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LA VOLTA A STELLA SALENTINA

La volta a stella costituita da diversi elementi (nomenclatura), ognuno con una specifica funzione statica
ed una distinta conformazione geometrica:

1. i muri di piedritto : il piedritto un elemento architettonico verticale portante, che sostiene cio il
peso di altri elementi. Poich la sezione orizzontale del piedritto indeterminata, la colonna stessa e il
pilastro possono essere considerati casi specifici di piedritto (rispettivamente a base circolare e a base
quadrangolare o poligonale o mistilinea). Il termine si usa anche per indicare i sostegni sui quali
appoggia un arco.
2. le appese (elementi che partono dal muro di piedritto e generalmente sporgono da questo circa 5
centimetri, creando il caratteristico dente).
3. le unghie (lunghia una superficie triangolare con tre lati curvi).
4. la calotta (elemento finale di copertura delle volte a stella)
Questi elementi, realizzati in sequenza, com facile intuire dalla figura (vista assonometrica volta a
stella) hanno una diversa logica costruttiva ed un distinto compito nellequilibrio generale del sistema.
I muri in elevazione o piedritto sono di fondamentale importanza in un sistema voltato, in quanto
non solo assolvono alle funzioni di un comune muro di tamponamento, protezione degli agenti
atmosferici, isolamento termico ed isolamento acustico, ma hanno anche il compito di reggere la
spinta delle volte ed in funzione di essa il mastro muratore decide il loro spessore, determinato anche
dai piani che si sarebbero costruiti.
Realizzare una volta a stella significa non solo tagliare e collocare i conci a regola darte, ma
soprattutto garantirne la stabilit. La spinta prodotta da una volta una forza orizzontale applicata alla
sommit del muro, in corrispondenza dellimposta dellarco, per cui il muro pu essere soggetto ad
una rotazione verso lesterno, provocando quindi il crollo dellintero sistema. Riuscire a stabilire un
rapporto dimensionale tra lintensit della spinta e la misura dello spessore, per cui esso resti in piedi,
il problema principale che il mastro muratore deve risolvere.

Tale rapporto dimensionale pu cambiare a seconda delle condizioni che si possono verificare, come,
ad esempio, il tipo di arco con cui realizzata la volta a stella (gli archi acuti sono meno spingenti,
viceversa i sesti ribassati e soprattutto gli archi ellittici provocano forti spinte), oppure la presenza o
meno su qualche lato di altre volte per cui le spinte si possono, in certo modo, annullare
reciprocamente.
In tempi molto recenti, per ovviare a questi inconvenienti, si introdotto il cemento armato, utilizzato
in maniera tale da fargli assorbire parte della spinta, per diminuire lo spessore dei muri di piedritto
delle volte a stella.

LA CENTINA NELLE VOLTE A STELLA

La centina nelle volte a stella. La volta leccese ha dominato in modo incontrastato il campo delle chiusure
di copertura nel Salento: larte delle volte a stella arrivata ai giorni nostri grazie al sapere acquisito dai
maestri di un tempo, saggi depositari del significato intrinseco di questa tipologia di copertura, del materiale
tufaceo base da utilizzare in funzione delle soluzioni statiche da adottare, senza tralasciare gli aspetti
organizzativi, che includono anche le ragioni economiche e la distanza delle cave di estrazione. Da allora si
tramandato un sistema che occorre seguire passo dopo passo.
Il sistema usato dalle maestranze locali per costruire una volta a spigoli o volta a stella pu essere
rappresentato con una serie di operazioni, eseguite in successione nel tempo, partendo dal momento in cui i
muri di piedritto sono stati gi costruiti (I piedritti hanno uno spessore pari allincirca a della corda
dellarco che insiste su essi). La prima fase fondamentale per la volta a stella la preparazione della centina,
sostegno che in questo caso ha un ruolo singolare.
La parola centina deriva dal latino cingere, proprio per indicare una figura curvilinea lignea posta a sostegno
di una volta o di un arco per darne la forma durante la costruzione.

Operazione molto importante e fondamentale per la realizzazione di ogni elemento della volta il disegno su
un muro dellarco generatore della volta stessa, sul quale, si misurano i tagli e le curvature che ogni concio
deve avere e dal quale si ricava la furmata, cio la centina. In questo caso specifico una centina diversa
da quelle tradizionali: non si tratta infatti di una vera e propria cassaforma che riproduce lesatta
conformazione geometrica della volta, o dellelemento della volta, sulla quale vengono appoggiati poi i conci,

bens realizzata con stecche di legno dello spessore di 2 cm circa ed utilizzata solo per la costruzione delle
unghie, come semplice appoggio ai conci.
Se il vano da coprire rettangolare, le centine da costruire sono due. Una di esse deve adattarsi allaltra in
maniera

tale

che

le

sommit

di

tutte

le

unghie

raggiungano

la

stessa

altezza.

