Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
valore di FC. La stima della resistenza in-situ viene anche precisato che “I valori delle resi-
deve essere basata su carote estratte dalla strut- stenze meccaniche dei materiali vengono valu-
tura, eventualmente con l’integrazione di prove tati sulla base delle prove effettuate sulla strut-
non distruttive (PND) con l’obiettivo di giungere tura e prescindono dalle classi discretizzate
a stime più rappresentative delle proprietà del previste nelle norme per le nuove costruzioni.”
calcestruzzo dell’intera struttura, pur limitando Il tema delle indagini in-situ è presente anche
danni e costi. In questo caso l’aspetto critico è al Cap. 9 – Collaudo statico, nel quale si pre-
la definizione di relazioni affidabili tra i risultati vede che il Collaudatore “può richiedere, nel-
delle PND e la resistenza. L’approccio previsto l’ambito della sua discrezionalità, che siano
nella gran parte delle normative (oltre a quelle eseguite prove sui materiali messi in opera,
citate si veda ad es. la ACI 228 del 1998) è di anche mediante metodi non distruttivi”.
correlare i risultati ottenuti dalle PND ai corri- Il controllo della resistenza del calcestruzzo in
spondenti valori delle resistenze fornite dalle opera è trattato anche al paragrafo 11.2.6 nel
carote estratte negli stessi punti. La correlazione quale si prevede la possibilità di avvalersi di
ottenuta potrà poi essere estesa anche ad altri prove sia distruttive che non distruttive. Molto
punti in cui sono disponibili solo risultati delle importante appare l’indicazione che “Il valor
PND, in modo da limitare al minimo il numero medio della resistenza del calcestruzzo in
di carotaggi. opera (definita come resistenza strutturale) è in
In Italia sono state recentemente pubblicate le genere inferiore al valor medio della resistenza
NTC 2008 che, al capitolo 8, trattano specifi- dei prelievi in fase di getto maturati in condi-
camente il tema delle costruzioni esistenti. zioni di laboratorio (definita come resistenza
Dopo aver sottolineato che “la conoscenza potenziale). È accettabile un valore medio
delle proprietà meccaniche dei materiali in-situ della resistenza strutturale, misurata con tec-
è un elemento essenziale per la definizione del niche opportune (distruttive e non distruttive) e
modello strutturale da adoperare per la valuta- debitamente trasformata in resistenza cilin-
zione della sicurezza e la progettazione degli drica o cubica, non inferiore all’85% del valore
interventi su costruzioni esistenti”, viene evi- medio definito in fase di progetto”. Ancora, al
denziato che “tale conoscenza non risente par. 11.2.6 è indicato che per la determina-
delle incertezze legate alla produzione e posa zione della resistenza strutturale si potrà fare
in opera ma solo della omogeneità dei mate- utile riferimento ad alcune norme UNI EN, tra
riali stessi all’interno della costruzione, del le quali la 12504-1:2002 (carotaggi), la
livello di approfondimento delle indagini cono- 12504-2:2001 (prove sclerometriche) e la
scitive e dell’affidabilità delle stesse”. 12504-4:2005 (prove ultrasoniche) che ver-
Il paragrafo 8.5.3 è specificamente dedicato ranno descritte nel prossimo paragrafo,
alla caratterizzazione meccanica dei materiali. nonché alle Linee Guida del Consiglio Supe-
È previsto che “per conseguire un’adeguata riore dei Lavori Pubblici (STC-CSLP, 2008).
conoscenza delle caratteristiche dei materiali e Infine, indicazioni operative molto dettagliate
del loro degrado, ci si baserà su documenta- sono fornire nella Circolare alle NTC 2008 e
zione già disponibile, su verifiche visive in situ nelle Appendici, approvate dal CSLP ed in
e su indagini sperimentali”. Opportunamente fase di pubblicazione.
L Fig. 1
Letture ultrasoniche per tra-
sparenza (a), diagonali o
Tx Tr Tx d’angolo (b, c) e superficiali
(d, e).
