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Criteri per la verifica e la sostituzione degli appoggi in neoprene di

viadotti esistenti in zona sismica

Paolo Tortolini
Dipartimento di Ingegneria – Facoltà di Architettura, Università “G.D’Annunzio”, Pescara.
Paola Rita Marcantonio
Dipartimento di Ingegneria – Facoltà di Architettura, Università “G.D’Annunzio”, Pescara.
Marco Petrangeli
Professore presso la Facoltà di Architettura Università, “G.D’Annunzio”, Pescara.
Alessio Lupoi
Dipartimento di Ingeneria Strutturale e Geotecnica, Università di Roma “La Sapienza”.

Keywords: appoggi in neoprene, isolamento, adeguamento sismico, manutenzione.

ABSTRACT
La grande maggioranza dei viadotti in c.a.p. della rete stradale nazionale realizzati tra la fine degli anni '60 e i primi
anni '90 utilizza appoggi in neoprene. Questi elementi si sono rivelati una soluzione economica ed efficace per ope-
re ubicate in zone di bassa e media intensità sismica. A distanza di alcune decine di anni dalla costruzione, in con-
comitanza con gli interventi di risanamento ed adeguamento sismico di queste opere, si rende spesso necessario la
sostituzione di questi elementi. Sulla scorta dell’esperienza maturata nell’analisi di vulnerabilità e nella progetta-
zione dei relativi interventi di adeguamento condotte per oltre cento opere di questo tipo della rete stradale italiana
vengono nel seguito discussi gli aspetti più interessanti del problema.
Si parte quindi dalla modellazione di tali elementi, che non possono essere considerati come vincoli né fissi né mo-
bili, presentando i risultati di uno studio sperimentale di caratterizzazione dinamica di questo genere di dispositivi,
condotto su un viadotto della s.s. 77 Umbro-Marchigiana. Viene quindi analizzato l’effetto che tali elementi hanno
sulla risposta sismica dei viadotti a travi poggiate in funzione dei parametri geometrici di pile ed impalcato nei ri-
spettivi intervalli di maggior rappresentatività delle opere esistenti sulla rete italiana. Viene poi affrontato il tema
dei varchi e ritegni, analizzando le conseguenze del possibile contatto dell'impalcato sulla risposta strutturale del
viadotto. Si affronta, infine, il tema della verifica di sicurezza degli appoggi in neoprene armato in condizioni si-
smiche: gli autori propongono due metodologie di verifica basate rispettivamente sulla capacità deformativa e sulla
resistenza attritiva (stato limite di scorrimento). L’articolo si conclude presentando un caso di studio di un lotto di
viadotti ubicati sulla s.s.17 presso L’Aquila.