Pertanto, una volta fissata la forma madre, si ricava il sesto dellarco di corda minore che assume la
forma

necessariamente

gotica

si

prepara

la

relativa

centina

detta

forma

figlia.

Quando invece lambiente ha pianta quadrata, la forma figlia uguale a quella madre.
COSTRUIRE LE VOLTE A STELLA: PRIMI PASSI

Volta a stella. Siamo su un ipotetico cantiere, per costruire una volta a stella: ci sono gi i muri di piedritto
che sosterranno la copertura ed gi stato disegnato su un muro larco generatore della volta, dal quale si
ricava la centina. E il momento di predisporre i conci che serviranno a realizzare le appese.
Le appese sono costituite da un numero variabile di conci, stabilito dal mastro, in relazione allampiezza del
vano da coprire (luce). Questo elemento della volta non solo funge da contrappeso alla spinta delle unghie, ma
permette al tempo stesso una riduzione della luce dellunghia, diminuendo, di conseguenza, la spinta sui
piedritti.

Il primo blocco (corso) delle appese sporge rispetto al piedritto di circa 3-4 cm, formando il cosiddetto
dente.
Costruire le appese, si aumenta, attraverso il principio di carico, la stabilit dei piedritti e del terreno, rendendo
pi sicura la costruzione della volta.
Il taglio del concio viene eseguito in modo tale da assecondare, nella sporgenza, la curvatura dellarco. Questa
operazione avviene utilizzando il disegno dellarco realizzato precedentemente, dal quale si ricava appunto la
misura del taglio da apportare ad ogni concio.
Conci che, generalmente, sono polpetagni (25 x 25 cm) o palmatici (20 x 25cm).
Lultimo corso delle appese detto in gergo summarieddu termina a spalla per, impostare la prima serie
delle unghie che non partono dal piano di imposta dei muri di piedritto ma dallultimo corso delle appese.

Ultimate le appese, si continua la costruzione del muro fino ad unaltezza pari a quella delle arcate da
costruire. Questo utile sia per controbilanciare le appese in attesa della spinta, sia per dare modo, ai lati del
vano, di realizzare la cosiddetta tacca ti la palummedda , cos come la definivano i mastri di un tempo. Si
tratta di una intaccatura nel muro adiacente allarcata per una profondit di 5 cm circa, seguendo la forma
della centina: il concio poggia cos da un lato sullintaccatura, dallaltro sulla forma in legno.

A questo punto, possibile realizzare la centina (furmata), misurando la distanza tra gli ultimi conci delle
appese e la freccia che era stata decisa: tutto questo per realizzare le unghie della crociera.
Occorre posizionare la centina tra gli ultimi conci delle appese, ad una distanza dal muro di piedritto tale da
permettere ai conci costituenti il primo arco di essere posati da un lato sulla centina e dallaltro sullintaccatura
del muro.
Da qui si passa alla realizzazione dellimpalcatura che, oltre a sostenere gli operai serve coma base dappoggio
alla centina.

VOLTE A STELLA: ARCO, UNGHIE E CALOTTA

Volte a Stella: arco, unghie e calotta. Lopera va avanti. Costruite le appese e realizzata la centina, il
momento di dar vita al primo arco della volta a stella. La parte di volta compresa fra i pilastri viene eseguita
come una volta a botte e in gergo chiamata formata. Essa viene costruita prima delle unghie e poich,
generalmente, sostiene sovraccarichi rilevanti, si sceglie un materiale pi resistente (pietra gentile, carparo),
allo stesso modo dei piedritti.
I conci adoperati in questo caso hanno dimensioni di 25 x 30 cm.
Si passa quindi alla realizzazione dellunghia: le operazioni iniziano dagli appoggi verso il centro, si procede
per archi successivi, posizionati fino al limite della superficie di posa garantita dalla centina.
Dopo questa operazione, possibile togliere la centina e spostarla in avanti per realizzare larco successivo.
In realt, la centina viene predisposta per la costruzione dellarco dellunghia opposta, e cos in sequenza,
unitamente alle arcate dellaltro senso.
Rimuovendo contemporaneamente dei cunei di fissaggio, la centina scorre poi in avanti sulla direttrice di
sviluppo della volta a stella.

E bene tener conto che la profondit della sporgenza dellunghia varia in rapporto alle dimensioni
planimetriche dellambiente da coprire e che il vertice dellunghia o pizzuto un punto singolare, nel quale
la volta a stella presenta una minore resistenza per due motivi:
a) In quel punto i filari sono pi lunghi.
b) In quel punto maggiore il carico trasmesso della calotta.

