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MEDIATECA DI SENDAI

Architetto: Toyo Ito


Ingegnere: Mutsuro Sasaki

Corso di Tecnologia dell’Architettura (anno 2022-23)


Prof. Domenico D’Olimpio
Studenti: Cristina Martín Rosales
MEDIATECA DI SENDAI SFONDO
Architetto: Toyo Ito Ito si riferisce al Padiglione di Barcellona di Mies e alla casa Domino
di Le Corbusier come precedenti per il suo lavoro. In effetti, la Mediatheque
Ingegnere: Mutsuro Sasaki sembra mescolare i concetti dei due progetti, combinando il gioco di le Cor-
busier con la struttura a lastre e colonne, con il “fluido” di Mies effetti spaziali
Luogo: Sendai, Miyagi, Giappone ottenuti grazie alla combinazione di trasparenza e riflettività dei materiali.
Superficie: 3 498 m2 Difficile non paragonarlo alla sua omonima, la Mediateca di Norman Foster
a Nîmes, che ha una destinazione simile; o al Centre Pompidou di Parigi, di
Periodo di costruzione: 1998-2000 Piano e Rogers. Il Pompidou è molto più grande, ma per la sua libertà spazia-
le e la sua struttura innovativa precede nettamente la Mediateca di Ito.
Funzione: Spazio multifunzionale,
principalmente come galleria d’arte, bi- Come Piano e Rogers, Ito ha cercato di costruire un edificio senza una strut-
blioteca, media center visivo e servizio tura spaziale fissa, che potesse adattarsi e mutare proprio grazie alla vaghezza
per non udenti e ipovedenti degli spazi: ha cercato di smaterializzare l’architettura.
Premio Pritzker 2013
LINEA TEMPORALE CONCEZIONE
1989 L'architetto, consapevole della complessità del funzionale, fin dall'ideazio-
La Miyagi Arts Association ri- ne iniziale della proposta e nelle successive fasi di sviluppo progettuale ed
chiede la costruzione di un nuovo
uso esecuzione delle opere, si pone l'obiettivo di realizzare un edificio che ridefi-
1992 nisca radicalmente il concetto di museo o biblioteca, per rappresentare così
Come luogo di progetto viene un vero e proprio modello di "Mediateca" adattato alla nuova realtà che stava
scelto un lotto di terreno in Via arrivando. Per questo, ricorso a numerosi specialisti di tutte le discipline e
Zenjoji
1994 fluido scambio di opinioni con i cittadini attraverso i forum di partecipazio-
ne.
Viene effettuato un test dell’opi-
nione dei cittadini DESIDERIO DI NON CREARE FUGHE
1994 DESIDERIO DI NON CREARE TRAVI
Inizia un concorso per la proget-
tazione di un complesso culturale
che comprende: una galleria, DESIDERO DI NON CREARE MURI
biblioteca e mediateca
1995 DESIDERIO DI NON CREARE UNA STANZA
Toyo Ito & Associates sono i vin-
citori del concorso DESIDERIO DI NON FARE ARCHITETTURA
1996
Presentazione del progetto realiz-
zato dal comitato
1996
Nuovo sondaggio di opinione dei
cittadini
1997
Selezione delle imprese edilizia

1997
Raduno esplicativo per i cittadini

1997
Inizio dei lavori (dicembre)

2000
Ultimazione dei lavori (Agosto)
2000
1-3 Gennaio: Evento di apertura
della Mediateca di Sendai dal tito-
lo “Apri la porta delle parole”

SAPIENZA TECNOLOGIA DELL’ARCHITETTURA Prof.: Domenico D’Olimpio CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE E FUNZIONALI.


Caratteri Morfologico-Architettonici-Tipologici 1.1
UNIVERSITÀ DI ROMA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA - A.A. 2022-23 CORSO DI LAUREA QUINQUENNALE UE Studenti: Cristina Martín Rosales
PROGRAMMA Secondo piano Terzo piano
Il secondo livello ha la biblioteca dei bambini, inter- Al terzo livello si trova l’area per il prestito libri e le sale
Primo piano net e l’amministrazione. In uno spazio molto libero, lettura. È una pianta aperta, ad eccezione dell’ufficio,
sono i mobili a definire lo spazio. Un aspetto molto le separazioni sono realizzate con i pilastri, di diverse
Il primo piano, chiamato Plaza Abierta, contiene la reception,
interessante è che la separazione tra l’area di lettura dimensioni, che hanno anche uno scopo funzionale.
un caffè e un negozio di libri e riviste. È totalmente estroversa
pubblica e l’area dell’amministrazione privata è sem- La pianta è a doppia altezza, aumentando l’esposizione
verso la strada.
plicemente una tenda traslucida, simile a un muro della luce naturale in modo che raggiunga tutti gli spazi.
galleggiante.

