Tensioni residue
1
Definizione delle tensioni residue
Concetti introduttivi
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Condizioni
di
equilibrio:
s dA 0 dM 0
Tipo I
Università del Salento
Tipo III
le tensioni residue intergranulari esistono all’interno di un
grano e non sono costanti in esso; sono essenzialmente
dovute alla presenza di dislocazioni o altri difetti cristallini
3
Genesi delle tensioni residue
4
Genesi delle tensioni residue
5
Esempi di tensioni residue
Le TR prodotte in un processo
di saldatura sono il risultato di:
tensioni termiche;
deformazioni plastiche.
Università del Salento
La tensione residua
longitudinale è caratterizzata da:
massima tensione
longitudinale nella regione di
saldatura sm;
larghezza b della zona
Tensioni residue
1
2 y / b2
y 2
sx y sm1 e
b
6
Tensioni residue da saldatura
Evoluzione delle tensioni residue in funzione della variazione di
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
7
Tensioni residue da saldatura
Distorsioni da saldatura:
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
dei pallini;
2a
T max.
0,47a
A 2. plasticizzazione degli strati
B sub-superficiali per effetto della
Z A/B pressione hertziana.
Compressione Compressione
- -
Tensioni residue
La proporzione volutamente
+ +
marcata dell'uno o dell'altro
Profondità Profondità
fenomeno dà origine ad una
distribuzione di tensioni residue
di compressione
9
Tensioni residue da tempra
Immaginiamo che il componente da
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
10
Tensioni residue da tempra
Poiché lo stato di deformazione e
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
è il coefficiente di espansione
termica e i pedici s e c indicano la
Tensioni residue
11
Metodi di misura delle tensioni residue
I metodi di analisi sperimentale si differenziano in base al
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Ultrasuoni Fotoelasticità
Metodi distruttivi
Metodo di rimozione degli strati Metodi combinati
Metodi di sezionamento
Tensioni residue
Metodi semi-distruttivi
Metodo del foro (rosetta forata) Metodo della misura
Metodo della cava anulare della durezza
12
Metodi non distruttivi
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
a) Ultrasuoni
b) diffrazione a raggi X
c) il metodo magnetico
Università del Salento
d) il metodo fotoelastico
Tensioni residue
13
Ultrasuoni
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Caratteristiche generali
Gli ultrasuoni sono onde meccaniche che consistono nella
oscillazione attorno alla posizione di equilibrio degli atomi o
delle molecole che costituiscono un mezzo.
Poiché sono onde meccaniche non possono propagarsi nel
Università del Salento
vuoto
Gli ultrasuoni si differenziano dai suoni esclusivamente per la
lunghezza d’onda caratteristica, che è superiore al campo
percepibile dall’uomo
Tensioni residue
14
Ultrasuoni
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Caratteristiche generali
Per caratterizzare un’onda ultrasonora è necessario definire i
seguenti parametri:
Direzione di propagazione
Direzione di oscillazione
Università del Salento
Lunghezza d’onda λ
Frequenza f
Velocità di propagazione V
Queste ultime sono legate dalla relazione:
Tensioni residue
15
Ultrasuoni
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Caratteristiche generali
Le possibili combinazioni di direzione di propagazione e di
oscillazione danno luogo a diverse tipologie di onde
ultrasonore.
