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Calcolo dei cedimenti delle fondazioni

superciali
Claudio Tamagnini
*
*
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
Universit di Perugia
Via G. Duranti, 93
06125 Perugia, Italy
tamag@unipg.it
1. Introduzione
La corretta progettazione delle fondazioni superciali siano esse a pianta rac-
colta (plinti isolati), travi rovesce o a platea richiede che, sotto lazione dei carichi
di esercizio, le fondazioni non subiscano movimenti verticali od orizzontali tali da
pregiudicare la funzionalit della struttura (stato limite di esercizio).
Data la importanza prevalente che i movimenti verticali rivestono nella maggior
parte delle applicazioni, su questi ultimi, comunemente deniti cedimenti nella pra-
tica geotecnica corrente, si principalmente concentrata la attenzione dei ricercatori
che hanno proposto, nel corso degli anni, varie possibili metodologie per la loro valu-
tazione quantitativa.
Le cause dei cedimenti delle fondazioni superciali sono molteplici, ma possono
essere sempre ricondotte ad una variazione dello stato tensionale efcace nel terreno di
fondazione. Tale variazione nella maggior parte dei casi dovuta ai carichi di esercizio
agenti sulle fondazioni stesse, ma pu talvolta essere provocata da fattori esterni, quali,
ad es., la variazione del regime delle pressioni interstiziali indotta da un processo di
drenaggio.
Da un punto di vista progettuale, limportanza di una corretta valutazione dei ce-
dimenti pu variare da caso a caso. In alcune circostanze, pu essere sufciente la
sola valutazione del comportamento delle opere in esercizio ; in altre, la necessit di
provvedere ad un adeguato controllo dei cedimenti pu condizionare in maniera de-
terminante il progetto dellopera di fondazione.
C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003, pag. 1 31
2 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
In linea di principio, la previsione dei cedimenti delle fondazioni di un edicio
per una assegnata condizione di carico, si congura come un classico problema di
meccanica dei continui deformabili. Noti :
i) la distribuzione dei carichi in corrispondenza della fondazione ;
ii) il prolo stratigraco del sottosuolo ; e,
iii) le caratteristiche meccaniche ed idrauliche dei terreni,
il campo di spostamenti, u(x) allinterno del terreno pu essere ottenuto risolvendo
per le assegnate condizioni al contorno le equazioni differenziali derivanti dalla ap-
plicazione dei principi di conservazione della massa (equazione di continuit) e della
quantit di moto (equazioni indenite di equilibrio). Un tale approccio presenta en-
ormi difcolt dal punto di vista matematico, che, allo stato attuale possono essere
aggirate almeno in parte solo facendo ricorso a metodi numerici quali, ad es., il
metodo degli elementi niti. Tuttavia, per il grado di incertezza tipicamente associato
alla corretta denizione delle sollecitazioni effettivamente trasmesse dalla fondazione
al terreno e, soprattutto, alla descrizione delle caratteristiche di deformabilit dei ter-
reni presenti nel sottosuolo, metodi numerici di questo tipo non sono normalmente
impiegati per la previsione dei movimenti delle fondazioni dirette.
Nella pratica professionale corrente si preferisce piuttosto fare ricorso a metodi di
calcolo tradizionali, a carattere semiempirico, sviluppati quando i mezzi di calcolo
disponibili non consentivano limpiego di approcci pi rigorosi da un punto di vista
meccanico. Il loro impiego confortato dalla esperienza pluridecennale accumulata
nella progettazione di strutture di fondazione nelle condizioni pi diverse per caratte-
ristiche strutturali e propriet meccaniche dei terreni interessati. Nel seguito verranno
discussi alcuni tra i metodi di calcolo convenzionali tra quelli che hanno trovato mag-
giore diffusione nella pratica professionale corrente.
2. Metodologie tradizionali per il calcolo dei cedimenti
2.1. Fasi dellanalisi
In generale, il processo logico seguito per il calcolo dei cedimenti negli approcci
di tipo tradizionale pu riassumersi nelle fasi seguenti.
1) Denizione, a partire dalle informazioni ottenute in sede di indagine geotecnica,
del modello geotecnico del sottosuolo, costituito dallinsieme di :
a) un prolo stratigraco semplicato nel quale la effettiva stratigraa determi-
nata dai sondaggi sostituita da una successione di unit stratigrache (strati nella
terminologia geotecnica) omogenee da un punto di vista meccanico e idraulico (in
termini di permeabilit e coefciente di consolidazione) ;
b) le relazioni costitutive adottate per rappresentare, da un punto di vista mate-
matico, il comportamento meccanico dei terreni presenti nel sottosuolo sotto lazione
dei carichi applicati (es. : legge di Hooke per mezzo elastico lineare, curve di com-
Cedimenti delle fondazioni superciali 3
pressibilit vergine e di rigonamento per compressione edometrica, legge di dArcy
per la ltrazione, etc.) ;
c) i valori dei parametri che deniscono le propriet siche, meccaniche ed
idrauliche degli strati presenti nel sottosuolo, in funzione delle particolari relazioni
costitutive adottate.
Nel denire la geometria degli strati e le posizioni dei contatti stratigraci, tipicamente
si procede accorpando livelli o alternanze di terreni poco dissimili tra loro, o consi-
derando come omogenei strati caratterizzati dalla presenza di evidenti macrostrutture
quali, ad es., lenti di materiale sabbioso nei depositi limoargillosi di origine alluvio-
nale, o livelli di argilla di spessore decimetrico in depositi a grana grossa. Nel derivare
le propriet meccaniche ed idrauliche dei vari strati a partire dai risultati della inda-
gine geotecnica, si deve avere cura di attribuire a quegli strati che siano stati ottenuti
accorpando pi livelli leggermente dissimili tra loro, o per i quali siano presenti delle
macrostrutture, propriet medie che risultino sufcientemente rappresentative del loro
comportamento alla scala delle opere di ingegeria.
2) Denizione delle condizioni di carico e determinazione delle variazioni dello
stato di tensione efcace nel sottosuolo. Come vedremo nel successivo par. 3, tale
