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Il voto finale sarà stabilito per mezzo di un esame orale nel quale verranno posti almeno tre quesiti

relativi
ai temi principali affrontati nel corso delle lezioni: 1. Archeologia Urbana e della Città Antica (metodi e
problemi della ricerca); 2. Sviluppo Urbanistico e Monumentale di Atene, Roma o delle città esposte a
lezione. 3. Genesi e sviluppo Urbano in Ambito Adriatico-Ionico.

Lezione 2 22/03

Cos’è l’urbanistica antica? quali sono i metodi della ricerca:

Noi ci occupiamo di urbanistica antica, il primo problema cosa si intende per città, Atene, Roma, New York,
eppure si tratta di esperimenti urbani, tre percorsi diversi, tre esperienze diverse, il secondo tema è
l’urbanistica antica, proviamo a lavorare sui termini, cioè gli antichi, in greco e in latino come veniva
chiamata, polis, urbs, civitas, Ippodamo intende lo studio della città, come deve essere per il futuro.

Che cos’è la città? La città contemporanea? Anche in questo caso vengono i modelli Di Pietro
Rossi,inesistenza di un modello unico.

• L’urbanista Pietro Rossi (1983) ritiene che non si possa parlare di un unico modello di città ma analizzando
le varie realtà urbane è possibile ricavare molteplici modelli al cui interno si devono mettere a fuoco le
varianti.

Max weber mette a fuoco la differenza cronologica, i punti essenziali, nucleo di abitazione compatto ed
esteso, tutte le città sono circoscritte, la dimensione non è l’unico criterio, la vita della città è assicurata da
industria e commercio, deve essere luogo di mercato. Introduce tanti aspetti.

• Si può definire la città in vario modo ma tutte le città sono insediamenti circoscritti di rilevanti dimensioni
(grossa borgata) con abitazioni non isolate ma addossate.

• La dimensione è un criterio ma non l’unico perché vi sono in Russia villaggi con scarsa densità abitativa
ma più grandi di tante vecchie città europee.

• La vita nella città è assicurata da industria e commercio più che dall’agricoltura; tuttavia, i villaggi
industriali russi non sono città.

• All’origine può esserci la sede politica, economica e amministrativa di una signoria ma non basta il
palazzo da solo.

• Deve essere un luogo di mercato che crea specializzazione economica e coinvolge anche popolazione
rurale ma molti villaggi sono sede di mercati stagionali

• La città pertinenze, possedimenti e una sua politica economica.

Treccani: è un fenomeno complesso in sintesi.

Gordon Childe conia il termine rivoluzione urbana, interessante articolo. In un noto contributo (The Urban
Revolution) su una rivista di urbanistica (Town Planning Review) Gordon Childe riconosce che il concetto di
città è difficile da definire e propone di interpretarlo come l’esito di una rivoluzione.

Diffusionismo: la città nasce in Medio Oriente, è un tema forte. Secondo Gordon Childe fondamentalmente
le società preindustriali evolvono in tre stadi

• STADIO SELVAGGIO: La comunità vive di cibo selvatico per mezzo di raccolta, caccia e pesca

• STADIO DI BARBARIE: La comunità Integra le risorse naturali con la coltivazione e l’allevamento a fini
alimentari si tratta della Rivoluzione Neolitica

• STADIO DI CIVILTÀ: La comunità attua la Rivoluzione Urbana


Questi stadi si possono riconoscere archeologicamente attraverso il modo in cui si procaccia il cibo. Siccome
questo passaggio da selvaggio a civiltà, la rivoluzione urbana, è un cambiamento rapido per questo si
chiama rivoluzione, il termine civiltà contiene il termine città. Questo fenomeno non avviene in luoghi
deserti ma in aree già popolate da villaggi, la genesi urbana è quasi sempre collegata ad un incremento
demografico. La densità demografica è collegata alla disponibilità di cibo e proporzionale alle risorse
naturali e alle tecniche di sfruttamento, trasporto e conservazione.

Con la Rivoluzione Neolitica (Stadio di Barbarie) c’è già un primo incremento demografico e di conseguenza
il popolamento cresce e, grazie all’introduzione dell’agricoltura, i villaggi sono composti da poche decine di
abitazioni e diventano stabili almeno per lunghi periodi e tendono a stabilizzarsi ulteriormente se è
possibile l’irrigazione

La rivoluzione urbana storicamente circa 5000 anni fa l’agricoltura irrigua nelle valli del Nilo e del Tigri,
dell’Eufrate e dell’Indo inizia a fornire eccedenza sociale tale da sostenere alcuni specialisti residenti Il
trasporto su acqua consente l’accumulo alimentare in alcuni centri incoraggiando la concentrazione
demografica e generando le prime città dieci volte più grandi di un villaggio neolitico I primi centri europei
possono essere sorti in questo modo (comparativismo) e sullo stimolo di quelli orientali (diffusionismo)
Tuttavia 3 millenni dopo accade qualcosa di simile tra i Maya (evoluzionismo)

Secondo Childe ci sono 10 caratteristiche (slide)

Lezione 3 28/03/2023

Per ragionare di città una buona chiave è quella di andare a guardare i termini, il greco usa polis, a questo
termine si arriva con un percorso, si inizia con asty, polis comprende tutta la città, nelle fasi più antiche
hanno significati sovrapponibili. Kata komas villaggi aperti, la maggior parte dei greci vive nei villaggi rurali
sparsi, tuttavia questa maniera è più comoda per noi e non per gli antichi, non parlavano di polis, la città
greca è una citta-stato, non sono sovrapponibili. In greco non c’è la distinzione tra città fatta di mura e
abitanti come i romani.

In latino ci sono due termini: urbs e civitas, poi altri termini oppidum, vicus, pagus, il vicus ha una figura di
riferimento il Magister, spesso si organizzano per il culto dei Lari Compitali, gli abitanti della città o
campagna hanno dei diritti; quindi, la divisione non è un fatto del mondo antico. L’altra grande novità del
mondo romano vediamo intervenire un’altra ampia serie di termini che definiscono la chivitas: (slide)
dobbiamo ripercorrere l’espansione di Roma, la stori inizia nel 396 con la presa di Veio, quando Roma
allarga il suo territorio, ager publicus populi romani, c’è la categoria del sacro, l’allargamento comporta
l’allargamento del pomerio. Questo territorio è già occupato e occupato poi da coloni, l’invio di coloni viene
gestito in varie maniere, i coloni vengono inviati in territorio dove non viene costruita la città e questo
modello si chiama viritana, uno per ogni uomo. Per organizzare questo ci sono atti legislativi, due leggi una
per inviare i coloni una per costruire (colonie deducende). Slide: definizione delle colonie:le prime colonie
sono colonie latine, perché Roma era parte della lega latina, successivamente continuerà a utilizzare il
modello delle colonie latine. Le colonie latine(slide) può essere strumento di integrazione, Non hanno
connotazione etnica ma comprendono comunità con gli stessi diritti giuridici dei Latini.

• Presidiano luoghi strategici e sono spesso lontane da Roma

• Devono poter decidere rapidamente e quindi sono dotate di autonomia amministrativa (battono moneta
e conservano leggi e magistrature proprie)

• Sono molte e ampie e accolgono diverse migliaia di coloni con grandi appezzamenti di terra

• Spesso accolgono le aristocrazie indigene o cittadini romani che rinunciano alla piena cittadinanza
(strumento della romanizzazione)
• Forniscono a Roma Denaro (tasse), Soldati e Cavalieri. Le colonie romane, questo secondo modello viene
utilizzato parallelamente alle colonie latine, questo perché in origini le prime colonie vengono chiamate
colonie marittime sono esenti dal servizio militare, sono colonie militari, per questo sono più piccole, e ai
coloni vengono assegnati due iugeri. Le colonie latine hanno magistrature cittadine. Le città latine sono
autonome nel loro territorio, per molti versi la cittadinanza latina somiglia a quella delle città italiche. In
realtà questa tipologia colonie latine e romane non sono le uniche città, tra le forme di popolamento nuove
ci sono anche quelle di aggregati definiti dalla presenza di cittadini romani oppure dal fatto di essere luogo
di mercato oppure essere luogo del quale si reca il prefetto cioè prefetture ad amministrare la giustizia, in
realtà è una circoscrizione, questi luoghi talvolta coincidono, questi aggregati possono svilupparsi in senso
urbano con piani regolari. In età tardorepubblicana l’evoluzione di questi percorsi porta ai municipia(slide).
Comunità strutturate che hanno già la loro città, quando Roma conquista l’Etruria le città etrusche c’erano
già, allora che succede, Roma stabilisce dei trattati di alleanza, la città si sottomette a Roma ma li lascia
libere, in molti casi (Cuma) la fazione filoromana si consegna a Roma (slide). Andiamo ad analizzare i diritti,
i cittadini latini non possono votare, possono muoversi e commerciare con i romani, hanno lo ius
connubium, avere figli, diritto della mancipatio (diritto di ereditare), possono stabilirsi a Roma ed avere la
cittadinanza.

