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I

CON RINFORZI IN FRP

di Paolo F 'acdo,

Paolo Forabosdu,

Enzo Siviero Dipartimenio di Costruzione dell'Architettura - JrLl v~ 'Venezia

e-mail: paofor@brczza.iuav.unive.it

testa nota tratta l'incollaggio di elementi resistenti a trazione - che chiameremo rinforzi - sul contorno di strut-

e ie vol tate. I rinforzi considerati sono

costituiti da polimeri fibrorinforzati (acronimo FRP), essendo gli FRP [1-5] nettamente pili vantaggiosi dell'acciao (come nota: hanno un rapporto resistenza/peso drasticamente superiore, sono immuni dalla corrosione elettrochimica e possono essere diafani ai campi elettromagnetici e sono molto pili adattabili aile superfici curve e scabre) . Del resto, e solo con lacomparsa sulla scena dei rinforzi in FRP (primissimi anni '90), che questa tecnica di riabilitazione ha incontrato quell'enorme irnpulso che la ha portata ad essere una tra le pili diffuse del settore.

II funzionamento e evidente. L'apertura di una fessura su un contorno rinforzato manda in tensione il rinforzo, che quindi trasmette la trazione tra r due lati della fessura, similmente alia muratura integra. Dunque il rinforzo, Iocalmente, fomisce alla muratura quella resistenza a trazione che essa, congenitamente, possiede in misu-

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ra assai scarsa ed incerta. Quindi, nelle compagini i cui contorni sono rinforzati, tutto va come se la rnuratura fosse resistente a trazione, Ne consegue, tra l'altro, che la tecnica di intervento in oggetto rende inutili la riparazione delle fessure (ossia evita "scuci e cuci", iniezione, etc.).

II campo di applicabilita di questo sistema di riabilitazione e decisamente vasto; difatti esso vale non soltanto nei casi in cui, a limitare la portanzae la resistenza a trazione della muratura, ma anche quando Ia portanza e dettata dallo schiacciamento di sezioni parzializzate, Di converso, nei casi in cui la crisi e provocata da una pressoflessione a modesta eccentricita.oppure da! taglio, la tecnica chiaramente non procura tangibili.~ nefici. D'a!tro canto, quest'ultime situazioni, in genere, sono efficienti di per se stesse, senza bisogno di consolidamenti.

I rinforzi comportano contenuti apporti materici, sono rimovibili, e soprattutto mantengono il funzionamento originale della struttura (nonche Ie fessure), limitandosi a collaborare. Dunque - e questo e un punto fondamentale -I'interven-

to e perfettarnente in linea anche con le principali istanze conservative e restaurative.

Tutto cia considerato, e con favore che va vista la comparsa sulla scena di questa nuova tecnica, ed e con una certa indulgenza che ail'inizio essa deve essere giudicata. Pur tuttavia, questa tecnica e arrivata a ritagliarsi spazi applicativi troppo estesi, spingendosi a livelli di arditezza oltremodo avanzati, tant'e che le applicazioni stanno precedendo di molto gli apparati teorici: e al momento si registra una profonda e preoccupante cesura tra teoria e pratica. Lasciando a chi di dovere il compito di moderare e regolamentare le applicazioni, chi invece .e impegnato nella ri. cerca in tema di murature e chiamato a profondere uno sforzo teso a risarcire quanto prima e per quanto possibile tale Iacunosa divergenza tra teoria e pratica.

INQUADRAMENTO DELLE RICERCHE Questa nota riferisce i principali stati di avanzamento di un programma di ricerche ideato e condotto dagli autori, riguardante, rispettivamente, l'arco, la botte, la crociera, e la cupola. Trattasi quindi eli ricerche distinte nei contenuti: rna atcomlUlate tra loro - oltre che net trattare muraturerinforzate.in FRP - anche nelle premesse metodologiche e negli obiettivi. Tutte le ricerche si basano su prove sperimentali al collasso di prototipi in scala reale, le quali hanno fornito Ia portanza estrema effettiva e messo in luce i comportamenti meccanici dominanti. Tali risultati sperimentali hanno consentito quindi - oltre alla verifica delle previsioni teoriche -Ia statuizione di assunzioni meccaniche coerenti con la realta, Ulteriore premessa metodologica e rappresentata dal voler limitare al massimo i pararnetri meccanici caratterizzanti i modelli; cia in quanto, nelle murature, 10 stato meccanico (leggi costitutive, ivi compreso moduli di deformabilita e resistenze; spinte alle imposte; rigidezze) e di incerta definizione ed estrernamente variabili nella spazio e net tempo. Gli obiettivi della ricerca consistono in modelli previsionali del coUasso, essen do il collasso 10 stato limite pili emblematico per una struttura muraria, Tutti i modelli sono formulati in veste analitica, ossia in forma chiusa; pertanto essi consistono in formule esplicite, le quali fomiscono il carico di collasso in funzione dei parametri assunti come protagonisti della crisi. Dunque, nessuna delle fasi ha contemplate modelli agli elementi finiti.

Si precisa che al momento S0110 stati considerati soltanto carichi verticali, Si puntualizza inoltre che le ricerche hanno limitato l'attenzione aile so-

le volte, mentre hanno escluso i piedritti, il cui collasso non viene contemplate tra i possibili modi eli crisi. Quindi, Ie situazioni considerate presuppongono che la spinta all'imposta sia adeguatamente govemata (piedritti robusti, tirantati, contraffortati, etc.). D'altro canto, porsi in tale situazione - qualora la volta ancora non ci sia - e facile, in quanto esistono metodi teorici per valutare Ia spinta (p.e. [6 - 8]), nonche svariate tecniche eli intervento per gestirla (sia attive che passive).

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I rinf(JlZi utilizzati nlJlla fase sperirnentale delle ricerche

sono eostituiti dafibre di aubonio e resina epossidica; sono state adottate strisce, ossia dementi mono-dimensumali, in ouanto - come confermcao dalle evidenze sperimentali -le sirutture murarie voltate presentano una direione di laooro drasticamente prevalente. In tal sen-

..... ~_o~ .. ,~"'::"'-",·-.

so, nei prodotti imjJiegati, I 'ordito delle fibre e nettarnente

preponderante sulla trama. Due sono i prodotti utiliaati nelle prooe: 1. lamine pre"impregnate, costituite per il 68 % da fibra, le quali vengono incollate alla muraiura mediante pasta epossidica adesiva; 2. tessuti di sola fibra, i quali vengono applieati alla muratura e poi impregnati (ottenendo contestualmerue it matenale composito e Za sua aderenza alla muraturai. Tut1iii rinjorzi applicati hil!Jmo Tesistenza a trazione superiore a 2000 Nlmm2, l'nodulo elasico a trazione superiore a 120 kN/mm2, e dilatazione a rottura superiore al 17 %0. Rigttardo ai rin/om e oppmtuno anticipare die la spenmentasione ha mostraio corne, ni le loro propnetd meccaniche, ne gli aspetti tecnologici - fatta salva, s'iruende, la corrdia applicazione - originanorijlessi nella risposta ultima delle volte, in quanto le capacitd di un. generico riniorzo in FRP sono sempre drasticamente superiori alle domande della muratura. Cia che ha importanxa; dunque, e sdtarao la disposizione dei 'rinj(JlZi. Pertanto i moddli proposti sono applieabili a qualsiasi tipo di ri'njorzo di maieriale composite avanzato.

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FIGURA 1 (SOPRA).

IMMAGINE FOTOGRAFICA DI UN PROTOTIPO DI VOLTA CIUNDRICA. I PROTOTIPI ERANO NERVATI, COSI' DA CONTEMPlARE UNA CASISTICA DEL TOOO GENERALE.

TABEliA 1 (SOTTO).

CARICO ULTIMO, F u' DISTRIBUITO LUNGO lA DIRETTRICE (CAMPIONI LUNGHI1 m); MODO DI CRISI; RAPPORTO TIRA F u CON E SENZA RINFORZI, F U/F UN ; AilBASSAMENTO PRODOTTO DA

F u' V MAX ; SCARICO A CIRCA 2/3 DI F U : RAPPORTO TRA ABBASSAMENTO RESIDUO, V RES'

E DI CARICO V2/3Fu'

Q"lesta tematica eli rieerca verte sulla rottura eli volte cilindriehe e arehi in muratura, rinforzati all' estradosso e/o intradosso ed pe ta ad un modello previsionale del eollasso per meccanismo ehe si awale solo di parametri geometrici, rna non meccanici.

