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EDITORIALE
di Attilio Borda Bossana
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IL PARCO DON BLASCO A SAN RAINERI
di Elena La Spada
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LETTERE AI MESSINESI DI
GARIBALDI E DI MAZZINI
TESTIMONIANZE DEL RISORGIMENTO
A MESSINA
di Giulio Santoro
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LE SCALINATE DELLARTE
CIRCUITO INCUBATORE DI ARTE
CONTEMPORANEA
di Daniela De Domenico
stampa
Grafo Editor s.r.l.
EDIZIONI
Via Croce Rossa, 14/16
www.grafoeditor.it
info@grafoeditor.it
realizzazione
Comune di Messina
e-mail Ufficio Stampa
stampa@cittadimessina.it
e-mail Citt e Territorio
cit_ter@solnet.it
CITT&TERRITORIO
Architettura della
modernit e sostanza
di cose sperate
di Attilio BORDA BOSSANA
n un momento di crisi globale in cui alleconomia sembra essere affidata la funzione dinnesco della recessione che, come epidemia, sta diffondendosi, tra paesi
dallo sviluppo apparentemente conquistato e tra quelli
che ne sono ancora in cerca, fa riflettere la riunione tenutasi alla fine di febbraio di questanno, al n 10 di Dowing
Street. Fa pensare che nella residenza londinese del Primo
ministro inglese, si sia svolto un confronto sul tema delle
strategie urbane e non sia stato lo spread al centro dellattenzione. La consapevolezza per il tema adottato
viene dalla scelta che da unelaborazione strategica del
territorio, pu venire sviluppo; uno sviluppo urbano condiviso e stimolato dai sui cittadini e che pi recentemente, linserto culturale del Sole 24 ore, titolando un proprio
approfondimento al riguardo, ha reso sapientemente pi
intuitivo, con lespressione: ascolta il tuo cuore, citt.
Una progettualit che quindi deve essere interprete
delle esigenze degli abitanti e che trova eco nella scelta
del direttore della tredicesima Biennale, ancora un inglese (sic!), David Chipperfield, che ha lanciato una mostra
internazionale in cui larchitettura ripensa a se stessa e
al proprio ruolo.
Niente pi progettualit con enfasi ma concretezza,
dando spazio alla citt. Ed quando poi lultimo rapporto sulla situazione sociale dellItalia, elaborato dal Censis, ha messo in luce in maniera generale indicando poi
nel dettaglio, le difficolt che sincontrano nel disegno
urbano e nella crisi dello spazio pubblico. Il Censis alla
fine del 2011 suggerisce che dalla retorica si passi ai fatti:
trasformando le citt esistenti. La quota di edifici con pi
di quaranta anni, soglia temporale oltre la quale si rendono indispensabili interventi di manutenzione consistenti,
sta crescendo progressivamente.
Oggi il 55 per cento delle famiglie occupa un alloggio
realizzato prima del 1971 e poco meno del 4 per cento,
risiede in unabitazione costruita nel periodo della ricostruzione e del primo boom edilizio (1946-1971). un
patrimonio (circa dieci milioni di alloggi) che non rispetta
le qualit tecnologiche oggi richieste a un immobile (fino
alla met degli anni 70 in Italia non stata varata nessuna norma sul risparmio energetico) e che, in ragione
della sua avanzata obsolescenza, rischia di perdere parte
del suo valore. La crisi dello spazio pubblico accentua il
malessere urbano che trova ragione nel senso dinsicurezza e nella difficile gestione del quotidiano. E si contrappone un nuovo interesse per gli spazi collettivi, con
la piazza che forse pretenderebbe di tornare alla proget-
tualit della ville radieuse-sviluppata nel capolavoro teorico la citt di domani, dove sar ristabilito il rapporto
uomo-natura!, che venne pubblicato nel 1935 da Le Corbousier.
