Sei sulla pagina 1di 8

TRATTAMENTI MECCANICI

• di Marco Boniardi*, Mario Guagliano*, Andrea Casaroli*, Riccardo Andreotti*, Filippo Ballerini*
*
Politecnico di Milano, Dipartimento di meccanica

FORGIATI DI GRANDI DIMENSIONI:


PROBLEMI DI TEMPRA
PRESENTIAMO UNO STUDIO, BASATO ANCHE SULLE SPECIFICHE COMPETENZE MATURATE NELL’AMBITO
DEL DIPARTIMENTO DI MECCANICA DEL POLITECNICO DI MILANO, CHE HA IL PREGIO DI STUDIARE IL
PROBLEMA DEL TRATTAMENTO TERMICO DI PEZZI DI GROSSE DIMENSIONI OTTENUTI PER FORGIATURA;
ARGOMENTO IN MERITO AL QUALE I DATI DISPONIBILI SONO ASSAI CARENTI E MOLTO INFLUENZATI DALLE
REALI CONDIZIONI SPERIMENTALI DEL TRATTAMENTO ESEGUITO.

L
a fabbricazione di generatori di po- sistono, tuttavia, difficoltà legate alla neces- qualsiasi cambiamento introdotto, sia esso
tenza e grandi apparecchiature per sità di contenere gli stati di tensione e de- di materiale, dimensione, di gestione del ci-
la trasmissione di momenti torcen- formazione residui. In particolare la fase del clo di raffreddamento, ecc.
ti o, comunque, di moti rotatori, ha trattamento di tempra comporta inevitabil- Nel corso degli anni si sono, quindi, intensi-
come presupposto l’utilizzo di alberi mente un eccessivo stato tensionale che ficati notevolmente gli sforzi volti a consen-
di grosse dimensioni in acciaio de- può essere indicato come la principale cau- tire lo studio su base numerica/modellistica
bolmente legato, la cui produzione sa dello stato finale di tensione e deforma- delle più svariate problematiche dell’inge-
ha subìto di recente un significati- zione: ciò è dovuto ad una non uniforme gneria. Tra queste una posizione senz’altro
vo incremento. A causa dello spe- distribuzione della temperatura e della tra- di primo piano riguarda i trattamenti termici
cifico settore di impiego, a tali componen- sformazione dei costituenti strutturali lun- [2]. La possibilità di simulare il trattamento
ti sono richieste caratteristiche meccaniche go la sezione del componente [1]. In passato termico di pezzi di qualsiasi dimensione, dal
ben precise quali la tenacità e la resistenza gli stati “finali” del materiale erano studiati provino da laboratorio al forgiato di acciaie-
a fatica; l’ottenimento di queste prerogati- esclusivamente su base sperimentale; ma ria, ha fatto intravedere traguardi un tempo
ve è subordinato a una conduzione ottima- tale impostazione, benché accurata, è as- impensabili. Si pensi, infatti, alla possibilità
le dei comuni trattamenti termici a cui ven- sai lunga e laboriosa; in aggiunta, i risulta- di gestire e modificare con rapidità tutte le
gono sottoposti questo genere di prodotti. ti di questi studi non consentono di preve- variabili che governano il problema: le tem-
Nella conduzione di questi trattamenti per- dere immediatamente gli effetti dovuti a un perature iniziali e finali, il tempo di manteni-

