare il senso di una soluzione o la necessità di grafici, fittamente annotati, siano stati usati da (1945-59) [23], o ancora per l’esposizione di Klee
un cambiamento: potrebbe andare (Padiglione Scarpa per precisare il senso delle sue scelte o alla Biennale del 1948.
del Venezuela, Venezia 1953-56), meglio così l’uso cui sono destinati gli spazi. I titolari della Stabilire un dialogo tra oggetto d’arte e allesti-
qualche difetto però! (sede de La Rinascente, ditta di falegnameria Anfodillo di Venezia ricor- mento è un tratto cruciale nel lavoro di Scarpa.
Catania 1957). dano come egli amasse disegnare i particolari Segnala Luciano Gemin: «il suo metodo era
L’occhio scarpiano vede l’architettura non sulla al vero, in scala 1:1, non trascurando di realiz- particolare, totalmente differente, ad esempio,
carta, ma nello spazio e nel contesto che la ac- zare «piccole prospettive, fatte appositamente da quello di Franco Albini che poteva preparare
coglie. In uno dei disegni per la fronte principale per farci capire la complessità delle sue idee»; una mostra nel suo studio molto prima del-
della Banca Popolare di Verona (1973 - 78), ad i disegni inoltre venivano dotati di «intermina- la sua effettiva realizzazione. Scarpa cercava
esempio, egli scrive dentro al riquadro di una bili indicazioni [scritte] affinché nulla restasse costantemente un rapporto con l’opera d’arte,
finestra: CASPITA!, espressione usata varie irrisolto» [22]. l’allestimento poteva essere semplicissimo ma
volte per sottolineare una situazione particolare, era l’intuizione di questo rapporto che contava»
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6. C. Scarpa: autoritratto, 1926. 7. C. Scarpa: studio per le sedie di casa Verit-


ti, Udine 1956-62.

[24]. Nel riprodurre un quadro o una scultura, LA FIGURA UMANA tomba Brion, acquistano il significato di muti
Scarpa crea i presupposti per dare corpo a tale Del rapporto tra architettura e spettatore danno testimoni dell’architettura, senza più contatto
l’intuizione individuando i caratteri peculiari testimonianza ancora i disegni. Un elemento che con la realtà.
di un oggetto, da rivelare poi allo spettatore compare con costanza nel corpus grafico scar- Singolare è un disegno di sezione della Banca
attraverso l’allestimento: una tessitura ritmica o piano è la figura umana, che nel tempo cambia Popolare di Verona, nella quale al piano interra-
geometrica, una combinazione di forme e colori, in termini di significato e di rappresentazione. to Scarpa inserisce due figure stilizzate abbrac-
il profilo di una figura, la sua organizzazione Negli studi di allestimento degli anni quaranta ciate, mentre sulla sommità di una scala ritrae
compositiva. e cinquanta la rappresentazione degli ambienti se stesso nell’atto di controllare l’articolazione
Parametro ineludibile per il funzionamento spesso è animata dalla presenza del visitatore, delle modanature nell’intradosso della rampa
di un allestimento espositivo o museografico in movimento o stanziale, usato come termine [26]. L’occhio assorto, il profilo acuto, la schiena
scarpiano è l’osservatore, sollecitato a reagire di commisurazione dello spazio. In quegli anni, curva sono i tratti peculiari di questa rappre-
emotivamente alla mise-en-scène organizzata il soggetto preferito di Scarpa sono i ritratti di sentazione che il progettista dà di sé in prossi-
dall’architetto. Nota Arrigo Rudi a proposito: «se signora, specialmente di spalle, accuratamente mità dei settant’anni, quasi fosse egli stesso il
c’è una differenza tra le realizzazioni di Scarpa abbigliate secondo la moda dell’epoca. metro ideale - o l’unico metro - per misurare
e quelle di Franco Albini e che quelle di Albini le Nei decenni seguenti, le figure femminili la propria architettura. I tratti somatici sono i
puoi guardare con le mani in tasca, sei sempre continuano a popolare i suoi disegni, ma senza medesimi fissati in altri autoritratti, a partire