Quali sono le fonti per studiare la città?La geografia va influire nello studio di una città (slide). Per
morfologia si articola in due elementi: il suolo, paleosuolo, e i livelli, piano topografico va ricostruito, Roma
sorge in un’ansa del Tevere, zona paludosa, possibilità di attraversarlo agevolato dall’isola Tiberina, c’ è la
forma dei colli, i famosi sette solcati dal drenaggio, (slide). Norchia, chiamata posizione etrusca, erosi sui
fianchi da corsi d’acqua. Agrigento sono superfici sommitali, però sono frutto di monoclinali. La scelta delle
fondazioni delle colonie(slide) spesso queste colonie sorgono in situazione morfologiche precise al riparo
delle esondazioni, alture di terrazzo alluvionale, e in corrispondenza di strettoie (slide)

, Bologna si trova in altura con conoidi(slide). I terrazzi


alluvionali creati dall’azione di incisione del fiume(slide) si creano andamenti terrazzati.

• I Terrazzi alluvionali di origine fluviale nascono da un’alternanza di deposizione ed erosione legata alle
quattro fasi glaciali

• Durante le fasi glaciali il fiume in magra deposita mentre nelle fasi interglaciali dell’energia erosiva è
maggiore e il fiume torna a scavare creando scarpate.
Le colonie latine vicino la foce (Ariminum), Rimini c’era una scarpata fluviale (slide) dove c’è la parte verde
chiaro, è un salto morfologico, arrivava il mare lì, la forma della città è modellata come la posizione etrusca.
L’andamento delle mura di Rimini è condizionato da un’antica scarpata marina, Il pianoro è delimitato dal
Marecchia che forse sfociava più a sud e dall’Ausa e al centro era solcato dalla Fossa Patara. La colonia
marittima di Senia Gallica, altura. (slide) coste alte e basse(slide) i tipi di costa falesia alta e bassa, si creano
delle dune che diventano alture tagliati da due corsi d’acqua, linea di costa che era più vicina alla
città(slide). Il susseguirsi delle onde (treno d’onda) produce effetti diversi su coste alte (falesie) o basse
(spiagge) Nelle Falesie le onde scavano la base (solco di battente) sino al crollo della parte soprastante
Quando l’accumulo è tale da isolare la Falesia dal mare (Falesia morta) l’azione marina si ripercuoterà sul
deposito che protegge la falesia creando la spiaggia e i cordoni costieri Nella coste basse le onde
determinano cordoni costieri e, dove i depositi di foce incontrano la corrente marina, le barre di foce Anche
nel settore costiero c’è la ricerca di zone alte, al riparo da fenomeni di dissesto e quindi in particolare dei
cordoni litoranei

Fondo valle del Drinos c’è tutto, dropull- Adrianopoli, c’è un pianoro che sta sul versante da un lato.

Lezione 4 29/03/2023

Le fonti: problema di tradizione di studio, fidiamoci della trattatistica, le fonti tecniche, lo specchio di
Bolsena per la fondazione di Roma, a lungo fu ritenuto mito, gli scavi di Carandini hanno riaperto la verità.
Butrinto, Enea prima di fondare Roma fonda Butrinto, tradizione virgiliana, succede che scavando
sull’acropoli di Butrinto, negli strati più in basso trovi ceramica, deposizioni rituali, c’è un frammento di vaso
di bucchero prodotto nel luogo dove è approdato Enea, forma che si trova in età arcaica, c’è una situazione
reale. La trattatistica, esempio: un trattato di architettura di Vitruvio, come si devono fare le basiliche, a
Fano c’è una basilica di Fano, leggendo la possiamo ricostruire, noi conosciamo con buona
approssimazione, e oggi stiamo cercando di capire dove sia, la descrizione è ben fatta. L’epigrafia: Anche
l’Epigrafia può fornire indizi importanti per ricostruire la storia di una città antica specialmente per gli edifici
pubblici e di culto dea di Suasa, sappiamo che c’era un culto dedicato a Silvano, e sappiamo che a rimini è
stato trovato un bollo che parla del nome della dea.

L’archeologia delle città sepolte. Le città antiche abbandonate si conservano spesso all’interno di parchi
archeologici dove sono possibili ricerche estensive e progetti di ricerca di ampio respiro In ogni caso sono
possibili metodologie di ricerca integrate e indagini preventive, come la geofisica e lo studio topografico,
che indirizzino la ricerca archeologic

La forma urbis e la formae coloniarum(slide) e quaderno.

Il caso di Atri dove è stato scoperto un teatro romano sotto nelle cantine.

Cropmarks di Suasa, vedere velocemente la geofisica.


Soilmarks • Variazioni di colore sul suolo nudo per la diversa composizione del terreno, che incidono sulla
tessitura, sulla capacità di trattenere o rilasciare umidità, sulla riflessione della luce.

Culti che raccontano la città: Pavia, una processione, viene fatta lungo le porte della città, battezza le forme
delle mura.

Archeologia della città 2

Tre punti: fenomeno che ha cause molteplici, fenomeni complessi e progressivo, e può avere un senso,
delle concause e uno sviluppo che in realtà è una progressione, e poi differenza tra le aree

La genesi di un centro abitato avviene sostanzialmente in area tirrenica, questo fenomeno avviene in altre
epoche non è sincronico, come si riconosce? Il superamento dei rapporti di parentela.

Prima i villaggi, di altura del bronzo finale, il secondo punto lo sviluppo dell’età del ferro, sviluppo
monumentale in età Arcaica

Abbandono degli insediamenti in grotta e si collega con il tipo di economia del territorio, sviluppare le
coltivazioni e il collegamento, posso avere dei centri che fanno da baricentro dove persiste
l’allevamento(slide), la transumanza.

Il secondo momento nell’età del ferro(slide)

Lezione 5 30/03/2023

Roma: Archeologia della Genesi Urbana

• Bronzo medio e Recente (XIV-XIII a.C.)

Prime testimonianze archeologiche seguite da un intervallo privo di attestazioni

• Bronzo Finale inizio età del Ferro (X a.C.)

Inizio della sequenza stratigrafica ininterrotta che testimonia la continuità di occupazione dell’area urbana
la continuità di occupazione dell’urbs, per avere un’idea, se noi andiamo a vedere la quota dei due edifici ci
sono ben quasi 13 m di stratigrafia ininterrotta (slide).

Roma: I motivi del successo del sito

• Gruppo di alture vicine ciascuna facilmente difendibile con ampi pianori sommitali

• Vicinanza a un’ansa del Tevere grande via d’acqua e porto fluviale

• Presenza dell’Isola Tiberina che divide il fiume in due rami più semplici da superare da un lato
comunicazione costa- interno, dall’altro il Tevere come divisione, divisione anche culturale, questa è la
storia rispecchiata nel racconto degli antichi, territorio di frontiera. Territorio di Frontiera tra culture
differenti interessate a sviluppare la cultura urbana (Latini, Etruschi, Sabini, Greci)

• Componenti diverse si intrecciano nel definire la Cultura di Roma Antica (Religione, Istituzioni, Politica,
Urbanistica)

I villaggi dell’età del Bronzo si coagulano in un grande centro proto-urbano, chiamato Settimonzio, con
un’unica necropoli (IX-VIII a.C.) • Secondo molti studiosi questo fenomeno avverrebbe in età regia ma per
Carandini (che segue Varrone) si tratta di una fase autonoma già in atto prima dell’intervento di Romolo. I
precedenti villaggi si fondavano su una società articolata in gruppi egemoni di Gentes (gruppi di
consanguinei che si riconoscevano in antenati comuni) e di Clientes (subalterni) che coltivavano la terra •
non esisteva un re e neppure luoghi pubblici • esistevano solo partizioni territoriali e il Palatino era il colle
principale (a controllo del guado) • in questo contesto si inserisce la fondazione di Romolo: una nuova città
con una forma di governo • La tradizione letteraria annulla la fase dei villaggi sparsi (Settimonzio) perché
Roma potesse nascere dal nulla. Dai villaggi alla città Sistema di villaggi incentrato sul sistema Palatino-Velia
(IX-VIII a.C.)

• Necropoli disgiunte

• Economia di villaggio fondata sui legami di sangue • Sistema difensivo ad aggere sulla Velia (murus
terreus carinarum ).