1 2
Trattamenti e Finiture giu gno 2013

34
4

mento, la modalità di spegnimento, le di- Figura 4 -


Discretizzazione
mensioni dei componenti in gioco, ecc. agli elementi finiti
Ma, forse, il più importante traguardo rag- dell’albero di “taratura”
(a) e dell’albero
giunto è quello di poter prevedere con no- “reale” (b). Grazie
tevole accuratezza che cosa comporterà all’assialsimmetria
del pezzo, si è potuto
il trattamento eseguito sulle caratteristi- trattare il problema
che finali del pezzo [3]. Se questa possibi- come se fosse
bidimensionale.
lità può apparire di secondaria importanza
quando si parla di un provino da laboratorio,
essa acquista il carattere di informazione
insostituibile quando a subire il trattamento
è un grosso semilavorato di acciaieria [4]. ge di raffreddamento delle varie sezioni del mento delle varie sezioni dell’albero quin-
Tuttavia, la simulazione di un qualsiasi trat- componente stesso (vedi figura 1). Le cur- di, sovrapponendo a queste le curve di tra-
tamento termico senza poter disporre di ve di raffreddamento sono state ottenute sformazione anisoterma (o curve CCT) del
dati sperimentali di confronto, rischia di es- dalle indicazioni fornite dalle termocoppie materiale in oggetto, sono stati individua-
sere un’operazione di esclusivo interesse inserite in opportuni punti “critici” del pez- ti i costituenti strutturali dell’acciaio dopo
teorico, benché rimarchevole se la si valu- zo: sulla base di queste indicazioni è stato tempra ed è stato calcolato lo stato tensio-
ta dal punto di vista meramente numerico. “tarato” il modello ad elementi finiti. nale residuo del componente.
Il presente lavoro, basato anche sulle spe- In particolare, a partire dalle leggi di raf- Si noti come l’albero “di taratura” abbia
cifiche competenze maturate nell’ambito freddamento sperimentali relative alle di- dimensioni geometriche minori rispetto
del Dipartimento di Meccanica del Politec- verse termocoppie, si sono ricavati i valori all’albero “reale” ed abbia una forma net-
nico di Milano [5, 6], ha il pregio di studia- corretti dei coefficienti di scambio termi- tamente semplificata; tuttavia le masse dei
re il problema del trattamento termico di co convettivo fluido/solido da introdurre due alberi restano ragguardevoli e la con-
pezzi di grosse dimensioni ottenuti per for- nel calcolo numerico, al fine di ottenere duzione del trattamento di tempra compor-
giatura; argomento in merito al quale i da- una simulazione accurata delle stesse leggi ta analoghi problemi legati alle condizioni
ti disponibili sono assai carenti e molto in- di raffreddamento [7]. Una volta verificata di scambio termico a fronte di masse me-
fluenzati dalle reali condizioni sperimentali l’attendibilità dei risultati acquisiti, le infor- talliche di notevole entità.
del trattamento eseguito. mazioni ottenute sono state utilizzate per
la seconda parte del lavoro. Materiale
Parte sperimentale È stato quindi simulato il trattamento termi- L’acciaio utilizzato per la realizzazione sia
Premessa co di un componente effettivamente desti- dell’albero “di taratura” che dell’albero “re-
L’attività sperimentale si compone di due nato alla produzione industriale (d’ora in poi ale” è, chiaramente, il medesimo e la sua
parti distinte. Innanzitutto è stato realizza- chiamato albero “reale”), anch’esso realiz- composizione chimica nominale è mostra-
to per forgiatura un primo componente di zato per forgiatura (vedi figura 2). La simu- ta in tabella 1. Sempre per tale acciaio so-
prova (d’ora in poi chiamato albero “di ta- lazione ad elementi finiti ha permesso di no state ricavate con metodo dilatometri-
ratura”), mediante il quale dedurre la leg- ottenere, dapprima, le curve di raffredda- co le curve di trasformazione anisoterma

Trattamenti e Finiture g iug no 2013


Figura 1- Caratteristiche geometriche e dimensionali
dell’albero “di taratura” con l’indicazione della posizione
delle termocoppie T1, T2, T3, T4 e T5 e la numerazione dei
relativi nodi associati ad esse.

Figura 2 - Caratteristiche geometriche e dimensionali


dell’albero “reale”

Figura 3 - Curve di raffreddamento dell’albero di


“taratura” nei punti indicati in figura 1, misurate con le
termocoppie T1, T2, T3, T4 e T5.

