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Seminario

La Sicurezza delle Costruzioni in Zona Sismica:


dagli Stati Limite all’Affidabilità Strutturale
Salerno, 3 Novembre 2004

Strutture Composte: Norme di Progettazione


e Affidabilità Sismica

Prof. Oreste S. Bursi


Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Strutturale
Università degli Studi di Trento, Trento.
RINGRAZIAMENTI

¾ Coordinatori del Seminario: Prof. ing. Vincenzo


Piluso e il dott. ing. Gianvittorio Rizzano

¾ Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno


Ordine degli Ingegneri della Provincia di Avellino

¾ Coordinatore del PRIN2003: Prof. ing. Luca


Sanpaolesi

¾ Dott. ing. Fabio Ferrario, Universita` degli Studi


di Trento
INTRODUZIONE
¾ L’8 maggio 2003 è stata pubblicata sulla G.U. l’Ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri N. 3274 del 20 marzo 2003
“Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione
sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica”.

¾ Sono state approvate nuove norme per la progettazione in zona sismica


e una nuova classificazione sismica del territorio italiano.

¾ Le norme tecniche adottano in modo omogeneo soluzioni coerenti con


il sistema di normative, l’Eurocodice 8 (EC8) (prEN 1998-1:2003), già
introdotto a livello europeo.

¾ Il sistema degli Eurocodici è in corso di adozione da parte dell’Unione


Europea tramite la conversione definitiva di tutti gli Eurocodici da
Norma Europea Provvisoria (ENV) a Norma Europea Definitiva (EN)
e il suo utilizzo da parte degli stati membri è atteso entro i prossimi tre
anni.
INTRODUZIONE
¾ L’uso degli Eurocodici è raccomandato dalla UE poiché dovrebbe
agevolare la libera prestazione di servizi di ingegneria edile e di
architettura e creare le condizioni per un sistema armonizzato di regole
generali ( Raccomandazione della Commissione, 2003).

¾ Dalla sua preparazione (2000) a oggi l’EC8 è stato più volte


revisionato nella cosiddetta fase di conversione giungendo con il
documento prEN 1998-1:2003 (dicembre 2003) allo “Stage 49” ossia
alla versione definitiva prima della versione ufficiale.

¾ La nuova normativa sugli Edifici in Struttura Composta Acciaio-


Calcestruzzo è nel Capitolo 7 dell’Ordinanza N. 3274.
REFERENZE BIBLIOGRAFICHE
1. CNR 10011-97, Costruzioni in acciaio. Istruzioni per il calcolo,
l’esecuzione, il collaudo e la manutenzione, Bollettino Ufficiale CNR – N.
182, 1997.
2. CNR 10016-98, Strutture composte di acciaio e calcestruzzo. Istruzioni per
l’impiego nelle Costruzioni, Bollettino Ufficiale CNR – N. 194, 2000.
3. FEMA 350. Recommended Seismic Design Criteria for New Steel
Moment-Frame Buildings, prepared by the SAC Joint Venture for the
Federal Emergency Management Agency, Washington, DC, 2000.
4. Ord. P.C.M. 20 marzo 2003, n. 3274, Primi elementi in materia di criteri
generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismica, Suppl. Ord. alla G.U. 8.5.2003,
n. 105 (Testo coordinato con le rettifiche introdotte dall’Ord.3316).
5. Petrini, L., Pinho, R. E Calvi, G.M., Criteri di Progettazione Antsismica
degli Edifici, Collana di Manuali di Progettazione Antisismica, Vol. 1,
IUSS Press, 2004.
6. prEN 1993-1. “Eurocode 3: Design of steel structures. Part 1: General rules
for buildings”, CEN, 2003.
7. prEN 1994-1, “Eurocode 4: Design of composite steel and concrete
structures. Part 1: General rules for buildings”. CEN, 2003.
REFERENZE BIBLIOGRAFICHE
8. prEN 1998-1. Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance.
Part 1: General rules, seismic actions and rules for buildings, CEN,
European Committee for Standardization. Brussels, Belgium, 2003.
9. R. Svaldi, Analisi Numeriche e Pseudo-dinamiche su una Struttura 3D
Composta Acciaio-calcestruzzo con Giunti a Parziale Ripristino di
Resistenza Flessionale, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trento,
2003.
10. Raccomandazione della Commissione, Applicazione e uso degli Eurocodici
per lavori di costruzione e prodotti strutturali da costruzione, Gazzetta
Ufficiale Unione Europea, 11/12/2003
11. University of Pisa, Trento et al., Applicability of Composite Structure to
Sway Frames, ECSC Project n. 7210-PR-250, Eur Report, European
Community, 2004.
12. University of Trento, Pisa et al., 3-D Full-scale Seismic Testing of a Steel-
concrete Composite Building at Elsa, Contr. No: HPR-CT-1999-00059, Eur
Report, European Community, 2004.
PROGETTAZIONE BASATA SULLE PRESTAZIONI
¾ Dall’esperienza maturata in questi ultimi anni a seguito di recenti e
significativi terremoti è emerso che il rischio sismico nelle zone urbane,
anziché decrescere, è in fase crescente. Per invertire tale tendenza nuovi codici
di progettazione sono in fase di sviluppo (Eurocode 8 [2002], FEMA 350
[2000], SEAOC Vision [2000]).

