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INDIRIZZI PROGRAMMATICI PER LA REDAZIONE DEL P.U.C.

DI CASORIA

PUC CASORIA INDIRIZZI PROGRAMMATICI


Casoria parte integrante dellarea vasta napoletana nella quale sono presenti condizioni prossime alla saturazione localizzativa e ove occorrono interventi di trasformazione strutturale del territorio al fine di conseguire il riequilibrio insediativo e produttivo, il recupero delle risorse culturali e ambientali, il rafforzamento della produzione di servizi, la costruzione dellidentit dei luoghi urbani. Vanno progettate logiche di sviluppo orientate a trasformare Casoria da zona periferica di Napoli ad una vera e propria Citt Media con azioni di rilancio delle attivit per la produzione di beni e servizi allinterno delle quali deve essere riservato un ruolo privilegiato alle attivit di ricerca e sperimentazione in settori tecnologicamente avanzati. Accanto alle azioni dirette al riequilibrio tra popolazione e servizi e al rafforzamento della struttura produttiva necessario trasferire dalla citt di Napoli a Casoria funzioni terziarie superiori da ospitare nelle aree della dismissione delle vecchie industrie.

Riqualificazione del sistema della mobilit I parcheggi


Il territorio di Casoria attraversato da un intricato sistema infrastrutturale della mobilit nazionale e regionale, sovrapposto alloriginario sistema viario urbano, che gli assicura una facile accessibilit e di conseguenza una posizione strategica di cerniera tra Napoli e lhinterland metropolitano. Ma tale vantaggio porta con se che strade, raccordi, linee ferrate, aereoporto, lungi dallaver migliorato il sistema della mobilit interna al territorio, hanno costituito su di esso una rete di barriere invalicabili tra le quali restano imprigionate le frazioni , isolate tra loro e dal centro urbano. E pertanto prioritario riqualificare il sistema della mobilit interna al territorio ridisegnando e potenziando le reti esistenti per ristabilire il collegamento delle frazioni con il centro nonch con i servizi e le attrezzature dislocate e da dislocare nelle diverse zone del territorio . In particolare necessario riconnettere la Frazione di Arpino con il centro mediante la ristrutturazione dei percorsi esistenti, con la costruzione di nuovi tratti e nuovi raccordi stradali e di utili piste ciclabili. La congestione prodotta dai notevoli flussi veicolari della mobilit esterna ed interna su di una rete stradale assolutamente sottodimensionata e priva di specifiche aree di parcheggio deve indurre a realizzare un sistema diffuso di parcheggi ai margini del centro storico, ai nodi di interscambio ferrovia / rete stradale, allinterno delle aree industriali periferiche, nei vari ambiti residenziali. Al fine di limitare al massimo il consumo di aree libere sar necessario privilegiare la realizzazione di parcheggi multipiani.

Il centro storico
Il PUC sottopone ad intervento conservativo ledificato dalle origini fino alla prima met del XX secolo ponendo fine alla scellerata azione di ristrutturazione urbanistica concessa dalla 2

normativa del vigente PRG che ha gi cancellato tracce rilevanti dellinsediamento storico di Casoria. Gli interventi, rigorosamente compatibili con la conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio storico, previa accurata classificazione tipo-morfologica, sono finalizzati: al restauro conservativo degli edifici di pregio storico ed architettonico e delle cortine edilizie di valore testimoniale; alla conservazione del vasto tessuto di edilizia povera, rappresentato dalle case rurali a corte, ripulito delle superfetazioni ed adeguato funzionalmente;

La conservazione deve intendersi riferita ai parametri edilizi originari (numero di alloggi, numero di vani, altezze interne ed esterne, volume) ed alle caratteristiche tipologiche planimetriche e di prospetto fino ai materiali e ai colori di finitura. Le ristrutturazioni edilizie possono essere limitate agli edifici privi di valore testimoniale e di pregio architettonico come classificate dal PUC. In ciascun ambito del centro storico le aree di sedime dei fabbricati ridotti a rudere devono riservarsi alle attrezzature pubbliche (edifici di interesse generale, parcheggi, verde) di cui si registra una forte carenza. Analogamente, gli edifici industriali dismessi o con attivit incompatibili con la funzione residenziale del centro storico vanno acquisiti e/o riconvertiti agli usi collettivi (teatro, biblioteca, auditorium, ecc.)

Il recupero delle aree industriali dismesse


La citt di Casoria cresciuta in questo ultimo secolo in modo frammentario e disordinato noncurante della discontinuit che si realizzava tra il centro storico, le grandi aree produttive ai suoi bordi e ledificato residenziale di nuova espansione. La crisi dei complessi produttivi presenti sul territorio, molti dei quali diventati parti integrate della citt, ne ha determinato la completa dismissione ed il loro definitivo degrado compromettendo anche quelle parti edificate gravitanti intorno ad essi. Nellottica di una generale riqualificazione della citt, incentrata sul recupero delle sue parti consolidate, assume pertanto valore prioritario ogni azione diretta a riordinare le parti frammentate di cui essa composta e a potenziare la dotazione di attrezzature di rango delle citt medie. Le aree industriali dismesse costituiscono, allinterno del contesto urbano di Casoria, una occasione soprattutto dal punto di vista delle potenzialit legate alla sostenibilit ambientale ed allinnalzamento degli standard della qualit dellambiente urbano e della sua fruizione da parte della comunit. Queste aree, per la maggior parte inserite nel cuore del tessuto cittadino, sono soggette a rischio di speculazioni edilizie e vanno dunque tutelate. Vi la necessit di concretizzare il riuso delle medesime, con azioni e politiche di sviluppo condivise da enti pubblici e privati, che convergano su obiettivi e strategie da perseguire. La presenza di eventuali inquinanti diffusi nelle aree, pu talvolta comportare un innalzamento dei costi necessari al loro riuso. La valorizzazione dellarea pu essere un incentivo al privato a farsi carico dei costi di bonifica che gli competono. 3

Il loro riuso deve soprattutto mirare a contribuire alla riqualificazione della citt attraverso linsediamento di funzioni necessarie per lo sviluppo economico, la dotazione di servizi e di aree verdi, senza intaccare ulteriori aree libere, tutelando in questa maniera la risorsa suolo, sempre pi scarsa e delicata nei contesti urbani pi fortemente urbanizzati come il caso, appunto, di Casoria. In questo modo il riuso delle aree industriali dismesse pu rientrare a pieno titolo tra le attivit rivolte allo sviluppo sostenibile, in termini di ottenimento di vantaggi economici, sociali ed ambientali. Il recupero dei grandi vuoti delle aree dismesse di Casoria rappresenta pertanto una grande occasione per il reperimento di aree libere interne al tessuto consolidato sulle quali intervenire per innescare quei processi di trasformazione il cui obiettivo strettamente correlato allo sviluppo socio-economico del territorio e che si attua attraverso: il recupero di vivibilit in aree urbane degradate il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture lo sviluppo delle attivit economiche

Sulle due grandi aree dismesse a cavallo della stazione ferroviaria (la Rhodiatoce e lA.D.S) si prevede linsediamento di un insieme di attrezzature di livello urbano (verde attrezzato, aree per listruzione, parcheggi, ecc.) necessarie per soddisfare la dotazione di standards di uso pubblico, congiuntamente allinsediamento di un polo per listruzione superiore capace di attrarre una platea proveniente dallarea metropolitana. Nel riuso degli opifici dismessi v contrastata ogni ulteriore proposta di realizzazione di complesso commerciale.

La riqualificazione dei quartieri periferici di recente edificazione


La grave condizione urbano insediativa di Casoria percepibile immediatamente dalla lettura dei suoi dati quantitativi riferiti alla sua densit abitativa, alla dimensione del fenomeno dellabusivismo edilizio ed al suo deficit di attrezzature. Ma oltre alla quantit emerge drammaticamente il problema della grave carenza di qualit urbana accentuata dallisolamento di ampi settori urbani dal centro, dallassenza di attrezzature e servizi dallassenza di luoghi riconoscibili . La riqualificazione possibile con piccoli interventi di ricucitura capaci di restituire continuit alle parti del tessuto interrotto principalmente attraverso la realizzazione di una rete di spazi pubblici indispensabili a dare risposte alla necessit di attrezzature e alla necessit di configurare luoghi dotati di una forte identita. Particolare rilievo assume la creazione di un sistema di relazioni tra le due componenti della realt comunale: Casoria capoluogo e la frazione di Arpino realizzabile con un parco centrale di attrezzature e servizi pubblici di primo rango e di livello superiore.

LINEAMENTI STORICI

Lubicazione
Casoria situata sulla strada che da Napoli conduce a Caserta, nella pianura vulcanica compresa tra i Campi Flegrei ed il Vesuvio chiamata nell'antichit Liburia. La zona, originariamente paludosa e malarica, venne bonificata solo nel XIX secolo.

Il toponimo Casoria
Il nome di Casoria viene citato per la prima volta in una anonima cronaca sul ducato di Capua, della met del X secolo. La tradizione popolare vuole che il toponimo derivi dalla locuzione latina casa aurea, poi diventata Casaurea e quindi Casoria, tradizione ripresa nello stemma cittadino, attestato dalla fine dell''800, che reca una casa d'oro in campo azzurro.

Lo stemma cittadino Secondo alcuni ricercatori il toponimo potrebbe invece derivare o dal greco (kasuron, letteralmente postribolo, bordello), o dal tardo-latino casarius (capanna, tugurio). I casari erano i contadini o, meglio, i produttori di formaggio, caseus, che abitavano in povere capanne dette casuri. Un'ulteriore radice del nome pu essere ricercata nella dizione casa Mauri, ovvero casa di Mauro, con riferimento a San Mauro, patrono della citt e antico proprietario di gran parte dei terreni sui quali oggi sorgono i comuni di Casoria e Volla.

I lineamenti storici
Le pi antiche notizie storiche sono tratte da una serie di ritrovamenti archeologici scoperti tra il 1850 e la met del 1900 durante gli scavi per la realizzazione di nuove strade: nel 1850 furono ritrovate tombe di epoca greca durante gli scavi per la costruzione della nuova strada del Salice; allinizio del 1900 fu ritrovata, in contrada Carbonella, una epigrafe di epoca greco-romana risalente al 194 d. C., oggi conservata nella sala epigrafe del Museo di Napoli; verso la met del 1900, in localit Squillace ed in localit Cantarello, furono rinvenute alcune tombe con relative suppellettili.

Sulla base di questi ritrovamenti ed in particolare dellepigrafe di contrada Carbonella, molti ritengono che larea dove sorge oggi Casoria fosse gi abitata nel II secolo d.C. e che il luogo fosse adibito a riunioni mistiche in onore della dea Telbia Castia, dato il riferimento alla costruzione di un tempio dedicato ad Artemide, particolarmente venerata a Napoli.

La prima notizia sul suo territorio risale, invece, al 529 quando il senatore Equizio Anicio, padre di San Mauro, attuale protettore della cittadina, con atto del 15/7/529, don a San Benedetto da Norcia lagro Genziano (agrum gentianum). Dopo la morte di San Mauro i monaci cassinesi, che vi si recavano ogni anno per il raccolto, costruirono una cappella dedicata a San Mauro; pi tardi sorse unaltra chiesa dedicata a San Benedetto. Nel 924 Montecassino cedette i terreni della zona a privati. Il nome di Casoria appare, comunque, per la prima volta in una cronaca dei Duchi di Capua scritta da un anonimo nel 948-949. Nel corso del medioevo Casoria sub diversi passaggi di propriet. In un documento del 1098 si ha notizia della donazione di alcune terre, compresa Casoria, fatta da Riccardo II, principe di Capia, al Monastero di San Biagio di Aversa. In una carta del 1115 vi un riferimento alla vendita di questi territori, da parte di Regale, figlia di Sinibardo, a Giovanni de Alberada per duecento tar doro. Con il consolidarsi del predominio di Napoli fra il XIII ed il XV secolo Casoria si venne a trovare su una delle direttrici che convergeva verso la nuova metropoli: la via Capo di Chino che da Aversa, attraverso Casoria, giungeva a Napoli.1 Nel XIII secolo Casoria era feudo dell'arcivescovo di Napoli, poi si sono succeduti diversi feudatari che hanno dominato su questo territorio, allora di 4000 moggia di terreno. Negli anni 1327 e 1328 risultava, insieme ai villaggi di Casignano e Olivola, oggi distrutti, appartenere ad Isabella, moglie di Giovanni de Cipolla. Nel 1352 il feudo era governato da Matteo di Sanframonte, mentre nel 1418 apparteneva, insieme a Carinaro, Olivola, Sarcone, Cervito, Sangiuliano e Petrarosa, a Carlo Sanframondo. Nel 1452 Casoria, Olivola e Carinaro passarono a Giovanni Di Costanzo da Aversa. Nel 1500 una met del feudo, compresa Casoria, pass a Lucio de Sangro, laltra a Giuseppe Pacifico. Nel 1529 la met comprendente Casoria fu ereditata da Placido di Sangro, al quale successe Giovanni Antonio Pacifico che, nel 1561, la vendette a Lucrezia Brancaccio per 5200 ducati. Nel secolo XVI Casoria fu interessata dalla crisi che interess il viceregno e si trov nellarea in cui operava il generale francese Lautrec che, insieme a circa i due terzi del suo esercito, mor nella stessa area, per effetto di una pestilenza dovuta allinsalubrit dellarea delle paludi di Napoli (1528). Dopo il 1580 probabilmente i cittadini di Casoria riscattarono la loro terra dal gioco baronale e si aggregarono al Demanio Regio. Nel 1631 il territorio di Casoria fu messo allasta, essendo stata decretata dal Vicer Spagnolo la vendita di terre e villaggi del Napoletano, tuttavia gli abitanti del villaggio, allora di circa 300 famiglie, si ribellarono a tale imposizione accettando di pagare una somma pari a 12000 ducati per il loro riscatto.2 Il riscatto fu sancito dal sindaco dellepoca, Giovanni Pisa, con listrumento datato 15/4/1631 del Notaio di Corte Massimini Passari, con lintervento di don Ferdinando Afan Enriquez de Ribera, duca di Alcal, Vicer del Regno di Napoli, Giulio Comite, Giovanni Pisa e il Deputato D. Donato Ferrara. A quel tempo Casoria aveva 1600 abitanti e faceva parte dei numerosi "casali" dell"ager neapolitanus" dei quali, nel periodo vicereale, era frequente la vendita a privati per rimpinguare le finanze dello Stato e finanziare le campagne militari. Infatti, nonostante limpegno assunto dal

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Le Regioni dallUnit a Oggi: la Campania, Giulio Einaudi Editore, Torino 1990, pag. 6 Paone, Appendice alla vita di San Mauro

Vicer a non mettere pi allasta il casale questo fu venduto prima ad Eleonora Mansfeldi e poi a Luigi Ronchi. Il Summonte nel 1748 nella sua Historia della citt e Regno di Napoli riporta Casoria nei 37 Casali di Napoli. Il Galanti, nel 1794, nel descrivere i casali demaniali (20) e quelli baronali (10) ricadenti nel territorio di Napoli, ancora soggetti alla servit feudale, citava Casoria tra i 20 casali demaniali che si erano riscattati dalla servit baronale. Lorenzo Giustiniani nel suo, Dizionario Geografico ragionato del Regno di Napoli del 1797, riporta che Questo territorio posseduto per la massima parte da luoghi pii, ed ferace a dare buone raccolte di frumento, canapi, vini e di ognaltra sorta di frutti. E benanche molto ben popolato, ascendendo il numero degli abitanti a circa 6000. Tralle sue chiese grandiosa quella di San Mauro principal protettore del luogo. Di fatto la feudalit si estese fino alla fine del XVIII secolo, con lavvicendarsi delle famiglie Sangro e Ronchi nel possesso di Casoria. Lultimo possessore fu Fabio Capace Galeotta, presidente della Regia Camera. Solo nel secolo scorso Casoria costitu uno dei quattro capoluoghi di distretti in cui fu divisa la provincia di Napoli da un decreto di Gioacchino Napoleone. Nel 1815 Casoria divenne capoluogo di un distretto del Regno delle Due Sicilie dal quale dipendevano 19 comuni. Nell'organizzazione ecclesiastica Casoria apparteneva alla diocesi di Napoli e dipendeva dall'arciprete di Afragola. Col passare del tempo le paludi si restrinsero sia per lazione colmante del materiale vulcanico eruttato dal Vesuvio, sia per lapporto dei torrenti, sia perch gli ortolani, sollevando la superficie li riconvertivano in campi fertili. La bonifica vera e propria ebbe inizio nel 1855 a cura dellAmministrazione generale per le bonificazioni e proseguita prima dallo Stato e poi dal Consorzio dei proprietari interessati. Casoria in quegli anni assunse, oltre al carattere agricolo, anche quello di citt di turismo per le pi importanti famiglie nobili della regione, carattere mantenuto fino agli inizi del XX secolo. Sul finire del XIX secolo la struttura economica di Casoria si incentrava soprattutto sul settore agricolo con una prevalenza dei terreni a vigneto, seguiti, nellordine, da quelli a piante industriali, a cereali e a legumi e patate3. Fra le piante industriali un grosso peso era rappresentato dalla coltura della canapa la cui produzione, nellarea di Casoria, veniva assorbita principalmente dai negozianti di Frattamaggiore nella cui area era sorto un ragguardevole canapificio.4 Del resto questa produzione, accompagnata a quella di tele e di funi, era documentata a Casoria gi dalla fine del 7005. Sul piano demografico, mentre nella gran parte della Campania si aveva una forte emigrazione, nei circondari di Napoli, Casoria e Pozzuoli si aveva, nel periodo 1881-1910 un notevole incremento demografico, valutabile intorno all1 per cento annuo, inoltre, la popolazione presente risultava maggiore di quella residente proprio per effetto delle attivit
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G.Panico, Agricoltura e popolazione in Campania in et liberale (1880-1914), Napoli 1982, pag. 47 O.Bordiga, Campania in Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle province meridionali e nella Sicilia, vol IV, tomo I, Roma 1909, pagg. 93-94 5 Le Regioni dallUnit a Oggi: la Campania, op.cit., pag. 327

agricole e di quelle integrative che attiravano la popolazione in cerca di attivit e guadagni integrativi .6 Sul piano sociale, mentre a Napoli, nel 1880, gli elettori erano in massima parte impiegati, professionisti, intellettuali, a Casoria, come del resto anche a Casoria e Castellammare, erano quasi tutti proprietari terrieri e agricoltori.7