Sperimentazione al collasso e interpretazione dei risnltati La sperimentazione e stata condotta su prototipi di volta cilindrica, eli dimensioni tali da non implicare effetti eli scala (Figg.l,2), variamente rinforzati (Tab.l, Fig.3). n caricamento (Fig.2) consisteva in una forza a 3/4 della luce, crescente su 3-4 cicli sino alia rottura. Ad essere misurati, oltre ai livelli eli carico, sono stati gli spostamenti di 8 punti.

Le acquisizioni sperimentali consistono nelle curve carico-spostamento sino a rottura, corredate (Tab.l) dai modi di collasso e dai carichi estremi. Le evidenze sperimen tali supportano le seguenti generalizzaziorll, peraltro tutte giustificate teoricamente (vedi sotto).

• Gli effetti trasversali sana trascurabili.

Se il caricamento, anziche sull'intera generatrice, e distribui-

to solo su una parte eli essa, lavora solo il tronco di vol-

ta caricato, mentre i tronchi adiacenti non caricati sono inerti, In questo sensa, arco e volta a botte si

Prova Rinforzi Fu (kN/m) Modo di crtsl FurlF un Vmox (mm) Vrr./VU3F
I nessuno 4.95 meccanismo cinematico I 0.22 '" 0
II suturazione lessure 12.42 meccanismo cinematico 2.5 0.74 ss 0
fonnatesi in orova I
111 come nella prova II 22.51 meccanismo cinematico 4.6 0.91 '" 0
ma oiu lunoh'i (Fi . 3)
IV ~ 90° estradosso 31.30 meccanismo cinematico 6.3 1.45 '" 0
I':j 100° intradosso
V 1700 intradosso 626.68 schiacciamento muratura 127 9.58 59%
soaziatura 500 mm
VI 1700 intradosso 76.42 debonding muratura intradosso 15 5.79 13%
soaziatura 1000 rnm
VII 1800 estradosso 531.03 debonding muratura estradosso 107 9.03 48 %
spaziatura 1000 mm 46

58"

1000 1260

I 2[l20 I

1000 1260

PROSPETTO

SEZlONE A-A

1000

FIGURA 2. GEOMETRIA DEI PROTOTI~ DI VOLTA CIUNDRICA. IN TUITE LE PROVE, IL CARICO ERA APPUCATO SUliA GENERATRICE A 1190, 055"" A UVEllO DEL BORDO SUPERIORE DAliA NERVATURA A DESTRA; DUNOUE IL CARICO, ESSENDO PIAZZATO CIRCA A 3/4 DEliA LUCE, ERA NON-SIMMETRICO. NEliA MAGGIORANZA DEllE PROVE, IL CARICO ERA "SPAIJ#Jd' (MEDIANTE DORMIENll UGNEI) SUu.'INTERA GENERATRICE; IN ALCUNE SOLO SU UNA PARTE DI ESSA. DA NOTARE CHE LE IMPOSTE ERANO IMPEDITE DI TRASlARE.

PROSPETTO

SEZIONE A-A

ca

9

65

402.5 .40.4.5 .1000

FIGURA 3. GEOMETRIA DEI RINFORZIIN FRP IN UNO DEI CAMPIONI PROVATI (lA CUI CRISI E' AVVENUTA PER MECCANISMO). SI OSSERVA CHE lA lARGHEZZA DEI RlNFORZI ERA DI 50 mm; lA SP.AMTURA LONGITUDINALE, NEliA MAGGIORANZA DEllE. PROVE, DI 500 mm (WOTO/PIENO = 10).

identificano, e nel prosieguo si parlera semplicemente di volta cilindrica.

• Congelando intanto la questione dell'aderenza, si puo affermare che i modi di collasso della volta rinforzata sono i medesimi di quella non-rinforzata: 1. labilita acquisita a seguito della formazione di fessure radiali (casi I-IV); 2. schiacciamento della muratura (caso V). Nella prima circostanza, il collasso consiste (Fig. 4) nel meccanismo cinematico; nella seconda consiste nella crisi tensionale locale per compressione.

• Le fessure di meccanismo (Fig. 4) mai si aprono su un contomo rinforzato (e quindi mailo tagliano). Ne consegue che i rinforzi possono: 1) come millimo modificare la forma del meccanismo di collasso (casi II-N vs. 1),2) finanche predudere la fonnazione di tutti 1 meccanismi, costringendo ad una crisi per schiacciamento (caso V vs. I). • II carico eli schiacciamento e eli vari orclini eli grandezza pili grande eli tutti i carichi eli meccanismo (caso V vs. IN). Ne consegue che il collasso avviene per schiacciamento so- I 10 quando i rinforzi precludono la formazione di tutti i possibili meccanismi.

• Anche se i rinforzi si limitano a moclificare la forma del meccanismo, il carico eli collasso (teorema cinematico) si incrementa rispetto alla condizione non-rinforzata (casi II-N vs. I).

• L'aumento del carico eli collasso e fortemente condizionato dalla disposizione dei rinforzi e dalla loro lunghezza. La larghezza e la spaziatura longitudinale non hanno invece influenza, cos! come non ne hanno ne Ie caratteristiche meccaniche dell'FRP, ne quelle dell'interfaccia.

• Resistenza a compressione, resistenza a trazione e moduli eli deformabilita della muratura (e quineli pure la tessitura) non influenzano il collasso per meccanismo.

• La crisi permeccanismo e repentina. Tant'evero che il percorso che porta alla crisi dissipa poca energia, come testimoniato dai modesti abbassamenti residui (Tab. 1).

• Si passa ora all'aderenza. Se i rinforzi sono correttamente applicati, ne I'FRP, ne I'interfaccia raggiungono i propri limiti resistivi. Cia consegue al fatto che gli FRP presentano un' elevatissima resistenza specifica, e che il taglio nelle voIte e sempre moderato.

Ll

• Rinforzi applicati sulla gran parte dell'intradosso (caso VI) possono mandare in crisi la eompagine muraria cui sono incollati (Fig. 5). Trattasi dellarottura per trazione trasversaIe del solido murario ("riRboruling" della muratura), laddove sia I'FRP che I'interfaccia rimangono intatti. n deboneling della muratura e la logica conseguenza delle tensioni normali 0 che nascono all'interfaccia per equilibrare Ie tensioni tangenziali 1: (Fig. 6). Ad ogni modo, nelle prove, il debonding e occorso per carichi assai elevati (Fu/Flill = 15). • Se i rinforzi sono applicati solo all' estradosso (caso VIl), la suindicata crisi per trazione trasversale non puo oecorrere, poiche in questo caso Ie 0, sulla muranira, agiscono come compressioni (Fig. 6). Puo pero accadere che Ie 1: (che, assieme alle 0, in giaciture oblique del solido murario comportano trazioni) provochino fessure, e queste possono compromettere I' aderenza (deboncling da sgretolamento della muratura). Tale fenomeno e state pero osservato solo per carichi elevatissimi (F w;F till = 107) , prossimi a quelli eli schiacciamento.

• II deborulingavviene per l' esacerbazione, specie se in contestualita, delle seguenti condizioni: 1. scarsa resistenza trasversale della muratura; 2. elevata curvatura (volte pieeole); 3. rinforzi stretti e spaziati. Fermo restando ehe Ie caratteristiehe della volta sono quelle che sono (e tralasoando la larghezza dei rinforzi, che dipende dai prodotti usati), il parametro eli progetto sui quale ~oire per contrastare il deborulinge la spaziatura dei rinforzi, Ebbene, la sperimentazione ha mostrato che, nella volta ad una testa, il riRbr.mding puo evitarsi anche con spaziature tutt'altro che fitte (tali da assicurare ampiamente la traspirazione dellarnuratura) ..

FIGURA 5 (SOPRA).

DEBONDING INTRADOSSAlE DEUA MURAlURA. ~ OSSERVA COME, UNA VOLTA INNESCATO, Il fw:JMENO SI PROPAGA lUNGO lA GRAN PARTE DEUA PORlJONE MURARIA RINFORlATA.

FIGURA 6 (Al CENTRO).

SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DEll'UNIONE RINFORZO-MlJRAlURA. IA TRAZJONE,DElRINfORZO E' PRODOTTA DA1 SPAlMATt lUNqo 'Il SUO CONTORNO; MA Il RINFORZO E' CURVO E LE 1 NON SONO AUTO-EQUIUBRATE; l' EQUIUBRIO DEL RINFORZO RICHIEDE QUINDI PURE LE o. QUESTE o, CAMBIATE DI SEGNO (3° PRINCIPIO L AGISCONO PERO' ANCHE SUUA MURAIURA, OVE SI CONFIGURANO COME TRAZIONI TRASVERSAU; E COME TAU POSSONO PRODURRE Il DEBONDING.

FIGURA 4 (A SINISTRA).

