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La crescita urbana sta interessando, oltre alle città e le metropoli consolidate, le aree
rurali e i territori poco urbanizzati, situati in posizione periferica rispetto ai grandi centri
urbani, nell’immediato intorno di aree in forte ascesa economica e di collegamento
internazionale, in quelli che possono essere definiti “luoghi di importanza strategica”.
Nelle aree rurali, le vere periferie del paese, si vedono sorgere, ex novo o come
potenziamento di centri urbani esistenti, nuove città di dimensioni notevoli, destinate
mediamente a una popolazione di 500.000 persone, vere e proprie città di fondazione
pianificate per rispondere alle richieste abitative, previste in relazione al crescente
sviluppo del paese.
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Dongtang sarà sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello
economico, sociale e culturale. Il progetto parte dagli importanti risultati derivati
dall’esperienza di BedZed, primo quartiere a emissioni zero realizzato da ARUP nel 2000
in un’area dismessa a sud di Londra, e rappresenterà il banco di prova per la
sperimentazione di un nuovo approccio al progetto urbano sostenibile su grande scala,
necessario per la realizzazione del programma di sviluppo del governo inglese che
prevede la costruzione entro il 2016 di Northstowe, “esemplare soluzione sostenibile”
per un’eco-città di 10.000 abitazioni, a cinque miglia da Cambridge.
La metodologia sviluppata da Arup prevede lo studio di differenti aspetti del progetto,
determinati attraverso analisi incrociate sui dati strettamente scientifici, legati alle
valutazioni economiche, tecnologiche ed energetiche, e gli aspetti antropologici e sociali,
meno quantificabili ma necessari per il raggiungimento della qualità e per la validità
culturale del progetto di una nuova comunità. Al progetto ha lavorato un gruppo di 100
persone formato da architetti, ingegneri, sociologi, e altre figure professionali,
coordinate dall’architetto cileno Alejandro Gutiérrez.
Gli obiettivi dell’“urbanistica integrata” proposta da Arup riguardano: la salute umana ed
ambientale, la vitalità economica e la prosperità individuale, l’energia, l’Housing, la
nutrizione e le connessioni tra urbano e rurale, la mobilità e l’accessibilità, l’educazione
e la cultura, la governance e Engagement civica, l’acqua, i materiali e i rifiuti, l’impronta
ecologica. Per questo è stato messo a punto un modello di gestione integrato delle
risorse denominato IRM (Integrated Resource Management) in grado di valutare diversi
parametri e riguardanti: le emissioni dell’aria, il consumo dell’acqua, il consumo di
energia, la creazione dei rifiuti, l’uso del territorio, la creazione di lavoro, la vitalità
finanziaria ed economica.
E’ stato inoltre definito un processo di valutazione per la sostenibilità denominato SPeAR
(Sustainable Project Appraisal Routine) per l’analisi e la valutazione delle strategie di
sostenibilità durante le diverse fasi del progetto.
A partire da queste analisi sono stati redatti diversi elaborati tra cui: il piano di sviluppo
generale dell’area, lo studio di fattibilità economica e del mercato immobiliare, l’analisi
delle tecnologie e delle fonti energetiche utilizzabili, lo studio d’impatto ambientale, la
valutazione delle principali strategie socio-economiche e l’elaborazione delle linee guida
per il disegno sostenibile, sia alla scala urbana che dei singoli oggetti edilizi.
In particolare il disegno dell’impianto urbano della città nasce dalla fusione tra i principi
della tradizione insediativa cinese e le forme abitative della vita moderna: la trama dei
canali dell’acqua preesistenti ha rappresentato l’elemento ordinatore del piano. Degli 80
mila ettari di terreno soltanto un terzo verrà edificato, permettendo di organizzare nella
superficie restante un importante sistema ambientale, costituito da spazi verdi e orti
agricoli che renderanno la città in gran parte autosufficiente per la produzione di frutta
e verdura. Il progetto del verde rappresenta inoltre un’importante strategia per il
miglioramento del microclima urbano che, attraverso il controllo dei venti freddi
invernali e delle fresche brezze estive, permetterà di ridurre l’utilizzo di energia per il
riscaldamento e il raffreddamento artificiale.