Nel primo ventennio del secolo XX si osserva una forte crescita demografica che si estende a buona parte della sua provincia fino a Pozzuoli, a Casoria e a Castellammare legata, nelle aree esterne al capoluogo ed al suo primo hinterland, allincremento della produzione, risultato della maggiore estensione delle irrigazioni, delluso crescente dellenergia elettrica, dei concimi chimici8 ed alla formazione della conurbazione napoletana che si estende non solo alla zone sulla quale la citt esercita una specifica influenza, ma al territorio esterno in cui la continuit di abitato tra Napoli e gli altri centri pi evidente9. Conurbazione che investiva soprattutto i comuni di: Afragola, Bacoli, Boscoreale, Boscotrecase, Casalnuovo, Casavatore, Casoria, Castellammare di Stabia, Ercolano, Pomigliano dArco, Pozzuoli, Portici, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Torre Annunziata e Torre del Greco. Si pu, pertanto, affermare che da quegli anni in poi la storia di Casoria storia comune con lintera conurbazione napoletana e che ne subisce tutti gli effetti ed i condizionamenti, perdendo, via via, i suoi connotati culturali originari e la sia identit. In particolare la popolazione residente a Casoria, dal 1861 al 1931, raddoppia, passando da 7214 a 14601 unit, con un incremento totale del 102,40% e medio allanno di circa 1,5%.10 Fino agli anni 1950 Casoria mantenne il suo carattere prevalentemente agricolo, con un'economia fondata principalmente sulla produzione del vino e della canapa, e presentava ancora un nucleo storico distinto dal territorio agricolo, costellato di masserie e casali, in particolare sulle strade di collegamento verso la vicina Napoli.

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Le Regioni dallUnit a Oggi: la Campania, op.cit., pagg. 80-81 e pagg. 230-231. Le Regioni dallUnit a Oggi: la Campania, op.cit., pagg. 144-145 8 Le Regioni dallUnit a Oggi: la Campania, op.cit., pag. 236 9 A.Rao, Larea di influenza di Napoli, Napoli 1967, pagg. 65-78 10 Le Regioni dallUnit a Oggi: la Campania, op.cit., pag. 385

Successivamente, per la sua ubicazione nel territorio regionale, la citt sub un forte processo di industrializzazione che, soprattutto dopo il 1965, provoc una notevole crescita demografica, con una quadruplicazione della popolazione fra il 1951 ed il 1991, ed una forte espansione urbanistica. Casoria divent, allora, insieme ad Arzano e Casavatore il simbolo dello sviluppo industriale della regione, divenendo, in poco tempo, uno dei pi importanti centri industriali d'Italia. Lincremento percentuale della popolazione pi forte si ha appunto nel decennio 1961/1971 con un incremento percentuale complessivo del 107,77% pari ad un incremento percentuale medio annuo pari a quasi 11%. Con la successiva e progressiva dismissione del comparto industriale, a partire dalla fine degli anni 70, la crescita demografica di Casoria diviene sempre pi contenuta riducendosi ad appena il 3,44% nel decennio 1991/2001 e presentando, come pi oltre si vedr meglio, un netto decremento, a partire dalla fine degli anni 90 ad oggi. Nella lettura della tabella seguente occorre tenere conto che il 30 luglio 1946 la frazione di Casavatore, appartenuta fino ad allora a Casoria, divenne comune autonomo distaccandosi essa con circa 4000 abitanti.
Anno 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Popolazione residente 7214 7671 7943 9948 10895 12626 14601 19786 26432 54919 68563 79707 82450 Incremento rispetto al dato precedente assoluto percentuale 457 6.33 272 3.55 2005 25.24 947 9.52 1731 15.89 1975 15.64 5185 35.51 6646 33.59 28487 107.77 13644 24.84 11144 16.25 2743 3.44

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Oggi pressoch tutte le aree industriali sono dismesse e Casoria andata progressivamente perdendo il suo ruolo a vantaggio dei comuni limitrofi ed in particolare di Afragola, con il suo polo commerciale. Un ruolo la citt potrebbe ritrovarlo proponendosi come polo di sviluppo artigianale, culturale ed artistico.

La lettura dello sviluppo urbano


Lo sviluppo urbano di Casoria avviene attorno alle due prime chiese dedicate a San Benedetto e a San Mauro. A tale borgo originario si affiancavano piccoli villaggi e numerose masserie tutte immerse in un contesto agricolo-rurale. Le due pi antiche localit sono il Casale di Cantarello, ormai completamente distrutto, nella zona orientale del Comune, al confine con Afragola, e la Masseria Arcopinto Sul territorio casoriano si svilupparono una serie di piccoli insediamenti rurali di propriet dei monasteri napoletani, composti dalle masserie dei coloni che lavoravano i fondi e da cappelle campestri. Levoluzione urbana e viaria di Casoria leggibile attraverso lesame delle cartografie storiche: Carta di Terra di Lavoro elaborata dal Mangini nel XVI secolo (conservata alla Biblioteca Marucelliana di Firenze) dove si evidenziano sia il nucleo urbano di Casoria centro che la frazione di Arpino (oggi nota come la Cittadella o come il Purgatorio). Atlante Geografico del Regno di Napoli da Rizzi Zannoni del 1794; Carta di Napoli e Contorni della fine del XVIII secolo che riporta lagglomerato urbano di Casoria e la zona di Arpino nonch la Masseria della Ducatella e della Taverna di Mezzo e le cappelle di S.Maria del Soccorso, la Madonna del Rosario e S.Maria di Squillace. Cartografie dellIGM relative agli anni 1892 e 1907 che riportano il nucleo urbano di Casoria ed alcune masserie tuttora esistenti.

La struttura dei siti e la storia delle trasformazioni


Il territorio di Casoria si colloca sulla piana adiacente al sistema collinare che circonda Napoli (altitudine variabile da 10 a 70 m sul l.m.) su di unarea posta ai margini della grande centuriazione romana della pianura campana attraversata dalle antiche strade osche e romane che collegavano Napoli ai grandi insediamenti regionali ed extra regionali. Parte importante dellattuale rete stradale ricalca le antiche consolari romane: la Sannitica e la via delle Puglie. Casoria si storicamente caratterizzata come polo di riferimento di un sistema agrario che ha origine nella centuratio romana e che si ulteriormente sviluppato con lorganizzazione baronale vicereale del 1600 e con quella borbonica del 1700-1800; pertanto, questo territorio, fino alla met del primo 900, ha mantenuto il suo carattere agricolo rurale sia nella sua struttura agricola, sia nel tessuto edilizio, costituito, questultimo, da un nucleo urbano e da un insieme di masserie, di fabbriche rurali e di case coloniche diffuse su tutto il territorio. Solo a partire dagli anni 50 del secolo scorso i suoi tratti rurali dominanti vengono irrimediabilmente stravolti per effetto di un processo di industrializzazione disordinata congiuntamente ad una massiccia urbanizzazione comune allintera area metropolitana. 11

Casoria, centro storico - Tavola Rizzi Zannoni 1793

Casoria, centro storico - IGM 1892

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Dallesame comparativo fatto tra le cartografie storiche disponibili, a partire dalla pianta di Rizzi Zannoni del 1793, si evidenzia che il nucleo urbano pi antico di Casoria, risalente al XVII e XVIII secolo, si formato attorno alle Chiese di S.Benedetto e San Mauro costituito dalle insule: insula tra via San Benedetto, via Padre Ludovico da Casoria, via Salierno e via Marco Rocco; insula compresa tra via Cavour via Santa Croce e via San Mauro; insula compresa tra via Santa Croce, via Cardinale Maglione e via San Rocco.

Nel corso del XIX secolo vi stata una contenuta espansione del nucleo storico al contorno delle insule originarie ed in modo pi accenuato nella direzione del Comune di Casavatore (via Nicola Rocco) e nella direzione della stazione ferroviaria (corso Umberto). Nella prima met del XX secolo sorto il nucleo urbano della frazione di Arpino, al confine con il territorio del Comune di Napoli, lungo la via nazionale delle Puglie. Dalla prima met del XX secolo ad oggi si verificata una espansione edilizia pluridirezionale, indiscriminata e disordinata , composta da manufatti industriali e da palazzi multipiani adibiti ad abitazione che hanno coperto gran parte del territorio soffocando fino allinvasione il centro storico, mettendo a rischio la sua totale perdita di identit. Dal confronto tra la mappa del 1793 e lattuale stato della stratificazione del tessuto urbano si rilevano le ampie trasformazioni avvenute in oltre due secoli che hanno prodotto una consistente perdita di identit delloriginario centro storico. Invero, fino alla prima met del XX secolo, fatta eccezione per lo sventramento prodotto dallattuale vico Padre Ludovico da Casoria, vi stato un naturale processo di sviluppo urbano nel rispetto delle preesistenze. Solo successivamente, nel corso del processo di edificazione dissennata del territorio ed in assenza di una corretta pianificazione urbanistica , si sono prodotti sventramenti ed interventi sostitutivi ( edifici condominiali di 6 8 piani) che hanno stravolto amplissime parti del tessuto urbano del centro storico e distrutto testimonianze di grande pregio architettonico. Le quattro insule a maggiore valenza storica sono le seguenti: Insula compresa tra via Salierno e via Modigliani: superficie complessiva mq 26.800 superficie assoggettata a sventramento e sostit. edilizia mq 3.000 Insula compresa tra via Modigliani e via Marco Rocco superficie complessiva mq 21.600 superficie assoggettata a sventramento e sostit. edilizia mq 8.600 Insula compresa tra via Cavour e via Santa Croce superficie complessiva mq 29.500 superficie assoggettata a sventramento e sostit. edilizia mq 4.700 Insula compresa tra via Santa Croce e via San Rocco superficie complessiva mq 43.500 superficie assoggettata a sventramento e sostit. edilizia mq 17.000 13

pari all 11%

pari al

40%

pari al 16%

pari al

39%

Casoria, centro storico - IGM 1907

Casoria, centro storico - IGM 1956

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Viene qui di seguito riportata la Tavola delle Stratificazioni del Tessuto Urbano, con la seguente classificazione, finalizzata ad individuare il tessuto a valenza storica da classificare come zona A: LEGENDA: Presenti nel sec. XVII 1 met del sec. XVIII 2 met del sec. XVIII 1 met del sec. XIX 2 met del sec. XIX 1 met del sec. XX 2 met del sec. XX In costruzione

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Occorre qui sottolineare che, nel corso degli ultimi 60 anni, nelle 4 insule del centro storico, dellestensione di circa 121.400 mq, stata distrutta una notevole parte delloriginario patrimonio edilizio in conseguenza di sventramenti eseguiti su di una superficie complessiva di 33.300 mq, pari al 27%.

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I PRINCIPALI MONUMENTI, LE TIPOLOGIE EDILIZIE PREVALENTI E LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEGLI EDIFICI

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I PRINCIPALI MONUMENTI
Il nucleo storico della citt costituito da tre piazze (piazza Cirillo, piazza Trieste e Trento e piazza Santa Croce), collegate per mezzo della via Santa Croce al largo della chiesa di San Mauro. Resta ancora in piedi parte del tessuto originario da preservare. Ledificio pi importante Palazzo Rocco, settecentesco, dei Conti Rocco di Torrepadula, con lannessa Chiesa di Santa Mercede, cappella privata della famiglia.

Piazza Cirillo (inizi del 900)

Piazza Santa Croce (inizi del 900)

Le principali chiese e gli altri edifici religiosi di Casoria sono: La Chiesa di Santa Maria delle Grazie o dell'Assunta, gi esistente con ospedale annesso alla met del XV secolo, fu ricostruita nel 1737. L'abbassamento di livello della strada rese necessaria la costruzione nel 1857 di una scala di accesso. La facciata in stile rococ, come pure linterno ad una sola navata. Laltare sormontato da una tela raffigurante LAssunzione della Vergine di Francesco Solimena e da un pregevole crocifisso ligneo. Rappresenta una delle migliori testimonianze dellarchitettura barocca in Casoria. L Arciconfraternita del SS. Rosario affianca la chiesa di S.Maria delle Grazie ma ad essa preesistente essendo stata fondata nel 1536. Loriginaria cripta sottostante la congrega, a seguito dellabbassamento del livello stradale, accessibile direttamente dalla strada ed al momento utilizzata come sede del Centro di ascolto della Caritas. La Chiesa di San Benedetto sarebbe sorta su unarea donata nel 529 a favore del monaco Benedetto. La costruzione dellattuale chiesa venne iniziata nel 1605 e terminata nel 1694. La chiesa sorge probabilmente sullarea di una precedente cappella, come sembra attestare la lapide funeraria di Iacopo da Fano che giunse a Casoria nel 1254, a seguito della spedizione di papa Innocenzo IV contro Manfredi di Svevia e vi mor trovando in essa sepoltura. La struttura attuale della chiesa diversa da quella inizialmente concepita, infatti, durante i lavori di costruzione, a causa di un incendio e per la mancanza di 18

ulteriori fondi venne drasticamente accorciata, assumendo l'attuale forma. Il limite della struttura originaria segnalato sulla via adiacente da una lapide marmorea. La chiesa a croce greca, ha un'unica navata e una cupola rivestita di maioliche. Il campanile seicentesco, la cui prima sezione forse risale ai secoli XI-XII, venne ricostruito nel 1930 e, a causa dei gravi danni riportati durante il sisma del 1980, completamente ristrutturato nel 2004. Il complesso , inoltre, composto dall'antica Congrega della SS.Eucaristia, dismessa negli anni '60 del XX secolo, e, nella parte retrostante, dalle strutture dove abitavano i monaci, ora abitate da gente comune. LOratorio di San Benedetto sorse come congrega nel 1612, dal 1800 svolge funzione di oratorio e scuola. Lattuale facciata, in stile neoclassico del 1924. La Congrega di S. Maria del Buonconsiglio denominata Congrega dei nobili perch venne fondata, nel 1830, da varie famiglie notabili. Loriginaria facciata neoclassica fu successivamente alterata. La Cappella della congrega del Carmine era la cappella ufficiale della municipalit e sorgeva accanto all'antico Comune, ora demolito. La chiesa, a navata unica, risale al 1651 ed stata successivamente ingrandita. Presenta una facciata barocca mentre il campanile ed il corpo della chiesa sono romanici. La Chiesa del Santissimo Sacramento, con il monastero annesso, venne costruita tra il 1893 e il 1899 presso il municipio dall'ordine delle "Vittime Espiatrici di Ges Sacramento" ad opera di Francesco Orefice. Di stile neogotico in pietra di tufo a vista presenta una pianta a croce latina a tre navate. La Chiesa della Madonna della Mercede era anticamente conosciuta come la cappella di "Porziano" ed nella zona del Campanariello. Da alcuni documenti si pu ricavare che essa era dedicata a "Santa Maria la nova" e sorgeva nei pressi della "masseria di un tal sig. Comite", una sorte di locanda ad uso osteria. Oggi quasi completamente priva dei fregi e dei marmi che la ornavano a causa dei vari furti dei quali stata oggetto. La Chiesa del Purgatorio, eretta in contrada Arpino, fu intitolata a Maria SS delle Grazie al Purgatorio in memoria di una preesistente edicola di legno contenente delle statuette di cartone con il Crocifisso raffiguranti le anime del Purgatorio. La parrocchia fu costituita nel 1902 dalle frazioni di S.Anna al Bivio, di S.Pietro a Patierno, S.Mauro di Casoria e S.Maria della Neve di Ponticelli. La Chiesa di San Mauro Abate venne costruita, a partire dal 1606, sul sito di un'antica cappella e fu eretta Collegiata nel 1702. L'edificio ubicato nel centro storico di Casoria e la sua facciata si pone come fondale per chi percorre Via S. Croce. Essa ha forme e decorazioni barocche, con un ordine inferiore suddiviso in cinque sezioni, con tre portali di accesso in piperno, ed un ordine superiore, adornato da piccole lesene, che dividono lo spazio in tre sezioni occupate da un finestrone centrale e da due nicchie laterali, il coronamento a timpano. Accanto alla chiesa si erge un campanile in tufo, costruito nel 1827, che si sviluppa su quattro piani. Linterno a croce latina a navata unica, con cinque cappelle laterali per lato. L'incrocio tra la navata ed il transetto sormontato dalla cupola alta 40 metri, rivestita all'esterno con lastre di piombo e dotata di un lanternino a pinnacolo che ospita la croce. Il soffitto della navata ligneo a cassettoni decorato in oro zecchino; alla fine della navata sulla destra c' la sagrestia, a sinistra un grande ambiente, che ospita la Congregazione di Santa Maria della Piet, e sul fondo si apre l'abside rettangolare. L'apparato decorativo interno della chiesa molto sobrio; risulta di particolare interesse l'Altare maggiore settecentesco in marmi policromi, sormontato da un quadro di Domenico Antonio Vaccaro raffigurante "la Madonna delle Grazie tra San Mauro e San Gennaro". Da menzionare anche altre due tele la Visitazione del 1740 e lImmacolata Concezione del 1741. Interessante anche la fonte battesimale in marmo 19

del 1794.