35
TRATTAMENTI MECCANICI
5 6

dell’austenite (curve CCT). Le caratteristi- all’atto dell’immersione del pezzo nell’ac- ta infatti fortemente dipendente dalla tem-
che fisico/meccaniche dell’acciaio sono sta- qua di raffreddamento. Tale approssimazio- peratura [10,11,12], ed il suo andamento è
te tratte da [8]. ne non appare priva di fondamento poiché, difficilmente approssimabile da una costan-
effettivamente, pur trattandosi di alberi di te. Sfruttando la relazione 3.1 è stato pos-
L’albero di “Taratura” notevole ingombro e peso, la loro immer- sibile ricavare i valori di h in funzione della
L’albero “di taratura” é stato sottoposto al sione nella vasca di raffreddamento avviene temperatura delle termocoppie superficia-
seguente ciclo di tempra: in tempi dell’ordine della decina di secondi. li applicate all’albero di “taratura”. Inseren-
- riscaldamento fino alla temperatura di 950 Grazie all’assialsimmetria del pezzo, inoltre, do, poi, tale valore all’interno del codice di
°C; si è potuto trattare il problema come se fos- calcolo (ABAQUS® nella fattispecie) si so-
- mantenimento a tale temperatura per cir- se bidimensionale; in conseguenza il nume- no ricavate le curve di raffreddamento, che
ca quindici ore. ro di elementi che compongono il modello confrontate con quelle misurate dalle termo-
- spegnimento fino a temperatura ambiente si è molto ridotto e, con questi, anche i tem- coppie, hanno permesso di valutare la bon-
(25 °C) in acqua fortemente agitata (al mo- pi di calcolo (Figura 4). tà dei valori di h calcolati in precedenza.
mento dell’immersione del pezzo, il mezzo La difficoltà maggiore incontrata nel simula- Procedendo iterativamente è stato possi-
temprante si trovava a 30 °C). re il trattamento, è stata quella di compren- bile determinare i valori delle costanti “a” e
L’andamento delle curve di raffreddamento, dere quale fosse il modello migliore da adot- “b” che minimizzavano lo scarto fra le cur-
rilevato dalle termocoppie applicate al pez- tare per realizzare le condizioni di scambio ve di raffreddamento reali e quelle simulate
zo, è riportato in figura 3. termico convettivo fluido/solido. Benché per via numerica.
fosse possibile utilizzare un coefficiente di
La simulazione dell’albero scambio termico convettivo (h) costante [2],
 ρ ⋅ V ⋅ cp (T)   T – Tamb 
di “Taratura” si è scelto di adottarne uno variabile in fun- h(T) =   ⋅ log 
 S⋅t   Ts – Tamb 
La simulazione del trattamento è stata con- zione della temperatura [9]. Durante l’esecu-
dotta ipotizzando la condizione semplificati- zione di un trattamento termico di tempra con
va della mancanza di un transitorio termico su componenti di grandi dimensioni, h risul-
Trattamenti e Finiture giu gno 2013

36
9
10

Figura 5 - Andamento del coefficiente di convezione termica h in funzione della


temperatura superficiale dell’albero di “taratura”.
cp (T) = a ⋅ T + b
dove Figura 6 - Correlazione tra le curve di raffreddamento misurate sperimentalmente
(termocoppie T1, T2, T3, T4 e T5) e quelle ricavate attraverso l’analisi ad elementi finiti
ρ : è la densità dell’acciaio con cui è realiz- (nodi 6001, 1031, 47001, 37321, 56921) per l’albero “di taratura”.
zato il pezzo forgiato
V : è il volume del pezzo forgiato Figura 7 - Andamento delle curve di raffreddamento lungo la sezione ϕ = 1290mm
dell’albero “reale”
cp (T) : è il calore specifico dell’acciaio in fun-
zione della temperatura Figura 8 - Andamento della temperatura all’interno dell’albero “reale” dopo 10min,
S : la superficie del pezzo forgiato a contat- 100min, 200min e 400min dall’inizio del trattamento termico di tempra.