Quarto piano Quinto e sesto piano Settimo piano


Il quarto livello è in realtà un soppalco, è la zona per il Al quinto e al sesto piano si trovano le gallerie espositive, utilizzate dai cittadini di Sendai. Qui pannelli mobili retti- Al settimo piano si trovano un cinema e sale conferenze,
prestito dei libri e le sale di lettura. La terza immagine linei possono essere disposti secondo le esigenze espositive, in chiaro riferimento alle porte scorrevoli dell’architet- che sono avvolte da una parete vetrata con forme curvili-
descrive questo spazio. Le pareti non raggiungono il tura giapponese. Un altro aspetto eccezionale è la partecipazione di diversi progettisti per l’attrezzatura di ogni piano nee opache che si trova al centro dello spazio.
soffitto, sebbene siano abbastanza alte da mantenere la dell’edificio. Questa circostanza afferma il carattere vario e mutevole di un programma flessibile e dinamico. L’ordine Qui è presente anche un’area per il prestito e l’ascolto di
privacy dell’utente.v arborescente ottenuto attraverso il sistema di tubi conferisce all’edificio un’immagine atipica che consente uno spazio cassette e dvd e aree meeting, il cui arredo è organico.
interno pulito e luminoso.

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Caratteristiche funzionali 1.2
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CONTESTO PROPOSTA
Sendai è una tranquilla e ordinata città di provincia a tre ore di treno a nord di Tokyo, abbastanza lontana Il concetto generale dell’annuncio del concorso era la libera accessibilità del
da farti sentire come se fossi sfuggito agli infiniti tentacoli della megalopoli consumistica del Giappone. È pubblico. Situata su un lotto di 50 x 50 m, la mediateca dovrebbe contenere varie
una città lontana dal caos urbano di Tokyo. funzioni: biblioteca, cabine internet, aree DVD, gallerie, caffè, ecc.

La Mediateca costruita da Toyo Ito nel centro di questa città riflette sia i limiti che le ambizioni del contesto La proposta di Ito ha optato per la trasparenza. Poiché il lotto si trova di
in cui si trova. Si trova nella stessa zona di un Pachinko, gioco preferito dai giapponesi: un lato si affaccia fronte a un importante boschetto di alberi, l’edificio salva ampie vedute verso di
su uno dei viali principali della città, mentre gli altri tre lati si affacciano su una serie di garage, parcheggi esso pur utilizzando la forma degli alberi nella concezione della struttura.
e capannoni.
Sendai Daini High School, Miyagi
È soprattutto una proposta in cui lo spazio e la luce scorrono liberamente
tra i diversi livelli dell’edificio.

Centro internazionale di Sendai, Palazzo delle


Esposizione

Scuola Sendai Shiritsu Tachimach SOLEAMENTO

Parco Motokajicho

La mediateca è situata nel mezzo di una zona residenziale, dove le due strade prin-
cipali intercettano e questo genera un punto di flusso e un fronte commerciale.
La città di Sendai è conosciuta come “città degli alberi” forse questo è stato un fat-
tore chiave nella mente dell’architetto che mette a confronto i pilastri della media-
teca (perfettamente visibili dall’esterno grazie alla facciata in vetro) con tronchi che
sostengono le lastre sottili. Ciascuno dei pilastri è un organismo vivente, attraverso
il quale non solo scorrono elettricità, acqua e luce solare, ma consentono anche il
DENSITÀ Jozenji-dori, il viale alberato che simboleggia la Città degli flusso delle persone.
Alberi

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AMBIENTALE 2.1
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ILUMINAZIONE E VENTILAZIONE NATURALE
Facciata Tubi STRUTTURA MORFOLOGICA
Con una facciata in vetro, i limiti fisici tra la struttura e la città sono sfumati. Ito ha proposto facciate Toyo Ito, nel suo libro Escritos, afferma già che si tratta di un edificio
diverse a seconda della vocazione dell’ambiente su cui si affacciano. in cui il concetto di spazio e il metodo di realizzazione che propongono
sono diversi da quelli proposti per progetti più convenzionali. Appa-
La facciata sud è costituita da due schermi di vetro separati per consentire la ventilazione. Durante il rentemente sembra che la Mediateca abbia la forma di un cubo, ma si
giorno lasciano entrare la luce solare ma non direttamente grazie a una striscia traslucida su ciascuno potrebbe dire che la Mediateca non ha forma? Poiché i suoi limiti sono
dei pannelli posti tra le lastre. Di notte questa finestra genera un effetto di apertura verso l’esterno. La trasparenti, traslucidi, diffusi, e il suo interno così dinamico, ambiguo
prima pelle di cristallo risponde al sole del sud. Il secondo strato di vetro funge da termocamino. Nella e irregolare, non possiamo a prima vista sguardo gli assegna una forma
stagione estiva le bocchette poste in alto permettono l’evacuazione dell’aria calda, mentre in inverno determinata, ma è del tutto mutevole o, almeno, senza forma definita.
queste bocchette vengono chiuse a formare una coperta termica vetrata.
“Proprio come una tela cambia forma quando soffia il vento, mi sem-
bra che l’architettura che a malapena fa sentire la sua forma sia il che ti
condiziona meno per la vita di oggi.”
I pilastri centrali portano luce naturale nell’edificio. Al pia-
no terra (piazza) una parte della facciata vetrata è comple- Il utente seleziona il luogho per svolgonare le proprie attività. Ciò sig-
tamente apribile, permettendo alla luce di passare libera- nifica che ogni persona può sedersi, ad esempio, per leggere dove più
mente ed eliminando ogni limite tra l’esterno e l’interno. desidera, non avendo un posto prestabilito per farlo.Gli spazi non sono
Gli alberi situati sul lato soleggiato dell’edificio ospitano gli distribuiti attraverso cassetti, creando stanze chiusi che non hanno nu-
ascensori. I piccoli alberi al centro sono dotati di riflettori lla a che vedere con la fluidità. Se delimitiamo una stanza corrispon-
di luce solare controllati da computer, che portano luce e dente a una certa funzione, ne risulta limitare l’azione libera.
ombra nel cuore dell’edificio.

