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Universit degli Studi di Genova

Facolt di Ingegneria - D.I.C.A.T.

Introduzione
La crescente richiesta di esecuzione di scavi in ambienti fortemente urbanizzati, per la
costruzione di parcheggi o altre infrastrutture nel sottosuolo, ha reso il problema della
previsione dellentit e dellandamento dello stato di spostamento indotto dallo scavo
particolarmente importante e tema di intensa ricerca.
Con la presente tesi si intendono dare delle utili indicazioni sulla scelta del metodo e del
modello pi corretti nella soluzione di quello che si rivela ancora un problema di
difficile valutazione con i metodi numerici.
Il motivo di tale difficolt, come vedremo, legato soprattutto al fatto che, mentre per lo
stato di spostamento indotto nel paramento le diverse soluzioni approssimate o
numeriche tendono a dare essenzialmente risultati molto simili, per la valutazione
qualitativa e quantitativa dello stato di spostamento indotto dallo scavo nel terreno
circostante, definito profilo di subsidenza, il comportamento meccanico del terreno
entra in gioco in modo determinante con tutte le incertezze che questo comporta.
Per trovare una risposta a questo problema si sono innanzitutto passate in rassegna le
evidenze sperimentali al fine di individuare le principali caratteristiche del fenomeno.
Successivamente si sono analizzati i diversi metodi empirici e semi empirici, che,
basandosi sulle risultanze sperimentali, rappresentano un termine di paragone per
qualunque risultato numerico, individuandone, lambito di validit comunemente
accettato, le ipotesi di formulazione e mettendoli a confronto con i dati sperimentali che
approssimano. Particolare attenzione stata rivolta ai metodi di Clough&ORourke
(1990) e al metodo di Hsieh&Ou (1998) che nei confronti realizzati dimostra notevole
rispondenza anche in condizioni diverse dalle quali stato ricavato e quindi si presenta
come un metodo abbastanza generale.
Al fine di indagare il problema dal punto di vista numerico si sono scelti tre casi tipici di
opera provvisionale costituita da paratia di micropali multiancorata per il sostegno dello
scavo nella realizzazione di opere nel sottosuolo o di sbancamento.
Per lanalisi dei modelli costruiti per i tre casi stato usato PLAXIS v.8.2.
In prima istanza si sono assunti dei parametri di tentativo, sia per la rigidezza della
paratia sia per le caratteristiche della stratigrafia, ed un modello di comportamento per il
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terreno, molto diffuso e semplice, quale il modello alla Mohr-Coulomb. Il risultato


dellanalisi ha immediatamente sottolineato i difetti normalmente riscontrati nelle
analisi numeriche convenzionali cos come riportato da Pane&Tamagnini (1997) e
riassumibili in una forma poco realistica del profilo di subsidenza finale dellanalisi, ben
lontano da quella indicata dalle curve sperimentali.
Si allora ricercato il motivo di questa diversit ed il risultato di 120 analisi numeriche,
solo in fase preliminare, ci consente di affermare che il parametro che maggiormente
influenza la forma del profilo, risultante da questo tipo di analisi con un modello alla
Mohr-Coulomb, essenzialmente legata allo spessore dello strato deformabile e quindi
alla geometria del modello. Analizzando i profili di subsidenza incrementali si
verificato infatti quanto sostenuto da Pane&Tamagnini (1997), ovvero, che la forma
irrealistica del profilo di subsidenza finale sostanzialmente imputabile alla quota di
deformazione elastica legata alla simulazione delle prime fasi di scavo mentre la forma
reale rilevata in sito, legata alla prevalenza della deformazione plastica anche in
condizioni ben distanti dal collasso.
Questi fatti hanno suggerito in prima istanza un adattamento della geometria del
modello, che finalmente restituiva valori pi realistici, e successivamente la presa in
considerazione di un modello di comportamento pi complesso per il terreno quale il
modello iperbolico nella forma proposta per lHardening-Soil. I risultati in tutte le
condizioni dellaltezza di scavo e di simulazione dei vincoli sono apparsi soddisfacenti
nel confronto con le correlazioni e le curve sperimentali ad indicazione del fatto che per
un problema come questo, il modello di comportamento assunto per il terreno di
fondamentale importanza. Questo dimostra ancora una volta che il complesso
comportamento del terreno non pu essere simulato con modelli costitutivi semplici
come quello elastico perfettamente-plastico prendendo in considerazione, di fatto, come
un unico parametro il valore del modulo E perch esso non rappresenta una
caratteristica del terreno ma bens un parametro meccanico atto a descriverne il
comportamento entro ben determinati limiti sia di deformazione che di tensione, ai
quali il materiale terreno particolarmente sensibile.
Finalmente, verificati i risultati dei modelli nei confronti della geometria e dei parametri
introdotti, si voluto verificare lattendibilit dei metodi empirici anche in condizioni
per le quali in genere non sono adatti, come per esempio la presenza di un sovraccarico