operazione si basa su ipotesi largamente semplicate per leffettiva distribuzione dei
carichi al contatto fondazioneterreno e per il comportamento meccanico del terreno.
3) Calcolo degli spostamenti verticali del piano di fondazione, a partire dalle varia-
zioni di stato tensionale efcace calcolate al passo precedente, ma impiegando di volta
in volta a seconda del particolare metodo adottato ipotesi cinematiche e relazioni
sforzideformazioni diverse da quelle utilizzate per la determinazione delle tensioni
indotte, ma pi adatte a descrivere la risposta del terreno alle sollecitazioni applicate.
Un tale modo di procedere risulta necessario per poter aggirare le difcolt analitiche
menzionate nel par. 1 e poter consentire la denizione di soluzioni pratiche che non
richiedano limpiego di metodi di calcolo sosticati. Dal punto di vista meccanico,
tuttavia, una procedura di questo genere non ovviamente coerente. Pertanto gli ap-
procci tradizionali per il calcolo dei cedimenti devono essere considerati come metodi
a carattere empirico, la cui applicabilit per testimoniata da decenni di esperienza
accumulata nel loro impiego nella pratica professionale.
4) Determinazione dellandamento dei cedimenti nel tempo, in presenza di strati
di terreno coesivo, a grana ne, nei quali possano svilupparsi deformazioni dipendenti
dal tempo dovute sia al manifestarsi di processi di consolidazione idrodinamica, sia
allo sviluppo si deformazioni viscose (creep). Anche in questo caso, specialmente per
quanto riguarda landamento nel tempo dei processi di consolidazione, le procedure
di calcolo adottate risultano basate sulla adozione di schemi di calcolo semplicati e
generalmente non coerenti con le ipotesi adottate nelle fasi (2) e (3).
Le fasi ora menzionate sono caratterizzate da una sequenza logica comune alla
maggior parte dei processi di analisi progettuale in ingegneria geotecnica. Tuttavia,
lespletamento delle fasi (1) e (2), che rappresentano laspetto pi delicato e difcile
dellintera procedura, risultano condizionate in misura sostanziale dalla fase (3), della
quale costituiscono la necessaria premessa. A tale riguardo necessario sottolineare
4 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
che, nella denizione del modello geotecnico del sottosuolo, lestensione in profon-
dit del volume signicativo di terreno denito come il volume di terreno allinterno
del quale si osserva una inuenza non trascurabile delle perturbazioni (meccaniche
od idrauliche) provocate dalla costruzione dellopera di ingegneria tipicamente
dellordine delle dimensioni complessive dellopera (es., larghezza globale della strut-
tura), piuttosto che delle dimensioni della singola opera di fondazione.
Nel denire la risposta del terreno alle sollecitazioni applicate inoltre utile distin-
guere i casi in cui nel sottosuolo siano presenti in prevalenza strati di terreno coesivo, a
grana ne, e quelli in cui il prolo stratigraco sia composto essenzialmente da terreni
a grana grossa, non coesivi, in virt delle differenti caratteristiche di compressibilit
e, soprattutto, di permeabilit di tali classi di materiali.
2.2. Terreni a grana ne
Nel calcolo dei cedimenti in presenza di terreni coesivi si distinguono normal-
mente tre distinte componenti del cedimento totale, indotto a lungo termine dai carichi
applicati :
cedimento immediato, dovuto alle eventuali distorsioni a volume costante che il
terreno pu subire a breve termine, in condizioni non drenate, a seguito delle varia-
zioni dello stato tensionale totale ;
cedimento di consolidazione, dovuto alle variazioni di tensione efcace che si
sviluppano, nel tempo, per effetto della progressiva dissipazione delle sovrapressioni
interstiziali indotte dalla applicazione dei carichi in condizioni non drenate (processo
di consolidazione, da cui deriva la denominazione di tale componente dello sposta-
mento) ;
cedimento secondario o di creep, dovuto alle deformazioni viscose che si svilup-
pano nello scheletro solido in condizioni drenate, a stato tensionale efcace costante.
Indicando con w la componente verticale dello spostamento totale di un generico
punto in corrispondenza del piano di posa delle fondazioni, si ha dunque :
w = w
i
+w
c
+w
s
(1)
nella quale w
i
il cedimento immediato, w
c
il cedimento di consolidazione, e w
s
il
cedimento secondario.
Le tre componenti del cedimento totale possono avere importanza relativa diffe-
rente, a seconda delle caratteristiche dei terreni presenti nel sottosuolo. I cedimenti
immediati sono normalmente modesti, rispetto ai cedimenti di consolidazione, ma la
loro importanza relativa tende ad aumentare al crescere del grado di sovraconsoli-
dazione del terreno. I cedimenti secondari sono invece normalmente molto modesti
in depositi sovraconsolidati, ma possono diventare rilevanti in terreni teneri, normal-
mente consolidati, specialmente in presenza di una forte componente organica nella
fase solida del terreno.
Cedimenti delle fondazioni superciali 5
2.3. Terreni a grana grossa
Rispetto ai terreni coesivi a grana ne, il comportamento meccanico dei terreni a
grana grossa presenta due caratteristiche di grande importanza nella valutazione dei
cedimenti. Innanzitutto, tali materiali sono tipicamente caratterizzati da una rigidezza
molto maggiore di quella dei depositi argillosi, anche se consistenti e fortemente so-
vraconsolidati. Ne deriva che, se nel prolo del sottosuolo presente una alternanza
di strati di terreni a grana ne ed a grana grossa, il contributo fornito al cedimento to-
tale in supercie dalle deformazioni accumulate in questi ultimi strati generalmente
molto modesto rispetto a quello relativo alle deformazioni negli strati argillosi.
Inoltre, data lelevata permeabilit e la grande rigidezza di tali materiali, le de-
formazioni prodotte dalla applicazione dei carichi si sviluppano sempre in condizioni
drenate. Tutte le variazioni dello stato tensionale totale nel terreno si trasferiscono
immediatamente allo scheletro solido sotto forma di variazione dello stato tensionale
efcace, mentre le pressioni interstiziali rimangono costanti :
=