Adesso dobbiamo riflettere sulla frase :La Legittimazione del Presente attraverso il Racconto del Passato è
stato il più formidabile Strumento Urbanistico della città (Mario Torelli) • La tradizione elabora un Mito di
Fondazione che in età augustea viene raccolto in un racconto unitario (Livio, Dionigi di Alicarnasso,
Plutarco, Virgilio, Ovidio etc..) e la data di fondazione viene fissata da Varrone al 21 Aprile del 753 a.C.
questa tradizione non è l’unica, questa tradizione non prende in considerazione Romolo, nascita di Roma
con i personaggi del mito greco, Eracle (slide). Vincitore perché venne ospitato da un re di Evandro,
secondo la tradizione si trovava una grotta nella quale abitava un gigante che ruba i buoi di Gerione ed
Ercole recupera la mandria, questa è la prima storia. Parallelamente ci sono altre tradizioni, legati ad
animali sacri tipici del mondo italico Faunus, queste tradizioni verranno raccontate nel mito virgiliano.
Specchio di Bolsena: Romolo, Remo, il re latino(slide) con immagine, cosa manca in tutto ciò, la risposta è
Enea. Il fregio dipinto che viene dall’esquilino ci fa vedere qualcosa, guerra tra troiani e rutuli, una serie di
personaggi, la condanna di rea Silva, l’amore tra rea silvia e Marte. Qual è la tradizione Il Mito di
Fondazione • La tradizione elabora un Mito di Fondazione che in età augustea viene raccolto in un racconto
unitario (Livio, Dionigi di Alicarnasso, Plutarco, Virgilio, Ovidio etc..) e la data di fondazione viene fissata da
Varrone al 21 Aprile del 753 a.C. • Il Mito delle Origini si collega al viaggio di Enea da Troia al Lazio che
sposa Lavinia figlia di re Latino sconfiggendo il promesso sposo Turno re dei Rutuli • Dopo 30 anni il figlio
Ascanio fonda Albalonga dove regnano pacificamente i discendenti di Enea fino a quando re Numitore
viene spodestato dal fratello Amulio (XII-VIII), che costringe Rea Silvia, figlia di Numitore, a diventare
Vestale • Il voto di castità impediva a Rea Silvia di generare pretendenti al trono ma Marte se ne innamorò
e così nacquero i gemelli Romolo e Remo Il Mito di Fondazione • Amulio ordinò a un servo di ucciderli ma
egli ne ebbe pietà e li abbandonò in una cesta sul Tevere • La cesta approdò nella palude del Velabro tra
Palatino e Campidoglio presso la grotta del Lupercale sotto un fico (la Ficus Ruminalis o Romanale nel Foro
Romano) • I due neonati vennero allattati da una Lupa (che in latino significa prostituta) e accuditi da un
Picchio (sacro ai Latini). • Il pastore Faustolo li trovò e li crebbe con la moglie Acca Larenzia (secondo alcuni
chiamata Lupa dagli altri pastori) • Da adulti i gemelli tornarono ad Albalonga e uccisero Amulio restituendo
il trono a Numitore che li invia a fondare una nuova città nel luogo ove erano cresciuti • Romolo voleva
chiamarla Roma sul Palatino e Remo Remora sull’Aventino • Gli Auspici favorirono Romolo ma Remo varcò
il limite sacro del Pomerio e fu ucciso. Anche qua esistono varie tradizioni, quella di Ulisse, secondo in una
certa tradizione fonda una città.

Il secondo templum e la consacrazione del Palatino: All’alba del 21 aprile (dies natalis) durante la festa dei
parilia (capodanno pastorale) Romolo guarda verso est (Alba Longa) e prende i secondi auspici col volo degli
uccelli • Il territorio è effatus e liberatus e il Palatino è simbolo della nuova città • I capi dei vari rioni
gettano le primizie del raccolto miste a zolle della propria terra in una fossa che viene sepolta (condere:
nascondere/fondare) e sulla quale viene innalzato un altare per sancire l’unione di tutti nella nuova città-
stato. Quindi due cose, questo è il momento sacro, unisce tutta la comunità e quindi fonda la città.

Ora vediamo che succede con l’archeologia: resti di capanne che creano un primo abitato sul palatino
orientale, tracce di un culto, Contesti di età romulea (metà VIII a.C.)

• Prime tracce di culto nell’area del Comizio

• Presenza di un porto/emporio tiberino e incremento di importazione di ceramica greca lungo la valle

• Spostamento di sepolture più antiche nell’area periferica di Esquilino e Quirinale, la costituzione di una
necropoli comune

• Costruzione di strade inghiaiate come quella che sale sul Palatino dal lato del Foro verso Porta Mugonia

• Distruzione di un quartiere di capanne sul Palatino per costruire un Muro di Fortificazione e la Porta
Mugonia (sacrificio di fondazione di una bambina, reale o simulato, e deposizione di vasi rituali senza ossa)
Il Deposito di Porta Mugonia (730-720 a.C.) Sotto la soglia si trova un deposito di fondazione, un sacrificio di
fondazione di una bambina, reale o simulato, e deposizione di vasi rituali senza ossa: coppa emisferica,
sonaglio piriforme, tazza con ansa bifora, disco forato in osso, 2 fibule a losanga con arco rivestito.

Ora concentriamoci sul luogo principale, si tratta di un ettaro di scavo (slide)

Lezione 7 05/04/2023

La casa ad atrio è un modello preciso di abitazione, lo leghiamo ad un tipo particolare di domus, la casa di
chi esprime il proprio ruolo, l’atrio ha una funzione pubblica, accogliere i clientes, fare politica, si fanno i
comizi elettorali, un luogo, aperto, illuminato ma coperto sotto i portici. Stimoli di carattere architettonico
dal mondo ellenistico: Gli atria verranno gradualmente sostituiti da Basiliche che ne assorbiranno le
funzioni per le varie attività collegate al vivere civile, le transazioni commerciali e finanziarie
(cambiamonete) e soprattutto i processi giudiziari.

• Vitruvio descrive la Basilica come un’area rettangolare che poteva anche essere aperta o illuminata da
lucernai e circondata da un portico che poteva essere coperto da una terrazza. Quindi viene fuori la basilica,
come è fatta la basilica? Normalmente a 3 o cinque navate con sistema di coperture che permette l’accesso
della luce. In origine la parte centrale poteva essere anche scoperta. Può presentare un’esedra per il
tribunal sul lato lungo che coincide con l’aedes Augusti. Qui spesso c’è il culto imperiale. Questo è un
grande spazio multifunzionale, diventa uno dei tre elementi principali, tempio, basilica. Costruita nel 179
a.C. dal censore Marco Fulvio Nobiliore come Basilica Fulvia ma voluta dagli Emili, completata l’anno
seguente dal collega Marco Emilio Lepido e più volte restaurata dagli Emili anche in età augustea • giunge
finalmente all’elaborazione di una tipologia edilizia probabilmente ispirata anche alle grandi sale ipostile dei
dinasti ellenistici che vi svolgevano anche le funzioni di Giudici (oeci aegyptii Sale Egizie). Tiberio Sempronio
Gracco (padre dei Gracchi) nel 169 a.C. costruisce una grande Basilica sul lato meridionale del Foro Romano
al posto della dimora di Scipione l’Africano (verrà poi sostituita a sua volta da Cesare nel 54 a.C con la
Basilica Julia) Basilica Sempronia. La città ‘ellenistica’ vede una forte crescita di alcuni settori come quelli
lungo il Porto Tiberino, ora un grande sistema di attracco e un grande Emporio sul Tevere, dove, anche
grazie alle nuove tecniche edilizie, crescono i complessi per lo stoccaggio delle merci (horrea Galbana), gli
spazi coperti funzionali alle operazioni di carico e scarico (porticus Aemilia) e altre infrastrutture connesse
come il Ponte Emilio, con uno sforzo economico promosso dagli Aemili. Lo Sviluppo Urbanistico lungo il
Tevere (II a.C.).

I Ponti di Roma

• Ponte Sublicio. Più antico ponte di Roma, costruito da Anco Marcio e difeso da Orazio

Coclite, costruito con le sublicae si trovava poco a valle dell’Isola Tiberina (dopo P.Emilio)
• Ponte Emilio. Costruito nel III a.C. e ricostruito nel II a.C.

• Ponte Milvio. Costruito nel 207 a.C e in muratura nel 110 a. C. e usato dalla via Flaminia

• Ponte Fabricio e Ponte Cestio. Sono i ponti a sinistra e destra dell’Isola Tiberina

Come appare il foro romano, Basilica Porcia (184 a.C.)

• Basilica Emilia (174 a.C.)

• Ricostruzione della Regia (dopo l’incendio del 148 a.C.)

• Fornix Fabianus sulla via Sacra (Fabio Allobrogico 121 a.C.), vengono cambiati anche gli edifici presso la
Curia, adesso il magistrato parla dando le spalle al comitio.

I nuovi edifici del Foro Romano (II a.C.) Comizio e Curia perdono le loro funzioni

• Caio Gracco sposta la Contio (123 a.C.) dove il magistrato riuniva informalmente e arringava il popolo
(contiones) e parla dando le spalle a Curia e Comizio rivolto verso il Foro (postura simbolica e passaggio da
stato oligarchico a democratico) • Le funzioni giudiziarie passano dal Comizio alle Basiliche. Questi gli edifici
prima di Cesare.

Giungiamo il periodo finale incentrato su alcune figure, periodo dell’urbanistica dei grandi condottieri.
Periodo di Guerre Civili (Guerra Sociale 90-89 a.C. - Battaglia di Azio 31 a.C.) che vede sorgere e tramontare
rapidamente grandi personalità capaci di imprimere un segno alla città.

Feroce speculazione edilizia (Crasso); sviluppo villa schiavistica; Diffusione dell’ellenismo;

Diffusione dell’opera cementizia e dell’opera reticolata

• Mario (100-82 a.C.)

Breve e convulso raccordo con il periodo precedente

• Silla (83-78 a.C.)

Interviene nel cuore della città tra Foro e Campidoglio

• Pompeo Magno (78-48 a.C.) il più importante di tutti

Ampio programma edilizio di impronta ellenistica nel Campo Marzio (opera Pompeiana)
• Cesare (78-44 a.C.)

Per reazione torna a intervenire nel cuore di Roma nell’area del Foro.