affascinato da questo altissimo dominio della nessun elemento che ne consenta una ricono- da quello delineato da Scarpa, appena venten-
ragione, dall’esprit de geometrie; in Scarpa in- scibilità temporale. Presenze astratte e fuori dal ne, sul verso del progetto per il Teatro Sociale
vece senti qualcosa di più, devi andare a toccare tempo, i nudi delineati in molti documenti grafici nel 1926 (fig. 6). Al pari delle opere d’arte, egli
qualcosa che diventa tuo» [25] scarpiani, persino al di sotto dell’arcosolio della trascrive i propri tratti fisionomici, e quelli delle
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persone con cui ha relazione - la moglie Nini o i fronto tra telaio architettonico e ‘telaio’ umano, necessità di lavorare su un tema, architettonico
suoi committenti, ad esempio - in modo essen- connotati entrambi da un’ossatura che consente o metaforico, come nel caso sopra citato. Questo
ziale, scegliendo i dati figurativi più espressivi di il funzionamento fisico delle parti [27]. procedimento complesso conferisce un senso
un certo carattere. Nell’ambito dei divertissement scarpiani rientra, all’azione ideativa. Nell’architettura costruita
Il funzionamento e la struttura ossea del corpo invece, l’ipotesi per una sedia, forse destinata si trova quindi soltanto l’effetto conclusivo del
umano sono per Scarpa anche fonti d’indagi- a casa Veritti a Udine (1956-1963) (fig. 7). La processo, incomprensibile senza valutarne i
ne progettuale. Come testimoniano ancora i meccanica dello stare seduti e le ossa coinvolte presupposti, rivelati proprio dai disegni. La
disegni, alcune soluzioni di dettaglio sembrano in questo atto ispirano all’architetto un ragio- lezione di Scarpa è indubbiamente una delle più
riprendere la meccanica delle articolazioni namento intorno alla conformazione del bacino difficili del Novecento, ma grazie all’abbondanza
umane. In un foglio per il Padiglione del Ve- e della colonna vertebrale, declinati in forma di di informazioni leggibili nei disegni è possibile
nezuela, ad esempio, Scarpa traccia probabil- sedie e tavoli. Nei passaggi successivi, la fonte tentare di capirne il senso.
mente una soluzione per il grande pannello anatomica che aveva ispirato l’avvio del proces- Il suo modo di disegnare può essere definito a
rotante che chiude la Sala dei Disegni, dietro il so scompare, a favore di una configurazione più ragione una ‘scrittura architettonica’, dotata di
quale occhieggia un’ennesima figura femminile, astratta. una grammatica e una sintassi alla stregua di
che ricorda un po’ i ritratti di Henry Matisse o Questo gioco rivela un significato profondo. Il una lingua scritta, nella quale l’eloquenza - la
Amedeo Modigliani. Accanto, Scarpa delinea uno disegno è per Scarpa uno strumento per fissare qualità della parola - è il parametro imprescin-
scheletro, del quale sottolinea con pochi tratti tutti i passaggi che conducono alla soluzione dibile del discorso.
i punti nodali: il cranio con i suoi incavi, le co- finale. Ma perché egli deve compiere un’opera-
stole, l’osso del bacino, lo snodo delle rotule. Il zione tanto macchinosa per arrivare al progetto? LE TECNICHE DEL DISEGNO
singolare abbinamento sembra istituire un con- Questo dinamica si riallaccia, forse, alla sua In più occasioni Scarpa promuove l’educazione
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NOTE della Fondazione Querini Stam- di Carlo Scarpa , in Dal Co F., tore di Scarpa: «È possibile ri- a Ravenna; tali documenti ri- zioni di livelli.
palia di Venezia, conservati Mazzariol, G. Carlo Scarpa… conoscere le ragioni della vita mangono per la maggior parte [15] Intervista a Carlo Scarpa,
[1] Scarpa, nato a Venezia nel presso le relative sedi museali, cit., pp. 209 - 213; Semi F., Le e del lavoro di Carlo anche solo inediti. in Dal Co F., Mazzariol G., Carlo
1906, muore per le lesioni ri- sono stati catalogati, mentre Dessin dans l’oeuvre de Carlo classificando i suoi disegni [11] Mazzariol G., Opere di Scarpa …cit., p. 297.