u = 0
Le deformazioni prodotte dai carichi applicati in tali terreni contribuiscono dunque
solo al cedimento immediato w
i
.
Una ultima, ma non meno importante, considerazione riguardo alla valutazione
delle deformazioni negli strati di terreno a grana grossa riguarda la valutazione delle
loro caratteristiche meccaniche. Dal momento che in tali terreni non possibile proce-
dere al prelievo di campioni indisturbati dai quali ricavare le informazioni necessarie
circa le caratteristiche di deformabilit del terreno, la caratterizzazione di tali depo-
siti tipicamente basata sulla interpretazione di prove in sito, quali, ad es., le prove
penetrometriche statiche (CPT) o dinamiche (SPT). Ci costituisce una limitazione,
in quanto tali prove non consentono normalmente una caratterizzazione molto accu-
rata. Peraltro, ci in parte compensato dal fatto che, per la loro elevata rigidezza,
le deformazioni tipicamente accumulate in tali materiali danno origine a movimenti
relativamente modesti.
3. Calcolo degli incrementi di tensione
Il primo passo per la determinazione dei cedimenti prodotti dai carichi di esercizio
sulle fondazioni consiste nel determinare la distribuzione delle variazioni di tensione
(totale, , ed efcace,

) indotte allinterno del volume signicativo di terreno


interessato dallopera.
In generale, il calcolo degli incrementi di tensioni indotti rappresenta un problema
matematico di estrema complessit per i seguenti fattori :
le caratteristiche geometriche dellopera ;
la non linearit del comportamento meccanico del terreno ;
6 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
la disomogeneit delle caratteristiche dei terreni presenti nel sottosuolo (es., pre-
senza di straticazioni) ;
la dipendenza della distribuzione delle pressioni di contatto tra terreno e fonda-
zione dalle caratteristiche di rigidezza relativa della struttura di fondazione rispetto a
quelle del terreno (interazione terrenostruttura).
Nei metodi tradizionali, tali difcolt sono tipicamente aggirate in modo tale da po-
ter procedere ad una valutazione approssimata ricorrendo a soluzioni in forma chiusa.
Per quanto riguarda le caratteristiche geometriche dellopera, opportuno osser-
vare che, per effetto dei fenomeni di diffusione delle tensioni, a breve distanza dal
piano di posa delle fondazioni la distribuzione degli incrementi di tensione indotta
risulta largamente indipendente dalla effettiva geometria dei corpi di carico. Dunque,
se si escludono gli strati di terreno immediatamente adiacenti al piano di posa, non si
hanno apprezzabili differenze tra le variazioni dello stato tensionale prodotte da ca-
richi applicati su fondazioni a pianta raccolta, su travi rovesce o su platea, a parit
di carico totale imposto. Nella maggioranza dei casi applicativi dunque sufciente
assumere per i corpi di carico una geometria pari a quella dellarea di impronta della
struttura, generalmente semplice (es., circolare, rettangolare o nastriforme).
La disomogeneit dei terreni di fondazione e la nonlinearit della loro risposta
meccanica esercitano una grande inuenza nel determinare la distribuzione degli in-
crementi di deformazione associati alla variazione dello stato tensionale efcace, ma
non hanno un grande effetto sullandamento degli incrementi di tensione, special-
mente sugli incrementi di tensione verticale, i quali sono essenzialmente controllati
dalle condizioni di equilibrio alla traslazione verticale. Per conseguenza, la scelta
operata nel valutare gli incrementi di tensione indotte consiste nellignorare tali ca-
ratteristiche dei terreni di fondazione, assumendo per questi ultimi il modello di com-
portamento pi semplice possibile. Tipicamente, il sottosuolo viene assimilato ad un
semispazio omogeneo dal comportamento elastico lineare isotropo. Ci consente di
sfruttare tutti i risultati noti della teoria dellelasticit per costruire soluzioni anali-
tiche del problema per le condizioni di carico pi comuni (striscia di carico indenita,
carico circolare, carico rettangolare, etc.). Di particolare utilit nellimpiego di tali
soluzioni il fatto che lipotesi di linearit della risposta del terreno consente di uti-
lizzare il principio di sovrapposizione degli effetti per combinare pi soluzioni note
di tipo semplice al ne di ottenere la soluzione relativa a corpi di carico di forma
geometricamente complessa.
Un punto essenziale nellutilizzo della teoria dellelasticit per il calcolo degli in-
crementi di tensione riguarda la corretta denizione delle condizioni al contorno in
corrispondenza della supercie di contatto terrenofondazione, in termini di sforzi
trasmessi al terreno da questultima. Come gi precedentemente anticipato, in gene-
rale, la distribuzione delle pressioni di contatto tra terreno e fondazione il risultato di
un complesso fenomeno di interazione terrenostruttura. Infatti, la distribuzione delle
sollecitazioni sul terreno dipende, in generale, dal modo in cui la struttura di fonda-
zione ed il terreno si deformano sotto lazione dei carichi applicati. Le deformazioni
Cedimenti delle fondazioni superciali 7
della struttura per, a loro volta, dipendono dalla effettiva distribuzione delle solle-
citazioni trasmesse tra terreno e fondazione. Volendo prescindere dalla analisi di tale
processo di interazione che ha interesse pratico solo per la determinazione delle ca-
ratteristiche di sollecitazione (momenti ettenti e sforzi di taglio) negli elementi strut-
turali lapproccio seguito dai metodi tradizionali consiste nellignorare lesistenza
della sovrastruttura, assumendo che le sollecitazioni trasmesse al terreno siano note
ed indipendenti dallo stato di deformazione ad esse associato. In particolare, vengono
presi in considerazione i due casi limite di :
fondazione perfettamente essibile, e
fondazione perfettamente rigida.
Nel primo caso, il carico totale applicato viene considerato come distribuito uniforme-
mente sullarea di contatto tra fondazione e terreno. Se q la pressione media agente
sul piano di fondazione, ci equivale ad assumere come condizione al contorno per il
problema elastico :