PIANO TERRA LIBERO


RIPOSTIGLIO
Le facciate dell’edificio sono pensate quasi come una pelle per- CAFFE
meabile che lo avvolge. Morbida e delicata verso il viale princi- PIAZZA ZONA LIBERA
pale, per favorire un mutevole rapporto visivo del riflesso della
luce e della vegetazione della passeggiata nel tempo
RIPOSTIGLIO

PIAZZA NEGOZIO

FACCIATA OVEST
Accaio
bianco

Vetro
trasparente

La facciata del lato ovest, molto rivolta, è opaca, rivestita da


una rete metallica che lascia intravedere le scale di emergenza Policarbonato

Le facciate nord ed est, che si affacciano su strade limitrofe, Vetro


sabbiato
presentano finiture diverse per ogni piano: vetro, policarbonato
e alluminio.
FACCIATA EST Alluminio

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AMBIENTALE 2.2
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PELLE + TUBI + PIATTO
Il suo sistema di traverse strutturali segue il concetto di uno spazio flessibile e adattabile, in cui utilizzano gli
elementi minimi.
La Mediateca misura 50x50 m ed è alta 36 m.
Le basi della progettazione della mediateca si riassumono in questi tre principi: lastre, tubi e pelle. Quando
parli di lamiere parli di forgiato. I tubi, 13 nello specifico, sono la parte portante, ciò che verrebbe visto come
colonne cave, o “alberi”. La pelle che avvolge l’edificio, la facciata, sta cambiando a seconda delle diverse
esigenze

In primo luogo le piastti, che sono lastre continue


in cemento armato alveolare, dimensionalmente
modulate a 50×50 e che costituiscono i sette livelli
abitabili che compongono l’edificio. L’altezza di ogni
piano non è la stessa a tutti i livelli, poiché l’edificio,
al contrario, e come talvolta si pensa, non è concepi-
to come una grande scatola unitaria, ma ogni piano
si comporta come uno strato, che integra un succes-
sivo accatastamento di aerei. Questi hanno, in base
al loro utilizzo, un diverso trattamento superficiale,
illuminazione e arredo. Queste superfici superiori
sono spazi fluidi dove l’assorbimento e lo scambio di
informazioni viene stimolato in modo vertiginoso.
PIATTO

TERREMOTO 2011
Le ipotesi di tutti coloro che hanno lavorato alla progettazione
Il secondo elemento, e forse il più rappresentativo di
della mediateca sono state messe alla prova l’11 marzo 2011 quando un
questo progetto, sono i cosiddetti “tubi”, tredici ele-
terremoto di magnitudo 9 ha colpito la città, epicentro stesso del sisma.
menti cavi in ​​acciaio dalla forma simile al tronco di
I 13 tubi della Media Library conferiscono flessibilità all’edificio, permet-
un albero di dimensioni e forma variabili durante tu-
tendogli di muoversi e superare il devastante terremoto del 2011. Un video
tto il suo sviluppo, che compenetrano verticalmente
registrato da uno degli utenti della Media Library durante il terremoto e
l’intero edificio e che costituiscono la struttura por-
pubblicato dal Los Angeles Times mostra come il movimento di terra ge-
tante delle lastre. Questi fori, come dei pozzi, hanno
nera una tremenda oscillazione dell’edificio che, però, non ne provoca il
la particolarità che, oltre ad ospitare le canalizzazioni
crollo. Le immagini mostrano come il terremoto scuote con forza l’edificio,
verticali di comunicazione, ascensori, condiziona-
il cui tetto trema come alberi sferzati dal vento. Ma difficilmente cadono
mento e alimentazione elettrica, essendo quasi vuoti
piccole particelle di intonaco e altri materiali.
permettono l’ingresso della luce naturale (tavola 2.2).
TUBI La Mediateca, un edificio apparentemente fragile per essere
un’enorme scatola di vetro il cui interno non ha pareti fisse, è assoluta-
Con una facciata in vetro, i limiti fisici tra la struttura mente priva di corsetti ed è sorretta da strutture tubolari quasi biologiche.
e la città sono sfumati. Le facciate dell’edificio sono Dalla facciata trasparente sono state staccate solo poche lastre. Le colonne
pensate quasi come una pelle permeabile che lo av- possono essere posizionate in modo casuale e hanno un’espressione or-
volge. Morbida e delicata verso il viale principale, per ganica quando inclinate, sono paraboloidi iperbolici, quindi supportano
favorire un mutevole rapporto visivo del riflesso della meglio i carichi sismici orizzontali e centrano la gravità e le forze, che gli
luce e della vegetazione della passeggiata nel tempo. conferiscono un carattere di spontaneità e flessibilità funzionale.
Ogni lato del edificio ha una facciata diversa da ris-
ponde all’ambiente circostante. Jan Gehl nel suo libro
spiegare di soddisfazione che l’utente ha possedere
un edificio con bordi morbidi, questo trasmette sicu-
rezza e mettersi in gioco con la città. Inoltre, questo
genera di più attrazione per persone che transitano
quelle strade adiacenti.
PELLE
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Caratteristiche strutturale 3.1
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STRUTTURE DI ELEVAZIONE 1. pavimento galleggiante