to con il mezzo di raffreddamento Figura 9 - Sovrapposizione delle curve di raffreddamento alle curve CCT dell’acciaio
t : l’istante temporale considerato utilizzato (sezione ϕ = 1290 mm, albero “reale”)
T : la temperatura misurata dalle termocop-
Figura 10 - Andamento della deformazione in funzione della temperatura. Da tale
pie superficiali in corrispondenza dell’istan- grafico, ricavato tramite metodo dilatometrico, è possibile determinare il coefficiente
te temporale considerato di dilatazione termica, pari al coefficiente angolare di ogni segmento di retta. Si
nota come per l’acciaio in esame, raffreddato con la legge più drastica riscontrata
Tamb : la temperatura iniziale del mezzo di raf- all’interno del pezzo, si abbia formazione di sola bainite e come il coefficiente
freddamento di dilatazione termica sia pari a 2.5·10-5 C-1, fintanto che si rimane nel campo
Ts : la temperatura iniziale del pezzo forgiato dell’austenite, per poi assumere il valore di -2.6·10-5 C-1, durante la trasformazione da
austenite a bainite e di 1.1·10-5 C-1, una volta terminata la trasformazione.
a, b : sono costanti ricavate sperimental-
mente a partire dai dati di temperatura for- TABELLA 1- ANALISI CHIMICA NOMINALE DELL’ACCIAIO
niti dalle termocoppie superficiali OGGETTO DEL PRESENTE STUDIO (% IN PESO)
C [%] Si [%] Mn [%] P [%] S [%] Cr [%] Mo [%] Ni [%] V [%] Al [%]
L’andamento del coefficiente di convezione 0,21 0,23 0,37 0,007 0,003 1,24 0,88 0,56 0,30 0,004
termica in funzione della temperatura super-
ficiale dell’albero di “taratura” è riportato in
figura 5, mentre i risultati ottenuti con la si- TABELLA 2 - PROPRIETÀ MECCANICHE DELL’ACCIAIO
mulazione numerica dell’albero “di taratu-
OGGETTO DEL PRESENTE STUDIO IN FUNZIONE

Trattamenti e Finiture g iug no 2013


DELLA TEMPERATURA.
ra” sono mostrati in figura 6.
Temperatura [°C] Modulo Modulo Carico di
Si noti come le curve di raffreddamento ri- elastico [MPa] di Poisson snervamento [MPa]
cavate mediante analisi numerica, approssi- 20 206000 0.3 860
mino molto bene quelle sperimentali; l’unica 100 201000 0.3 860
eccezione è quella relativa al raffreddamen-
150 198000 0.3 860
to del nodo 56921, abbinato alla termocop-
200 194000 0.3 860
pia n° 5. Benché lo scostamento tra la curva
400 173000 0.3 860
simulata e quella misurata dalla termocop-
600 145000 0.3 85
pia sia abbastanza significativo, è opportu-
800 115000 0.3 60
no osservare come tale differenza si mani-
festi solamente per temperature ben al di 1000 85000 0.3 20