Con loriginalit dello spazio aperto, senza aiuole, recinti o muretti da falsa felicit protetta, quello pubblico ritrova le sue radici recuperando alcuni aspetti della tradizionale vita comunitaria, evitando che la patologia incurabile della mobilit urbana, comprometta la sostenibilit delle
citt italiane, quelle grandi ma in parte anche quelle medie,
cos gravemente malate di traffico.
Probabilmente per vincere la crisi economica e superare il malessere citt, la strategia ipotizzata da alcuni di
realizzare nuove infrastrutture per non abbassare la qualit della vita forse convincente ed anche avvalorata
dalla recente indagine del Censis sullItalia al 2020, da
cui emerge una diffusa consapevolezza delle conseguenze
che la mancanza di reti, come nei trasporti, potr provocare in futuro.
indispensabile quindi riavviare un ciclo di modernizzazione del territorio con infrastrutture e servizi. Occorre
modificare le procedure progettuali, com emerso del
resto dalla ricerca Tornare a desiderare le infrastrutture.
Trasformazione del territorio e consenso sociale, realizzata dal Censis nellambito delliniziativa annuale Un giorno per Martinoli. Guardando al futuro. Indicazione che
secondo gli analisti servirebbe a eliminare incertezze e
conflitti; sviluppando una democrazia di prossimit, capace di coinvolgere le comunit interessate fin dalle prime
fasi progettuali. In affiancamento al progetto preliminare
dellopera, la scelta indicata consultare il territorio in
modo da arrivare a un progetto definitivo di cui i cittadini
siano informati e che accolga il pi possibile le esigenze
legittime degli interessati. Con il progetto esecutivo poi
chiusa la fase di coinvolgimento attivo e, attraverso un
Comitato di pilotaggio rappresentativo, il territorio potr
ricevere le informazioni e seguire lo stato di avanzamento
dei lavori. Solo con trasparenza, seriet e primato degli
interessi volti al bene collettivo, lItalia detto nel rapporto- potr sbloccarsi e tornare a creare lavoro, benessere e qualit della vita. Questa la ricetta!
Forse la pi praticabile per rendere anche pi condivisibile la pianificazione urbana reinterpretando cos le parole del critico del razionalismo Edoardo Persico che sempre nel 1935- sei anni dopo la crisi del 29, identificava
larchitettura della modernit come sostanza di cose sperate.
di Elena LA SPADA
l Parco Don Blasco nella
penisola San Raineri,
occupa larea cerniera tra
la citt e la lingua di terra
che delimita il porto, per
decenni sede del campo Rom,
recentemente trasferito in altra
zona.
Il progetto comprende, per
una completa riqualificazione
e fruizione di questa porzione
di territorio sul mare, larea
esterna al perimetro del vecchio campo Rom che si pro-
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Render del parco in rapporto al
contesto. In evidenza il percorso delle mura con le palme, il
belvedere, il punto ristoro, larea giochi, la scarpata e i due
accessi alla spiaggia.
pi complesso programma di
riqualificazione e recupero della
Falce, oggi larea costituisce il
primo momento di affaccio sullo
Stretto per chi proviene dalla-
monumentale notevole interesse per la sua localizzazione, nellarea falcata, e in rapporto, nella direzione nord, con
quanto rimane delle mura cinquecentesche della citt (il tratto che chiudeva sul mare il
piano di Terranova e lantica
Piazza dArmi), delle quali sono
visibili lato mare i resti limitrofi allarea di servizio, occupate allinterno da capannoni industriali, e verso sud la parte emer-
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Il parco, il parcheggio,
la scarpata e larenile.