Strutture orizzontali 2. calcestruzzo alleggerito


L’edificio conta con sette lastre (piani) e ciascuna ha uno spessore di (e=130mm)
80 cm.
I pavimenti sottili di lastre di acciaio, sono costituiti da una griglia di 3. piatto di accaio (20mm)
travi metallo saldato a due piastre anche metallico.
Questa griglia di Lamiera d’acciaio ha un organizzazione dentro a 4. solaio costituito da piastre in
nido d’ape e può esser visto anche sul soffitto. acciaio con camera d’aria(400
mm)

Il centro di massa non coincide con il centro di


rigidità. Poiché esiste un’eccentricità tra i due
centri, la struttura tende a produrre torsione, a
fronte di sollecitazioni orizzontali, motivo per
cui gli anelli d’angolo sono gli elementi struttura-
li che supportano detta rotazione torsionale nella
struttura. La variazione che ciascuno di essi ha
in termini di inclinazione degli elementi verticali
(tubi), varia per aiutare a resistere alla torsione
dell’assieme.

DIAMETRI SOVRAPPOSTI DI OGNI PILASTRO INCONTRO SOLAIO-PILAR


Per ottenere leggerezza, il cemento è escluso, il progetto doveva essere risolto con
una lastra di acciaio. Le piastre sono piastre strutturali in acciaio alveolare.
Il piano orizzontale costituito da una rete meta- L’armatura del solaio ha una forma a nido d’ape, progettata come i pilastri con meto-
TUBI SECONDARIO
llica che non presenta travi Può essere analizzato di computazionali, per raggiungere uno spessore irrisorio di 40 cm.
considerandolo come un elemento monotile. TUBI PRINCIPALI

Strutture verticali
Mutsuro Sasaki, ingegnere del progetto della biblioteca multimediale, ha iniziato a collaborare con Toyo-Ito da quel pri- La densità delle maglie dei pilastri dipende dagli sforzi da sopportare su ogni piano, ma in una visione globale ge-
mo schizzo davvero unico. L’idea che Sasaki ebbe quando vide lo schizzo, su come progettare la struttura, quali materiali nerano un effetto di rotazione piuttosto casuale. I telai sono stati costruiti da 120 mm a 240 mm di diametro con
potessero risolvere i carichi, ecc., aveva poco in comune con quello che passava per la mente dell’architetto. spessori da 10 mm a 30 mm. Questa rete mutevole di tubi si intreccia con i bordi dell’acciaio delle lastre stabilizza-
I tubi hanno subito modifiche rispetto alla competizione, quando erano immaginati come strutture immateriali a forma trici. Il centro è rilasciato.
di albero. Quell’immagine subì la sua prima trasformazione quando l’ingegnere Mutsuro Sasaki propose l’attuale strut- Ogni albero fornisce il trasporto verticale per le persone, la luce, l’aria, il suono o l’energia.
tura. Come dimostrato, le colonne mesh erano possibili solo come idea. La maggior parte delle risorse è stata investita I rinforzi sono saldati come nervature con le piastre superiore e inferiore. IL gli sforzi per resistere permettono allo
negli alberi d’acciaio, un connubio unico e complesso tra struttura e servizi, rigidità e fluidità. spessore totale di essere di 40 cm. Il nido d’ape in acciaio varia geometria e spessore a seconda degli sforzi. L’im-
In modo semplificato questo significa che l’architetto ha un’idea, una forma. I numeri lo “colpiscono” e viene creata una pianto della struttura non segue la geometria della piazza se non nella potente e significativa presenza delle grandi
forma migliore, più bella, più elegante, più economica, e ti dicono come crearla e quanto deve essere spessa. colonne angolari. Sembrano posizionati, quindi, per consolidare in qualche modo questo rapporto e fare in modo
che gli altri possano permettersi di farne a meno.

Schizzo dello studio Mutsuro Sasaki durante la


fase di offerta

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Caratteristiche strutturale 3.2
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STRUTTURE FONDAZIONALE Disegno materiali
L’Architettura della Mediateca è costituita da tre elementi principali: il pavi-
mento, il tubo e la pelle. Il sistema strutturale dell’edificio è costituito da due di essi, il
pavimento, che sono lastre metalliche, e i tubi, che sono colonne a forma di tubi com-
binati. La struttura delle planimetrie è costituita da celle con rinforzi annegati tra due
lastre di acciaio. In ogni punto delle piastre, la forza esercitata è diversa, motivo per cui
i rinforzi sono stati posizionati radialmente nei tubi. Le colonne sono realizzate in tubi
di acciaio, sono cave e hanno un diametro compreso tra 2 e 9 metri.