Tutta la domanda di energia della città (residenziale, industriale, commerciale e di
trasporto pubblico) sarà interamente fornita da fonti rinnovabili di cui: il 60% da
biomasse, il 30% da piccole centrali eoliche situate nella periferia, il 18% da pannelli
fotovoltaici e il restante 2% dalla decomposizione dei rifiuti municipali. In questo modo,
delle 750 mila tonnellate di carbonio prodotte da una cittadina convenzionale di 50.000
abitanti, se ne potranno risparmiare 400 mila attraverso l'utilizzo di energie alternative
e 350 mila sfruttando le tecnologie pulite per i trasporti. E’ prevista inoltre la creazione
di una centrale elettrica alimentata dagli scarti del riso per il rifornimento dei quali
verranno incentivati economicamente i contadini della zona.
E’ stato organizzato un sistema dei trasporti di tipo misto: sono stati previsti sistemi di
collegamento di tram elettrici per ogni quartiere, mentre saranno favoriti gli
spostamenti in bicicletta o a piedi. Le uniche macchine che potranno circolare all’interno
della città saranno quelle alimentate ad energia solare o a idrogeno.
Per la grandiosità dei suoi obiettivi Dongtang rappresenta una nuova utopia urbana, che
tuttavia appare sensibilmente differente dalle città disegnate del Novecento come
Brasilia o Chandighar. Il suo progetto non parte da una tabula rasa ma dalla lettura
attenta del luogo, visto come risorsa fondamentale da cui trarre il significato e il senso
delle nuove trasformazioni del territorio. Una città sostenibile che intende divenire un
esempio e proporre un modello di città, non tanto per il suo disegno, unico e irripetibile
in altri luoghi, ma per la metodologia che l’ha generata, uno strumento di analisi e di
lettura veramente sostenibile.
1) I dati indicano che il numero delle città dal 1980 è salito da 223 a 668, in Paulussen
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di Giada Mete
Accade spesso che non si riesce a pensare in termini sostenibili quando ci si confronta
con bellissimi e importanti progetti che hanno sviluppato tali caratteristiche, mentre
saltano all’occhio le quattro mura del nostro piccolo appartamento condominiale.
Ma se non possiamo permetterci una casa nuova, dotata di ogni tipo di confort
ecologico e tecno-ecologico, cosa facciamo stiamo a guardare persi dietro una forma
di procrastinazione sognante?
Questo tipo di pensiero è fortemente deleterio, perché è come dire che se le cose non
funzionano è inutile pensare a qualsiasi forma di cambiamento. Ma la verità è che ogni
possibile cambiamento nasce e si sviluppa dalle piccole azioni, e parlando di approccio
sostenibile in campo architettonico, bisogna partire dalla base di questa ricerca:
l’uomo! Bisogna immaginare il nostro operare come una serie di cerchi concentrici,
ognuno corrispondente ad un’azione: la raccolta differenziata, i consumi controllati, la
scelta di materiali, ecc. al centro di tutto questo operare troviamo il fare del singolo, al
fine di acquisire uno stile di Vita Sostenibile che andrà ad influire a livelli sempre più
ampi! L’approccio ecologico è legato a tanti aspetti del vivere quotidiano e riuscire a
comprendere questa chiave di lettura ci permetterà di soddisfare le nostre esigenze in
modo nuovo, comunicando all’esterno una nostra scelta, con il fine di migliorare il
nostro piccolo angolo di mondo. E’ vero che i professionisti del settore hanno un ruolo
fondamentale, ma se l’utente finale, l’individuo, non crede in questa possibilità,
qualcosa funzionerà sempre male, come un ingranaggio che funziona ma non è
perfetto. E’ arrivato il momento di lanciare un messaggio forte, perché se vogliamo
vivere nel “benessere” dobbiamo scegliere di farlo! Il concetto di casa/appartamento,
diventa un ottimo punto di partenza e arrivo, la casa (ma anche i luoghi nei quali
agiamo ogni giorno) è come un abito nel quale dobbiamo sentirci a nostro agio, su di
essa possiamo intervenire trasformandola in un’Abitazione Sostenibile, perché basta
partire dal presupposto che i concetti di Architettura sostenibile, di Bioarchitettura, di
Ecocompatibilità, hanno alla base il soddisfacimento dei bisogni dell’individuo (sia fisici
che psicologici). Quale migliore sfida riuscire a portare in un piccolo appartamento
questo concetto primario? Non è vero che un appartamento non può soddisfare i
bisogni dei suoi abitanti (è un pensiero ricorrente, quando le abitazioni sono piccole, e
questo è la prima manifestazione dell’influenza che il nostro ambiente ha su di noi, un
condizionamento inconscio!), sicuramente non lo potrà fare fermandosi alla semplice
composizione formale o ai minimi standard geometrici e/o tecnologici, ma la
valorizzazione psicologica di un appartamento influirà sul benessere dei suoi abitanti …
Questo è un modo di fare Architettura Sostenibile!