La chiesa di San Mauro

In piazza Santa Croce collocata la statua in bronzo di Padre Ludovico da Casoria, opera di Filippo Cifariello.

LE TIPOLOGIE EDILIZIE PREVALENTI


Si gi detto che il territorio di Casoria era dominato da uno scenario agricolo rurale, riconoscibile in modo coerente attraverso la divisione dei campi e le differenti colture, e dallarchitettura del suo nucleo urbano, delle case coloniche e dei casali. Le matrici costitutive del sistema edilizio del centro storico sono riconducibili alla disposizione, in successione lineare lungo le strade e allinterno delle vielle, di unit edilizi a corte. Negli isolati del centro storico sono prevalenti due differenti tipologie edilizie: la casa rurale a corte, monofamiliare a due piani, accessibile il pi delle volte dalle piccole traverse a fondo cieco dei principali tracciati stradali; il palazzetto signorile, a tre piani, prospiciente ai principali tracciati stradali a formare cortine di pregio architettonico e ambientale. Al di fuori del centro storico, nei borghi rurali, sono rintracciabili le cosiddette fabbriche rurali, meglio note come masserie.

La casa rurale a corte


Si sviluppa con corpi di fabbrica ad U ad L o a C attorno ad un cortile chiuso di dimensioni molto variabili. Laccesso avviene dal fronte principale disposto sulla strada attraverso un arco 20

adeguato al passaggio di carrozze. Il piano terra impegnato da locali adibiti alle stalle e alle pertinenze agricole mentre labitazione vera e propria posta al piano superiore con una successione di camere accessibili da un ballatoio coperto con tetto spiovente ricoperto da tegole. Gran parte delle case rurali sono improntate alla pura essenzialit contadina. I fronti esterni sono poveri di connotati architettonici ma la loro articolazione spontanea attribuisce ad essi un rilevante valore corale che pu riconoscersi tra i caratteri peculiari dellintero centro storico. Elementi tipologici ricorrenti sono: larco di ingresso alla corte, spesso con androne profondo, sufficientemente alto per il passaggio delle carrozze; la sequenza di archi a tutto sesto o ribassati di sostegno al loggiato del primo piano; le scale di accesso al ballatoio, abitualmente a parapetto pieno; il loggiato del primo piano, a filo del piano sottostante o in aggetto attraverso voltine o mensole; la copertura del ballatoio con tetto a falda e tegole sorretto da caratteristici pilastrini circolari.

casa a corte in via San Rocco Il tessuto edilizio del centro storico di Casoria caratterizzato dalla presenza cospicua di case rurali a corte, di modeste e grandi dimensioni . Le pi antiche e pregevoli sorgono attorno alle Chiese di San Benedetto e di Santa Maria delle Grazie, in via San Mauro, in via San Rocco e in via Padre Ludovico da Casoria. Le case rurali costituiscono un patrimonio abitativo fino ad oggi non considerato con la dovuta attenzione e perci abbandonato ad ogni forma di degrado in attesa di una possibile ricostruzione speculativa. Questo patrimonio, che nella sua coralit ricco di pregio architettonico, costituisce una 21

testimonianza di una civilt laboriosa di alto valore culturale da mettere sotto attenta protezione.

androne dingresso e casa a corte in vico VI Padre Ludovico da Casoria

casa a corte in traversa via S.Croce 22

casa a corte in via San Benedetto 23

casa a corte in via Vincenzo Salierno 24

casa a corte in via Padre Ludovico da Casoria 25

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casa a corte in vico IX Padre Ludovico da Casoria

casa a corte in via DAnna 27

Il Palazzo signorile
Al contrario della casa rurale, proiettata tutta allinterno della corte, il palazzo, abitazione della borghesia urbana, esprime tutto il suo valore attraverso il pregio architettonico della sua facciata. Limmagine urbana della citt si realizza quindi attraverso la successione di cortine edilizie ispirate in gran parte agli schemi dellarchitettura classica del XVIII e XIX secolo. Limpianto del palazzo prevalentemente a corte chiusa o aperta sul fondo. In pochi casi e a blocco senza cortile. Ledificio tipo generalmente si compone di: un livello a piano terra per botteghe e depositi un piano ammezzato un piano padronale in alcuni casi un terzo piano Al centro della facciata si apre un ampio portale dingresso a tutto sesto che si estende fino allaltezza del piano padronale; da esso si accede allandrone dingresso e di seguito al cortile interno Su di un lato della corte ubicata la scala che porta ad un ballatoio ad archi che gira sui corpi laterali La copertura a tetto aereato da una alta camera daria con aperture sul fronte esterno. Il fronte su strada delledificio si caratterizza con un basamento in bugnato con cornici e cornicioni che marcano i differenti solai, con partizioni verticali composte da lesene e paraste poste attorno alle finestre e nei cantonali. Il piano nobile evidenziato da una cornice marcapiano e dalla sporgenza dei balconi realizzati con spesse lastre di piperno poggiate su mensole in ferro o mensoloni in pietra.

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Le cortine edilizie

Le cortine edilizie che prospettano le principali strade del centro storico hanno perduto la loro originaria unitariet per le gravi alterazioni a cui sono state sottoposte specialmente in questi ultimi 60 anni. Numerose fabbriche, ridotte ad un estremo stato di degrado ed erroneamente ritenute prive di valore storico architettonico per la sola ragione dellassenza in esse di elementi architettonici significativi, sono state irresponsabilmente abbattute e sostituite da scadentissimi edifici multipiani, spesso arretrati rispetto al filo storico dellimpianto stradale, con grave danno per la conservazione della memoria storica della citt. 29

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Lidentit storica della citt resta pertanto affidata alla conservazione delle residue cortine storiche nelle quali ancora emergono pregevoli palazzi alternati a dignitose fabbriche di edilizia povera.

I palazzi di maggior pregio sono ubicati in via San Benedetto, via Marco Rocco, via Santa Croce, via San Mauro, via Cardinale Maglione, via Padre Ludovico da Casoria, corso Umberto. 31

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LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEGLI EDIFICI


Al fine di approfondire la conoscenza del tessuto storico del Comune di Casoria si prima di tutto redatta una carta dei territori urbanizzati per epoca di impianto, desunta dalla cartografia storica disponibile, in modo da definire il perimetro degli insediamenti antecedenti il 1945, procedendo poi al rilievo fotografico di tutti gli edifici ricadenti allinterno di questo perimetro ed alla loro schedatura. Le informazioni rilevate per ciascun edificio riguardano lepoca di costruzione, la tipologia, la destinazione duso prevalente e quella degli immobili in esso ricadenti, lo stato di conservazione ed il valore storico architettonico. La schedatura, suddivisa per comparti, riportata nellallegato 1 alla presente relazione. Le schede sono state poi memorizzate ciascuna in un record di un file di tipo Access, univocamente associato al relativo edificio presente nella cartografia numerica del territorio comunale, mediante un identificativo numerico. Mediante semplici query sono poi state prodotte diverse carte tematiche di cui se ne riportano qui di seguito due, luna relativa al valore storicoarchitettonico dei diversi edifici e laltra relativa al loro stato di conservazione.

Valore storico-architettonico
Ripercorrendo la storia delle trasformazioni della citt si visto che il centro storico di Casoria sorto attorno alle due principali chiese di San Benedetto e San Mauro e la stratificazione del suo tessuto urbano avvenuta con ledificazione di case rurali e palazzi signorili appartenenti ad una societ ad economia rurale. Malgrado un quarto di questo patrimonio sia stato cancellato dagli sventramenti speculativi di questi ultimi decenni, resta intatta una preziosa testimonianza dellidentit storica ed ambientale della citt di alto valore storico culturale, rappresentata dallinsieme corale di edifici a corte 33

nascosti nelle vielle e dalle eleganti cortine di palazzi signorili in successione sugli assi stradali principali. Il valore storico e architettonico sta nellinsieme inscindibile di questa antica testimonianza che, per continuare a conservare la sua identit, ha bisogno, innanzitutto, che non le venga sottratta o stravolta ancora alcuna sua parte. Nella Tavola seguente vengono rappresentati gli edifici per valore attribuito secondo la seguente Legenda: LEGENDA: Edificio di pregio storico-architettonico da vincolare Edificio di pregio storico-architettonico Edificio di valore testimoniale Edificio di valore testimoniale alterato Edificio di nessun pregio storico-architettonico

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Stato di conservazione
La scarsa consapevolezza da parte dei cittadini del valore identitario del centro storico ed il disinteresse da parte delle istituzioni pubbliche verso la salvaguardia dei valori storici ed ambientali della citt hanno prodotto un grave decadimento degli edifici storici esistenti fatta eccezione per gli edifici religiosi per i quali, nel corso dei secoli, le autorit ecclesiastiche si sono preoccupate di eseguire interventi ricostruttivi e di manutenzione. Lo stato di conservazione rappresentato nella tavola seguente utilizzando la seguente classificazione: LEGENDA: Buono Mediocre Degradato Molto degradato Rudere

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Sistemi costruttivi degli edifici


Sia le Chiese che le abitazioni sono realizzate con murature in tufo, spesso cavate direttamente dal sottosuolo adiacente in pozzi utilizzati per la raccolta delle acque piovane. Raramente le murature sono in pietrame. Solitamente i primi piani sono sostenuti da strutture ad arco; sono assai diffusi gli archi dingresso alle corti e le volte (a botte o a vela) degli androni dei palazzi signorili. Archi a tutto sesto o ribassati sostengono le logge e le scale negli edifici a corte. Le strutture orizzontali dei piani superiori sono solitamente piane (solai in legno). I balconi dei palazzi agettanti sulle strade sono realizzati con lastre monolitiche di pietra (piperno o similare) le pi antiche poggiate su mensole di pietra le altre su mensole di ferro battuto. Le coperture sono generalmente a falde a pendenza lieve protette da tegole; sono rialzate dal livello dellultimo piano in modo da formare un sottotetto ben aereato e capace come comodo rurale. Sia le case rurali che i palazzi signorili sono rifiniti con materiali poveri. I paramenti esterni, anche in presenza di motivi architettonici decorativi (lesene, paraste, cornici e cornicioni) sono quasi sempre costituiti da semplice intonaco a stucco facilmente deperibile nel tempo. Attualmente conservano un buono stato soltanto gli edifici religiosi, gli edifici in calcestruzzo di recente costruzione ed alcuni palazzi signorili abitati ancora da discendenti delle originarie famiglie. Molti edifici di pregio architettonico pur trovandosi in una buona condizione statica, presentano i segni della mancata manutenzione nel tempo e di alterazione di alcuni elementi tipologici: superfetazioni agli ultimi piani, degrado degli intonaci, sostituzione degli degli elementi ligneei (infissi, portoni, etc.). La maggior parte degli edifici versa in uno stato di marcato degrado perch colpito da dissesti statici o perch sottoposto nel tempo ad un insieme disordinato di mutilazioni e di superfetazioni. Per essi urgono interventi di consolidamento statico e di recupero architettonico. Dallallegata schedatura degli edifici del centro storico si rileva lo stato di conservazione di ciascuno di essi.

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I PIANI SOVRAORDINATI

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I principali piani sovraordinati che riguardano il Comune di Casoria sono: il Piano Stralcio per lAssetto Idrogeologico (P.S.A.I.), adottato dal Comitato Istituzionale dell'Autorit di Bacino del Sarno in data 10/04/2002; il Piano Territoriale Regionale (P.T.R.), adottato con la Delibera della Giunta Regionale n. 1956 del 30/11/2006, pubblicata sul BURC del 10/01/2007; il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), ancora in fase di redazione, di cui una prima versione stata adottata dal Consiglio Provinciale con la Delibera n. 109 del luglio 2003 e del quale stato recentemente redatto un nuovo preliminare, approvato dalla Giunta Provinciale con la Delibera n. 445 del 5 luglio 2006.

IL PIANO STRALCIO PER LASSETTO IDROGEOLOGICO


Il Comune di Casoria ricade nel bacino nord-occidentale, che si estende per circa 1500 kmq, comprende ben 127 comuni, per un totale di circa 3 milioni di abitanti, e risulta essere costituito dai seguenti bacini idrografici: Regi Lagni Alveo Camaldoli Campi Flegrei Volla Bacini delle Isole Ischia e Procida

I limiti del Bacino nord-occidentale

Il territorio si estende su di una vasta area regionale che gravita intorno ai golfi di Napoli e Pozzuoli ed delimitata ad ovest dal litorale domitio fino al confine con il Bacino Nazionale Liri-Garigliano-Volturno e si protende verso est nellarea casertana, rientrando nel tenimento della provincia di Napoli ove include parte del Nolano fino alle falde settentrionali del Vesuvio. A nord comprende le aree prossime al tratto terminale del fiume Volturno; a sud ovest si sviluppano i bacini dei Regi Lagni, del Lago Patria e quello dellalveo dei Camaldoli. A sud, fino al mare, il territorio comprende larea vulcanica dei Campi Flegrei, che si affaccia sul golfo di Pozzuoli; al largo di questultimo si trovano le isole di Procida e di Ischia anchesse di competenza dellAutorit di Bacino nord occidentale della Campania. Nella zona orientale ricadono il bacino dei Regi Lagni, i torrenti vesuviani e la piana di Volla. Questultima costituisce la valle del fiume Sebeto originariamente paludosa e trasformata, in seguito, da interventi antropici di bonifica, in zona agricola fertile. 38

Il Piano Stralcio per lAssetto Idrogeologico stato adottato con Delibera del Comitato Istituzionale n. 11 del 10/5/2002. Il Comune di Casoria non interessato da aree con rischio frane ma presenta situazioni particolari dal punto di vista del rischio idrogeologico in localit Arpino a confine con Volla. In particolare presente ununica area a Rischio moderato, R1, a confine con Volla. In questa zona, a norma del comma 1 dellart. 30 delle norme tecniche, I nuovi interventi, le nuove opere e le nuove azioni per le quali non previsto lo studio di compatibilit idraulica o idrogeologica non devono incrementare uno dei fattori che concorrono alla definizione del grado di rischio determinando il superamento della soglia del rischio accettabile (R2).

IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE


Il Piano Territoriale Regionale stato anticipato dallapprovazione delle Linee Guida per la Pianificazione Territoriale Regionale, approvate con la Delibera della Giunta Regionale n. 4459 del 30/09/2002 e successivamente integrate con la Delibera n. 286 del 25/02/2005. La versione definitiva del Piano, la cui redazione stata avviata con la Delibera di Giunta n. 287 del 25/02/2005, stata adottata con la Delibera della Giunta Regionale n. 1956 del 30/11/2006, pubblicata sul BURC del 10/01/2007. Nellinterpretazione della struttura territoriale della Campania, il P:T:R:, attraverso i Quadri territoriali individua gli Ambienti Insediativi ed i Sistemi Territoriali di Sviluppo. In particolare nel Secondo Quadro territoriale di riferimento il P.T.R. individua gli Ambienti Insediativi (ambiti macro) che vengono proposti al confronto con Province ed altri Enti locali per inquadrare in modo sufficientemente articolato gli assetti territoriali della regione, affidando alla pianificazione provinciale la definizione degli assetti insediativi, riservando a s i compiti di proposta di visioni di guida per il futuro, e lindividuazione di temi che pongono questioni di coordinamento interprovinciale da affrontare e risolvere secondo procedure di copianificazione sostanziale. In sostanza, nel P.T.R., gli ambienti insediativi costituiscono gli ambiti delle scelte strategiche con tratti di lunga durata (e dei conseguenti interventi strutturanti), in coerenza con il carattere dominante a tale scala delle componenti ambientali e delle trame insediative. Per gli ambienti insediativi la scelta strategica del P.T.R. mira al perseguimento di un assetto policentrico pi coerentemente aderente ad una idea di rete territoriale nella quale contino pi le relazioni, in un certo senso, dei nodi (valorizzando le complementarit pi degli antagonismi concorrenziali) e nella quale il ruolo dei nodi sia frutto pi delle specificit e delle identit che delle dimensioni e delle gerarchie. Nel terzo Quadro Territoriale di Riferimento vengono individuati i Sistemi Territoriali di Sviluppo. Tali sistemi hanno funzione non di vincolo, ma di orientamento per la formulazione di strategie in coerenza con il carattere proprio del PTR, inteso come piano in itinere soggetto a continue implementazioni, ed altres che i Sistemi Territoriali di Sviluppo diventano la trama di base sulla quale costruire i processi di copianificazione, nonch possono costituire una significativa opportunit per la Regione Campania di affrontare la prossima programmazione 39

dei fondi comunitari 2007/2013 in un quadro di pianificazione unitario, frutto di un processo di concertazione ormai radicato nelle norme e nelle prassi regionali. Il P.T.R., pertanto, detta indirizzi e fornisce indicazioni articolate territorialmente rispetto a 9 Ambienti Insediativi, 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo e 10 Campi Territoriali Complessi, qui di seguito elencati. I 9 Ambienti Insediativi: 1. la piana campana; 2. la penisola sorrentino-amalfitana; 3. lagro sarnese-nocerino; 4. larea salernitana e la piana del Sele; 5. larea del Cilento e del Vallo di Diano; 6. lAvellinese; 7. il Sannio; 8. la media valle del Volturno; 9. la valle del Garigliano; sono individuati allo scopo di mettere in evidenza lemergere di citt, distretti, insiemi territoriali con diverse esigenze e potenzialit11. I 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) sono stati individuati, in una prima fase, per inquadrare la spesa e gli investimenti del POR, e in prospettiva, in sintonia con la programmazione economica ordinaria riconoscendo che proprio il carattere strategico conferito al PTR che postula laggancio di politiche di sviluppo a coerenti riferimenti territoriali12. I 10 Campi Territoriali Complessi: 1. Grazzanise; 2. Area Urbana Casertana; 3. Direttrice nord Napoli Caserta; 4. Area Interprovinciale Caserta/Benevento/Avellino; 5. Area Avellinese; 6. Costa Salernitana; 7. Costa Sorrentina; 8. Litorale Domizio; 9. Area Vesuviana; 10. Campi Flegrei; sono stati individuati come ambiti prioritari dintervento, interessati da criticit per effetto di processi di infrastrutturazione funzionale ed ambientale particolarmente densi13. Questa articolazione, pur non essendo immediatamente chiara, costituisce di fatto la matrice attraverso cui leggere gli indirizzi e le indicazioni dettate dal P.T.R. per le diverse zone e per i diversi Comuni.
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Il Comune di Casoria ricade: nellAmbiente Insediativo n. 1 Piana Campana;

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nel Sistema Territoriale di Sviluppo E2, Napoli Nord, appartenente allinsieme E dei sistemi denominati a dominante urbano-industriale, unitamente ai Comuni di Arzano, Casandrino, Casavatore, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito di Napoli e SantAntimo; nel Campo Territoriale Complesso n. 3 Direttrice Nord Napoli Caserta.