Per convenzione, la velocità di propagazione è definita come
Università del Salento
Il secondo pedice - j-
indica la direzione di
oscillazione
Tensioni residue
Il primo pedice - i -
indica la direzione
di propagazione 16
Ultrasuoni
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Onde longitudinali
Le onde longitudinali o di compressione sono caratterizzate dal
fatto che la direzione di propagazione e di oscillazione
coincidono
Sono le onde più comuni e si trasmettono in tutti i mezzi
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V11 [m/s]
acciaio 6000
Tensioni residue
acqua 1500
aria 330
17
Ultrasuoni
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Onde trasversali
Le onde trasversali o tangenziali sono caratterizzate dal fatto
che le particelle del mezzo oscillano in un piano ortogonale alla
direzione di propagazione
Si trasmettono esclusivamente nei solidi e in fluidi
Università del Salento
estremamente viscosi
La velocità di propagazione caratteristica è denominata V21, V31
ed è all’incirca il 50% della V11
Tensioni residue
18
Ultrasuoni
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
19
Ultrasuoni
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
onde trasversali
Tensioni residue
20
Ultrasuoni
Onde di Lamb
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(flessionale)
La velocità di propagazione dipende in maniera complessa
dallo spessore della piastra e dalla frequenza di eccitazione
Tensioni residue
21
Ultrasuoni
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Misure di tensione
Le onde ultrasonore che possono essere utilizzate per la
misura dello stato tensionale in un corpo sono essenzialmente
due:
Onde longitudinali criticamente rifratte LCR
Università del Salento
tensionale esistente
22
Ultrasuoni
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
23
Ultrasuoni
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
24
Università del Salento
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Tensioni residue
Snell
=
Ultrasuoni
Legge di Snell
25
La rifrazione delle onde ultrasonore è governata dalla legge di
Ultrasuoni
= arcsin
Tensioni residue
26
Ultrasuoni
=
Tensioni residue
27
Ultrasuoni
∆
= ∆
Università del Salento
∆
=− ∆
Tensioni residue
L11 = coefficiente
acustoelastico
28
Ultrasuoni
29
Metodo fotoelastico
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30
Metodi magnetici
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
M=H
31
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Principio fisico
Condizioni di diffrazione:
la diffrazione si ottiene quando un reticolo cristallino viene
investito da raggi incidenti con un certo angolo θ
la lunghezza d’onda λ deve essere dello stesso ordine di
Università del Salento
32
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Principio fisico
In condizioni di diffrazione raggio incidente, raggio diffratto e
direzione normale giacciano nello stesso piano
Nel piano di diffrazione, l’angolo di incidenza della radiazione e
l’angolo di diffrazione coincidono: i = d
Università del Salento
33
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Legge di Bragg
Università del Salento
Tensioni residue
− =2 =2 34
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
35
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
36
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
37
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
=2 =
2
Differenziando la legge di Bragg si ottiene:
1
= − =− =−
2 sin 2
Tensioni residue
=−
38
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Δ =− ∙Δ
Università del Salento
Δ
′ = =− ∙Δ
Tensioni residue
39
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
40
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
41
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
48
Metodi diffrattometrici a raggi X
1+
′ = cos + 2 + sin − sin
1+
+ − + +
1+
+ + 2
Tensioni residue
49
Metodi diffrattometrici a raggi X
− +
− 1+
′ = = sin − +
Università del Salento
ℎ=− +
51
Metodi diffrattometrici a raggi X
’33
1+
=
Università del Salento
1
m s
E
sen2
ℎ=− +
h s 1 s 2
E
Tensioni residue
1+ 1+
= = ( cos + 2 + sin )
1+ 1+
= = = ( cos + 2 + sin )
ℎ=− + ℎ=− +
Tensioni residue
NOTA
Per cambiare l’angolo Φ
basta cambiare l’orientazione
del provino nel
53
diffrattometro
Metodi diffrattometrici a raggi X
Diffrattometro a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
componenti fondamentali
1) generatore a raggi X;
2) rivelatore di raggi X;
3) goniometro a testa mobile;
4) sistema di posizionamento e
Università del Salento
movimentazione provini;
5) sistema di raffreddamento;
6) sistema di controllo e acquisizione;
7) software di elaborazione.
Tensioni residue
Esempio di diffrattometro a
raggi X per la misura delle 54
tensioni residue.
Metodi diffrattometrici a raggi X
Diffrattometro a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
55
Metodi diffrattometrici a raggi X
Esempio di spettro di misura di diffrazione a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
56
Metodi diffrattometrici a raggi X
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
57
Metodi diffrattometrici a raggi X
58
Metodi distruttivi
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
59
Metodi di rimozione degli strati
Metodo di Stäblein
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
trave
Rimuovendo alcuni strati superficiali, si rilasciano le tensioni
residue e le superfici di taglio si deformano.
La rimozione degli strati può essere eseguita mediante
lavorazione meccanica, chimica o elettrochimica.
Tensioni residue
60
Metodi di rimozione degli strati
Metodo di Stäblein
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
1 strati.