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a tergo della paratia multiancorata. I metodi empirici, fatto salvo per qualche
accorgimento illustrato, dimostrano ancora la loro validit ed utilit anche in questi casi.
La modellazione ha permesso in oltre di trovare una correlazione di tipo logaritmico tra
la posizione del carico, la sua entit e lo spostamento di subsidenza normalizzato.
Come si vedr dunque lutilizzo di un metodo numerico supportato da prove
sperimentali si rivela un ottimo strumento di indagine ma necessita di accurata taratura
dei parametri dei modelli, sia geometrici sia delle caratteristiche meccaniche introdotte
che devono essere realistiche o meglio rispondenti della reale situazione in sito, cosa
questa, non sempre di facile realizzazione.
Questo ancora una volta,

pone laccento sulla necessit di realizzare prove di

laboratorio ben mirate al fine di ricavare i parametri da introdurre in modelli di


comportamento

abbastanza completi

ed in

grado

di

descrivere

abbastanza

realisticamente il comportamento del terreno. Viceversa i risultati ottenuti con i metodi


empirici costituiscono ancora, almeno nella previsione del profilo di subsidenza, una
valida alternativa anche in condizioni diverse da quelle per le quali sono stati concepiti.

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1) I MOVIMENTI INDOTTI DALLO SCAVO


1.1) Introduzione
L'esecuzione di scavi profondi per la realizzazione di gallerie naturali o artificiali,
trincee, sbancamenti per la realizzazione di piani interrati o parcheggi sotterranei, o
altre opere simili, d origine invariabilmente a movimenti pi o meno rilevanti nel
terreno adiacente allo scavo.
In tutti i casi, tali movimenti possono essere imputati ai seguenti fattori fondamentali:
1. variazione dello stato tensionale totale a seguito della asportazione del terreno
scavato;
2. variazione del regime delle pressioni interstiziali a seguito della variazione delle
condizioni idrauliche al contorno ed alla eventuale dissipazione delle sovrapressioni
indotte dallo scavo nelle condizioni di breve termine in terreni coesivi;
3. disturbi dovuti alla installazione nel terreno della struttura di sostegno.
Nel seguito, la discussione sar limitata all'analisi dei movimenti associati alla
variazione dello stato tensionale, che rivestono il maggiore interesse nelle applicazioni
pratiche. Per un esame degli effetti della variazione delle condizioni idrauliche al
contorno e dei processi di consolidazione associati alle operazioni di scavo possibile
fare riferimento ai lavori di Yong et al. (1989), Hsi & Small (1992a,b,c) ), Holt &
Griffiths (1992), Boa, (1992), Kishnani & Borja (1993), Bolton & Stewart (1994).
Riguardo gli effetti della installazione, alcune indicazioni sono reperibili in Finno &
Nerby (1989), Clough, & O'Rourke (1990), Powrie & Kantartzi (1993), mentre alcuni
esempi di previsione di tali effetti mediante il metodo degli elementi finiti sono forniti
da Finno & Harahap (1991), Finno et al. (1991), Gunn et al. (1993).
Come gi precedentemente osservato in relazione al comportamento in esercizio della
struttura di sostegno, il problema dell'impatto esercitato dai movimenti indotti dallo
scavo sulle strutture preesistenti ha assunto negli ultimi anni una importanza
considerevole con la crescente richiesta, di infrastrutture in sotterraneo in aree urbane. I
movimenti del terreno si trasmettono infatti alle strutture adiacenti allo scavo sotto
forma di traslazioni, rotazioni e distorsioni in grado di causare danni considerevoli ai
manufatti e, nei casi pi gravi, pregiudicarne la funzionalit (Boscardin & Cording
1989).
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CAPITOLO 1 I movimenti indotti dallo scavo

