Sei sulla pagina 1di 6

“Focus - Via delle Industrie, 18/20 - 31050 Ponzano Veneto (TV). Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv.

in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1 DCB TV”

Anno XIV
Numero 46
Trimestrale
2009

senza spese di viaggio


senza assenze dal lavoro
FORMAZIONE TELEMATICA
EFFETTI DELLA VISCOSITA’ NEL
CALCESTRUZZO: IL SOLAIO PREFABBRICATO E
LA SOLETTA GETTATA IN OPERA
Matteo Felitti
Libero Professionista - studiotecnicomp@alice.it

1. INTRODUZIONE lità risolutive, basate su algoritmi numerici e su formulazioni


algebriche approssimate. Per questo secondo approccio il pro-
Il presente lavoro , che per ragioni di spazio si riportano
1
blema è trattato in dettaglio, valutando per una fra le tipologie
alcune note esplicative, tratta il problema relativo alla ridi-
di solaio alveolare più utilizzate nella pratica e per prefissati
stribuzione tensionale che si manifesta nelle sezioni di travi
valori dello spessore della soletta collaborante, la variazione
continue costituite da due parti reologicamente non omogenee.
nel tempo del regime statico assumendo la suddetta soletta
In particolare viene studiato il caso di solai alveolari prefab-
quale vincolo preesistente-posticipato. Si segnala, infine, la
bricati2 a cui viene, in tempi successivi, solidarizzata in opera
soluzione del problema che può essere perseguita introducen-
una soletta collaborante in calcestruzzo ordinario (Figura 1).
do il Modello di Dischinger.

2. LA VISCOSITA’ NEL CALCESTRUZZO


Gli effetti delle deformazioni differite (deformazioni vi-
scose) del calcestruzzo prodotte da uno stato tensionale devo-
no essere in linea di principio valutati con buona accuratezza
in quanto influenzano sia lo stato di sforzo che quello di defor-
mazione delle strutture in calcestruzzo armato e precompres-
so. Tale influenza è però differente in relazione alle tipologie
strutturali, alla natura delle azioni applicate nonché alle pos-
sibili variazioni di schema statico che si verificano nel corso
della vita e dell’utilizzo delle stesse strutture.
Allo scopo di poter individuare i casi in cui la viscosità
gioca un ruolo importante sul regime statico/deformativo del-
Figura 1 la struttura, è conveniente suddividere le strutture in omoge-
nee e non omogenee :
L’analisi a lungo termine di tali elementi rappresenta un
problema di particolare interesse pratico, la cui corretta solu- - si definiscono omogenee le strutture formate da un solo ma-
zione permette di effettuare la misura della sicurezza nella fase teriale avente in ogni punto le stesse caratteristiche elasto-
di esercizio in maniera affidabile. La soletta collaborante può viscose;
riguardarsi quale vincolo diffuso interagente con l’elemento - si definiscono non omogenee le strutture formate da più
prefabbricato ed il suo comportamento è quello di vincolo po- materiali aventi caratteristiche elastoviscose differenti (tali
sticipato relativamente al peso proprio strutturale mentre per disomogeneità possono sussistere nelle sezioni trasversali
le azioni applicate alla struttura già solidarizzata il compor- degli elementi strutturali o lungo il loro asse oppure nei
tamento della soletta è quello di vincolo preesistente. Viene vincoli esterni della struttura). Inoltre risulta comodo sud-
formulato in forma generale il problema relativo ad elementi dividere le azioni applicate in azioni statiche (forze) e geo-
non omogenei nelle sezioni trasversali, indicandone le moda- metriche (deformazioni o spostamenti impressi) e, per le
prime, possono considerarsi i due casi di vincoli preesistenti
1
Per consultare la versione integrale di tale articolo, dove sono riportati oppure posticipati rispetto alla loro applicazione. In virtù
tutti i passaggi matematici, si veda l’industria italiana del Cemento n. 853 delle distinzioni fatte, derivano le seguenti considerazioni
– maggio 2009 – pagg. 394-407.
2
Si tratta di un elemento ottenuto mediante un procedimento di estrusio-
riguardo al calcolo ed all’importanza degli effetti della vi-
ne. Possiede, insieme ad una buona capacità di adattamento alle diverse scosità sul regime di sforzo e deformazione nelle struttu-
esigenze progettuali, una elevata capacità autoportante. L’armatura è co- re in calcestruzzo. Alle strutture omogenee si applicano i
stituita esclusivamente dai cavi di precompressione. Il suo comportamento ben noti teoremi della viscosità lineare che sintetizzano il
taglio-resistente è affidato alla resistenza a trazione del calcestruzzo. comportamento viscoelastico di tali strutture. In particola-