Formule analoghe più semplici si applicano nel caso delle
piastre
61
Metodi di rimozione degli strati
Metodo di Sachs
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
62
Metodi di rimozione degli strati
Metodo di Sachs
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
E dL E S1 S
sl S1 S L sr C
1 2 dS 2 2S
Università del Salento
1
E dC S1 S
sc S S C
1 2
1
dS 2S
essendo:
L l c C c l
Tensioni residue
E sd
sl
1 2 2L2
Tensioni residue
64
Metodi di sezionamento
Tensione circonferenziale:
E s 1 1
Università del Salento
sc
2 D
1 0 D1
Tensione longitudinale:
E s d
sl
1 2 L2
Tensioni residue
65
Metodi semi-distruttivi
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
ER ER ER
Tensioni residue
66
Metodi semi-distruttivi
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
67
Metodo
Metodidella cava (cenni)
semi-distruttivi
68
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
69
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
A0 B0
i s 1 s 2 s 1 s 2 cos 2 i
E E
A0 e B0 sono due costanti che dipendono dalla geometria
della griglia e dalla distanza delle griglie dal centro del foro
Tensioni residue
70
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
2a d
r1
Tensioni residue
r2
2 2
2
a r1 1 r 2 r
A0
1 a
r1 B0 2
a
1 1
1
2 r r r r
1 2 2 r1 r2 r2 71
1 2
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
A0 B0
i s 1 s 2 s 1 s 2 cos 2 i
E E
Tensioni residue
72
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
73
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
74
(a) geometria della rosetta generica; (b) geometria della rosetta
rettangolare
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
A0 B0
a s 1 s 2 s 1 s 2 cos 2g
Tensioni residue
E E
A B
b 0 s 1 s 2 0 s 1 s 2 sin 2g
E E
A0 B0
c s 1 s 2 s 1 s 2 cos 2g 75
E E
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
E
c a
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
cos 2 g
2 B 0 s1 s 2
E
Risolvendo il sistema con s1 s 2 a c
incognite s1, s2 e g: 2A 0
E
sin 2 g a 2 b c
Università del Salento
2 B 0 s1 s 2
E
s1 s 2 c a 2 a 2 b c 2
2B 0
E
s 1, 2 a c E c a 2 a 2 b c 2
4 A0 4 B0
Tensioni residue
E
s 1, 2 a c E C 2 S 2
4 A0 4 B0
sin 2 g a 2 b c S
tan 2 g
cos 2 g c a C
76
Metododella
Metodo dellarosetta
rosettaforata
forata(ASTM
(ASTME837)
E837)
Limitazioni ed estensioni
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
77
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
s1
a As Bs
E As
E
a c
Tensioni residue
s1 2s 1
b As E
E Bs a c
s1 2s 1
c As Bs
E
78
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
1
Ae a
2E
1
Be b
Tensioni residue
2E
a e b sono coefficienti adimensionali e indipendenti dal
materiale, tabulati in funzione della geometria e della rosetta.
79
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
Eccentricità foro-rosetta
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
80
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
Eccentricità foro-rosetta
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
A B C
' (s1 s 2 ) cos 2 sin 2 (s1 s 2 )
E E E
A0, B0 e C0 dipendono
dalla rosetta e dai valori
di eccentricità del foro
Tensioni residue
81
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Eccentricità foro-rosetta
L’errore dovuto all’eccentricità aumenta al diminuire delle
dimensioni della rosetta, per rosette simili e a pari
eccentricità assoluta;
Università del Salento
82
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
83
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
= ( )
Tensioni residue
84
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
misure inaccettabili
Tensioni residue
= ( )
85
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Fornisce risultati accurati fino a valori pari a 0.9 volte il valore dello
snervamento, con un errore massimo del 5%
86
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
La foratura ad alta velocità ha la caratteristica di non modificare
lo stato tensionale all’interno nel materiale: con tale tecnica
infatti non vengono indotte tensioni residue durante la foratura.
• turbina ad aria
compressa che ruota a
400000 rpm,
Università del Salento
• fresa al carburo di
tungsteno
Tensioni residue
87
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
1-RY61-1.5/120S
Università del Salento
Tensioni residue
indicazione delle
deformazioni misurate in
funzione dello spessore;
dati sulla profondità,
velocità della fresa,
numero di step….
Università del Salento
89
Università del Salento
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Tensioni residue
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
90
Università del Salento
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Tensioni residue
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
91
Metodo della rosetta forata (ASTM E837)
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
100
Università del Salento
provinoW=65mm
200 provinoW=90mm 0
provinoW=90mm 0 5 10 15 20 25 30
150 Distanzadall'assedel cordonemm
-50
100
Tensioni residue
50
-100
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45
Distanzadall'assedel cordonemm
-50 Tensioni residue
longitudinali nel provino
-100
largo 65mm.
92
Confronto tra giunti di diversa larghezza.
Metododella
Metodo dellarosetta
rosettaforata
forata(ASTM
(ASTME837)
E837)
R. Nobile – Progettazione Assistita e Meccanica Sperimentale
Altri esempi di applicazione:
Università del Salento
93