37
TRATTAMENTI MECCANICI
11 12

sotto dei 350 °C (corrispondente all’orizzon- dei risultati generatisi dall’analisi del raffred- damento; in figura 7 è riportato un esem-
tale di Ms dell’acciaio in oggetto) e quindi a damento. Si noti che il codice di calcolo usa- pio relativo alla sezione con diametro φ =
trasformazioni strutturali ormai ad uno sta- to (ABAQUS®, nella fattispecie) mette a di- 1290mm, mentre in figura 8 è possibile os-
dio avanzato. sposizione dell’utente anche elementi per servare l’andamento delle temperature all’in-
analisi contemporanea dello stato termico terno dell’albero “reale” a 10min, 100min,
La simulazione dell’albero e meccanico: nel caso del modello qui pro- 200min e 400min dall’inizio del trattamen-
“Reale” posto è necessario invece separare le due to di tempra.
La modalità del trattamento termico da si- analisi, in quanto gli intervalli di integrazione, La fase successiva è consistita nella sovrap-
mulare è identica a quella dell’albero “di ta- scelti passo per passo, adatti alla soluzio- posizione delle curve di raffreddamento, ot-
ratura” (riscaldamento fino alla temperatura ne del problema termico potrebbero esse- tenute mediante l’analisi termica, alle curve
di 950 °C; mantenimento per quindici ore; re non appropriati per l’indagine meccanica, CCT relative all’acciaio impiegato.
spegnimento fino a temperatura ambiente con conseguenti problemi di convergenza Questa fase dello studio si basa anch’essa
in acqua fortemente agitata a 30°C). numerica. su approccio sperimentale; infatti il codice
Le ipotesi fatte durante la simulazione del Affinché lo studio sia condotto in modo cor- di calcolo può fornire informazioni su tensio-
trattamento dell’albero “di taratura” resta- retto, è indispensabile che i due modelli ab- ni residue e quindi elaborare un’analisi mec-
no valide anche per la simulazione dell’albe- biano ovviamente la stessa geometria e la canica, ma non è in grado di collegare i dati
ro “reale”, in particolar modo, l’ipotesi legata stessa numerazione dei nodi: infatti la lettu- delle curve di raffreddamento con le caratte-
alla mancanza di transitorio termico all’atto ra e la trasmissione dei valori di temperatu- ristiche del materiale; non può, insomma, far
dell’immersione del pezzo nell’acqua di raf- ra dal file termico a quello meccanico, per conoscere alcunché riguardo ai costituenti
freddamento e quella relativa all’assialsim- il calcolo degli sforzi, avviene puntualmen- strutturali. Questo passo costituisce l’indi-
metria del pezzo (figura 4). te, basandosi sul numero del nodo; la man- spensabile anello di congiunzione tra l’ana-
La particolarità del modello messo a pun- canza di corrispondenza nella numerazione lisi termica appena conclusa, gli aspetti me-
to per questa seconda simulazione è data porterebbe perciò a risultati illogici. Inoltre tallurgici del problema e la successiva analisi
dall’utilizzo di due analisi distinte: la prima svi- l’analisi è stata svolta per incrementi succes- meccanica. In mancanza di specifiche curve
luppata per l’esclusiva indagine della storia sivi, a causa della non linearità del problema. CCT, è comunque possibile calcolare, me-
termica del componente, la seconda predi- Per ogni sezione dell’albero “reale” so- diante relazioni numerico/analitiche, le velo-
sposta per l’indagine meccanica sulla base no state quindi calcolate le leggi di raffred- cità critiche di raffreddamento che portano
Trattamenti e Finiture giu gno 2013

13 14

38
15 16

Figura 11 - Andamento della sforzi


espressi secondo Von Mises (c e d)
e secondo PRESS (a e b) all’interno
dell’albero “reale” al termine del
trattamento di tempra. Si nota come
alla formazione delle varie strutture dell’ac- po dell’austenite, per poi assumere il valore la superficie e il cuore del pezzo
ciaio. [13, 14, 15]. di -2.6·10 -5 C-1 durante la trasformazione da siano sottoposti a sollecitazioni di
compressione, mentre la regione a metà
Un esempio di quanto esposto è mostrato austenite a bainite e di 1.1·10 -5 C-1, una vol- raggio sia sottoposta a sollecitazioni
in figura 9 in cui viene considerata la sezio- ta terminata la trasformazione. di trazione e presenti bassi valori dello
sforzo di Von Mises.
ne maggiore del pezzo (Ø1290mm): in que- Da una prima analisi dei risultati forniti dal-
sto caso particolare la microstruttura è bai- la simulazione termo-meccanica (figura 11)
Figura 12 - Sforzi principali (S11, S22 e
nitica per tutto lo spessore del pezzo, dalla si evince come: S33) in corrispondenza del cuore della
superficie fino a cuore. - la superficie e il cuore del pezzo siano sot- sezione ϕ = 1290 mm dell’albero “reale”
in funzione del tempo di immersione
Consecutivamente all’analisi termica e all’in- toposti a una sollecitazioni di compressione, all’interno della vasca di tempra.
dividuazione dei costituenti strutturali, si è mentre la regione a metà raggio sia sotto-
proceduto all’analisi meccanica. Essendo l’a- posta a sollecitazioni di trazione;
Figura 13 - Sforzi principali (S11, S22
nalisi svolta a temperatura variabile, si è re- - la regione a metà raggio presenti bassi va- e S33) in corrispondenza di metà
so necessario definire in funzione della tem- lori dello sforzo di Von Mises. Ciò può si- raggio lungo la sezione ϕ = 1290 mm
dell’albero “reale” in funzione del tempo
peratura: gnificare che in tale zona gli sforzi principali di immersione all’interno della vasca di
- le proprietà meccaniche dell’acciaio (tabel- hanno valori limitati, oppure che hanno valori tempra.
la 2). Sono state ricavate, in parte tramite molto simili fra loro e quindi che vi è una con-
prove sperimentali, ed in parte dalla lette- dizione di equi-triassialità degli sforzi. Figura 14 - Sforzi principali (S11, S22 e
S33) in corrispondenza della superficie
ratura [16]; La particolare forma dell’albero ha, poi, fatto della sezione ϕ = 1290 mm dell’albero
- il coefficiente di dilatazione termica (figura ritenere che vi fosse l’opportunità di concen- “reale” in funzione del tempo di
immersione all’interno della vasca di
10) ricavato sperimentalmente con metodo trare l’attenzione solo sulla sezione di mag- tempra.
dilatometrico. In particolare si può notare co- giore diametro (φ = 1290mm). Il motivo di
me per l’acciaio in esame, raffreddato con tale scelta è essenzialmente dovuto alla con-
Figura 15 - Confronto tra i valori di
la legge più drastica riscontrata all’interno siderazione della enorme inerzia termica di σ PRESS in corrispondenza della
del pezzo durante il trattamento di tempra: una sezione di così grosse dimensioni e del superficie, di metà raggio e a cuore
per la sezione ϕ = 1290 mm dell’albero
- si abbia formazione di sola bainite conseguente stato tensionale indotto per ef- “reale” in funzione del tempo di
- il coefficiente di dilatazione termica sia pari fetto della trasformazione dell’austenite in immersione all’interno della vasca di
tempra.
a 2.5·10-5 C-1, fintanto che si rimane nel cam- bainite. I risultati sono osservabili nelle figure