La fase successiva la realizzazione della calotta: in sostanza, lo spazio a forma di stella a quattro punte
viene coperto con conci appoggiati ai bordi delle unghie e tagliati a spalla con filari disposti in senso
perpendicolare ai filari delle unghie.
Lungo la linea di appoggio della calotta stellare sulle unghie si crea quasi sempre un risalto di 3-4 cm di
altezza che serve unicamente a sottolineare, con notevole effetto di chiaro scuro, il disegno della volta ed a
mettere quindi in evidenza la costruzione della calotta eseguita in un secondo tempo. La calotta centrale,
costituita da una porzione di volta a vela, denominata in gergo coppula o coppatura.
A questo punto, manca poco allultimazione della volta a stella.
CONCIO DI CHIAVE: LA VOLTA A STELLA E COMPLETA

Concio di chiave per completare la volta a stella. Occorrono tre, quattro giorni per costruire una volta a
stella. Questa tipica copertura leccese, come ogni sistema voltato, viene ultimata attraverso il concio di
chiave.
La chiave di volta una pietra lavorata (o acconciata o concio) posta al vertice di un arco o di una volta
per adempiere a funzioni strutturali; chiude, con la sua forma a cuneo, la serie degli altri elementi costruttivi
disposti uno a fianco dellaltro ed quindi elemento indispensabile per scaricare il peso retto dallarco sui
pilastri laterali.
Gli Etruschi furono gli inventori della chiave di volta in quanto primo popolo del Mar Mediterraneo che
introdusse larco nelle costruzioni. Da loro i Romani appresero la tecnica, che sfruttarono abilmente in opere
come il Colosseo e gli acquedotti. In precedenza la chiave di volta era gi comparsa in Mesopotamia.

Il concio di chiave lultimo elemento inserito nella costruzione della volta a stella. il pezzo che permette
lincastro dellintero sistema e viene tagliato su indicazioni precise del mastro, il quale, dopo aver provveduto
al suo posizionamento, riempie gli spazi rimasti vuoti tra i conci, verso lestradosso, con frammenti sottili e
appuntiti di pietra chiamate scarde, forzandoli con forti colpi di mannara (una grossa scure) per far entrare
in carico larco.

Gli spazi tra i due conci successivi sono dovuti al fatto che le loro spalle a contatto, non combaciano in
maniera

perfetta.

Infatti

praticamente

impossibile

realizzare

tagli

cos

precisi.

La superficie di estradosso della volta viene infine portata in piano mediante una muratura di rinfianco
eseguita con pietrame e malta.

Chiusa la volta e collaudata, si curano altri aspetti riguardanti la costruzione: il terrazzo e la protezione
dallacqua, la pulizia dei giunti di malta (se la volta deve restare a faccia vista) e il perfezionamento delle
linee interne della volta.
Il lavoro nel cantiere ha dato i suoi frutti: il risultato quello di una volta a stella, realizzata secondo la
tradizione e la tecnica tipiche dei mastri salentini.

COSTRUIRE LE VOLTE CON LE PIETRE DI PUGLIA -PARTE I

Costruire volte con pietra di Puglia. La conformazione del sottosuolo della Puglia ha dato origine a tre tipi di
materiali utilizzati nelledilizia e, nello specifico, nella realizzazione delle volte a stella e delle volte a botte:
-I calcari compatti;
-I tufi calcarei (tufo pugliese);
-I tufi (tufo e pietra leccese).

Il tufo pugliese e la pietra leccese appartengono alla famiglia dei calcari ternari di origine sedimentaria
marina. Sono facilmente lavorabili e si adattano senza problemi alla squadratura in conci regolari con
superficie piana.
Il tufo pugliese rappresentato da una variet di tipi differenti in relazione al luogo di estrazione, al colore, al
grado di cementazione, alle caratteristiche fisico chimiche e meccaniche, cui corrisponde un diverso impiego.
Il carparo: variet resistente e di maggiore durezza, un tipo di roccia molto diffuso in Terra dOtranto, dal
colore giallastro (ne esistono variet tendenti al giallo scuro e al giallo-rossiccio); esposto agli agenti
atmosferici tende ad assumere una colorazione grigia pi o meno scura. Presenta una buona resistenza a
compressione e, pertanto, viene utilizzato nella costruzione dei piani inferiori degli edifici. In provincia di
Lecce il banco di carparo si trova a Gallipoli, Alezio, Tuglie fino ad arrivare a Parabita e Taviano. Altri banchi
isolati si trovano ad Alessano, Gagliano del Capo, Ortelle, Presicce, Botrugno e Acquarica. E largamente
impiegato nella costruzione di volte a botte e volte a stella.In relazione alle diverse caratteristiche fisicomeccaniche, questi materiali vengono classificati con denominazioni particolari:
Lo scorzo: si presenta meno resistente, permeabile e con tendenza a perdere la sua resistenza con il passare
del tempo, presenta una struttura di elementi grossolani costituiti da animali marini fossilizzati (briozoi,
molluschi, ecc.)
Il veritatiero o verdatiero: si presenta una grana fine ma anche minore resistenza.
Lo zuppigno: possiede una struttura granulosa, con presenza di ostriche, pettini e con una resistenza ancora
minore, presenta un colore giallo paglierino.
La mlica: si presenta a grana fine e con resistenza scarsa.