IMMAGINE FOTOGRAFICA DEL COUASSO PER MECCANISMO CINEMATICO DI UN CAMPIONE RINrORZATO. Il MECCANISMO E' REAUZZATO DAll'INSIEME DEllE FESSURE, ClASCUNA DEllE QUAU SI

- APRE ~U UN CONTORNO E, CON AtAPIEZZA DECRESCENTE SINO A ZERO, TAGUA lA SEZlONE TRASVERSALE SINO IN PROSSIMfTA DEL CONTORNO QPPOSTO,

DOVE DA lUOGO AD UNA IDEALE CERNIERA.

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Modellazione analitica del collasso per meccanismo cinematico

Si consideri una volta capace di portare il pesa proprio (Figura 7). Sia data un carico verticale esterno comprendente tutti i sovraccarichi accidentali e tutti i pesi permanenti (campresa quello dell' eventuale rinfianco), rna nan ilpeso propria. n modello intende determmare il moltiplicatore di collasso.X, di tale carico estemo; a questa proposito si pane: Fj = A..~ (Figura 7).

La meccanica della volta e stata regalata dai seguenti cinque postulati, ehe sintetizzano le evidenze sperimentali (in questa sede se ne evitala farmalizzazione matematica):

1. sana precluse contrazioni e .scorrimeriti, mentre sono ammesse dilatazioni nonche discontinuita di spostamento, quest'ultime da qui in avanti denominate fessure;

2. e impedita la formazione delle fessure che taglierebbero contorni rinfarzati; , $

3. Ie diminuzioni di energia potenziale si convertono interarnente in energia cinetica della volta;

4. la struttura nan presenta effetti trasversali;

5. la struttura ha le imposte inamcvibili.

~

I 5 postulati implicana che la volta rinforzata puo muoversi saltanta came un meccanismo articolato avente a> 3 cemiere disposte in punti arbitrari di contorni opposti (rispetta alla sezione. , trasversale) a contorninon-rinforzati, La posizionedi una cemiera viene definita mediante la sua coordinata angalare e; le caordic,' nate angolan e delle a cernierevengono raggruppate nel vettOc> re o-dimensionale {e). Gli effetti dei rinforzi vengana dunque sintetizzati come restrizioni ai valori anunissibili di {e}; I'insieme cantenente tali valori ammissibili e indicate can F «(e) c F) : mediante la configuraziane di rinforzo e possibile restringere a pia~ cere F, finanche sino a 0. I rinforzi sana dunque visti came vin-'coli interni.

9tcorre ragianare sui meccanismi cinematicamente ammissi-" bili, al finedi individuarne l'insieme complete, Difatri, patrebbera esistere meccanismi che, nella volta non-rinforzata nan si verifi- ' cano mai, in quanta sempre coperti dal meccanismo classicodi ' Figura 8; rna che nella volta rinfarzata emergana se i rinforzifanno acquisire a questo meccanisma un contenuto energetico pit'!':,'

alta. Ebbene,si e dimastrato (ponendo in congiunturail teorerna di Carnot con la conservazione dell' energia) che quello ,diFigura 8 e l'unico meccanismo possibileper la voltacircolare.con ., cariehi verticali, quale che sia la configurazione dirinforza:,'1cer~ niere alternate estradosso-intradosso, di cuila prima, a partiredalla meta meno carieata, in estradosso.

n meccanismo ha un grade di liberta, Quindi, delle -lrotazioni <jlfi, ' solo una e indipendente; <jlfi, <Pc' <Pd sana state paste allora in~~, . zione di (Pa. Tali funzioni <Pi 4'i (<Pa) can i= b, c.rl-di cui sl omette la formalizzazionc - sana fornite dalla cangruenza con i vincoliesterni,

Le <Ph - oltre alla congruenza estema espressadalle Wi - debbono" rispettare la congruenza intema: quindi altre relazioni sussistono." Si denata can l'apice se la cemierain h, we mota di <p,si trayain,,:i estradosso (" e ")oinintradosso (" i"); siccame nel1afattiime2\ef:,;; la congruenza interna consistenell'unilateralita del1e<Ph"ttilir~r' lazioni sana espresse dallesegt.?enti due disequaziani(Figura8):i::0 <phes::o; %i;::O." Considerando dave sono allocate le '1 cemiere, risulta:

<PaS::O . <Pb20 <PeS::O (Pd20 ~( In definitiva,la congruenza erispettata se e solo se le ildominioe. : il co-dominio delle tre funzioni Wi sussistenti tra le % rispettano ie;! (1). Ebbene, si e prayato ehe cio aecade se e sola sele cernieredel meccanismo distano tra loro piu della spessare della volta, Ne eansegue che l'insieme T presentauna delimitazione, laquale 10 restringe a: F eC T; " La presenza di N rinforzi genericideterrnina poi, caerentemente con i postulati, un'ulteriore lirnitazione, per la qualeI' eSi restringe a F~ -N; d que{e)E rLNCFe. Da quanta dimostratoconsegue uncarollarioapplicativo; i rinforzi, pur modificando la forma del meccanisma, nemanten~ana distanziate Ie

y / v

FIGURA 7 (SOPRA).

RIFERIMENn E 51MBoU AIioTTATI NEL MODEUD MAlfMATICO DEllA VOLTA aUNDruCA. 51CCOME LA 5PERIMENTAZlO-

I

NE HA E5CtUSO It PUNZONAMENTO lRA GU EVENTI POSSIBIU, IL CARICO ESlERNO • AI RNI DEllA

MODEllAZIONE - YlENE CONDENSATO IN m FORZE FJ CON J = 1, 2, ... t. m. 51 SUPf'ONE CHE LA PARlE DI MCO PIU' CARlCATA (NEt SENSO DI FORZE DILAGRANGE) SIA QUEllA A DESlRA DEll' ASSE DI MillERIA.

FIGURA 8 (SOTTO).

RAPPRE5ENTAZIONE DEL MECCANISMO DEllA VOLTA aUNDruCA COMUNQUE R1NFORZATA: 51 E' DIMOSlRATO CHE, SE I CARICHI SONO VERTICAlJ, QUESTO E' L'UNICO MECCANISMO POSSIBILE (N.B,: 5E AGISCONO ANCHE CARICHI ORIZZONTAU,E lA VOlTA E' R1NFORZATA, C1d NON E' RU' VERO).

LA ROfAZIONE RElATIVA lRA IE DUE'SEZIONIIMPERNlAlE DA UNA CERNIERA COIlOCATA NEL PUNTO h (ESlRAD05SAlE 0 INTRADOSSAlE) YlENE H'lDICATA CON 'Ph ED E' ASSUNTA P05rnvA QUANDO LA FACGA DI DESlRA

RUOTA INSENSO ORARIO R1SPElTa AQUEllA DI 5INISlRA.

IL MODEIlO 51 AWAI£ DEUE COMPONENTI DEl PRIMO ORDINE, &Ph- DEUE 'Ph'

x

u

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niere, evitando concentrazioni di tensione e quindi crisi impreviste dovute a fenomeni parassiti, peraltro tipiei dei materiali innovativi. Discende quindi che, condizione necessaria e sufficiente per il raggiungimento del collasso e J' esistenza di almeno un {S} E r ~ _ N

per il quale, impresso 8<Pa < 0, il campo clegli spostamenti clerivante cletermini una diminuzione dell' energia potenziale totale: trattasi cioe del PLY per mezzi unilaterali. L' equazione che esprime tale condizione necessaria e sufficiente e (Figure 7 e 8):

ill

+ A . L f j . OV] s: 0 j=l

clove Wjecl Nj clenotano i pesi clell'i-esimo blocco e nervatura rototraslanti,8vgli abbassamentiinfinitesimi 0 del baricentro gdel blocco i, oppure del pun to cli applicazione j della forza F.

I termini checompongonola(2) sono immediatamente ricavabili dalla geometria, in funiion~di {S} e eli 8<Pa' Siccome la struttura e in graclo di portare il peso proprio, allora per X = 0 la (2) cleve essere sempre vera;Conseguentemente questa puo essere cosl.riarrangiata.

Ie . Sign/ ~ f j . 8Vj) :s; \ J=1

Siccome un meccanismo trasforma energia potenziale if energia cinetica, al collasso vale:

Le disposizioni dei rinforzi per le quali sign <.> "" +1, precluclono pertanto il collasso per meccanismo e implicano la crisi per schiacciamento, che il moclello non contempla: ossia cleterminano 1'=00.

Siccome la funzione sign (! fj . BV}) dipendesoltanto cla {Sl, T trova allora un'ulteriore vincolamento, quest'ultirrio di tipo energetico, che

, R \ R R

10 restringe cl<f r 8-N af 8-Nc r 8-N'

Ne cliscencle w:i"corollario\ esistono porzioni del contomo clove le cemiere non possono formarsi: quindi al lato opposto e inutile applicare rinforzi. Tutto cio consiclerato, la (3) si trasforma in:

+

{9} E rtN

con

m

Lf' 'ovf

J J

j=l

, - - .