¾ I principi e le regole di applicazione adottati dall’EC8 sono in completa


armonia con quelli contenuti nelle norme dei Paesi a più alta attività sismica
(U.S.A., America del Sud, Giappone, ecc.).

¾ L’EC8 (prEN 1998-1:2003) costituisce un sistema integrato di norme per la


progettazione antisismica di edifici, ponti, serbatoi, torri, fondazioni e opere
geotecniche e per la valutazione della sicurezza e l’adeguamento di strutture
esistenti.

¾ Il codice abbandona i metodi prescrittivi per adottare, invece, approcci basati


sulle prestazioni. Sono recepiti infatti i concetti del “Performance-based
Seismic Engineering (PBSE). Tale filosofia di progettazione considera come
aspetti fondamentali il progetto, la costruzione ed il controllo della struttura
per garantire che essa possa resistere agli effetti di terremoti di diversa
intensità nel rispetto di predefiniti limiti di danno.
PERFORMANCE-BASED SEISMIC DESIGN
¾ Il PBSE si basa sulla selezione di definiti criteri di progettazione, scelta di
appropriati sistemi strutturali, definizione e dimensionamento di elementi
strutturali e non strutturali, controllo del processo di costruzione e
predisposizione di un processo di manutenzione a lungo termine, cosicché la
struttura non subisca eccessivi danni in funzione di specificati livelli di
accelerazione sismica e di predefiniti livelli di prestazione.

¾ Design Objectives per


edifici (SEOAC Vision, 2000)

¾ Esempi di quantificazione di
Performance objectives
(Bertero & Bertero, 2002)
PERFORMANCE-BASED SEISMIC DESIGN
VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE STRUTTURALE

• La valutazione della prestazione strutturale di un edificio dovrebbe rendere


quantificabile la capacità della struttura stessa di garantire il raggiungimento di
determinati obiettivi progettuali. Tale valutazione si basa su una procedura che determina
un livello di confidenza strutturale in funzione di uno specificato rischio sismico.
• Ogni obiettivo progettuale (Performance Objective) fa corrispondere, per ogni livello di
rischio sismico, un livello di prestazione strutturale (Performance Level) che deve essere
garantito. Per esempio, le raccomandazioni FEMA (FEMA-350) prevedono che la
progettazione sismica di un edificio garantisca una confidenza del 95% nei confronti del
collasso strutturale (Collapse Prevention) per una sisma con probabilità di superamento
del 2% in 50 anni.
• Il processo fondamentale di valutazione della prestazione strutturale si basa sullo
sviluppo di un modello analitico con il quale valutare la risposta della struttura per un
determinato livello di accelerazione sismica. L’analisi strutturale è utilizzata per
determinare il valore di alcuni parametri progettuali che possono essere lo spostamento di
interpiano (Interstorey Drift) o le stesse sollecitazioni sugli elementi strutturali.
• Per ogni livello di prestazione strutturale sono definiti criteri di accettazione
(Acceptance Criteria) sia per elementi strutturali (Element Level) sia per il
comportamento globale della struttura (Global Performance).
PERFORMANCE-BASED SEISMIC DESIGN
• I criteri di accettazione incorporano fattori di incertezza sia per la determinazione della
domanda strutturale (ottenuta dal modello numerico), sia per la determinazione della
capacità strutturale.
• Una volta condotta l’analisi strutturale, la domanda ottenuta dal modello numerico
(Predicted Demand) è modificata per mezzo di un fattore γa, che prende in considerazione
gli errori e le incertezze del modello matematico stesso, e di un fattore γ, che considera
ogni altra sorgente di variabilità nella risposta strutturale.
• Questa domanda modificata è quindi confrontata con la capacita disponibile in modo da
garantire determinati criteri di accettazione. La capacità strutturale è modificata per
mezzo di un fattore di resistenza φ che considera tutte le incertezze e la variabilità relative
alla resistenza degli elementi strutturali (Factored Capacity).
γa ⋅γ ⋅D
λ=
φ ⋅C
• Il rapporto λ tra capacità e domanda modificate deve essere valutato per diversi livelli di
prestazione (cui corrispondono diversi livelli di accelerazione di picco del terreno) e per
diversi parametri progettuali ed in particolare:
- spostamento di interpiano (Interstory Drift)
- sollecitazioni sugli elementi strutturali
PERFORMANCE-BASED SEISMIC DESIGN
• Un ulteriore parametro βUT, il coefficiente di variazione totale, associato alla
determinazione dei sopraindicati parametri prende in considerazione la variabilità di tali
parametri in funzione della tipologia strutturale (Ordinary Moment Frames o Special
Moment Frames) e del livello di prestazione che deve essere garantito.
• Per ogni parametro di controllo della risposta strutturale, ovvero stabilità globale della
struttura, capacità locale delle connessioni, instabilità di aste compresse, ecc. è
raccomandato un minimo livello di confidenza sia per le verifiche allo stato limite di
danno (Immediate Occupancy Performance Level) sia per lo stato limite ultimo (Collapse
Prevention Performance Level).
PERFORMANCE-BASED SEISMIC DESIGN
• Le linee guida del PBS Design richiedono quindi che il comportamento strutturale sia
studiato mediante l’utilizzo di procedure non-lineari quali l’analisi Pushover e l’analisi
dinamica non lineare (Time History), in modo da poter determinare la domanda globale e
locale (Predicted Demands).
Fu/Fd = q’ · αy/αd
Seismic Resistance F
Fy/Fd = αy/αd
Fu
dove:
Risposta attuale q’ coefficiente di struttura dinamico;
Risposta idealizzata αy fattore moltiplicatore dei carichi a collasso;
Risposta statica non lineare
Fy
αd fattore moltiplicatore dei carichi a
snervamento incipiente.
Si ottiene:
µd = ∆max/∆y
Fd
∆max/∆d = ∆max/∆y x ∆y/∆d = µd · Fy/Fd
∆d ∆y ∆max Storey Drift ∆ = µd · αy/αd ≅ q’ · αy/αd