Tr
a) L b)
Tx T r1 T r2
c)
L1
L2
Tx T r1 T r2
L/2 L/2
L L
d) e)
che, anche per quanto riguarda i carotaggi, esclusivo ma combinato con le PND. In tal
la fisiologica variabilità dei risultati nell’am- modo è possibile sia ottimizzare le risorse che
bito di un edificio, di uno stesso impalcato o, migliorare la stima della resistenza del calce-
addirittura, di uno stesso elemento (Masi et struzzo grazie ai vantaggi complementari dei
al., 2007) ne consiglia l’impiego in modo non metodi distruttivi e non distruttivi.
menti e delle modalità di getto del calce- fiche. Spesso le scelte da operare in questa
struzzo, è opportuno riferirsi inizialmente ai fase risultano fortemente condizionate da pro-
singoli piani eventualmente separando i pila- blemi logistici, come la possibilità di accedere
stri dalle travi. Per ogni piano vanno previste ai punti prescelti o di arrecare i danni che,
un numero sufficiente di PND in funzione inevitabilmente, le prove ed i prelievi compor-
delle informazioni raccolte durante le inda- tano. Appare in ogni caso opportuno prele-
gini preliminari (esame della documentazione vare non meno di 3 carote dall’intera struttura,
tecnica disponibile e della “storia” dell’edi- anche per poter disporre di una base minima
ficio, esito dei sopralluoghi, ecc.), numero che per effettuare l’operazione di taratura delle
dovrebbe essere non inferiore al 15-20% eventuali PND.
degli elementi strutturali primari. Nel programmare l’estrazione delle carote si
Altre indicazioni sul numero minimo di caro- deve tener presente che la resistenza del cal-
taggi sono fornite nell’Appendice C8A della cestruzzo dipende anche dalla posizione o
Circolare alle NTC 2008. In particolare la giacitura del getto. Infatti, nei pilastri le
Tabella C8A.3a indica almeno un numero di modalità di posa in opera determinano gene-
carotaggi per piano dell’edificio compreso tra ralmente una variazione della resistenza
2 e 6, in funzione del livello di conoscenza lungo l’altezza degli elementi strutturali (ciò
che si intende conseguire. Inoltre nelle note accadeva ancor più in passato per l’assenza
esplicative si precisa che “Il numero di provini di idonee operazioni di vibrazione del getto):
riportato nella Tabella C8A.3a potrà esser per tale ragione può verificarsi una riduzione
variato, in aumento o in diminuzione, in rela- del 20-30% passando dalla base alla som-
zione alle caratteristiche di omogeneità del mità, zona nella quale la qualità inferiore del
materiale. Nel caso del calcestruzzo in opera calcestruzzo ne sconsiglia il prelievo. Per-
tali caratteristiche sono spesso legate alle tanto, nei pilastri la zona di prelievo ideale è
modalità costruttive tipiche dell’epoca di la mezzeria dell’elemento, laddove, peraltro,
costruzione e del tipo di manufatto, di cui le sollecitazioni flessionali sono ridotte. Infine,
occorrerà tener conto nel pianificare particolare attenzione deve essere posta nel
l’indagine. Sarà opportuno, in tal senso, pre- selezionare i pilastri da sottoporre a caro-
vedere l’effettuazione di una seconda cam- taggio, tenendo conto dello stato degli ele-
pagna di prove integrative, nel caso in cui i menti (degradato, danneggiato, ecc.) nonché
risultati della prima risultino fortemente dis- dei tassi di lavoro per carichi verticali dovuti
omogenei”. Con riferimento all’utilizzo inte- alle condizioni di normale esercizio dell’edi-
grato di carotaggi e PND viene poi detto che ficio. Con la stessa logica si procederà per le
“Ai fini delle prove sui materiali è consentito travi realizzando il prelievo sul fianco delle
sostituire alcune prove distruttive, non più del stesse, nel caso di travi emergenti rispetto al
50%, con un più ampio numero, almeno il solaio, tra 1/4 ed 1/5 della luce netta ed
triplo, di prove non distruttive, singole o com- all’incirca a metà altezza. Nel caso di travi in
binate, tarate su quelle distruttive”. spessore di solaio il prelievo dovrà essere
In termini generali il numero “giusto”, oltre che effettuato in direzione verticale e richiederà
dipendere dai fattori summenzionati (preci- quindi la rimozione di una zona di pavi-
sione richiesta, omogeneità del materiale, …), mento, massetto e quant’altro presente sulla
scaturisce dal compromesso tra risorse e tempi superficie del calcestruzzo strutturale. Infine,
disponibili, danni arrecabili, importanza del- l’estrazione delle carote richiede, nelle zone
l’edificio in esame (ad es. edificio strategico o di prelievo, che si proceda a preventive ed
ordinario), pertanto non può che essere valu- accurate rilevazioni pacometriche in modo da
tato caso per caso in base alle esigenze speci- individuare ed evitare le barre di armatura.