La( 4) esprime un campo scalare da R4 acl RIper determinare 1: conviene irnmaginare la (4) quale funzionale clel tipo X = ~ ({el). Siccome la (4) vale \;j {e) E r ~ _ N' illora): consiste nel minimo di A = ~ ({Sl) nel clominio T ~1_ N di {ell il valore {91 di {S} al quale corrisponcle I ineliviclua poi Ie posizioni clelle cemiere eli meccariismo. Per calcolare il minimo, ossia 1: e {eL conviene automatizzare i calcoli medianteelaboratore; a tal fine si puo trattare la (4), una volta esplicitate Ie dipenclenze tra i suoi termini e [el, in forma nwnerica.

II modello, con l'intenta di verificarne la rappresentativita, e stata applicato a quattro dei casi sperirnentati. I casi dilferivano sola per la canfiguraziane eli rinforzo, assia

R per r 8-N'

Ne! caso III di Tabella 1 (Figura 3), la (4), risalta nel rispetto dei vincoli davuti ai rinforzi propri di questa situaziane, fornisce: F u = 22059 N/m; 8a = 0.00°; 8b = 50°; Sc = 127°; Sd = 160°. Lasperimentaziane hafomito: Fu = 22519 Nim; Sa = 0.00°; Sb = 61°; 8c= 127°; 8d = 161°.

Si canstata un' ottima armenia tra i risultati de! modello e quelli sperimentali, Le se pur piccale discrepanze sana davute al fatta che, nella realta, Ie cerniere tendano a

formarsi sui giunti eli malta, rnentre il modella avviamente non elistingue tra giunti e blocchi. "'\ir

Nei casi V'e VI di Tabella- i, ifm~deIlo fomisce F ~-...;. N~' 0:, Dat modello-risuIia d4I1que che, in-'qucstiduc'·CMi)"j rilif~rii'intcrdicono tutti i,meccanismi.' Cia e pcrfctta-

mente in linea con quanta ottenuto spcrimcntalmente. Difatti, nel casa eli rinforzi non troppo spaziati (passo 500 mm lungo la direttrice), la crisi del campione e avve-

nutaper schiacciamento della muratura, sotto un carico di 627 kl'l/m; ne! caso di rinfarzi spaziati (passo 1000 mm) la crisi e invece avvenuta per debaneling intradossa-

Ie della muratura, sotto un carico eli 76 kN/m.

Nel caso I eli Tabella 1, consistente nella volta non-rinforzata, l'insieme eli definizione non prcscnta ulteriori vincoli rispetto a quelli dovuti alla congruenza. In questa casa, la (4) fomisce Fu = 4943 N/m; 8a~ 0.000; 8b= 57°; 8c= 118°,; 8d= 146°. I corrisp6ndenti risultatisperimentalisono i seguenti: Fu=4950 N/m; 8ao= 0.00°; 8b= 56°; 8c= ]]8°; 8d= 145°, Anche qui, i risultati del modella stanno in oltim~' eorrelazione con quelli sperimentali.

: n modelio e stata qulneli applioatoper l' esecuzione di simulazioni teoriche su una c;';;istic~ ernblematica e sufficlentemente esaustiva, COS1 da pervenire ad il(terpretaziani

(2)

(3)

(4)

49

ed a generalizzazioni (Figure 90, b, c, d).

Si puntualizza che l'indagine ha dimostrato che Ie fessure possono aprirsi in qualsiasi parte dei contomi non-rinforzati e non necessariamente al confine can i contorni rinforzati, e che presupponendole al confine, si possono ottenere A »1. Ne consegue che le posizioni delle cemiere non sono prevedibili a priori, rna OCCOITe risolvere il minima vincolato da disequazioni,

Sa = 0.0·
I Fu = 39133 N/m (h = 49.7"
4750 8c = 87.3·
8d 148.7· I Fu = 171618 N/m

b)

a)

d)

0.0' 45.8· 120.3'

Fu = 133088 N/m

Fer = 4320000 N/m

c)

o

o

FIGURE 9A, B, C, O. Q.jADRQ RlASSlNTlVO DEI RlSUlIATI ~U' EMBLEMATIC RlCAYATI IJTIUZZANDO Il M80EllO.

• B/c vs A: SE I SOVRACCARICHI ACODENrAU HANNO I'UNll DI APPUCAZIONE OEflNm, COME ACCADE QUANDO l'IMPAlCATO SU CUI AGISCONO E' RINVIATO AliA YOlTA OA UN MURO, IA PORTANZA ESffiEMA PUo' ESSER!: INNAlZATA ORASTCAMENlE ANCHE CON POCHISSIMI RINFORZI, OllUNGHEZZA ASS/>J RlDOTTA.

SE INVECE ISOVRACCARICHI ACClDlNTAU POSSONO OIS1RlBUIRSI CASUALMENlE SUUlA YOlTA, OCCORRE R1NFORZARE TRATTI MAGGIORl. TANTO AU' CHE EIfYATISSIMA E' IA SENSIBluiA OEUlA PORTANZA ESffiEMAAl POSIZIONMIENTO DB RINFORZI; Al RlGUARDOj A nroio ORlENrATIVO, 51 SEGNAlA CHE R1NFORZI ANCHE SOLO ~U' CORTI DEL 20",6 0 SPOSTATI Dl5' R1SPETTO A QUANTO PROGETTATO OAt·INO l.l!OGo AD UNA PORTANZA ESTREMA INFBRlORE 01 AU' DEl 50",6 A QUEUlA PRESUNTA. AD CX7NI MODO, OAU!INOAGU'lE E' RlSUlTATO CHE I.E lUNGHEZZE

NECESSARIE SONo SEMPRE TAUDA CONTENERE GU ONERI E SOPRATTIllTO DA GARANTIRE IA TRASPIRAZlONE OEUlA MURATURA.

• D: PER INTERJDIRE Il COllASSO PER MECCANISMO E COARTARE AD UN COUlASSO PER SCHIACCIAMENTO, NON E' NECESSARIO R1NFORZARE ~INTERO ARCO DI ESTIIADOSSO E OIINlllADOSSO OEUlA YOl:' TA. INTANTO, l' INElUTTABILE AlTERNANZA DEllE CERNIERE RENOE SUFFIOENTE R1NFORZARE SOLO UNO DEI DUE CONTORN. MA NON SOLO; pUQ' BASTARE UN Rli'fORZO PlAZZATO, Al PIt!, sUl75 % DEll' ARCO ESTRAL'OSSA!E; 0PPlJRE SUL 70 % 01 QUEUO 1NTRAOOSSAlE.

• sic: lA OIS1RlBUZIONE OTTIMAlf PREYEDE I RINFORZI OISPOSTI A SUTURAZlONE OEUE FESSURE ASSOOATE Al CARICO, INOIPENDENTEMENTE DAl FATTO CHE IA YOlTA SIA GLO. FESSURATA 0 MEND; MA CIASCUN RlNFORZO DEYE ESSERE NON-SIMMElRlCO R1SPETTO AlIA REIATIVA FESSURA (DiFATTI Il PARABOLOIDE ESPRESSO DAlIA (4) NON E' M/>J SIMMETRICO R1SPETTO />J MINIMI).

• B: PER OTTENERE I MASSIMIINCREMENll 01 CARICO ESffiEMO A PARITA 01 APPORTO MATERICO, LE PORZIONI 01 CONTORNO OA R1NFoRZARE SONO GU INllIADOSSI DEI CONTORNI CARCATl (OSSIA FORZA AU!ESTRADOSSO, R1NFORZO AU!MRADOSSO). PER ClASCUNA FORIA, IA O~POSIZJONE OTTlMAlE (CF~ PUNTO PRECEDENTE) PREYEDE 3/4 OEl RINFORZO DISPOSTO VERSO IA CHIAYE ED I! 4 VERSO .

so

Questa tranche di ricerca si e occupata del collasso di volte a croci era assoggettate a caricamenti non-uniformi , ed ha portato - oltre che all'individuazione di una strategia di rinforzo in FRP - alla proposta di un modello teorico dedicato alla crociera non-rinforzata ed uno alla crociera rinforzata, laddove nemrneno il primo esisteva in letteratura.

Le volte a crociera vengono solitamente governate sulla base dell'ipotesi di materiale "no-tension", dalla quale conseguono metodi di analisi di limpida formulazione e di semplice applicabilita [9]. Tuttavia, guardandola in controluce, tale ipotesi vale solo per ~arichi distribuiti uniformemente sulle quattro vele mentre non e in grado di contemplare i carichi applicati solo su una porzione della volta (non-uniformi).