portate a seguito della caduta il grande corpus scarpiano di Scarpa , in “Les Cahiers de la secondo l’uso di determinati Carlo Scarpa , in “L’Architettu- [16] Lanzarini O., Banca Po-
da una scala a Sendai (Giap- proprietà ministeriale è ora in Recherche Architecturale”, n. supporti» (Pietropoli G., Il dise- ra. Cronache e Storia”, n. 3, polare di Verona, Verona 1973
pone) il 28 novembre 1978. via di inventariazione per sin- 19, 1986, pp. 22 - 32; Pieri, gno …cit., p. 64). settembre - ottobre, p. 348; - 78 (completata nel 1981) ,
Il giorno prima dell’incidente goli o gruppi di progetti. È stato E., “Voglio vedere e per que- [7] Per quest’opera, vedi Zan- Dal Co F., Genie ist Fleiss: l’ar- Beltramini G., Forster K. W.,
aveva lavorato fino a notte tar- già catalogato, a cura di Vitale sto disegno”. I disegni di Carlo chettin V., Il complesso monu- chitettura di Carlo Scarpa , in P. Marini P. (a cura di), Carlo
da al progetto per la Cassa di Zanchettin, il fondo di disegni Scarpa per la Chiesa di San mentale Brion …cit. Dal Co F., Mazzariol G., Carlo Scarpa …cit., pp. 417, 421.
Risparmio di Gemona, realizza- per la tomba Brion a San Vito Giovanni Battista a Fiorenzuo- [8] Intervista a Scarpa in Ra- Scarpa…cit., pp. 24 - 71. [17] Zevi B., Di qua o di là
ta postuma dal suo collabora- di Altivole; tuttavia, la manca- la , in “Disegnare. Idee e Imma- dice B., Un architetto a regola [12] Il passaggio è citato in dell’architettura , in Dal Co F.,
tore Luciano Gemin (intervista ta distinzione dell’autografia gini”, anno VIII, n. 16, 1998, pp. d’arte , in “Modo”, n. 16, p. 19. Gellner E., Mancuso F., Carlo Mazzariol G., Carlo Scarpa …
a L. Gemin, in Giordano S., Il scarpiana rispetto a quella 19 - 29; Pietropoli G., Il dise- [9] Lanzarini O, Trascrizione di Scarpa …cit., p. 39. cit., p. 271.
mestiere di Carlo Scarpa. Col- dei collaboratori, in concorso gno dell’opera di Carlo Scar- Un’ora con Carlo Scarpa , 1972, [13] Su questo aspetto, vedi [18] Cfr. Lanzarini O., Carlo
laboratori, artigiani, commit- con i parametri macchinosi del pa , in Beltramini G., Forster K. in Gudelj J., Nicolin P. (a cura Lanzarini O., Carlo Scarpa. Scarpa …cit., pp. 36-38.
tenti , tesi di laurea, relatori F. sistema di catalogazione adot- W., Marini P. (a cura di), Carlo di), Costruire il dispositivo L’architetto e le arti. Gli anni [19] Cfr. Lanzarini O., Note
Dal Co, G. Mazzariol, Istituto tato rendono difficile la con- Scarpa. Mostre e Musei 1944/ storico. Tra fonti e strumenti , della Biennale di Venezia 1948- sull’esperienza di Carlo Scarpa
Universitario di Architettura, sultazione dell’inventario; vedi 1976 - Case e paesaggi 1972/ Mondadori, Milano 2006 1972 , Marsilio, Venezia 2003 alla Triennale di Milano 1927-
Venezia, aa. 1983 - 84, p. 49; Terenzoni E. (a cura di), Carlo 1978 , Electa, Milano 2000, pp. [10] Nel fondo Carlo Scarpa a [14] A partire dagli anni ses- 1960 , in Forster K., Marini P. (a
Dal Co F., Mazzariol G., Carlo Scarpa. I disegni della Tomba 57 – 72. Treviso sono conservati alcuni santa, questo metodo verrà cura di), “Studi su Carlo Scarpa
Scarpa. Opera completa , Elec- Brion. Inventario , Electa, Mila- [5] Tafuri M., Due “maestri”: disegni che presentano ca- perfezionato con l’uso di una 2000-2002”, Marsilio, Venezia
ta, Milano 1984, fig. 300 - 304, no 2006. Carlo Scarpa e Giuseppe Sa- ratteristiche simili, relativi ad serie di veline sovrapposte a 2004, pp. 98-108.