Indubbiamente il materiale scelto per la struttura è stato l’acciaio, consentendo


così una snellezza della parte strutturale, qualità necessaria per la ricerca della volatilità
dell’opera.

Quando si materializza l’edificio, ai tre elementi menzionati nella sezione pre-


cedente, la lamiera (pavimento), il tubo (colonna) e la pelle (facciata o parete esterna),
si aggiungono una serie di elementi come pareti, porte, ascensori , scale, ecc.
INTERPIANO SENZA TRAVI: Forma un piano rigido che resiste alle flessioni di taglio per le sollecitazioni orizzontali.
Le lastre e i tubi della soletta sono in acciaio. Anche i tubi sono ricoperti di
ANELLI: Svolgono la funzione di raccordo tra i tubi e di raccordo alla griglia metallica dei soppalchi. nelle colonne che resis- vetro. L’acciaio è stato dipinto di bianco per catturare la luce e sfocare il più possibile i
tono ai carichi gravitazionali, aiutano ad evitare l’informazione dei diversi tubi che si trovano in un’unica direzione. suoi contorni. “Si potrebbe dire che sono nati come elementi a grandezza naturale”.

ISOLATORE SISMICO: l’insieme strutturale dell’edificio, propone un supporto articolato dei colonni tubolari, separandosi Per quanto riguarda le facciate, la pelle esterna dell’edificio, quattro facciate e la
dalla struttura in calcestruzzo antisismico, tale separazione avviene attraverso uno strato di plastica assorbente. questo strato copertura, sono costituite da grandi schermi. L’altra facciata, che si affaccia su un’area
di materiale elastico assolve alla funzione di assorbire l’energia prodotta dalle onde p ed s che generano oscillazioni in caso di con olmi, è rifinita con una doppia pelle vetrata a cui sono fissate strisce orizzonta-
terremoto, tali oscillazioni possono generare risonanza nella struttura e provocare danni rilevanti, per questo motivo si cerca li, in modo da ottenere effetti di luce diversi in ogni momento al passaggio attraver-
di separare i periodi naturali del sisma da quelli della struttura, evitando di spostarsi nel resto dei livelli superiori. so le lastre di vetro. Sul tetto e sul lato ovest saranno posizionati schermi a forma di
lamelle. Il materiale costruttivo della facciata cambia ad ogni piano sul lato orienta-
A loro volta, i tramezzi del primo basamento sono distanziati millimetricamente dalla piastra orizzontale del piano terra in le e settentrionale. I fori sono realizzati in vetro o metallo trasparente e traslucido.
modo da smorzare i movimenti di oscillazione che si verificano.
TUBO DI ACCIAIO
FACCIATA CONTINUA
IN POLICARBONATO

ALLUMINIO 6061

TUBO DI ACCIAIO
VETRI TRASPARENTI
ALLUMINIO 6061
CALZESTRUZZO
SCHIUMA ISOLANTE
DEL PANNELLO RIGIDO
RETE DI SOLAIO
IN ACCIAIO

Per il calcolo dei pilastri sono stati inviati i dati in formato CAD alla Kawasaki Heavy Industries che si è occupata di
reperire i diametri e calcolare i punti di giunzione tra i solai, effettuando un’analisi esaustiva in tre dimensioni. Ogni
tubo in ciascuna giunzione tra i piani è unito con un’angolazione diversa. I cilindri in acciaio sono stati tagliati con
l’ausilio di un programma di calcolo.
Se trata por tanto de un edificio ligero y translúcido, una arquitectura de la luz Cabe destacar en este apartado la expo-
sición que realiza Toyo Ito sobre la Mediateca, a la que titula “blur”, que significa un estado ambiguo de límites difusos,
BASE E FONDAZIONI IN CEMENTO ARMATO ASSONOMETRIA
la borrosidad del contorno de las formas, una piel que permite mostrar el interior.

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Caratteristiche strutturale 3.3
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FRONTIERE ESTERNE VERTICALI
Ogni facciata è diversa dalle altre ed è difficile cogliere il senso di frontalità dell’edificio, sebbene non sia molto più piccolo di quello di Nîmes, che gode
peraltro di una posizione più privilegiata. Dal lato est si possono vedere lunghe prospettive su quello che è essenzialmente un semplice volume rettan-
golare di vetro. Sul lato ovest è presente uno schermo metallico esterno: per controllare l’aumento della temperatura interna, certo, ma anche come una
sorta di omaggio all’architettura. La parete frontale è una doppia ‘pelle’ di vetro, sulla quale sembrano tatuati i segni di un codice a barre.

Involucro trasparente
FACCIATA SUD:Grazie alla facciata trasparente, i rami degli albe-
ri sono collegati ai rami informativi. Con la facciata trasparente, ha
ottenuto il proprio riflesso del boschetto, raddoppiando la bellezza
del viale. La facciata è costituita da due schermi di vetro separati per
consentire la ventilazione. Durante il giorno lasciano entrare la luce
solare ma non direttamente grazie a una striscia traslucida su ciascu-
no dei pannelli posti tra le lastre.

Molto utile nei mesi invernali con forti venti. funge da barriera acus-
tica e da zona cuscinetto per ridurre il guadagno solare (tavola 2.2).