• La graduale necessità di modellare il comportamento strutturale in campo non-lineare,


ha incrementato la necessità da parte di ingegneri progettisti di utilizzare efficienti e
robusti software di calcolo e strumenti di progettazione tali da permettere l’analisi
strutturale in una ragionevole quantità di tempo.
PERFORMANCE-BASED SEISMIC DESIGN
¾ Relazione momento-rotazione per un nodo trave-colonna composto acciaio-
calcestruzzo.
350

300 b)

250
REACTION MOMENT (kNm)

200

150 S e is m ic s te e l re b a rs

100

Critical Length
50

0
M a in
-50 A -A beam A -A

-100
S e is m ic s te e l S e c o n d a ry
re b a rs beam
-150

-200 S te e l C o lu m n

-250
-75 -60 -45 -30 -15 0 15 30 45 60 75
ROTATION (mrad)

Per modellare correttamente il sistema strutturale si deve poter considerare a livello di


modello numerico il degrado di rigidezza e di resistenza che si manifesta durante
eventi sismici.
PERFORMANCE-BASED SEISMIC
General DESIGN
8/8
Confronto tra metodi di analisi e progettazione
convenzionali e avanzati
Indiretto AVVIO Diretto

EC3, EC4, LRFD ANALISI Supporto


PROGETTO
Analisi del sistema
AVANZATI

Fattore di
riduzione χ Miglioramenti dei
programmi di
Progetto degli calcolo
elementi
Risultato

PROGETTO della
STRUTTURA
LA NUOVA NORMATIVA ITALIANA
¾ La nuova normativa sismica nazionale (O.P.C.M. 3274) rappresenta una
soluzione di continuità rispetto al passato, dal momento che essa prevede
esclusivamente l’impiego del metodo di verifica agli stati limite.

¾ Tale metodo di verifica meglio si presta alla formulazione dei criteri di


progettazione che è necessario adottare al fine di conseguire soluzioni
strutturali caratterizzate da adeguata duttilità locale e globale.

¾ Un intero capitolo dedicato agli edifici in struttura composta acciaio-


calcestruzzo in zona sismica rappresenta una novità in campo normativo
italiano.

¾ Nelle precedenti norme sismiche ministeriali non veniva fatto alcun specifico
riferimento alle suddette strutture, le quali implicitamente condividevano il
capitolo “Edifici con strutture intelaiate” insieme alle strutture in cemento
armato. Le suddette strutture non erano dettagliate nelle varie Circolari.
LA NUOVA NORMATIVA ITALIANA
¾ Gli obiettivi progettuali che la norma si prefigge sono dichiarati.

¾ Con tale impostazione il progettista ha la consapevolezza della finalità e del


rilievo di ogni operazione e consente al committente di graduare le prestazioni
richieste all’opera.