1 INTRODUZIONE Considerato lo stock imponente di opere rea-


L’utilizzo di cuscinetti in neoprene armato lizzate con appoggi in neoprene che richiede oggi
interventi di manutenzione straordinaria, è evi-
come appoggio a secco di travi da ponte in c.a.p.
dente la necessità di una comprensione adeguata
è stata una pratica molto diffusa nei viadotti co-
struiti dagli anni '60 fino ai primi anni '90. Oggi del comportamento sismico di queste strutture, in
modo da poter individuare gli interventi più effi-
questa soluzione strutturale è meno utilizzata sia
caci per il contestuale miglioramento della loro
per effetto di un ostracismo legislativo che ne im-
pedisce l'utilizzazione a secco, in favore di siste- resistenza a tali azioni.
Molto spesso nella pratica professionale la
mi più elaborati, sia per il minore utilizzo di travi
presenza di appoggi in neoprene è trascurata, sot-
pretese in favore di soluzioni a struttura mista per
tovalutandone gli effetti che, invece, possono es-
le quali si adottano generalmente appoggi in ac-
sere determinanti per la determinazione della ri-
ciaio-teflon.
sposta globale della struttura. Al contrario, una
corretta analisi sismica dei viadotti non deve pre- dati dell’identificazione modale (frequenza,
scindere da una realistica interpretazione del smorzamento ed ampiezza normalizzata). Mentre
comportamento degli appoggi in neoprene. Tali in figura 2 sono rappresentate le principali forme
elementi sono caratterizzati, infatti, da una rigi- modali individuate.
dezza orizzontale che risulta sensibilmente infe-
riore a quella delle sottostrutture, anche nel caso
di appoggi di modesto spessore. Poichè in pre-
senza di rigidezze che lavorano in serie risulta
dominante quella più bassa, è naturale che il
comportamento globale della struttura risulti mo-
dificato dalla presenza di tali elementi flessibili.
Nell'ambito di una estesa campagna di valutazio-
ne della sicurezza sismica di ponti e viadotti esi-
stenti ubicati sulla rete stradale italiana, da cui ha
preso spunto il presente lavoro, è stato osservato
che in taluni casi già per spessori di circa 4 cm è
possibile ottiene uno spostamento significativo
della risposta dell’opera. Tuttavia, si devono tene-
re in attenta considerazione alcuni aspetti che
possono limitare tali effetti, come in particolare lo
stato di conservazione, ovvero la presenza di esi-
gui varchi che possono permettere l'urto dell'im- Figura 1. Strumentazione della prova di caratterizzazione
dinamica del viadotto
palcato con i ritegni di testa pila (spalla).
Tabella 1. Parametri dell' identificazione modale
modo f (Hz) ζ (%) amp.norm.
2 RIGIDEZZA ORIZZONTALE APPOGGI 1 3.67 1.89 0.67
IN NEOPRENE 2 4.14 3.43 0.85
3 13.05 1.05 1.00
2.1 Prove sperimentali sul viadotto Caldarola
Allo scopo di verificare la rigidezza effettiva
dei cuscinetti in neoprene con 30 anni di esposi-
zione ambientale, sono state eseguite delle prove
di caratterizzazione dinamica del sistema testata
trave - baggiolo sottostante, per il viadotto Calda-
rola, ubicato nel tratto marchigiano della S.S. 77,
costruito alla fine degli anni '70. Il viadotto si
compone di 11 campate da 36m, l’impalcato è
costituito da sei travi in semplice appoggio (luce
netta 35m). Ciascuna trave è poggiata su due ap-
poggi in neoprene armato aventi dimensioni in
pianta pari a 60x80cm armate con due lamine di Figura 2. Deformate modali più rilevanti dell'appoggio
acciaio, di spessore complessivo di 38mm. Dall’analisi dei tre modi più significativi, e-
La zona di appoggio è stata strumentata con merge come il primo ed il terzo, con frequenze
quattro accelerometri sismici, di cui due installati pari a 3.67Hz e 13.05Hz, corrispondono al primo
sul fianco della testata della trave immediatamen- ed al secondo modo flessionale dell'impalcato.
te al di sopra dell’apparecchio d’appoggio e due
Infatti, dall’equazione della trave in semplice ap-
sul fianco del baggiolo (fig. 1). L’eccitazione è
stata ottenuta dal transito di veicoli isolati sopra poggio con carico distribuito (eq. 1, dove EI rap-
la campata strumentata. presentano le caratteristiche inerziali della trave,
Non ritenendo opportuno, per lo scopo di que- L la luce e m la massa distribuita), si ottengono,
sto lavoro, entrare nel dettaglio delle modalità di per n=1 e 2 i valori di frequenza rispettivamente
elaborazione dei segnali, nel seguito si riportano di 3.4Hz e 13.8Hz, assolutamente compatibili con
esclusivamente i risultati ottenuti e la loro inter- quelli sperimentali.
pretazione. In tabella 1 sono riportati i principali
π EI 2.2 Rigidezza teorica e reazione attesa
f = n2 (1)
2 mL4 La rigidezza teorica dell'appoggio in neoprene
è espressa dalla (5); tuttavia, operando delle sem-
Diversamente, il secondo modo ricavato è as-
plici sostituzioni, è possibile esprimere tale rigi-
sociabile alla risposta dinamica dell’appoggio; si
dezza orizzontale in funzione del carico verticale
nota, infatti, che esso presenta delle deformate
Fv e del tasso di lavoro dell’appoggio in gomma
modali praticamente identiche nelle due direzioni
σv:
monitorate (fig. 2). Considerando quindi
l’equazione generale del moto dell’oscillatore G g Fv
semplice: k app = (6)
sg σ v
&x& + ω 2 x = 0 (2)
Moltiplicando l’equazione precedente per lo
è immediato risalire alla pulsazione ω del siste- spostamento relativo tra le due superfici
ma, partendo dalla frequenza individuata dell’appoggio in gomma si ottiene quindi la forza
(4.41Hz). Di conseguenza, nota la massa M orizzontale esercitata da tale appoggio. Ipotizzan-
dell’impalcato, si calcola la rigidezza del sistema do uno spostamento orizzontale massimo pari allo
elastico costituito dai 6+6 appoggi (entrambi gli spessore della gomma stessa si ottiene in definiti-
allineamenti) della campata del viadotto, in base va:
alle note relazioni di che correlano tali grandezze:
Fh = ρFv (7)
f = 2π ⋅ ω (3)
con ρ= Gg / σv che è generalmente compreso tra
ω =k/M (4) 1/2 e 1/3. Tale ultima relazione appare significa-
E' stata così ricavata una rigidezza orizzontale tiva di come la reazione orizzontale associabile
per il singolo appoggio pari a kapp = 41 kN/mm. all'appoggio in neoprene sia in genere sempre in-
Dall’equazione (5) che correla il modulo tangen- feriore a quella verticale nelle condizioni limite di
ziale Gg della gomma alla rigidezza, attraverso le esercizio (infatti una deformazione a 45° può es-
caratteristiche geometriche (area Aapp e spessore sere considerato quale limite di funzionalità del-
gomma sg), si ricava un valore del modulo di ta- l'appoggio stesso).
glio, Gg, pari a circa 3MPa.
Aapp 3 VIADOTTI A TRAVI POGGIATE
k app = G g (5)
sg 3.1 La modellazione in campo elastico
Il valore ottenuto è certamente da riferire ai La scelta di modelli elastici ai fini dello studio
piccoli spostamenti. Infatti, la rigidezza orizzon- di vulnerabilità sismica di viadotti esistenti appa-
tale dell'elemento è fortemente influenzata dalla re oggi la più diffusa. In tale ambito, la soluzione
deformazione raggiunta (Kelly, 1986). Per de- più comoda è certamente da individuare nella
formazioni tangenziali nell'intorno del 60% - schematizzazione unifilare del viadotto, attraver-
100% (spostamento orizzontale pari allo spesso- so l'utilizzo di elementi finiti di trave.
re) il valore iniziale si riduce di 2-3 volte (Naga-
rajaiah and Ferrell, 1999). Mentre per deforma- impalcato impalcato
zioni superiori all’unità (spostamento orizzontale
appoggi