(definita resistenza strutturale) è in genere Definito come deve essere “corretta” la resi-
inferiore alla resistenza standard (definita stenza ottenuta dalle carote, va affrontato il
resistenza potenziale), tant’è che si ritiene problema di come correlare tale resistenza ai
accettabile un valore medio della resistenza risultati delle eventuali PND, effettuate in
strutturale non inferiore all’85% del valore modo più diffuso sulla struttura, in modo da
medio prescelto in fase di progetto. Le norme pervenire a stime affidabili ed al tempo stesso
americane ACI 228 (1998) forniscono criteri più rappresentative della variabilità delle
analoghi per l’accettazione della resistenza in caratteristiche del calcestruzzo nella struttura.
una struttura esistente basata su carotaggi. Le norme RILEM (1993) forniscono una proce-
Confrontando la resistenza ottenuta dalle dura basata sulla determinazione di un coeffi-
carote fcar con quella standard fc,st la norma ciente di influenza totale per correlare i risultati
prevede che il calcestruzzo messo in opera delle PND eseguite alle resistenze “vere” otte-
possa essere considerato accettabile se: nute dai carotaggi. In alternativa può essere
fcar,med > 0.85 fc,st, e fcar,min > 0.75 fc,st . Per- adottata una procedura che mira a correlare i
tanto se ne potrebbe dedurre che, nell’attri- risultati delle PND ad alcuni valori della resi-
buire la resistenza fc da considerare nelle stenza fc in modo da ottenere l’espressione in
verifiche, si possa assumere fc = min cui i coefficienti a, b e c sono ricavati con rife-
(fcar,med/0.85, fcar,min/0.75). rimento allo specifico calcestruzzo in esame.
Quando la stima della resistenza del calce- Il primo passo è l’esecuzione di una cam-
struzzo è funzionale alla valutazione di un pagna di PND per valutare la variabilità del
edificio esistente in c.a. non appare utile, o calcestruzzo e delimitare zone o porzioni di
quantomeno necessario, riferirsi alla resi- struttura con caratteristiche sufficientemente
stenza standard, ma va considerata quella omogenee. Considerando NPND punti di
attuale in-situ. Per convertire la resistenza misura all’interno di una zona omogenea, in
ottenuta sulle carote fcar nella corrispondente un numero limitato di punti Ncar NPND,
U
resistenza in-situ fc può essere adoperata la selezionati in modo casuale, vengono estratte
seguente relazione (Masi 2005): e sottoposte a prova di compressione alcune
carote per valutarne le resistenze fcar, poi con-
fc = (CH/D · Cdia·Ca·Cd ) · fcar (2) vertite tramite la (2) nei corrispondenti valori
in-situ fc· Viene poi eseguita una regressione
dove: non lineare (implementabile con un foglio elet-
- CH/D = coefficiente correttivo per rapporti tronico) per determinare i valori dei coeffi-
tra altezza e diametro H/D diversi da 2, cienti a, b e c che forniscono la migliore cor-
pari a CH/D = 2/(1.5 + D/H); relazione tra risultati delle PND e carotaggi,
- Cdia = coefficiente correttivo per diametri ossia l’espressione (1) specificamente applica-
D diversi da 100 mm, pari a 1.06, 1.00 e bile al calcestruzzo in esame. Applicando tale
0.98 per D, rispettivamente, uguale a 50, espressione possono essere calcolate le resi-
100 e 150 mm; stenze fc anche nei punti (NPND – Ncar) dove
- Ca = coefficiente correttivo per tenere conto erano state effettuate solo PND in modo da
di eventuali barre d’acciaio presenti e dis- ampliare la quantità di valori sulla base dei
poste ortogonalmente all’asse della carota, quali determinare la resistenza di calcolo da
pari ad 1 in assenza di barre e variabile adoperare nelle verifiche di sicurezza. Va
da 1.03 per piccoli diametri (φ 10) a 1.13 segnalato che, per una corretta applicazione
per diametri grandi (φ 20); della procedura, per le terne di valori (fc, S, V)
- Cd = coefficiente correttivo per tenere conto utilizzate per ricavare l’espressione (1) va pre-
del rimaneggiamento dovuto all’estrazione. ventivamente verificata l’esistenza di un
Nella letteratura tecnica è usualmente indi- legame di proporzionalità diretta tra i valori di
cato un valore costante di Cd (es. Cd = 1.06 fc ed i corrispondenti valori S e V ottenuti dalle
in ACI, 2003) purchè il prelievo sia condotto PND. Inoltre, va verificato che i coefficienti a,
accuratamente da operatori esperti. Tut- b e c della espressione Sonreb ricavata non
tavia, tenuto conto che il rimaneggiamento siano negativi. Qualora questo accadesse
conseguente all’estrazione è tanto maggiore vanno individuate altre terne di valori (fc, S, V)
quanto minore era la resistenza in-situ del con le quali ricavare l’espressione Sonreb, se
calcestruzzo, si ritiene più corretto assumere disponibili, o in caso contrario vanno effet-
Cd = 1.20 per fcar < 20 MPa, e Cd = 1.10 tuate ulteriori prove in-situ che soddisfino le
60 per fcar > 20 MPa (Collepardi, 2002). condizioni citate.