¾ La nuova Normativa si pone due obiettivi fondamentali: i) protezione adeguata


nei confronti dello stato limite ultimo; ii) protezione adeguata nei confronti
dello stato limite di danno degli elementi non strutturali.

¾ La protezione che si intende conseguire per le due condizioni limite risiede nel
valore dell’azione sismica assunta a base del progetto ovvero il valore di picco
dell’accelerazione orizzontale al suolo.

¾ Le autorità nazionali devono definire sul territorio un numero discreto di zone


sismiche all’interno delle quali i valori di picco dell’accelerazione orizzontale
al suolo si assumono costanti.
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
7.1.2 Principi di progettazione
Gli edifici con struttura sismo-resistente composta acciaio-calcestruzzo devono essere
progettati assumendo uno dei seguenti comportamenti strutturali:
a) comportamento strutturale dissipativo con meccanismi di dissipazione in componenti e
membrature composte acciaio-calcestruzzo;
b) comportamento strutturale dissipativo con meccanismi di dissipazione in componenti e
membrature in acciaio strutturale;
c) comportamento strutturale non-dissipativo.

¾ Nei casi a) e b) deve essere presa in considerazione la capacità di parti della struttura
(zone dissipative) di rispondere alle azioni sismiche oltre il campo elastico. Nella
determinazione dello spettro di progetto, il fattore di struttura q è assunto maggiore
dell’unità.

¾ Nel caso b) non si deve prendere in considerazione nelle zone dissipative l’azione
composta, pertanto l’assunzione di un siffatto comportamento strutturale è subordinata
strettamente all’adozione di misure specifiche atte a prevenire l’attivazione dei componenti
in calcestruzzo sulla resistenza delle zone dissipative. In questi casi, il progetto della
struttura va condotto con i metodi di cui alle istruzioni CNR 10016-98 per le combinazioni
di carico non sismiche e con riferimento al punto 7.6 (Regole per le membrature) in caso di
combinazioni di carico comprendenti gli effetti sismici.
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
¾ Nel caso c) gli effetti delle azioni sismiche sono calcolati, indipendentemente dalla
tipologia strutturale, mediante l’analisi elastica globale e senza tener conto del
comportamento del materiale in campo non-lineare, ma considerando esclusivamente la
riduzione della rigidezza flessionale nelle zone in cui l’azione flettente conduce alla
fessurazione del calcestruzzo. Nella determinazione dello spettro di progetto il fattore di
struttura q deve essere assunto unitario. Per la valutazione della resistenza delle membrature
e dei collegamenti si possono adottare i metodi contenuti nei D.M. vigenti e nelle istruzioni
CNR 10016-98, non dovendo essere soddisfatti i requisiti di duttilità.
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
7.3 Tipologie strutturali e fattore di struttura
Le costruzioni composte acciaio-calcestruzzo in zona sismica possono essere realizzate con
riferimento alle tipologie strutturali descritte in precedenza per le strutture in acciaio:
c) strutture intelaiate nelle quali le travi o le colonne possono essere composte acciaio-
calcestruzzo;

d) strutture con controventi concentrici nelle quali le travi o le colonne possono essere
composte acciaio-calcestruzzo; i controventi devono essere realizzati in acciaio strutturale;

e) strutture con controventi eccentrici nelle quali le aste che non contengono i controventi
possono essere composte oppure in acciaio strutturale. I link dissipativi devono essere
realizzati in acciaio strutturale e la dissipazione di energia conseguita per plasticizzazione a
taglio degli stessi;

f) strutture a pendolo inverso.

I criteri di dimensionamento ed i fattori di struttura sono gli stessi adottati per le strutture in
acciaio.
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
7.5 Criteri di progetto e dettagli per strutture dissipative
¾ Per evitare una risposta globale instabile della struttura è necessario dotare le zone
dissipative di adeguata resistenza e duttilità.
¾ Il calcolo delle resistenze va effettuato seguendo le indicazioni dei Decreti Ministeriali
vigenti (D.M. 96) e della CNR10016-98.
¾ Il grado di duttilità richiesto si consegue facendo ricorso ad appositi ed efficaci dettagli
costruttivi.
¾ Il valore limite inferiore del momento resistente delle sezioni deve essere utilizzato nelle
sole verifiche di resistenza locale. Per l’applicazione del criterio della gerarchia delle
resistenze, con l’obbiettivo di evitare che si sviluppino meccanismi di collasso non adatti, va
utilizzato il limite superiore.