Nella pagina di sinistra,
larea occupata dallampliamento del distributore.
quartiere di Terranova, che
assume sempre pi carattere
militare (Piazza dArmi) documentato nella iconografia della
citt dalla continua demolizione degli edifici, fino ai crolli
determinati dal terremoto del
1783 e allulteriore sgombero
ordinato durante e dopo i moti
del 1848(1). Nelle mappe di inizio 800 infatti, larea appare
quasi priva di edifici, sono presenti tracciati viari di collegamento con larea centrale urbana, le mura e il bastione Don
Blasco integri. Il rilievo IGM del
1909 registra il crollo del tratto delle mura tra il bastione don
Blasco, anchesso parzialmente crollato, e la porzione
terminale delle mura verso la
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NOTE
(1) Sulle trasformazioni nel periodo unitario vedi Annunziata Maria
Oteri, Messina litalianissima. Il
volto della citt post-risorgimentale ( 1847-1880) in Storia Urbana 132-133 in corso di stampa.
(2) La parte che si affaccia sul
mare si presenta instabile per erosione marina che scava il fronte
antistante larenile; la parte prospiciente la strada San Raineri,
nella direzione sud, degrada verso
larenile e il forte Don Blasco, con
una pendenza media del 5-6%, in
direzione opposta a quella della
strada che si sviluppa in pendenza dalla quota 11,90 (alla fine del
cavalcavia) alla quota di 6,00 metri
nel punto di accesso al parco e di
4,60 in corrispondenza del distributore.
(3) Cfr. Annunziata Maria Oteri,
cit.
(4) La scarpata ha pendenza massima del 35% e supera il dislivello tra arenile e giardino (circa cinque metri) in circa 15 metri. Ci
porta a ridefinire il perimetro del
parco lato mare che in alcune porzioni risulta interno al perimetro
dellex campo Rom per la necessit di mantenere la scarpata con
pendenza non superiore al 3035% e una fascia di arenile libera non inferiore a 8-10 metri.
(5) Assieme allintera penisola San
Raineri larea ricade nella competenza amministrativa dellAutorit Portuale di Messina ed normata dal Piano Regolatore del
Porto del 2007. Nella tavola B2
Zone Funzionali del PRP, lintera area a valle della via S. Raineri compresa tra la foce del Portalegni e le parti pi settentrionali
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Trecentesimo anniversario
della lacrimazione del
Bambinello Ges ed il voto
del senato messinese
di Giacomo SORRENTI
a sera del 23 febbraio
1712, un evento straordinario segnava la vita
religiosa e civile della citt
di Messina: la lacrimazione di una piccola statua raffigurante Ges Bambino.
La sacra immagine era stata
modellata verso il 1672 dal
sacerdote Antonio Zizzo collaborato dallartista palermitano Matteo Durante.
Nel 1696, il sacerdote, aven-
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La lapide commemorativa
posta nel 300 anniversario
della Chiesa. Sotto, la pergamena con la preghiera e lofferta della Citt di Messina.
disce il Bambinello, una lapide commemorativa donata dal
Sindaco Giuseppe Buzzanca
che ha manifestato grande sensibilit e piena comprensione
dellimportante anniversario tre
volte centenario.
Il testo della lapide recita:
E T L A C R I M AT V S E S T
JESVS JO XI,35/NEL TERZO
CENTENARIO DELLA MIRACOLOSA LACRIMAZIONE
/DELLA SACRA IMMAGINE DI
GES BAMBINO/MESSINA/COMMOSSA COME I
SUOI PADRI PER LANTICO
PRODIGIO/CONTRITA PER
TALE SEGNO ELOQUENTE
DI DOLORE/RICCA DI SPERANZA PER S GRANDE
RICHIAMO DAMORE/INVOCA MISERICORDIA/LE
NOSTRE LACRIME RACCOGLI SIGNORE/NON ABBANDONARE LA CITT /CHE SI
GLORIA DELLA MARIANA
BENEDIZIONE/23 FEBBRAIO/1712-2012/COMUNE
DI MESSINA POSUIT/ASS.
GES E MARIA DELLE
TROMBE POSUIT/
GIACOMO SORRENTI
SCRIPSIT/P. ANDREA BUCCHERI O. C. BENEDIXIT.
