• di Marco Boniardi*, Mario Guagliano*, Andrea Casaroli*, Riccardo Andreotti*, Filippo Ballerini*
*
Politecnico di Milano, Dipartimento di meccanica
L
a fabbricazione di generatori di po- sistono, tuttavia, difficoltà legate alla neces- qualsiasi cambiamento introdotto, sia esso
tenza e grandi apparecchiature per sità di contenere gli stati di tensione e de- di materiale, dimensione, di gestione del ci-
la trasmissione di momenti torcen- formazione residui. In particolare la fase del clo di raffreddamento, ecc.
ti o, comunque, di moti rotatori, ha trattamento di tempra comporta inevitabil- Nel corso degli anni si sono, quindi, intensi-
come presupposto l’utilizzo di alberi mente un eccessivo stato tensionale che ficati notevolmente gli sforzi volti a consen-
di grosse dimensioni in acciaio de- può essere indicato come la principale cau- tire lo studio su base numerica/modellistica
bolmente legato, la cui produzione sa dello stato finale di tensione e deforma- delle più svariate problematiche dell’inge-
ha subìto di recente un significati- zione: ciò è dovuto ad una non uniforme gneria. Tra queste una posizione senz’altro
vo incremento. A causa dello spe- distribuzione della temperatura e della tra- di primo piano riguarda i trattamenti termici
cifico settore di impiego, a tali componen- sformazione dei costituenti strutturali lun- [2]. La possibilità di simulare il trattamento
ti sono richieste caratteristiche meccaniche go la sezione del componente [1]. In passato termico di pezzi di qualsiasi dimensione, dal
ben precise quali la tenacità e la resistenza gli stati “finali” del materiale erano studiati provino da laboratorio al forgiato di acciaie-
a fatica; l’ottenimento di queste prerogati- esclusivamente su base sperimentale; ma ria, ha fatto intravedere traguardi un tempo
ve è subordinato a una conduzione ottima- tale impostazione, benché accurata, è as- impensabili. Si pensi, infatti, alla possibilità
le dei comuni trattamenti termici a cui ven- sai lunga e laboriosa; in aggiunta, i risulta- di gestire e modificare con rapidità tutte le
gono sottoposti questo genere di prodotti. ti di questi studi non consentono di preve- variabili che governano il problema: le tem-
Nella conduzione di questi trattamenti per- dere immediatamente gli effetti dovuti a un perature iniziali e finali, il tempo di manteni-
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dell’austenite (curve CCT). Le caratteristi- all’atto dell’immersione del pezzo nell’ac- ta infatti fortemente dipendente dalla tem-
che fisico/meccaniche dell’acciaio sono sta- qua di raffreddamento. Tale approssimazio- peratura [10,11,12], ed il suo andamento è
te tratte da [8]. ne non appare priva di fondamento poiché, difficilmente approssimabile da una costan-
effettivamente, pur trattandosi di alberi di te. Sfruttando la relazione 3.1 è stato pos-
L’albero di “Taratura” notevole ingombro e peso, la loro immer- sibile ricavare i valori di h in funzione della
L’albero “di taratura” é stato sottoposto al sione nella vasca di raffreddamento avviene temperatura delle termocoppie superficia-
seguente ciclo di tempra: in tempi dell’ordine della decina di secondi. li applicate all’albero di “taratura”. Inseren-
- riscaldamento fino alla temperatura di 950 Grazie all’assialsimmetria del pezzo, inoltre, do, poi, tale valore all’interno del codice di
°C; si è potuto trattare il problema come se fos- calcolo (ABAQUS® nella fattispecie) si so-
- mantenimento a tale temperatura per cir- se bidimensionale; in conseguenza il nume- no ricavate le curve di raffreddamento, che
ca quindici ore. ro di elementi che compongono il modello confrontate con quelle misurate dalle termo-
- spegnimento fino a temperatura ambiente si è molto ridotto e, con questi, anche i tem- coppie, hanno permesso di valutare la bon-
(25 °C) in acqua fortemente agitata (al mo- pi di calcolo (Figura 4). tà dei valori di h calcolati in precedenza.
mento dell’immersione del pezzo, il mezzo La difficoltà maggiore incontrata nel simula- Procedendo iterativamente è stato possi-
temprante si trovava a 30 °C). re il trattamento, è stata quella di compren- bile determinare i valori delle costanti “a” e
L’andamento delle curve di raffreddamento, dere quale fosse il modello migliore da adot- “b” che minimizzavano lo scarto fra le cur-
rilevato dalle termocoppie applicate al pez- tare per realizzare le condizioni di scambio ve di raffreddamento reali e quelle simulate
zo, è riportato in figura 3. termico convettivo fluido/solido. Benché per via numerica.
fosse possibile utilizzare un coefficiente di
La simulazione dell’albero scambio termico convettivo (h) costante [2],
ρ ⋅ V ⋅ cp (T) T – Tamb
di “Taratura” si è scelto di adottarne uno variabile in fun- h(T) = ⋅ log
S⋅t Ts – Tamb
La simulazione del trattamento è stata con- zione della temperatura [9]. Durante l’esecu-
dotta ipotizzando la condizione semplificati- zione di un trattamento termico di tempra con
va della mancanza di un transitorio termico su componenti di grandi dimensioni, h risul-
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to con il mezzo di raffreddamento Figura 9 - Sovrapposizione delle curve di raffreddamento alle curve CCT dell’acciaio
t : l’istante temporale considerato utilizzato (sezione ϕ = 1290 mm, albero “reale”)
T : la temperatura misurata dalle termocop-
Figura 10 - Andamento della deformazione in funzione della temperatura. Da tale
pie superficiali in corrispondenza dell’istan- grafico, ricavato tramite metodo dilatometrico, è possibile determinare il coefficiente
te temporale considerato di dilatazione termica, pari al coefficiente angolare di ogni segmento di retta. Si
nota come per l’acciaio in esame, raffreddato con la legge più drastica riscontrata
Tamb : la temperatura iniziale del mezzo di raf- all’interno del pezzo, si abbia formazione di sola bainite e come il coefficiente
freddamento di dilatazione termica sia pari a 2.5·10-5 C-1, fintanto che si rimane nel campo
Ts : la temperatura iniziale del pezzo forgiato dell’austenite, per poi assumere il valore di -2.6·10-5 C-1, durante la trasformazione da
austenite a bainite e di 1.1·10-5 C-1, una volta terminata la trasformazione.