Mario (157-86 a.C.), uomo nuovo di parte popolare, attua una profonda riforma dell’esercito permettendo
l’ingresso dei nullatenenti equipaggiati dallo Stato e fedeli al loro generale. Eliminò i piccoli manipoli (30 per
legione) a favore delle coorti (10 di 600 uomini per legione). Aggiornò l’equipaggiamento e l’addestramento
con l’aiuto dei luogotenenti Silla e Sertorio. Con il nuovo esercito sconfisse prima Giugurta in Africa e poi
annientò Cimbri e Teutoni che cercavano di scendere in Italia. Si scontra con Silla scatenando sanguinose
repressioni a Roma. Le opere di Mario non si distinguono da quelle degli altri generali. • Templi di Honos e
Virtus e i trofei cimbrici sul Campidoglio. La costruzione del tempio di Iside sul Campidoglio attesta la
profonda ellenizzazione Gli anni della guerra sociale e poi della guerra civile non favoriscono le grandi
imprese edilizie e anzi gli interventi si limitano per lo più a restauri come quelli sulle vecchie mura di sec. IV
a.C.

La Roma di Silla (83-78 a.C.)

Interviene nel cuore della città tra Foro e Campidoglio:

• Pomerio. Per la prima volta dopo l’età regia estende il Pomerio, il limite sacrale

• Tempio di Giove Capitolino. Ricostruisce il tempio distrutto durante le guerre civili e per questo porta a
Roma da Atene le colonne dell’Olympieion. Fu Inaugurato nel 69 a.C. da Quinto Lutazio Catulo. Tempio di
Giove Capitolino. Ricostruisce il tempio distrutto durante le guerre civili e per questo porta a Roma da
Atene le colonne dell’Olympieion. Il tempio di Zeus Olimpio ad Atene (Olympieion) nel cuore di Atene
(piazza Syntagma) fu iniziato dai pisistratidi ma abbandonato con la loro cacciata (510 a.C.) e ripreso da
Antioco IV (174 a.C.) sotto i Macedoni con un progetto grandioso curato dall’architetto romano Cossutius.

• Curia. Fu ingrandita a scapito del Comizio per ospitare il nuovo Senato raddoppiato. Viene distrutta la
metà nord del Comizio mentre sopravvivono come gradinate semicircolari la Graecostasis a ovest e i Rostra
a est. La Curia di Silla Ricostruita da un suo discendente (52- 44 a.C.) Fu ingrandita a scapito del Comizio per
ospitare il nuovo Senato raddoppiato. Viene distrutta la metà nord del Comizio mentre sopravvivono come
gradinate semicircolari la Graecostasis a ovest e i Rostra a est.

• Basilica Emilia. Ricostruita sul Foro nel 78 a.C. dal console Marco Emilio Lepido

• Tabularium. Archivio Nazionale dello Stato inaugurato dall’altro console Quinto Lutazio Catulo sempre nel
78 a.C. Custodisce le tavole di bronzo con i testi giuridici e amministrativi. Conteneva un via tecta di
collegamento tra il Tempio di Giunone Moneta sull’Arx (NE) e il Tempio di Saturno con l’Erario (SO).

Il Tempio di Veiove (I a.C.) Il Tempio di Veiove, divinità infernale protettore della fecondità e del bosco
sacro forse di origine etrusca, inaugurato nel 192 a.C. (ma promesso nella battaglia di Cremona contro i Boi
nel 200 a.C.). Sorgeva nella sella (inter duos lucos) tra le due cime del colle capitolino, dove era l’asylum
romuleo per ospitare i fuggitivi delle città laziali. La struttura originaria aveva un podio in tufo e architetture
di tipo italico simile a quella del tempio della Concordia. Con la costruzione del Tabularium, che
presneytava una rientranza per rispettare il tempio, fu ricostruito ma in forme analoghe. Fu restaurato
sotto Domiziano.

I trionfi orientali di Pompeo Magno sui Seleuci e sui pirati (68-63 a.C.) mettono a disposizione ricchezze
ingenti per finanziare un grande e innovativo piano urbanistico di matrice ellenistica concentrato nel campo
marzio. Ampio programma edilizio di impronta ellenistica nell’area del Campo Marzio Apparentemente per
colmare una ‘anomalia edilizia’ data dalla mancanza di un Teatro di pietra in realtà mette in atto un
programma ampio composto da una serie di edifici • Teatro di Pompeo, grande edificio di 150 metri di
diametro capace di accogliere fino a 17.000 spettatori, sul modello del teatro di Mitilene e in generale dei
theatri exaggerati (su terrapieno) noti nella Campania romanizzata (II a.C.) ma dipendenti da prototipo di
Metaponto (IV a.C.) • Tempio di Venere Vittrice Realizzato sulla sommità della cavea del Teatro secondo la
consuetudine dei ludi scaenici collegati ai templi. Dedicato alla divinità tutelare di Pompeo già venerata
Anche da Silla con l’epiteto Felice e simile alla Tyche ellenistica, alla Fortuna romana arcaica Ma anche alla
Venere troiana cara alla propaganda aristocratica, Pompeo costruì su un podio rialzato un tempio dedicato
a Venere la cui gradinata di accesso era costituita dall'intera cavea eludendo il divieto del Senato• Porticus
pone scaenam, grande porticato ampio 180 per 135 metri Colossale su vari piani e decorato con opere di
artisti greci• Portici di Minucio e delle nazioni. Porticus Minucia Frumentaria Ampliamento di quella
costruita nel 107 a.C. da Minucio Rufo, racchiude i templi di Largo Argentina ed è il luogo ove avvenivano le
elargizioni di frumento.

Cesare in contrasto con il rivale Pompeo sceglie di intervenire soprattutto nell’Area del foro Basilica Giulia
Con l’oro delle conquiste galliche nel 54 a.C. compra la Basilica Sempronia e ci costruisce sopra nel 46 a.C. la
sua Basilica dedicata nel 46 a.C. Agente di Cesare è Lucio Emilio Paolo ma in realtà verrà terminata da
Augusto Foro di Cesare Nel 54 a.C. compra anche l’area a NE del foro Romano per realizzare una nuova
piazza porticata, ampia 160x75 mt, con Taberne e con il Tempio di Venere Genitrice sul fondo (Antenata dei
Giulii). Doveva servire alle elargizioni di denaro (congiaria e liberalitates) in opposizione alle frumentazioni
dell’Opera Pompeiana. Il Foro fu inaugurato sempre nel 46 a.C. in occasione del Trionfo. Curia Julia Nuovo
edificio che sostituisce il vecchio abbattuto. Viene spostata e ruotata come parte integrante del Foro di
Cesare ma aperta sul Foro Romano come collegamento simbolico. Primo dei Fori Imperiali costruito per
ampliare gli spazi politici e amministrativi della città e per decongestionare il Foro Romano ma anche con lo
scopo di celebrare Giulio Cesare. Fu tra le poche opere del suo complesso programma urbanistico che poté
inaugurare il 26 settembre del 46 a.C. prima della sua morte ma i lavori furono terminati da Augusto. Da
una lettera di Cicerone ad Attico sappiamo che egli era già stato incaricato nel 54 a.C. di acquistare i terreni
che costarono una cifra enorme. La Roma che Cesare avrebbe voluto (I a.C.): Ricostruzione dei Saepta Julia
Lungo il portico meridionale confinavano con il diribitorium. Recinto elettorale ancora ligneo e ora
ricostruito in pietra in sostituzione del più antico ovile. Avrebbe dovuto essere in marmo e circondato da un
portico lungo un miglio (fu completato da Agrippa che lo chiamò Saepta Julia) Costruzione del Teatro di
Marcello Iniziò le demolizioni per fare spazio a un nuovo teatro in risposta a quello di Pompeo Si tratta del
futuro teatro di Marcello Biblioteca di Varrone Affidò all’erudito Varrone il progetto di realizzare una
grande biblioteca sul modello dei re ellenistici. Il progetto fu terminato dal suo luogotenente Asinio Pollione
che la collocò nell’atrium libertatis. Ampliamento del pomerio. Per effetto giuridico delle conquiste
Deviazione del corso del Tevere dal ponte Milvio all’ansa del Vaticano Per guadagnare spazio e trasferire
qui le funzioni del Campo Marzio che avrebbe voluto liberare dalle costruzioni di Pompeo lasciando l’area a
disposizione dell’ampliamento della città anche con criteri urbanistici razionali.