Ambiente Insediativo n. 1 Per quanto concerne questo ambiente il PTR, pur rilevando che la situazione, specie sulla costa, si presenta in gran parte compromessa, per eccesso di edificazione, nel contempo sottolinea il permanere di un sistema di aree naturali fortemente interrelato, come parte della rete ecologica regionale, di aree ad uso agricolo, di alto valore economico, di tratti liberi da edificazione lungo la costa e di numerosi manufatti industriali dismessi o in via di dismissione che costituiscono, in particolare, un fattore di potenziale recupero di condizioni di vivibilit e riqualificazione nelle aree pi compromesse14. Questultimo fattore si presenta, anche nel caso di Casoria, come un fattore strategico per la riqualificazione di un territorio pressoch tutto urbanizzato in cui le aree che mantengono un connotato agricolo sono ormai solo aree marginali. Il PTR individua fra le tipologie di rischio presenti in questambito quelle legate alla pericolosit e allinquinamento degli insediamenti industriali che riguarda anche il Comune di Casoria che presenta diversi siti inquinati o potenzialmente inquinati. Per questo motivo a questo tema stato dedicato un intero capitolo di questa Relazione. Altro rischio sottolineato per questambito dal P.T.R., presente anche a Casoria, quello idrogeologico legato allinquinamento delle falde acquifere, come pure quello legato alla fratturazione ed ai crolli parziali di banchi di tufo ed al collassamento di cavit sotterranee in essi scavate. Dalla descrizione delle problematiche emergono, poi, le indicazioni sugli obiettivi da perseguire secondo una visione guida per il futuro che si articolano nei seguenti punti: lorganizzazione policentrica del territorio; la riqualificazione e la messa a norma delle citt soprattutto incrementando la dotazione quantitativa e qualitativa delle attrezzature; la conservazione ed il recupero delle biodiversit presenti (territori ad uso agricolo). Per quanto concerne poi gli indirizzi e le proposte progettuali legate alle infrastrutture stradali e ferroviarie si rimanda a quanto riportato pi in dettaglio per il SRS E2. Sistema Territoriale di Sviluppo E2 Napoli Nord Il sistema situato a nord di Napoli e comprende i comuni di Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito di Napoli e SantAntimo. I principali indirizzi dettati dal PTR per questo sistema sono i seguenti, cui sono attribuiti valori da 1 a 4, corrispondenti alla scala nominale: basso, medio, forte ed elevato: difesa della biodiversit (2); valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio (1); recupero aree dismesse e in via di dismissione (4);
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rischio da attivit estrattiva (4); settore turistico (1)15.

Inoltre il PTR ha attribuito a ciascun STS un peso relativo alle strategie legate alle politiche industriali basato sullappartenenza dei Comuni che vi ricadono ad un distretto industriale, ad un progetto integrato di distretto o di filiera produttiva, ad unASI o alla presenza di un PIP finanziato. In base a questi parametri il PTR ha attribuito al STS E2 il massimo punteggio pari a 416. Tutti questi indirizzi riguardano il Comune di Casoria in particolare per quanto concerne la conservazione del residuo territorio agricolo e della sua biodiversit, la valorizzazione del patrimonio culturale dopo le alterazioni e le compromissioni degli anni precedenti, il recupero delle aree dismesse ed in via di dismissione per il ristabilimento di condizioni di vivibilit e per la riqualificazione del tessuto urbano, la riduzione del rischio legato alla fatturazione e ai crolli parziali di banchi di tufo ed al collassamento delle cavit sotterranee in essi scavate specie nel centro urbano. Per quanto concerne la mobilit17 il sistema interessato: dalla rete autostradale costituita dal raccordo autostradale A1-A3, con lo svincolo sulla Circonvallazione nord di Napoli e limbocco della Tangenziale; dalle seguenti strade principali: - la SS 7 bis di Terra di Lavoro; - la variante alla SS 87, che a carreggiate separate; - la SS 87 Sannitica; - lAsse Mediano (SS 162), che incrocia il raccordo autostradale A1-A3. - la Circonvallazione nord di Napoli, a carreggiate separate. dalla linea ferroviaria Napoli Aversa, con le stazioni di Casoria-Afragola, FrattamaggioreGrumo e SantAntimo-SantArpino; dallaeroporto di Napoli-Capodichino, raggiungibile percorrendo circa 8 km di raccordo autostradale A1-A3, a partire dallo svincolo sulla Circonvallazione nord di Napoli.

In termini di programmazione previsto: per il sistema stradale: - il completamento della SS 87 di collegamento tra Napoli e Caserta (codice intervento 11); - il prolungamento della Circumvallazione Esterna di Napoli (codice intervento 18); - un nuovo collegamento stradale tra gli assi autostradali e la zona di Capodichino con ladeguamento della viabilit esistente (codice intervento 96); per il sistema ferroviario: - il raccordo ferroviario tra la linea Aversa-Napoli e la variante della linea di Cancello (codice intervento 25); - la linea metropolitana Napoli-P.zza Di Vittorio-Casoria (codice intervento 27); - la trasversale ferroviaria Quarto-Giugliano-Staz. AV/AC di Napoli-Afragola (codice intervento 28).

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Campo Territoriale Complesso n. 3 Direttrice Nord Napoli Caserta Il PTR individua nel territorio regionale ambiti prioritari di intervento, interessati da criticit per effetto di processi di infrastrutturazione funzionale ed ambientale particolarmente densi, definiti Campi Territoriali Complessi, che possono essere definiti come punti caldi del territorio regionale18. Il Comune di Casoria ricade nel Campo Territoriale Complesso denominato Direttrice Nord Napoli Caserta che rappresenta il core dellarea metropolitana di Napoli ed caratterizzata da una molteplicit di interventi infrastrutturali che ne rappresentano una dorsale costituita da elementi lineari e da polarit attrattive di livello territoriale. In esso19i gli interventi principali riguardano la Strada Statale 87, i siti potenzialmente contaminati, la stazione TAV di Afragola e la metropolitana regionale.

IL P.T.C.P.
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) ha avuto una storia lunga e laboriosa, una prima versione stata adottata con la Delibera del Consiglio Provinciale n. 109 del luglio 2003, cui non ha fatto seguito n lesame delle osservazioni, n la definitiva approvazione. Successivamente, a seguito dellentrata in vigore della Legge Regionale n. 16/2004, la Giunta Provinciale ha disposto, con il proprio atto n. 344 del 17 marzo 2005, la sua rielaborazione, al fine di provvedere alladeguamento dello stesso agli obiettivi ed alle prescrizioni introdotte dalla nuova normativa regionale. Liter di formazione del piano pertanto ripartito ed giunto ad un primo punto fermo costituito dalla redazione di un preliminare approvato dalla Giunta Provinciale con la Delibera n. 445 del 4 luglio 2006. Successivamente, con la Deliberazione n. 1091 del 17 dicembre 2007, la Giunta Provinciale ha approvato la Proposta definitiva del PTCP, cos come redatta dalla Direzione PTCP Piani di Settore Progetti Speciali, sulla base dei contributi dei diversi consulenti coordinati dal prof. Roberto Gambino. Il P.T.C.P. sottolinea il ruolo trainante di Nola e Casoria per quanto concerne il settore del commercio allingrosso e al dettaglio e la scarsa ed insufficiente dotazione di servizi dellarea a nord di Napoli, stretta fra i comuni di Giugliano e Pozzuoli da un lato, di Casoria, Afragola e Caivano dallaltro.20 Inoltre il P.T.C.P. annovera, fra i centri urbani immersi in una periferia continua e totalmente urbanizzata, che si estende intorno a Napoli, anche il Comune di Casoria.21 Periferia nella quale, negli anni pi recenti, si sono localizzati grandi centri commerciali (Ipercoop, Ikea, ecc.) che spesso assumono essi stessi la valenza di centri, a danno dellidentit e riconoscibilit degli stessi centri storici. La Disciplina del Territorio e del Paesaggio del Comune di Casoria riportata nelle tavole P.07.11 e P.07.19 del P.T.C.P.. In esse sono individuati: il Centro storico di Casoria ed il Nucleo storico di Arpino sulla base delle aree edificate cos come risultanti dalla cartografia I.G.M. del 1936 per le quali vale quanto disposto dallart. 38 delle Norme Tecniche;
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BURC 10/1/2007 pag. 244 BURC 10/1/2007 pag. 265 20 Relazione del P.T.C.P., Parte I. 21 Relazione del P.T.C.P., Parte III ed Appendice.

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gli Insediamenti Urbani prevalentemente Consolidati per i quali vale quanto disposto dallart. 51 delle Norme Tecniche; le Aree di Consolidamento Urbanistico e di Riqualificazione Ambientale per le quali vale quanto disposto dallart. 52 delle Norme Tecniche; le Aree e Complessi per Insediamenti Produttivi Sovracomunali per i quali vale quanto disposto dallart. 55 delle Norme Tecniche; le Aree Agricole e periurbane per le quali vale quanto disposto dallart. 48 delle Norme Tecniche; le Aree ed Emergenze Archeologiche ed in particolare gli Ambiti di Attenzione per i quali vale quanto disposto dallart. 37 delle Norme Tecniche; lArea Aereoportuale.

Nelle stesse tavole sono inoltre indicate le principali architetture sacre, per le quali si rimanda, unitamente agli altri siti e monumenti isolati, allart. 39 delle Norme Tecniche, i tracciati stradali di epoca romana e quelli principali al 1886, per i quali si rimanda al successivo art. 40, ed i percorsi panoramici per i quali si rimanda al successivo art. 45. Lart. 38,Centri e nuclei storici, al comma1, considera i centri storici quali risorsa primaria ai fini dellidentit culturale e della qualit del quadro di vita attuale e futuro della popolazione provinciale, prescrivendo la conservazione integrale e la valorizzazione, mediante appositi progetti di qualificazione, dei loro caratteri strutturali, individuati essenzialmente nella forma, nella riconoscibilit, nellintegrit e pregnanza culturale e nella stessa qualit prossemica dello spazio collettivo e nelle regole insediative tipo-morfologiche. Il P.U.C. di Casoria ha, in particolare, approfondito, rispetto al P.T.C.P., lanalisi del sistema storico comunale sulla base degli studi ricognitivi e della documentazione storica riportata nel capitolo lineamenti storici e nellallegato Schedatura degli edifici del Centro Storico, precisando meglio, come previsto dal comma 8 punto a) del suddetto articolo, la delimitazione riportata nelle tavole del P.T.C.P.. Nelle Norme Tecniche di Attuazione, vengono, inoltre, precisate le disposizioni tese a garantire, come previsto dal successivo punto d), la conservazione ed il ripristino dei seguenti fattori: leggibilit e integrit del disegno dellimpianto urbano con riferimento ai tracciati, agli spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti per lidentit storica; articolazione dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi, dei tessuti edilizi e degli spazi aperti da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali, ai rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati; leggibilit e fruibilit dellimpianto complessivo nellinserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato limpianto insediativo. Il P.U.C. ha, inoltre, individuato ledilizia recente, allinterno del Centro Storico, priva di pregio e sostanzialmente contrastante con i valori tutelati, sia dal P.T.C.P., sia dal P.U.C., per i quali il P.U.C., secondo quanto previsto dal comma 9 e 10 dello stesso articolo, favorisce la demolizione e la ricostruzione in altra zona individuata dal P.U.C., con una premialit urbanistica pari al 40% del demolito, e la ricomposizione ed il riuso come spazio pubblico urbano della relativa area di sedime. Data, inoltre, la penuria di spazi ed attrezzature pubbliche allinterno del Centro Storico il piano prevede in parte lintegrazione di standard ed in pi larga misura linedificabilit degli spazi scoperti pubblici e privati e delle aree libere contigue al Centro Storico destinandole 44

preferibilmente a verde pubblico, come previsto del resto dal comma 11, punti e) ed f) dello stesso articolo. Il P.T.C.P. individua, inoltre, una vasta area classificata come insediamenti urbani prevalentemente consolidati per la quale il comma 2 dellart. 51 precisa che La pianificazione comunale dovr essere finalizzata a mantenere o immettere i valori urbani identificabili principalmente nella complessit funzionale e sociale, nella riconoscibilit dellimpianto spaziale, nel ruolo strutturante del sistema degli spazi pubblici, per cui occorre che sia assicurata prioritariamente unadeguata dotazione di attrezzature pubbliche e di attivit di servizio alla residenza. Lo stesso articolo suggerisce, al comma 3, lopportunit di identificare i tessuti urbani saturi, per i quali promuovere interventi di riqualificazione che ne incrementino la complessit funzionale e la qualit spaziale e edilizia, e, al comma 11, di individuare, da un lato, le zone urbane consolidate con impianto riconoscibile e concluso, qualit edilizia ed urbanistica accettabile e densit abitative elevate o medie, di conservazione e recupero e le zone urbane con impianto incompiuto e/o con densit abitative basse e/o qualit urbanistica inaccettabile e modificabile, di riqualificazione e ristrutturazione urbanistica, dettando, per esse, specifiche prescrizioni ed indirizzi nei commi successivi dello stesso articolo. Il P.T.C.P. individua, inoltre, nel comune di Casoria aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale costituite da tessuti urbani di recente formazione caratterizzati da diversi gradi di densit e da differenti morfologie e qualit delle componenti. Queste possono essere caratterizzate o dalla presenza esclusiva della funzione residenziale, o dalla presenza di attrezzature collettive e/o attivit terziarie private non coerentemente relazionate ai tessuti residenziali esistenti, o dalla commistione disordinata di sedi produttive industriali/artigianali e funzioni residenziali, o, infine, consistere in aree produttive di interesse prevalentemente locale adiacenti o prossime ai tessuti urbani disciplinate dallart. 52 delle N.T.A.. Questa variet di situazioni ha richiesto, in fase di redazione del P.U.C., un approfondimento analitico finalizzato, soprattutto, allidentificazione dei diversi casi, articolandoli in sottozone, finalizzando le trasformazioni al soddisfacimento dei fabbisogni della popolazione residente e configurando gli interventi di ristrutturazione urbanistica e di completamento come occasione per ridisegnarne e qualificarne lassetto. Vengono poi individuate alcune Aree e complessi per insediamenti produttivi di interesse provinciale e/o sovra comunale, disciplinate dallart. 55 delle N.T.A., per le quali il P.T.C.P. raccomanda di porre particolare attenzione, da un lato, allesigenza di qualificare il tessuto produttivo provinciale, sia a livello delle imprese, sia a livello delle aree su cui insistono, e, dallaltro, allesigenza di ridurre limpatto ambientale degli insediamenti produttivi e il loro consumo di risorse non rinnovabili, prima di tutto del territorio. In particolare il P.T.C.P. individua, fra i poli specialistici per attivit produttive di rilievo provinciale o sovra comunale, il polo integrato di Casoria-Afragola, come polo consolidato per funzioni miste produttive, logistiche e del commercio. Al fine di perseguire gli obiettivi e gli indirizzi fissati dal P.T.C.P. il P.U.C. ha ulteriormente approfondito la zonizzazione proposta dal P.T.C.P. attraverso una analisi approfondita del territorio comunale, per la quale si rimanda agli altri capitoli della presente relazione.