Celebrare gli anniversari - cenN.1 Gennaio/Febbraio 2012
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NOTE
1) Avanzini M., Bernardi M., Petti
F. M.. - Tracce dei soldati nella
Prima Guerra Mondiale (Fort Valmorbiawerk, Trento, Italia). VIII
Forum Italiano Scienze della Terra,
GEOITALIA 2011, Torino, 2011.
2) http://www.ilpalio.org/leva.html
3) Occhino F. - Larderia nella
Memoria isolana. Ed. Di Nicol,
Messina, 2005.
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Testimonianze del
Risorgimento a Messina:
lettere ai messinesi di
Garibaldi e di Mazzini
di Giulio SANTORO
a presenza di ricordi dedicati a personaggi del
Risorgimento pi o meno
noti e popolari partico-
larmente ricca a Messina: piazze, strade, ville, statue, scuole ed istituti, enti ed associazioni, targhe ricordo ed, in generale, ogni prodotto urbanistico,
architettonico e monumentale
N.1 Gennaio/Febbraio 2012
utile, in qualsiasi modo, ad alimentare in modo indelebile lossequio di gratitudine della citt
che, gi prima dellimpresa dei
mille, e poi durante lavanzata dei garibaldini alla conquista dellisola, si era distinta per
il sostegno, pi o meno valido
e pi o meno cruento, in favore della causa del complesso,
e tuttoggi criticato e controverso processo dellunificazione nazionale: basti pensare a Piazza Cairoli, Via Garibaldi, corso Cavour, Villa Mazzini, le vie Nino Bixio, Nicola
Fabrizi, Luciano Manara, Aurelio Saffi, Di Mari ed ancora,
alle innumerevoli targhe applicate nei luoghi meritevoli di
imperitura memoria in onore
agli avvenimenti dell epoca:
espressioni, in qualche caso,
di una semplicit che sconfina
nella banalit, se non rimanesse, ad enfatizzarne l importanza, il ricordo della esaltazione popolare del momento,
immortalata da questi fazzo-
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Il Generale proveniva da
Napoli, ove sin da Gennaio
soggiornava a Posillipo, ospite di un suo amico inglese che
lo aveva convinto a trascorrere i mesi invernali in un ambiente pi favorevole di quello della
rigida Caprera, ove da tempo
Garibaldi si era ritirato, afflitto
dalle sempre pi precarie condizioni di salute: ed appena
appreso delle celebrazioni a
Palermo del sesto centenario
della rivolta del Vespro, aveva
deciso di prendervi parte, malgrado lo stato di disabilit, ed
il probabile non eccessivo entusiasmo per la capitale della
Sicilia, come gi accennato
nella nota del prof. G. F. Villari.
In proposito, pu valere una
considerazione a giustificare
la scelta dellitinerario per raggiungere Palermo attraverso il
faticoso percorso ferroviario
Reggio-Messina-Catania
(unico possibile allepoca) in
luogo del pi diretto, e soprattutto pi confortevole trasferimento per via marittima, con
uno dei tanti mezzi che in poco
pi di ventiquattro ore raggiungevano via mare il porto
di Palermo, e che di certo sarebbe stato allestito con le massime attenzioni, e tutti i comfort che la nave poteva offrire.
E la risposta non mi sembra
riosa popolazione, come scriver, dimpeto, nella lettera vergata con mano incerta la mattina del 27 Marzo.
Alla notizia del viaggio di Garibaldi, il fuoco della generosit
del popolo meridionale diventa un incendio incontenibile.