appoggi

pari allo spessore), la rigidezza, in genere, torna pulvino


ad aumentare.
Quindi, ai fini dello studio del risposta sismica
degli appoggi in neoprene sul costruito, che si
pila

EAEF
presentino in discrete condizioni di conservazio- hEF GAEF
ne, è ragionevole considerare un modulo di ela- EJEF=∞
sticità tangenziale, G’g, simile a quello del nuovo
(1.0-1.2MPa), non essendo in generale il naturale
invecchiamento del materiale (30-40 anni) tale da
determinare delle sensibili modifiche della rigi- Figura 3. Modellazione con elementi di trave
dezza elastica (Kato et al., 1997).
Nei viadotti a travi poggiate, che rappresenta- zione, facendo esclusivamente riferimento alla
no la larghissima maggioranza del costruito in rigidezza della pila e degli appoggi presenti, ossia
Italia, la schematizzazione del sistema pila - pul- considerando l'impalcato come una massa con-
vino - appoggi - impalcato può essere eseguita centrata posta in sommità delle pile, analizzate
come rappresentato in figura 3, facendo coincide- singolarmente. Tuttavia questo schema non tiene
re la posizione dell’elemento finito con l’asse ba- conto dell’effetto di moti asincroni delle diverse
ricentrico dell’oggetto strutturale rappresentato. pile e quindi dell’azione con cui gli impalcati si
Secondo questo schema, tutti gli elementi del oppongono a queste risposte differenziali. Diver-
modello posseggono le dimensioni e le caratteri- samente, la modellazione, come proposta in figu-
stiche elastiche equivalenti dei vari oggetti che ra 3, permette di tenere conto, anche per gli im-
riproducono. palcati in semplice appoggio con o senza la solet-
In particolare, per quanto concerne gli appog- ta continua, di tali effetti.
gi, poiché risulta conveniente prescindere dalla In questa sede però, per maggiore semplicità e
dimensione verticale effettiva dell’oggetto (e- chiarezza si è utilizzato il modello a pila singola.
stremamente ridotta) ed utilizzare un elemento di E' stato, dunque, preso in considerazione un tipi-
lunghezza superiore, che raccorda l’asse baricen- co viadotto con campate da 30 m e pile circolari
trico dell’impalcato con quello del pulvino, la va- di diametro 2.6m, con 5 appoggi per ciascun alli-
lutazione delle corrette caratteristiche inerziali, ai neamento costituiti da apparecchi in neoprene
fini della rigidezza orizzontale dell’elemento, armato di dimensioni 600x400x40mm. Nel grafi-
viene eseguita attraverso la semplice proporzione: co di figura 4 si riporta l'andamento della rigidez-
za orizzontale del sistema pila-appoggi, nel caso
Aapp
(GA) EF = nappGg hEF (8) in cui questi siano considerati come elementi ela-
sg stici o, viceversa, come elementi rigidi, avendo
assunto una rigidezza sezionale della pila non fes-
dove napp rappresenta il numero degli appoggi in
surata pari a EJ = 45·106kNm2 ed un modulo di
gomma presenti sull’allineamento e hEF la dimen-
taglio della gomma G = 1.2MPa. E’ facilmente
sione dell’elemento finito equivalente del model-
osservabile come l’influenza della modellazione
lo di calcolo. Operando secondo tale criterio, af-
elastica degli appoggi sia tanto maggiore per al-
finché la rigidezza orizzontale complessiva degli
tezze contenute delle pile, quindi per alti rapporti
appoggi (GA in fig. 3) sia definita esclusivamente
di rigidezza pile/appoggi. Solo a partire da altezze
dal comportamento tagliante equivalente, è ne-
superiori ai 12 metri è possibile trascurare
cessario imporre un valore fittizio alla rigidezza
l’effetto dell’ appoggio in gomma.
flessionale dell'elemento tale che risulti, sostan-
zialmente, infinitamente rigida (EJ in fig.3). La Confronto rigidezze orizzontali
rigidezza verticale dell'elemento (EA in fig.3), 800