La stima della resistenza del calcestruzzo in-situ: impostazione delle indagini ed elaborazione dei risultati
5.1 Un esempio di applicazione della proce- erano già state eseguite le PND. La possibilità
dura per il calcolo di fc di verificare la migliore capacità predittiva
Si riporta di seguito un esempio di applica- dell’espressione (1) è resa possibile dalla dis-
zione della procedura descritta al paragrafo ponibilità di un numero elevato di PND e di
precedente per la stima della resistenza in- corrispondenti carote in modo che ricavata
situ fc mediante il metodo combinato Sonreb, l’espressione (1), considerando una parte di
allo scopo di mostrarne la migliore capacità tali misure, questa è stata poi applicata e veri-
predittiva rispetto ad alcune classiche espres- ficata con le altre resistenze fc disponibili,
sioni riportate in letteratura. A tal fine ven- operazione chiaramente non possibile nella
gono adoperati i risultati di una ampia cam- pratica professionale.
pagna sperimentale, già descritta in prece- L’analisi dei risultati delle PND mostra una
denti lavori (Masi et al., 2007; Masi & Vona, buona omogeneità del calcestruzzo con diffe-
2007), relativa ad alcuni elementi trave (di renze piuttosto limitate tra i valori medi di S e
seguito denominati EL1, EL2 e EL3) messi a V rilevati sulle tre travi (Tab. 1). Inoltre, anche
disposizione dalla Regione Toscana ed estratti i valori del coefficiente di variazione CV delle
da un edificio in c.a. progettato negli anni misure eseguite sui singoli elementi sono
’70 per soli carichi verticali. Le PND, sclero- molto bassi evidenziando anche una limitata
metriche ed ultrasoniche, e i carotaggi sono variabilità all’interno degli stessi elementi. È
stati eseguiti presso il Laboratorio di Strutture da notare che i valori delle resistenze fc in-situ
dell’Università di Basilicata dopo accurata ottenute dalle carote e corrette mediante
preparazione degli elementi strutturali consi- l’espressione (2) mostrano una variabilità
derati. Il prelievo delle carote è stato eseguito maggiore all’interno e tra gli elementi rispetto
sempre in corrispondenza di punti nei quali alle PND.
Tabella 1 - Valori medi e variabilità dei risultati delle PND e dei carotaggi eseguiti
Tabella 3 - Confronto tra le resistenze ottenute dalle carote e dal metodo combinato Sonreb adottando
l’espressione (3) e alcune espressioni di letteratura
Fig. 2 50 50
Confronto tra valori di fc
stimati con diverse
45 45
espressioni Sonreb e le
resistenze ottenute dai
carotaggi. 40 40
fc [MPa]
fc [MPa]
35 35
Rilem
30 30
Pascale - Di Leo
Gasparik
25 25
Del Monte
20 20
20 25 30 35 40 45 50 20 25 30 35 40 45 50
62 a) fc, Sonreb [MPa] b) fc, espr. (3) [MPa]
La stima della resistenza del calcestruzzo in-situ: impostazione delle indagini ed elaborazione dei risultati
Fig. 3
Posizione delle PND e dei
carotaggi al I piano.