Francesco Mazzullo, titolare
dellAlbergo Belle Vue, ove
poi il Generale pernotter il 26
Marzo, si precipita a offrire la
sua disponibilit con questo
telegramma: Generale Giuseppe Garibaldi-Napoli (Posillipo). Notizia sua venuta Messina ricordaci sublime epopea
Camicie Rosse. Offro intero
Albergo Belle Vue. Esortala
non privarmi onore ospitare
Primo Cittadino Italia, liberatore Sicilia. Francesco Mazzullo; mentre la Compagnia
Florio-Rubattino, con tempismo che farebbe arrossire le
amministrazioni dei trasporti di
oggi, mette a disposizione per
il traghettamento del Generale da Reggio Calabria a Messina ben due vapori, l Alfredo Cappellini ed il Marco
Polo.
Partito da Napoli alla volta di
Reggio la sera del 24 assieme
alla moglie Francesca, ai figli
Menotti, Claudia e Manlio e ad
uno stuolo di fedelissimi amici,
il Generale atteso a Messina nel tardo pomeriggio del 26
Marzo.
La citt preda di un raptus
di frenesia incontrollabile.
Lautorit governativa, paventando una esondazione oltre i
margini della sicurezza di una
folla in delirio che appena prima
aveva dato luogo a roventi
manifestazioni di piazza per il
ritardo della realizzazione del
tratto ferroviario Messina Patti,
ed ancora timorosa di non
offendere la suscettibilit del
governo francese a causa della
recente annessione della Tunisia, vista dal governo italiano
con occhio certamente non
favorevole, si premurava a render pubblico un manifesto con
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ta commosso la folla, abbraccia il principe Salvatore Marullo e sigla lultimo commiato con
un bacio ai due patrioti messinesi Salvatore Bensaja (padre
di quel Giuseppe che il 27
Febbraio del 1848 era caduto
nellassalto al forte borbonico
di Forte Real Base, riuscendo
perfino ad inalberare sulla torretta pi alta del bastione il tricolore siciliano) ed il fidato
Greco Ardizzone, dicendo
loro Questo bacio portatelo ai
messinesi e dite loro che io non
li dimenticher mai. Epigrafe
pi lapidaria non potrebbe mai
esprimere altrettanto il carico
di passione che sigla lultimo
contatto del Generale con i suoi
cari e prodi messinesi.
Garibaldi si tratterr a Palermo per oltre due settimane,
rimanendo quasi sempre a letto
per le sue peggiorate condizioni di salute, quasi avesse
voluto dedicare le sue ultime
energie vitali allimpegno di rappresentare il suo affettuoso
riconoscimento alla amata
Messina. Di l a poco morir a
Caprera il 2 Giugno, e la citt
memore dellillustre personaggio gli tributer ossequio
di cordoglio e di commozione
forse non eguagliati da nessun
altra municipalit. Vennero
sospese-evento straordinario
nella storia di Messina- le solenni festivit per la Madonna della
Lettera; tutti i negozi si aggramagliarono, e molti di essi chiusero spontaneamente; lintera
cittadinanza partecip ammutolita alle manifestazioni pubbliche di cordoglio, nel ricordo
dellaffettuoso saluto del Generale a lei soltanto indirizzato.
E- fatto di maggior significato
per il riconoscimento da parte
della Nazione - solo la rappresentanza cittadina di Messina, inviata a Caprera per partecipare alle esequie, ebbe
lonore di deporre sul feretro
una corona a nome della citt
(R. Sisci).