Il mzzaro: molto compatto con elevate resistenze meccaniche e con durezza che raggiunge quella della
pietra calcarea compatta, presenta un colore giallo-rossastro.
All interno delle cave, la stratificazione naturale la seguente: prima lo scorzo, in strati di circa uno-due
metri; poi il veritatiero seguito dallo zuppigno e, infine la mollica. Il cappellaccio della cava quasi sempre
costituito da mazzaro (In geologia, si definisce cappellaccio quella parte di materiale della cava che presenta
alterazioni, infiltrazioni o discontinuit rispetto alla roccia compatta sostanzialmente inalterata. Spesso questo
rappresenta la porzione superficiale della terra e di roccia in stato di decomposizione, sovrastante la massa
rocciosa sub affiorante).
Tenendo conto di questa classificazione, il mazzaro e il carparo hanno una compattezza e resistenza
meccanica di gran lunga maggiori rispetto agli altri materiali.
La pietra leccese, dal punto di vista petrografico, un calcare marnoso di colore giallo-paglierino costituito
da un impasto poroso, omogeneo e di grana fine. Chimicamente composta dal circa il 92-95% di carbonato
di calcio e per la restante parte da argilla. Si tratta di un materiale che rappresenta da secoli unimportante
materia prima, con cui architetti e maestri salentini hanno caratterizzato la costruzione di importanti edifici.
Con la pietra leccese sono stati infatti costruiti i pi importanti monumenti del barocco leccese, come piazza
Duomo a Lecce, la facciata di S. Croce. E numerose sono le volte a stella e le volte a botte degli edifici storici
e religiosi, realizzate con questo materiale.
Anche per la pietra leccese esiste unampia classificazione in relazione alle differenti propriet meccaniche. I
tipi pi noti sono: la Pietra Gentile o Leccisu, la Pietra di Cursi, la Bastarda, la Pietra Saponara, la
Leccese Mazzara, la Piromafo.
La Pietra Gentile: detta in gergo Leccisu caratterizzata da una struttura omogenea con grana assai fine
che consente una buona lavorabilit, presenta un colore giallo paglierino.
La Pietra Bastarda: detta in gergo Lecciso Bastardu con struttura a breccia e meno malleabile.
La Pietra Saponara o Salinara: molto tenera, facilmente sgretolabile, presenta un colore che tende al
bianco. Prende il nome dalla sua facilit di aggregarsi ai denti delle seghe. Di stratigrafia sottile, raccoglie
poca attenzione e impiego.
La Pietra Leccese Mazzara: simile al tufo mazzaro, presenta una struttura sabbiosa-argillosa e una durezza
e resistenza variabile anche allinterno del banco di cava.
La Pietra Pirumafu: con struttura omogenea, resistente alle temperature, presenta un colore grigio con
tendenza e riflessi verdastri. E utilizzata per rivestimento di forni a legna grazie alla sua resistenza alle alte
temperature e alla sua capacit di assorbire aromi dai fumi della legna. Alla caduta della temperatura, tali
aromi sono rilasciati impregnando il pane con il tipico profumo. Lo spessore di utilizzo compreso
generalmente tra i 15 e i 20 cm.

La Pietra Cucuzzara: strato presente in volumi ridotti; non ha caratteristiche tali da essere destinata a
lavorazioni di riguardo. Presenta molti residui marini ed difforme.

La Pietra Bianca: un calcare compatto di notevole durezza e quindi di difficile lavorazione usata per
opere stradali e per calcestruzzi.
La Pietra Gagginara: compatta e di colore chiaro oggi quella pi commerciale, anche in considerazione
che rappresenta, di solito, il 50% del banco di coltivo.
La Pietra di Cursi: di maggiore durezza e maggiore resistenza. Le coltivazioni pi conosciute si trovano
nella dorsale centro-est del Salento: le cave di maggiore importanza sono situate infatti nei terreni compresi tra
Melpignano, Cursi e Castrignano dei Greci.
Queste classificazioni sono importanti per comprendere la natura e le caratteristiche dei materiali da impiegare
nelledilizia e per realizzare le volte a stella e le volte botte. Si parte quindi dalla cava dove si verr estratta la
materia prima che dar vita a unopera darte.

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