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Lezione 5

Mentre nasceva la New Cultural Geography negli anni 80,

le CITTÀ dell’occidente avanzato - USA; UK; Europa continentale - stavano conoscendo una GRANDE
TRASFORMAZIONE della loro base economica e, conseguentemente, una trasformazione del loro assetto:
sia per il governo della città, sia socio-culturale, sia del paesaggio.

È sulla CITTÀ che da subito si concentra la geografia culturale: la grande svolta economica alla base di
questa nuova era, che qualcuno chiama TERZA RIVOLUZIONE URBANA, è il passaggio

da economia industriale  a quella post- industriale.

→ A partire dagli anni 60-70, molte città - USA, UK, Europa occidentale, ma comunque con cronologie
diversificate, vivono un declino economico con fenomeno di CRISI DELL’INDUSTRIA, quella pesante in
particolare, e la portualità connessa a quella pesante - portualità industriale

 crisi accompagnata da un movimento di delocalizzazione degli IMPIANTI.

 Dove vanno a crearsi dei VUOTI URBANI che precedentemente assumevano le funzioni industriali-
portuali, le città perdono queste FUNZIONI.

USA e UK hanno un ruolo precursore, con città come Liverpool, Glasgow, Manchester, Londra…

→ POST-INDUSTRAIL CITIES , 1980s


Remaking post-industrial cities: volume 2016, il fenomeno si colloca negli anni 1980, ma è lungo, che è
ancora in corso. Il libro prende in considerazione l’arco temporale dal 1985 al 2015, con casi di studio come
Buffalo, Liverpool, Bilbao, Rotterdam… Accade che:

Molte città con base economica industriale affrontano una difficile TRANSAZIONE E CONVERSIONE
uscendone con immagine rinnovata,
impostando nuove strategie di sviluppo, non può improntate sulla produzione, ma sulla terziarizzazione e
culturalizzazione dell’economia urbana.
E trasformazione dei paesaggi  tutto in senso post-industriale, conseguente.
• RIGENERAZIONE URBANA, basata su un’economia non più industriale ma ECONOMIA DELLA
CONOSCENZA, dei SERVIZI AVANZATI, del CONSUMO,
• con forte spinta anche verso una RIGENERAZIONE ICONICA delle città. La REINVENZIONE della propria
immagine materiale e immateriale.

Grandi TEMI che caratterizzano la città post-industriale e il paradigma che ha accompagnato le


trasformazioni urbane dagli anni 80  L’ERA URBANA POST-INDUSTRIALE, che riguarda le grandi città
dell’industria pesante e anche tante città.  grandi concetti che ci aiutano a declinare il macro-tema
della città industriale.

Aspetti della città post-industriale:

1. URBAN REGENERATION - RIGENERAZIONE URBANA = processo di dismissione delle funzioni legate alla
produzione industriale e riconversione di questi spazi, che si accompagna a nuove dinamiche economiche,
legate a economia della conoscenza, dei servizi avanzati, della cultura.

Aree su cui si innestava l’industria pesante e la portualità industriale, vanno in declino e  si rigenerano e
diventano AREE CON NUOVA CENTRALITÀ, con nuovo ruolo nelle gerarchie urbane:

dove c’erano aree portuali - non frequentate dagli abitanti, ma non solo dagli addetti ai lavoro  si
innestano aree centrali per la ricreazione, per l’abitazione, per spazi commerciali.

MUTANO il loro ruolo e il loro paesaggio,

dando vita a dei PAESAGGI POST-INDUSTRAILI - POST-INDUSTRIAL LANDSCAPES:

 caso particolare il London Docklands - strutture, magazzini, aree che erano complementari e funzionali
alla portualità vengono dismesse  e RIQUALIFICATE, mutano il loro aspetto e il loro ruolo, il loro
significato simbolico. (parte a est del Tower Bridge, percorre le anse del Tamigi che costituiscono
quell’area prossima al porto e che è stata completamente RISIGNIFICATA).
 Altro caso, la Fin City di Amburgo: WATERFRONTS - FRONTI D’ACQUA, perché i paesaggi industriali
sono anche più tipicamente dei fronti d’acqua - connessi al ruolo della portualità: mare, fiumi, laghi e
lagune: acqua di diverso tipo ma sempre fronti d’acqua che vengono riconvertiti dalla funzione
industriale  a quella residenziale, commerciale, ricreativa.

