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1. La città è uno spazio con determinate caratteristiche, soprattutto con determinate funzioni,
Dematteis e Carla Lanza fanno l’esempio nel loro libro, confrontando Tokyo con Perugia, due città
molto diverse. Tokyo è una megalopoli, non è una semplice città ma è un aggregato di città.
“Probabilmente un cittadino di Tokyo (35 milioni di abitanti) ha un’idea di città molto diversa da
quella di un abitante di Perugia (167.000 abitanti), dove si trova la più nota Università per
stranieri d’Italia.
1. Interrogato sulle differenze sulle due città, uno studente giapponese che frequenta
l’università ha sottolineato come Perugia gli sia parsa piccola, senza grattacieli (altro
elemento importante delle grandi città del mondo globalizzato, città verticali che si
sviluppano in altezza), ma anche difficile da girare per chi non possiede un’automobile.
2. Gli studenti di Perugia che hanno visitato Tokyo, invece, sono rimasti stupiti dalla
densità di persone e grattacieli al centro della città e sconvolti dalle dimensioni degli
appartamenti, spesso più piccoli delle loro stanze nei dormitori universitari.
Hanno molto apprezzato però la vita notturna della capitale giapponese”.
Tokyo città enorme, megalopoli, il centro della città ricco di grattacieli con una vita frenetica.
Ci si sposta facilmente, non si usa l’automobile ma i mezzi pubblici, la metro che collega tutte
le varie parti della città.
Perugia, è molto più piccola, è più difficile muoversi se non hai l’automobile.
Oggi uno dei problemi della Geografia urbana è mettere insieme nello stesso discorso Tokyo
e Perugia, cioè una megalopoli da 35 milioni di abitanti e una città da 167.000,
1. studia la distribuzione delle unità urbane nei rapporti d'interdipendenza con l'ambiente
geografico, cioè sono le famose relazioni verticali, quelle che hanno luogo tra il posto e il
contesto, la storia, l’ambiente in cui quel posto, che diventa luogo, si trova;
2. Descrive i processi di urbanizzazione, cioè i processi che sfociano nella nascita, nella
costruzione e nella trasformazione delle città.
4. ha come proprio oggetto le relazioni che la città intrattiene col proprio territorio e con altre
città.
(relazioni verticali ed orizzontali)
URBANIZZAZIONE
Questo significa che oggi il modello per antonomasia di abitare è diventato la città.
Nel senso che per la prima volta nell’umanità, nel 2007, il 51% della popolazione mondiale vive
in città. È un cambiamento storico, antropologico e ambientale, perché pensate che da quando
l’uomo era comparso sulla faccia della terra
- È un processo che si autoalimenta (più persone vanno a vivere in città, più la città diventa
importante) e che ha anche dei rischi.
- Nel 2030 secondo una stima delle Nazioni unite, il tasso di urbanizzazione dell’umanità
dovrebbe superare il 60%. Il che significa che su 10 persone, 6 vivono in città.
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- Vedete che l’urbanizzazione è un processo storico, vediamo dei cambiamenti già dal XIV
secolo, c’è l’Italia che passa dal 21 al 23%, però guardate i Paesi Bassi dal 14 al 39%, il Regno
Unito dal 4 al 12%.
CRITERIO DEMOGRAFICO
CRITERIO MORFOLOGICO
• Rapporto tra nucleo (quello che identifichiamo con il centro storico, la parte più antica e
più vecchia della città) e corona (ciò che circonda il nucleo, sono frutto di espansioni
diverse);
CRITERIO FUNZIONALE
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3. Caratteristica città
Le città condividono determinate caratteristiche di base, soprattutto nel mondo globalizzato
questo è particolarmente vero.
1. un’elevata densità di popolazione, spesso è difficile calcolare quante città ci sono nel
mondo, perché ogni Paese applica criteri differenti. I francesi, ad esempio, chiamano città tutti
i centri abitati con più di 10.000 abitanti, mentre in Italia 10.000 abitanti è una cittadina.
3. una complessità di funzioni culturali, sociali, economiche a cui corrispondono usi del suolo
specializzati (ottica funzionalista),
4. l'essere centri di potere connessi all'esercizio di queste varie funzioni, l'essere ambienti
dinamici e creativi,
5. l'essere connesse ad altri luoghi urbani e rurali attraverso una fitta rete di relazioni e di flussi
di persone, beni, servizi, informazioni e denaro,
4. Ciclo di vita
Le città, come tutte le realtà create dall’uomo, hanno una storia e un ciclo di vita e possiamo
individuare questi 4 punti.