Sin qui la cronaca dellavvenimento che fa da cornice allu-
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Salice:
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il tempo a portato ad attribuire, per errore, al martire iconoclasta, che non lasci mai
la Grecia, la sua presenza a
Salice dove vi sono alcuni luoghi considerati meta di preghiera e di raccoglimento di
Stefano. Uno di questi la piccola grotta, scavata nella pietra, nei pressi della chiesa a
lui dedicata dove la leggenda
vuole che Stefano si ritirasse
in meditazione. Un altro di questi luoghi nei pressi della localit Monte dei Centri su una
piccola altura dove una roccia
con fattezze particolari, ricorda limpronta di un piede umano
che, sempre la leggenda, ritiene essere di S. Stefano. In questo luogo si svolgeva fino agli
anni 50 una processione per
chiedere la grazia della pioggia che era ritenuta un vero
miracolo durante i mesi di siccit in tempi in cui lagricoltura era lunica fonte di sussistenza. Il miracolo della pioggia anticamente si ripeteva con
buona frequenza, tuttavia negli
ultimi anni il miracolo non
avvenne perch, come qualcuno diceva, la gente non partecipava pi con fede per questo la processione venne abolita. Un altro luogo significativo la contrada Pozzo dove,
in una zona non precisata si
credeva che fosse sepolto il
corpo di S. Stefano. Da questo luogo scaturiva un acqua
ritenuta miracolosa e usata
quindi per varie cure. Questacqua non poteva essere
bollita, altrimenti diventava
rossa (situazione dovuta probabilmente alla maggiore
concentrazione nellacqua di
certi minerali). Gi alla fine del
600 viene menzionata questa
fonte, della quale oggi non si
hanno pi tracce, la cui fama
era abbastanza nota anche
nella citt di Messina. La maggior parte di queste leggende
e tradizioni vengono ancora
oggi tramandate oralmente.
Non si pu non parlare infine
La Senia.
del famoso quadro, che veniva utilizzato per la processione della pioggia, che ha causato l assimilazione delle due
figure di Stefano: il Giovane e
di Salice. Questo quadro, rubato dalla chiesa parrocchiale nel
1980 e mai pi ritrovato, dovrebbe raffigurare S. Stefano il Giovane. Sotto invece compare
una fascia aggiunta in epoca
successiva con la seguente
scritta in latino: S. Stephanus
junioris qui hic Salicis a barbaris lapidatus fuit. Ora chiaro come sia nata lassimilazione delle due figure: vedendo nel quadro S. Stefano il Giovane, come affermava la scritta greca, si era portati a leggere anche la scritta latina e
quindi a credere che questo
Santo Stefano il Giovane era
stato a Salice e qui morto e
sepolto. Come gi si detto
per il giovane martire iconoclasta non venne mai a Salice. possibile dunque che la
posticcia scritta in latino si riferisse ad un seguace omonimo
del Giovane che visse nel
monastero basiliano di Salice.
In tutte queste situazioni i due
santi Stefano il Giovane e
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La Chiesa di S. Stefano.
chiesa si nota il portale dingresso di forma ogivale (2a met
sec. XIV) in conci di pietra,
sormontato da unapertura
circolare. In alto si trova il campanile con una nicchia nella
quale cera collocata la campana ausiliare ed al centro unapertura che conteneva la campana principale. Una delle due
campane, probabilmente, era
quella di cui non ci sono pi
tracce; laltra potrebbe essere
quella che attualmente si
trova nei locali della canonica
e che presenta una lesione non
riparabile, la data del 1597.
La navata lunga circa 10 m
e si vedono delle botole che
sormontano le fosse mortuarie. A sinistra ci sono due cappelle con portali di accesso ogivali, uno in pietra scolpita
(sec. XIV) ed uno in mattoni,
pietra calcarenitica e pomice
nera.
Il transetto presenta, al centro, unabside dove si trova laltare maggiore (sec. XVII) e
nella parete di destra presente una nicchia. Anche sul
pavimento del transetto si nota
una profonda e capiente fossa
mortuaria; si pensa infatti che
per salvare le sepolture, il pavimento sia stato sollevato in
fase di costruzione. Sempre a
destra vi la sacrestia, dove
sita la pi grande fossa mortuaria.
Transetto e sacrestia, di et
posteriore alla navata, sono
stati coperti, durante il lavoro
di restauro, con capriate in
legno e con manto di tegole a
coppi alla siciliana, in quanto
erano privi di tetto a causa di
un crollo; per dividere il transetto dalla navata vi larco
sacro in conci di pietra irregolari che si fa risalire al periodo rinascimentale (XV-XVI
sec.).