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IL PIANO ASI
Il Piano Regolatore Territoriale dellArea di Sviluppo Industriale della Provincia di Napoli stato approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 14 ottobre 1968. Esso individuava sette agglomerati ubicati, allepoca, in aree con caratteristiche ancora agricole. Il Piano dellAgglomerato di Casoria- Arzano-Frattamaggiore stato oggetto di diverse varianti, la prima fu adottata con Deliberazione n. 144 del 5/4/1977 del Comitato Direttivo del Consorzio A.S.I. di Napoli ed approvata con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 2059 del 16/5/1979, la seconda fu adottata con Deliberazione n. 213 del 14/7/1992 del Comitato Direttivo del Consorzio A.S.I. di Napoli ed approvata con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 54/26 del 30/5/1995, mentre lultima, in ordine di tempo, stata adottata con Delibera del Commissario Straordinario n. 343 del 18/7/2001, con controdeduzioni alle osservazioni approvate con Delibera del Commissario Straordinario n. 434 dell1/8/2002 ed adeguamento alle prescrizioni in sede di Conferenza dei Servizi per conclusione procedimento ex art. 10 L.R. n. 16/1998. Il Piano riguarda una piccola porzione del territorio di Casoria a confine con Arzano per la quale si rimanda alle Norme di Attuazione della variante suddetta.

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I PIANI DI SETTORE DI LIVELLO COMUNALE

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La Deliberazione n. 834 della Giunta Regionale dell11 maggio 2007 prevede che il P.U.C. includa al suo interno anche il Piano Comunale di Protezione Civile (art. 108 del D.Lgs. n. 112/98), il Piano Comunale del Commercio (L.R. n. 1/2000), il Piano di Distribuzione dei Carburanti (L.R. n. 6/2006; D.Lgs. n. 32/1998), il Piano Urbano del Traffico (art. 36 del D.Lgs. n. 285/1992), il Programma Urbano dei Parcheggi (L. n. 122/1989), il Piano di Zonizzazione Acustica (L. n. 447/1995) ed ogni altro piano di cui il Comune si sia dotato o sia obbligato a dotarsi. Quanto sopra, da un lato, al fine di recepire nel P.U.C. eventuali indicazioni di detti piani e, dallaltro, di verificarne lattualit e la congruenza con le scelte effettuate nel P.U.C.. Occorre qui prima di tutto dire che lAmministrazione Comunale di Casoria, pur avendo provveduto a far redigere alcuni di questi piani non ne ha mai completato liter di approvazione, mostrando una notevole inerzia per qualsiasi iniziativa commessa alla pianificazione e programmazione del proprio territorio. Il Piano di Distribuzione dei Carburanti (P.D.C.) stato redatto tenendo conto del P.R.G. vigente, risalente agli anni 80, e della cartografia numerica edita nellanno 2000. Il piano individua planimetricamente 13 impianti di distribuzione carburante esistenti e, sulla base delle prescrizioni e delle indicazioni dellart. 19 della L.R. n. 27/1994, individua 9 impianti da delocalizzare, 1 impianto da modificare in termini distributivi, al fine di eliminarne linterferenza con i flussi di traffico, e 3 impianti localizzati in modo idoneo. Il Piano allart. 2 non consente la allocazione di impianti di distribuzione carburanti nelle aree destinate a standard, mentre ne consente la localizzazione in tutte le altre zone, nel rispetto delle leggi vigenti in materia e delle loro successive modifiche ed integrazioni. Il P.U.C. Il Piano Urbano del Traffico (P.U.T.) stato redatto dal Consorzio Arianna e consegnato nel gennaio 2001. La finalit di detto piano quella di migliorare la mobilit delle persone e delle merci in ambito urbano utilizzando le risorse esistenti (infrastrutture, sistemi e mezzi di trasporto). Ci nonostante il piano propone la realizzazione di alcune opere ed interventi che, pur esulando dai compiti di un piano di questo tipo, potrebbero avere un effetto positivo sulle condizioni della mobilit di Casoria. In particolare il piano prevede alcun interventi infrastrutturali di breve periodo consistenti in due aree di parcheggio, in un parcheggio multipiano, nellapertura allesercizio dellasse Cantariello per consentire ai flussi fra la Circumvallazione Esterna ed Afragola di evitare lattraversamento del centro abitato di Casoria, ladeguamento di via Brancaccio, di via Pagano e del cavalca ferrovia, la realizzazione di un asse viario di collegamento tra via Brindisi e la SS 87 Sannitica, ladeguamento dellaccesso di via Padre Ludovico da Casoria verso via Nuova Padre Ludovico da Casoria e la risistemazione dellincrocio via Padula via Calvanese I Trav. Michelangelo. Oltre a questi interventi il P.U.T. indica alcuni interventi a medio termine inerenti sia lassetto e luso del territorio, sia la rete, al fine di migliorare le condizioni del traffico modificando la distribuzione della domanda di spostamenti ed integrando lofferta. Queste misure riguardano: la decompressione del centro storico riducendo, al suo interno, la presenza di funzioni terziarie che ne determinano la congestione, e la creazione di un polo di riequilibrio urbano centrato sul nodo di interscambio della Stazione FS di Casoria ed il recupero delle aree dismesse dellA.D.S. e della Rhodiatoce che dovrebbe accogliere parte delle funzioni terziarie presenti attualmente nel Centro Storico oltre a servizi di livello superiore; la realizzazione di un Terminal autostradale come polo di interscambio gomma-ferro costituito dalla nuova stazione, in adiacenza ad esso, prevista dallAccordo Quadro tra Regione Campania, Ministero dei Trasporti, FS e TAV, da un terminal di bus e da un 48

parcheggio di interscambio, collegato con laeroporto di Capodichino ed integrato con un polo alberghiero; la realizzazione di uno svincolo sulla viabilit Casoria Centro Arpino, in corrispondenza del Terminal di cui al punto precedente. Le proposte del P.U.T. sono state attentamente vagliate nella redazione del P.U.C. ed in parte recepite adattandole al nuovo assetto del territorio previsto dal P.U.C.. Il Piano di Zonizzazione Acustica P.Z.A. del Comune di Casoria costituito dai seguenti elaborati: 1. la relazione tecnica, corredata da elaborati grafici (tavole di analisi), che riporta le caratteristiche del contesto urbano rilevanti ai fini della zonizzazione, le previsioni degli strumenti urbanistici e di governo della mobilit, vigenti e in itinere, i criteri adottati e le scelte effettuate in sede di redazione del Piano; 2. la tavola di zonizzazione acustica che riporta larticolazione in classi acustiche dellintero territorio comunale; 3. la normativa di attuazione che definisce gli effetti delladozione del P.Z.A. sulla strumentazione urbanistica, fissa le modalit di aggiornamento e revisione del Piano, disciplina le attivit rumorose, sia permanenti che temporanee, allinterno del territorio comunale, stabilisce le attivit di vigilanza e prescrive le opportune sanzioni. La zonazione acustica basata sulle destinazioni di zona del P.R.G. vigente e sugli usi del suolo alla data di stesura del piano. Occorre qui precisare che le aree destinate a zona industriale sono state in buona parte oggetto di un intenso abusivismo edilizio a carattere residenziale e che, pertanto, la zonazione acustica conseguente non rispondente allattuale uso del suolo. Inoltre, nella stesura del P.Z.A., erano state classificate dal punto di vista acustico alcune zone, non sulla base degli usi effettivi o previsti dal P.R.G. vigente, ma sulla base di indicazioni fornite dallAmministrazione Comunale circa elaborazioni progettuali in corso. Per cui nella relazione di piano si legge: Sulla base di tali indicazioni stato possibile definire una classificazione acustica che, ovviamente, sar operativa allorquando le aree avranno assunto la nuova connotazione. Queste aree riguardano in particolare le seguenti zone: area ex Resia, costituita da un'area dismessa oggetto di un Piano d'Insediamenti Produttivi (P.I.P.) la cui superficie complessiva, desunta dalla cartografia tecnica pari a 92703,50 mq di cui 17726,47 mq destinati a standard, cui stata assegnata dal P.Z.A. la Classe IV (area di intensa attivit umana). area ex Rhodiatoce ed ex Tubi Bonna, si tratta di due aree dismesse, inserite nel tessuto urbano consolidato, che secondo il P.R.G. vigente hanno destinazione urbanistica di zona G terziario-commerciale. Secondo il P.Z.A. l'area potrebbe ricadere nella Classe III (aree di tipo misto) o nella classe IV (aree di intensa attivit umana), se risulter predominante la destinazione ad attivit produttive, per cui stata classificata come area di transizione III-IV. Il P.U.C. prevede, invece, sullarea dellex Rhodiatoce la realizzazione di un insediamento universitario, mentre sullarea dellex Tubi Bonna, di circa 43369,29 mq, operante un Piano di Lottizzazione con destinazione commerciale. area Calcobit, l'area ubicata nei pressi dell'asse territoriale di collegamento della Circumvallazione esterna ad oggi ospita ancora un'industria per la produzione di calcestruzzo. Per essa stato approvato, dall'amministrazione comunale, un Accordo di Programma per la delocalizzazione del complesso industriale ritenuto insalubre, la realizzazione di un complesso multifunzionale per intrattenimento e tempo libero, in cui previsto, tra l'altro, la realizzazione di 11 sale cinematografiche. Data la nuova destinazione e considerate le attivit previste il P.Z.A. ha assegnato all'area la Classe IV. area P.E.E.P. Casoria centro, si tratta di un comparto urbano a destinazione residenziale 49

per il quale sono in atto le procedure relative ad un programma di riqualificazione urbana finalizzato alla realizzazione di infrastrutture pubbliche. Le indicazioni fornite ai progettisti del P.Z.A. dall'amministrazione comunale hanno consentito agli stessi si assegnare allarea la Classe II (aree destinate ad uso prevalentemente residenziale). area Ovulo, l'area situata al centro di un sistema di infrastrutture autostradali ed completamente inedificata. Il P.R.G. vigente individua l'area come "Terminal Autostradale", in cui non sono ben specificate quali funzioni dovr accogliere. L'amministrazione ha inserito tale area all'interno dello Studio di Fattibilit gi citato per le aree ex Rhodiatoce ed ex Tubi Bonne, prevedendo per essa una serie di funzioni del tipo gi descritto e, vista l'estensione dell'area, anche la creazione di un parco pubblico. Il P.Z.A. non potendo procedere, anche in questo caso, ad una classificazione acustica definitiva, sulla base delle indicazioni a suo tempo fornite dallAmministrazione comunale ha ipotizzato che l'area possa ricadere nella Classe III o IV, a seconda degli elementi predominanti, per cui la ha classificata come area di transizione III-IV. area ex A.d.S., il complesso industriale dismesso dell'ex A.d.S. stato riattivato per la produzione industriale di tondini di acciaio per l'edilizia, per cui il P.Z.A., ritenendo che larea continui ad avere una destinazione industriale, la ha assegnata alla classe VI.

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I VINCOLI

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Le scelte da operare nella redazione di un P.U.C. devono essere ovviamente congruenti con il sistema di norme e vincoli sovraordinati che operano sul territorio. Questo comporta non solo la necessit di tenere conto dei diversi piani sovraordinati che insistono sul territorio comunale, trattati in altra parte di questa relazione, ma anche dei vincoli operanti ope legis. Questi ultimi riguardano le linee e gli impianti ferroviari, la viabilit, laereoporto, il cimitero, le reti, i pozzi, ecc. e comportano la necessit di generare dei buffer relativi alle fasce di rispetto. Viabilit Ai sensi dellarticolo 41-septies, commi 1 e 2 della legge urbanistica n. 1150/1942, articolo aggiunto dallarticolo 19 della legge n. 765/1967, Fuori del perimetro dei centri abitati debbono osservarsi nelledificazione distanze minime a protezione del nastro stradale, misurate a partire dal ciglio della strada distanze stabilite successivamente con il D.M. 1 aprile 1968 che allart. 3 classifica le strade in: A) Autostrade: autostrade di qualunque tipo (legge 7 febbraio 1961, n. 59 , art. 4); raccordi autostradali riconosciuti quali autostrade ed aste di accesso fra le autostrade e la rete viaria della zona (legge 19 ottobre 1965, n. 1197 e legge 24 luglio 1961, n. 729 , art. 9); B) Strade di grande comunicazione o di traffico elevato: strade statali comprendenti itinerari internazionali (legge 16 marzo 1956, n. 371, allegato 1); strade statali di grande comunicazione (legge 24 luglio 1961, n. 729, art. 14); raccordi autostradali non riconosciuti; strade a scorrimento veloce (in applicazione della legge 26 giugno 1965, n. 717 , art. 7); C) Strade di media importanza: strade statali non comprese tra quelle della categoria precedente; strade provinciali aventi larghezza della sede superiore o eguale a m. 10,50; strade comunali aventi larghezza della sede superiore o eguale a m. 10,50; D) Strade di interesse locale: strade provinciali e comunali non comprese tra quelle della categoria precedente. e allart. 4 fissa le seguenti distanze da osservarsi nella edificazione a partire dal ciglio della strada e da misurarsi in proiezione orizzontale: strade di tipo A) - m. 60,00; strade di tipo B) - m. 40,00; strade di tipo C) - m. 30,00; strade di tipo D) - m. 20,00. alle quali va aggiunta la larghezza dovuta alla proiezione di eventuali scarpate o fossi e di fasce di espropriazione risultanti da progetti approvati. Questo vincolo di inedificabilit da considerarsi assoluto per le aree situate al di fuori del centro abitato, perch, ai sensi del D.M. 1 aprile 1968, esclusa ogni possibilit di deroga alla distanza minima, mentre allinterno del centro abitato essa ridotta, per le autostrade a venticinque metri ed derogabile a mente dellarticolo 9, comma 1 della legge n. 729/1961. Linderogabilt di tale vincolo al di fuori del centro abitato , tra laltro, confermata dalla sentenza del Consiglio Stato, sez. IV, 25 settembre 2002, n. 4927 che ritiene non sanabili le opere abusive realizzate allinterno della predetta fascia di rispetto, al di fuori del perimetro del centro abitato, nei casi in cui il vincolo sullarea era stato imposto prima della costruzione del manufatto, ritenendo, in questo caso, che non ci si possa avvalere della possibilit di sanatoria offerta dallarticolo 32, comma 4, lettera c) della legge n. 47/1985 per il quale Sono suscettibili di sanatoria, , le opere insistenti su aree vincolate dopo la loro esecuzione e che risultino: in contrasto con le norme del D.M. 1 aprile 1968, ma che trovi applicazione la norma di cui allarticolo 33, comma 1, lettera d) della stessa legge che esclude la possibilit di sanatoria delle opere di cui al precedente articolo 31 quando siano in contrasto con vincoli che comportino inedificabilit e siano stati imposti prima della esecuzione delle opere stesse. 52

Per quanto concerne questo tema occorre, inoltre, tenere conto del Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 285/92 e s.m.i.) e del Regolamento di esecuzione ed attuazione del NCdS (D.P.R .495/92 e s.m.i.) che fissano i limiti riportati nella seguente tabella:
Autostrade Strade extraurbane princip. Fuori dei centri abitati Strade extraurbane second. Strade locali extraurbane Strade vicinali Fuori dai centri abitati ma allinterno delle Autostrade aree da realizzare mediante nuovo Strade extraurbane principali impianto disciplinate da strumento Strade extraurbane second. urbanistico vigente al 5/12/96 Buffer m 60 Buffer m 40 Buffer m 30 Buffer m 20 Buffer m 10 Buffer m 30 Buffer m 20 Buffer m 10 Buffer delimitato, verso le propriet latistanti, dalla corda congiungente i punti di tangenza, ovvero dalla linea, tracciata alla distanza dal confine stradale indicata precedentemente per gli altri tratti di strada fuori dai centri abitati in base al tipo di strada, ove tale linea dovesse risultare esterna alla predetta corda. I buffer gi previsti sono incrementati dallarea determi-nata dal triangolo avente due lati sugli allineamenti di distacco, la cui lunghezza, a partire dal punto di intersezione degli allineamenti stessi, sia uguale al doppio delle distanze dianzi indicate, afferenti alle rispettive strade, e il terzo costituito dalla retta congiungente i due punti estremi. Buffer m 30 Buffer m 20 Buffer m 30 Buffer m 20 Buffer m 20 Buffer m 10 Buffer m 3 Buffer m 2

Fuori dai centri abitati, nei tratti di strada con curvatura di raggio inferiore o uguale a m 250

Per tutte le strade

Fuori dai centri abitati, in corrispondenza di incroci e biforcazioni

Per tutte le strade

Nei centri abitati

Nei centri abitati in assenza di P.R.G. Nei centri abitati per la costruzione di muri di cinta

Autostrade Strade urbane di scorrimento Autostrade Strade urbane di scorrimento Strade urbane di quartiere Strade urbane locali Autostrade Strade urbane di scorrimento

