Sei sulla pagina 1di 7

06 Cenni di Teoria della Viscoelasticit Lineare.doc Pag.

1 di 7
Corso di Teoria e Progetto di Strutture - 01GUYEM - 6 Crediti - II p.d.
A.A. 2007/2008 - Napoli/Sassone
06 Cenni di Teoria della Viscoelasticit Lineare
Introduzione
Il fenomeno della viscoelasticit (in inglese creep, in francese fluage)
riguarda alcuni materiali da costruzione, in primo luogo il calcestruzzo, in misura
minore legno, muratura e acciaio ad alta resistenza per cavi di precompressione
soggetto a stati tensionali elevati. E' un fenomeno che si differenzia dalle propriet
dei materiali di cui abbiamo parlato in precedenza, per il fatto che coinvolge anche la
variabile tempo. La viscosit pu infatti essere grossolanamente definita come:
l'aumento di deformazione che si verifica nel tempo in una struttura caricata. E' infatti
ben noto che nelle strutture in cemento armato le deformazioni, ad esempio le frecce
delle travi, crescono nel tempo, fino a diventare anche 2 o 3 volte pi grandi di quella
iniziale elastica.
In questo modulo didattico il discorso sar limitato alla viscosit del
calcestruzzo, dal momento che per questo materiale stata sviluppata in modo
dettagliato sia la teoria sia i procedimenti di calcolo. Bisogna per ricordare che il
calcestruzzo subisce anche un altro fenomeno che evolve nel tempo, distinto dalla
viscosit, che va sotto il nome di ritiro (in inglese shrinkage). La differenza sta nel
fatto che questa deformazione indipendente dal carico, anzi si verifica anche in
assenza di sforzi applicati. Inoltre il ritiro generalmente, salvo casi molto particolari,
di segno negativo, ossia corrisponde ad un diminuzione di volume che progredisce
nel tempo.
Anche se alcune teorie recenti tendono a considerare viscosit e ritiro come
due aspetti dello stesso fenomeno, pi che due fenomeni distinti, in questa dispensa
faremo riferimento alla teoria classica, che li considera separatamente.
Un terzo fenomeno, riscontrato frequentemente nelle strutture, il
rilassamento, che pu essere definito come la diminuzione di tensione che si
verifica nel tempo in una struttura artificialmente sottoposta ad uno stato di
deformazione imposta. E' per dimostrabile, come viene fatto nel seguito, che questo
comportamento il duale della viscosit, l'altra faccia della medaglia, per cos dire,
per cui la teoria della viscoelasticit lineare in grado di spiegare entrambi i
fenomeni.
06 Cenni di Teoria della Viscoelasticit Lineare.doc Pag. 2 di 7

Figura 1 Ponte sul Rio Sinigo (Alto Adige). Come si vede nella fotografia a
destra la deformazione cresciuta a tal punto nel tempo, da
provocare una cuspide nella mezzeria della travata, rendendo quasi
inutilizzabile il ponte.

Figura 2 Ponte nell'isola di Palau (Isole vergini). In questo caso la crescita
delle deformazioni nel tempo, dovuta alla viscosit, ha alterato il
comportamento ad arco del ponte fino a provocarne il collasso.
1. La definizione di viscosit
Se si prende una qualsiasi struttura in calcestruzzo, ad esempio una colonna
come in figura, ed applichiamo un carico costante nel tempo (cui corrisponde
internamente uno stato di tensione costante nel tempo) possibile constatare che la
struttura, dopo aver subito una deformazione elastica iniziale, continua a deformarsi
gradualmente nel tempo. Il legame tensioni-deformazioni, che normalmente
scriveremmo come un legame di proporzionalit elastica, almeno per tensioni non
troppo grandi, diventa un legame variabile nel tempo:
) t , t ( ) t ( ) t (
c
J
E
0 0

= = (1)
06 Cenni di Teoria della Viscoelasticit Lineare.doc Pag. 3 di 7
in cui viene introdotta, al posto del modulo elastico del calcestruzzo E
c
, la funzione
detta di compliance:
) t , t (
J
0
(2)
che esprime la deformazione al tempo t di un corpo viscoelastico, quando esso sia
soggetto ad una tensione unitaria = 1, applicata al tempo t
0
. E' importante notare
che l'origine del tempo t corrisponde alla nascita della struttura, ossia al momento in
cui il getto di calcestruzzo fa presa e il materiale, solidificandosi, acquista le sue
propriet strutturali. L'istante t
0
, in cui viene applicato il carico, dipende dalle modalit
di costruzione della struttura (disarmo del getto) e dal suo utilizzo (applicazione dei
carichi permanenti ecc.) che possono avvenire anche molto dopo il getto (mesi o
anni dopo).
Per meglio comprendere la situazione opportuno rappresentare la funzione di
compliance mediante un grafico: posto 0 il tempo in cui il calcestruzzo ha fatto presa
e t0 il tempo in cui viene applicata la tensione unitaria costante, il diagramma a
sinistra rapresenta la deformazione della struttura, composta di una parte istantanea

el
e del successivo incremento dovuto alla viscosit.

