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INTRODUZIONE

All’inizio del nuovo millennio1 per la prima volta nel mondo la popolazione urbana ha
superato quella rurale; si prevede di arrivare al 60% entro il 2025. Un’urbanizzazione di così
vaste dimensioni è il frutto della rivoluzione industriale, che stimolò il convergere della
popolazione in un unico territorio per soddisfare le necessità del lavoro di fabbrica. Prima di
quell’evento il modello insediativo dominante era meno concentrato e sul pianeta si viveva in
rapporto diretto con le attività della terra.

NOTE STORICHE

Nell’epoca antica la popolazione urbana non superava il 10% di quella totale, cresceva
lentamente e di rado le città avevano più di 100.000 abitanti.
Se si escludono le capitali dei grandi imperi o dei regni africani, le città in passato erano snodi
commerciali. Alcuni centri molto importanti sorsero lungo il tracciato terrestre che
dall’Europa giungeva in Asia orientale, su cui transitavano spezie, sete e preziosi.
Dall’inizio del XVIII secolo la popolazione nelle città iniziò a crescere rapidamente e il
fenomeno urbano si diffuse in modo inarrestabile. Il nucleo originario del fenomeno fu
l’Europa, e in particolare l’Inghilterra.
La rapidissima crescita urbana che ha trasformato il pianeta si è manifestata con tempi e modi
diversi. Nei paesi di più antica industrializzazione la crescita è iniziata prima, si è evoluta
rapidamente e ha infine rallentato. Nei paesi in via di sviluppo invece, l’espansione è iniziata
più tardi, ha avuto una veloce accelerazione e continua a crescere ancora a ritmi sostenuti.
In questo periodo in Europa la popolazione urbana cresce in modo contenuto, con tassi medi
inferiori all’1%, infatti è limitata l’espansione delle grandi concentrazioni a favore di quelle
medio - piccole. Questo fenomeno, definito deurbanizzazione, non deriva però dal fatto che
diminuisce la popolazione urbana in generale, ma dal calo o dalla stasi demografica delle città
maggiori; crescono infatti quelle minori perché le grandi città hanno costi molto alti e perché
ci sono state politiche pubbliche di decentramento.
Paesaggi urbani del Nord In Europa molti nuclei urbani erano preesistenti alla nascita
dell’industria, come testimoniano i loro siti originari o i centri storici medievali, ma sono state
le trasformazioni avvenute nel XVIII secolo a condizionare la fisionomia con cui si sono
sviluppati e che mantengono ancora oggi. L’industria mineraria, quella metallurgica e, in
seguito, quella chimica furono gli elementi che diedero impulso al sorgere di grandi
agglomerati urbani nei pressi dei distretti carboniferi del Galles, dell’Inghilterra, della Slesia,
del Belgio e della Francia settentrionale.
La rapida crescita portò anche al degrado delle strutture urbane. In periferia venivano
costruite case destinate agli operai in prossimità delle fabbriche; sorsero così, prima in
Inghilterra e poi negli altri paesi europei, i quartieri ghetto, gli slum2, abitazioni sovraffollate e

1 Il 23 maggio 2007

2 Termine inglese che significa topaia, bassofondo.


malsane, dove regnavano promiscuità e miseria. Le ciminiere delle fabbriche con le loro
emissioni di fumi neri furono per molto tempo l’elemento distintivo del paesaggio urbano.
Verso la fine del XIX secolo, le grandi capitali e le metropoli europee furono sottoposte a un
radicale riassetto urbanistico, che le trasformò: fecero infatti la loro comparsa illuminazione,
acquedotti, rete fognaria, aree verdi, trasporti e servizi sanitari.
La seconda rivoluzione industriale, con la scoperta dell’elettricità che liberava le industrie da
rigidi vincoli localizzativi, fece scomparire le ciminiere dai paesaggi urbani e le industrie
iniziarono a trasferirsi nelle aree suburbane. La terza rivoluzione industriale e la diffusione
dell’elettronica, con le sue possibilità di comunicare a distanza, liberarono ulteriormente il
tessuto urbano dalle unità produttive, che iniziarono a delocalizzarsi anche fuori dai confini
nazionali.
Le città postindustriali Come la società, anche la città è passata dalla fase industriale a quella
postindustriale. Ciò ha comportato l’occupazione degli spazi centrali da parte delle attività
terziarie (politiche, amministrative, bancarie, assicurative, finanziarie, commerciali e di
servizi specializzati), mentre le abitazioni e le attività industriali si sono spostate all’esterno.
Nelle città postindustriali si sono aperti ampi spazi da destinare ad altro utilizzo, dopo che
sono stati lasciati liberi dagli impianti industriali che si sono trasferiti altrove.

Il recupero delle aree dismesse ha aperto interessanti prospettive per il miglioramento della
qualità della vita urbana, ma in pochi casi sono stati garantiti spazi verdi e ricreativi. È stata
invece favorita la destinazione al terziario avanzato, perché gli edifici lasciati liberi erano
adatti a questa funzione. Il risultato è la costituzione di aree densamente edificate, in cui la
vita è sempre più frenetica e si riducono gli spazi di relazione sociale.