Trattamenti e Finiture g iug no 2013


Figura 16 - Andamento della temperatura
17 all’interno dell’albero “reale” dopo
10min, 100min, 200min e 400min
dall’inizio del ciclo termico modificato
allo scopo di ridurre l’entità delle
tensioni residue. La simulazione ha
previsto l’estrazione dell’albero “reale”
dal bagno di tempra dopo 90min ed il
successivo raffreddamento in aria calma.

Figura 17 - Andamento delle curve di


raffreddamento a cuore, a metà raggio e
in superficie, per la sezione ϕ = 1290mm
dell’albero “reale” trattato con il ciclo
termico modificato allo scopo di ridurre
l’entità delle tensioni residue.
39
TRATTAMENTI MECCANICI
18

19

12, 13 e 14 che mostrano i valori degli sfor- al problema evidenziato. In considerazione,


zi principali S11, S22 e S33 rilevati a cuore, S + SII + SIII quindi, del fatto che:
σ PRESS = I
a metà raggio e in superficie per la sezione 3 - lo stato tensionale diventa insostenibile do-
φ = 1290 mm, in funzione del tempo di im- dove SI, SII e SIII sono le tre sollecitazio- po circa 90 minuti di mantenimento nel mez-
mersione all’interno della vasca di tempra. ni principali. zo di raffreddamento,
Si noti come, contrariamente a quanto abi- In figura 14 è mostrato l’andamento di - dopo 90 minuti, almeno in prossimità del-
tualmente si verifica durante il trattamento di σPRESS per le tre diverse posizioni lungo la superficie, le trasformazioni strutturali
tempra di pezzi di piccole/medie dimensioni la sezione φ = 1290 mm dell’albero “reale” dell’acciaio sono già avvenute;
[17], lo stato tensionale di trazione più eleva- in funzione del tempo di immersione all’in- si può pensare di eseguire il raffreddamen-
to venga raggiunto in prossimità della zona a terno della vasca di tempra. to di tempra del componente meccanico in
metà del raggio, mentre il cuore e la super- Nelle verifiche di resistenza per masse me- acqua per 90 minuti seguito da un succes-
ficie siano sottoposti a compressione. Tale talliche “fragili” (quale è la struttura bainitica sivo raffreddamento in aria calma. Ponen-
fenomeno è stato già rilevato anche da altri nella condizione di trattamento termico qui do un valore opportuno del coefficiente di
autori [6]. I grafici, inoltre, confermano come considerata) si impone, usualmente, che il scambio termico h dell’aria (ottenuto, anche
in tale zona gli sforzi principali siano sostan- valore della tensione di confronto non supe- in questo caso, con la relazione 3.1) ed ese-
zialmente coincidenti, giustificando i bassi ri il valore del carico di rottura del materiale guendo la nuova simulazione ad elementi
valori di Von Mises osservati nella figura 11. moltiplicato per un opportuno coefficiente di finiti, si ottengono gli andamenti delle cur-
Il problema successivo è, quindi, legato al- sicurezza. Poiché il carico di rottura nominale ve di raffreddamento (figura 17), degli sfor-
la scelta di una grandezza che, riassumen- dell’acciaio, sempre nella condizione qui stu- zi principali (figura 19, 20, 21), e σPRESS (fi-
do lo stato di sforzo equivalente nel pezzo, diata, è dell’ordine dei 1200 MPa, si consta- gura 21), sempre relativamente alla sezione
sia confrontabile con la tensione ammissi- ta immediatamente che, a metà del raggio φ = 1290 mm.
bile del materiale. Nel nostro caso, a causa dell’albero “reale”, σPRESS è ampiamente Il risultato finale appare, a questo punto, più
dell’evidente condizione di equi-triassialità superiore a tale valore e che, quindi, è leci- che accettabile. Rispetto al trattamento ter-
degli sforzi (in particolare in corrispondenza to aspettarsi una rottura con origine in cor- mico di partenza:
della zona a metà raggio), si assume come rispondenza di metà del raggio del compo- - i transitori termici, pur essendo più lenti,
tensione di confronto la grandezza, deno- nente stesso. portano comunque alla formazione di bai-
minata σPRESS, desumibile dalla relazione: È perciò necessario studiare una soluzione nite lungo tutta la sezione del componente;
Trattamenti e Finiture giu gno 2013