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dei muri (oggi civile abitazione) che testimoniavano il tentativo di costruire una nuova
chiesa. Lopera infatti venne
iniziata, ma il terremoto del
1785 apport gravi danni e per
insufficienza di denaro non
venne continuata. Secondo la
relazione del Sac. Gusmano,
invece, la chiesa rest incompleta a causa dellepidemia di
peste che nel 1740 stermin
gran parte degli abitanti.(N.
Gull pag 34, da archivio Curia
Arcivescovile).
La chiesa ebbe tre denominazioni: nel libro del Sac. Giuseppe Foti viene chiamata
Chiesa dei SS. Giorgio e Stefano (Casali di Messina pag.
462), per i salicesi pi anziani
da sempre dedicata a S. Stefano Junior, cos come viene
denominata in alcuni testi; in
altri documenti intitolata a S.
Stefano Protomartire confusione ed ingarbugliamento di
nomi e santi.
Auguriamoci, comunque, di
poter vedere al pi presto i lavori ultimati, per poter avere cos,
una soddisfacente fruizione
della chiesa nella sua totalit,
senza rischiare di non poterla
pi chiamare Chiesa di S. Stefano bens Chiesa dei lavori
in corso
In data pi recente, lo studioso Alessandro Fumia parla
integralmente cos sul Casale di Salice facendo riferimento
anche alla chiesa di S. Stefano: In qualche modo ho in programma di fare una sintesi,
cio di attenzionare i monumenti che si possono andare
a valorizzare in questo villaggio, per la storiografia ed i
documenti che riguardano questo casale, si limitano a 4 - 5
punti essenziali. Quello che
viene conosciuto che un
casale sicuramente di epoca
medievale; ci sono dei diplomi che dimostrano che il campo
urbano era, comunque, legato ad un possesso dellArchimandrita, quindi cera uno sfrut-
1326, per volont dei cavalieri gerosolimitani, che riscattano anche laiuto del Pontefice,
ex proprietari dei templari, quindi, probabilmente, presso il
casale di Salice vi era una fattoria rurale gestita dai cavalieri templari. Questo lanciano
le carte.
Il casale passer sotto le mani
dei Giovanniti che hanno un
compito particolare: devono far
fruire il bene, come? Non vendendolo! Ma lo devono far fruttare nel tempo, e quindi danno
in enfiteusi due terreni ad una
famiglia, la famiglia di riferimento legata al ramo dei
Fasanella.
Latto del 1326 parla di un
acquisto del cives messanensis, nobilotto messinese, per
octo dei Fasanella che molto
vicino allordine dei Giovanni-
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Le scalinate
dellarte
RIQUALIFICAZIONE DEL
SISTEMA DELLE SCALINATE DELLA VIA XXIV MAGGIO,
stato redatto dal gruppo informale costituito dagli architetti
Daniela De Domenico, Alessandra Abate, Luca dAmico,
Mariafrancesca Gioffr, Alessandra Malfitano, Luisa Pitrone, tutti giovani professionisti
messinesi che si sono avvalsi
della consulenza di Jaume Busquets Raventos (architetto e
paesaggista catalano) per la-
CITT&TERRITORIO
Dal sopralluogo effettuato
emerge la differenza tipologica delle scalinate e anche
la qualit dei materiali con
cui sono state realizzate,
infatti, lutilizzo ricorrente del
basolato lavico ne esalta lottima integrazione con il
contesto urbano.
La via 24 maggio 1915
segna davvero uno spartiacque tra la zona pianeggiante
e quella pi acclive della citt,
quindi le sue scalinate rappresentano delle importanti
connessioni, veri e propri
punti di sutura tra le due principali quote della citt, quella
a livello del mare e quella che
poi connette alla circonvallazione.