ij
n
j
= qn
i
n = qn (2)
dove n la direzione della normale alla supercie di contatto (tipicamente coincidente
con la verticale). Nel secondo caso, invece, le condizioni al contorno sul piano di
fondazione sono denite in termini di spostamenti imposti. Se u(x) rappresenta la
distribuzione degli spostamenti (noti) del piano di fondazione compatibili con un
moto rigido della stessa si ha :
u(x) = u(x) (3)
Per entrambe le condizioni al contorno (2) (condizione naturale, o di Neumann) e
(3) (condizione al contorno forzata, o di Dirichlet), la teoria dellelasticit applicata
al caso di semispazio elastico omogeneo isotropo consente di ottenere le soluzioni in
forma chiusa per gli incrementi di tensione indotti da corpi di carico di forma geome-
trica semplice quali striscia di carico indenita, carico circolare, carico rettangolare
ma sufciente a descrivere la geometria delle strutture nella stragrande maggioranza
dei casi.
A titolo di esempio, gli incrementi di tensione indotti da una striscia di carico
indenita di larghezza B ed intensit q sono forniti dalle seguenti espressioni :

z
=
q

[ + sincos( + 2)] (4)

x
=
q

[ sincos( + 2)] (5)

y
=
2q

(6)

xz
=
q

sinsin( + 2) (7)
La posizione del punto nel sottosuolo al quale tali componenti si riferiscono denita
dagli angoli e , come indicato nello schema di g. 1. E interessante notare che
8 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
Figura 1. Striscia di carico indenita : schema per il calcolo delle tensioni indotte.
nessuna delle componenti di dipende dal modulo di Young, E, del terreno, e che
la componente verticale non dipende nemmeno dal suo coefciente di Poisson, . Ci
giustica in qualche modo la approssimazione introdotta con le ipotesi di omogeneit
ed elasticit lineare del terreno.
In altri casi, la soluzione, analiticamente molto pi complessa, viene fornita gra-
camente sotto forma di abachi, oppure tabellata. Nelle g. 2 e 3 sono riportate le
soluzioni per corpo di carico circolare o rettangolare (abaco di Newmark). Tali solu-
zioni sono sempre fornite in forma adimensionale per renderle applicabili a classi di
problemi geometricamente simili.
4. Cedimenti nei terreni a grana ne
4.1. Considerazioni generali
Per una assegnato punto P, di coordinate (x, y) appartenente al piano di campagna,
lo spostamento verticale totale, a lungo termine, w(x, y) dato da :
w(x, y) =
_
L
0

z
(x, y, z) dz =
_
L
0

z
(

(x, y, z)) dz (x, y = cost.) (8)