sebbene di secondaria importanza per la risposta 700 app. rigidi

sismica della struttura, può essere impostata al 600


app. elastici

valore esatto degli appoggi in neoprene, che ge- 500


k [kN/mm]

neralmente risultano poco comprimibili e quindi


400
con rigidezze assiali elevate (mediante la stesso
300
principio di proporzionalità espresso dalla (8)).
Infine, per simulare la condizione di appoggio 200

semplice dell’impalcato, ovvero l’assenza di 100

momenti flettenti in appoggio, è necessario intro- 0


durre un rilascio alla rotazioni all'estremità supe- 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
Hpila [m]
riore dell'elemento appoggio (fig.3).
Figura 4. Confronto rigidezze orizzontali sistema pila-
appoggi
3.2 L’importanza della modellazione dell’ap-
poggio nella risposta dinamica del viadotto Nel grafico di figura 5 viene chiarita l’azione
benefica degli appoggi in neoprene, evidenziando
La simulazione del comportamento dinamico
la riduzione delle accelerazioni di progetto valu-
dei viadotti a trave poggiata, con le usuali geome-
tate per uno spettro di risposta coerente con
trie che si incontrano lungo la rete stradale italia-
l’attuale normativa (DM 14.1.2008), caratterizza-
na, può essere effettuata, con buona approssima-
to da una accelerazione di ancoraggio al suolo
tipica di una zona ad alta pericolosità sismica 3.3 La presenza di ritegni: cosa succede se
(0.35g). E’ possibile osservare come nell’ inter- l'impalcato sbatte?
vallo di altezze comprese tra 5 e 12 m, che racco-
Non è così infrequente imbattersi in situazioni
glie la parte preponderante dei viadotti della rete
in cui il cinematismo dell'impalcato è limitato
viaria nazionale, le accelerazioni spettrali alle
dalla presenza di esigui varchi (pochi centimetri)
quali sono soggette le pile del viadotto possono
con i ritegni di testa-pila o con il muro paraghiaia.
ridursi anche del 30% nel caso in cui si consideri
In questi casi la modellazione elastica del colle-
la flessibilità dell’appoggio. Analoghi risultati
gamento pila-impalcato appare, in linea di princi-
sono ottenibili considerando altre comuni tipolo-
pio, non completamente appropriata, in quanto
gie di pile, come ad esempio quelle a sezione ret-
l'analisi potrebbe fornire valori di spostamenti
tangolare piena uni o bi-cellulare cava. In questo
relativi non compatibili con i varchi disponibili.
caso, si possono ottenere variazioni, in termini di
Pertanto, è stata condotta un campagna di simula-
accelerazioni sismiche, analoghe (o maggiori)
zioni numeriche volte a far chiarezza su tale que-
anche per altezze di pila superiori, fino a 15-20m,
stione. Sono state condotte una serie di analisi al
essendo la rigidezza della sezione maggiore e
passo nel dominio del tempo con il programma
quindi non trascurabile la flessibilità
agli elementi finiti non lineare FIBRE (Petrangeli,
dell’appoggio in gomma.
1996, Tortolini, 2011), prendendo a riferimento il
Confronto accelerazioni sismiche
viadotto a travi poggiate già utilizzato nelle pre-
0.90 cedenti analisi con spettro di risposta. Tre diverse
0.80 soluzioni di modellazione sono state considerate:
0.70 la prima con appoggi indefinitivamente elastici, la
0.60 seconda con appoggi rigidi ed una terza che pre-
0.50 vede la presenza simultanea di appoggi elastici ed
Sa [g]