22
re, il primo teorema della viscosità lineare afferma che in Operando con il metodo forze l’equazione di congruenza
presenza di azioni statiche il regime tensionale non subi- nel tempo si scrive:
sce variazioni nel tempo per effetto della viscosità rispetto
a quello valutabile in fase elastica, mentre si manifesta un [δ ( ) ( )]
incremento delle deformazioni che aumentano nel tempo in [ ( ) ( )] ( )
modo affine a quello calcolato in fase elastica. Il secondo
teorema della viscosità lineare afferma che in presenza di [3.1]
azioni geometriche lo stato di deformazione totale resta nel
tempo uguale a quello valutabile in fase elastica, mentre le
all’istante iniziale si ha:
tensioni decrescono in modo affine a quelle calcolate in fase
elastica. Infine in presenza di variazioni di schema statico e
di azioni statiche, si manifesta il cosiddetto riacquisto del
(
t = t0 → ϕ1 = ϕ2 = 0 → X 10 δ11(1) + δ11(2) = −δ10 (2) )
regime principale, in virtù del quale la struttura nel tem- da cui si ottiene la soluzione elastica del problema:
po tende a riacquistare, pur senza raggiungerlo completa-
mente, il regime statico che essa avrebbe avuto se tutti i δ10 (2) [3.2]
X 10 = −
suoi vincoli fossero stati preesistenti all’applicazione delle δ + δ11(2)
11
(1)

azioni (regime principale). Lo stato tensionale nelle strut-


ture omogenee è pertanto influenzato dalla viscosità solo Poniamo uguale a ω il rapporto tra i coefficienti di in-
nel caso di azioni di tipo geometrico o di vincoli postici- fluenza sezionali relativi alla soletta e alla lastra alveolare (per
pati. Nel primo caso si ha sempre diminuzione del regime X=1):
tensionale prodotto dal rilassamento del materiale, mentre
nel secondo caso tale regime può aumentare in alcune zone δ11(1) [3.2 bis]
ω=
della struttura e diminuire in altre rispettando ovviamente δ11(1) + δ11(2)
l’equilibrio globale fra le azioni applicate e le reazioni dei
vincoli preesistenti e posticipati. Al contrario in presenza di e sostituendo nella [3.1] si ha:
azioni statiche e di vincoli preesistenti la viscosità influenza
solo le deformazioni.
Quando si considerano strutture non omogenee i teoremi
[ ( ) ( )( )]
precedenti, nonché le conseguenze che da essi discendono, [ ( ) ( ) ( )]
non sono più applicabili e la risoluzione della struttura diviene
più complessa. In questi casi si rende necessario studiare de- da cui ricaviamo:
gli algoritmi numerici aventi validità generale. In alternativa,
come accennato in precedenza, si può ricorrere all’applicazio- 1 + χ 2ϕ 2 + ω ϕ 2 (1 − χ 2 ) − ϕ1 (1 − χ1 ) ]
[
X 1 = X 10
ne di metodi risolutivi approssimati, quali ad esempio i metodi 1 + χ 2ϕ 2 + ω ( χ1ϕ1 − χ 2ϕ 2 )
algebrizzati, che sostituiscono alla legge costitutiva viscoela-
stica di tipo integrale - equazione integrale di Volterra - una [3.3]
legge approssimata algebrica lineare in modo da ricondurre la
risoluzione della struttura a quella di un problema elastico in innanzitutto, per sezioni omogenee, si ha:
presenza di una deformazione impressa nota che tiene conto
approssimativamente delle deformazioni di origine viscosa ϕ1 = ϕ2 → χ1 = χ 2 → X 1 = X 10
accumulate nel materiale.
(primo teorema viscosità lineare)
3. ANALISI ED EVOLUZIONE DELLO STATO DI per sezioni con una parte elastica, si ha
TENSIONE
ϕ2 = 0
Si consideri lo schema per il calcolo delle forze di intera-
zione in Figura 2: (nel nostro caso consideriamo come parte elastica la lastra al-
SCHEMA ISOSTATICO veolare in quanto più vecchia della soletta)
g
quindi:
A L B

SEZIONE 1 − ωϕ1 (1 − χ1 )
cls 1 cls 2 Mg X 1 = X 10
H1 X1
1 + ωχ1ϕ1
X1
Introducendo il coefficiente viscosità del Modello di
o
X
H2 G Dischinger si ha:

Y ϕ = ϕ ∞ [1 − e − β ( t − t ) ]
0

Figura 2 considerando i due calcestruzzi e dopo semplici passaggi si

23
ottiene: δ11(1)
ω=
δ11(1) + δ11(2)
δϕ 2 δϕ1 ϕ∞ 2 − β (t
δt
=
δ t ϕ∞1
e
[ 01 − t02 )
] con