Nella eq. (8),
z
rappresenta lincremento di deformazione verticale (direzione z),
dipendente dalle componenti dellincremento di tensione efcace

indotto dal ca-


rico applicato, a sua volta variabile con la profondit z (per x ed y assegnate), mentre
L rappresenta la dimensione, misurata lungo la verticale, del volume signicativo di
terreno interessato dalle deformazioni (g. 4).
Cedimenti delle fondazioni superciali 9
Figura 2. Incremento di tensione verticale indotto da un carico agente su un area
circolare (da Foster & Ahlvin, 1954).
La denizione di questultima quantit merita un commento ulteriore. Lo spessore
complessivo degli strati deformabili chiaramente denibile senza ambiguit quando,
a profondit dellordine della dimensione in pianta del corpo di carico, si rinvenga
nel sottosuolo un substrato roccioso o comunque uno strato di terreno molto rigido
(ad es., ghiaie o sabbie ghiaiose molto addensate), tale da poter essere considerato
virtualmente incompressibile, che si estenda oltre la profondit massima investigata
nellindagine geotecnica. In questo caso, L non altro che la profondit dal piano
campagna del tetto dello strato rigido in questione.
Se per lindagine geotecnica non consente di individuare una unit stratigraca
con queste caratteristiche (as es., se nel sottosuolo si rinviene un unico deposito coe-
sivo di spessore molto maggiore delle dimensioni in pianta della struttura), allora il
contorno rigido va ssato articialmente in corrispondenza della profondit alla
quale gli incrementi di tensione verticale indotti (che decrescono con z) risultano suf-
cientemente modesti da indurre incrementi di deformazione praticamente trascurabili.
10 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
Figura 3. Incremento di tensione verticale indotto in corrispondenza dello spigolo di
unarea di carico rettangolare (da Newmark, 1942).
Figura 4. Schema per il calcolo del cedimento w(x, y).
Cedimenti delle fondazioni superciali 11
Poich la rigidezza dei terreni naturali (in percorsi di carico che non portano a rottura)
aumenta con lo stato tensionale corrente, di solito un tale limite per lincremento di
tensione verticale viene ssato in percentuale allo stato tensionale litostatico. Si ritiene
cio trascurabile la deformazione prodotta, alla profondit z = L, da un incremento
di tensione

z
(L) tale che :

z
(L)

z0
(L)
0.05 (9)
vale a dire, inferiore al 5% della tensione verticale efcace litostatica,
z0
(L), esis-
tente alla profondit z = L.
Il calcolo dellintegrale nelleq. (8) presenta due problemi fondamentali. Il primo,
di natura meccanica, consiste nel denire la relazione costitutiva in base alla quale
determinare la variazione della deformazione verticale,
z
(z), al variare delle com-
ponenti (note) dellincremento di tensione efcace

. Tale operazione descritta in


dettaglio nei successivi par. 4.34.5.
Il secondo problema invece di natura analitica. In generale, la funzione inte-
granda
z
(z) talmente complessa che non possibile calcolare lintegrale nella (8)
in forma chiusa. Per ovviare a tale inconveniente tenendo anche conto delle nume-
rose approssimazioni introdotte nelle varie fasi dellanalisi si ricorre ad una proce-
dura di integrazione numerica approssimata. Si introduce una suddivisione degli strati
compresi allinterno del volume signicativo di terreno (0 z L) in un numero
nito, ma sufcientemente elevato di livelli, cos come indicato in g. 5. Tali livelli
sono di spessore sufcientemente piccolo da poter ritenere costanti al loro interno gli
incrementi di tensione e le caratteristiche di rigidezza del terreno. Il cedimento totale
a lungo termine, w in corrispondenza del piano di campagna, quindi approssimato
come :
w(x, y) =
n

i=1

z,i
(x, y, z
i
) z
i
(x, y = cost.) (10)
dove n il numero totale dei livelli introdotti nella discretizzazione del volume signi-
cativo, e
z,i
lincremento di deformazione verticale calcolato in corrispondenza
del baricentro del generico livello i [1, n], di spessore z
i
. Si noti che tale suddivi-
sione in livelli consente di tener conto facilmente della presenza di pi strati di terreno
diversi nellambito del volume signicativo di terreno. Come illustrato in g. 5, la
suddivisione in livelli viene fatta in modo da far coincidere le superci di contatto dei
vari strati con alcune delle superci di separazione tra i vari livelli. Naturalmente, ogni
strato pu essere suddiviso in pi livelli distinti.
Lerrore introdotto mediante lintegrazione numerica diminuisce al crescere del
numero dei livelli, ma, normalmente, non necessario utilizzare pi di una decina di
livelli per ottenere risultati largamente accettabili dal punto di vista pratico. Lo spes-
sore z
i
pu variare da un livello allaltro. Normalmente conviene impiegare livelli
di spessore modesto in prossimit della supercie, dove maggiori possono essere le
12 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
Figura 5. Suddivisione degli strati compressibili in livelli per la valutazione appros-
simata dellintegrale (8).
variazioni con la profondit degli incrementi di tensione e della rigidezza del terreno,
mentre a profondit elevate, per i valori modesti delle variazioni di tensione, gene-
ralmente possibile impiegare livelli di spessore pi elevato. In presenza di alternanze
di terreni coesivi e non coesivi, livelli di spessore elevato (talvolta coincidente con
lo spessore dellintero strato) possono essere impiegati per valutare gli spostamenti
accumulati negli strati di terreno non coesivo, molto meno deformabili dei terreni a
grana ne.
4.2. Cedimento immediato
Come gi discusso nel par. 2.2, il cedimento immediato, w
i
, che le fondazioni su-
biscono, a breve termine, per le deformazioni accumulate negli strati di terreno coesivo
dovuto alle distorsioni associate alle variazioni dello stato tensionale totale.
Il calcolo delle deformazioni
z
che contribuiscono a denire il cedimento imme-
diato viene tipicamente affrontato ricorrendo alla teoria dellelasticit, e descrivendo
la risposta meccanica del terreno alle sollecitazioni applicate in termini di tensioni
Cedimenti delle fondazioni superciali 13
totali. Dalla legge di Hooke scritta in termini di tensioni totali e dalla eq. (10) si ha
dunque :
w
i
=
nc