0.40 un elemento di gap. Tale elemento finito è carat-


0.30 terizzato da rigidezza nulla, fino ad un prefissato
0.20 app. rigidi valore di spostamento relativo tra i due nodi che
0.10 app. elastici
lo definiscono (uno positivo ed uno negativo, in-
0.00
dipendenti, che però nelle analisi condotte sono
4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 stati impostati allo stesso valore, ±3cm), succes-
Hpila [m ]
sivamente l'elemento presenta un comportamento
Figura 5. Confronto accelerazioni sismiche derivanti da uno elastico, la cui rigidezza, nello specifico, è stata
spettro elastico con PGA=0.35g
considerata sensibilmente superiore a quella oriz-
Chiaramente la valutazione degli effetti degli zontale associata agli appoggi. La sintesi di tale
appoggi in neoprene sulla risposta globale è in- studio è rappresentata attraverso il grafico di figu-
fluenzata da molteplici fattori quali, in primo luo- ra 6, dove viene riportata la risposta in termini di
go, i rapporti di rigidezza reciproci sottostruttu- spostamento di picco della pila, come valore me-
re/appoggi, l'intensità sismica attesa e, non ulti- dio derivante dalle simulazioni condotte utiliz-
mo, le condizioni al contorno quali presenza di zando 5 accelerogrammi, compatibili con lo spet-
ritegni ed ampiezza dei varchi (argomento del tro sismico caratterizzato da una PGA di 0.35g
prossimo paragrafo). (utilizzato nelle analisi elastiche).
Tuttavia tali effetti appaiono qualitativamente Dall'osservazione dei risultati ottenuti, appare
ben chiari. La modellazione degli appoggi in ne- qualitativamente evidente l'effetto del contatto
oprene influenza la risposta sismica dei viadotti, dell'impalcato con i ritegni. Per sottostrutture bas-
specialmente in presenza di sottostrutture tozze. se, quindi rigide, in cui le frequenze proprie del
Una modellazione del collegamento impalcato- sistema sono elevate, si osserva come la modella-
pila che trascura la flessibilità degli appoggi può zione di appoggio rigido e quella "esatta" con e-
condurre a richieste in termini di deformazio- lemento di gap, risultano praticamente confondi-
ni/sollecitazioni per le pile e le fondazioni supe- bili. Mentre al crescere dell'altezza della pila si
riori alla reale risposta e, quindi, determinare un osserva la tendenza ad una convergenza del mo-
quadro falsato della vulnerabilità sismica del via- dello "esatto" a quello che utilizza solo l'appoggio
dotto. elastico, fino all'esatta coincidenza, che avviene
quando gli spostamenti relativi impalcato-testa
pila risultano compatibili con il varco imposto, in
altre parole non c'è contatto (che nel caso consi- zione, qui espressi, sono sintetizzabili attraverso
derato si ha per un'altezza di pila di 13m). due relazioni, una per il carico verticale ed una
Tali evidenze risultano spiegabili con il fatto per quello orizzontale:
che per frequenze più elevate del sistema pila-
σ v ≤ 10 MPa (carichi permanenti) (9a)
appoggio, il contatto, oltre che essere maggior-
mente ripetuto, produce un effetto impulsivo che τ h ≤ 0.5G (9b)
un sistema rigido smorza con difficoltà. Diversa-
mente, all’aumentare dell’altezza della pila , l'im- Dall’ampia casistica di viadotti analizzati in
pulso viene maggiormente smorzato grazie ai ambito professionale, è emerso come la relazione
modi di vibrazione superiori della pila stessa. rispetto al carico verticale venga sempre rispetta-
ta. Infatti mediamente la pressione sotto i carichi
Spostamenti testa Pila
permanenti sui cuscini in neoprene vale circa 2-3
50
MPa.
45 D’altro canto, nell’ambito delle verifiche di
40 vulnerabilità del costruito, l’applicazione del li-
35 mite rispetto alla tensione tangenziale (9b) appare
d pila (mm)

30 oltremodo conservativa, nonché poco realistica.