SUBURBANIZZAZIONE.
distinzione sociale, culturale, politica ed economica tra spazio urbano e spazio rurale, tra
città e campagne
(fino alla metà del XX secolo).
URBANIZZAZIONE DIFFUSA,
Intensa fase di urbanizzazione diffusa del territorio italiano dagli anni ’50 in poi e spostamenti di
massa dalle campagne alla città, diffusione dell’automobile
Complice la diffusione dell’automobile, l’industrializzazione, con il ruolo fondamentale di
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Milano, Torino, Genova; spostamenti di persone dal sud al nord, dalla campagna alla città e dalla
costa verso l’interno.
LA DISURBANIZZAZIONE
Legata alla crisi della città (anni ’70) con decentramento della popolazione urbana e rivincita dei
piccoli centri.
È una fase in cui si interrompe quel processo che abbiamo visto fino a quel momento, si
chiudono le fabbriche, c’è una crisi industriale, il flusso migratorio interno che va verso le città
rallenta e c’è un reflusso di persone che ritornano nei paesi. Oggi la nostra situazione è quella di
un ritorno alla città.
LA RIURBANIZZAZIONE
è la fase attuale in cui si parla di città diffusa, perché i confini della città travalicano la vecchia
idea di città,
- La città è sempre più grande e fagocita, si mangia tutto il suo hinterland. La città è post-
industriale perché la ricchezza non è più quella della grande industria pesante, ma è una città
globale, come Milano che non guarda alla Lombardia o al Nord Italia, ma guarda all’Europa (vd.
eventi globali come Expo etc.).
IN SOSTANZA
L’umanità sta diventando una realtà urbana e il modo di abitare tipico della città sta
diventando da uno dei vari modi in cui si poteva abitare il territorio,
- città e territorio finiscono per coincidere e l’abitare urbano nei modi che conosciamo sta
diventando il modello tipico di abitare il territorio.
- Abbiamo vito che negli anni 50 solo due città nel mondo superavano i 10 milioni di abitanti
(New York e Tokyo) laddove oggi la lista è decisamente più corposa.
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5. Esempi
NEW YORK
• La storia di New York ha inizio nel 1524 con l'arrivo del navigatore italiano Giovanni da
Verrazzano nella upper Bay, oggi baia di New York
• prima del XVI secolo, non sorgeva ancora New Amsterdam che poi sarebbe stata ribattezzata
New York dagli inglesi quando presero il controllo della città
• I primi abitanti dell'area dell'odierna città di New York furono i Lenape, nativi americani stanziati
nella zona del basso corso del fiume Hudson che utilizzavano la zona (in particolare l'isola di
Manhattan) come zona agricola, di caccia e di pesca, oltre che come area utilizzata per le
sepolture
RICORDA
Le città hanno una storia e si evolvono nei secoli. New York stata scoperta da un navigatore
italiano, Giovanni da Verrazzano e prima del XVI secolo non sorgeva nessuna città, l’area di
Manhattan era una zona di caccia dei nativi americani che vivevano in questo territorio.
Questo gioco fotografico lo possiamo fare anche con Abu Dhabi che fino agli anni 70 era un
villaggio.
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6. La città post-fordista e il marketing urbano
Nel corso del XX secolo e fino a oggi, le città vanno incontro a una serie di cambiamenti
strutturali:
- Sempre più la città sta diventando un prodotto commerciale, perché deve attrarre flussi di
capitali ospitando eventi di portata planetaria che facciano di elemento attrattore che fanno
circolare il nome della città in tutti i mezzi di comunicazione.
- La città post-fordista ha bisogno che la politica sia sempre più invasa, legata e parli sempre
più il linguaggio del marketing e del branding urbano.
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6.1 immagine, logo, marketing
- la fase di rilancio della politica delle città è affidata sostanzialmente a “strategie” di taglio
neoliberale imperniate sulla capacità di dar vita ad iniziative volte ad attrarre capitali
- Un ruolo di primo piano spetta alla cultura, spesso declinata in termini sensazionalistici o
spettacolari (il “grande evento” che fa circolare sui media il nome della sede che lo ospita),
- La valorizzazione della città ricorre sempre più frequentemente a strumenti inediti come il
marketing e il branding urbano, ossia alla produzione di immagini, discorsi e
rappresentazioni ritenute valide ed efficaci nella misura in cui creano consenso, rendono
competitive e attrattive le città, intercettano e agganciano capitali e flussi turistici internazionali.