Linee ferroviarie, tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terresti Per quanto concerne le linee ferroviarie, le tramvie, le ferrovie metropolitane e le funicolari terresti vige il D.P.R. n. 753/1980. Questo allart. 49 prevede che Lungo i tracciati delle linee ferroviarie vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie ad una distanza, da misurarsi in proiezione orizzontale, minore di metri trenta dal limite della zona di occupazione della pi vicina rotaia mentre al successivo art. 51 prevede che Lungo i tracciati delle tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terrestri su rotaia vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie ad una distanza minore di metri sei dalla pi vicina rotaia, da misurarsi in proiezione orizzontale, aggiungendo al comma successivo che Tale misura dovr, occorrendo, essere aumentata in modo che le anzidette costruzioni non si trovino mai a distanza minore di metri due dal ciglio degli sterri o dal piede dei rilevati. Aereoporto Per laereoporto occorre fare riferimento al D.Lgs. n. 151/2006 recante correzioni ed 53

integrazioni al D.Lgs. n. 96/2005 che ha rivisto il Codice della Navigazione. In particolare lart. 5, Vincoli della propriet privata, sostituisce il quinto comma dell'articolo 707 del codice della navigazione con la seguente dizione: Nelle direzioni di atterraggio e decollo possono essere autorizzate opere o attivit compatibili con gli appositi piani di rischio, che i comuni territorialmente competenti adottano, anche sulla base delle eventuali direttive regionali, nel rispetto del regolamento dell'ENAC sulla costruzione e gestione degli aeroporti, di attuazione dell'Annesso XIV ICAO ed.. Pertanto si fatto riferimento allENAC per la definizione dellarea da sottoporre a vincolo aereoportuale. Cimiteri Occorre fare riferimento allart. 338 del Testo unico delle leggi sanitarie approvato con R.D. n. 1265/34 e allart.57 del D.P.R. n. 285/90. Questultimo articolo al comma 1 precisa che I cimiteri devono essere isolati dall'abitato mediante la zona di rispetto prevista dall'art. 338 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265 e successive modificazioni precisando al successivo comma 3 che vietato costruire, entro la fascia di rispetto, nuovi edifici o ampliare quelli preesistenti e al comma 4 che Nell'ampliamento dei cimiteri esistenti, l'ampiezza della fascia di rispetto non pu essere inferiore a 100 metri dai centri abitati nei Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti ed a 50 metri per gli altri Comuni. Si , pertanto, considerata una fascia di rispetto di m100 dal cimitero intercomunale localizzato nel Comune di

Elettrodotti, cabine e sottostazioni elettriche

Occorre fare riferimento allart. 5 del D.P.C.M. 23 aprile 1992 che allart. 5 fissa le seguenti distanze di rispetto dagli elettrodotti per i fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attivit che comporta tempi di permanenza prolungati: linee a 132 kV > 10 m linee a 220 kV > 18 m linee a 380 kV > 28 m Inoltre lo stesso articolo precisa che Per linee a tensione nominale diversa, superiore a 132 kV e inferiore a 380 kV, la distanza di rispetto viene calcolata mediante proporzione diretta da quelle sopra indicate, per quelle a tensione inferiore a 132 kV restano ferme le distanze previste dal decreto interministeriale 16 gennaio 1991 e per eventuali linee a tensione superiore a 380 kV le distanze di rispetto vanno stabilite da un'apposita commissione tecnicoscientifica composta da rappresentanti del Ministero dell'ambiente, del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, del Ministero della sanit, dell'ENEL, dell'ENEA, dell'Istituto superiore di sanit e dell'ISPESL (art. 8). Infine, sempre lart. 5 precisa che La distanza di rispetto dalle parti in tensione di una cabina o da una sottostazione elettrica deve essere uguale a quella prevista, mediante i criteri sopra esposti, per la pi alta tra le tensioni presenti nella cabina o sottostazione stessa. Metanodotti e gasdotti Per i metanodotti ed i gasdotti occorre fare riferimento al D.M. 24 novembre 1984 , in particolare, alla tabella seguente: 54

Fasce di rispetto metanodotti/gasdotti - distanze in funzione della pressione, categoria di posa e diametro Pressione di esercizio in bar 24<P<60 12<P<24 5<P<12 Categoria di posa A B-C D A B-C D A B C D Diametro nominale Diametro esterno Distanza in metri Dn In Mm Condotte 1specie Condotte 2specie Condotte 3specie <100 <4 <114,3 30 10 2 20 7 2 10 5 3,5 1,5 125 5 141,3 30 10 2,5 20 7 2 10 5 3,5 1,5 150 6 168,3 30 10 3 20 7 2,5 10 5 3,5 2 175 7 183,7 30 10 3,5 20 7 2,5 10 5 3,5 2 200 8 219,1 30 10 4 20 7 3 10 5 3,5 2 225 9 244,5 30 10 4,5 20 7 3,5 10 5 3,5 2 250 10 273,0 30 10 5 20 7 4 10 5 3,5 2 300 12 323,0 30 10 6 20 7 4,5 10 5 3,5 2 350 14 355,6 30 10 7 20 7 5 10 5 3,5 2,5 400 16 406,4 30 10 8 20 7 6 10 5 3,5 3 450 18 457,0 30 10 9 20 7 6,5 10 5 3,5 3,5 >500 >20 >508,0 30 10 10 20 7 7 10 5 3,5 3,5

Impianti di depurazione dei reflui Non sembra che vi siano impianti di questo tipo nel territorio del Comune di Casoria in ogni caso occorre fare riferimento allallegato 4 delib. 4 feb. 1977 del Comitato dei Ministri per la tutela
delle acque dallinquinamento; alla legge n. 319/1976 e al D.Lgs. n.152/1999. In ogni caso va previsto un baffer di 100 m.

Punti di captazione acque Nelle zone di protezione delle aree di captazione, delimitate ai sensi del D.P.R. n. 236/1988, del D.Lgs. n. 152/1999, del D.Lgs. n. 258/2000 e dellAccordo Stato Regioni del 12/12/02, va considerato un buffer di m 10 di tutela assoluta e di m 200 di rispetto. Acquedotti Occorre fare riferimento allallegato 4 delib. 4 feb. 1977 del Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dallinquinamento; alla legge n. 319/1976 e al D.Lgs. n.152/1999. Beni culturali Il P.U.C. persegue lobiettivo di tutelare e valorizzare i beni culturali di interesse storico ed archeologico presenti nel territorio comunale anche ai sensi del D.L. 22 gennaio 2004, n.42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, e s.m.i., al fine di garantire il permanere della riconoscibilit dellidentit del territorio comunale e di promuoverne la conoscenza, focalizzando lattenzione, non solo sulle caratteristiche formali o monumentali del territorio, ma anche sulla riconoscibilit delle sue funzioni. Per questo motivo si proceduto alla schedatura degli edifici di pregio storico-architettonico vincolati e da vincolare e delle residue masserie di interesse storico, alla individuazione delle aree di attenzione, desunte dal P.T.C.P., oltre che dei corsi dacqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici approvato con R.D. n. 1775/1933 per i quali si applica una fascia di rispetto di 150 m..

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LE INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE STRAORDINARIA E LE INIZIATIVE IN CORSO NEL TERRITORIO COMUNALE

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La Commissione Straordinaria del Comune di Casoria ha indicato al gruppo di progettazione incaricato della redazione del P.U.C. le seguenti iniziative di cui alcune gi in essere e quindi recepite nel P.U.C. ed altre in itinere o solo proposte, di cui solo alcune recepite. Esse sono le seguenti: ex Resia Larea ha mantenuto la precedente destinazione duso ed stata oggetto di un P.I.P., come pi oltre meglio descritto; ex Rhodia Sono in corso operazioni di bonifica dellarea sulla quale lUniversit Phartenope sta valutando la possibilit di realizzare un polo universitario; area Ovulo - terminal L - Con il progetto denominato Cittadella della salute e del tempo libero la societ proprietaria dellarea, che estesa oltre 20 ettari, ha proposto al Comune di Casoria la realizzazione di unopera che affianca alle funzioni terziarie usuali (commercialiricettive-direzionali) un centro di intrattenimento e cura della persona, nonch un centro socio-culturale dotato di biblioteca/mediateca e servizi di interesse collettivo, prevedendo, fra laltro, di collegarlo alladiacente frazione di Arpino attraverso un sottopasso ed al resto del territorio comunale mediante una pista ciclabile. Non stato trasmesso in proposito al gruppo di progettazione incaricato del P.U.C. una ipotesi progettuale credibile soprattutto in relazione al collegamento dellarea con il resto del territorio comunale, dato il consistente flusso di traffico che le iniziative esposte potrebbero generare che, nel dettaglio, consistono in una struttura di circa 25000 mq denotata, come Cittadella della salute e del tempo libero, in un albergo di 170 stanze, in un edificio per uffici di circa 13000 mq, in un centro commerciale con quattro strutture di media superficie con un parcheggio pertinenziale interrato di circa 50000 mq, oltre ad un centro socio-culturale ed unarea a parcheggi pubblici e verde pubblico attrezzato per una superficie complessiva di circa 80000 mq. Un simile progetto avrebbe un impatto notevole sui flussi di traffico gi eccessivi in unarea compresa fra gli assi di raccordo fra la tangenziale e lautostrada ed ulteriormente separata da Arpino dalla linea ferroviaria Napoli-Roma che costituisce una barriera effettiva, difficilmente superabile, fra la frazione di Arpino ed il centro di Casoria. Pertanto, data anche lestrema penuria di aree a standard nellintero territorio comunale e di aree destinabili a standard, il P.U.C. non recepisce questa proposta ridimensionandola e destinandone una parte a standard. via Cava adiacenze Mercato ortofrutticolo Il piano di lottizzazione che prevede linsediamento di attivit produttive del terziario e dellartigianato stato approvato dal commissario ad acta nominato dalla Provincia di Napoli; cittadella ex Mercato dei Fiori Il piano di lottizzazione, sottoposto alle valutazioni del Settore Urbanistica, non stato valutato favorevolmente in fase istruttoria e le osservazioni formulate dal Dirigente del Settore Urbanistica sono state comunicate agli interessati; recupero del vecchio centro il redigendo P.U.C. conterr la perimetrazione del centro storico che potr formare oggetto di interventi di salvaguardia e valorizzazione anche in relazione al richiesto riconoscimento di Casoria quale citt darte e citt turistica. Particolarmente significativo, ai fini della salvaguardia e valorizzazione, deve ritenersi linserimento del centro storico nella zona territoriale omogenea del tipo A.

Oltre a queste indicazioni di massima, il Comune di Casoria ha trasmesso al gruppo di progettazione alcuni Piani di Lottizzazione, con la descrizione del relativo stato del loro iter approvativo e realizzativo, alcuni permessi a costruire, il P.I.P. dellarea dellex Resia ed il Piano Particolareggiato esecutivo delle aree ricadenti in zona H2 dellarea ex Resia. I Piani di lottizzazione trasmessi riguardano tutti la realizzazione di edifici ad uso commerciale e terziario, non vi alcun riferimento ad uno Strumento Comunale d'Intervento per 57

lApparato Distributivo Commerciale, di cui alla legge regionale n. 1/2000, che giustifichi, sul piano distributivo e commerciale, lentit degli interventi previsti, n si fa riferimento alla stessa legge per quanto concerne la dotazione di parcheggi. I Piani trasmessi sono i seguenti: 1) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA PALLADINO In data 26/11/04, con delibera commissariale n. 64, il Comune di Casoria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata in ditta Palladino Antonio s.a.s. per la realizzazione di edifici per attivit commerciali, artigianali e direzionali in via Padula. Il suolo in oggetto, secondo il P.R.G. vigente, ha le seguenti destinazioni urbanistiche: Zona G -commerciale e terziaria- di 34500 mq, e Zona Hc -attrezzature di interesse comune della Zona C 167- di 9600 mq. Non si comprende perch venga citata questultima zona essendo essa asservita ad altro piano. Il Piano di Lottizzazione si sviluppa, comunque, solo nella Zona omogenea G. Dalla relazione si evincono le seguenti quantit: superficie complessiva 34500 mq. La superficie copribile , secondo le Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. vigente trasmesse dal Comune, pari al 35% della superficie complessiva e, pertanto, pari a 12075 mq. La superficie effettivamente coperta , invece, inferiore e pari a 9578 mq. In definitiva i parametri del piano sono i seguenti:

superficie complessiva 34500 mq, superficie copribile 12075 mq.(35%della sup, di 34500 mq), superficie coperta 9578 mq, superficie lorda di pavimento 23094 mq, volumetria 91288 mc, superficie a standard pari ad 80 mq per ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento, di cui allart. 5 D.M. 1444/68, ossia a 18475,2 mq (23094 x 0,8), suddivisi in: - parcheggio pubblico 9289 mq, - verde pubblico 4210 mq - attrezzature collettive sport tempo libero - 5180 mq per un totale di 18679 mq, oltre a 243 mq di parcheggi e verde privato e a 6000 mq di strade e piazze.

In genere le aree a verde e le aree a parcheggio sono disposte a margine della viabilit e, pertanto, non appaiono costituire una reale area a standard, solo larea per le attrezzature collettive risulta perfettamente delimitabile ed individuabile. I parcheggi di cui allart. 18 della legge 765, cos come modificato dallart. 2 della legge n. 122/89, sono previsti interrati (91288,0 x 0,1= 9128,8 mq). Il P.U.C. recepisce il piano di lottizzazione evidenziando larea destinata ad attrezzature collettive. 2) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA LISAR In data 13/11/07, con delibera n. 279, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata promosso dalla Lisar s.r.l. per la realizzazione di edifici per attivit terziarie e commerciali in via Comunale Castagna. Il suolo in oggetto, secondo il P.R.G. vigente, ricade in Zona omogenea G ed ha una superficie catastale complessiva di 20764 mq. Dalla relazione si evincono le seguenti quantit:

superficie complessiva 20764 mq, superficie copribile 7267,4 mq, superficie coperta 3900 mq, 58

superficie lorda di pavimento 12541,0 mq, spazi pubblici (art.5 dl D.M.1444/68) divisi in: - verde e parcheggio pubblico 7956,40 mq - tempo libero 2428 mq per un totale di 10384,4mq, oltre ad una superficie di strade e piazze pari a 3114,60 mq.

Il fabbisogno calcolato di 12109,20mq, con un saldo negativo di 1724,80 mq. Per compensare tale mancanza il lottizzante vuole caricarsi della realizzazione di un Centro Polifunzionale di sport e tempo libero, della superficie coperta di mq 450,00 mq e della relativa area esterna residua. Non si fa cenno ai parcheggi di cui allart. 18 della legge 765, cos come modificato dallart. 2 della legge n. 122/89. 3) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA SMERALDO In data 13/11/07, con delibera n.280, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata promosso dalla Smeraldo Immobiliare s.r.l. per la realizzazione di edifici per attivit terziarie e commerciali in via Comunale Castagna. Il suolo in oggetto, secondo il P.R.G. vigente, ricade in zona omogenea G ed ha una superficie complessiva di 10055 mq. Dalla relazione si evincono le seguenti quantit:

superficie complessiva di 10055 mq, superficie coperta 2174 mq, volumetria complessiva 26105 mc, superficie lorda pavimenti 5455mq, spazi pubblici (art.5 del D.M.1444/68) divisi in: - verde e parcheggio pubblico 3358 mq, - tempo libero 1672 mq, per un totale di 5030 mq, oltre la superficie di strade e piazze di 1509 mq.

Il fabbisogno calcolato di 5369,50 mq con un saldo negativo di 338,50 mq. Per compensare tale mancanza il lottizzante vuole caricarsi della realizzazione di un Centro Polifunzionale di sport e tempo libero, della superficie coperta di mq 250,00 mq e della relativa area esterna residua. Non si fa cenno ai parcheggi di cui allart. 18 della legge 765, cos come modificato dallart. 2 della legge n. 122/89. 4) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA GEVA COSTRUZIONI In data 13/11/07, con delibera n. 299, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata promosso dalla Geva Costruzioni s.r.l. per la realizzazione di edifici per attivit terziarie e commerciali in via vecchia Comunale. Il suolo in oggetto ricade in zona omogenea G secondo il P.R.G. vigente ed ha una superficie complessiva di 4694,95 mq. Dalla relazione si evincono le seguenti quantit:

superficie complessiva 4694,95 mq, area complessiva ad uso privato 1133,83 mq, aree esterne non edificate 3539,96 mq, superficie ad uso pubblico sono distinta in: - attrezzature a verde e parcheggio 1526,76 mq, 59

- attrezzature sportive e del tempo libero 931,55, per un totale di 2458.31 mq oltre alla superficie di strade e piazze per 1081.65 mq

La societ si impegnava nella cessione gratuita delle aree per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria (strade e piazze) e secondaria (attrezzature sportive per il tempo libero, lotto B di 492,93 mq). Dallesame dei grafici non chiara la superficie destinata a verde ed a parcheggio, mentre dalla relazione non chiaro il calcolo delle aree a standard, da un lato, per la mancanza del dato relativo alla superficie lorda di pavimento e, dallaltro, perch non si fa cenno ai parcheggi di cui allart. 18 della legge 765, cos come modificato dallart. 2 della legge n. 122/89. 5) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN DITTA IAZZETTA In data 28/11/2007, con delibera n. 298, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata per la realizzazione di edifici per attivit commerciali in Contrada via Vecchia o Sarricchio. Dalla relazione si evincono le seguenti quantit:

superficie complessiva 14290 mq, superficie lorda di pavimento 9682 mq, volumetria complessiva 37356 mc, superficie a standard, di cui allart. 5 D.M. 1444/68, pari a (9682 x 0,8=) 7745,6 mq alla quale andrebbe aggiunta, sempre a norma del suddetto art. 5, quella occorrente per ulteriori parcheggi, di cui all'art. 18 della legge n. 765 cos come modificato dallart. 2 della legge n. 122/89.