Si da subito pensato di
considerare le 7 scalinate
come un sistema organico
di scale concepite come un
Parco/Percorso destinato alle
Arti Contemporanee, ove il cardine la Via XXIV Maggio lungo
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Scalinata S. Anna.
aiuole adiacenti alle scalinate
della Via XXIV Maggio emergono come delle vere e proprie isole verdi, dotate di alberi e piante ornamentali anche
di un certo pregio. Oltretutto
costituiscono delle zone
dombra, importantissime nei
mesi estivi se riqualificate e
pensate come luoghi di aggregazione sociale non soltanto
per gli anziani, ma per tutti i
cittadini e i turisti. In questo
sens o il PARCO DARTE
AMBIENTALE, data anche la
vicinanza alla cortina del porto
ove attraccano numerose
navi da crociera, pu diventare un polo di attrazione turistica di connessione con altri edifici di interesse storico e paesaggistico e con i belvedere.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO: IL PARCO DARTE
AMBIENTALE.
N.1 Gennaio/Febbraio 2012
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Sopre e in basso,
Rampa della Colomba.
Lidea progettuale proposta
dal gruppo - De Domenico,
Abate, DAmico, Malfitano,
Gioffr, Pitrone, Busquets - per
le SCALINATE DELLARTE
DELLA VIA XXIV MAGGIO
attraverso lanalisi e la riquali-
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CITT&TERRITORIO
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Data la loro particolare posizione perpendicolare, queste due scalinate descrivono un angolo allinterno del
quale vi unarea di circa
400 mq attualmente occupato da baracche e casupole. Per la riqualificazione
di questambito si pensato a un parco ludico darte,
in modo da svolgere una fondamentale funzione ricreativa, sociale, ambientale e
culturale e costituire un punto
di riferimento per i bambini
del quartiere e di tutta la
comunit cittadina.
Laspetto scenografico di
questa scalinata, dalle
rampe sinuose, evoca richiami cinematografici. Sulle due
piattaforme verranno presentate installazioni di artisti, e nei ripiani su grande
schermo accostato alle pareti cieche presenti saranno
proiettate le opere realizzate da artisti operanti tra
videoarte e cinema. In omaggio al cinema e agli attori
messinesi, prevediamo
attivit parallele allo svolgersi del Festival del Cine-
ma dello Stretto.
presentazioni di spettacoli
viventi e proiezioni riguartanti
lambiente e il paesaggio compongono un programma vivace e diversificato per tutto il
corso dellanno. Noti artisti di
fama internazionale e giovani
talenti vengono ospitati a
Messina e invitati a intervenire.
SCALINATA LA ROSA DONATO: MESSIN SCENA TEATRALI.
La vicinanza a numerosi
istituti scolastici rende questa scalinata particolarmente
frequentata dagli studenti,
pertanto il progetto individua
il luogo idoneo per lesibi-
CITT&TERRITORIO
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Rampa Operaia.
CITT&TERRITORIO
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rappresentazioni teatrali.
Oltretutto, i due pianori pi
ampi, presenti alle estremit,
offrono la possibilit di realizzare dei piccoli palchi per le
messe in scena degli artisti. I
ripiani intermedi, raggiungibili
da rampe amovibili, ospiteranno postazioni di schermi o
pannelli mediante i quali sar
possibile interagire con altre
opere darte.
RAMPA OPERAIA: ALLESTIMENTI PER ARTISTIARTIGIANI.
Si propone anche la cooperazione con il Museo Regionale di Messina, dando la possibilit ai numerosi reperti
archeologici della citt qui depositati di avere una collocazione definitiva.
GESTIONE DEL PROGETTO.
Nella fase di progettazione e
realizzazione il gruppo
(D.A.D.G.M.P.B.), avendo
maturato esperienze anche nel
campo dellarte internazionale, predisporr un cronoprogramma dove verranno dettagliate le fasi dei vari eventi al
fine di invitare artisti di richiamo nazionale ed europeo.