FACCIATA NORD ED EST: Piano per piano, la mediateca è un


susseguirsi di idee diverse, per avere un’idea completa è necessario
attraversare l’intero edificio. Lo stesso discorso si applica alle facciate
nord ed est, che si affacciano sul quartiere, le cui finiture sono diverse
a seconda dell’attività svolta all’interno.

CHIUSURA SUPERIORE
Il ponte superiore è costituito dalla stessa struttura in acciaio presente
nel resto dei piani, con un doppio ponte costituito da una rete in ac-
ciaio verniciato bianco, a cui arrivano i tubi.
Primo e settimo piano, Terzo e quarto piano, ri- Quinto piano,facciata Sesto piano, facciata in Si tratta di un tetto non transitabile, al quale arrivano i nuclei verticali
vetro trasparente. vestimento in alluminio in vetro sabbiato policarbonato. con la funzione di manutenzione

Involucro opaco
FACCIATA OVEST: Sul prospetto ovest, la necessità
di prevedere scale antincendio affittate allo sviluppo
di una struttura semitrasparente con un involucro
esterno rivestito da un telaio metallico verticale che
lascia intravedere le scale di emergenza.

FACCIATA NORD FACCIATA SUD FACCIATA EST FACCIATA OVEST

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Caratteristiche tecnologiche di involucro 3.4
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SISTEMA COSTRUTTIVO PROCEDIMENTO COSTRUTTIVO
Combinazione di elementi costruttivi necessari a
dare consistenza fisica ai volumi di progetto e alle
Procedimento costruttivo prefabbricato e montati in opera
loro caratteristiche morfologiche. Análisis cons- Una fondazione in cemento armato è un
tructivo de la fachada sur: elemento strutturale composto da una
miscela di cemento armato con un’arma-
1. Acristalamiento de vidrio templado laminado de 19 tura in tondino di acciaio.
mm de espesor. Questo conferisce maggiore solidità, re-
2. Fijaciones de acero inoxidable
sistenza e stabilità alla costruzione, viene
3. Barra de acero inoxidable
spesso utilizzato molto in zone sismiche.
4. Barra de tracción de acero inoxidable.
5. Rigidizador de vidrio templado laminado (e= 19mm). 1. Scava fino al livello delle fondamenta
6. Acristalamiento interior de vidrio templado (10 mm). 2. Eseguire l’impostazione della fonda-
7. Anclaje de acero inoxidable para vidrio zione. Lavori di scavo 04/1998 Smontaggio della gru a torre 01/2000
8. Rigidizador de acero 3. Scavo di trincee per l’impianto sani-
9. Placa de acero fijado mediante dos ángulos de acero. tario.

FONDAZIONE IN C.A
10. Rejilla de ventilación de acero galvanizado 4. Posizionamento del rinforzo delle
11. Angulo de acero fondazioni.
12. Protección solar 5. Realizzazione delle travi della platea
13. Construcción de cubierta de lámina impermeable, di fondazione (armatura superiore, infe-
aislamiento térmico 50 mm, hormigón aligerado 130
riore, staffe e armatura).
mm.
6. Svuotamento del cemento in loco, las-
14. Forjado formado de placas de acero con cámara de
aire 400 mm, placa de acero 25 mm. ciando il vuoto per gli tubi.
Lavori di fondazione 07/1998 Smontaggio della gru a torre 01/2000
15. Revestimiento de protección ignífuga.
16. Hoja abatible de ventilación. Per il calcolo dei pilastri sono stati invia- FRONTIERE ESTERNE VERTICALE
17. Tapa chapa de aluminio. ti i dati in formato CAD alla Kawasaki Uno dei punti più interessanti della costruzione
18. Sellado de silicona. Heavy Industries che si è occupata di dell’edificio è il fatto che l’edificio non ha travi, ad
19. Canalón de ventilación y calefacción. reperire i diametri e calcolare i punti di eccezione delle travi perimetrali in piastre di ac-
giunzione tra i solai, effettuando un’ana- ciaio fissate alla rete metallica del solaio.
lisi esaustiva in tre dimensioni. I cilindri Una delle funzioni di queste viti perimetrali è
in acciaio sono stati tagliati con l’ausilio quella di accedere alla pelle esterna del vetro.
di un programma di calcolo. La facciata principale, costituita da una doppia
L’armatura del solaio ha una forma a pelle di vetro temperato (spessore 19 mm), è sta-
TIPOLOGIA E CARATTERISTICA DEL CANTIERE nido d’ape, progettata come i pilastri con Posizionamento del solaio di livello inferiore 09/1998
metodi computazionali, per raggiungere
ta ipoteticamente realizzata in parti. In primo
luogo, la pelle interna, che a differenza della pelle
Il cantiere è misto, poiché l’unica parte della costruzione che viene eseguita direttamente in uno spessore irrisorio di 40 cm. esterna, non continua fino a quando non è cos-
cantiere è l’opera di fondazione, mentre gli altri pezzi sono stati costruiti in fabbrica (interi oa Inizialmente i pilastri della mediateca tituita da lastre che sono fissate alle parti interne
pezzi) e sono stati trasferiti in cantiere. dovevano essere un tutt’uno, fluire dal della soletta su ogni piano, mentre la pelle esterna
sottosuolo al punto più alto. Tuttavia, è servita da elementi di fissaggio in acciaio inossi-
ogni pilastro inizia e finisce in ogni sta- dabile. vetro (n° 1 nell’immagine sotto) e uno dei
bilimento, poiché non è stato possibile rinforzi di vetro stratificato in vetro float (n° 2).
spostare i tubi dalla fabbrica al luogo del
progetto.
STRUTTURA DI ELEVAZIONE