δ11(1) =
1 e δ11(2) =
1
+
e2
integrando primo e secondo membro e indicando con C (è E1 A1 E2 A2 E2 I 2
il termine di disomogeneità legato alla differenza di età e di
valore asintotico della deformazione viscosa) l’espressione in sostituendo nell’espressione di ω, si ha
parentesi, si ha:
1
ϕ2 = cϕ1 [3.4] ω=
E1 A1
1 1 e2
in particolare per C=1 si hanno le strutture omogenee e per + +
E1 A1 E2 A2 E2 I 2
C=0 si hanno le strutture con parte elastica (nel nostro caso
la lastra alveolare, avendo una stagionatura più lunga della 1
soletta). dividendo numeratore e denominatore per E1 A1 e ponendo pari
Ancora con riferimento al noto Modello di Dischinger e ri- a 0.85 il rapporto fra i moduli elastici dei due calcestruzzi, si
prendendo la [3.3], si ha: ottiene:
1
ω= ⇒
0.85 A1 0.85e 2 A1

X1
=
1+
c ⋅ ϕ1 − 1 + e
1 − e − cϕ1
− cϕ 1
+ω ⋅ [ 1− e − cϕ 1
(1 + c ⋅ ϕ1 ) − 1 − e (1 + ϕ1 )
1 − e − cϕ1
−ϕ 1

1 − e −ϕ 1 ] 1+
A2
+
I2
X 10
1+
c ϕ1 1 e − cϕ1
1 e − cϕ1 1 e −ϕ 1

[
ϕ 1 e−ϕ1 c ϕ1 1 e − cϕ1
+ω ⋅ 1
1 e− cϕ1 ] ω=
1+
1
0,85 ⋅120 ⋅ s 0,85 ⋅13,342 ⋅120 ⋅ s
+
[3.5] 1601, 6 157931

Per vincolo posticipato si ha: in definitiva, lasciano lo spessore della soletta come parame-
tro libero, si ha:
X 1 δ11(1) (1 + χ1ϕ1 ) + δ11(2) (1 + χ 2ϕ 2 ) ] = −δ10 (2)ϕ 2
[
1
ω=
sostituendo il termine χ, si ha: 1 + 0,179 ⋅ s

X 1 ω (1 + χ1ϕ1 ) + (1 − ω )(1 + χ 2ϕ2 ) ] = X 10ϕ 2


[ Facendo variare lo spessore s della soletta (2 cm - 4 cm – 8
cm), si ottengono i relativi valori di ω:
da cui si ricava:
ω=0,74 - ω=0,58 - ω=0,41
X1 c ⋅ ϕ1 A questo punto, con il modello di Dischinger, calcoliamo il
=
X 10
[ ]
− cϕ 1
c ⋅ ϕ1 − 1 + e ϕ − 1 + e−ϕ1 cϕ1 − 1 + e− cϕ1 coefficiente di disomogeneità C (rappresentato dal termine in
1+ +ω ⋅ 1 −
1 − e − cϕ1 1 − e −ϕ 1 1 − e− cϕ1 parentesi quadra) al variare dell’intervallo di tempo in giorni
( t01 − t02 ) = 15, 30, 60, 90, ∞
4. APPLICAZIONE NUMERICA
Consideriamo una lastra di solaio alveolare larga 120 cm
(figura 1) e avente le seguenti caratteristiche geometriche ed
inerziali:
δt
=
δ t ϕ∞1
e
[
δϕ2 δϕ1 ϕ∞ 2 − β (t 01 − t02 )
]
ϕ∞ 2
A = 1601,6 cm2 (area sezione) e ponendo pari a ϕ∞1 = 0,8 il rapporto tra i coefficienti di visco-
I = 157931 cm4 (inerzia sezione) sità alla Dischinger, e pari a β giorni-1 il termine che compare
come esponente.
e =13,34 = xs (eccentricità del baricentro rispetto al lembo
superiore della lastra) e una soletta collaborante di cui con- Sostituendo, quindi, nell’espressione precedente, si ricava il
sideriamo tre spessori teorici: termine C
S=2 cm – S=4cm – S=8 cm. C=0,74 - C=0,69 - C=0,59- C=0,51- C=0
Di seguito (come specificato precedentemente) indichia- Infine facendo variare i termini ω (in funzione dello spes-
mo con l’indice 1 il calcestruzzo relativo alla soletta e con sore della soletta) e C, tracciamo le curve che descrivono
l’indice 2 il calcestruzzo relativo alla lastra alveolare. l’evoluzione dello stato tensionale.
A questo punto calcoliamo il rapporto tra i coefficienti di Nelle pagine che seguono vengono riportati i grafici relativi
influenza sezionali ω attraverso la [3.2 bis], con una forza di alle funzioni X1/X10 (evoluzione dello stato tensionale) e della
interazione soletta – solaio pari a uno (Figura 2 ): funzione.