7.5.4 Collegamenti composti in zone dissipative


¾ Viene ammessa la plasticizzazione della sola componente di acciaio e delle barre
d’armatura a momento negativo purché si rispettino i limiti di altezza dell’asse neutro ed i
dettagli riguardanti le armature aggiuntive nelle zone di nodo (barre di rinforzo sismiche).
¾ Nei pannelli composti è possibile affidare una quota parte della resistenza alla
componente di calcestruzzo purché il rapporto di forma del pannello hb/bp sia compreso tra
0,6 ed 1,4 ed il taglio sollecitante sia minore dell’80% di quello resistente. Il contributo
fornito dall’acciaio deve essere calcolato con riferimento ai metodi usuali per le costruzioni
in acciaio. Per la parte di calcestruzzo si utilizza la formulazione riportata di seguito.
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
bc
t

bb
Vwp,Rd = Vwp,s,Rd + Vwp,c,Rd

hb

 f 
b p = hc Vwp,c,Rd = ν  0.85 ck  ⋅ Ac senϑ
 γc 
B
essendo
Ac = 0.8 ( hc − 2tfc ) cosθ ⋅ ( bc − twc )

A ϑ = arctan(hc − 2tfc ) / z
C

 N 
B ν = 0.55 1 + 2 sd  ≤ 1.1
 N pl ,Rd 

A
D
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
Calcolo avanzato della resistenza a taglio di un nodo trave-colonna
In realtà, la resistenza globale a taglio di un nodo trave-colonna è data dalla somma
di più contributi:
¾ Meccanismi presenti nella zona interna del nodo:
• Meccanismo resistente del pannello in acciaio e del
puntone compresso in calcestruzzo;
• Meccanismo resistente di compressione frontale del
calcestruzzo sulla flangia della colonna in acciaio.

¾ Meccanismi presenti nella zona esterna del nodo:


• Meccanismo resistente tipo Strut&Tie equivalente a
quello di membrature a taglio in calcestruzzo armato;
• Meccanismo resistente di aderenza delle barre
longitudinali nella colonna.

¾ Meccanismo di trasferimento delle azioni tra zona


interna ed esterna
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
Calcolo avanzato della resistenza a taglio di un nodo trave-colonna

Meccanismi resistenti a taglio nella Meccanismi resistenti a taglio nella


zona interna del nodo zona esterna del nodo
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
Armatura nella soletta in travi composte in prossimità delle zone nodali
Momento positivo

Per garantire una resistenza pari


ad FRD1 va prevista una armatura
FRD1 = bc d eff  0,85 
f ck
bc  γ c  aggiuntiva trasversale AT di
confinamento disposta su una
f ck
0,15l − bc γc lunghezza pari a beff con la
hc AT ≥ 0,21bc d eff prima barra non più distante di
0,15l f sk
γs 30 mm dalla colonna.

AT
mechanism 2
1/2 FRd2
θ = 45°
bc + 4hc+ 2lb Il valore 0,7 presente in
FRD 2 = 0,7 hc d eff  0,85 ck 
f
 γc  FRD2 è pari al valore
FRd2 υ
bc f ck
approssimato 2 di
FRD 2 γc dove ν fcd rappresenta il
.
AT ≥ = 0,3hc d eff valore della resistenza per
f sk f sk
γs γs i puntoni di calcestruzzo.
1/2 FRd2
FRD1 + FRD 2 = (0,7 hc + bc )d eff  0,85 
f ck
hc hc  γ c 
EDIFICI IN STRUTTURA COMPOSTA
ACCIAIO-CALCESTRUZZO
Armatura nella soletta in travi composte in prossimità delle zone nodali
Momento negativo
A momento negativo si considerano agenti le barre presenti nella soletta se adeguatamente ancorate.
Per un nodo esterno è possibile considerare le armature comprese nella larghezza efficace solo se
adeguatamente collegate ai connettori attraverso l’utilizzo di uncini. Lo sbordo della soletta, se
presente, può presentare una armatura aggiuntiva AT collaborante.

AS/2
AT AS/2
1/2 FRd3

beff
FRd3 beff

1/2 FRd3
AS/2
AS/2

FRD 3
AS ≤
FRD 3 = n ⋅ PRD  f sk 
 γ 
 s

dove PRd è la resistenza del connettore ed n è il numero di connettori presenti nella larghezza efficace
Università degli Studi di Trento Università degli Studi di Pisa
DIPARTIMENTO DI DIPARTIMENTO DI
INGEGNERIA MECCANICA E STRUTTURALE INGEGNERIA STRUTTURALE
Via Mesiano, 77- 38050 Trento Via Diotisalvi, 2 – I 56126 PISA

______________________________________
Steel-concrete composite 3D frame
Design according to Eurocodes

ECSC project 7210-PR-250


Applicability of composite structures to sway frames

ECOLEADER project
Cyclic and PsD testing of a 3D steel-concrete composite frame

Drafters:
Prof. Stefano Caramelli, dott. Walter Salvatore University of Pisa
Prof. Oreste S. Bursi University of Trento