= post-industrial landscapes - paesaggio post-industriale di Amburgo: fiume, dettagli della funzione


ricreativa, residenziale, di inserimento degli edifici di uffici, attività terziarie, aree verdi, passeggiate
percorribili, appartamenti.

 Quindi una RIQUALIFICAZIONE, BONIFICA AMBIENTALE di questi luoghi ex industriali, VALORIZZAZIONE


DELLE SPECIFICITÀ di questo fronti d’acqua.

Tutto questo non tanto per MOTIVI di sostenibilità ambientale, recupero del verde, rinaturalizzare per il
bene dell’ambiente  è una STRATEGIA ECONOMICA, l’ambiente riqualificato, recupero del rapporto
con l’elemento naturale dell’acqua, l’estetica che viene a crearsi in questi PAESAGGI, diventa un fattore
attrattivo per il settore immobiliare, per ospitare sedi di servizi avanzati, attrazione di capitali, di attività
economico-commerciali.

Una volta riqualificata, la cura di questo paesaggio diventa cruciale per il RILANCIO DI MOLTE CITTÀ, per la
reinvenzione della loro immagine.

“Hamburg HafenCity - bring the city to the water.” = riportare la città al suo dialogo con l’acqua: dialogo
perduto dalla città industriale. Le banchine, i porti… non sono frequentati dagli abitanti, sono aree
respingenti, che creano confine con la città e il mare, hanno spesso fatto da barriera ad un rapporto con
l’acqua: la città “volta le spalle all’acqua”.

Invece, con la RIQUALIFICAZIONE e l’età post-industriale la città si riaffaccia all’acqua, con FUNZIONI
DIVERSE.

Il fattore IMMOBILIARE è importante, appartamenti. I paesaggi post-industriali sono ambiti per la


residenza, sono paesaggi che attirano nuovi abitanti, facoltosi che aspirano a vivere in questi paesaggi.
Un’icona dell’abitare questi paesaggi è il LOFT: spazio industriale, commerciale, magazzino che viene
ristrutturato e adibito ad abitazione, mantenendo qualcosa della sua pregressa natura di spazio produttivo
industriale, la conformazione dello spazio - aperto, RISIGNIFICATO dall’abitare residenziale, dal CAMBIO DI
FUNZIONE.

“TERZIARIZZAZIONE” DELL’ECONOMIA URBANA

La rigenerazione urbana accompagna una TRASFORMAZIONE DELLA BASE ECONOMICA DELLA CITTÀ, che
sempre più si rivolge ai SERVIZI TERZIARI e TERZIARI AVANZATI / QUATERNARI fenomeno di
terziarizzazione dell’economia urbana, sempre più animata da funzioni terziarie e terziarie avanzate e
meno dal settore produttivo.

I servizi di ALTO VALORE AGGIUNTO: servizi: tecnologico, intellettuali, di ricerca e sviluppo, dell’alta
formazione, finanziari legati alla tecnologia dell’informazione.

In questo contesto c’è un ruolo sempre più importante della cultura, della creatività, della produzioni del
settore culturale, e dell’immagine culturale complessiva della città.

Si parla di CULTURE-LED REGENERATION quando l’elemento culturale diventa una risorsa e una strategia di
sviluppo economico ben definita, capace di stimolare anche gli altri comparti economici.

Ascesa del profilo culturale, città investono in questo INNALZAMENTO DEL PROPRIO PROFILO CULTURALE
 CULTURALIZZAZIONE DELLE POLITICHE URBANE quando c’è una chiara strategia delle municipalità di
puntare sull’impresa culturale, sull’immagine culturale per far crescere la città.

 caso Liverpool “It’s happening in Liverpool.. On the Waterfront..”: waterfront ex industriale che si
presenta con un appeal diverso, dato anche dal paesaggio di luci. > c’è la musica

Si parla di CULTURA
- in senso alto, come patrimonio culturale, alta formazione, funzioni intellettuali, istituzioni, biblioteche,
musei…

- anche in senso di prodotto per il mercato, CONSUMO CULTURALE, confacente ai nuovi stili di vita che
rispondono alla domanda di sapore culturale del tempo libero.