63
Progettazione Sismica
ridurre al minimo gli inconvenienti ed i disagi di esecuzione di strutture in c.a. con riferimento
arrecati agli occupanti dell’edificio. alle sequenze di getto del calcestruzzo, i risul-
La posizione dei punti di misura all’interno tati delle PND sono stati analizzati separata-
dei singoli elementi strutturali è stata indivi- mente per pilastri e travi e per i diversi piani
duata avvalendosi anche di indagini pacome- dell’edificio. Da tale analisi emergono alcune
triche in modo da localizzare le armature al differenze da cui trarre le indicazioni utili per la
fine di limitarne l’influenza sulle PND ed evi- delimitazione delle diverse aree omogenee di
tarne il danneggiamento nelle operazioni di calcestruzzo nell’intera struttura.
prelievo delle carote. Per quanto riguarda i pilastri (Fig. 4) il primo
Complessivamente sono state eseguite 53 PND livello presenta valori decisamente più elevati,
valide, sia sclerometriche che ultrasoniche, di rispetto agli altri livelli, sia dei valori di S che
cui 37 su elementi pilastro e 16 su elementi di V. Al contrario, valori molto bassi sono stati
trave. È da segnalare che alcune PND non rilevati al secondo livello. Per gli ultimi tre
hanno prodotto risultati utilizzabili a causa delle livelli, dal terzo al quinto, i valori delle PND
condizioni di forte degrado del materiale e/o sono confrontabili. Pertanto, per il calce-
Fig. 4 della impossibilità ad eseguire le prove stesse in struzzo dei pilastri, appare opportuno indivi-
Risultati delle PND nei
pilastri ai diversi piani
modo adeguato per ottenere risultati validi. duare tre aree omogenee riportate in tabella
dell’edificio. Anche in considerazione delle tipiche modalità 4 e figura 6.
25 2500
S
20 2000
15 1500
10 1000
5 500
0 0
I II III IV V I II III IV V
Livello Livello
L’analisi dei risultati delle PND per le travi quinto impalcato. Pertanto, per il calce-
(Fig. 5) mostra una buona coincidenza tra i struzzo delle travi, appare opportuno indivi-
Fig. 5
Risultati delle PND per le
valori, sia di S che di V, del primo e secondo duare due aree omogenee riportate in
travi. impalcato, e di quelli rilevati dal terzo al tabella 4 e figura 6.
25 2500
S
20 2000
15 1500
10 1000
5 500
0 0
I II III IV V I II III IV V
Livello Livello
Tabella 4 - Numero di punti di PND nelle Aree omogee per il calcestruzzo dei pilastri e delle travi
N PND
Estensione Indice Sclerometrico, S Velocità Ultrasonica, V
Area P1 Tutti i pilastri del I livello; 8 8
Area P2 Tutti i pilastri del II livello; 7 7
Area P3 Tutti i pilastri dei livelli III, IV e V 22 22
Area T1 Tutte le travi dei livelli I e II 7 7
Area T2 Tutte le travi dei livelli III, IV e V 9 9
64
La stima della resistenza del calcestruzzo in-situ: impostazione delle indagini ed elaborazione dei risultati
V Impalcato Fig. 6
Schema della distribuzione
delle aree omogenee ai
diversi piani dell’edificio.
IV Impalcato
Area T2
II Impalcato
Area T1
Area P2 I Impalcato
Area P1
Per ciascuna area omogenea, nella tabella 5 PND, in termini di valori medi, deviazione
è riportata una sintesi dei risultati ottenuti dalle standard DS e coefficiente di variazione CV.
Sulla base delle aree omogenee individuate è cinque espressioni valide specificamente per
stata pianificata ed eseguita la campagna di il calcestruzzo di ognuna delle aree omo-
carotaggi. Per poter applicare la procedura genee. I coefficienti a, b e c ottenuti, sempre
descritta al paragrafo 5, in conformità anche positivi dunque accettabili, sono riportati
a quanto previsto nelle NTC 2008, sono stati nella tabella 7.