24
EVOLUZIONE DELLO STATO TENSIONALE PER
EVOLUZIONE DELLO STATO TENSIONALE VINCOLO POSTICIPATO

Evoluzione dello stato tensionale (w=0,74) Evoluzione dello stato tensionale per vincolo posticipato (w=0,74)
1,2 1
C1=1
0,9
1 C1=1 0,8
C2=0,74
0,7 C3=0,69
0,8 C2=0,74

X1/X10
X1/X10

C3=0,69 0,6 C4=0,59


C4=0,59 C5=0,51
0,6 C5=0,51 0,5
0,4
0,4 0,3
0,2
0,2
C6=0 0,1
C6=0
0 0

Coefficiente di viscosità (f1) Coefficiente di viscosità (f1)

Figura 3 Figura 6

Evoluzione dello stato tensionale (w=0,58)


Evoluzione dello stato tensionale per vincolo posticipato (w=0,58)
1,2
1
C1=1
0,9
1 C1=1
0,8 C2=0,74
C2=0,74 C3=0,69
0,8 C3=0,69 0,7
X1/X10

C4=0,59 C4=0,59
X1/X10

0,6
C5=0,51 C5=0,51
0,6 0,5
0,4
0,4
0,3

0,2 C6=0 0,2


0,1
0 C6=0
0

Coefficiente di viscosità (f1)


Coefficiente di viscosità (f1)

Figura 4 Figura 7

Evoluzione dello stato tensionale (w=0,41) Evoluzione dello stato tensionale per vincolo posticipato (w=0,41)
1,2 1
C1=1
0,9
1 C2=0,74
C1=1 0,8
C3=0,69
C2=0,74 0,7 C4=0,59
0,8 C3=0,69
C4=0,59
X1/X10

0,6 C5=0,51
X1/X10

C5=0,51
0,6 0,5
0,4
0,4 0,3
C6=0
0,2
0,2
0,1
C6=0
0
0

Coefficiente di viscosità (f1) Coefficiente di viscosità (f1)

Figura 5 Figura 8

25
FUNZIONE ω strutture e sezioni a comportamento reologico non omo-
geneo, Studi e Ricerche Vol. 8, 1986, Corso di perfeziona-
1 mento per le Costruzioni in Cemento armato F.lli Pesenti,
ω=
1 + 0,179 ⋅ s Politecnico di Milano.

w in funzione dello spessore soletta • M. Collepardi, Il Nuovo Calcestruzzo, Edizioni Tintoretto,


2006.
1,2

1 • M.L. Krasnov ed Altri, Equazioni Integrali, Libreria Italia-


0,8 URSS, 1982.
0,6
w

• L. Amerio, Analisi Infinitesimale, Vol. II, Di Stefano


0,4
Editore, 1970.
0,2
0 • F. Mola, A. Migliacci, Progetto agli Stati Limite del-
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 le Strutture in c.a.- cap. 8, parte seconda, Casa Editrice
s Ambrosiana, 2003.

Figura 9 • M. Felitti, Applicazioni di Scienza delle Costruzioni, centro


fotocopie Facoltà di Architettura di Napoli, 2000.
5. CONCLUSIONI
Dall’analisi dei grafici si possono trarre i seguenti risultati • G. Di Palma, Strutture iperstatiche piane : metodi analiti-
che hanno, in qualche modo, interesse nella pratica profes- ci di soluzione, centro fotocopie Facoltà di Architettura di
sionale: Napoli, 2003.
1. Evoluzione dello stato tensionale
per ω=0 → δ11(1) =0 → soletta rigida → assenza di ridi-
stribuzione
per ω=0 → δ11(2) =∞ → solaio infinitamente deformabile
→ assenza di ridistribuzione

2. Evoluzione dello stato tensionale per vincolo posticipato


per ω=0 → δ11(1) =0 → soletta rigida → massimo riac-
quisto
per ω=0 → δ11(2) =∞ per δ(1) qualsiasi → il vincolo solet-
ta è sempre rigido → massimo riacquisto.
Inoltre, con riferimento alla curva ω di fig. 9, si può con-
cludere:

a) se ω aumenta, lo spessore della soletta diminuisce e si


tende verso la massima ridistribuzione tensionale e il
minimo riacquisto;
b)
se ω diminuisce, lo spessore della soletta aumenta e si
tende verso la minima ridistribuzione tensionale e il
massimo riacquisto.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• F. Mola, Metodi di analisi di strutture in c.a. e c.a.p. a com-
portamento elasto-viscoso lineare, Studi e Ricerche Vol.
3, 1981, Corso di perfezionamento per le Costruzioni in
Cemento armato F.lli Pesenti, Politecnico di Milano.

• F. Mola, Analisi generale in fase visco-elastica lineare di

26

Potrebbero piacerti anche