Si vende il prodotto culturale, ma soprattutto l’ATMOSFERA CULTURALE, che sa di cultura, fatta di:
*“EDUTEITMENT - educazione e intrattenimento”,

*di spazi ricreativi in cui si fruisce di elementi culturali,

*spazi commerciali innestati nei luoghi di cultura - rassegne, festival (prodotto tipo della culturalizzazione
delle politiche urbane)

 es. festival Mantova Letteratura

Festivalizzazione della cultura come recita il libro: Mantova ha investito in questo festival che ricorre ogni
anno e che ha creato un’ASSOCIAZIONE TRA CITTÀ e aspetto letterario - elemento culturale che diventa un
volano economico. L’iniziativa ha un INDOTTO turistico, di risonanza della città nel panorama globale.

URBAN REGENERATION
+
CULTURAL POLICIES
=
CULTURE CITIES

Le POLITCHE CULTURALI che stimolano tutto ciò, accompagnandosi alla rigenerazione fisica - perché il
consumo culturale deve svolgersi in un ambiente fisico confacente
 creano delle CULTURE CITIES - CITTÀ DELLA CULTURA (in senso lato - più avanti parleremo di capitali
europee della cultura): tutte le città oggi curano il PROFILO CULTURALE con obiettivo la CRESCITA
ECONOMICA.

CONSUMARE - CONSUMING POST-INDUSTRAIL LANDSCAPES

 Un altro caso La Roor: territorio, con città di riferimento è Essen, che ha lavorato molto
sull’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE e per fare di questo passato industriale dismesso  un luogo di
CULTURA.

I vecchi impianti, con simboli di questo glorioso passato industriale  che diventano SPAZI
RIFUNZIONALIZZATI, dove ci sono atelier, luoghi per attività culturali e per il consumo.

Il tavolino associato all’imponente struttura di archeologia industriale, dove si vede l’idea di rendere
ricreativo il luogo dal passato industriale, di consumare - CONSUMING POST-INDUSTRAIL LANDSCAPES.

In generale le città puntano su una riconversione culturale, che rilanci:

le risorse culturali esistenti = musei + economia di consumo = museum shop, museum caffè:

 come il loft, per i paesaggi industriali,


 il museum caffè per il consumo industriale è L’ICONA del consumo di paesaggi post-industriali: magari
uno non va nemmeno nel museo, perché già nel caffè sperimento un’ATMOFERA, un’ESPERIENZA
SENSORIALE, che mi fa sentire, vivere come se stessi svolgendo una pratica, un’ESPERIENZA
CULTURALE.

Seconda parte

2. ENTREPRENEURIAL CITY - città imprenditoriale

= città come imprenditrice di se stessa

Grande aspetto della città post-industriale.


Da oltre 30 anni, dal 1980, non sono più i governi a gestire lo sviluppo urbano, ma le città che si fanno
imprenditrici di se stesse. Assumono un nuovo protagonismo, si pensano come imprenditori che
competono con altri per accaparrarsi eventi, turisti, abitanti facoltosi. La città non è guidata dalle politiche
nazionali, ma ha un’autonomia, si prende un’AUTONOMIA DI AZIONE, e nell’agire non si confronta con la
rispettiva sfera regionale, nazionale, ma con le altre città del mondo, compete con le altre città in un’arena
globalizzata. Le città conoscono una COMPETIZIONE imprenditoriale che è INTER-URBANA - tra città.

La città si considera come un motore di sviluppo proprio, il suo OBIETTIVO (da imprenditore) è la CRESCITA
ECONOMICA, ancor prima dell’offerta di servizi pubblici ai cittadini.