Lezione dal 10 al 19 Aprile

Power point sui fori imperiali: FORO DI VESPASIANO: Abbiamo finito di parlare del foro di Augusto. Foro
romano, foro di Cesare e foro di Augusto. Gli edifici che vennero realizzati successivamente: il foro di
vespasiano, che non è un foro ma un tempio, un santuario della pace. Un edificio che ha il problema con i
fori imperiali che ci passano proprio sopra come gli edifici medievali. Stesso problema che avrà il foro di
Nerva. Il tempio della pace era collocato dove prima c’era un macellum. Il tempio non accoglie funzioni
giudiziarie o amministrative ma culturali come biblioteca e museo per questo non è proprio un foro.
Costruito da Vespasiano tra il 71 e il 75 d.C. e completato da Diocleziano nel luogo ove sorgeva il macellum
distrutto dall’incendio del 64 d.C. per celebrare la Pax Augusta. Probabilmente ne ricalca l’ingombro e
l’orientamento della piazza ma non ospita botteghe come prima faceva il macellum. È un enorme giardino,
un polo culturale. Questo complesso venne associato alla biblioteca di Adriano ad Atene. La grande piazza
quasi quadrata (135x110 mt) porticata su tre lati richiama prototipi ellenistici che godranno di lunga fortuna
come il peristilio del tempio domizianeo di Serapide nel Campo Marzio (80 d.C.) o la Biblioteca di Adriano
ad Atene (132 a.C.). È l’ennesimo foro ma con funzione culturale. Quel che accade a Roma ha parallelismo a
ciò che accade ad Atene, perché ad Atene vennero costruiti spazi simili come la Biblioteca di Adriano che
somiglia al tempio della pace. I portici laterali erano adorni di nicchie che servivano per esporre opere
d’arte (conquista del giubileo e sono frutto del fatto che venivano restituite ai romani quelle che Nerone
aveva messo nella domus aurea) mentre sul fondo si trovava il Tempio della Pace e ai lati le Biblioteche. La
piazza era in terra battuta con una fascia lastricata in marmo bianco di Luni solo lungo il lato d’ingresso per
il resto erano presenti 6 lunghi canali laterizi (euripi) bordati da siepi di rose galliche e coperti da un velo
d’acqua raccolta da un canale di marmo.un vero e proprio giardino. Importante è il tempio centrale ed è
questa la differenza con quello di Adriano. Il Tempio centrale non era dedicato alla divinità tutelare di
Vespasiano ma alla Pax Augusta simbolo della dinastia Flavia. Il Tempio, innalzato per celebrare il Trionfo
sui Giudei, è una sala absidata (con la statua di culto su podio) al centro del fondo con pronao esastilo
corinzio con colonne di marmo rosa e con altare antistante. Non è enfaticamente rialzato su un podio ma
allo stesso livello del Portico. Come un grande museo pubblico contiene il bottino di Gerusalemme e le
opere d’arte della Domus Aurea di Nerone. Ai lati del Tempio sorgono le Biblioteche Greca e Latina. A est 2
vani sono sotto la via dei Fori Imperiali. A ovest un vano interno è stato scavato e l’altro fu trasformato nella
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (VI d.C.).

Il Templum Pacis in età severiana: Sotto Commodo nel 192 d.C. fu devastato da un incendio e venne
restaurato pochi anni dopo da Settimio Severo che vi collocò probabilmente l’archivio urbano e vi affisse la
Forma Urbis fronteggiata dall’Italia Picta (vano interno ovest). La forma urbis c’era ma perché era davvero
quello l l’archivio, era il quadro d’unione. Come la carta dell igm, era funzionale per poi creare tra le carte
d’archivio quella che ci interessava.

LA FORMA URBIS ROMAE SEVERIANA: Fu collocata sotto Settimio Severo su un’aula del Templum Pacis
costruito da Vespasiano (che forse ne aveva promosso una prima versione). L’aula fu poi inglobata dalla
chiesa dei santi Cosma e Damiano. Rappresentava il piano terra degli edifici (pianta catastale) Misurava
circa 13 per 18 metri ed era composta da 150 lastre di marmo. Era in scala 1:240 (un piede sulla Forma
corrispondeva a 2 actus nella realtà). Il prossimo passaggio: il complesso architettonico con maggior genio.
Il FORO DI DOMIZIANO. quello che era uno spazio di passaggio diventa un foro.

Il Foro Transitorio o Foro di Domiziano: Si inserisce nello spazio rimasto nell’Argileto, quartiere tra Subura e
Foro Romano sviluppato ai lati della via omonima, sotto il quale correva la Cloaca Massima. La piazza
monumentalizza le vie di raccordo mantenendole in funzione con un sapiente gioco di aperture e di
percorsi obliqui all’interno della piazza. Occupa con vari accorgimenti tecnici lo spazio rimasto e si configura
come raccordo ( per questo si chiama foro transitorio) tra le altre piazze forensi donando a tutto il
complesso un nuovo carattere di unitarietà. Tanto che Marziale nel 93-95 d.C. parla di forum triplex
alludendo al complesso dei fori di Cesare, Augusto e Domiziano ed escludendo significativamente il tempio
della Pace che lui non considera un foro. Iniziato nell’84 sarà ultimato dopo l’assassinio di Domiziano (98
a.C.) e perciò erroneamente noto come Foro di Nerva. Per mancanza di spazio l’architetto Rabirio ricorse a
un finto portico con colonne accostate al perimetrale, coronate da un alto attico decorato con un fregio con
figure divine e raffigurazioni dei miti di Minerva come quello superstite di Aracne (sulle colonnacce). La
recinzione è alta. In un primo momento occupava uno spazio il tempio di Giano che poi crolla e viene
sostituito da questo spazio che viene orientato al contrario perché il tempio ci sarà dall’altro lato. Esisteva
un gioco di false porte che si mettevano in comunicazione con gli altri fori. La piazza era lunga e stretta e
sfruttava bene lo spazio a disposizione. Il gioco delle mura curve è sempre un gioco prospettico. Venne
creata la Porticus Absidata che dava accesso all’altro lato. È una situazione complessa, è un’architettura che
richiama quella barocca. Gli scavi terminarono nel 1996. Il settore ad Est si conserva un tratto del muro
perimetrale. Sopra le colonne ci sono otto incavi per sostenere le statue. Sotto c’è il fregio con il mito di
Aracne. Il fregio si conserva sotto la raffigurazione di Minerva in armatura sull’attico. Per primo Hugo
Blűmner (1877) vi riconobbe la dea che colpisce la tessitrice in viso con una spola (Ovidio, Met., VI, vv. 132-
133): qui Minerva usa la spada perché meglio visibile. Alle spalle di Minerva Ergane, protettrice delle arti
tecniche, una anziana, una donna e una bambina rappresentano il corso della vita e due tessitrici,
adempiono ai doveri femminili e sono modelli delle virtutes femminili contrapposte all’empia Aracne.
Marie Therèse Picard, invece, ha pensato agli omaggi resi a Minerva da un gruppo di tessitrici devote.

IL TEMPIO DI MINERVA: Sporgeva solo con la fronte esastila dal lato curvo di fondo e aveva la cella
absidata divisa in 3 navate. La decorazione architettonica gioca sui chiaroscuri con l’esuberanza barocca
tipica dell’età flavia. Il Foro Transitorio: gli scavi:

• Nel settore sinistro sono emerse strutture ipogee accessibili con scale e articolate in corridoi in opera
incerta con pavimenti in spicatum.

• Lungo i corridoi si aprivano piccoli ambienti, alcuni a mosaico, con nicchie nelle pareti per giacigli lignei,
lucernai e porte chiuse con cancelli di ferro.

• Si tratta di ergastula, alloggi degli schiavi addetti alle domus.

• In base ai mosaici si riconosce una prima fase di II a.C. e la seconda di inizio I sec. a.C.

• Alla prima appartiene un pannello in mosaico con figura maschile itifallica che nuota, affiancata ad un
grande animale marino e altri frammenti di pannelli a mosaico con motivi geometrici e vegetali, nonché una
serie di tombini per il deflusso dell’acqua, forse per un piccolo edificio termale.

• Le enormi fondazioni di cui si è rimesso in luce l’intero perimetro, sono da attribuirsi ad una prima fase
progettuale del Tempio di Minerva. Il Foro Transitorio nel Medioevo: anche questo è un foro che evolve nel
tempo. Gli scavi hanno mostrato resti di un grande edificio porticato sul livello della piazza antica costruito
con materiali di reimpiego (fine VIII d.C.). Resti di altre strutture, edificate con la stessa tecnica anche sul
lato opposto, delimitano una strada che in epoca tarda prese il nome di Fundicus Macellorum de'
Archanoè. Durante il pontificato di Pio V (tra 1566 e 1572) il Cardinale Bonelli fece bonificare la zona,
malsana per le fuoriuscite della Cloaca Massima con un solido sistema fognario riutilizzando materiali di
recupero del Foro transitorio. Molti elementi vennero utilizzati altrove.

IL FORO DI TRAIANO : È l’ultimo e il più grande dei Fori Imperiali, accessibile dal Foro di Augusto ma con
l’orientamento di quello di Cesare. Il Foro di Traiano e il Campo Marzio: Per costruirlo, dato che non c’era
spazio abbastanza , viene sbancata la sella tra Campidoglio e Quirinale per un’altezza pari alla Colonna
Traiana e finalmente si realizza il collegamento con il Campo Marzio. Interessante che forse il collegamento
era già stato iniziato da Domiziano (bolli nelle fondazioni e nella Terrazza Domizianea). Questo perché la
terrazza domizianea contiene mattoni bollati da lui e per questo lo sappiamo. Dai fori imperiali si entrava
nelle alte sequenze di portici. Un vero e proprio collegamento. Nell’angolo c’è la: La Terrazza Domizianea:
Oggi Loggia dei Cavalieri di Malta (XV) costruita con laterizi bollati da Domiziano racchiude diverse fasi In
origine fu abitazione di Sesto Pompeo cui si addossò l’abside del Foro di Augusto. Poi divenne la fontana
terminale dell’aqua Marcia in un più ampio progetto domizianeo di sistemazione urbanistica dell’intera
area che non fu terminato e gli si addossò il portico est del Foro di Traiano le cui impronte scalpellate sono
ancora visibili. Il foro di Traiano è in parte coperto dai fori imperiali e sopra sono ben conservati i mercati di
Traiano.