pp. 225 - 226). [3] Il passaggio è citato in Gel- monà , in “ID., Storia dell’Archi- opere del 1930: gli arredi per un disegno di base redatto su [20] Lanzarini O., Appartamento
[2] I fondi documentari relativi lner E., Manuso F., Carlo Scarpa tettura Italiana. 1944 - 1985”, casa Venier, negozio “Polato” cartoncino, spesso dai collabo- Zoppi in Contrà del Quartiere,
al restauro della Galleria Na- e Edoardo Gellner. La chiesa di Einaudi, Torino 1986, nota 1, p. e Circolo Ufficiali della Marina ratori di Scarpa; in tal modo, Vicenza, 1977 - 78 , in Beltra-
zionale della Sicilia - Palazzo Corte di Cadore , Electa, Milano 140. Corsivo nostro. Militare a Venezia, casa Ferro a diventa possibile elaborare una mini G., Forster K. W., P. Marini
Abatellis di Palermo, del Museo 2000, p. 38. [6] La questione è sottolineata Murano, casa Cappellin al Lido quantità potenzialmente infini- P. (a cura di), Carlo Scarpa …
di Castelvecchio di Verona e [4] Vedi Damisch H., Il disegno da Guido Pietropoli, collabora- di Venezia, RACI e casa Majoli ta di varianti e di sovrapposi- cit., pp. 346 - 351.

al disegno, specialmente quello a mano libera a risolvere un punto problematico dell’arcosolio comincia ad avere dei collaboratori fissi, uno
che aveva segnato la sua permanenza all’Ac- della tomba Brion tracciandone la soluzione su dei suoi sistemi preferiti di approccio al proget-
cademia. Nel 1978, dopo più di quarant’anni di un pacchetto di sigarette [29]. Nel fondo scar- to diventa il disegno su velina. Il personale di
docenza all’Istituto Universitario di Architettura piano sono conservati centinaia di disegni su studio traccia su cartoncino il disegno in pianta,
di Venezia, egli osservava a proposito: «se si in- supporti analoghi [30]. alzato, sezione, dopodichè interviene l’architet-
segna a disegnare gli studenti più bravi possono La carta utilizzata varia a seconda del periodo to sovrapponendo una sequenza di veline sulle
capire prima che cosa possono fare in futuro», che si considera. Negli anni trenta e quaranta quali traccia varie ipotesi; in molti casi i car-
ed ancora «la cosa migliore che [un giovane] può Scarpa usa soprattutto cartoncini leggeri e carta toncini di base vengono arricchiti anch’essi da
fare è imparare la tecnica di espressione visiva e vegetale. Nel decennio successivo iniziano a una costellazione di studi a varia scala [31]. Nel
grafica. Questo è quanto mi è successo» [28]. comparire le prime eliocopie, spesso rielabo- fondo scarpiano è conservato, per tutti i progetti
Le tecniche del disegno sono oggetto di continua rate, e fogli di grandi dimensioni. Inoltre, sono degli anni settanta, materiale di questo tipo.
sperimentazione nel percorso professionale conservate numerose sequenze di fogli di carta Per quanto riguarda le tecniche, l’unica riscon-
dell’architetto, il quale cerca nuovi metodi di extra strong, destinati allo studio di zone parti- trabile su tutti i supporti con continuità è la
espressione variando il tipo di supporto (car- colari o di elementi di allestimento. È il caso, ad grafite, spesso supportata da pastelli colorati,
ta, lucido, ecc.), di strumento grafico (matita, esempio, di una parte del corpus di villa Zoppas, preferita da Scarpa forse per la possibilità di
pastelli, penna, ecc.), o addirittura di tecnica che conta almeno un centinaio di disegni di modulare l’intensità chiaroscurale anche di un
(elaborazione di fotografie). Il disegno non viene questo genere, o di quello redatto per la Mostra singolo segno [32]. Raramente si trova la penna,
sempre redatto in studio, ma talvolta tracciato del Libro e del Periodico Cinematografico al Lido mentre l’inchiostro di china viene utilizzato per
su supporti di fortuna. Ricorda Guido Pietropoli, di Venezia del 1950. gli esecutivi su lucido o carta vegetale.