!! La crescita economica come primo obiettivo - la città è macchina della crescita - la competizione tra città
- lasciare che sia il mercato a influire sulle politiche pubbliche. = dimensione imprenditoriale della città

NEO-LIBERISMO URBANO - URBAN NEO-LIBERALISM, 1980s

IMPRENDITORIALIZZAZIONE della città è identificata con il cosiddetto NEO-LIBERISMO URBANO - URBAN


NEOLIBERALISM, 1980s: la città che segue la tendenza all’imprenditorialità.

Il NLU è un paradigma che dagli anni 80 cambia il significato delle politiche urbane.

La parola deriva: neo-liberalismo è politico / neo-liberismo è economico: va da una dottrina politica


800esca, figlia della rivoluzione industriale, secondo la quale occorre lasciare libera iniziativa al mercato e
limitare l’ingerenza dello Stato nell’economia.  Si usa per indicare la ripresa di questa logica, anche se
in tempi e contesti mutati.

Caratteristica del NLU e della città imprenditoriale:

COMPETITIVENESS & BENCHMARKING

- da un lato c’è una gara tra le città, COMPETITIVITÀ inter-urbana

 il bisogno di DISTINGUERSI, competere vs

- dall’altro anche un continuo CONFRONTARSI, omologarsi  da qui il BENCHMARKING: tutte le


operazioni per cui si prende come riferimento una città che eccelle per un aspetto e si lavora per carpire le
ragioni di questo successo e per imitarle.

 tendenza ad IMITARE, copiare le ricette vincenti: confrontarsi per diversificarsi ma anche per
somigliarsi.

Distinzione e Omologazione caratterizza tanti aspetti del NLU.


 caso EXPO 2015: nel momento in cui Milano si prepara ad ospitare l’Expo. “Perché Milano?” Milano
vuole essere la prima ambasciatrice dell’Italia nel mondo.”

Quando però descrive il proprio primato, il CONFRONTO non è più sul messaggio rivolto alla scala
nazionale, ma gioca tutto sul COINVOLGIMENTO DI ALTRE CITTÀ:

i record di Milano: (paragoni)


- 10 milioni di abitanti come Londra e Parigi - numeri della megacittà
- PIL nazionale come Bruxelles e Madrid
- brevetti d’innovazione come Boston
- 650 show-room in competizione con Parigi e New York

 CONTINUA COMPETIZIONE, DISTINZIONE urbana, CONFRONTO con altre città: “sono pari a.. sono
diverso da… sono come… e vincente!”
L’Expo è un grande evento. ↓

3. (MEGA) EVENTS - MEGA-EVENTI terzo punto che trattiamo che caratterizza le città post-industriali.

Le città competono, fanno delle gare per accaparrarsi questi mega eventi, ma questi eventi costituiscono
delle occasioni di trasformazione urbana, delle svolte - nell’aspetto fisico ma soprattutto nell’immaginario
delle città. Occasioni che costituiscono il vero modo di trasformarsi della città, fanno da ospite dei grandi
eventi.

- caso esemplare è Barcellona con le Olimpiadi del 1992: caso di studio eccellente perché la Barcellona che
percepiamo oggi non esisteva prima del grande evento delle Olimpiadi. Con queste, Barcellona diventa
quella che conosciamo ora: il ruolo del turismo era incomparabile alla situazione posteriore alle O; il
comune aveva avviato un progetto di rigenerazione negli anni 80, ma con le Olimpiadi arriva la vera svolta.

Una delle trasformazioni più cruciati è il WATERFRONT (ecco un tema già visto e interconnesso :
Barceloneta, porto commerciale perché qui c’è stata una vera riconquista del fronte marittimo, grazie