Ma a ben vedere, esistono tante crociere assoggettate a carichi su una sola vela; difatti, in passato, non di rado, sulle vele delle crociere venivano appoggiati muri (talvolta previa rinfiancatura di fondazione), oppure colonne, supportanti elementi orizzontali sovrastanti (travi, impalcati, il tetto); cia era il risultato di azzardati interventi riabilitativi, rna talvolta addirittura di

r' arditi concepimenti iniziali. In tali situazioni, la configurazione di carico e non-uniforme,

Sperimentazione al collasso e interpretazione dei risultati

I prototipi, tutti in scala reale (Figure 10 e 11), sono stati provati prima in condizione non-rinforzata, poi, senza riparare la muratura dai danni prodotti dalla prova precedente, in condizione rinforzata. I rinforzi - nel prosieguo 10 si giustifichera - sono stati disposti (Figura 12) a griglia, sul 40% circa dell' estradosso. II carico cresceva per cicli, sino alla crisi di portanza; nei casi nonrinforzati veniva evitato il crollo, cosi da salvare il prototipo per Ie prove successive.

Le acquisizioni sperimentali, consistenti nelle curve carico - spostamento sino a rottura corredate da modi di collasso e carichi estremi, possono essere sintetizzate nei seguenti punti.

e I principali eventi che hanno condotto alla crisi della crociera non-rinforzata partono con Ia fessurazione intradossale lunge il colma della vela caricata; la fessura tuttavia non si propaga, rna rimane localizzata attorno alla linea di calico, mantenendosi normale ad essa.

• Dopodiche, protagoniste della crisi diventano le due vele adiacenti alla vela caricata, mentre in quest'ultima il danneggiamento non evolve. La vela caricata, infatti, esercita uri'azione spingente sugli archi diagonali su cui e impostata:

e ciascuna spinta all'imposta, che e non-complanare all'arco diagonale, si scarica sulla vela adiacente, che assurge cosi al ruolo di contrafforte.

• A dettare il collasso della croci era non-rinforzata e la rottura dei giunu di malta nelle vele adiacenti, conseguente all' azione contraffortante nei confronti della vela caricata. Due sono i modi di crisi: 1. Ad un certo valore del carico,

FIGURA 10.

IMMAGINE FOTOGRAFICA DI UN PROTOTIPO DI VOLTA A CROCIERA.

!

j

i giunti di malta normali alIa spinta si rompono per eccessiva dilatazione; l'azione contraffortante puo pero incrementarsi ulterionnente, sino ache si rompono anche i giunti paralleli; solo allora la portanza si abbatte. 2. Ad un certo valore del carico, si rompono contestualmente i giunti normali e paralleli, e la portanza si annienta.

• In condizioni non-rinforzate, il primo prototipo e collassato a 11.91 kl'J, con crisi in serie (intervallata) dei giunti; il secondo a 22.73 kl'J, con crisi in parallelo (contestuale) dei giunti.

.. In ragione dell'accentuata fessurazione, gli spostamenti residui della crociera non-rinforzata rappresentano sempre una percentuale

FIGURA 12.

IMMAGINE FOTOGRAFICA DEI RlNFORZIIN FRP DISPOSTI SUUA

. VOLTA A CROCIERA. I RINFORZI SONO STATI DISPOSTI A GRIGUA, All'ESTRADOSSO, MA NON All'INTRADOSSO (DOVE PERALTRO GU ARCHI RIBASSAVANO"l9~;.'ELE).

.51

• La volta rinforzata e molto pill rigida di quella non-rinforzata, Cia e testimoniato dall'abbassa-

mento massimo, che attinge valori di 4.82 mm e 4.68 mm,mentre nel caso non-rinforzato, sotto carichi ben pili piccoli, era di 3.67 mm e 5.81 mm. Difatti, se e vera che la rigidezza dei rinforzi in se non e grande, e anche vero che essi interdiconn le parzializzazioni.

• Gli abbassamenti residui, che mai superano il 9%, testimoniano che i rinforzi fungono da

calmierante aile dissipa-

archi diagonali

/,r----- ..

//,/',/

zioni energetiche e quindi che riducono i quadri fessurativi.

piedritto

tangibile di quelli totali. • I rinforzi applicati a griglia assor-

bono le trazioni nelle vele adiacenti, precludendo la crisi suddetta. Dunque, i rinforzi esercitano l'azione contraffortante evocata dal carico; essi rappresentano quindi un'ideale tirantatura della vela caricata.

FIGURA 11.

GEOMETRIA DEI PROTOTIPI DI VOLTA A CROCIERA E SCHEMA DI CARICO DELLE PROVE. SI OSSER" VA CHE IL CARCO AGr-I A SU iJNASOLA VELA E CHE ERA DISTRBurro SU UNA UNEA NORMALE All' ASSE DALlA VOLTA (CIRCA A META DEliA VELA). I PIEDRITTI ERANO IMPEDm 01 MUOVERSI.

52

• L'aderenza tra rinforzi e muratura non ha mai mostrato segni di cedimento. Cia e anche la conseguenza della disposizione adottata, la quale comporta modeste curvature dei rinforzi.

• Inoltrandosi verso il collasso, 10 stato fessurativo della crociera rinforzata rimane contenuto. Tutravia, la fessura intradossale lungo il colma della vela caricata si forma comunque.

• La crisi avviene per schiacciamento. Questo sopraggiunge all' estradosso della sezione che prima (cfr. punto precedente), in intradosso, si era fessurata (e che quindi era parzializzata).

• In condizioni rinforzate, entrarnbi i prototipi sono collassati a circa 50.0 kN. I rinforzi hanno dunque uniformizzato il carico di collasso, oltre ad aveme determinato un tangibile incremento. Va pero segnalato che l'aumento suddetto e limitato del fatto che, solo un' esigua porzionedi muratura rimane comunque coinvolta nella schiacciamento.

Per interpretare i risultati sperirnentali occorre rammentare come le azioni di compressione si trasmettono nelle compagini murarie: trattasi di fenomeno ben noto, rna talvolta ignorato. Ebbene, come mostrato in Figura 13, le forze si propagano senza esibire alcuna diffusione. Cia e direttamente applicabile anche alle volte cilindriche: ricollegandosi a quanto osservato nel ca-

vineoli alla traslazione deipiedritti

FIGURA 13. SCHEMATIZZAZIONE DEL FENOMENO DI TRASMISSlONE DI UNA FORZA CONCENnRATA IN SOMMITA DI UN PANNElLO MURARIO CONTRASTATO AliA BASE. LA PROPAGAZIONE DElL' AlIONE INTERNA DA UN BLOCCO A QUELLO ADIACENTE E' INTERDETTA DAI Gum PARALLEU AliA FORZA (VERTICAU).

Lo SCHEMA CHE TIENE NEL MASSIMO RIGUARDO LA SUCCITATA CIRCOSTANZA E' QUEllO DI BLOCCHI RIGIDI, ACCOSTATI PER CONTATTO (COME sf: LA MALTA FOSSE ASSENTE). CON SEMPUCI CALCOU, SI TROVA CHE L' AlIONE INTERNA SIINCANALA IN UN ALVEO DI LARGHEZZA MASSIMA PARI A JBb, LADDOVE NELLA ZONA LARGA 2· Bb CORRE COMUNQUE IL 75% CIRCA

DEli' AZIONE.

11111



pitolo precedente, se il carico agisce solo su un segmento di volta, a lavorare e solo tale segmento. Ricordando che la sperimentazione ha mostrato come la fessura intradossale trasversale al carico sia di lunghezza ridotta, il comportamento della volta a crociera - intersezione di due volte cilindriche - e di inunediata comprensione. II carico e assorbito da una striscia di vela - che chiameremo area resistente (Figura 14) - collocata sotto l'asse di carico, impostata sugli archi diagonali e avente profondita pari alla profondita del carico piu quella della regione in cui questo si propaga, quest' ultima dipendente dalla tessitura. II resto della vela caricata e inerte. Come rappresento in Figura 14,.la spinta H necessaria affinche, nell'arco resisteate, la curva delle pressioni si mantenga intema al suo spessore efornita dalle vele adiacenti, le quali fungono da contrafforti. Siccome perc dascuna vela e vincolata solo ai vertici, mentre lungo i lati e libera, e siccome nel suo piano la vela si configura come tozza, la spinta H e a vuoto: ossia affinche H si generi, nelle ve1e adiacenti debbono instaurarsi tensioni di trazione.