25 Infatti, si deve considerare che all’epoca delle
20 redazione delle citate istruzioni CNR la normati-
15 app. elastici va prevedeva un’azione sismica di intensità molto
10 app..elastici + gap 3cm ridotta rispetto a quella attuale (al massimo pari al
5 app.rigidi 10% dei carichi verticali), peraltro per una por-
0 zione limitata del territorio nazionale. Si ritiene
4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 quindi che il legislatore con quell’espressione
Hpila [m ]
(9b) abbia voluto esprimere una sicurezza nei
Figura 6. Confronto spostamenti testa pila derivanti da ana-
lisi time history con accelerazioni di picco di 0.35g
confronti della funzionalità dell'elemento stesso e
non nei confronti delle sue capacità ultime, come
Si riporta a tal riguardo la time history dello invece richiesto dalle odierne metodologie di ve-
stesso spostamento per un caso analizzato (pila da rifica sismica.
9m), localizzata nell'intorno dell'istante in cui av- Pertanto, si ritiene che un valido criterio di ve-
viene il contatto dell'impalcato (fig. 7). Come è rifica per le azioni orizzontali nell’ambito
visibile, successivamente all'urto, la risposta vie- dell’analisi di vulnerabilità sismica possa essere
ne "sporcata" dalle frequenze dei modi superiori ricercato considerando due distinti aspetti della
della pila. questione, uno da relazionare alla deformabilità
Time History spostamento pila
del materiale ed un altro alle resistenze.
H=9.0m
20
15
10
5
0
[mm]

-5
-10
-15
-20
-25
[s]
-30
8.0 8.5 9.0 9.5 10.0 10.5 11.0 11.5 12.0

Figura 7. Time history spostamento testa pila nel momento Figura 8. Deformazione per taglio di un appoggio in neo-
del contatto prene soggetto a carico orizzontale