- alla bonifica, eliminazione e rigenerazioni di aree industriali e

- all’intervento e alla sistemazione della grande strada a scorrimento veloce che divideva città e mare (ecco
altro caso di città che volta le spalle al mare, all’acqua).  si crea un lungo-mare pedonale,
che riapre la città verso l’acqua e crea grande spazio ricreativo, prima inesistente. Si accompagna alla
ristrutturazione del porto antico, con la creazione di una zona marittimo-ricreativa - con porto turistico,
area ludico commerciale, cittadella del divertimento a contatto con l’acqua.
1. In queste politiche della città olimpica, tratto caratterizzante è stato il lavoro sugli SPAZI PUBBLICI,
tipico di Barcellona.  momento forte altamente trasformativo
2. Negli anni seguenti Barcellona segue altri sviluppi del waterfront - porto;
3. 2004 un altro momento di sviluppo importante del Waterfront con l’edificazione del FORUM:
gigantesco impianto istituzionale, centro congressi d’Europa realizzato con l’evento del ‘forum
internazionale della cultura’;
4. più recentemente lo sviluppo di un distretto popolar-operaio caratterizzato da piccoli impianti
industriali, magazzini  dove si è avviato l’intervento che si è identificato con l’evento “22@ plan” dove
il 22 era il codice dove nei piani urbanistici veniva indicata la destinazione d’uso del suolo industriale,
codice urbanistico dell’industria, mentre la chiocciola la riconversione di questo sito industriale > in una
funzione tecnologica avanzata. In quest’ultima fase sono stati meno protagonisti gli spazi pubblici e
ci sono stati più interventi di uffici, centri di servizi avanzati, alberghi  approccio sempre più neo-
liberista e imprenditorialista, a scapito di quella concentrazione per lo spazio pubblico tipico di
Barcellona.

La crescita più spinta verso il LIBERISMO, ma anche molto contestata.

 B è sede di movimenti accesi, contestazioni nei confronti delle speculazioni immobiliari, turismo di
massa, privatizzazione dello spazio pubblico = delle logiche neo-liberiste.

4. GLOBALIZATION - GLOBALIZZAZIONE

La competizione per accaparrarsi grandi eventi, attirare turisti, capitali, avviene su scala interurbana e a
scala globale. Le città si proiettano su una scala che va oltre i contesto regionale e nazionale, si mettono in
gioco, si rapportano con il mondo intero, aspirano ad essere città globali.

La CITTÀ GLOBALE - distinguo:


1. PRIMA TENDENZA era di considerare le CITTÀ GLOBALI come un numero ristretto di grandi città che
costituiscono i centri di comando dell’economia mondiale. Economia che non si incardina-incentra negli
Stati, ma nei FLUSSI TRAS-NAZIONALI di finanziamenti, informazioni, servizi, prestazioni avanzate
 l’idea di INTER-CITY FLOWS - FLUSSI INTER-URBANI.

Grandi città e centri di comando non grandi dimensionamente, ma data dal loro rango, funzioni di
comando, direzionali dell’economia e della finanza globali. Città globale è stata intesa come qualcosa
di misurabile, classificabile, mappabile:  perché sono nate serie di indici, misurazioni, mappature basate
su alcuni indicatori quantificabili.

 QUANTIFYING THE GLOBAL CITY

Vediamo esempi di INDICIZZAZIONI, parametri:

 nella mappa, i 100 quartieri al top che ospitano sedi di multi-nazionali globali.

Questo può essere l’esempio di un parametro: “tutte le città che…”


25 città globali considerate secondo diversi indici: indici economici - business activity, information
exchange -, e parametri più difficilmente misurabili, per i quali sono stati trovati degli indicatori - capitale
umano, cultural experience, political engagement.

Global Power City Index - indice delle città di potenza globale : “classifica le più importanti città al mondo
secondo il loro > magnetismo, capacità di attrarre persone creative e business dal globo, e di ‘spostare il
loro beni’ per spingere l’economia, il sociale e l’ambiente” : contiene i valori economici, economia, R&S,
e altri meno: accessibilità, interazione culturale, ambiente, vivibilità.
 i RANCHING costruiscono delle geometrie e gerarchie di città su base trans-nazionale:
presentano non i confini delle nazioni, ma un MONDO DI CITTÀ - e non di Stati:
il protagonismo delle città sopra gli stati,
 che chiama anche l’idea di un TRANS-NATIONAL URBANISM - URBANESIMO TRANS-NAZIONALE.
terza parte
RANCHING, QUANTIFICAZIONE della città globale, idea di considerare le città globali come quelle che sono
al top in determinati aspetti - business, economia, centralità, direzionalità finanziaria.