Ne consegue che, nella crociera non-rinforzata, il limite ultimo di H e assai contenuto: e quindi e H a lirnitarne la portanza. La crisi consiste dunque nella rottura dei giunti di malta nelle vele adiacenti, cia che produce l'espulsione della compagine muraria in cui H si diffonde (spalling). La sperimentazione ha mostrato che due sono i modi di crisi (Figura 15) , i quali differiscono per il futto che, a portare H in condizioni estreme, in un caso sono soltanto i giunti paralleli, nell'altro i giunti normali e paralleli assieme. Dei due, il modo di CTIsi che si instaura dipende dallo spessore del giunto normale (di solito sottile) rapportato a quello del giunto parallelo; difatti, i giunti sul contomo della regione prossima allo spaUing (che trasla rigidamente) presentano deformazioni tanto pili grandi quanto pili illoro spessore e piccolo (Figura 15). Ovviamente, la portanza estrema dipende drasticamente dal modo di crisi; cia e comprovato dalle risultanze sperimentali, che mostrano come due campioni differenziati tra loro (peraltro casualmente) soltanto dallo spessore dei giunti esibiscano deviazioni di portanza del 190 % . Quanto sopra giustifica anche il comportamento della crociera rinforzata: i rinforzi in FRP assorbono Ie trazioni in luogo della muratura, cia che incrementa la portanza; la lora disposizione a griglia genera la spinta H richiesta, cia che coarta alla crisi per schiacciamento; il carico agisce su una linea e come tale non riesce a diffondersi, cia che lirnita l'incremento di portanza.

FIGURA 15.

SCHEMATIZZAZIONE DEL COllASSO DEllA CROCIERA, ASSOGGETTATA AD UNA PRESSIONE P DISTRIBUITA SU UNA SUPERFICIE RETTANGOLARE (SIMMETRICA RISPETTO ALL' ASSE), LA CUI PROIEZIONE ORIZZONT ALE HA LATI Ax [1.

LA FIGURA MOSTRA: I} L' AZIONE H EVOCATA DALL' ARCO RESISTEN-

TE; 2) LA SPINTA A YUOTO IN CIASCUNA DEUE DUE VELE ADIACENT A QUEllA CARICATA, QUALE REAZIONE AD H; 3} LO SPAWNG DEL CUNEOM\JRARIO IN CIASCUNA

. VELA, ADIACENTE; 4} LA FORMA SFACGETTATA DEL CUNEO, CHE SEGUE I GlUNT DI MALTA SENZA INTERESSARE I MATTON!.

LA FIGURA IllUSTRA INOLTRE Il COMPORT AMENTO ULTIMO DEI GlUNT DI MAlTA NEUE VELE ADIACENT!. I GlUNT NORMAU AllA SPINTA SI DILATANO, MENTRE I GlUNT PARAUEU SCORRONO: SE I GIUNTI NORMAU SONO PlU' somu

DI QUEW PARAUEU, I PRIMI VANNO IN CRISI ANTICIPATA RISPETTO AI SECONDI; SE

INVECE lO SPESSORE E' SIMILE, AL-

.&il!llto_(lil1'!l~~ lORA LA CRISI E' CONTESTUALE.

forza risultante _delle ~_sioul p

'. prciezione dell'arco

"~I§i~ .. _

giun~~e~o.·

..

FIGURA 14.

RApPRESENT AZIONE DEL FUNZIONAMENTO DEllA VOLTA A CROCIERA CARICATA SU UNA SOLA VELA. L' ARCO RESISTENTE ASSORBE l'INTERO CARICO IN QUANTO, ESSENDO RIBASSATO (LA UNEA DI CARICO E' INTERNA AllA VELA), LA CURVA DEUE P&ESSIONI DIFFICILMENTE FUORIESCE DAllO SUO SPESSORE. L' AlRCO RESISTENTE RICEVE LE REAZONI VERTICAU V DAGU ARCHI DIAGONAU (INDIPENDENTEMENTE DAl FATTO CHE QUESTI SIANO MATERICAMENTE ESISTENT, 0 IDEAU); LA SPINTA ORIZZONTALE H, INVECE, LA RICEVE INTERAMENTE DALLE VELE ADIACENTI, IN RAGiONE DEllA lORO MAGGIORE RIGIDEZZA RISPETTO A QUEllA DEGU ARCHI DIAGONAU FUORI DAl PIANO.

'I

I

NEL PRIMO CASO, AL COllASSO H

E' PORTATA SOLO DAI GlUNT PARAUEU; NEl SECONDO DA EN- .~,,~ TRAMBII TIPI DI GlUNT. VA DA SE

CHE NEL SECONDO CASO Il VAlO-

RE ESTREMO DI H - E

OUNDI DI P - E' SENSIBllMENTE SUPERIORE Al PRIMO.

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~.. J& ... &S& bli&!LZ dJilllflllllmT& ill &&

"

Crociera non-rinforzata

c>

Lamodellazione e indirizzata alia crociera: caricata in modo non-uniforme (Figura 16) ; con vele circolari, i cui archi diagonali sono sia ribassati sia in spessore; supportata da piedritti impediti di rnuoversi rigidamente. n modello determina (Figura 16)il valore estremo, Peol' del carico non-uniforme p. Siccome i carichi uniformi ingenerano tensioni di compressione - alle quali la muratura ben resiste -peraltro diffuse su tutta la volta, mentre p da luogo a trazioni - alle quali muratura e assai vulnerabile - per di pili localizzate, il modello considera agente solo il caricop. Si assume che p sia assorbito.solo dall'arco resistente evidenziato nella sperimentazione, in quanto, nelle situazioni reali, la curva delle pressioni di p e interna al suo spessore. Dalla geometria (Figura 16) risulta:

8= 2 . arcsin (2 . ~/L);

f = L/2· (t cos [arcsin (2· ~p /L)]} (5)

Le vele di una crociera non sono reciprocamente arnmorsate, poiche all'intersezione i filari dei blocchi sono stroncati. Ne consegue che li, le rotazioni . relative sono Iibere, ossia.che l'imposta e incernierata; la cerniera, in particolare, e piazzata all'intradosso dell'imposta, in quanto l'arco resistente trova il suo equilibrio dop~ essersi aperto. La sperimentazione mostra che all'intradosso del colmo della vela caricata si forma una fessura; per cui all'estradosso della chiave dell'arco resistente deve essere piazzata una cemiera, Dunque, al collasso, il carico e portato da un arco a tre cerniere, che e isostatico.

II modelloassume che il collasso della volta si verifichi quando l'arco resistente, peril proprio equilibrio, necessita di una spinta H superiore aquella che la.vela adiacente puo fomire. Tutto cicr~)n perfetta armonia con Ie evidenze sperimentali. Indicando con Healla massima spinta orizzontale che.ciascuna delle due vele adiacenti tollera, ed s 10 spessore delle vele, I' equazione di equilibrio che risulta alcollasso e la seguente

Heal' [f +s . cos (8/2) J ~. (Peo/2 W/2 - s sin (8/2)] - Pcol . V8} . Ie· f.l

(6)

l'equilibriorotazionale attorno alla cerniera di chiave. Sostituendo le (5) nella (6) e risolvendoper Peal si ottiene:

(7)

LCI. schema adottato perricavare Heal fa riferimento all'atto della crisi. Siccome due sono i modi di crisi, due sono anche i valori di Heal possibili, ri. spettivanren« 1:J[~~/ nel caso in cui i giunti normali hanno spessore pill piccolo di quelli paralleli, H~;f nel caso in cui hanno spessore simile; difatu, llCllJl.lllllJ caso alla formazione di Heal contribuiscono solo i gilmti paralleli, nel secondo anche quelli normali. Le espressioni trovate per Heal sa-

(8)

Peol

L

54

dove'f indica la resistenza alla tensionetangenziale della maltaecrt la resistenza a trazione della malta. La sostituzione di(8) in (7) - scegliendo, delle clue, quella attagliata alla situazione contingente- risolve il problema.

Di seguito, si applica il modello ai casi sperimentati. I parametri - i medesimi nei due casi, in quanto i prototipi avevano uguale geometria-valgono: L =2520 mm ; s = 120 mm ; Ie = 900 mm; f.l= 100 mm.j f =0.05 N/mm2 ;<ft= 0.05

N/mm2; ~p = 630 mm. ,.

Nel caso del prototipo con giunti normali sottili, le formule danno Peal = 132.81 kN/m2; in quello con giunti normali di spessore simile a quello dei giunti paralleli, Peol =265.62 kN/m2. Trasformando Ie Peol nelle relative risultanti Feol, si ottiene: 11.953 k.N e 23.905 kN. La sperimentazione aveva fomito, rispettivamente: 11.900kN e 22.73lu'f/m. Dunque, 10 scarto tra le previsioni teariche e le risultanze sperimentali, che risulta contenuto nel5 % ,e modesto.