20 21

40
Figura 18 - Andamento della sforzi
espressi secondo Von Mises (c e d)
e secondo PRESS (a e b) all’interno
dell’albero “reale” al termine del
22 ciclo termico modificato. Si nota
come la superficie e il cuore del pezzo
siano sottoposti a sollecitazioni di
compressione, mentre la regione a metà
raggio sia sottoposta a sollecitazioni di
trazione. Grazie all’introduzione del ciclo
termico modificato le tensioni all’interno
del pezzo sono notevolmente più basse
e la zona di equitriassilità degli sforzi
si è spostata verso la superficie del
componente.

Figura 19 - Sforzi principali (S11, S22 e


S33) in corrispondenza del cuore della
sezione ϕ = 1290 mm dell’albero “reale”,
in funzione del tempo trascorso dall’inizio
del ciclo termico modificato.
- lo stato tensionale residuo è sensibilmen- le” di grosse dimensioni. La particolarità del
te più ridotto; modello qui proposto (sviluppato con il codi- Figura 20 - Sforzi principali (S11, S22 e
- il valore di σPRESS, al termine del trattamento ce ABAQUS®) è stata la realizzazione di due S33) in corrispondenza di metà raggio
della sezione ϕ = 1290 mm dell’albero
proposto è negativo in superficie e a cuore; analisi distinte, una per la valutazione della “reale”, in funzione del tempo trascorso
mentre a metà raggio, pur essendo positi- storia termica, l’altra per il calcolo dello stato dall’inizio del ciclo termico modificato.
vo, presenta valori ben al di sotto del carico tensionale meccanico eseguito dopo oppor-
di rottura nominale dell’acciaio. tuna analisi delle trasformazioni metallurgi- Figura 21- Sforzi principali (S11, S22 e
S33) in corrispondenza della superficie
co - strutturali avvenute nell’acciaio duran- della sezione ϕ = 1290 mm dell’albero
Conclusioni te il raffreddamento. Tutta l’attività svolta ha “reale”, in funzione del tempo trascorso
dall’inizio del ciclo termico modificato.
Dopo opportuna taratura mediante dati spe- permesso, infine, di indicare un ciclo termi-
rimentali ricavati da una prima analisi su un co alternativo per ridurre lo stato tensionale
Figura 22 - Confronto tra i valori di σ
albero “di taratura”, è stato affrontato nume- e le possibili deformazioni del componente PRESS in corrispondenza della superficie,
ricamente il problema della previsione dei oggetto dello studio. ■ di metà raggio e a cuore per la sezione ϕ
fenomeni che avvengono durante il tratta- = 1290 mm dell’albero “reale”, in funzione
del tempo trascorso dall’inizio del ciclo
mento termico di tempra di un albero “rea- © RIPRODUZIONE RISERVATA
termico modificato.