 Questa prima concezione della città globale era molto tecnica, restrittiva  i grandi centri di comando
dell’economia mondiale.

Tuttavia, al di là degli indici numerici, bisogna evidenziare una

2. SECONDA ACCEZIONE della città globale, perché al di là degli indici, la città globale è diventata sempre
di più una sorta di NARRATIVA, un discorso, un’etichetta, trend che i policy makers hanno cominciato
ad adottare. *politcy makers = che fanno le strategie di sviluppo della città.

Soprattutto dagli anni 2000, ancora influenzati dal primo concetto quantitativo della città globale,  c’è
stata una corsa al TITOLO di città globale da parte di città che non avevano il profilo economico delle
grandi città finanziarie - come erano Londra, Tokio..

 Chiamate WANNABE GLOBAL CITIES: città che volevano essere globali, ma che non avevano quel
profilo, quello standard quantificabile dal punto di vista dell’economia direzionale, profilo elevato della
città economica - finanziario.

Berlino ha voluto essere tra quelle: “Berlino verso la global city: molte metropoli europee vorrebbero
essere classificati come globali per alzare la loro REPUTAZIONE nella scena della competizione inter-
urbana”  ASPIRAZIONE al rango di città globale, per migliorare la propria reputazione dall’interno di
questa competizione interurbana.
Istanbul: focus sulla città che “una città di importanza CULTURALE globale?” si pone tra occidente e
oriente, con profilo del 2011 - da poco stata capitale della cultura europea - situazione politica diversa
rispetto ad oggi.
Mosca: “le prossime città europee globali: Istanbul e Mosca?”  altra aspirazione a diventare città globale,
sempre nel 2011.

 Città che non sono centri economici, ma aspirano, hanno desiderio di avere una REPUTAZIONE su scala
planetaria.

SYMBOLS OF GLOBAL CITY - SIMBOLI DELLA CITTÀ GLOBALE

Per questo le città lavorano anche su quelli che sono i simboli della città globale:

le torri di vetro, i grattaceli, le ‘skyline’ verticali.  SIMBOLO di un POTERE GLOBALE. Oggi c’è una corsa
verso il cielo, che sta assalendo molte città tradizionalmente orizzontali: caso Londinese..

 ma corsa in cui si è parlato anche di VERTICAL URBANISM - URBANESIMO VERTICALE, cifra del nostro
tempo. Processo partito più lontano nel tempo, col rampantismo della città liberista, che crea un proprio
ruolo nell’arena globale.

 es. negli anni 90 la Petronas Twin Towers, a KUALA LUMPUR, Malaysia: torri di vetro: paesi di più recente
affaccio nell’economia globale e per essere globale devi procurarti L’IMMAGINE di ‘città globale’.

 Rappresentate anche in film.


 es. BERLINO: nella Post riunificazione si è dotata di simboli di un’economia globale, di un profilo che la
città non era mai riuscito ad avere dal punto di vista economico, ma la volontà di dotarsi di simboli.

...un po’ diverse perché GIÀ città globali…

 es. LONDRA: dal passato che continua anche nel presente - the Shard di Renzo Piano: una città
tradizionalmente orizzontale che negli anni recenti conosce questa proiezione verso il cielo, una skyline
simbolica del potere di una grande città.
 es. MILANO: anche qui si è lavorato molto negli anni recenti, la costruzione della nuova skyline a partire
dai palazzi storici - icone tradizionali, verso nuove icone della città globale.

“Borse e finanza: Milano sfida Parigi, Dublino e Francoforte”: desiderio di sfidare le altre città, di creare
reputazione urbana nel mondo - su scala mondiale. Il post-Brexit sembra favorire la crescita di altre
città. Crea un BRAND di rilievo e anche una skyline che parla di un potere globale della città.

 es. FRANCOFORTE: altro caso chiave, che già compare nei ranking delle città globali in senso stretto, in
quanto sede della Banca centrale europea, e che lavora sulla propria skyline con una ripresa più forte in
tempi più recenti. “La città globale più piccola come dimensioni: come Francoforte vende se stessa ai
bancari della Brexit”: città globale di piccole dimensioni ma di RANGO globale grazie ai suoi servizi
finanziari, si vende.