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un disagio profondo, alle volte non consapevole, e questo porta gli individui
(fortunatamente!) verso la manifestazione della loro diversità e l’affermazione di qualità
individuali. Riuscire a leggere attraverso queste richieste significa progettare e
realizzare Abitazioni su misura, dove ogni singola parte contribuisce ad una visione
organica, che dia dei risultati ben calibrati e la possibilità di interagire con gli spazi
ottenuti.
L’abitazione Sostenibile è il frutto di uno stile di vita, che mette nelle mani di noi
progettisti il benessere fisico, ma soprattutto psicologico dell’individuo fruitore,
evidenziando i tratti di quella che definiamo Ecologia Psicologica, un approccio che
richiede profonda responsabilità, perché indicare la tonalità cromatica su una parete,
non è semplicemente una scelta di gusto o artistica, ma può avere profonde
ripercussioni sull’animo umano…
(…) poiché vi sono già tanti problemi nell’ambiente che ci circonda che, almeno
all’interno della casa dove si vive, bisognerebbe poter esprimere, risuonare, riequilibrare
le proprie energie. L’abitazione dovrebbe essere costruita in un modo tale da poterla
‘sentire’, affinché in ognuno si sprigioni la voglia di tornare a casa (…) (tratto da: La
casa bioarmonica, Xenia edizioni).
Energia
di Marco Cuomo
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Il calcolare i consumi della casa risulta essere meno complesso rispetto a quello che si
può pensare. E’ necessario innalzare la capacità di tenuta termica dell’organismo edilizio
o porzioni di esso, attraverso semplici accorgimenti di implementazione prestazionale
dell’efficienza termica sull’involucro dell’edificio al fine di abbassare i valori di
trasmissione termica. Infatti controllare i sub-sistemi di chiusura verticale ed orizzontale
già in fase progettuale consente di ottimizzare il consumo energetico dell’abitazione.
Giusta la sottolineatura di G. Masera (…) l’aspetto più interessante è che questo livello
di risparmio si può ottenere con un uso più intenso di tecnologie semplici e già
disponibili sul mercato, in particolare migliorando le prestazioni dell’involucro degli
edifici (resistenza termica e tenuta d’aria) (...). Altra questione importante, è l’impiego
della così detta energia pulita che ha origini relativamente recenti e che introduce il
concetto di bioedilizia. Le prime applicazioni di successo si hanno a partire dagli anni
trenta negli Stati Uniti, dove l’ausilio dell’energia eliotermica per il riscaldamento degli
edifici riscontra un certo interesse stante buoni risultati suggeriti dalla ricerca, che mira
alla concezione della casa intelligente ossia in una casa nella quale l’impiego di una
aggiornata tecnologia permetta l’autosufficienza dell’organismo con l’ottimizzazione
delle prestazioni di efficienza energetica. In seguito l’interesse per un simile sviluppo
tecnologico riporta negli anni fasi alterne legate più ad un interesse commerciale che
scientifico; così alla soglia degli anni settanta, a causa della crisi energetica, si riscontra
una forte motivazione di natura economica alla ripresa dello studio dell’inserimento di
sistemi solari nell’edilizia non solo specialistica, ma abitativa. In Italia le prime
realizzazioni di edilizia solare integrata compaiono tra il ‘75 e il ‘80, grazie all’attività di
ricerca del C.E.R. (comitato edilizia residenziale) del Ministero dei Lavori Pubblici, il
quale promuove con sovvenzioni le prime sperimentazioni di edilizia solare ed al quale
farà poi seguito nel 1982 la legge 308, volta alla conservazione energetica e le fonti
rimovibili, a incoraggiare i costruttori all’impiego di materiali e di tecnologie capaci di
creare edifici autogeneratori e catalizzatori di energia solare. La scelta di una cultura
solare si pone quindi come portavoce dell’uso razionale dell’energia, del recupero
energetico, del controllo degli sprechi; il passo è breve nel capire che una soluzione in
tal senso ha vantaggi enormi per il rispetto dell’ambiente.