3.4 Verifica degli appoggi in neoprene Prendendo a modello il recente codice norma-
tivo europeo sugli appoggi strutturali in gomma
La prima normativa nazionale che regolamen- armata (UNI EN 1337:2005) ed alcune linee giu-
tò l’uso di questo dispositivo di appoggio fu quel- da internazionali sull’argomento (SETRA, 2007),
la redatta dal CNR nel 1986. I criteri di progetta- è possibile assumere quale limite di verifica una
deformazione orizzontale pari all'altezza dell'ele- rettivi, quantificati in funzione dello livello di de-
mento, in altre parole considerare una deforma- grado.
zione di taglio unitaria (fig. 8):
Fx
εq = ≤1 (10) 4 IL CASO DEI VIADOTTI ATERNO A
GAapp hg L’AQUILA
Tuttavia, anche quest’ultima espressione può Il caso dei viadotti Aterno I e II sulla S.S. 17
essere ricondotta in termini di tensioni tangenzia- alla periferia Sud de L'Aquila, risulta estrema-
li. Infatti considerato che il rapporto tra la forza mente significativo della testimonianza dei bene-
orizzontale e l’impronta dell’appoggio rappresen- fici correlati alla presenza di appoggi in gomma
ta appunto la tensione tangenziale (Fx / Aapp = τh), armata nei viadotti a travi poggiate in c.a.p, in
la relazione precedente assume la forma seguente: caso di evento sismico di un certo rilevo (quale il
terremoto del 6 Aprile 2009).
τh ≤ G (11)
Tale limite può, senz’altro, rappresentare una
condizione da mettere in relazione con uno Stato
Limite di Servizio dell’appoggio, mentre per
quanto riguarda le condizioni ultime dell’ele-
mento, si ritiene più corretto far riferimento a
considerazioni che coinvolgano i fenomeni attri-
tivi che si sviluppano tra la gomma e la trave di
impalcato in calcestruzzo. I coefficienti di attrito
tra questi due materiali sono valutati intorno ai
valori di 0.6 ≤ µ ≤ 0.8, pertanto l’espressione de-
finente la condizione di Stato Limite Ultimo di
Scorrimento è:
Figura 9. Sezione trasversale impalcato Aterno I e II
τ h ≤ µσ v (12)
I due viadotti, realizzati nei primi anni '90, si
Considerando infine che sul costruito italiano, estendono per una lunghezza complessiva di circa
come già fatto notare poco sopra, il tasso di lavo- 140 m e 200 m ciascuno, con campate da 30 m, la
ro a compressione degli appoggi si attesta comu- cui sezione è rappresentata in figura 9. Le pile
nemente intorno a 2-3 MPa e come il modulo di hanno sezione circolare di diametro 2.4 m, con
elasticità tangenziale possa essere considerato altezze comprese tra i 7 m e 10 m. I dispositivi di
variabile tra 1.0-1.2 MPa, la relazione precedente appoggio sono in neoprene armato di spessore
può ancora una volta essere scritta in funzione di complessivo pari a 90 mm.
G:
τ h ≤ αG (13)
con α che varia tra 1.2 e 1.8, avendo preso a rife-
rimento il coefficiente di attrito più cautelativo.
Tale metodologia risulta fornire limiti di capacità
dell’appoggio generalmente superiori rispetto a
quelli ottenuti attraverso il criterio di deformabili-
tà. Di conseguenza, la verifica per attrito - scor-
rimento appare più appropriata per la valutazione
dell’efficacia ultima dell’appoggio. D'altro canto,
è chiaro che, qualora sussistano evidenti condi- Figura 10. Localizzazione viadotti Aterno I e II rispetto
zioni di degrado del materiale (significativi fe- all'epicentro del sisma del 6/4/2009
nomeni di splitting e bulging sulle facce a vista Il viadotto Aterno I si trova in rettilineo mentre
del neoprene), i limiti sopra individuati debbano il secondo viadotto è curvilineo nel suo tratto ini-
essere rivisti attraverso opportuni coefficienti cor- ziale. Questi sono ubicati a pochissima distanza
(fig. 10) dal punto in cui è stato localizzato l'epi-
centro del recente terremoto aquilano, caratteriz- conseguenza, garantendo l'immediata successiva
zato da picchi di accelerazione al suolo superiori funzionalità, senza alcun tipo di intervento. Gli
a 0.35g. appoggi infatti riescono a garantire, ancor oggi, la
A seguito del succitato evento sismico i via- capacità di sostenimento dei carichi verticali del-
dotti non hanno mostrato alcun tipo di danneg- l'impalcato. Tuttavia, risulta chiaramente necessa-
giamento alle sottostrutture, mentre sono stati ria una loro sostituzione, in quanto gli elementi
rinvenuti numerosi situazioni degne di attenzione danneggiati non sono nella condizione di garanti-
per quanto riguarda gli appoggi (figg. 11,12,13). re un'adeguata rigidezze e resistenza nei confronti
Numerosi dispositivi presentavano deformazioni di eventuali successive azioni orizzontali di con-
residue di oltre il 30% e scollamenti tra la gomma siderevole entità.
e le piastre metalliche estreme (inferiore o supe-
riore). In particolare le maggiori problematiche
sono state riscontrate nel viadotto in curva e loca-
lizzate in prossimità delle spalle. Le analisi nume-
riche successivamente condotte, hanno conferma-
to le impressioni maturate durante i sopralluoghi.
Infatti a causa della continuità della soletta si è
reso possibile un cinematismo pressoché rigido
dell'intero impalcato, che ha determinato le ri-
chieste maggiori di deformazioni degli appoggi
alle estremità del viadotto (spalle e prime ed ul-
time pile), in conseguenza di spostamenti di tipo
roto-traslatori dell'impalcato stesso. Figura 11. Dettaglio appoggio pila con scollamento della
I risultati delle analisi del modello agli ele- gomma dalla piastra superiore
menti finiti, in cui gli appoggi sono stati conside-
rati con l'effettiva rigidezza elastica, hanno evi-
denziato come le azioni trasmesse alle sottostrut-
ture fossero molto limitate, mentre quelle agenti
sui dispositivi di appoggio fossero superiori a
quelle limite teoriche, individuate attraverso i cri-
teri di deformabilità prima enunciati. Anche le
verifiche di tipo attritivo hanno messo in evidenza
situazioni critiche, tuttavia meno diffuse.