Il Foro di Traiano:

• Fu realizzato da Traiano e dal suo architetto Apollodoro di Damasco nel 106-113 a.C. grazie al tesoro
sottratto a Decebalo con la conquista della Dacia (101-106 a.C.)

• Comprende il complesso della Piazza con Basilica, Biblioteche, Colonna (Mausoleo di Traiano) e quello dei
Mercati sul fianco del Quirinale dove passavano due strade per il Campo Marzio. Adriano aggiunse il
Tempio di Traiano e Plotina.
Gli Ingressi del Foro e il Tempio di Traiano: Recentemente le indagini archeologiche del 2004-2007 hanno
mostrato che a sud il falso portico d’ingresso non era curvo ma a linea spezzata (come quello del Foro
Transitorio) e preceduto da un cortile porticato. Inoltre, a nord ci sarebbe un propileo d’ingresso e non il
tempio di Traiano e Plotina divinizzati, anche se gli ultimi scavi 2011 lo avrebbero infine rintracciato nella
collocazione tradizionale sotto Palazzo Valentini e la Chiesa del santissimo Nome di Maria. Le esedre erano
4 è una si insinua in quelli che sono i mercati Traianei.

L’accesso meridionale e il Trionfo sui Daci: L’ingresso principale avveniva dal lato del Foro di Augusto dopo
un cortile porticato e immetteva nella grande piazza ampia 118 per 89 metri. La porta riprodotta in un
aureo era una arco trionfale coronato dalla sestiga imperiale con la Vittoria rivolta all’interno e ai lati 2
trofei anatomici. In basso 6 colonne inquadravano nicchie timpanate forse con statue di Daci sconfitti
mentre sull’attico erano clipei e un fregio con amorini e grifi che libano con kantharoi e patere. Si allude alla
pace ritrovata domando fiere assimilabili ai Daci che in effetti furono inseriti nell’esercito e presto
romanizzati. I daci che diventano duri da abbattere e poi si romanizzano sono rappresentsati come
Ammonì.

La statua equestre di Traiano: Nella piazza campeggiava la statua equestre di Traiano presso l’ingresso
rivolta verso la Basilica. Nota dalla numismatica si è recentemente rinvenuto il basamento. Ancora visibile
nel 357 d.C. durante la visita di Costanzo II (Ammiano Marcellino). Era 1 volta e mezzo quella di Marco
Aurelio che ne copia la posa. Traiano recava in una mano la lancia rivolta verso il basso (segno di
pacificazione) e la statua della Vittoria come in dono (come nell’equus Domitiani del Foro romano che però
presentava la divinità).

I portici laterali e le esedre: I portici erano ampi e rialzati di 2 gradini con 2 esedre simili a quelle di Augusto
separate da una fila di pilastri con pavimento in marmo giallo e pavonazzetto. Il fondo era scandito da
lesene su 2 ordini con una nicchia centrale tra colonne di granito e dovevano accogliere statue imperiali. Gli
ampi portici accoglievano cicli scultorei che vennero arricchiti nel tempo e davano accesso alle esedre
separate da pilastri rettangolari dello spessore dei muri perimetrali. Verso la piazza le colonne del portico
erano corinzie scanalate con attico su 2 livelli con Daci e clipei con teste ritratto (es. Nerva e altri personaggi
illustri come nei portici) come nel Foro di Augusto. Uno degli edifici più imponenti:

la BASILIA ULPIA. La Basilica Ulpia e la piazza: Così chiamata dal gentilizio dell'imperatore. Era la più grande
(170 x 60 metri) Chiudeva la piazza a nord con il lato lungo rialzato da 3 gradini e con 3 avancorpi sporgenti
sulla facciata sormontata da un attico con sculture dei Daci in marmo bianco lunense alte circa 2,5 metri
alternate a pannelli decorati in rilievo con cataste di armi. Il coronamento sporgente sopra i Daci recava
iscrizioni in onore delle legioni impegnate in Dacia che secondo alcuni parteciparono anche alla costruzione.
I daci li conosciamo perché alcune statue sono sopravvissute una delle quali a Firenze nel giorno di Boboli.

L’interno della Basilica Ulpia: Divisa in 5 navate da colonne di granito. La navata maggiore centrale aveva
un secondo piano con un colonnato e forse anche un terzo simile con fusti lisci in marmo cipollino. Sui lati
corti, dietro lo schermo di una terza fila di colonne, si aprivano due absidi. Quella ovest ereditava la
funzione dell’atrium libertatis augusteo (manumissione schiavi). Dalle terrazze sul piano superiore che
giravano anche sui lati delle Biblioteche si leggeva la colonna spiraliforme. Sul fregio erano Vittorie che
sacrificano tori o adornano candelabri con ghirlande.

Le Biblioteche e la Colonna: Pavimentate in granito grigio riquadrate in giallo antico con pareti ornate da
due ordini di colonne, nelle quali si aprivano nicchie per volumi accessibili con alcuni gradini mentre sul
fondo il colonnato formava un’edicola con frontone per ospitare una statua. 2 ampie sale erano poste
simmetricamente nel cortile dietro la Basilica Nella Biblioteca Ulpia si conservavano decreti, l’archivio di
Traiano, i libri lintei (annali di Roma) ancora al tempo di Aureliano (III d.C.) oltre a testi greci in quella
orientale e latini nell’occidentale.
Nel cortile si trovava la Colonna Traiana La Colonna Traiana: Colonna celebrativa delle imprese militari e
monumento funerario che custodiva le urne con le ceneri diTraiano e Plotina. Alta 100 piedi (29,78 metri)
come l’altezza dello sbancamento con un fregio forse lungo come la piazza. Numerosi scultori guidati da
Apollodoro lavorarono a 155 scene e 2.500 figure fino all'inaugurazione il 12 maggio del 113. La narrazione
tratta dai Commentarii di Traiano (a imitazione di Cesare) si sviluppava sul fusto come un rotolo (volumen)
significativamente tra le biblioteche.

Il Foro e l’architettura militare: Secondo alcuni studiosi (Zanker) il Foro riecheggerebbe gli spazi
dell’architettura militare cara a Traiano e Apollodoro con la piazza per le adunanze, i principia (Basilica) e il
sacello per le insegne (Colonna) Oggi si tende invece a vedervi un collegamento con l’originario Atrium
Libertatis di Asinio Pollione. Riproduce gli spazi che hanno costruito gli stessi soldati. Oggi molti
sottovalutano questo legame con il mondo militare.

Il Foro e i Mercati: PROBLEMA : Si è discusso sull’attribuzione del Foro e dei Mercati allo stesso Architetto
(Apollodoro) perché il Foro avrebbe una rigidità che contrasta con la complessità dei Mercati in opera
laterizia (Giuliani) e taluni hanno pensato che questi fossero opera dell’architetto di Domiziano Rabirio. In
realtà il Foro racchiude una doppia natura con percorsi più tradizionali e ortogonali lungo l’asse interno alla
piazza e più complessi e variegati sotto i portici con le esedre e lungo le vie laterali (De Maria).

I Mercati di Traiano

• Il complesso sorse per sostenere il taglio delle pendici del Quirinale ed è separato dal Foro da una strada
basolata.

• Riprende la forma semicircolare dell’esedra e si articola su sei livelli.

• Le date dei bolli laterizi in massima parte rimandano a Traiano anche se l’inizio dei lavori e dello
sbancamento potrebbe risalire a Domiziano.

• La via superiore a mezza costa in età tarda era chiamata Biberatica mentre al livello del foro si aprono il
‘Grande emiciclo’ articolato su tre piani con due ‘Aule di testata’ alle estremità e il Piccolo emiciclo’ con
ambienti di nuovo su tre piani. Due scale alle estremità del Grande emiciclo consentono di raggiungere i
piani superiori e la via Biberatica.

I Mercati di Traiano

• Ampio uso della duttile tecnica costruttiva dell’opera laterizia (calcestruzzo rivestito da mattoni che
sfrutta tutti gli spazi ricavati dal taglio della collina con ambienti di varia forma su vari livelli tra loro
collegati.

• Gli ambienti erano coperti da volte a botte e semicupola sino alle 6 volte a crociera della ‘Grande aula’
appoggiate su pilastri con mensole in travertino.