Una CITTÀ CHE VENDE SE STESSA, che agisce per proprio conto (lessico del neo-liberismo urbano): una
vendita nelle corde dell’idea del neo-liberismo urbano, della città che ha come:

– obiettivi > la crescita economica;


– strumenti > il consumo;
– priorità > la mercificazione della città

quarta parte

Visti i grandi aspetti, temi della CITTÀ POST-INDUSTRIALE:

1. la rigenerazione urbana, 2. la città imprenditoriale,3. il ruolo dei grandi eventi, 4. la globalizzazione.


Vediamo ora un altro aspetto..

5. LA MERCIFICAZIONE DELLA CITTÀ - COMMODIFICATION: la città produttiva viene sostituita  dalla città
del consumo, come grande contenitore ricreativo dove si consuma la città come luogo, in cui si vende la
propria immagine, se stessa. La città non è più quella reale, ma una RIPRODUZIONE CONSUMISTICA DI SE
STESSA, un grande parco a tema di se stessa.
 Concetto espresso dal ‘DINEYIZATION / DISNEYFICATION’ coniata nel 1995 per indicare la RIDUZIONE
della città  alla logica del parco a tema di se stessa - real theme park  la città si trasforma in un parco

Sharon Zukin, 1995, The cultures of cities: “Lei rifiuta l’idea che le città abbiano una cultura urbana singola
o più sub-culture perché le culture sono in costante negoziazione negli spazi della città” > usa il plurale -
CULTURE - l’idea che abbiamo visto all’inizio del corso sul fatto che non esiste una cultura urbana
generalizzata, né delle sub-culture caratteristiche all’interno della città, ma che la cultura è un FLUSSO DI
SIGNIFICATI negoziati in continuazione attraverso gli spazi della città.

SZ fa degli interrogativi ??? (qui nell’indice) su questa ECONOMIA SIMBOLICA delle città, economia di
simboli:
 parla di cultura economic based - come un modo, mezzo per dare forma, significato allo spazio;
 riferimento alla prima idea di parlare della città come una ‘Disney world’ parco a tema.
 Applicare l’economia simbolica utilizzata a ‘Disneyland’  alla città.
Per fare un esempio pratico e tematizzare il concetto di COMMERCIALIZZAZIONE, disneyzzazione della
città abbiamo l’esempio di:

MAPPA CRITICA della città di Venezia

VENICELAND: “Welcome to” cartografia critico-ironica che anni fa, 2010, è stata creata per contestare
alcuni aspetti dello sviluppo della città di Venezia. V è un caso particolare, non è il prototipo di città
industriale che si reinventa, anche se è anche città industriale con Porto Marghera.

È un caso particolarissima, eccellente però perché può essere considerata la prima città che ha VISSUTO
sulla vendita della propria IMMAGINE, di un’IMMAGINE di sé, di economia simbolica.