i=1
1
E
u,i
_

z,i

1
2
(
x,i
+
y,i
)
_
z
i
(11)
dove n
c
n il numero totale dei livelli nei quali sono suddivisi gli strati di terreno
coesivo ;
x,i
,
y,i
e
z,i
sono gli incrementi di tensione totale orizzontali e
verticale lungo le direzioni x, y e z, calcolati in corrispondenza del baricentro del
generico livello i [1, n
c
], ed E
u,i
il modulo di Young non drenato del terreno
nello stesso punto. Nella eq. (11) stato implicitamente assunto che, per la ipotesi di
incompressibilit,
u
= 1/2.
Si noti che nel caso di deformazione monodimensionale (condizioni edometriche),
per il quale si ha :

x
=
y
= 0
z
=
v
(12)
non pu svilupparsi alcun cedimento immediato, perch in condizioni non drenate

v
= 0. Peraltro, tale situazione si verica anche quando la larghezza B del corpo
di carico sufcientemente maggiore dello spessore L degli strati deformabili. Solo
quando B pari o inferiore a 1.5L 2L le deformazioni distorsionali diventano ap-
prezzabili ed il piano di campagna pu subire cedimenti immediati signicativi.
Al cedimento immediato accumulato negli strati coesivi va poi aggiunto il contri-
buto derivante dalle deformazioni indotte negli strati di terreno a grana grossa, che si
manifestano immediatamente a seguito della variazione dello stato tensionale efcace.
4.3. Cedimento di consolidazione : metodo edometrico
La dissipazione delle sovrapressioni interstiziali indotte a breve termine dai ca-
richi applicati da origine a variazioni nel tempo dello stato tensionale efcace che,
a loro volta, generano deformazioni e spostamenti crescenti nel tempo no al rag-
giungimento delle condizioni di equilibrio, di lungo termine, nelle quali le pressioni
interstiziali sono nuovamente in equilibrio con le condizioni al contorno e tutte le
variazioni dello stato tensionale totale ed efcace risultano coincidenti :
=

u = 0
A tale processo di ltrazione e deformazione accoppiata in regime non stazionario si
attribuisce il nome di processo di consolidazione. I cedimenti ad esso associati sono
dunque deniti cedimenti di consolidazione, w
c
.
Esistono diversi metodi approssimati per la determinazione dei cedimenti di conso-
lidazione nei terreni coesivi. Il primo, ed anche il pi diffuso di essi il cosiddetto
metodo tradizionale o edometrico, originariamente proposto da Terzaghi (1943).
Nel metodo edometrico, gli incrementi di deformazione
z,i
relativi al generico
livello i appartenente ad uno strato di terreno coesivo, associati alla variazione nale
14 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
dello stato tensionale efcace sono determinati assumendo che ciascun livello si de-
formi in condizioni edometriche. Ci signica che :
a) gli incrementi di deformazione verticale coincidono con le variazioni della de-
formazione di volume del terreno :

z,i
=
v,i
(13)
b) per il calcolo degli incrementi di deformazione di volume possibile utilizzare
le leggi di compressibilit volumetrica derivate direttamente dalla interpolazione dei
risultati di prove di compressione edometrica in laboratorio :
e = e
0
C
c
log
_

z0
_
per terreni normalmente consolidati (14)
e = e
0
C
s
log
_

z0
_
per terreni sovraconsolidati (15)
nelle quali e
0
e

z0
rappresentano le coordinate di un qualunque punto sulle linee di
compressione vergine (LCV) o di rigonamento (LR), rispettivamente, mentre C
c
e
C
s
sono i coefcienti di compressione vergine e di rigonamento del terreno.
Naturalmente, risulta immediatamente evidente come tanto lipotesi (a) quanto
lipotesi (b) siano in contrasto con la metodologia impiegata per il calcolo degli in-
crementi di tensione indotti. Infatti, in condizioni di deformazione effettivamente mo-
nodimensionali, si ha :

xz
=
yz
=
xz
=
yz
= 0
dunque, dalle equazioni indenite di equilibrio scritte per gli incrementi di tensione si
ottiene :

xz
x
+

yz
y
+

z
z
=

z
z
= 0
Dunque lincremento di tensione verticale deve necessariamente essere costante con
la profondit e pari al carico applicato :

z
= q = cost.
Questa condizione non normalmente soddisfatta dalle distribuzioni di tensione cal-
colate con la teoria dellelasticit, le quali tengono conto della larghezza nita del
corpo di carico. Inoltre, le leggi di compressibilit (14) e (15) descrivono un mate-
riale la cui rigidezza volumetrica cresce linearmente con lo stato tensionale, dunque
dal comportamento fortemente non lineare, in contrasto con la ipotesi di linearit as-
sunta nel calcolo delle tensioni indotte. Tali considerazioni portano a concludere che
il metodo edometrico debba essere considerato non un metodo rigoroso, ma piuttosto
un approccio di natura essenzialmente empirica, che trova la sua giusticazione nei
buoni risultati ottenuti nella sua applicazione pratica in alcuni decenni di esperienza.
Cedimenti delle fondazioni superciali 15
Figura 6. Calcolo delle deformazioni in condizioni edometriche. Caso 1 : terreno
normalmente consolidato.
Le variazioni dellindice dei vuoti fornite dalle eq. (14) e (15) sono legate alle
deformazioni di volume dello scheletro solido, dalla semplice relazione :