t t
0

el
J(t
0
, t
0
)

t t
0
1
J(t, t
0
)
Figura 3 - Definizione della funzione di compliance
Dal punto di vista dimensionale la funzione di compliance ha la forma di una
cedevolezza (l'inverso di una rigidezza) poich permette di calcolare la
deformazione a partire dalla tensione.
La deformazione iniziale al tempo t
0
, misurata nell'istante stesso in cui viene
applicata la tensione, non altro che la risposta elastica del materiale, per cui il
valore di J che esprime la deformazione dovuta ad un carico applicato in t
0
, misurata
nell'istante stesso dell'applicazione, coincide con l'inverso del modulo elastico:
c
) t , t ( ) t ( ) t (
E
J

= =
0 0 0 0
(3)
) t ( c
) t , t (
E
J
0
0 0
1
(4)
E' importante notare che il modulo di elasticit del calcestruzzo, a sua volta, non
un valore del tutto costante, ma cresce leggermente nel tempo mano amano che la
06 Cenni di Teoria della Viscoelasticit Lineare.doc Pag. 4 di 7
maturazione del conglomerato progredisce. Per questo nelle formule viene indicato
riferendosi all'et del calcestruzzo al momento in cui viene caricato.
Mentre il modulo elastico E
c
una propriet esclusivamente del materiale, la
funzione di compliance dipende sia dalle caratteristiche del materiale, (come la
resistenza) sia dai fenomeni che influenzano la maturazione dell'elemento strutturale
considerato (come l'umidit relativa, o la maggiore o minore "compattezza" della
sezione trasversale, ecc.). La funzione di compliance quindi, anche se esprime una
relazione fra tensioni e deformazioni, deve essere determinata guardando la struttura
nel suo complesso, piuttosto che pensando esclusivamente al materiale. Di
conseguenza questa funzione viene adoperata per descrivere il comportamento di
strutture o elementi strutturali come travi, colonne o travate da ponte, pi che essere
determinata una volta per tutte per il generico materiale calcestruzzo. Infine
importante sottolineare ancora una volta che i valori che la deformazione assume
dopo un certo tempo dipendono sia dall'et del calcestruzzo, ossia dal tempo t
trascorso a partire dal getto, sia dall'et di messa in carico, ossia dall'et t
0
che il
calcestruzzo ha al momento in cui viene applicato il carico. Il fatto che il
comportamento del materiale cambi in funzione della sua et detto
invecchiamento (in inglese aging).
2. La definizione di rilassamento
Un comportamento di tipo complementare, o duale, pu essere riscontrato se
invece di sottoporre il materiale ad uno stato di tensione costante nel tempo, lo si
sottopone ad uno stato deformativo costante nel tempo, come se lo pizzicassimo in
una morsa e lo lasciassimo bloccato l, senza pi stringere n allargare le ganasce.
In questa situazione il materiale si comporta nel tempo in maniera differente: mentre
la deformazione viene mantenuta costante, la tensione provocata dallo
schiacciamento iniziale diminuisce progressivamente, il materiale, mi si perdoni il
termine, si "ammoscia" senza che la sua forma cambi, tecnicamente si dice che si
"rilassa". La funzione di rilassamento che serve a descrivere questo fenomeno, pu
essere definita come: la diminuzione di tensione che si verifica nel tempo in una
struttura soggetta ad una deformazione impressa.
Anche in questo caso un digramma d'aiuto per comprendere il fenomeno:

t t
0

el
R(t
0
, t
0
)