FIGUPA 16. RIFERIMEN1l E SIMBOU ADOTTATI NEL MODEllO MATEMATICO DEUA VOLTA A CROCIERA. LA CROCIERA E' RIFERITA All' ASSE ~;~p DENOTA LA COORDlNATA ~ DEL BARICENTRO DEUA STESA DI CARICO ED L ILLATO DEUA VOLTA. LA FIGURA MOSTRA AlTRESt' L'ESTRADOSSO DELL' ARCO RESISTENTE, DI CUI ~ NEINDICALA LUCE, F LA FRECClA, E 8 t'ANGOLO At CENTRO CHE SOTTENDE LE IMPOSTE;CHIARAMENTE TAU PARMIETRI DIPEN.DONO DASp'

Crociera· rinforzata

u

Lo schema statico consiste nella trasposizione dei risultati sperimentali, Esso si basa sull'arco resistente gia trattato nella crociera non-rinforzata; solo che adesso I' area si comporta come se fosse tirantato. Siccome i rinforzi hanno resistenza eIevatissima e la loro aderenza e poco cimentata, il collasso avviene solo quando il carico produce 10 schiacciamento della muratura: ossia e l'azione interna nell'arco resistente a dettare il collasso. Siccome 10 schiacciamento sopraggiunge in chiave, poiche tale sezione si parzializza (dando luogo allafessura), 10 schema adottato governa il collasso.llledian~e la risultantelinterna in chiave, Ncv' peraltro di irnmediata determinalione in quanto l'arco resistente rimanea tre cerniere (Ia fessura in chiave si forma anche in presenza dei rinforzi) , ossia e sempre isostatico. La crisi awiene quando Ncv attingeil massimo. valore - trasmissibile, %:V. Ne consegue che Iaportanzadella volta rinforzata dipende dalla profondita t dell'arco reslstente la quale deriva dallatessitura muraria. La sperimentizion~ ha mostrato che la fessura in thiavesi estende per 2s/3. Quindi: Rcv= t·s·(jrn/3 dove()mela tensione di schiacciar;rent.o. de.lIamuratu~a:psservato Infine che Ncv = H(per I eqllihbno), la.preyrslo~~ id~lc()II<lSS? puo.esser~~~ettuata sempre con 1~(7),purch~ - Rev_rimpiazzi Heal'

La rappre.sentati~t:a. deL modello e •• stata.verificata applicflldoloar duepr()totipi;~~c_asi; t=Bb+ Jt con Bb =6Q mm.;5!m.=. 4.!)N./mm .. 2 .. ,Risulta,traSformando·p lin. F

...• , ~,_,:__,:_",' ''ie" ,'.' , ">-:"";'.""':<'" ;'".eD '':co1'

un~ .t:?Slaf2a estfr~mac\i45,p341<N\?nttoi 50 kNsperi-

melltaIi'\~reIl~biiprot()tipi) .Ioscarto e del 9%ed e accettabiles\"llte·leinse~tezzeche.aff1igg()no.l~.strutture

murarie. -

Questo se .. gmento di ric:rca - inve~~ per la gran parte ancora m nuce - si e oc-

cuparq.del collasso di cupole in mura amente rinforzate in FRP, assoggettate a carichi concentrati. Il significato di questa ricerca e rappresentato da!la messa in luce di fenomeni non del tutto notori; in particolare dalla prova che la resistenza a trazione e protao-o-

. b

msta della portanza.

FIGURA 17.

IMMAGINE FOTOGRAFICA DEliA CUPOlA NEllE CONDIZIONI DI RINFORZO DEUA PRIMA PROVA. Il PROTOTIPO E' CERCHIATO CON UN ANEllO IN FRP, CONSISTENTE IN UNA STRISCIA DISPOSTA lUNGO IL PARAllElO Ail'IMPOSTA. PER POTER TRASFERIRE lA FORZA, lA CUPOlA, IN SOINv'UfA, PRESENTAVA UN FORO. SI OSSERVA CHE, SICCOME Il PROTOTIPO VOlUTMlENTE NQNE~ Ni:CONTRAFFORTATO

. NE CERCH~TO, I:A PROVA DEUA

CUPOlA SENZA RINFORZI ERA PRIVA DI SIGNIFICATO.

Nel cas: nan-rinfarmio, i classici schemi basali sull'ipofisi nrrIensian diventarw inapproprioii quandn il carico investe una sola vela. In questicasi occorreinfaJJ:i rnelterem rj.om i camportarnenJi sjJaJiali,' tutJiwia, dato dze tali eamporfilrnenJi possorw esplimrsi sow in un meaa dze to1leri Ie trammi, la resistenza a tra:dnne della m:uratura - a rlispetto rJglJe disposi:!.imd rwrmative - d£ve essere contemplaia. Ma nan sow. Lo, pmtanw rJglJe crociera nanrinfmwta e drasJ:icarnente irifluenwta da1Jn tessitura muraria e rJg1Jn tecnica costrutJiva, le quaE assurwno quinm ad un ruow inderogabile ne1Jn nwde11azione. Dunque, nemmeno i classici nwdelli arJi elementi finiti basali sull'orrwgerI£iW. e l'isotropia . (defarmativa e resitiva) del soWlo mum appaiOYW rappresentativi per la crociera non-rinforzata.

I rinford conferiscono aile volte a crociera la resistenza a trazione sopra euocata. Ne deriva: un incremento di portanw, qua:ntunque - se i carichi sarw rinviati a1Jn volta p. es. da un par();rnento m:urario pri:vo di basarnento (e quindi sma forternente Tncalizzati) , nan partico/armente grande; una crisi per schiac. ciarnento anidchi per trazum.e, la quaJe nan e repentina ff1 inoltre e prevff1iiJile con affolalilitd. Si rirnarca dze, andze nella crod.erarinfoT!.fJia, la tecnica costndi:i:va influenza decisa'll1£rli£ lapmtanw.

Sperimentazioni a! collasso ed analisi critica dei risultati

La sperimentazione al momento condotta ric guarda un prototipo eli cupola emisferica provato in due configurazioni di rinforzo (Figure 17 e 18). II caricamento e consistito in una forza concentrata, applicata a! cervello, la qua!e e stata fatta crescere, in modo ciclico.sino a! collasso.

Le acquisizioni sperimentali - curve carico - spostamento, corredate da! carico estremo e da! modo di collasso - possono essere COS! sintetizzate.

II collasso della cupola di Figura 17 e avvenuto sotto un carico eli 48 k.N (pili il peso proprio, che . e di 20 kt"J); la causa e illustrata nelle Figure 19 e 20. Si e osservato che l'aderenza del rinforzo e risultata cimentata in modo impercettibile.

La cupola di Figura 18 ha resistito invece sino ad un carico di 140 k.N senza manifestare He segni di crisi e nemmeno apprezzabili fessure; dopodiche la prova e stata interrotta, in quanto il pavimento in ca. non era pili in grado di contrastare i martinetti. L'aderenza dei rinforzi ha esi-· • bito prestazioni pili che confacenti anche in

5,S

FIGURA 18.

IN\MAGINE FOTOGRAFICA DEIJA cUPOlA NEUE CONDIZIONI DI RINFORZO DEIJA SECONDA PROV A. Il PROTOTIPO E' RINFORZATO CON QUATTRO ANEW IN FRP, EQUISPAZlATI, DI CUlll PRIMO Au.'IMPOSTA, L'UlTIMO Al CERVEllO.

sommita, dove il rinforzo (per ovvie ragioni geometriche) riveste peggio la superficie emisferica.

A titolo orientativo, la prima prova (riguardante la cupola di Figura 17) e stata analizzata in regime di membrana. In tale ambito, protagonisti del cimento sono i due sforzi di membrana N} (<p) ed N2(<p), rispettivamente di meridiano e di parallelo; il simbolo <p indica la colatitudine. I dati erano i seguenti: il foro in somrnita era circoscritto dal parallelo <PF = 11 0 == 0.192 rad;lungo tale contorno era applicate un carico distribuito, di risultante 48 kN; la densita della muratura (misurata) era di 1710 kg/m3; il raggio medio era 1.23 m. Di seguito si riporta la soluzione di membrana ad alcuni livelli emblematici:

Nl (<p = 90°) = - 9233.5 N/m; N2 (<p = 90°) = + 9233.5 N/m

N}(<p = 45°) =-14611.6N/m;N2 (<p=45°) =+ 9690.5 N/m

N} (<p= 1l0) =-34366.6N/m;N2 (<p= llO) =+ 31690.6N/m

Dalle ca1colazioni emerge - oltre al fatto ovvio che N1 e sempre di compressione - che N2 e sempre di trazione; e inoltre che N} ed N2 at-

56

a,x au

tingono il massimo in valore assoluto per (p minimo, ossia al cervello, lunge il parallelo di applicazione del carico. Considerando 10 spessore della volta (120 mm), si ricava che in sommita la tensione di meridiano vale - 0.29 N/mm2 (compressione) e la tensione di parallelo + 0.26 N/mm2 (trazione). All'imposta, invece, le trazioni di parallelo attingono + 0.07 N/mm2.