LE FORME URBANE

L’espansione urbana ha creato modelli territoriali di insediamento che il termine città non
riesce più a comprendere e che di volta in volta sono definiti conurbazione, metropoli, area
metropolitana o agglomerato urbano, megalopoli.

Conurbazione - è l’insieme di più centri molto vicini tra di loro, i quali, pur mantenendo la
propria individualità amministrativa, tendono ad aggregarsi generando uno spazio
urbanizzato continuo. All’interno può prevalere la funzione di un centro su tutti oppure i
centri possono essere simili per grandezza e funzioni e creare a un sistema urbano
policentrico. Esempio: la Randstad Holland è formata da quattro grosse città (Utrecht -
Amsterdam -L'Aia - Rotterdam) e da diverse città minori e villaggi.

Metropoli -è una città di grandi dimensioni in cui si concentrano persone, attività e servizi.
Ha una notevole influenza economica e culturale sul territorio circostante. In base all’area
d’influenza si classificano diversi livelli di metropoli: mondiali, nazionali o regionali. In Italia si
considerano metropoli Roma, Milano, Torino e Napoli.

Area metropolitana - l’area metropolitana, detta anche agglomerato urbano, comprende il


territorio su cui la metropoli esercita la propria influenza. È formata da più centri urbani
indipendenti, ma sottoposti al potere centrale della metropoli. L’area metropolitana per
essere definita tale deve avere una popolazione non inferiore ai 200.000 abitanti, di cui
almeno 1/3 addetto alle attività non agricole e una densità superiore agli 800 abitanti per
chilometro quadrato. Esempi: Mosca, Ruhr, Milano, Londra, Parigi, Istanbul.
Megalopoli - è l’insieme di metropoli, aree metropolitane, conurbazione, sistemi urbani vicini
tra loro che nell’espandersi si sono saldati formando vaste regioni completamente
urbanizzate. I centri sono collegati funzionalmente tra loro da un’intensa rete di relazioni
terziarie e quaternarie. Esempi: London metropolitan area, Grand Paris, New York
metropolitan area, Los Angeles area, Città del Messico, Mosca, Mumbai (Bombay) Osaka.

CRITERI CHE DEFINISCONO UNA CITTÀ:

o numero di abitanti (il numero può essere variabile in relazione alla densità della
popolazione)
o confini del territorio (spesso lo sviluppo urbano va oltre il limite del confine
amministrativo)
o struttura (città vera e propria e area metropolitana)
o funzioni (servizi non presenti nei paesi)

SITO

Il sito è il luogo in cui sorge una città. Sono sempre esistiti luoghi più adatti per la posizione di
una città, ma a volte sono cambiati in relazione alle situazioni storiche, per le diverse esigenze
di ogni epoca. Ora una città può essere costruita dovunque, ma in passato erano fondamentali
la disponibilità di acqua, la vicinanza di aree coltivabili, il buon clima. Spesso sono state
preferite coste non paludose e ricche di insenature, e fiumi. Alcune epoche, come per esempio
quella medievale, furono caratterizzate dalle città collinari, che permettevano di controllare il
nemico e di sfuggire alle malattie che infestavano le pianure paludose.

La posizione di una città e la sua collocazione nella regione alla quale appartiene sono
elementi importanti per lo sviluppo economico. Una città, per esempio, è favorita dalla
confluenza di più vie di comunicazione, o dal trovarsi all’ingresso di una valle che porta a un
valico importante, dall’essere circondata da un territorio privo di altre città, sul quale
esercitare un potere di attrazione. Parigi per esempio è circondata da una vasta pianura priva
di città che le possano fare concorrenza; New York ha raggiunto le dimensioni che conosciamo
perché era un passaggio obbligato per le merci europee destinate al mercato statunitense.

LA GERARCHIA DELLE CITTÀ

Un primo parametro per ordinare gerarchicamente le città è la popolazione residente, ma


questo dato ha un significato relativo, perché l’importanza economica di una città non dipende
dal suo peso demografico.

Le città possono essere classificate anche per la loro funzione prevalente, individuando cioè la
loro vocazione: industriale, portuale, commerciale, turistica, religiose eccetera. Tuttavia,
anche tale criterio è poco indicativo, perché le città per loro natura sono polivalenti e
assolvono una pluralità di funzioni.