Dallesame dei grafici non risultano le quantit di standard previste e le aree a verde appaiono essere costituite da fasce marginali lungo la viabilit di accesso agli edifici ed a confine, non valutabili come aree a standard. 6) PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN EDIL RUBRY In data 13/11/07, con delibera n.299, la Commissione Straordinaria approvava un Piano di Lottizzazione Convenzionata promosso dalla Edil Rubry per la realizzazione di edifici per attivit commerciali e direzionali in via Michelangelo Buonarroti. Il suolo in oggetto ricade in zona omogenea G secondo il P.R.G. vigente ed ha una superficie complessiva di 14984,00 mq. Dalla relazione si evincono le seguenti quantit:

superficie complessiva di 14984 mq, superficie coperta 4385 mq, verde e parcheggio 5349 mq, strade e piazze 2250 mq, sport e tempo libero 3000 mq.

Non viene indicata la superficie lorda di pavimento per cui non possibile una verifica degli standard. Il lottizzante si obbliga a realizzare, attrezzare e sistemare unarea destinata a centro Polifunzionale della superficie coperta di 400 mq oltre la superficie esterna per un totale 3000 mq. I progetti trasmessi dal Comune di Casoria al gruppo incaricato della redazione del P.U.C., con lintenzione di farli recepire nel nuovo P.U.C., sono i seguenti: 60

1) COMPLESSO PARROCCHIALE DA SORGERE ALLA VIA CALVANESE-CHIESA DI S.GIUSEPPE In data 26/01/06, con delibera n. 24, la Commissione Straordinaria approvava il progetto del complesso parrocchiale con contestuale variazione urbanistica di cui non si conosce liter successivo. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova costruzione su tre livelli su unarea di 460,09 mq, per un totale di 5681,85 mc. 2) COSTRUZIONE E RIQUALIFICAZIONE DI UNA PALAZZINA IN VIA SAN BENEDETTO DESTINATA AD ATTIVIT PARROCCHIALI IN DITTA "PARROCO CHIESA DI S.BENEDETTO-MAURO PISCOPO In data 26/01/06, con delibera n. 24, la Commissione Straordinaria approvava il progetto di costruzione di una palazzina in via san Benedetto con contestuale variazione urbanistica di cui non si conosce liter successivo. 3) PROGETTAZIONE PRELIMINALE DELLA RSA CASORIA In data 26/01/06, con delibera n.24, la Commissione Straordinaria approvava il progetto preliminare della R.S.A. Casoria in via Calvanese. Il progetto ha una superficie coperta totale di 3335 mq e prevede un volume totale di 12398 mc. 10) REALIZZAZIONE DI UNA SALA DEL REGNO DEI TESTIMONI DI GEOVA In data 20/09/06, con delibera n. 236, la Commissione Straordinaria approvava il progetto per la realizzazione di una Sala del Regno dei Testimoni di Geova. Larea dellintervento ha unestensione di 2126 mq. 11) PADRE MESSINA-AMPLIAMENTO PRESIDIO OSPEDALIERO S.MARIA DELLA PIET FINALIZZATO ALLA CREAZIONE DI UN REPARTO MATERNO E DI UN PRONTO SOCCORSO In data 13/06/2007, con delibera n. 166, la Commissione Straordinaria approvava la richiesta di convocazione di una conferenza preliminare di servizi di cui al comma 1 dellart.14-bis della Legge n. 241/1990 e s.m.i.. Infine sono stati trasmessi i seguenti piani: 1) P.I.P. PER L'AREA EX-RESIA In data 18/03/07, con delibera n. 110, la Commissione Straordinaria riadottava il P.I.P per larea ex Resia. Larea complessiva di intervento pari a mq 77778, di cui mq 76623 relativi alla zona exResia, cui sono stati aggiunti i marciapiedi di via Principe di Piemonte e la strada di bordo, denominata strada Avagliano. Le aree destinate a spazi pubblici (attivit collettive, verde pubblico, escluse le strade) ammontano complessivamente a 31046 mq pari al 40% della superficie territoriale, superiore al parametro fissato dal D.M. n. 1444/68, che stabilisce che in ogni caso tali spazi devono essere superiori al 10% della superficie territoriale. Rispetto ad una superficie territoriale complessiva di mq 77778, il 35% riservato ai diversi tipi di lotti produttivi, il 25% a strade e piazze, il 25% a verde e parcheggi e il 15% ad attrezzature collettive a servizio delle industrie. 13) PIANO PARTICOLAREGGIATO ESECUTIVO In data 27/07/2002, con delibera n. 48, il Consiglio Comunale adottava un Piano Particolareggiato esecutivo delle aree ricadenti in zona H2 dellarea ex Resia. 61

Larea complessiva di 19485 mq, compresa in zona H2 ed destinata ad attrezzature a scala urbana, relative al nuovo centro B2.

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LA CARTOGRAFIA NUMERICA

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Per la redazione del PUC si proceduto alla formazione di una nuova carta tecnica numerica alla scala 1:2000 dellintero territorio comunale. Le riprese aereofotogrammetriche sono state effettuate il 18/10/2006. La codifica utilizzata in fase di restituzione e qui di seguito riportata distingue i principali elementi cartografici consentendone il riconoscimento e la selezione in ambiente informatico.
CODICE 003 004 007 048 050 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 164 165 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 DESCRIZIONE LIMITE DI PROVINCIA LIMITE DI COMUNE NADIRALI E LIMITI DI COPPIA xxx LINEA INVISIBILE CABINA ELETTRICA BARACCA CONDOTTA IN SUPERFICE (ACQUEDOTTO O GASDOTTO) CONDOTTA INTERRATA (ACQUEDOTTO O GASDOTTO) EDIFICIO (RESIDENZA PRIVATA) EDIFICIO IN COSTRUZIONE RECINZIONE (PALIZZATA SIEPE INFERRIATA ECC.) MANUFATTO VARIO IMPIANTO SPORTIVO SCOPERTO LINEA ELETTRICA ALTA TENSIONE (FILI) MURO DI SOSTEGNO TRALICCIO NON RAPPRESENTABILE TRALICCIO ALTA TENSIONE PORTICO MURO MURO A SPESSORE RAPPRESENTABILE CIGLIO E PIEDE MURO DI SOSTEGNO DIVISIONE CORPI DI FABBRICA COLMO VUOTO EDIFICIO O AREA DI ESCLUSIONE EDIFICIO INDUSTRIALE EDICICIO DI CULTO (CHIESA CAMPANILE MONASTERO) SERRA EDIFICIO DIROCCATO O RUDERE TORRE O CIMINIERA SCALA O GRADINO MURO A SECCO MURO A SECCO SECONDO LATO CAPANNONE TETTOIA TERRAZZO PORTICO SENZA VOLUME LINEA ELETTRICA M.B TENSIONE PONTILE SIMBOLOGIA (DIAGONALI BARACCHE TETTOIE ETC) DISCARICA TRASPORTI A MEZZO CAVO TELEFERICA VASCA (NON RAPPRESENTABILE) VASCA RAPPRESENTABILE OGGETTO MONUMENTALE NON RAPPRESENTABILE OGGETTO MONUMENTALE RAPPRESENTABILE TORRE O CIMINIERA NON RAPPRESENTABILE LUCERNARIO LINEA ELETTRICA B.T SCUOLA EDIFICIO COMMERCIALE PISCINA

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146 147 148 149 150 151 152 154 155 156 157 158 160 161 162 163 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 215 216 217 218 219 220 300 301 302 304 305 306 307 308 309 310 312 313 314 400 401 402

CAMPANILE TOMBINO RAPPRESENTABILE SIMBOLOGIA (CROCE CHIESA) MURO DI SOSTEGNO A SPESSORE RAPPRESENTABILE TOMBINO NON RAPPRESENTABILE INGOMBRO COPERTURA EDIFICI (TETTI) LINEA DI FUTURA SGRONDA CIGLIO ZONA ROCCIOSA PIEDE ZONA ROCCIOSA SILOS O SERBATOIO RAPPRESENTABILE SILOS O SERBATOIO NON RAPPRESENTABILE SIEPE INGOMBRO INTERRATO EDIFICIO LIMITE EDIFICIO INCERTO RAMPA CAMPO DI TENNIS DEPURATORE TORRENTE IMBOCCO GALLERIA ANTENNA NON RAPPRESENTABILE CONNESSIONE EDIFICIO SOTTOSTAZIONE ELETTRICA SOTTOSTAZIONE ELETTRICA (AREA) GRADINATA STALLA FIENILE EDIFICIO MINORE INCERTO CAPPELLE CIMITERO ASSE BINARIO FS ASSE BINARIO A SCARATAMENTO RIDOTTO ASSE BINARIO IN COSTRUZIONE ASSE BINARIO IN DISUSO BILANCIA A STADERA ENTITA' FS PALO TRAZIONE ELETTRICA O PORTALE PIANO CARICATORE TENDONE PRESSURIZZATO PONTE O VIADOTTO FS IN STRUTTORA MURARIA RECINZIONE FS SBARRA PASSAGGIO A LIVELLO FARO FANALE (NON RAPPRESENTABILE) FARO O FANALE RAPPRESENTABILE ASSE BINARIO DI PROGETTO LIMITE BANCHINE FERROVIARIA PALO LINEA ELETTRICA POZZO RAPPRESENTABILE LAMPIONE IMPLUVI DI MONTAGNA POZZO (NON RAPPRESENTABILE) BORDO CANALE INTERRATO BORDO LIMITE CORSO D'ACQUA ASSE CORSO D'ACQUA (NON RAPPRESENTABILE) ASSE CANALE INTERRATO DIREZIONE DEL CORSO D'ACQUA DIGA CANALETTA DI SCOLO-IRRIGUO CASCATA - BRIGLIA LIMITE DEFINITO (ISOLA - LAGO) LINEA DI COSTA ARTIFICIALE MARE SCOLINA CURVA DI LIVELLO AUSILIARIA CURVA DI LIVELLO DIRETTRICE CURVA DI LIVELLO DIRETTRICE INCERTA

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403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 600 601 602 603 604 605 606 607 699 700 701 702 703 704 705 706 707 708 709 710 712 713 714 715 716 717 718 719 800 805 807 841 851 852 853 854 859 862 863 864 865 866

CURVA DI LIVELLO ORDINARIA CURVA DI LIVELLO ORDINARIA INCERTA CIGLIO SCARPATA PIEDE SCARPATA RILEVATA CIGLIO SCARPATA NATURALE CONGIUGENTE CAVERNA (NON RAPPRESENTABILE) CAVERNA (RAPPRESENTABILE) CIGLIO SCARPATA NATURALE RAPPRESENTABILE CIGLIO SCARPATA ARTIFICIALE RAPPRESENTABILE ROCCIA PUNTO INTERROGATIVO PUNTO QUOTATO IN SOMMITA' PUNTO QUOTATO AUSILIARIO VERTICE IGM CAPOSALDO IGM PUNTO APPOGGIO FOTOGRAMMETRICO PUNTO TOPOGRAFICO PUNTO DI AEREOTRIANGOLAZIONE ALTEZZA EDIFICIO PALMA ALBERO FILARE DI ALBERI LIMITE DI COLTURA O DI BOSCO FILARE DI VITI FILARE DI ALBERI DA FRUTTO FILARE DI ULIVI LIMITE BOSCO SOTTOPASSAGGIO PEDONALE SOVRAPASSO PEDONALE (PASSERELLA) ACCESSI PONTE VIADOTTO O CAVALCAVIA SPARTITRAFFICO MARCIAPIEDI STRADA O AUTOSTRADA IN COSTRUZIONE VIABILITA' ASFALTATA VIABILITA' NON ASFALTATA SENTIERO MULATTIERA BORDO AUTOSTRADA AIUOLA ASSE AUTOSTRADA O SUPERSTRADA (MEZZERIA) PALUDE O STAGNO SCOGLIERA O SCOGLIO ISOLATO MACCHIA MEDITERRANEA BORDO SUPERSTRADA VIGNETO SIMB. FRUTTETO SIMB. ULIVETO SIMB. SORGENTE SIMB. CANCELLO PIANO QUOTATO A TERRA NADIRALI REPERI ARCHEOLOGICI AREA SEMINATIVO AREA VIGNETO AREA ULIVETO AREA FRUTTETO AREA BOSCO AREA CIMITERO AREA CAMPEGGIO AREA IMPIANTO SPORTIVO AREA IMPIANTO DI ESTRAZIONE AREA IMPIANTO DI PRODUZIONE ENERGIA

66

867 868 869 870 871 808 809 810 811 812 813 814 903 904 905 906 907 999

AREA ROCCIOSA AREA SABBIOSA AREA PARCO O GIARDINO AREA CENSURA MILITARE CAVA VIGNA FRUTTO OLIVO CAPANNONE EDIFICIO INDUSTRIALE EDIFICIO DI CULTO EDIFICIO PUBBLICO CANALETTA SOPRAELEVATA LIMITE PROVINCIALE LIMITE REGIONALE LIMITE COMUNALE FRECCIA PER SCALINI ELEMENTI DA CANCELLARE

Di ciascun edificio o isolato stato rilevato, in fase di restituzione, il contorno planimetrico georeferenziato, le dividenti dei singoli corpi di fabbrica e laltezza media di ciascuno di essi, rispetto al terreno circostante, con il codice relativo. In ambiente AutocadMap ciascun codice corrisponde ad un diverso layer. Quanto sopra ha consentito di attribuire a ciascun corpo di fabbrica un indice numerico identificativo, di posizionarlo come testo al suo interno e di calcolare la superficie coperta ed il volume edificato riportando lindice numerico identificativo, le coordinate est e nord del punto di applicazione del testo, la superficie coperta, laltezza media, il volume edificato ed il codice in un file di tipo Exel di Microsoft che si riporta, qui di seguito, a titolo di esempio.
IDENTIF. 1_1 10_1 10_2 10_3 10_4 10_5 100_1 100_2 100_3 100_4 100_5 100_6 100_7 1000_1 1001_1 1001_2 1001_3 1002_1 1003_1 1003_2 1004_1 1005_1 EST 440591.35 440705.19 440707.78 440712.21 440712.58 440728.10 440215.57 440220.34 440225.69 440236.39 440244.60 440250.71 440258.74 439716.42 439666.10 439663.56 439664.28 439703.78 439723.37 439730.76 439758.77 439766.54 NORD 4531011.56 4530989.21 4530976.10 4530957.64 4530929.20 4530932.90 4530710.09 4530712.57 4530714.48 4530716.96 4530721.92 4530720.21 4530723.26 4529282.53 4529235.70 4529218.50 4529204.75 4529246.48 4529243.88 4529236.07 4529240.44 4529265.71 SUP.COP. 196.08 230.06 185.68 484.22 194.25 76.45 38.12 63.08 131.32 283.61 115.99 19.54 135.44 314.45 341.51 154.88 171.19 253.11 207.2 63.63 282.18 316.16 ALTEZZA 14.60 7.79 14.56 4.61 10.60 2.95 17.40 20.43 17.40 11.39 10.80 7.43 7.79 7.58 11.54 7.10 10.61 7.47 11.25 8.47 7.47 4.32 VOLUME 2862.77 1792.17 2703.50 2232.25 2059.05 225.53 663.29 1288.72 2284.97 3230.32 1252.69 145.18 1055.08 2383.57 3941.04 1099.66 1816.32 1890.73 2330.99 538.94 2107.91 1365.79 CODICE 104 104 104 104 104 128 104 104 104 104 104 104 104 104 104 104 104 104 104 104 104 120

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Lindice numerico identificativo composto da un primo numero, che identifica ledificio, e da un secondo numero, che identifica il corpo di fabbrica (es. 10_3). In questo modo si ha una esatta valutazione delledificato esistente nel territorio comunale e nelle sue possibili zone ad una data certa, quella delle riprese aereo fotogrammetriche. In totale la superficie coperta a livello comunale risultata pari a 2356753 mq ed il volume edificato pari a 24324415 mc. Le informazioni cartografiche sono state poi integrate con ulteriori informazioni rilevate direttamente sul campo o desunte da fonte. Appartengono al primo gruppo le informazioni relative allanagrafe edilizia, finalizzata, tra laltro, a censire gli usi attuali del patrimonio edilizio, ed al secondo quelle fornite dallUfficio Tecnico Comunale, circa labusivismo edilizio, finalizzate a verificare la legittimit del patrimonio edilizio esistente.

68

LANAGRAFE EDILIZIA

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Ai fini di una analisi del patrimonio edilizio del Comune di Casoria, delle sue caratteristiche, delle sue condizioni e dei suoi usi si provveduto ad una campagna di rilevamento puntuale sul territorio secondo le seguenti fasi di lavoro: 1) Suddivisione del territorio comunale in 25 zone al fine di assegnare a ciascun gruppo di rilevamento una parte del territorio comunale con consistenza edilizia presumibilmente simile;

2)

A ciascun gruppo di rilevamento stato fornito uno stralcio della carta tecnica comunale, plottato alla scala 1:1000, con lindicazione degli edifici e delle dividenti volumetriche che li individuano. Nel centroide di ciascun corpo di fabbrica (cdf) stato riportato il testo che specifica il numero identificativo delledificio e del cdf da riportare nella scheda di rilevamento da compilare. 70

3)

Si poi effettuato confronto fra le seguenti levate aerofotogrammetriche: 1978 1998 2003 2006 carta tecnica di supporto al piano regolatore vigente; carta tecnica numerica della provincia di Napoli; fotogrammi forniti dalla societ Avioriprese; cartografia numerica commissionata dal comune di Casoria;

attribuendo a ciascun cdf, in ambiente AutocadMap, la data della cartografia nella quale il cdf compare per la prima volta. 4) 5) In ambiente AutocadMap, mediante operazione di overlay fra le 25 zone ed i cdf, si proceduto allidentificazione dei cdf ricadenti in ciascuna zona. Si poi generata, in ambiente MSAccess, a partire dalla tabella Exel di cui al capitolo precedente, una tabella contenente le seguenti informazioni: - identificatore della zona; - identificatore delledificio; - identificatore del corpo di fabbrica; - coordinate del centroide; - superficie coperta; - altezza; - volume edificato; - codice; 71

6)

data dalla quale il cdf risulta presente in cartografia (vedere punto 3).