• Le pavimentazioni sono soprattutto a spina di pesce spesso coperte da mosaici di selce


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Lezione 20/04/2023

I cittadini l'elaborazione di modelli urbani, cioè costruire delle città. Io posso mettere a fuoco, mettere a
punto la forma della cittadinanza romana ma poi quando invio i coloni non nella forma abilitata, non
colonie che vanno in territorio senza città. Euro in cui viene fondata la città. Ora sappiamo anche come no,
con una legge promulgata dal Senato. Quando l'invio devo costruire una città, quindi c'è una Sapienza
urbanistica che secondo molti studiosi fa riferimento a delle tecniche precise. E anche a, come dire, a una
scuola era presenza di soluzioni diversificate. Precostituite, cioè delle forme di città che da un punto di vista
ideale già passate pensate, si seleziona metterla così la tipologia, la colpa più ad alta al luogo che la si adatta
al caso specifico, quello di cui sto parlando è quello che viene. Chiamato Paolo Sordella, il principale
studioso di questa linea che ricerca fondatore di questa linea di ricerca, piano programmatico. Che cos'è?
L'interno programmatico non è la città, non è la forma regolare di città che noi ricaviamo dai resti della città
stessa, ma è l'idea sottesa, la sovrana lizzazione un fatto concettuale, se volete teorico, non corrisponde alla
sua realizzazione, è l'idea da cui si parte. Va bene? Allora ne abbiamo già parlato, ve lo richiamo. Abbiamo
parlato di cittadinanza e voglio anche provare a fugare un dubbio. Anche questo penso di averglielo detto
più volte, se ci tolgono sopra ancora tanti approcci un po’ analitici e devo dire semplificatori si tende a
mettere a fuoco due soluzioni: città di fondazione e città a sviluppo spontaneo, ci sono delle città che non
nascono come colonie ma hanno un assetto regolare. Seconda riflessione possiamo pensare che esiste un
rapporto tra forma della città e cittadinanza. Come sono fatti i municipi spesso non è detto che siano
regolari, (slide).

Altra questione: esistono delle città razionali che sono nel mondo greco. Il Pireo, città italiche come
Marzabotto che hanno la forma di città greche (slide) utilizzano plateiai e stenopoi, esiste già l’urbanistica
ortogonale romana con l’impianto degli accampamenti (slide) come è fatto l’accampamento. L’impianto ci
pone problemi cronologici, Ostia, Polibio racconta che i romani impararono da Pirro 375, siamo sicuri che la
forma della città romana deriva dall’accampamento? Dubbio, seconda questione, è l’analisi della forma
dell’accampamento, con l’incrocio di tre assi(slide) uno dei più famosi è datato nel secondo secolo dopo
cristo, quindi in epoca molto avanzata, questo è di età medio imperiale in Algeria(slide), si riconoscono i
princhipia , una piazza porticata con edifici che si aprono, il sacrario per le insegne. Altri accampamenti
sono noti nello Yorkshire attraverso i croopmarks.

Possiamo argomentare meglio la questione leggendo la tradizione romana(slide) la tradizione dei castra
stativa, Polibio e Frontino ci dicono che i romani guardavano Pirro. (slide)

Le vie del castrum (slide) da queste strade si determina il nome delle mura(slide), gli spazi interni
dell’accampamento sono la Retentura, la praetentura(slide).

Le canabae: insediamenti a sviluppo spontaneo, sono l’economia dell’accampamento; quindi, si creano dei
villaggi per attività di produzione di oggetti per i legionari, luoghi di ristoro, sono civili non militari.

Il rapporto tra accamp. e città: è fisico, è molto evidente nel foro(slide) tre elementi da tenere in
considerazione: struttura accampamento, città costruite dai militari in un altro luogo oppure città che
sorgono dove c’erano gli accampamenti esempio la città di Timgad in Numidia (slide). L’altro caso il castrum
di Glevum diventa città nel momento in cui i legionari vanno in congedo, in questo caso si può parlare di
urbanistica castrense. Il caso particolare è Burnum in Croazia, succede che l’accampamento diventa città,
sorge su un fiume incassato, è una frontiera politica. Il Canyon che taglia. La Gradina, viene creato un
aggere difensivo ed è il luogo dove nasce il primo insediamento romano, gli permette di controllare il
guado(slide). I resti li possiamo vedere con fotografie aeree, il castrum con le vie ortogonali, il grande
accampamento arancione probabilmente di Ottaviano. Attraverso le immagini geofisiche ci hanno fatto
conoscere i fossati (slide).

Foro tripartito: un’area dove c’è il capitolum, la piazza, e poi la basilica. (Slide)

La centuriazione(slide) viene messa in atto dalla legge agraria. La groma serve per il piano programmatico.

Gli isolati: (slide)

Lezione 26/04/2023

Riflessioni sulla polis greca

Una serie di frasi: Lo stesso concetto di polis per abbracciare del pari Atene, Sparta, Marsiglia, la Parrasia,
l’Atamania, deve ridursi a tale astrattezza, deve talmente spogliarsi di ogni lineamento concreto da
rassomigliare al concetto che Sant’Agostino dava della materia come metafisico componente della
sostanza; prope nihil. (Gaetano De Sanctis da Ampolo 1980; 1987-89). Dunque, la storia della città greca,
sotto il profilo materiale, è la storia delle singole città. Il concetto di polis è il risultato dell’inscindibile
fusione dei due elementi principali che lo compongono: asty e chora. La polis è la comunità dei cittadini che
si distribuisce nell’abitato principale e nella campagna circostante senza che sia dirimente per lo statuto di
polites (cittadino). Sparta mantenne a lungo l’organizzazione in distretti rurali e ebbe mura solo nel III a.C.
(E. Greco 1999).

Sul piano lessicale: I Greci parlavano di asty (lo spazio urbano) e soprattutto di polis (la città in senso ampio
o l’acropoli) che viene considerata parte della chora ossia un ambito territoriale più vasto che era
interessato dal popolamento sparso aggregato kata komas ossia per villaggi sparsi.

• Secondo Tucidide (I, 1) e Aristotele (Pol. V, 1305 ss.) la maggior parte dei Greci viveva kata komas
piuttosto che nella polis

• Il termine polis comprende sia l’agglomerato urbano (città) sia la comunità dei cittadini (cittadinanza).

Nel periplo dello Pseudo Silace (IV a.C.), così chiamato perché erroneamente attribuito a Skylax di Carianda
(VI a.C.) vengono enumerati gli insediamenti lungo le coste del Mediterraneo e del Mar Nero Sono presenti
733 toponimi di siti in gran parte definiti poleis Si dice che la Grecia inizia a diventare continua lungo la
costa dalla foce dell’Acheronte (Epiro meridionale) sino a quella del Peneios (Tessaglia settentrionale) Nella
sezione dedicata alla Grecia si usa semplicemente il termine polis perché Hellenis sarebbe superfluo Per il
resto distingue tra polis Hellenis e polis nel senso di città dei Barbari ossia degli Altri che non sono Greci.

Tra VIII e III sec. a.C. città greche autonome (città stato) sorsero con dinamiche molto diverse in Grecia e nel
resto del Mediterraneo, per genesis spontanea, synoikismos o apoikia.

• Tutte le varie città greche sparse nel mediterraneo erano legate da contatti culturali e commerciali e, pur
nella varietà dei casi e dei dialetti, avevano la percezione di un’identità culturale comune che li distingueva
dai barbaroi/barbarophonoi

• Alcuni Santuari, come Delfi, Olimpia o Dodona, erano luoghi di culto comuni che creavano una religione
condivisa (Erodoto)

• In età ellenistica molte Colonie Greche sorsero nel Medio Oriente e continuarono a riconoscersi in una
sostanziale unità culturale rafforzata dalla convergenza linguistica nelle forme dei dialetti Attici e Ionici sino
a creare un linguaggio comune (koine)

• Originariamente sinonimo di akropolis (cittadella fortificata) anche per indicare insediamenti fortificati
d’altura

• Più spesso indica un centro urbano quasi come sinonimo di asty (poemi omerici) • Nei poemi omerici
però la polis è presente se non nei termini almeno nella descrizione di Troia • In età arcaica e classica per
metonimia polis diventa la comunità civica • Può indicare anche la città e il suo territorio (polis + chora =
città stato) oppure simultaneamente la città, la comunità e lo Stato.

• In questo senso però si usa il nome proprio (hoi Athenaioi = tutti gli abitanti dell’Attica) • (Hansen 1997)

La polis è la forma più tipica e originale di organizzazione politico-statale greca ma non l’unica. Convive con
forme organizzative diverse a base etnico-regionale (ethne e koina) a volte anche in maniera integrata nello
stesso orizzonte politico-territoriale. Queste ultime non costituiscono necessariamente uno stadio evolutivo
precedente e preparatorio. (M. Lombardo 1999) La nozione di polis è complessa ma è stata sistematizzata
come categoria unitaria dalla tradizione storica e antiquaria ma anche da teorizzazioni ideologiche antiche
(Aristotele) autonome rispetto alla realtà archeologica. (Gawantka 1985)
Morgen Herman Hansen in Polis. An Introduction to the Ancient Greek City-State (2006) afferma che
possiamo considerare tre categorie di fonti per comprendere la genesi della polis

• Analisi Etimologica dei termini utilizzati e delle loro variazioni di significato

• Studio delle Fonti Letterarie e delle iscrizioni databili tra VIII e VI a.C.

• Considerazione dei Resti Archeologici degli insediamenti urbani più antichi

Nella sua radice Indoeuropea il termine indica un sito fortificato (quasi sinonimo di cittadelle/acropoli
micenea) prima ancora che una Città o uno Stato.

Il greco polis, come pùr (Antico Indiano), pilìs (Lituano), pils (Lettone), identifica il sito fortificato. Il termine
polis risale almeno all’Età Micenea e nella tradizione più antica può essere sinonimo di acropolis. Ma polis,
a differenza di acropolis, implica sempre la presenza di un insediamento.