E' interessante notare come per questo tipo di
appoggi la superficie di scorrimento è risultata Figura 12. Dettaglio dello scorrimento tra la superficie di
essere, nella maggioranza dei casi, gomma- contatto dell'appoggio con l'intradosso della trave
acciaio all’interno dello stesso appoggio, piutto-
sto che acciaio-calcestruzzo, sebbene in alcuni
casi si sia verificato anche questo tipo di scorri-
mento (vedi fig. 12). Questo si spiega facilmente
in quanto negli appoggi in gomma armata la
componente coesiva della vulcanizzazione, dopo
alcuni anni, può venir meno e l’attrito residuo
gomma-acciaio risulta inferiore a quello acciaio-
calcestruzzo.
In generale le tipologie di situazioni rinvenute
in sito sono risultate coerenti con quanto scaturito
dalle analisi e verifiche numeriche effettuate.
Tale caso di studio mette in luce quanto possa- Figura 13. Dettaglio appoggio spalla con deformazione
residua della gomma
no essere importanti i benefici della presenza di
elementi in neoprene dotati di considerevole fles-
sibilità. A seguito dell'evento sismico non comu-
ne, i viadotti non hanno subito alcuna particolare
5 CONCLUSIONI REFERENCES
Gli appoggi in neoprene risultano svolgere un Casarotti, C., Pavese, A., 2008,. Study of a phenomenologi-
ruolo primario sulla risposta sismiche dei viadot- cal model for elastomeric bearings. The 14st World
Conference on Earthquake Engineering, 12-17 October
ti. Anche in presenza di elementi di limitato spes- 2008, Beijing China.
sore, i benefici ottenibili in termini di riduzione CNR 10018, 1987. Apparecchi di appoggio per le costru-
delle azioni/deformazioni trasmesse alle sotto- zioni. Istruzioni per l’impiego. CNR – Bollettino ufficia-
strutture risultano non trascurabili. Qualitativa- le – Norme Tecniche, anno XXXIII n. 190.
Cook, R.A., Allen, D.T., Ansley, M.H., 2009. Stiffness
mente tali effetti sono inversamente proporzionali evaluation of neoprene bearings pads under long term
alle rigidezze delle sottostrutture. Una larga parte loads. Report no. BD545 RPWO#39. University of Cali-
del costruito nazionale risulta sottostare a tali fornia USA
D.M. 14/01/2008. Norme tecniche per le costruzioni. Gaz-
vantaggiose condizioni, sebbene la cattiva con- zetta ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008.
servazione del materiale può limitare l'efficacia di FIB Bulletin n. 39, 2007. Seismic bridge design and retrofit
tali apparecchi. E' stato riscontrato che, qualora – structural solutions: Part 6: Design for enhanced con-
non siano presenti particolari condizioni di ag- trol of damage.
Itoh, Y., Yazawa, A., Kitagawa, T., Kainuma, S., Yama-
gressività ambientale, il neoprene con alcuni de- moto, Y., Kutsuna, Y., 2002. Study on environmental
cenni di servizio mantiene sostanzialmente stabili durability of rubber bearing for bridges. IABSE Sympo-
le proprie caratteristiche elastiche. D'altro canto, sium Melbourne, 268-269
la cattiva manutenzione a cui è sottoposta la rete Kato, M., Watenabe, Y., Kato, A., Kobasyashi, Y., Hiro-
tani, T., Shirahama, K., Fukushima, Y., Yoneda, G.,
viaria nazionale, specialmente per le strade di se- 1997. Aging effect on laminated rubber bearings of Pel-
condaria importanza, determina un quadro gene- ham bridge. The 14 st International Conference on
rale di degrado non soddisfacente, in conseguenza Structural Mechanics in Reactor Tecnology, Lyon
del quale appaiono preponderanti le situazioni in France, 483-490.
Kelly, J.M., 1986. Aseismic Base Isolation: Review and
cui è consigliabile la sostituzione degli apparec- Bibliography. Soil Dynamics and Earhquake Eng. 5(3),
chi in neoprene. Nella larga maggioranza di que- 202-216.
sti casi, tuttavia, le sottostrutture si presentano in Kelly, J.M., Konstantinidis, D., 2005. Seismic Response of
discrete condizioni, pertanto la riabilitazione del Standard Thermal Expansion Bridge Bearings. Proceed-
ings of the 2005 Bridge Research Conference sponsored
viadotto potrebbe avvenire esclusivamente attra- by Caltrans and CTF. October 31 - November 1, 2005,
verso la sostituzione degli appoggi in neoprene Sacramento, California, USA.
con analoghi elementi di più considerevole spes- Kelly, J.M., Konstantinidis, D., 2009. Effect of Friction on
sore (7-9cm), associati alla realizzazione, laddove Unbonded Elastomeric Bearings. J. Engrg. Mech. 135,
953 - 960.
assenti, di opportuni elementi per la limitazione Nagarajaiah, S., Ferrell, K., 1999. Stability of Elastomeric
dei cinematismi dell'impalcato (stopper o ritegni). Seismic Isolation Bearings. ASCE Journal of Structu-
Infatti risulta chiaro come gli appoggi in neoprene ral Engineering, 125, 946-954.
di medio spessore garantiscano la necessaria resi- Petrangeli, M., 1996. Modelli numerici per strutture mono-
dimensionali in cemento armato. PhD Dissertation, Fa-
stenza e deformabilità nei confronti di azioni si- coltà di Ingegneria, Università "La Sapienza" Roma.
smiche di modesta entità, che, d'altronde, risulta Tortolini, P., 2011. L'elemento di trave non lineare con inte-
essere la situazione più diffusa sul territorio ita- razione M-N-V. PhD Dissertation, Facoltà di Architet-
liano. Tuttavia, anche in condizioni di terremoti tura, Università "G.D'Annunzio" Chieti-Pescara.
SETRA, 2007. Laminated elastomeric bearings - Use on
eccezionali, una risorsa fondamentale ai fini della bridges, viaducts and similar structures. Technical
sicurezza strutturale del viadotto è garantita dal guide. Ministère de l’écologie du développement et du
sacrificio di tali elementi. Pertanto appare neces- de l’aménagement durables, France.
sario associare sempre a questa tipologia di ap- UNI EN 1337-3, 2005. Structural bearings - Part 3: Elas-
tomeric bearings
poggio degli idonei elementi di contenimento del-
le travi di impalcato.

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