 l’elemento (2) in cui ci si riferisce ‘brucomela’ per il PONTE Calatrava, realizzato da una grande archi-star in
LINEA con quello che succede nella grande città neo-liberista : dove grandi firme dell’architettura vengono
chiamate per lasciare dei SEGNI nei paesaggi post-industraili.
Evidenzia la presenza di questi dispositivi, perché il ponte non era accessibile per i disabili e quindi è stata
creata quella ‘capsula’ che si muove, che però poi si è bloccata e ha problemi, senza scopo, perché una
volta raggiunto lo spazio al di là del ponte il disabile a Venezia sia agevolato, per la struttura e
conformazione di Venezia.
 (11) ‘big channel’ splashy voyage presented by autorità portuale: riferimento allo tsunami channel, CANALE
DELLA GIUDECCA attraverso il quale le grandi navi da crociera entrano a Venezia: grande tema discusso
perché le navi vengono fatte passare da qui per salutare San Marco, Palazzo Ducale… il punto cruciale è sul
non voler trovare rotte alternative.
 Da un lato le narrative in cui ci si vanta del fatto che Venezia sia non-porto-croceristico con 2 milioni di
passeggeri l’anno,
x dall’altro la contestazione della MERCIFICAZIONE della città attraverso proteste e manifestazioni.
 (8) riferimento alla SVENDITA della città: questa scatola ricoperta di decorazione che indica un cielo azzurro
 riferimento ai mega-advertisement - mega PUBBLICITÀ comparsi in un periodo di LAVORI sulla laguna:
lavoro sulla pelle delle città, sulle superfici, cantieri e altro coperti da mega pubblicità. Comparse su un
luogo così prezioso come Palazzo Ducale - “Sisley” 3 donne che ricordano le 3 grazie del cielo dei sospiri.
La situazione è peggiorata quando andando avanti nel cantiere altri marchi hanno esposto la loro
immagine con effetti meno raffinati “Coca-cola, Lancia”  svendita, perché le pubblicità portavano soldi
per poter proseguire coi lavori.

 (10) ultimo dettaglio, “Cape Frog, presented by Pinault.. - ride along in search of lost lamp”: il messaggio si
riferisce ad una scultura che a un certo punto è stata posizionata sulla punta della Dogana, edificio in
rovina con la famosa lanterna sull’affaccio del bacino di San Marco, fondamentale per l’estetica della storia
della città. A un certo punto, in concomitanza con la ristrutturazione della dogana, la lampada è stata
sostituita con la scultura “boy with a frog”: scultura posizionata da l’imprenditore multimiliardario Pinot, a
cui è stato concesso questo spazio della dogana previa ristrutturazione a sue spese, cioè da parte della
Pinot Fondation.  Dunque, questo spazio del comune di Venezia è stato ceduto purché fossero innestati
sufficienti denari per poterlo ristrutturare. Quindi Pinot ha inserito all’interno di questo nuovo museo, la
sua collezione privata, compreso il ‘boy with a frog’ della punta della dogana.

Il posto diventa ristrutturato in maniera meravigliosa, centro d’arte contemporanea, e che a questo punto
è anche spazio pubblico-privatizzato.

6. PUBLIC - PRIVATE : spazio PUBBLICO-PRIVATO

Uno spazio pubblico che viene privatizzato.


 Nella città post-industriale il potere pubblico tende a far interagire le dinamiche pubbliche con
l’interesse privato.  il privato entra nella costruzione della città, nelle sue stesse parti pubbliche. Nella
città p-i quindi il potere pubblico conosce delle partecipazioni e delle imposizioni, ma lascia grandi spazi di
manovra all’interesse privato.

 Infatti il pubblico e il privato sono IBRIDATI nel concetto di GOVERNANCE ( e non government )per
esprimere le dinamiche di gestione della città p-i.

GOVERNANCE (vs GOVERNMENT)

GOVERNANCE = da concetto di origine aziendale imprenditoriale, parte dagli USA e si afferma negli anni 90
con riferimento alle procedure di gestione in cui si coinvolgono una pluralità di ATTORI: pubblici, privati,
della società civile, pubblico-privati nel governo. = coinvolgimento nella GESTIONE - nel governo - di attori
che non sono istituzionali ma che rappresentano delle FORZE economiche-sociali che assumono anche
RUOLO DECISIONALE. L’ente pubblico non è più il fornitore delle ‘regole’, ma è come un facilitatore del
processo decisionale.

Ovvio che il concetto di governance vs government (= governo tradizionale delle istituzioni) è:

- in parte inclusivo, ha un potenziale di partecipazione positivo.;

- tuttavia le letture critiche vedono nel processo della ‘governance’ un’apertura che genera criticità, perché
vi è un ruolo anche dell’interesse privato, di attori non istituzionali, nel governo della cosa pubblica,
dell’INTERESSE PUBBLICO DELLA CITTÀ.

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