eseguiti 3 carotaggi per ciascuna area omo- Le resistenze fc,med riportate in tabella 7 per cia-
genea ad eccezione che nell’Area P3 dove, scuna area, sono state calcolate come media
data la maggiore estensione, sono stati ese- dei valori delle resistenze ottenute direttamente
guiti 6 carotaggi. I punti di prelievo sono stati dalle carote (Tab. 6) e dei valori ricavati dalle
selezionati considerando per ciascun livello espressioni tipo (1) in tutti gli altri punti in cui
elementi in posizione diversa. Ad esempio le erano disponibili soltanto le PND. Si conferma
tre carote al I livello sono state prelevate da una elevatissima variabilità dei valori di fc tra le
un pilastro centrale, da un pilastro d’angolo e diverse aree omogenee, in particolare per
da un pilastro intermedio esterno (ved. Fig. quanto riguarda il calcestruzzo dei pilastri del
3). I risultati delle prove sulle carote, rivalutati primo e secondo livello che può essere conside-
con l’espressione (2), sono riportati per cia- rato un vero “piano debole meccanico” nell’e-
scun elemento nella tabella 6 insieme ai valori dificio. È da rilevare anche la significativa diffe-
di S e V negli stessi punti di prelievo. renza tra le resistenze previste in fase di pro-
getto (calcestruzzo di classe Rck 250, ossia resi-
Dopo aver verificato le condizioni di applica- stenza cilindrica caratteristica pari a 20 MPa)
bilità descritte al paragrafo 5, nell’ambito di ed i valori stimati fc,med riportati in tabella 7, a
ciascuna delle aree omogenee individuate è conferma della scarsa affidabilità che in genere
stata applicata la procedura per ottenere hanno i dati sul calcestruzzo contenuti nella
l’espressione Sonreb, ricavando in tal modo documentazione tecnica originale. 65
Progettazione Sismica
Tabella 6 - Valori singoli e medi delle PND e delle fc nelle 5 aree omogenee individuate
Tabella 7 - Coefficienti delle espressioni Sonreb, resistenze medie e di calcolo nelle 5 aree omogenee
Sulla base dei valori fc,med, tenendo conto del è stata infine determinata la resistenza di cal-
valore del Fattore di Confidenza FC conse- colo fcd da considerare nelle verifiche di sicu-
guente al livello di conoscenza raggiunto, e, rezza. Nel caso in esame l’estensione delle
laddove necessario (verifiche di sicurezza indagini per la stima della resistenza del cal-
degli elementi fragili), del coefficiente par- cestruzzo è assimilabile ad un livello LC3,
ziale di sicurezza (γC = 1.5 nelle NTC, 2008) pertanto si è assunto FC pari ad 1.
Bartlett F.M. (1997). ““Precision of in-place con- strutturali estratti da una scuola esistente in
crete strengths predicted using core strength c.a.“, XII Convegno Nazionale L’Ingegneria
correction factors obtained by weighted regres- Sismica in Italia, Pisa, 10 – 14 giugno 2007.
sion analysis“, Structural Safety, Vol. 19, N. 4, Masi A., Vona M. (2007). “Prove distruttive e non
pp. 397-410. distruttive su materiali ed elementi strutturali di
Bocca P., Cianfrone F. (1983). “Le prove non distrut- edifici esistenti in cemento armato“, Confe-
tive sulle costruzioni:una metodologia combi- renza Nazionale sulle PnD, Monitoraggio e
nata“, L’Industria Italiana del Cemento, n. 6. Diagnostica, 12° Congresso Nazionale del-
Braga F., Dolce M., Masi A., Nigro D. (1992). “Valu- l’AiPnD, Biennale PnD-MD, Milano, 11 – 13
tazione delle caratteristiche meccaniche dei calce- ottobre 2007.
struzzi di bassa resistenza mediante prove non New Zealand Society for Earthquake Engineering
distruttive“, L’Industria Italiana del Cemento, 3/92. (NZSEE) (2006). “Assessment and Improve-
CEB (1989). “Diagnosis and Assessment of Con- ment of the Structural Performance of Buildings
crete Structures - State of Art Report“, Bulletin in Earthquakes“, Recommendations of a
d’Information, n. 192, gennaio 1989. NZSEE Study Group on Earthquake Risk Build-
CEN (2004). “Eurocode 2: Design of concrete ings, June 2006.
structures-Part 1-1: General rules and rules for NTC (2008). Decreto del Ministro delle Infrastrut-
buildings“. EN 1992-1-1, Brussels. ture del 14 gennaio 2008 “Nuove norme tec-
CEN (2004). “Eurocode 8 - Design of structures for niche per le costruzioni”.
earthquake resistance - Part 3: Assessment and Pagano M. (1968). “Teoria degli edifici - Edifici in
retrofitting of buildings“ (draft n. 6), EN 1998-3, cemento armato“, Napoli, Edizione Liguori.