Quando una polis diviene una Città-Stato è costituita da una comunità con un governo autonomo composta
da politai o astoi (cittadini maschi adulti) che vivono con le loro famiglie in un abitato fortificato (polis o
asty) o nellla chora o ghe (territorio) assieme agli xenoi o metoikoi (cittadini non liberi) e ai douloi (schiavi).

Come si diventa cittadini

Nascita: Nascita Occorre essere figlio di un cittadino a volte esteso in maniera restrittiva a una o due
generazioni precedenti (Aristotele, Politica) e/o all’ascendenza materna. Pericle con la legge del 451 a.C.
limita il diritto ai nati da entrambi i genitori ateniesi (Costituzione degli ateniesi

Proprietà Terriera: Diritto di possedere la terra e l’abitazione come base di sussistenza degli oikoi (nuclei
familiari alla base della società): i cittadini sono una comunità di comproprietari terrieri che risiedono nella
stessa chora

Partecipazione all’Esercito: Ad Atene gli aristocratici erano cavalieri ed eleggibili alle cariche più alte, i
contadini (zeugiti) costituivano la falange oplitica o della marina

Integrazione sociale e culturale: Passava attraverso la paideia ossia l’iter educativo che formava il cittadino
scandito da riti di passaggio.

Rapporto polis - komai Processo complesso e differenziato di coagulazione sinecistica: aggregazione fisica e
politica di più komai e di definizione di un rapporto gerarchico tra centro e periferia in uno spazio della
comunità politica e territoriale ben delimitato nei confronti degli altri.

Ruolo della religione La delimitazione dello spazio della polis è contrassegnata dai santuari di confine
(heraion di Argo, di Foce Sele a Posidonia, delle Tavole Palatine a Metaponto).

Il culto poliadico sull’acropoli afferma anche visivamente un’ideologia comunitaria incentrata sulla
comunità di valori (koinòn-koinonìa) e sullo spazio mediano condiviso (meson)per la vita politica nell’agorà

Leggi del vivere comune Il Territorio e la Popolazione costituiscono una cosa comune partecipata: il potere
esecutivo viene esercitato a rotazione per periodi definiti secondo la legge comune (nomos).

La POLIS sviluppa una serie di funzioni economiche, politiche e amministrative che si materializzano in
edifici specifici:

AGORA Luogo di riunione del popolo che ascolta le decisioni dei capi ma anche luogo del mercato. Nelle
città democratiche presso l’Agora si collocano Pritaneo e Bouleuterion
PRITANEO luogo del focolare consacrato alla divinità protettrice annesso alla residenza dei PRINTANI, i
dignitari della città. Da qui (metropolis) prendono il fuoco i coloni per fondare la colonia (apoikia).
Comprende l’Altare con la fossa e le braci e la sala del banchetto pubblico.

BOULEUTERION Consiglio dei nobili e dei funzionari rappresentanti dell’assemblea civica da cui vengono
scelti i Pritani. L’assemblea avviene in una sala coperta.

In questa fase si colloca l’inizio del fenomeno coloniale a prescindere dalla presenza di precedenti
frequentazioni micenee spesso è anticipato da contatti precoloniali Conseguenza della crescita economica
delle città alla ricerca di uno sfogo:

• ESPANSIONISMO COMMERCIALE: apertura di nuovi mercati, ma il commercio antico è saltuario, spesso


privato e aristocratico e ‘acquisitivo’ (il surplus è scambiato per acquisire ciò che manca)

• COLONIE DI POPOLAMENTO: movente principale è il bisogno di terra. Per questo vengono distaccati
contingenti di coloni dalla madrepatria per allentare la pressione demografica e risolvere la crisi agraria
lenendo gli attriti sociali La colonia tenderebbe a riprodurre il tipo di società della madrepatria.

Andiamo a vedere Epiro settentrionale: ’Ηπειρος/ ’Απειρος: Il continente senza confini davanti al mare Gli
abitanti delle isole di Corfù e Cefalonia designano ab antiquo con questo termine gli abitanti della costa,
dunque la Grecia nord-occidentale.

In Epiro, come in altre aree periferiche, l’economia del territorio favorisce la persistenza dell’insediamento
sparso (kata komas) e solo in epoche avanzate (età ellenistica) si avvia una gerarchia tra siti che favorisce lo
sviluppo urbano di alcuni luoghi più centrali.

La geografia, il territorio vocato all’allevamento, in questi luoghi l’organizzazione è più potente. (slide)

Le comunità Epirote alleati di sparta nel 429, tra quinto e quarto cosa succede, cominciano ad essere
definiti dei popoli, tre comunità: Caoni, Molossi, Tesproti.

I molossi gestiscono il santuario di Dodona, luogo ancestrale per i greci, secondo la tradizione questo è un
santuario che viene dall’Egitto. Enea approda a Butrinto perché deve andare a sentire l’oracolo al santuario
di Dodona. Questo è il luogo di origine dei Pelagi.

Di phoinike, proviamo ad analizzare, abbiamo due tradizioni:

.I Teorodochi di Epidauro avevano visitato 7 diversi stati epiroti (circa 360 a.C.):
…APEIROS/PANDOSIA…/KASSOPA…/THESPROTOI…/POIONOS…/KORKYRA
…/CHAONIA…/ARTICHIA…/MOLOSSO…/AMBRAKIA…/

• I Teori di Argo (330 a.C.) vistano la regina Cleopatra moglie di Alessandro il Molosso e la città di Phoinike
in Caonia che dunque aveva ancora una certa autonomia:
APEIROS…/PHOINIKA…/KASSOPA…/APOLLONIA…/KORKYRA…

Una laminetta di Dodona (330-320 oppure 230? a.C.) menziona a polis a ton Chaonon che interroga Zeus
Naios e Dione sull’opportunità di spostare il tempio di Athena poliàs (Phoinike o Butrinto?): Agathai tùchai
– Aiteitai a polis a ton Chaonon / tov Dìa tòn Nàon kaì tàn Diovav anelein ei lu/on kai ameinon kai
sumpharoteròn esti tòn vaòn / tòn tas Athavas tas Poliados anchorixantas poiein

Buona sorte – La città dei Caoni (Phoinike) chiede a Zeus e Dione se è opportuno spostare il tempio di
Athena Poliàs in una posizione migliore.

Tra IV e III a.C. anche i Caoni confluiscono nel Regno Molosso come si evince da 2 episodi: 1. La fondazione
di Antigonea nella valle del Drinos da parte di Pirro re dell’Epiro (296-295 a.C.)
2. La presenza di Caoni e Tesproti nell’esercito che Pirro schiera nella Battaglia di Ascoli Satriano (279 a.C.)
Dalla symmachia al koinon degli Epiroti

• Questo Stato Unitario è rappresentato dalla symmachia degli Epiroti citata in una laminetta di Dodona
(317-297 a.C.)

• Dopo l’estinzione della Monarchia Eacide (232 a.C.) emerge il koinon degli Epiroti, una struttura
repubblicana di tipo federale che concentra il potere esecutivo nelle mani di un solo Stratego assistito da un
prostates dei Molossi e uno dei Caoni.

Roma attraversa l’Adriatico: ten proten diabasin (229 sec. a.C.) • seconda metà III sec. a.C. • 230-229:
Guerre fra Caoni e Illiri, durante la quale verrà presa Phoinike. Si concludono con un trattato. • 229-228:
Epidamno, Apollonia e Corcira, chiedono la protezione di Roma contro le scorrerie dei pirati Illiri. a Roma
annienta la flotta illirica • 224-223: l’Epiro entra nella Lega Ellenica → Questa prima traversata romana
(Polibio: protè diabasis), secondo alcuni studiosi determinerà una svolta che porterà l’Impero a raggiungere
il suo carattere universale.

Lezione 3/05/2023

Geomorfologia: che cos’è l’Acropoli,


I due pilastri ci danno le informazioni
I frontoni

Ricostruzione in archeologia: frammenti di una voluta di un capitello corinzio, esempio

3d in archeologia: Rilievo (acquisizione digitale) Ricostruzione virtuale (computer grafica). La ricostruzione


virtuale è qualunque ricostruzione potenziale è iniziata molto prima dell’introduzione del computer.

Extended Matrix: raccolta dati, gestione e analisi dei dati, interpretazione e ricostruzione tramite proxy. Lo

Unità stratigrafica virtuale: si basa su una lacuna fisica.

Caso di studio del Tappatino a Suasa, l’unico edificio presente è questo casolare, l’unica fonte è del 1642,
dopo una serie di cambi di proprietà si arriva al 1990 e diviene proprietà dello stato.

Le fasi di lavoro: analizzare il corpo di fabbrica centrale, analisi dei dati.

Il prospetto settentrionale presenta tutte le fasi cronologiche. 5 diverse fasi, dall’età imperiale all’età
contemporanea, c’è una seconda fase medievale abbastanza estese (una casa torre).

Nel periodo romano imperiale: contesto di piazza porticata con monumentale edificio sul fondo. Secondo
secolo dopo C. complesso di natura pubblica sacra o civile, non lo sappiamo.
Le cantine voltate erano su un podio, davanti hanno una gradinata.
Temi della vittoria sulle barbarie

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