PhD students:
Ing. Aurelio Braconi University of Pisa
Ing. Fabio Ferrario University of Trento
PROGETTO, VERIFICA, ANALISI NUMERICA E VERIFICA
SPERIMENTALE DI UNA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE
COMPOSTA ACCIAIO-CALCESTRUZZO

PROGETTO, VERIFICHE E ANALISI NUMERICHE ESEGUITE NELL’AMBITO DI DUE


PROGETTI FINANZIATI DALL’UNIONE EUROPEA:

Ecoleader HPR-CT-1999-00059 ECSC 7210-PR-250


Università di Trento Università di Pisa
Imperial College di Londra Lehrstuhl für Stahlbau – Aachen
Trinity College di Londra Ruhr Universität – Bochum
Università di Liegi Labein – Bilbao
Università di Napoli Profil Arbed
Università di Wales Swansea CTICM - France
DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA
Telaio principale
400 400
5000 7000

IPE 300 IPE 300


3500

HEB 260

HEB 280

HEB 260
Soletta : - spessore:15cm
- lamiera grecata tipo Brollo EGB210

7000
IPE 300 IPE 300
3500

HEB 260

HEB 280

HEB 260
Colonne composte esterne: profili HEB 260
Colonne composte interne: profili HEB 280
Travi principali composte : profili IPE300
Travi secondarie: profili IPE 240
Soletta composta con lamiera grecata Brollo EGB 210
DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA
25 150 25

15,4
Saldature a

80
completa penetrazione

300

170
420
Bulloni M24

120
104,7

50
= 420x200x15 50 100 50
200
MATERIALI UTILIZZATI
Materiali di progetto
Acciaio Strutturale (Classe S235JO) Bulloni (Classe 10.9 ; M24 M16)
fyk,nom 235 MPa fyk,nom 900 MPa
fuk,nom 1000 MPa
Calcestruzzo (Classe C25/30)
Metallo d’apporto per le saldature (**)
fck,nom 25 MPa
fyk,nom = 420 MPa
Barre d’armatura (Classe B450-C) – EN10080
KV (-20°C) = 70 J
fyk,nom 450 MPa KV (-40°C) = 50 J
fu/fy = 1,15 ; = 1,35 **
( ) Sono state utilizzate saldature a completa
εsu,k = 7,5 % penetrazione messe in opera con procedimento tipo MAG.

Acciaio Lamiera Grecata (Fe E 250 G) Acciaio tirafondi (Fe510)


fyk,nom 250 MPa fyk,nom 355 MPa

MATERIALI ATTUALI
HEB260 End Plate
Web Flange
fy [MPa] 406 341 383
fu [MPa] 480 448,5 542,5
εu [%] 31,8 35,7 31,55

Calcestruzzo C25/30 Barre d’armatura B450C


fck [MPa] 29,63 fu [Mpa] 608,540
f0,2k [MPa] 537,208
PROGETTAZIONE DELLA STRUTTURA
Design concept Behaviour factor q Required ductility class
Concept b)
1 ≤ q ≤ 1,5 L for Low
Low dissipative structure
Concept a)
1,5-2 < q < 4 M for Medium
Dissipative structure
Concept a)
q≥4 H for High
Dissipative structure

Dissipative Structure: Ductiliyty Class H.


αu/α1 = 1,2
αu = moltiplicatore dei carichi laterali a collasso.
α1 = moltiplicatore dei carichi laterali a prima plasticizzazione.
Fattore di comportamento q = 5 αu/α1= 6.
Carichi statici : - sovraccarico permanente 1,50 kN/m2
- sovraccarico accidentale (Cat.C) 5 kN/m2
- azione del vento 0,65 kN/m2
Carico sismico : - spettro di risposta Type 1
- suolo di Classe A
- accelerazione ag pari a 0,40 g
ANALISI NUMERICHE E PROVE SPERIMENTALI

OBIETTIVI DELLA ANALISI NUMERICHE


¾ Verifica della capacità di un modello numerico elaborato con l’ausilio del
programma di analisi non lineare IDARC-2D di cogliere i risultati
sperimentali;
¾ Analisi del grado di affidabilità delle procedure di calcolo di tipo statico
equivalente;
¾ Calcolo dei fattori di comportamento q, di sovraresistenza Ω e del
coefficiente di sovradimensionamento γd.