v
=
e
1 +e
0
(16)
dove e
0
il valore iniziale dellindice dei vuoti del terreno. Dalle eq. (13)(16) si ri-
cavano agevolmente gli incrementi di deformazione in condizioni edometriche
z,i
.
In particolare, in base ai valori della tensione verticale efcace iniziale,

z0
, dellin-
cremento di tensione
z,i
e della tensione di preconsolidazione,

zc,i
per il generico
livello i, si possono presentare i seguenti tre casi :
Caso 1 : il terreno inizialmente normalmente consolidato e subisce un incre-
mento di tensione verticale efcace (g. 6. In tali condizioni, il cedimento a lungo
termine fornito dal metodo edometrico, indicato con il simbolo w
ed
, dato da :
w
ed
=
nc

i=1
(C
c
)
i
1 + (e
0
)
i
log
_
1 +

z,i

z0,i
_
z
i
(17)
Caso 2 : il terreno inizialmente sovraconsolidato e tale rimane al termine del
processo di carico, essendo :

z,i
=

z0
+
z,i
<

zc,i
16 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
Figura 7. Calcolo delle deformazioni in condizioni edometriche. Caso 2 : terreno
sovraconsolidato.
vedi g. 7. In questo caso, il cedimento edometrico risulta pari a :
w
ed
=
nc

i=1
(C
s
)
i
1 + (e
0
)
i
log
_
1 +

z,i

z0,i
_
z
i
(18)
Caso 3 : il terreno inizialmente sovraconsolidato, ma raggiunge la linea di
consolidazione vergine durante processo di carico, essendo :

z,i
=

z0
+
z,i
>

zc,i
vedi g. 8. In questo caso, il cedimento edometrico deriva da due diverse componenti
di deformazione. La prima, elastica, deriva dalla variazione dellindice dei vuoti e
e
prodotta dallincremento di carico (

zc

z0
) lungo la linea di rigonamento (tratto
AB in g. 8) ; la seconda, elastoplastica, deriva dalla variazione dellindice dei vuoti
e
ep
prodotta dallincremento di carico (

zc
) lungo la linea di compressione
vergine (tratto BC in g. 8). In questo caso, il cedimento edometrico risulta dunque
pari a :
w
ed
=
nc

i=1
1
1 + (e
0
)
i
_
(C
s
)
i
log
_

zc,i

z0,i
_
+ (C
c
)
i
log
_

z,i

zc,i
__
z
i
(19)
Nelle espressioni (17)(19) del cedimento edometrico w
ed
, i coefcienti di compres-
sibilit vergine, C
c
, di rigonamento, C
s
e lindice dei vuoti iniziale, e
0
, possono
Cedimenti delle fondazioni superciali 17
Figura 8. Calcolo delle deformazioni in condizioni edometriche. Caso 3 : terreno in-
izialmente sovraconsolidato, quindi nuovamente normalmente consolidato al termine
della fase di carico.
variare da un livello allaltro, ad es., nel passaggio da uno strato ad un altro adiacente
con diverse caratteristiche meccaniche, oppure per tenere conto della eventuale va-
riazione dellindice dei vuoti con la profondit. A proposito di questultimo punto,
opportuno osservare che, sebbene ci si debba aspettare che e
0
diminuisca con z per
effetto del crescente carico litostatico, tale effetto generalmente molto modesto, a
meno che lo strato in questione non sia di spessore molto elevato. Nella maggior parte
dei casi, dunque, risulta sufciente denire un unico valore di e
0
per ogni singolo
strato, determinato come media delle misure disponibili dalle indagini in laboratorio.
In condizioni effettivamente edometriche, il cedimento immediato w
i
nullo, ed
il cedimento calcolato con il metodo edometrico in corrispondenza delle condizioni
nali di lungo termine, w
ed
, coincide con il cedimento di consolidazione w
c
. Quando
tuttavia le condizioni di carico consentono lo sviluppo di cedimenti immediati, si pu
ritenere specialmente per strutture realizzate su argille tenere che w
ed
rappresenti il
cedimento totale delle fondazioni. Il cedimento di consolidazione dunque calcolabile
come :
w
c
= w
ed
w
i
(20)
Il cedimento w
c
cos determinato costituisce laliquota di w
ed
che si sviluppa progres-
sivamente nel tempo con il decorso del processo di consolidazione.
18 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
Figura 9. Consolidazione monodimensionale di uno strato di argilla.
4.4. Decorso dei cedimenti nel tempo : la teoria della consolidazione di Terzaghi
La metodologia descritta nel precedente par. 4.3 consente di calcolare il cedimento
nale totale a lungo termine della fondazione, ma non fornisce indicazioni riguardo
landamento nel tempo del processo di consolidazione e del relativo cedimento. Ci
di fondamentale importanza, in quanto, in presenza di terreni argillosi o limoargillosi,
la durata del processo di consolidazione pu risultare considerevole, talvolta dellor-
dine di diverse decine di anni.
Coerentemente con lapproccio impiegato per il calcolo del cedimento di conso-
lidazione, lo strumento teorico impiegato per la determinazione del decorso dei ce-
dimenti nel tempo la ben nota teoria della consolidazione monodimensionale di
Terzaghi (si veda ad es., Burghignoli, 1985), la cui derivazione discussa in dettaglio
nella Appendice B.
La teoria della consolidazione monodimensionale di Terzaghi prende in considera-
zione la situazione stratigraca illustrata in g. 9. Uno strato di terreno compressibile
(es., argilla) di spessore 2H, compreso tra due strati di terreno a grana grossa (es., sab-
bia) praticamente rigidi ed innitamente permeabili, soggetto ad un carico uniforme
q, innitamente esteso, applicato istantaneamente per t = 0 e quindi mantenuto cos-
tante. Lapplicazione istantanea del carico q in condizioni edometriche produce una
variazione di pressione interstiziale iniziale u(z, 0) (per t = 0) rispetto alla pres-
sione interstiziale iniziale (idrostatica) u
0
(z), che determinabile come segue. Poich
il terreno sollecitato in condizioni non drenate, la deformazione di volume (coinci-
denze con quella verticale) deve necessariamente essere nulla. Dunque :