• Anni ’80: città manifatturiera e industriale in declino (industria pesante dell’acciaio): idea di
grigiore, di crisi, di anonimato
• negli anni ’90 Bilbao subisce trasformazioni materiali e simboliche che ne ridisegnano il
profilo, imponendola sulla scena internazionale grazie ad una serie di interventi che la dotano
di importanti risorse infrastrutturali
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• Bilbao da città marginale si trasforma in una città attraente e di richiamo nazionale e
internazionale.
Riassunto della lezione precedente (...). Stiamo toccando i temi della Geografia Urbana,
l’urbanizzazione del mondo, la moltiplicazione delle città con più di 10 milioni di abitanti, i vari
criteri per leggere la città, il ciclo di vita delle città. La città post fordista: immagine, logo,
marketing, branding. Il caso di Bilbao, città post-industriale.
7. Città globale
• Analizzare le città globali permette di situarsi nei centri della produzione del capitalismo
globale che si dispiega nel mondo contemporaneo. Permette così di cogliere i rapporti di
forza, sfruttamento e dominio che da questi centri il capitale sviluppa
Saskia Sassen è una sociologa ed economista statunitense che ha coniato il concetto di ‘global
city’, città globale.
1. Le città globali non sono tutte le città del mondo globalizzato, ma sono quelle città che
hanno un ruolo di primo piano, perché fanno parte di una rete globale di città che va al di
là dei confini nazionali (Londra, Parigi, Los Angeles, Hong Kong, Milano).
3. I servii a carattere collettivo, le app che ci informano sui trasporti, sulla salute, sull’istruzione:
un industria che non è più quella del capitalismo, smaterializzazione dell’economia o
capitalismo immateriale (new media, startup, rivoluzione digitale).
Gli Stati Uniti ha 6 città globali nel mondo (New York, Los Angeles, Chicago, Washington D.C.,
Boston, San Francisco), il Regno Unito ha Londra, la Cina ne ha 3 (Hong Kong, Pechino e
Shangai) e la Germania ne ha due (Berlino e Francoforte).
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Come si riconosce una città globale? Dall’omologazione degli stili di vita
e dei paesaggi urbani, un paesaggio verticale.
- Hong Kong, una delle 2 regioni amministrative speciali della Repubblica Cinese (l’altra è
Macao), colonia britannica fino al 1997
- Citta’ globale, uno dei centri finanziari internazionali più importanti del mondo con
un’economia capitalistica basata sul terziario, bassa imposizione fiscale e libero scambio.
È un paradiso fiscale e ha i redditi procapite tra i più alti del mondo
1. Era una colonia britannica fino alla fine del secolo scorso, fino al 97,
3. È una tipica città globale, skyline verticale, è uno dei centri finanziari più importanti del
mondo, con un’economia capitalistica basata sul terziario.
4. È soprannominata vertical city perché ci sono oltre 1200 grattacieli, c’è uno skyline unico e
ben 36 dei 100 edifici più alti del mondo si trovano ad Hong Kong e vi si trova anche il numero
più alto di persone che vive o lavora al di sopra del 14esimo piano.
5. Un altro nome di Hong Kong è il fatto che viene chiamata città invisibile per via
dell’inquinamento atmosferico, generato dalle centrali elettriche a carbone e dal traffico di
navi e veicoli, oltre che dalle fabbriche presso il
Questo discorso di Hong Kong ci porta a parlare del diritto alla città.
Città ribelle, testo di David Harvey, ci parla del diritto alla città, la città
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deve essere costruita in funzione degli abitanti, delle persone che questa
città ospita; deve rispondere a criteri qualitativi.
Diritto alla città è diritto di costruire liberamente la città. “Solo quando si
comprenderà che coloro che costruiscono e sostengono la vita urbana
hanno un diritto immediato a quanto producono, e che tra le loro
rivendicazioni c’è soprattutto quella al diritto inalienabile di creare una
città a misura delle loro esigenze, avremo una politica urbana degna di
questo nome”.
Hong Kong è stato molto interessante, c’è stato il movimento degli
ombrelli gialli, studenti che chiedevano più democrazia, ombrelli gialli
perché nel 2014 gli studenti manifestavano pacificamente con questi
ombrelli. Questa manifestazione, però, è stata soffocata. Le città globali ci
danno uno spaccato della globalizzazione.
“La città è uno spazio del quale facciamo esperienza col nostro corpo. (...)
La città non è solamente un posto dove lavoriamo, ci guadagniamo la vita e facciamo cose che
appartengono al nostro ciclo di vita, è anche un posto dove noi riceviamo delle suggestioni,
riceviamo delle immagini, che ci portano a pensare,
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