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Infatti la creazione di uno spazio da filtro tra esterno ed interno permette di sfruttare
con le condizioni invernali il moto convettivo dell’aria per distribuire calore all’interno, e
con le condizioni estive rappresenta lo schermo di protezione; infine l’apertura di
vetrate in alto ed in basso attiva la circolazione naturale dell'aria in modo da consentire
la diminuzione della temperatura;. similarmente si può utilizzare il manto di copertura
come superficie esposta per la funzione dell’intercettazione della massa calorica da
distribuire nella sottostante struttura, ma in questo caso è necessario un piccolo
sistema meccanico di ventilazione per far circolare forzatamente l’aria calda leggera
dall’alto verso il basso.
Il camino solare è senz’altro più articolato in quanto lo spazio che intercorre tra la
parete esterna ed un vetro con interposto un elemento metallico leggero e scuro il cui
funzionamento è di assorbire e di convertire l’irraggiamento solare d’energia termica, si
presta ad essere il luogo di conduzione dell’aria di circolo riscaldata nel vacuo che
innesca un circuito convettivo naturale capace di raggiungere tutte le parti dell’edificio
meno esposte al sole attraverso un semplice sistema di attraversamento dei solai. Lo
spostamento d’aria permette di diffondere calore nei mesi invernali; al contrario nel
periodo estivo il favorire i movimenti di ventilazione naturale d’entrata ed uscita sottrae
calore alla massa dell’edificio. Un sistema passivo analogo al precedente è il muro di
Trombe che sfrutta le pareti perimetrali come elemento d'accumulo energetico; il
trasferimento dell'energia radiante acquisita dalla massa accumulatrice ambientale e
non dalla sola azione solare diretta può essere quasi istantaneo oppure venire ritardato
fino a dodici ore a seconda dello spessore e della latenza del materiale usato per
l'accumulo; anche con questo sistema è possibile sfruttare il moto convettivo per
immettere aria calda direttamente all'interno dell’edificio attraverso il posizionamento di
bocchette di sfogo sull’area superiore della parete. Un ruolo decisamente più complesso
è il sistema attivo. Infatti il sistema bistabile, anche se adeguatamente plasmato alle
esigenze dell'organismo edilizio, non è in grado frequentemente di soddisfare
pienamente il benessere climatico attraverso l’apporto calorico e refrigerante.
solo sporadicamente utilizzato. In questo senso sarà compito e dovere dei progettisti
impegnarsi maggiormente perchè la seguente soluzione tecnologica non sia preclusa
come metodo di produzione di energia pulita. Hanno invece maggiore riscontro
commerciale i collettori solari piani, nei quali l'assorbimento per irraggiamento della
lastra piana isolata sul lato posteriore si scalda fino alla temperatura di equilibrio,
poiché l'energia in arrivo e l'energia dispersa si equivalgono così da comportare la
riduzione della superficie disperdente del corpo: in questo modo si ha la condizione
ottimale per raggiungere la temperatura di equilibrio in un tempo ampiamente ridotto e
meno dispendioso; un ulteriore aumento della temperatura di equilibrio della lastra si
attiene anteponendo uno schermo filtrante all'irraggiamento diretto ed essa peraltro
risulta opaca all'irraggiamento infrarosso di ritorno; inoltre racchiudere l'elemento
ricevente in un apposito telaio di contenimento elimina maggiormente le eventuali
perdite verso l'ambiente circostante; a questo punto, per prelevare l'energia termica
incamerata si deve fare ricorso ad un apposito circuito distributivo articolato in un
condotto di trasporto, ramificato nei vari locali (la preferenza del fluido indicherà la
tipologia dell'impianto: ad aria o ad acqua).
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Tecnologia
di Roberto Burlando
La torre della Lanterna guardiano e guida del porto che custodisce le navi, si trasforma
nella torre ideale della biblioteca di Alessandria, che contiene e conserva migliaia di libri
e che con sistemi multimediali e interoperabili consente la consultabilità e la diffusione
del sapere. Semanticamente la luce della conoscenza traccia la ristrutturazione della
biblioteca della Camera di Commercio di Genova. Operativamente gli interventi non
invasivi adottati hanno limitato al massimo azioni costruttive pesanti negli ambienti del
palazzo storico a firma dell’arch. Castello; limitandosi a operare solo in quelle parti già
da tempo alterate da strutture moderniste quali il solaio in conglomerato cementizio e
acciaio. Dunque, adottare tecnologie non invasive ha rappresentato per il team di
progettazione (1) il filo conduttore delle soluzioni costruttive sia per la conservazione
dei libri sia per le scelte dei sistemi bistabili; eliminando l’esecuzione di opere edili nelle
parti murarie storiche dell’edificio.
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