collaboratore di Scarpa, come egli fosse riuscito A partire dagli anni sessanta, quando Scarpa Il carboncino su velina è usato in pochi casi pri-
DISEGNARECON giugno 2009 Orietta Lanzarini | 12
ISSN 1828-5961 Carlo Scarpa e il disegno.
[21] Lanzarini O., Banca Po- P. Marini P. (a cura di), Carlo 2002; Centro Nazionale per nuo per mantenere una perfetta gomento vedi Beltramini G.,
polare di Verona, Verona 1973 Scarpa …cit., pp. 412-423. I le Arti Contemporanee, Roma, punta a “sca’peo” [a scalpello] Zannier I., Carlo Scarpa nella
- 78 (completata nel 1981) , in disegni per la Banca sono par- 12 dicembre 2002/ 8 febbraio (Mancuso F., Carlo Scarpa e fotografia. Racconti di archi-
Beltramini G., Forster K. W., ticolarmente ricchi di nudi di- 2003), Roma 2002. Edoardo Gellner. La vicenda tetture 1950-2004 , Marsilio,
P. Marini P. (a cura di), Carlo sposti sulle scale o affacciati ai [28] Intervista a Carlo Scarpa, della costruzione della chiesa Venezia 2004.
Scarp a…cit., p. 417. ballatoi. Che le forme sensuali in Dal Co F., Mazzariol G., Carlo di Corte di Cadore , in “Casa- [36] Due disegni sono riprodot-
[22] Intervista a Angelo e Sa- del corpo femminile siano una Scarpa …cit., p. 297. bella”, anno LX, n. 640 - 641, ti in Carlo Scarpa, Frammenti
verio Anfodillo, in Giordano S., fonte di ispirazione architetto- [29] Intervista a Pietropoli, in dicembre – gennaio 1996-97, 1926/1978 , in “Rassegna”,
Il mestiere di Carlo Scarpa … nica per Scarpa è confermato Giordano S., Il mestiere di Car- p. 67) anno III, n. 7, luglio 1981, p.
cit., p. 76. da un altro divertissement lo Scarpa …cit., p. 59; l’episo- [33] Il disegno è riprodotto in 6, e in Dal Co F., Mazzariol G.,
[23] Diversi studi per le Galle- presente nell’edificio verone- dio è ricordato nuovamente in Dal Co F., Mazzariol G., Carlo Carlo Scarpa …cit., scheda 18,
rie dell’Accademina sono pub- se. L’architetto progetta una Pietropoli G., Il disegno …cit., Scarpa …cit., p. 52. Anche la p. 100.
blicati in Nepi Scirè G., Gallerie lampada, posta alla sommità p. 61. migliore riproduzione non rie- [37] Vedi Lanzarini O., Carlo
dell’Accademia, Venezia, 1945 della scala accessibile dall’in- [30] Si tratta di scatole di siga- sce a renderne la qualità: es- Scarpa. Lo spazio dell’abita-
- 59 , in Beltramini G., Forster gresso per il personale su via rette con appunti grafici note, sendo tracciato su un cartone re. Disegni scelti 1931-1963 ,
K. W., P. Marini P. (a cura di), Conventino, a forma di glutei indirizzi, databili soprattutto spesso e ruvido il colore e la (catalogo della mostra, Centro
Carlo Scarpa …cit., schede 8 - femminili. Un aneddoto raccon- agli anni settanta. Purtroppo le percezione del segno dipendo- Carlo Scarpa, Treviso 22 otto-
13, pp. 100 - 103. ta che egli avrebbe dichiarato scatole sono state tagliate con- no dalle condizioni luminose. bre 2008 – 28 febbraio 2009),
[24] Intervista a Luciano Ge- di considerare il denaro come servandone soltanto la parte [34] Vedi Dal Co. F., Mazzariol Roma 2008.
