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Inoltre le attuali norme riferite ai laterizi fanno riferimento a metodi di calcolo teorici
assai complessi (UNI 10355). Comunque al di là delle ipotesi semplificate più o meno
ragionevoli che occorre adottare per svolgere concretamente questi calcoli, rimane
sempre alto il rischio nel trasportare un modello teorico di calcolo nel contesto reale.
Nel caso dei laterizi, infatti la stessa definizione dei dati in ingresso, quali la
conducibilità termica dell’impasto, è ricavata su provini speciali, per esigenze di prova,
che non corrispondono nella sostanza agli standard di produzione e quindi già questo
dato rappresenta il primo elemento di discordanza nella definizione finali dei risultati.
Una recente ricerca curata nel contesto del Dottorato di Ricerca di Sistemi e Processi
Edilizi presso il Dip. BEST del Politecnico di Milano, ha evidenziato la necessità di
trovare una soluzione tecnologica in funzione del contesto climatico. Le soluzioni
tecniche delle chiusure verticali saranno rapportate alla zonizzazione climatica, e
potranno essere calibrate rispetto ai parametri delle differenti realtà costruite,
attivando così una nuova prospettiva di scelte virtuose.
Il caso studio affrontato nel territorio della Riviera Ligure dell’imperiese (zona
climatica C, D.Lgs 311/06) ha evidenziato un maggiore soddisfacimento prestazionale
nell’usare delle chiusure murarie massive quale risposta ai parametri d’efficienza
energetica espressamente richiesti dalla normativa cogente; rispetto alle soluzioni
tecnologiche tradizionali quali sono le murature in laterizio doppio e monostrato con
isolante (Cuomo, 2009).[1] Infatti prestazionalmente quest’ultime sono superiori nei
contesti in cui il clima invernale è più rigido, ovvero dove la presenza di un buon
isolamento termico risulta indispensabile a garantire la prestazione di efficienza
energetica, ma decisamente meno performanti nelle zone temperate. Pertanto le
soluzioni tecniche di involucro edilizio in funzione alle specificità della capacità di
massa termica rapportate alla zonizzazione climatica aprano una nuova prospettiva di
scelte mirate a favorire le tipologie edilizie che caratterizzeranno le rispettive realtà
territoriali.[2] Interessante evidenziare che oggi la normativa cogente sia a livello
nazionale e sia nell’ambito del caso studio della regione Liguria non ha ancora definito
i requisiti minimi del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione estiva;
infatti all’art. 4, lett. f, del regolamento regionale 22 Gennaio 2009 n. 1, rimanda a
procedure ancora da definire.
http://www.ae-review.it/dossier_2063009.html 08/12/2010
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- di rispettare le geometrie e gli spessori delle pareti con cui sono state ricavate le
prestazione termiche;
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Sezione Bibliografia
[1] Cuomo, M., (2009), Un modello innovativo di fascicolo del fabbricato, uno
strumento di supporto al controllo e alla gestione dell’intervento edilizio attraverso
procedure di reingegnerizzazione, Tesi di Dottorato PhD Sistemi e Processi Edilizi,
Politecnico di Milano Dip. BEST, Edito da Tesionline www.tesoonline.it, Milano.pagg.
101-114;
[3] Galliani, G. V. e Franco, G., (2001), Una tecnologia per l’architettura costruita,
forme, strutture e materiali nell’edilizia genovese e ligure, Ed. Alinea, Firenze;
[4] Zappa, A., (2008), “Elementi in cls cellulare autoclavato, White Block”, in
Costruire, n. 303, pagg. 78-81.
[6] Pardi, G., (2008), Architettura energetica, ricerche e proposte per una visione
energetica dell’ambiente costruito, Gangemi Editore, Roma.
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