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Ci, da un lato ha portato allo sviluppo di tecniche di scavo e di tipologie strutturali ad


hoc per il contenimento dei movimenti del terreno (e.g. metodo "topdown"), mentre
dall'altro ha stimolato lo sviluppo di procedure di calcolo che permettano di pervenire
ad una stima, sia pure di massima, di tali movimenti e ad una valutazione di eventuali
soluzioni alternative in sede di progetto.
Nel presente capitolo sono discusse le principali procedure di calcolo attualmente
disponibili per la previsione dei movimenti del terreno le loro potenzialit e limitazioni,
ed alcune considerazioni riguardo le possibili cause di queste ultime. E' opportuno
tuttavia sottolineare che in questo caso - e forse in misura maggiore che in altri problemi
di ingegneria geotecnica - a prescindere dalla procedura di calcolo impiegata, tanto le
propriet meccaniche dei terreni coinvolti, ed il loro stato iniziale, quanto le
caratteristiche geometriche e meccaniche della struttura di sostegno, la sequenza
temporale delle fasi costruttive e gli effetti indotti dalla installazione della struttura nel
terreno possono essere messi in conto in sede di progetto solo in maniera pi o meno
approssimata. Da ci discende l'impossibilit di pervenire, in molte circostanze, ad una
previsione accurata della risposta del sistema. Peraltro, l'obiettivo principale del
progettista consiste, in questi casi, nello stabilire degli opportuni limiti inferiore e
superiore per tale risposta - in base ai quali valutare laccettabilit di una particolare
soluzione o modificare opportunamente la soluzione adottata - utilizzando le procedure
di calcolo a propria disposizione (Burland et al. 1979).
Le procedure di analisi correntemente disponibili nella pratica professionale per la
previsione dei movimenti del terreno adiacente allo scavo sono classificabili in:
a) metodi empirici;
b) semiempirici;
c) metodi numerici.
E opportuno ricordare che in questo caso, a differenza dei metodi applicabili per il
calcolo del regime si sollecitazione nel paramento, tutti i metodi numerici impiegabili
per la previsione dei movimenti del terreno adiacente allo scavo fanno riferimento alla
ipotesi di mezzo continuo.
Al fine di fornire una base per la interpretazione dei diversi metodi a carattere
empirico e semiempirico e per la valutazione delle possibilit offerte dai metodi
numerici pi largamente diffusi, nel successivo paragrafo sono discusse in un certo

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CAPITOLO 1 I movimenti indotti dallo scavo

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dettaglio le principali evidenze sperimentali derivanti dalla raccolta di misure di


spostamento in un gran numero di case-histories differenti tra loro per caratteristiche dei
terreni interessati e tipologie delle strutture di sostegno.
I pi diffusi approcci di tipo empirico e semiempirico sono discussi nel paragrafo 1.3.
Le limitazioni comunemente riscontrate nelle previsioni ottenibili mediante metodi
numerici in approcci di tipo convenzionale - indicando con tale termine quei casi in
cui il terreno assimilato ad un mezzo elastoplastico perfetto od incrudente - sono
discusse nel paragrafo 1.4. Nello stesso paragrafo fornita una possibile
interpretazione qualitativa di tale discrepanza che sar successivamente vista ne
dettaglio durante lo sviluppo della presente tesi.