Il criterio più idoneo a classificare le città, perché più rispondente al loro reale peso
economico, è quello di prendere in considerazione le funzioni che svolgono e il livello dei
servizi offerto. Sono quindi più numerosi i centri che offrono i servizi più comuni e diffusi sul
territorio; saranno poi gradualmente meno numerosi i centri che offrono servizi più rari; al
vertice si trovano le metropoli nelle quali sono sviluppati settori del terziario superiore
(quaternario) che esercitano funzioni di controllo economico e politico ad ampio raggio.
MODELLI DI CITTÀ

Le città possono essere raggruppate in varie tipologie. Dal punto di vista topografico abbiamo

o CITTÀ CON PIANTA A SCACCHIERA: le case e gli isolati sono separati da strade tra loro
parallele e perpendicolari, secondo lo schema di alcune città greche e, soprattutto,
dell’accampamento romano. Era un modello adatto alla difesa e molto funzionale,
grazie alla sua semplicità: ancora oggi il traffico può scorrere velocemente. In Europa
questa tipologia contraddistingue Vienna e le città britanniche i cui nomi terminano in
caster e chester (l’antico castrum latino, cioè l’accampamento) come ad esempio
Manchester o Lancaster. In altri casi i romani non fondarono città nuove, ma
riorganizzarlo villaggi preesistenti come Lutetia (Parigi) e Londinium (Londra).
o CITTÀ CON PIANTA RADIOCENTRICA: le strade si diramano a raggiera dal centro verso
l’esterno. Essi incrociano altre strade, che formano anelli concentrici che si allargano
verso la periferia. In genere, questo modello urbanistico è di origine medievale e deriva
dalla successione di cinte di mura sempre più ampie. Esempi di questo tipo sono
Milano, Amsterdam con strade e canali che si diramano a raggiera, e Mosca, le cui linee
ferroviarie si diramano dal centro.
o CITTÀ CON PIANTA LINEARE : la pianta lineare contraddistingue le città che si snodano
lungo una via di comunicazione principale o lungo la linea di costa. Esempi: Genova,
area metropolitana di Napoli, molte città del Mediterraneo ad esempio Nizza e
Marsiglia.
o CITTÀ CON PIANTA MODULARE: alcune città ripetono una accanto all’altra la forma regolare
di un isolato. Si tratta in genere di ampliamenti urbani recenti, esempio Viareggio
o CITTÀ CON PIANTA POLIGONALE: alcune città sorte a partire dall’XI secolo, hanno piante a
forma di stella o di altra figura geometrica regolare. Possiamo individuarle ancora oggi
grazie alla linea delle antiche mura. Esempio: Alessandria, Lucca, Palmanova,
numerose città delle Fiandre, in Renania o nell’Inghilterra meridionale.

LE CITTÀ EUROPEE

Nelle città europee, che sono in genere di antica fondazione, il centro coincide con il centro
storico, dove sono in genere più numerosi i monumenti e gli edifici antichi. Spesso le
abitazioni sono più costose. Nelle città americane, australiane o giapponesi, costruite in tempi
recenti, manca il centro storico e al suo posto sorgono i quartieri centrali, dove si concentrano
le funzioni amministrative e direzionali. Qui il valore dei terreni è molto elevato e per questo
frequente è la presenza di grattacieli. Anche in Europa in alcuni casi accade un fenomeno
analogo, perché le attività amministrative che non trovano più posto nel centro storico si
spostano in appositi centri direzionali, i cui altissimi edifici sono evidenti nel panorama della
città. Se sono presenti fabbriche, si trovano in una zona esterna, meglio collegata con strade e
ferrovie. Nelle stesse zone recentemente sono sorti grandi centri commerciali; nelle aree
urbane più popolate, a qualche chilometro dalle città, possono trovarsi altri insediamenti
residenziali. Alcuni sono centri antichi, magari di origine rurale, ma in molti casi si tratta di
quartieri autosufficienti (città satellite).

Il volto delle città europee - Le città europee, spesso di origine antica, conservano nei loro
centri storici ampie tracce del passato. Spesso il centro è circondato da quartieri ottocenteschi
con viali alberati e palazzi nei quali risiedono gli abitanti di ceto elevato, ma che ospitano
anche uffici e negozi ristoranti a banche. Solo in alcune città vi sono centri direzionali con
edifici moderni.

Nelle periferie troviamo ampliamenti del Novecento con grandi complessi di case popolari, ma
a volte anche quartieri residenziali per i ceti medi, con edifici bassi circondati da spazi verdi.
Nelle città di origine industriale sono frequenti anche le aree dismesse, occupate
originariamente da fabbriche e poi oggetto di riqualificazione, quindi trasformate in quartieri
residenziali, in complessi per uffici, in aree destinate a servizi pubblici o trasformate in parchi
in parte è diverso l’aspetto delle città dell’Europa orientale, che dopo la seconda guerra
mondiale hanno conosciuto le trasformazioni urbanistiche dei regimi socialisti. Accanto ai
centri storici sorgono spesso imponenti edifici pubblici, realizzati per ospitare i centri del
potere e la burocrazia, ma anche monumenti costruiti per celebrare il regime e grandi piazze
destinate a ospitare le manifestazioni. Nelle periferie sorgono gli immensi caseggiati
dell’edilizia pubblica, privi di criteri estetici ma disposti in base a un’attenta pianificazione
urbanistica.

Bibliografia

Bersezio - Ambienti e paesaggi d’Europa - De Agostini

Cantarella Guidorizzi Fedrizzi - Geopolis Einaudi scuola - volume uno - 2013

Do. Ge. www.geografia/temi - Edizione mista - I temi della geografia, Markes ed.

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