OBIETTIVI DELLA PROVE SPERIMENTALI


¾ Analisi del comportamento della struttura in esame sottoposta ad azioni
cicliche e dinamiche;
¾ Analisi del comportamento dei giunti composti trave-colonna sottoposti a
carichi ciclici.
ANALISI NUMERICHE
Telaio principale
242 mm 6748 mm 262 mm 4748 mm 242 mm
+6.85 m
402 mm

402

3098 mm

242÷262
+3.35 m
402 mm
Modello del giunto trave-colonna
2760 mm • risultati delle prove sulle
sottostrutture.
290 mm 0.00 m

290 mm
Modello delle travi
Le1/8 Le1/8 Le2/8 Le2/8

beff1
Modello del giunto di base
beff1

• elemento rigido per simulare la


Le1 Le2
presenza degli irrigidimenti alla
beff1 [mm] beff Joint [mm]
base
+ - 4 + - 4
M M Jeq [mm ] M M Jeq [mm ]
0.05 l 0.0375 l --- ---
• molla rotazionale con
l = 7m 700 525 185270923 Int 0 0 131285714 comportamento isteretico.
l = 5m 500 375 181328350 Ext 0 375 148809524
ANALISI NUMERICHE
Analisi statiche non-lineari equivalenti
Procedura semplificata che mira a sostituire l’analisi dinamica non-lineare.
Cerca di stimare lo stato più gravoso nel quale la struttura in esame può trovarsi durante l’evento sismico.

Si compone principalmente di due fasi: 1. Analisi del comportamento strutturale sotto una certa
distribuzione di carichi statichi (analisi di pushover).
2. Stima delle condizioni corrispondenti ad una certa
intensità della azione sismica definita dall’accelerazione
di picco (stima del Performance Point).

Analisi di pushover Stima del Performance Point

Metodi di calcolo sviluppati: 1. Metodo dello spettro di capacità (Capacity Spectrum


Method-CSM) Freeman et al (1975) – Fajfar (1999) e
metodi semplificati FEMA356 ed EC8 (2002)
2. Analisi di pushover di tipo modale (Modal Pushover
Analysis) Chopra e Goel (2002)
ANALISI NUMERICHE
Risultati delle analisi statiche non-lineari equivalenti
W = 564,64KN

1.40 1.80g 2.00g

1.40g
2,0 g
1,8 g
1,4 g
1.20

1.00

0.80

V/W
0.60
0,25 g

0.40 0.25g

0,10 g
0.10g
0.20

0.00
0.00 0.50 1.00 1.50 2.00 2.50 3.00 3.50 4.00 4.50 5.00
δ /H

p.g.a. OPCM 3274 – EC8 Analisi dinamica


Le procedure che utilizzano lo spettro di
Prop. 1° modo Uniforme IDA
capacità producono errori che superano il 25%
Spost. Taglio Spost. Taglio Spost. Taglio
0,10 g 16,22 108,98 15,69 115,75 23,41 164,16
0,25 g 40,57 265,38 39,24 283,45 43,7 253,8
1,40 g 227,19 638,04 219,76 717,1 179,88 720,22
1,80 g 292,1 649,34 282,6 734,03 227,84 759,6
2,00 g 324,6 654,98 313,94 739,68 240,08 768,22
PROVE SPERIMENTALI
Struttura sottoposta a prova
Struttura sottoposta a prova presso il Laboratorio ELSA del JRC
in Ispra (VA)
PROVE SPERIMENTALI
Prove pseudodinamiche (PsD Test)
• Metodo quasi-statico ibrido numerico-sperimentale

Muro di
contrasto Trasduttori
Attuatori Struttura

Risposta R(d) d(t)

Sistem a di
controllo e calcolo
Accelerogram m a

Md&& + R(d ) = −MIag (t )

Creazione e scelta di un accelerogramma Elaborazione di un modello agli elementi finiti


PROVE SPERIMENTALI
Scelta delle accelerazioni di picco
Utilizzo del metodo delle prestazioni
(Performance-Based Seismic Engineering)

SLE: struttura al limite del campo elastico

SLU: struttura non a collasso e rotazioni massime nei


giunti trave-colonna pari a 35 mrad (EC8)

SLC: struttura vicina al collasso

Prove
p.g.a. [g] Obbiettivi
pseudodinamiche
10 % Earthquake 0,10 Prova in campo
elastico
20 % “ 0,25 Stato Limite di
Esercizio
100 % “ 1,40 Stato Limite Ultimo

128 % “ 1,80 Stato Limite di


Collasso
PROVE SPERIMENTALI
Risultati della prova allo stato limite ultimo
+30.2 mrad +21.5 mrad +28.7 mrad +20.9 mrad
-9.8 mrad -23.2 mrad -16.6 mrad -18.3 mrad

II
+10.3 mrad -0.7 mrad +6.5 mrad +5.4 mrad
-5.9 mrad -6.6 mrad -0.0 mrad -9.9 mrad