1.2) Evidenze sperimentali


In generale, l'entit e l'estensione dei movimenti indotti dalla esecuzione di uno scavo
dipendono da numerosi fattori, tra i quali ricordiamo (Padfield & Mair 1983, Day 1994,
Hight & Higgins 1995):
 le caratteristiche meccaniche dei terreni interessati;
 lo stato tensionale iniziale;
 le condizioni idrauliche nel sottosuolo;
 la tipologia e le caratteristiche geometriche della struttura di sostegno;
 la rigidezza degli elementi di supporto;
 la tecnica di installazione impiegata;
 la tecnica di scavo impiegata;
 la sequenza temporale delle varie fasi costruttive;
 l'esperienza e l'abilit della manodopera.
Il primo studio sistematico sulle caratteristiche dei movimenti indotti dalla esecuzione
di scavi probabilmente costituito dalla ben nota relazione generale di Peck alla VII
ICSMFE di Citt del Messico (Peck 1969), nella quale sono raccolte e rielaborate le
misure di spostamento eseguite su 47 diversi case-histories di scavi sostenuti da
palancole metalliche o "soldier piles", ancorati su pi livelli mediante tiranti o puntoni.
A partire dal lavoro di Peck, numerosi ricercatori hanno contribuito ad estendere la base

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di dati, includendo informazioni relative a situazioni differenti per tipo di terreno,


tipologie strutturali e tecniche di scavo impiegate, che riflettono i progressi compiuti
negli ultimi anni in campo tecnologico. Tra essi, opportuno ricordare i lavori di
Goldberg et al. (1976), Burland et al. (1979), Mana & Clough (1981), O' Rourke (1981),
Wong & Broms(1989), Clough & O'Rourke (1990).
A tale riguardo, i dati riportati da Clough & O'Rourke appaiono particolarmente
significativi, in virt dello sforzo compiuto per isolare e separare i movimenti
direttamente associati allo scavo da quelli imputabili a fattori quali:
a) l'installazione delle pareti verticali di sostegno
b) l'adozione di tecniche costruttive inadeguate al controllo dei movimenti, quali ad
es. esecuzione di elevati sovrascavi prima dell'installazione dei supporti orizzontali,
carenze nella esecuzione dei lavori dovute a manodopera poco esperta, inadeguato
controllo delle condizioni idrauliche.
Sulla base della ipotesi - originariamente avanzata da Peck (1969) che l'entit dei
movimenti indotti dallo scavo sia determinata principalmente dalle caratteristiche
litologiche e dall'indice di consistenza dei terreni interessati, Clough & O'Rourke
(1990) raggruppano le osservazioni sperimentali disponibili sui movimenti del piano di
campagna a tergo dello scavo nelle seguenti tre categorie principali:
1. scavi in terreni granulari;
2. scavi in terreni coesivi da consistenti a molto consistenti;
3. scavi in terreni coesivi da teneri a mediamente consistenti;
L'andamento delle misure per scavi in terreni granulari illustrato in figura 1.1. I
diversi punti sperimentali si riferiscono principalmente a scavi sostenuti mediante
"soldier pile walls" o palancolate metalliche ancorate su pi livelli mediante puntoni o
tiranti; solo uno dei casi riportati relativo a una paratia c.a. multiancorata mediante
puntoni.
In tale tipo di terreni, gli spostamenti verticali del piano di campagna rappresentano
una modesta percentuale della altezza di scavo totale H, con valori massimi compresi
nell'intervallo (0.10.3)%. Gli spostamenti verticali misurati decrescono in misura
approssimativamente lineare con la distanza dalla parete fino ad annullarsi per X/H2.