Brussels. OPCM 3274 (2003). Ordinanza del Presidente del
Collepardi M. (2002). “Il nuovo calcestruzzo“ Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo
(seconda edizione), Edizioni Tintoretto. 2003 “Primi elementi in materia di criteri gene-
Del Monte E., Lavacchini G., Vignoli A. (2004). rali per la classificazione sismica del territorio
“Modelli per la previsione della resistenza a nazionale e di normative tecniche per le costru-
compressione del calcestruzzo in opera“, Inge- zioni in zona sismica”.
gneria Sismica, N. 3, settembre-dicembre 2004. OPCM 3362 (2004). Ordinanza del Presidente del
Di Leo A., Pascale G. (1994). “Prove non distruttive Consiglio dei Ministri n. 3362 del 8 luglio
sulle costruzioni in c.a.“, Il giornale delle prove 2004 “Modalità di attivazione del Fondo per
non distruttive, n. 4-1994. interventi straordinari della Presidenza del
Dolce M., Galanti E., De Sortis A., Di Pasquale G., Consiglio dei Ministri, istituito ai sensi della
Goretti A., Ferito R., Papa F., Papa S., Pizza legge 24 novembre 2003, n. 326”.
A.G., Sergio S., Severino M. (2007). “Inizia- OPCM 3431 (2005). Ordinanza del Presidente del
tive nazionali per la valutazione e riduzione Consiglio dei Ministri del 3 maggio 2005
del rischio sismico“, XII Convegno Nazionale “Ulteriori modifiche ed integrazioni alla
L’Ingegneria Sismica in Italia, Pisa, 10 – 14 O.P.C.M. 3274/2003 recante “Primi elementi
giugno 2007. in materia di criteri generali per la classifica-
Facaoaru I. (1984). “Romanian Achievements in zione sismica del territorio nazionale e di nor-
Nondestructive Strength Testing of Concrete“, mative tecniche per le costruzioni in zona
da In Situ/Nondestructive Testing of Concrete, sismica”.
ACI Publication SP-82. RILEM (1993). “NDT 4 Recommendations for in situ
Federal Emergency Management Agency (FEMA), concrete strength determination by combined
(2000). “FEMA 356 - Prestandard and Com- non-destructive methods“, Compendium of
mentary for the Seismic Rehabilitation of Build- RILEN Technical Recommendations, E&FN
ings“, Washington D.C., November 2000. Spon, London.
Gasparik I. (1992). “Prove Non Distruttive nell’Edilizia, Santarella L. (1956). “Il cemento armato – La tec-
Quaderno Didattico AIPND“, Brescia, 1992. nica e la statica“, I volume, Edizione Hoepli.
Manfredi G., Masi A., Pinho R., Verderame G., STC-CSLP (2008). “Linee Guida per la messa in
Vona M. (2007). “Valutazione di edifici esi- opera del calcestruzzo strutturale e per la valu-
stenti in C.A.“, Collana di manuali di progetta- tazione delle caratteristiche meccaniche del
zione antisismica, IUSS Press, Pavia. calcestruzzo“, Servizio Tecnico Centrale del
Masi A. (1991). “Edifici esistenti: accertamento ed Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
adeguamento antisismici“. Capitolo 6 - “Analisi UNI EN (2001). UNI EN 12504 – 2, “Prove sul cal-
della tecnica costruttiva e dei materiali“, Manuale cestruzzo nelle strutture – Prove non distruttive
per la valutazione della sicurezza nei confronti – Determinazione indice sclerometrico“,
del sisma e per l'adeguamento antisismico (coor- dicembre 2001.
dinatore F. Braga), Ordine Ingegneri Potenza. UNI EN (2002). UNI EN 12504 – 1, “Prove sul cal-
Masi A. (2005). “La stima della resistenza del cal- cestruzzo nelle strutture – Carote – Prelievo,
cestruzzo in situ mediante prove distruttive e esame e prove di compressione“, aprile 2002.
non distruttive“, Il giornale delle prove non UNI EN (2005). UNI EN 12504 – 4, “Prove sul cal-
distruttive, n. 1-2005. cestruzzo nelle strutture – Parte 4: Determina-
Masi A., Dolce M., Vona M., Ferrini M., Pace G. zione della velocità di propagazione degli
(2007). “Indagini sperimentali su elementi impulsi ultrasonici“, gennaio 2005.
67