I risultati numerici sono qualitativamente in li-

nea con le evidenze sperimentali. Difatti, coerjmtemente con essi, la fessurazione deve inrIescarsi al cervello e propagarsi verso il basso, arrestandosi pero un po' prima dell'imposta: e questo e successo, nella prima prova.

Guardando pero in controluce i risultati, emergono alcuni fatti. Intanto e da rirnarcarsi come, parirnenti alla crociera con carico nonuniforrne, a comandare il carico di collasso,

nel caso con un anello, sia la resistenza a trazione della muratura. Difatti, se e vero che la cupola e cerchiata all'imposta, e anche vero che al cervello la cerchiatura non produce effetti.

Inoltre, la tensione di trazione tollerata dalla muratura e risultata essere molto pili alta di quella presunta per la malta; difatti, a fronte di una resistenza a trazione stimata pari a 0.05 N/mm2, sono state tollerate trazioni sino a 0.26 N/mm2. Dunque, la ricerca ha messo in luce significati-

ve ed inattese capacita portanti endemiche. La spiegazione di cio, ancora, non e stata data. A tal proposito si stanno analizzando i contributi che possono essere offerti dell'ingranamento dei blocchi; inoltre si sta ricercanda..alposto di una soluzione di membrana, unas~l'uzione che

si limiti a porre la curva delle pressioni dei meridiani all'interno della spessore (anziche centrarla sull'asse); in altre parolesi sta cercando quale sia la minima trazione nei paralleli necessaria per l'equilibrio, COS1 cia appurare se l'ingranamento tra i blocchi possa giustificarla. Passando adanalizzare la cupola con 4 anelli, si osserva che questa configurazione di rinforzo rappresenta una strategia di adeguamento perfettamente rispondente alla domanda strutturale, in quanto fornisce anche .41i paralleli superiori quella resistenza a trazicine chiamata in causa dai carichi concentrati, COS1 da interdire i meccanismi cinematici, mantenendo sempr;'>'~ in essere il regime di membrana; tale configurazione conduce quindi al collasso per schiacciamento (invero ancera da dimostrare in laboratorio), ottimizzando Ie prestazioni della cupola. La sperimentazione ha inoltre mostra-

to che un rap porto vuoto-pieno pali a 5, che e non-invasive, e sufficiente per do tare la cupola delle capacita evocate dai carichi concentrati,

Conclusioni le ricerche hanno confennato che i rinforzi in FRP, se posizionati sulla base di adeguate valutazioni teoriche, originano considerevoli incrementi di portanza estrema, Dunque, la tecnica in oggetto risulta legittimata, purche abbinata ad idonee modellazioni previsionali.

Il successivo - rna non semplice - avanzamento delle ricerche tendera alla quantificazione della stato limite ultimo di "debonding", laddove qualitativamente Ie cose sembrcrebbero gia sistemate. In effetti, e vero che nella sperimentazione tale stato limite non e mai stato attinto, rna e anche vero che tutti i prototipi avevano sezione ad una sola testa, mentre e nel caso di sezioni a pili teste che la vulnerabilita al debonding e massima (si segnala che sta per avere corso una sperimentazione su volte cilindriche a due teste). Gli autori ritengono comunque che il debonding non infirmi Ie prerogative di questa tecnica; d'altro canto, non e pensabile una routine professionale agnostica nei confronti di questo fenomeno (anche pensando ad un futuro inquadrarnento normativo), e quindi al debonding

deve essere indirizzato parte della sforzo di ricerca. 1

Un altro sviluppo, previsto a breve, e l' estensione dei modelli aIle azioni sismiche, avvalendosi del fatto che molte dimostrazioni prescindono dalla direzione delle forze.

L'ultima osservazione qguarda Ie nonnative. I compositi rappresentano un materiale nuovo e come tale non contemp1ato dalle nomle. AI riguardo si osserva che - come ovvio dal punto di vista teorico e come comprovato sperimenta1mente in questa ricerca -I'aderenza presuppone una capacita resi-

FIGURA 19.

RAPPRESENTAZIONE COMPlESSIVA DEI QUADRI FESSURATIYl FORMAlESI NEliA CUIDIA RINFORZATA SOLTANTO All'UIAIDSTA.

$1 OSSERVA COME, AilE FESSURE 01 ME~- 0L<IN0, ABBlN\Q FATTO SEGUITO FESSURE 01 PARAU£LO; QUESlE SONG IA LCXilCA CONSEGUENZA Om'INFlESSIONE oEGU S~CCHI GENERATI DAliA FESSURAZONE MmoL<INA. LE FESSURE 01 PARAU£LO HANNO SANCITO IA CRISI: CIASCUNO S~CCHK) SPINGENTE, SEBBENE CONTIWFORTATO AliA BASE 0All' ANEllO 01 RINfORZO, NON ERA PIU' IN GRADO 01 TOU£RARE INCREMENTI 01 CARICO. DIFATTI, IA CURVA oEU£ PRESSIONI USCIVA DAllO SPESSORE DEU£ RENI, DANDO LUOGO AD UNA CERNIERA AD ASSE 01 ROTAlK)NE O~ZZONTAl£, CIO' CHE 1AB1- UZZAVA LO S~CCHIO 01 CUIDIA.

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FIGURA 20.

IMMAGINE FOTOGRAFICA PANORAMICA DEL COllASSO DEL 0IMPIONE DI FIGURA 17.

Il COllASSO E' STATO ORIGINATO DAllA FESSURAZIONE MERIDIANA. QUESTA SI E' INNESCATA Al CERVElLO E, REPENllNAMENTE,

SI E' PROPAGATA IN BASSO, ARRESTANDOSI UN Pd PRIMA DEIl'IMPOSTA.

DI FESSURE MERIDIANE SE NE SONO FORMATE QUATTRO, (:"f,,'STUALMENTE E DISTANZIATE.

RINGRAZIAMENTI

Gli autori ringraziano sentitamente: 1) il CFAJ.E.A. di AffIrm - nelle persone del Direuore geom. Renata Errico e del Sig. Orazio Gobbesso - che ha realuzato i pmtotipi, fornito le aitrezxature e teso possibili Ie sperimentazumi; 2) la SIKA Italia, due - gmtuitamente - ha fomiio e mcsso in opera i compositi (dando aliresi preziosi consigli), sotto fa superoisione dell'ing. Albedo Grandi e fa direzione dci geom. Gianpaolo Paccagnella e Luciano Pescarollo; 3) il Dott. A ndrea Briani, che ha effettuato IJarie delle foto I'd eseguito i disegni in CA.D.

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ste.riie. trazione del supporto murario. Ma le normative - sia nazionali, sia europee - proibisconodi avvalersi della resistenza a trazione nelle verifiche di sicurezza delle murature. Esiste quindi un fatto apparentemente ostativo (e comunque preoccupante) all'impiego dei rinforzi in FRP. Ebbene, fintantoche tale questione non verra appianata, la tecnica non puo essere inquadrata a livello normativo (e comunque c'e da domandarsi come un intervento possa essere giustificato). D'altro canto questa ricerca ha dimostrato sul campo che numerose strutture murarie tipiche del costruito - crociere caricate in modo non-uniforme, cupole con carichi al cervello, etc. - si avvalgono della resistenza a trazione, Cio a dimostrare che, nel costruito, la resistenza a trazione rappresenta un contributo imprescindibile; e quindi, il fatto che la tecnica in questione la chiami in causa e legittimo. La questione e che Ie norme sono state concepite per il nuovo, per cui il costruito, oltre a riscuotere meno attenzioni, ne sfugge all'inquadramento di base. Del resto la gran parte degli edifici esistenti - e come tali dotati di caratterisliche peculiari, che gli hanno consentito "sopravvivere" ad eventi severi (tra questi i moti del terreno, spesso Ie guerre) - rappresentano un caso tutt'altro che normale: e come tale non normabile. Chi scrive ritiene che 1a normativa necessiti di uno sviluppo nella direzione del costruito. Cio anche

!~l fined! con,ient1re interventi strutturali misurati, anziche pesanti manomissioni, le quaIi arrecano rirnarchevoli danni architettonici in favore di una sicurezza stimata in modo convenzionale con calcoli eccessivamente ed acriticamente conservativi,

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