t t
0
1
R(t, t
0
)
Figura 4 - Definizione della funzione di rilassamento
06 Cenni di Teoria della Viscoelasticit Lineare.doc Pag. 5 di 7
3. La viscoelasticit lineare - il principio di sovrapposizione
In eq. (2) abbiamo espresso la deformazione come prodotto della tensione
iniziale per la funzione di compliance. Questo significa che mentre l'evoluzione della
deformazione nel tempo regolata da curve del tipo di quella rappresentata in figura
1, la relazione fra deformazione e tensione di tipo lineare (proporzionale). In altre
parole, qualunque sia l'evoluzione della deformazione nel tempo, essa raddoppia se
si raddoppia lo stato di tensione e viceversa. Si tratta come sempre di una
semplificazione rispetto alla realt, che molto pi complessa, ma per valori della
tensione inferiori a 0.4 f
ck
, essendo f
ck
la resistenza a compressione del calcestruzzo,
si pu ritenere valida. Il fatto che deformazione e tensione siano proporzionali anche
nel caso di comportamento viscoelastico premette di calcolare la deformazione
differita (quella che progredisce nel tempo), attraverso una somma di contributi.
Assumiamo ad esempio che sia applicata una tensione crescente secondo un
certo andamento, come in fig. 3. Per determinare l'incremento di deformazione nel
tempo possiamo immaginare di suddividere la tensione crescente in una serie di
incrementi successivi, ognuno dei quali si mantiene costante, una volta applicato. Se
consideriamo separatamente ognuno degli incrementi, esso dar luogo ad una quota
di deformazione variabile nel tempo e data dall'eq. (2). L'applicazione del principio di
sovrapposizione consiste nell'affermare che la deformazione complessiva pari alla
somma delle deformazioni dovute ai singoli incrementi di tensione supposti, costanti:
) t , t (
n
i
) t , t ( ) t (
J
0 0
1


=
= (5)
e, con un passaggio al limite:

=
t
t
) ' t ( ) ' t , t ( ) t (
d J
0
(6)
oppure, tenendo separata la deformazione iniziale elastica:

+
+ =
t
t
) ' t ( ) ' t , t ( ) t , t ( ) t ( ) t (
d J J
0
0 0
(7)
06 Cenni di Teoria della Viscoelasticit Lineare.doc Pag. 6 di 7

t t
0

t t
0
J(t, t
0
)

2
t
1
t
2
t
1
t
2

(t)
t
J(t, t
1
)
J(t, t
2
)
Figura 5 - Applicazione del principio di sovrapposizione degli effetti
Ne consegue che, nota la storia di tensione (t), possibile ottenere per
integrazione la storia di deformazione.
In modo del tutto analogo si pu applicare il principio di sovrapposizione al
fenomeno del rilassamento, determinando l'evoluzione della tensione dovuta ad una
storia di deformazione impressa assegnata:
) t (
n
i
) t , t ( ) t (
i i
R

=
=
1
(8)
e, con un passaggio al limite:

=
t
t
) ' t ( ) ' t , t ( ) t (
d R
0
(9)
oppure, tenendo separata la deformazione iniziale elastica:

+
+ =
t
t
) ' t ( ) ' t , t ( ) t , t ( ) t ( ) t (
d R R
0
0 0
(10)
A partire da queste espressioni diviene allora possibile stabilire una relazione fra
viscosit e rilassamento, che quindi possono essere interpretati come due aspetti
diversi dello stesso fenomeno. Infatti, partendo dalla relazione (5) e assumendo che
la deformazione debba mantenersi costante, come nel caso di una deformazione
impressa, e assegnandole valore unitario, si ottiene:

=
t
t
) t , t (
) ' t , t (
' dR J
0
1 (11)
Un'equazione di questo tipo, in cui l'incognita R sta sotto il segno di integrale, si
chiama equazione integrale. Cercare la funzione incognita R, tale che sostituita
nell'equazione renda l'integrale pari a 1, equivale a determinare, sul diagramma di
06 Cenni di Teoria della Viscoelasticit Lineare.doc Pag. 7 di 7
figura 3-B una sequenza di incrementi di tensione tale da rendere la storia di
deformazione costante e pari al valore iniziale.
4. I principi della viscoelasticit lineare
Quando si passa dalla scala del materiale alla scala della struttura, diventa
importante indagare le conseguenze globali del comportamento viscoelastico. Un
importante contributo alla soluzione di questo problema dato dai tre principi della
viscoelasticit lineare, che si enunciano nelle forme seguenti:
1 principio della viscoelasticit lineare. In una struttura omogenea a vincoli
rigidi, soggetta ad un sistema di forze applicate, lo stato di tensione non modificato
dalla viscosit, mentre lo stato di deformazione evolve secondo la legge di viscosit;
2 principio della viscoelasticit lineare. In una struttura omogenea a vincoli
rigidi, soggetta ad un sistema di spostamenti impressi, lo stato di deformazione non
modificato dalla viscosit, mentre lo stato di tensione evolve secondo la legge di
rilassamento:
3 principio della viscoelasticit lineare. Se in una struttura omogenea a vincoli
rigidi si aggiunge un vincolo immediatamente dopo l'applicazione del carico, la
struttura, nel tempo, tende a raggiungere la configurazione corrispondente al caso in
cui il vincolo fosse stato presente fin dall'inizio.

Potrebbero piacerti anche