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Nella figura, la linea tratteggiata indica una possibile curva limite per i cedimenti in tale
tipo di terreni.

Figura 1.1 - Scavi in terreni granulari. Spostamenti verticali misurati in funzione della distanza
dalla parete (da Clough&O'Rourke 1990)

La figura 1.2 riporta 1'andamento delle misure raccolte dagli stessi Autori per scavi in
terreni coesivi da consistenti a molto consistenti sostenuti, nella maggior parte dei casi,
mediante paratie in c.a. o soldier pile walls ancorati su pi livelli.
Anche in questo caso i cedimenti rappresentano solo una frazione relativamente
modesta dell'altezza finale di scavo, con rapporti Svmax/H non superiori allo 0.3 %, ed
andamento pi o meno linearmente decrescente con la distanza dalla parete (figura1.2a).
L'estensione della zona interessata dai movimenti per maggiore, risultando pari a
circa tre volte l'altezza di scavo. I sollevamenti, di entit massima pari allo 0.1% di H,
registrati in alcuni scavi eseguiti a Houston, Texas, sono probabilmente da attribuire
agli effetti dello scarico tensionale prodotto dallo scavo (Burland et al. 1979). Anche in
questo caso possibile stabilire un limite superiore per gli spostamenti caratterizzato da
un andamento triangolare, indicato dalla linea tratteggiata in figura1.2a.

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Figura 1.2 - Scavi in terreni coesivi da consistenti a molto consistenti (da Clough & O'Rourke
1990).
a) Spostamenti verticali misurati in funzione della distanza dalla parete;
b) Spostamenti orizzontali misurati in funzione della distanza dalla parete.

Le misure dello spostamento orizzontale Sh del piano di campagna a tergo dello scavo
risultano pi disperse di quelle relative ai cedimenti (figura 1.2b). Nel diagramma,
Clough & O'Rourke (1990) distinguono due zone. La prima relativa a strutture
sostenute mediante supporti relativamente rigidi, tali da prevenire sostanziali movimenti
orizzontali della parete. La seconda si riferisce invece a strutture per i quali il tipo di
supporto adottato ha permesso alla parete di scontare movimenti orizzontali
relativamente elevati (e.g. Bell Common Tunnel, Tedd et al. 1984). Nel primo caso, i
movimenti orizzontali osservati sono dello stesso ordine di grandezza dei corrispondenti
spostamenti verticali, mentre nel secondo, il rapporto Sh/Sv generalmente maggiore
dell'unit e pu raggiungere in alcuni casi valori pari a 2.5-3 (si veda anche Burland et
al. 1979). I movimenti misurati in corrispondenza di scavi in terreni coesivi teneri sono
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infine riassunti in fig. 1.3. Nella figura sono riportati dati relativi a scavi sostenuti da
palancole metalliche, "soldier piles" e paratie in c.a., ancorate su pi livelli mediante
puntoni o "rakers". A differenza dei due casi precedenti, la figura mostra una notevole
dispersione nelle misure (fig. 1.3a). Clough & O'Rourke (1990) osservano tuttavia che i
dati tendono ad assumere un andamento molto pi definito se, nel rappresentare ciascun
profilo di subsidenza, in luogo del rapporto Sv/H si utilizza il rapporto Sv/Sv,max tra lo
spostamento verticale e lo spostamento verticale massimo corrispondente (fig. 1.3b). La
curva che definisce l'andamento del rapporto Sv/Sv,max in funzione della distanza
normalizzata X/H dalla parete, che riveste un ruolo importante in alcuni metodi a
carattere empirico o semiempirico per la previsione dei movimenti del piano di
campagna, definita nel seguito profilo di subsidenza normalizzato

Figura 1.3 - Scavi in terreni coesivi da consistenti a molto consistenti (da Clough & O'Rourke
1990).
a) Spostamenti verticali misurati in funzione della distanza dalla parete;
b) Spostamenti orizzontali misurati in funzione della distanza dalla parete

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