Si è tentato di dividere i tubi nel tentati- Posizionamento dei pilastri al quinto livello 10/1999
vo di fonderli successivamente ogni tre
piani, ma è stato necessario appoggiare
la soletta sui pilastri del piano preceden-
te. Se la soletta, spessa 40 cm, non fos-
se realizzata in questo modo, rischiava 1.
di subire deformazioni e, a sua volta,
deformare i tubi durante la loro posa. 2.
Pertanto, i pilastri sono stati realizzati in
sezioni successivamente trasferite e sal-
date in opera. Assemblaggio della maglia dell’ultimo livello 12/1999

SAPIENZA TECNOLOGIA DELL’ARCHITETTURA Prof.: Domenico D’Olimpio CARATTERISTICHE TECNICO-REALIZZATIVE


4.1
UNIVERSITÀ DI ROMA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA - A.A. 2022-23 CORSO DI LAUREA QUINQUENNALE UE Studenti: Cristina Martín Rosales
ASPETTI TECNOLOGICI INNOVATIVI E SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
Eredità culturale Nuclei Tecnologia
In relazione alla cultura giapponese, ci limiteremo a evidenziare il fa- Le instalazione della Mediateca, come l’ascensore, le scale, le tuba- L’opera si svolge nel contesto storico di inizio secolo, dove le tecnologie e l’informatica hanno
tto che, dopo la seconda guerra mondiale, la necessità di ricostruire il ture o le condutture energetiche, si trovano all’interno dei tubi. Per- cominciato a prendere parte alla vita quotidiana. Toyo Ito utilizza la tecnologia in tutte le sue
Giappone è stato un grande stimolo per l’architettura di questo paese, tanto, questi svolgono il ruolo di nuclei. Ma in più i tubi sono anche aree in questo edificio. Per struttura, design, ecc. Ma, inoltre, la tecnologia viene utilizzata per
raggiungendo livelli molto alti in termini di tecnologia e concezione conduttori di luce naturale, trasmettendola dalla coperta ai solai in- verificare la sicurezza strutturale.
formale. terni, rendendo luce e aria parte integrante dell’edificio stesso. Questo è uno dei progetti che incorpora gli ultimi progressi tecnologici che contribuiscono a
Le strutture in cemento e acciaio (come la mediateca) sono costruite in Toyo Ito utilizza qui l’energia naturale, rispettando così l’ambiente. ridurre al minimo il loro impatto sull’ambiente. Le tecniche digitali sono state un tema rico-
contrasto con l’architettura tradizionale giapponese. Inoltre, la libreria rrente per Toyo Ito, poiché secondo questo architetto siamo in un “movimento elettronico”,
multimediale fa riferimento al minimalismo giapponese. lasciando dietro di sé il “movimento meccanico moderno”.
Ad esempio, i cilindri in acciaio sono stati tagliati con l’ausilio di un programma di calcolo,
così come l’armatura della soletta a nido d’ape, progettata con metodi computazionali, per
raggiungere uno spessore irrisorio di 40 cm.
I pilastri che alla fine sostengono la mediateca sono di una complessità strutturale maggiore di
quanto originariamente proposto. È una sfida, un problema strutturale, che grazie alla mente
dell’ingegnere civile vede la sua soluzione attraverso le tecnologie del XXI secolo.
Lo spazio dell’edificio è progettato indirettamente per il cambiamento continuo, l’unico modo
possibile per comprendere la tecnologia. Con il continuo cambiamento comprendiamo alcuni
degli spazi, che vengono aggiornati man mano che le tecnologie evolvono e con multifunzio-
TEMPIO DEL PADIGLIONE D’ORO (1397), CONTRASTO TRA LA TRADIZIONALE ARCHITETTURA PUBBLICA PILASTRO CON ASCENSORE E SCALA ALL’INTERNO
nalità a seconda del tipo di evento.
Materiali Naturaleza
Influiscono invece i materiali, che nel caso della Mediateca sono per lo Un prisma di cristallo sostiene una foresta di alberi d’acciaio. Tredici SINTESIS DE LA OBRA
più materiali da costruzione riciclabili o riutilizzabili, poiché predomi- alberi sorreggono e sostengono sette piatti cavi. Sette lastre sollevano
Questo progetto è costituito da un’ampia raccolta di informazioni sulla Sendai Mediatheque,
nano il vetro e l’acciaio. Ed infine, come si è detto in numerose occasio- sette tipi di media culturali; Sendai Mediatheque si collega alla città at-
opera dell’architetto Toyo Ito, fortemente influenzato dal suo ingegnere strutturale Mutsuro
ni, si tratta di un edificio che non crea un forte impatto visivo sull’area traverso una pelle di vetro maculato. La natura ha ritrovato la via del
Sasaki. I lavori sono stati completati nel 2001, durante la fine del secolo, un periodo di rivo-
che lo circonda, inoltre, potrebbe essere considerato come un prolunga- ritorno.
luzioni tecnologiche che si riflettono in ciascuno dei livelli dell’edificio. Spazio multifunziona-