min, in Giordano S., Il mestiere lo “sterco del diavolo”, giusti- usata da Scarpa, un’operazione G., Carlo Scarpa …cit., fig. 27, [38] Nel fondo Carlo Scarpa è
di Carlo Scarpa …cit., pp. 50 ficando la sua scelta. questa che ne ha danneggiato p. 26; scheda 36, p. 102. Il car- conservata soltanto la riprodu-
- 51. [27] Il disegno è pubblicato la natura di documento. tone di supporto in entrambi zione, inedita, fotografica del
[25] Intervista a Arrigo Rudi, in Lanzarini O., I disegni di [31] La tecnica è accuratamen- i casi è scuro (marrone per il fotomontaggio, dalla quale non
in GIORDANO S., Il mestiere di Carlo Scarpa per la Biennale te descritta in Pietropoli G., Il Teatro Rossini), e questo con- si riesce a risalire alla tecnica
Carlo Scarpa …cit., p. 41. di Venezia. Architetture e Pro- disegno …cit., p. 62-3. tribuisce a rendere i disegni di redazione dello stesso da
[26] Lanzarini O., Banca Po- getti (1948 - 1968) , (catalogo [32] Varie testimonianze con- molto cupi. parte di Scarpa.
polare di Verona, Verona 1973 della mostra, 8. Biennale di fermano la predilezione di [35] Intervista a Arrigo Rudi, in [39] La fotografia è inedita.
- 78 (completata nel 1981) , Architettura Next 2002, Vene- Scarpa per la matita, la quale Giordano S., Il mestiere di Car-
Beltramini G., Forster K. W., zia, 8 settembre/ 3 novembre doveva essere affilata di conti- lo Scarpa …cit., p. 37. Sull’ar-

ma degli anni settanta, quando diventa abituale, sionisti, che ebbero l’occasione di riprodurre fotografia è leggibile in una riproduzione della
così come l’acquerello, forse poco adoperato fotograficamente negli anni cinquanta e sessan- facciata di Palazzo Grassi a Venezia dal Canal
perché incompatibile con supporti come velina, ta i suoi lavori, Ferruccio Leiss e Paolo Monti, Grande sulla quale Scarpa incolla, in corrispon-
lucido, carta vegetale. Con questa tecnica, però, «si avvicinavano molto al suo pensiero perché denza di una finestra, un brandello di stoffa
l’architetto completa una pianta a matita della erano fotografi dalle immagini vigorose, senza rossa per verificare la resa sul contesto dello
seconda versione di villa Zoppas, uno dei disegni fantasie» [35]. stendardo esposto in occasione della mostra
più straordinari del corpus [33]. Dell’uso delle Nel 1932, in occasione del concorso per il ponte Vitalità nell’Arte, da lui allestita dall’architetto
tempere danno testimonianza le grandi prospet- dell’Accademia a Venezia, Scarpa delinea con nel 1959 [39].
tive dell’aula magna di Ca’ Foscari e del teatro i colori a tempera due versioni del proprio
Rossini, entrambi a Venezia, redatte da Scarpa progetto direttamente su grandi fotografie del
negli anni trenta [34]. contesto, riprese da punti di vista diversi, in
Tra le tecniche da lui sperimentate si trovano modo tale da verificare l’impatto della struttura
anche esempi di manipolazione fotografica. architettonica sulla città [36]. Questa tecnica
L’architetto aveva idee precise sulla fotografia, di visualizzazione e controllo dell’architettura
come segnala Arrigo Rudi: «il fotografo doveva viene utilizzata nuovamente nel progetto per un
restituire l’immagine mentale che lui aveva, edificio ad appartamenti in piazza Spalato a Pa-
nonché il suo modo di guardare». Le prescrizio- dova, redatto nel 1947 [37], e in quello della casa
ni di Scarpa a riguardo erano chiare: la foto- di Pietro Taddei, dietro la chiesa della Madonna
grafia doveva essere «statica, perfettamente della Salute, a Venezia (1957) [38].
assiale, rigorosa». Secondo Rudi tra i profes- Un ultimo esempio di uso progettuale della

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