Bibliografia f G. F. Bocchini, A. Baggioli, R. Gerosa, B. Rivolta, G. Silva, “Cooling


f G. E. Totten, Steel Heat Treatment, Taylor & Francis Group, Boca Ra- Rates of P/M Steels”, International Journal of Powder Metallurgy, Vol-
ton - London - New York, 2006. ume 4, Number 5, 2004, p. 57-65.
f B. Liscic, H. M. Tensi, W. Luty. “Theory and Technology of Quench- f L. Huiping, Z. Guoqun, H. Lianfang, M. Yue, “High-speed data acqui-
ing”, Springer Verlag, Berlin, 1991. sition of the cooling curves and evaluation of heat transfer coefficient
f M. R. Allazadeh, C. I. Garcia, “FEM technique to study residual stress- in quenching process”, Measurement, Volume 41, Number 6, 2008, p.
es developed in continuously cast steel during solid - solid phase trans- 676-686.
formation”, Ironmaking & Steelmaking, Volume 38, Number 8, 2011, p. f L. Huiping, Z. Guoqun, N. Shanting, L. Yiguo, “Inverse heat conduc-
566-576. tion analysis of quenching process using finite-element and optimization
f J. F. Caseiro, J. A. Oliveira, A. Andrade-Campos, “Thermomechanical method”, Finite Elements in Analysis and Design, Volume 42, 2006, p.
modelling strategies for multiphase steels”, International Journal of Me- 1087-1096.
chanical Sciences, Volume 53, Number 9, 2011, p. 720-733 f H.S. Hasan, M. J. Peet, J. M. Jalil, H. K. D. H. Bhadeshia, “Heat trans-
f M. Boniardi, M. Guagliano, “Determinazione numerica della tem- fer coefficients during quenching of steels”, Heat Mass Transfer, Vol-
peratura e delle tensioni residue indotte da trattamento termico”, XV ume 47, 2011, p. 315-321.

Trattamenti e Finiture g iug no 2013


Convegno Nazionale Trattamenti Termici, Salsomaggiore, 23-25 mag- f P. Mayner, J. Dollet, P. Bastien. “Creusot-Loire System for the Pre-
gio 1995, p.65-74. diction of the Mechanical Properties of Low Alloy Steel Products”, Hard-
f G. M. La Vecchia, M. Boniardi, “Analisi numeriche ad elementi finiti per enability Concepts with Applications to Steel, Met. Society of AIME,
la previsione delle deformazioni indotte dal trattamento termico in com- p.518-545, 1978.
ponenti meccanici”, Atti del Convegno AIPI ‘96, “Il Modelling, imposta- f P. Mayner, J. Dollet, P. Bastien. “Prediction of Microstructure via em-
zione concettuale ed applicazioni specifiche”, Milano, 16 febbraio 1996. pirical Formulae Based on CCT Diagrams”, Hardenability Concepts with
f S.Y. Kim, S. Kubota, M. Yamanaka, “Application of CAE in cold forg- Applications to Steel, Met. Society of AIME, p.163-178, 1978.
ing and heat treatment processes for manufacturing of precision helical f J. Trzaska, L.A. Dobrza ski, “Modelling of CCT diagrams for engi-
gear part”, Journal of Materials Processing Technology, Volume 201, neering and constructional steels”, Volumes 192–193, 2007, p. 504-510.
2008, p. 25-31 f W. F. Gale, T. C. Totemeir, Smithells Metals Reference Book, 8th Edi-
f S. Kamamoto, T. Nishimori, S. Kinoshita, “Analysis of residual stress tion, ASM International, 2004.
and distortion resulting from quenching in large low-alloy steel shaft“, f K. E. Thelning, Steel and its Heat Treatment, Bofors Handbook, Read-
Mat. Sci. & Tech., 1, 1985, p.798-804. ing and London, 1967.

41

Potrebbero piacerti anche