a, b : sono costanti ricavate sperimental-
mente a partire dai dati di temperatura for- TABELLA 1- ANALISI CHIMICA NOMINALE DELL’ACCIAIO
niti dalle termocoppie superficiali OGGETTO DEL PRESENTE STUDIO (% IN PESO)
C [%] Si [%] Mn [%] P [%] S [%] Cr [%] Mo [%] Ni [%] V [%] Al [%]
L’andamento del coefficiente di convezione 0,21 0,23 0,37 0,007 0,003 1,24 0,88 0,56 0,30 0,004
termica in funzione della temperatura super-
ficiale dell’albero di “taratura” è riportato in
figura 5, mentre i risultati ottenuti con la si- TABELLA 2 - PROPRIETÀ MECCANICHE DELL’ACCIAIO
mulazione numerica dell’albero “di taratu-
OGGETTO DEL PRESENTE STUDIO IN FUNZIONE
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sotto dei 350 °C (corrispondente all’orizzon- dei risultati generatisi dall’analisi del raffred- damento; in figura 7 è riportato un esem-
tale di Ms dell’acciaio in oggetto) e quindi a damento. Si noti che il codice di calcolo usa- pio relativo alla sezione con diametro φ =
trasformazioni strutturali ormai ad uno sta- to (ABAQUS®, nella fattispecie) mette a di- 1290mm, mentre in figura 8 è possibile os-
dio avanzato. sposizione dell’utente anche elementi per servare l’andamento delle temperature all’in-
analisi contemporanea dello stato termico terno dell’albero “reale” a 10min, 100min,
La simulazione dell’albero e meccanico: nel caso del modello qui pro- 200min e 400min dall’inizio del trattamen-
“Reale” posto è necessario invece separare le due to di tempra.
La modalità del trattamento termico da si- analisi, in quanto gli intervalli di integrazione, La fase successiva è consistita nella sovrap-
mulare è identica a quella dell’albero “di ta- scelti passo per passo, adatti alla soluzio- posizione delle curve di raffreddamento, ot-
ratura” (riscaldamento fino alla temperatura ne del problema termico potrebbero esse- tenute mediante l’analisi termica, alle curve
di 950 °C; mantenimento per quindici ore; re non appropriati per l’indagine meccanica, CCT relative all’acciaio impiegato.
spegnimento fino a temperatura ambiente con conseguenti problemi di convergenza Questa fase dello studio si basa anch’essa
in acqua fortemente agitata a 30°C). numerica. su approccio sperimentale; infatti il codice
Le ipotesi fatte durante la simulazione del Affinché lo studio sia condotto in modo cor- di calcolo può fornire informazioni su tensio-
trattamento dell’albero “di taratura” resta- retto, è indispensabile che i due modelli ab- ni residue e quindi elaborare un’analisi mec-
no valide anche per la simulazione dell’albe- biano ovviamente la stessa geometria e la canica, ma non è in grado di collegare i dati
ro “reale”, in particolar modo, l’ipotesi legata stessa numerazione dei nodi: infatti la lettu- delle curve di raffreddamento con le caratte-
alla mancanza di transitorio termico all’atto ra e la trasmissione dei valori di temperatu- ristiche del materiale; non può, insomma, far
dell’immersione del pezzo nell’acqua di raf- ra dal file termico a quello meccanico, per conoscere alcunché riguardo ai costituenti
freddamento e quella relativa all’assialsim- il calcolo degli sforzi, avviene puntualmen- strutturali. Questo passo costituisce l’indi-
metria del pezzo (figura 4). te, basandosi sul numero del nodo; la man- spensabile anello di congiunzione tra l’ana-
La particolarità del modello messo a pun- canza di corrispondenza nella numerazione lisi termica appena conclusa, gli aspetti me-
to per questa seconda simulazione è data porterebbe perciò a risultati illogici. Inoltre tallurgici del problema e la successiva analisi
dall’utilizzo di due analisi distinte: la prima svi- l’analisi è stata svolta per incrementi succes- meccanica. In mancanza di specifiche curve
luppata per l’esclusiva indagine della storia sivi, a causa della non linearità del problema. CCT, è comunque possibile calcolare, me-
termica del componente, la seconda predi- Per ogni sezione dell’albero “reale” so- diante relazioni numerico/analitiche, le velo-
sposta per l’indagine meccanica sulla base no state quindi calcolate le leggi di raffred- cità critiche di raffreddamento che portano
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Figura 18 - Andamento della sforzi
espressi secondo Von Mises (c e d)
e secondo PRESS (a e b) all’interno
dell’albero “reale” al termine del
22 ciclo termico modificato. Si nota
come la superficie e il cuore del pezzo
siano sottoposti a sollecitazioni di
compressione, mentre la regione a metà
raggio sia sottoposta a sollecitazioni di
trazione. Grazie all’introduzione del ciclo
termico modificato le tensioni all’interno
del pezzo sono notevolmente più basse
e la zona di equitriassilità degli sforzi
si è spostata verso la superficie del
componente.
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