v
(z, 0) =
z
(z, 0) = 0 (per t = 0)
Cedimenti delle fondazioni superciali 19
Essendo le deformazioni verticali direttamente associate alle variazioni di tensione
efcace verticale

z
attraverso il legame costitutivo del terreno, se ne deduce che :

z
(z, 0) =
z
(z, 0) u(z, 0) = 0 (21)
dalla quale si ricava, inne :
u(z, 0) =
z
(z, 0) = q (22)
Il nuovo campo di pressioni interstiziali per t = 0 :
u(z, 0) = u
0
(z) + u(z, 0)
non per in equilibrio con le condizioni idrauliche al contorno imposte sulle due
superci drenanti al contatto tra lo strato di argilla e gli strati di sabbia (vedi g. 9) :
u(z, t) =
w
(z
0
z
w
) per z = z
0
(23)
u(z, t) =
w
(z
0
+ 2H z
w
) per z = z
0
+ 2H (24)
Questo innesca un moto di ltrazione monodimensionale verso i contorni drenanti,
che determina una progressiva riduzione nel tempo di u(z, t) nch il campo di
pressioni interstiziali non ritorna alle sue condizioni iniziali (u(z, ) = 0).
Levoluzione nello spazio e nel tempo dellincremento di pressione interstiziale
u(z, t) controllata dalla equazione di continuit della fase uida, che, per le ipo-
tesi assunte sulla cinematica del processo di deformazione e sul comportamento dello
scheletro solido assume la forma seguente :

2
(u)
z
2
=
1
c
v
(u)
t
(25)
dove :
c
v
=
kE
ed

w
(26)
una costante del materiale, detta coefciente di consolidazione. La derivazione della
eq. (25) a partire dalla equazione di conservazione della massa per il liquido descritta
nellAppendice A.
La soluzione dellequazione (25) richiede la denizione di opportune condizioni
iniziali ed al contorno. Le condizioni iniziali sono fornite dalla eq. (22). Per quanto
riguarda le condizioni al contorno, si ha, in corrispondenza del tetto (z = z
0
) e del
letto (z = z
0
+H) dello strato :
u(z
0
, t) = 0 (contorno drenante) (27)
(u)
z
(z
0
+H, t) = 0 (contorno impermeabile) (28)
20 C. Tamagnini Dispense Corsi di Recupero. Volume 4/Mar. 2003
Si noti che la condizione al contorno in corrispondenza della supercie impermeabile
a z = z
0
+ H deriva direttamente dalla legge di dArcy e dalla denizione del carico
idraulico :
h(z, t) = +
u(z, t)

w
= +
u
0
(z) + u(z, t)

w
(29)
nella quale :
= z
0
+H z
la quota geometrica nel generico punto a profondit z, misurata (arbitrariamente)
a partire dalla base dello strato compressibile (vedi g. 9), ed u
0
(z) =
w
(z z
w
)
la pressione interstiziale idrostatica iniziale. Dal momento che, in corrispondenza di
tale supercie, la componente verticale della velocit di ltrazione deve essere nulla,
la legge di dArcy impone che :
h
z
=

z
_
+
u
0
+ u

w
_
= 1 +
1

w
_

w
(z z
w
)
z
+
(u)
z
_
=
1

w
(u)
z
= 0
da cui discende immediatamente la (28).
Integrando la (25) mediante uno sviluppo in serie e tenendo conto delle condizioni
(22), (27) e (28), si ottiene :
u(z, t) = 2

m=0
q
M
exp
_
M
2
T
_
sin
_
M(z z
0
)
H
_
(30)
nella quale M = (2m+ 1)/2 e :
T =
c
v
t
H
2
(31)
una grandezza adimensionale, detta fattore tempo.
La eq. (30) pu essere convenientemente rappresentata in forma adimensionale
introducendo una profondit normalizzata :
Z =
z z
0
H
(32)
ed esprimendo u(z, t) in forma adimensionale attraverso il grado di consolidazione,
U(Z, T), denito come :
U(Z, T) = 1
u(Z, T)
u(Z, 0)
= 1
u(Z, T)
q
(33)

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