mento della strada in cui si trova. Nelle colonne si nascondono anche gli ascensori e le scale che consen-
le, capace di resistere ai continui cambiamenti legati alla rivoluzione tecnologica e capace di
tono la mobilità ai diversi livelli, quindi sono canali di comunicazione
resistere alle richieste sismiche di un paese come il Giappone.
Iluminazione così come nei tronchi degli alberi sono rifugio e passaggio per ogni tipo
I pilastri centrali portano luce naturale all’interno dell’edificio (vedi tav. di specie.
The Media Library è un’opera basata sulla metafora: l’acquario, l’idea delle onde, l’immagine
2.2). Al piano terra (piazza) una parte della facciata vetrata è completa- Si potrebbe dire che la mediateca abbia cercato di imitare la tecnologia
della foresta che Toyo Ito propone nel suo libro Escritos. Toyo Ito realizza un contenitore in
mente apribile, permettendo alla luce di passare liberamente ed elimi- più funzionale ed efficiente che si conosca: la natura.
vetro di 50x50 metri, alto 36 metri, con più piani e una serie di pilastri che lo attraversano
nando ogni limite tra l’esterno e l’interno.
dal primo all’ultimo. Si tratta quindi di una scatola trasparente in cui il liquido è sostituito
Al primo piano troviamo luci ad incasso come faretti che forniscono
dalla tecnologia, la più avanzata a suo tempo, che viene utilizzata sia all’interno che nella cos-
illuminazione generale. Nella biblioteca del terzo e quarto piano tro-
truzione dell’intera scatola. I solai sono divisi mediante l’utilizzo di acciaio e travi al centro a
viamo lampade a sospensione personalizzate da 150W con. Il settimo
“sandwich”, mentre i pilastri sono in tubolare metallico saldato.
piano è illuminato con luci fluorescenti mentre la luce naturale unita a
faretti illuminano la galleria al sesto piano
In totale sono 13 i pilastri che ricoprono la funzione di sostegno dell’edificio, ma racchiudono
Durante la notte i 13 tubi vengono illuminati per enfatizzare meglio la
anche altre importanti funzioni: alcuni sono patii verticali che fungono da lucernari, altri con-
struttura.
Mentre la visuale della mediateca di giorno è variabile e dipende da- Climatizazione
sentono la circolazione tra i diversi piani tramite scale e ascensori, altri ancora sono destinati
alla scarico, linee idrauliche ed elettriche.
ll’angolo con cui i raggi colpiscono la superficie vetrata, di notte ha Pensare ai pilastri come alberi è il più corretto, poiché oltre a evocare
un’immagine fissa. Durante la notte ogni piano proietta una luce di co- la loro forma, funzionano come questi organismi viventi. Contribuis-
lore diverso, simulando lo skyline di una qualsiasi città metropolitana. cono alla climatizzazione dell’edificio, la parte superiore permette l’in-
gresso della luce naturale e l’ingresso dell’aria mentre la parte inferiore
raccoglie l’acqua dalle correnti sotterranee, così come le foglie degli
alberi cercano la luce e le radici estraggono la appoggio a terra.
Inoltre, come spiegato in precedenza (tav. 2.2), la doppia facciata in
vetro permette una ventilazione naturale. Il secondo strato di vetro
funge da termocamino. Nella stagione estiva le bocchette poste in alto
permettono l’evacuazione dell’aria calda, mentre in inverno queste
bocchette vengono chiuse a formare una coperta termica vetrata.

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AMBIENTALE 5.1
UNIVERSITÀ DI ROMA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA - A.A. 2022-23 CORSO DI LAUREA QUINQUENNALE UE Studenti: Cristina Martín Rosales
• Sosa, Sergio (2013) , Mediateca de Sendai. Archiscopio
https://arquiscopio.com/archivo/2013/03/28/mediateca-de-sendai/

• Mancini, Daniele (2002) Sendai Mediateque: Hyperarchitecture. AIB-WEB


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• Toyo Ito, Deyan Sudjic. Un “cervello esteriorizzato”: Toyo Ito e la Mediateca di Sendai. Dall’archivio Domus (2023)
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• Jacob Fremderman, Precedent Study, Sendai Mediatheque. Toyo Ito (2019):


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• Sveiven, Megan. “Clásicos de Arquitectura: Mediateca de Sendai / Toyo Ito” [AD Classics: Sendai Mediatheque / Toyo Ito & Associates] 14 mar 2013. ArchDaily
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• Zeballo , Carlos : TOYO ITO: MEDIATECA DE SENDAI (28 mayo, 2008) . Tokio :
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http://www.toyo-ito.co.jp/WWW/index/index_en.html

SAPIENZA TECNOLOGIA DELL’ARCHITETTURA Prof.: Domenico D’Olimpio RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICHI E WEB


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