+19.9 mrad +22.2 mrad +15.5 mrad


-3.9 mrad -16.6 mrad -8.4 mrad

+30.4 mrad +22.1 mrad +30.1 mrad +24.0 mrad


-8.4 mrad -22.1 mrad -14.9 mrad -19.1 mrad

I
+11.6 mrad -4.3 mrad +3.7 mrad +6.7 mrad
-3.9 mrad -4.3 mrad +2.9 mrad -19.0 mrad

+18.8 mrad +26.4 mrad +17.3 mrad


-4.5 mrad -17.8 mrad -0.1 mrad

A3 A2 A1

150.00
Spostamenti al secondo piano Taglio al secondo piano
1500.00
Sperimentale
Numerico Sperimentale
1250.00
Numerico
100.00
1000.00

750.00
50.00
500.00

250.00

Restoring Force [kN]


0.00
0.00 2.00 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00
δ [mm]

0.00
0.00 2.00 4.00 6.00 8.00 10.00 12.00 14.00 16.00
-50.00 -250.00

-500.00

-100.00 -750.00

-1000.00

-150.00 -1250.00

δmax exp = -195 mm


-1500.00
δmax num = -179 mm

-200.00
-1750.00
time [sec] time [sec]
VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE STRUTTURALE
Seguendo i concetti espressi a riguardo del Performance Based Seismic Design, è possibile effettuare
una valutazione della prestazione globale e locale della struttura, confrontando i valori ottenuti dal
modello numerico (Predicted Demand) e quelli ottenuti in seguito alla fase sperimentale sulla
struttura (Available Capacity).

Stato limite di danno


Allo stato limite di danno è necessario controllare che lo spostamento di interpiano (Interstorey Drift)
si mantenga entro certi limiti in modo che la deformazione strutturale non induca eccessivi danni agli
elementi non strutturali.
Questa condizione si potrà ritenere soddisfatta quando gli spostamenti d’interpiano ottenuti
dall’analisi dr sono inferiori ai limiti indicati nel seguito:
• per edifici con tamponamenti collegati rigidamente alla struttura che interferiscono con la
deformabilità della stessa: dr < 0.005 h;
• per edifici con tamponamenti collegati elasticamente alla struttura: dr < 0.0075 h.

Numerico Numerico Numerico Sperimentale


Pushover (Uniform) Pushover (1st modal) IDA (p.g.a. = 0.25g)

I Piano II Piano I Piano II Piano I Piano II Piano I Piano II Piano

0.94% 0.64% 0.84% 0.62% 0.76% 0.87% 0.71% 0.67%


VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE STRUTTURALE
Stato limite ultimo
Allo stato limite ultimo è necessario controllare che i collegamenti trave-colonna possano raggiungere
rotazioni superiori ai 35 mrad, in modo da garantire un adeguato comportamento duttile e una
sufficiente dissipazione dell’energia sismica.

Numerico Numerico Numerico Sperimentale


Pushover (Uniform) Pushover (1st modal) IDA (p.g.a. = 1.40g)

θjoint,l θjoint,r γsp θjoint,l θjoint,r γsp θjoint,l θjoint,r γsp θjoint,l θjoint,r γsp
[mrad] [mrad] [mrad] [mrad] [mrad] [mrad] [mrad] [mrad] [mrad] [mrad] [mrad] [mrad]

24.41 20.39 4.82 32.06 28.39 4.84 30.62 14.79 7.35 30.62 22.13 26.39

- - - - - - -4.24 -25.61 -6.79 -14.88 -22.06 -17.81


VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE STRUTTURALE
Stato limite ultimo
• La domanda ottenuta dal modello numerico è confrontata con la capacita disponibile in
modo da garantire determinati criteri di accettazione.
• Il rapporto λ tra capacità e domanda è valutato per il livello di prestazione scelto
(S.L.U.), cui corrisponde un livello di accelerazione pari a 1.4g. In dettaglio:
- la domanda in termini di rotazione è quella ottenuta dal modello numerico
precedentemente illustrato per un’accelerazione al suolo pari a 1.4g;
- la capacità rotazionale del giunto trave-colonna è quella massima registrata durante la
fase sperimentale e ottenuta per un’accelerazione al suolo pari a 1.8g.

D 30.62 p.g .a.=1.4g


λ= = = 0.702
C 43.60 p.g .a.=1.8g

N.B.: Nessun fattore riduttivo è stato applicato alla domanda ottenuta dal modello e alla
capacità ottenuta durante la fase sperimentale. Questo perché nessuna prescrizione è
contenuta sia nell’OPCM 3274 sia nell’EC8.
FACOLTÀ DI INGEGNERIA DI TRENTO

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