Si predisposta e stampata, per ciascun cdf, una schede di rilevamento contenente le informazioni di cui al punto precedente ed i seguenti campi da compilare in fase di rilevamento: - destinazione duso prevalente del corpo di fabbrica; - numero di piani; - numero di piani ad uso prevalente residenziale; - numero di piani ad uso prevalente commerciale; - numero di piani ad uso prevalente deposito; - numero di piani con altro uso; - data dalla quale il cdf risulta presente in cartografia; - epoca di costruzione; - stato di conservazione; - valore storico-architettonico; - tipologia. La scelta di individuare, oltre alla destinazione prevalente, anche quella per piano motivata dal fatto che, in molti casi, particolarmente nel centro storico, i piani-terra presentano, spesso, una destinazione commerciale o di deposito.

Comune di Casoria

Scheda rilevamento

Zona _____________ Edificio _____________ Corpo di fabbrica ________________ Est _____________ Nord _____________ Superficie coperta mq _____________ Altezza ml Volume edificato mc Numero piani Numero piani residenziali Numero piani commerciali Numero piani deposito Numero piani altro Epoca di costruzione2 Stato di conservazione Tipologia
5 3 4

_____________ _____________ __________________ ______ ______ ______ ______ ______ ______ ______ ______ ______ ______

Destinazione duso prevalente1

data dalla quale il cdf risulta presente in cartografia ______

Valore storico-architettonico Numero foto

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I campi su fondo giallo sono stati automaticamente riportati a partire dalle elaborazioni di cui ai punti precedenti. a) Relativamente alla destinazione duso prevalente del corpo di fabbrica sono stati individuati i seguenti usi:
USO RESIDENZIALE ARTIGIANATO PRODUTTIVO COMMERCIALE TERZIARIO DEPOSITO CULTO ISTRUZIONE UFFICIO PUBBLICO BOX ALTRO

b) Epoca di costruzione: dato riportato per gli edifici storici e, in particolare, per tutti gli edifici ricadenti nelle zone storiche (10, 12, 13, 15 e parte della 24 corrispondente al centro di Arpino). La legenda utilizzata la seguente: V varie su impianto del XVII A 1 met del sec. XVIII B 2 met del sec. XVIII C 1 met del sec. XIXI 2 met del sec. XIX D E 1 met del sec. XX F 2 met del sec. XX c) Stato di conservazione: dato riportato per gli edifici storici e, in particolare, per tutti gli edifici ricadenti nelle zone storiche (10, 12, 13 e 15). La legenda utilizzata la seguente: Buono B M Mediocre D Degradato MD Molto degradato R Rudere d) Valore storico-architettonico: dato riportato per gli edifici storici e, in particolare, per tutti gli edifici ricadenti nelle zone storiche (10, 12, 13, 15 e parte della 24 corrispondente al centro di Arpino). La legenda utilizzata la seguente: Edificio di pregio storico-architettonico vincolato o da vincolare V PSA Edificio di pregio storico-architettonico VT Edificio di valore testimoniale VTA Edificio di valore testimoniale alterato NP Edificio di nessun pregio storico-architettonico e) Tipologia: dato riportato per gli edifici storici e, in particolare, per tutti gli edifici 73

ricadenti nelle zone storiche (10, 12, 13 e 15). La legenda utilizzata la seguente: B a Blocco C a Corte 7) Le schede rilevate dai diversi gruppi sono state poi memorizzate in un database di tipo MSAccess i cui record contengono sia i campi gi riempiti della tabella di cui al precedente punto 5), sia gli ulteriori campi presenti nella scheda di rilevamento. Ciascun record risulta univocamente associato al relativo corpo di fabbrica, riportato in cartografia, tramite lidentificativo numerico ad esso attribuito. Ciascun record del database precedente stato ulteriormente integrato da ulteriori due campi, il primo contenente il volume residenziale ed il secondo quello con altra destinazione. Il popolamento dei due campi stato eseguito in modo del tutto automatico tramite le seguenti operazioni: volume medio per piano volume residenziale volume non residenziale = (volume edificato) / (numero di piani) = (volume per piano) x (numero di piani residenziali) = (volume edificato) (volume residenziale)

8)

Analizzando i dati contenuti nel database si evince che le zone maggiormente edificate, sia in termini di rapporto di copertura, sia di densit territoriale, sono le zone 10, 12 e 15 che, unitamente alla 13, racchiudono il centro storico di Casoria, la zona 16, ad occidente del centro storico, e la zona 24, che racchiude il nucleo storico di Arpino.
ZONA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 ST Superficie Territoriale 370675 291007 182046 224258 267464 224793 284180 249936 474990 333939 556350 247888 329905 450055 305393 279579 420986 453837 825717 942764 740123 1055578 829283 615441 758971 SC Superficie Coperta 101655 44689 60487 57824 38244 60817 75447 82855 109233 129996 146534 98627 84179 37417 101812 116763 98320 84442 79321 120358 81344 58116 221600 207065 59608 2356753 VT Volume Totale 909755 400127 526728 482619 349138 540795 748553 724479 1034721 1484560 1473114 1168518 898865 442265 1221389 1978157 996894 974410 643127 1075658 686715 445398 2180225 2508355 429850 24324415 SC/ST 0.27 0.15 0.33 0.26 0.14 0.27 0.27 0.33 0.23 0.39 0.26 0.40 0.26 0.08 0.33 0.42 0.23 0.19 0.10 0.13 0.11 0.06 0.27 0.34 0.08 VT/ST 2.45 1.37 2.89 2.15 1.31 2.41 2.63 2.90 2.18 4.45 2.65 4.71 2.72 0.98 4.00 7.08 2.37 2.15 0.78 1.14 0.93 0.42 2.63 4.08 0.57

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Quelle meno edificate sono, invece, la 5, la 21, limitrofa alla pista dellaereoporto di Capodichino, la 19, la 20, la 22 e la 25 in cui rimane una certa preminenza di terreni agricoli, in parte utilizzati ed in parte abbandonati anche per effetto di una aspettativa di ulteriore urbanizzazione del territorio comunale. Tutte le altre, se essenzialmente a carattere residenziale, presentano mediamente i caratteri di zone di completamento, altrimenti sono ampiamente interessate da volumi a prevalente carattere commerciale o produttivo. Un esame pi approfondito, zona per zona, delle informazioni desumibili dal database predisposto riportato nel capitolo Superfici coperte e Volumi edificati per uso e legittimit urbanistica.

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LABUSIVISMO EDILIZIO

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Relativamente agli insediamenti abusivi la L.R. n. 16/2004, allart. 23, comma 3, prevede che i P.U.C. procedano alla perimetrazione degli insediamenti abusivi esistenti al 31 dicembre 1993 e oggetto di sanatoria ai sensi della legge 28 febbraio 1985, n. 47, capi IV e V, e ai sensi della legge 23 dicembre 1994, n. 724, articolo 39, al fine di: a) realizzare unadeguata urbanizzazione primaria e secondaria; b) rispettare gli interessi di carattere storico, artistico, archeologico, paesaggistico-ambientale ed idrogeologico; c) realizzare un razionale inserimento territoriale ed urbano degli insediamenti. Al successivo comma 6 la legge precisa che da questa perimetrazione debbono essere esclusi gli immobili non suscettibili di sanatoria. In base a quanto sopra risulta evidente che per la redazione di un P.U.C. sia necessario conoscere quanto meno la natura, lubicazione e le condizioni di sanabilit, o meno, degli abusi esistenti al 31 marzo 2003, cos come precisato successivamente dalla Deliberazione n. 834 della Giunta Regionale dell11 maggio 2007 Norme tecniche e direttive riguardanti gli elaborati da allegare agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, generale ed attuativa, come previsto dagli artt. 6 e 30 della legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 <Norme sul governo del territorio>. Il comma 5 del suddetto art. 23 precisa, inoltre, che Il Puc pu subordinare lattuazione degli interventi di recupero urbanistico ed edilizio degli insediamenti abusivi, perimetrati ai sensi del comma 3, alla redazione di appositi Pua, denominati piani di recupero degli insediamenti abusivi, il cui procedimento di formazione segue la disciplina prevista dallarticolo 27 e, al successivo comma 7 che, si faccia ricorso o meno ai P.U.A., il P.U.C. tenuto a definire le modalit del recupero urbanistico ed edilizio degli insediamenti abusivi, gli interventi obbligatori di riqualificazione e le procedure, anche coattive, per lesecuzione degli stessi, anche mediante la formazione dei comparti edificatori di cui agli articoli 33 e 34. Pi in dettaglio, la Deliberazione n. 834 della Giunta Regionale dell11 maggio 2007, cui si fatto sopra cenno, richiede che: la relazione illustrativa del P.U.C. contenga la volumetria di edilizia residenziale, industriale, commerciale e agricola, gi realizzata che sia stata gi condonata o per la quale lUfficio Tecnico Comunale abbia attestato la sua legittima condonabilit, con atto amministrativo di certificazione e di assunzione di responsabilit, con il quale si indicher anche il tempo occorrente per la definizione del procedimento di sanatoria edilizia e comunque tutto quanto previsto dai commi 5, 6 e 7 dellart. 23 della L.R. 16/04; fra gli elaborati di analisi del P.U.C., vi sia la perimetrazione degli insediamenti abusivi esistenti al 31 marzo 2003 ed oggetto di sanatoria ai sensi dei capi IV e V della legge 28.02.1985, n. 47, dellart. 39 della legge 23.12.1994, n. 724, e dellart. 32 del decreto legge 30.09.2003, n. 269, convertito dalla L. 24.11.2003, n. 326, accompagnata dallindividuazione degli insediamenti per i quali sia stato rilasciato il titolo abilitativi in sanatoria, ovvero per i quali gi decorso, sussistendone i presupposti, il silenzio-assenso di cui alla legge 47/85 (scala 1:2000) e comunque tutto quanto previsto dai commi 5,6 e 7 dellart. 23 della L.R. 16/04. In base a quanto sopra, il gruppo incaricato della redazione del P.U.C. ha fatto richiesta allAmministrazione Comunale di tutti i dati occorrenti per ottemperare al disposto della L.R. n. 16/2004 e della Delibera della Giunta Regionale n. 834/2007. Fin dallinizio risultato evidente che le informazioni occorrenti risultavano solo in parte disponibili per svariati motivi. Molte pratiche non risultavano complete dei dati catastali occorrenti alla loro identificazione planimetrica, molte altre non contenevano lindicazione della tipologia dellabuso, altre ancora non contenevano, quantunque necessaria, linformazione circa la superficie ed il volume dellabuso, altre ancora contenevano, probabilmente, indicazioni 77

catastali erronee in quanto allinterno delle particelle indicate non risultava presente alcun volume edificato. In generale regnava una gran confusione e lAmministrazione Comunale non risultava attrezzata a far fronte, in tempi certi, alla necessit di acquisire le informazioni suddette. Questo induceva la Commissione Straordinaria ad incontrarsi prima con lassessore prof. Domenico Moccia e poi con il dott. Giacomo Ariete della Provincia di Napoli al fine di chiarire la necessit, o meno, di una conoscenza esaustiva circa: gli abusi edilizi esistenti alla data del 31 marzo 2003, la loro ubicazione e le relative condizioni di condonabilit o meno. In queste riunioni veniva affermato che non vi era necessit di una conoscenza esaustiva del problema, cos come successivamente riportato al coordinatore del gruppo incaricato della redazione del P.U.C. dai partecipanti agli incontri di cui sopra. Ci nonostante ci si adoperati per conseguire la pi ampia conoscenza del problema. Per quanto concerne labusivismo edilizio si , prima di tutto, proceduto alla informatizzazione dei dati relativi ai tre condoni, Legge n. 47/1985, Legge n. 724/1994 e Legge n. 326/2003, forniti dallUfficio Tecnico Comunale. I dati relativi a ciascun condono sono stati strutturati in altrettanti database di tipo MSAccess, strutturati in pi tabelle a seconda dellistruttore a suo tempo incaricato dal Comune. A titolo di esempio viene riportata nella pagina seguente la maschera di immissione dei dati utilizzata per i primi due condoni. Per quanto concerne il condono relativo alla legge n. 47/85 nella lettera di trasmissione del comune si parla di 5020 pratiche mentre quelle effettivamente trasmesse e memorizzate sono 5071. Di queste 356, pari al 7,02%, non hanno i relativi riferimenti catastali. Digitalizzazione schede riassuntive condono edilizio legge 47/85
tecnico istruttore n. pratiche n. pratiche riportato nella effettivamente lettera di trasmissione del trasmesse e digitalizzate comune 424 422 416 429 418 415 449 447 393 475 429 430 407 388 433 429 386 384 420 419 431 417 414 416 5020 5071 differenza riferimenti catastali mancanti 12 18 19 39 18 63 52 18 18 39 24 36 356

ACCURSO ARNONE CELARDO CITRO D'ERRICO FERMEZZA GIARDINO IODICE MERCURIO OREFICE PAPALE PUZIO TOTALE

-2 13 -3 -2 82 1 -19 -4 -2 -1 -14 2 51

Legge 47/85
destinazione d'uso residenziale commerciale industriale/artigianale agricola altre TOTALE

superficie utile abitabile non residenziale mq mq 702023.83 326502.64 108868.49 10929.40 159338.78 6685.19 3988.78 0.00 30593.13 6595.88 1004813.01 350713.11

volume Mc 3509107.73 635102.30 893752.85 15819.17 176793.84 5230575.89 % 67.09 12.14 17.09 0.30 3.38 100.00

Il 67,09% del volume abusivo riguarda le residenze, seguito dal 17,09% relativo alle industrie e allartigianato e dal 12,14% relativo alle attivit commerciali. 78

Digitalizzazione schede riassuntive condono edilizio legge 724/94


tecnico istruttore n. pratiche riportato nella lettera di trasmissione del comune n. pratiche effettivamente trasmesse e digitalizzate differenza riferimenti catastali mancanti

ACCURSO ARNONE CELARDO CITRO D'ERRICO FERMEZZA GIARDINO IODICE MERCURIO OREFICE PAPALE TORRETTI D'ANNA PUZIO TOTALE

241 274 414 242 261 306 342 203 36 261


172 37 219 259 3267

241 273 361 245 247 171 226 204 32 263


153 37 93 217 2763

0 -1 -53 3 -14 -135 -116 1 -4 2


-19 0 -126 -42 -504

12 12 43 9 13 7 17 23 2 22
7 3 2 26 198

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Per quanto concerne invece il condono relativo alla legge n. 724/94 nella lettera di trasmissione del comune si parla di ben 3267 pratiche mentre quelle effettivamente trasmesse e memorizzate sono solo 2763, pari all84,57% del dichiarato. Inoltre di queste ultime 198, pari al 7,16%, non hanno i relativi riferimenti catastali. Legge 724/94
destinazione d'uso residenziale commerciale industriale/artigianale agricola altre TOTALE superficie utile abitabile non residenziale mq mq 226730.66 61172.44 16146.48 18016.24 10103.00 6201.99 237.37 554.00 5745.12 6091.64 258962.63 92036.30 volume mc 756507.75 138867.33 55260.10 2370.30 29633.06 982638.53 % 76.99 14.13 5.62 0.24 3.02 100.00

In termini di usi circa il 77% dei volumi abusivi ha destinazione residenziale, seguito dal 14,13% con destinazione commerciale. Digitalizzazione schede riassuntive condono edilizio legge 326/03
tecnico istruttore n. pratiche riportato nella lettera di trasmissione del comune n. pratiche effettivamente trasmesse e digitalizzate differenza riferimenti catastali mancanti

CELARDO FERMEZZA GIARDINO IODICE MERCURIO TOTALE

200 190 199 189 189 967 superficie utile abitabile non residenziale mq mq 52143.93 19886.36 4512.28 1158.66 318.61 3462.77 1407.74 8018.73 58382.56 32526.52

188 182 190 189 188 937 volume mc 129448.99 22843.53 8334.90 19531.06 180158.48

-12 -8 -9 0 -1 -30

12 23 14 18 9 76

Legge 326/03
destinazione d'uso residenziale commerciale industriale/artigianale altre TOTALE

% 71.85 12.68 4.63 10.84 100.00

Anche per quanto concerne il condono relativo alla legge n. 326/03 vi una discrepanza fra il numero delle pratiche indicate nella lettera di trasmissione del comune, dove si parla di 967 pratiche, e quelle effettivamente trasmesse e memorizzate, che sono invece 937. Di queste ultime 76, pari all8,11%, non hanno i relativi riferimenti catastali. Altro elemento da sottolineare che spesso risulta attribuito il medesimo numero di pratica a pratiche diverse, come si pu evincere dalla tabella riportata nella pagina seguente. In tutto, per il condono di cui alla Legge n. 47/85, si hanno 186 pratiche che presentano il medesimo numero di altre, per quello di cui alla Legge n. 724/94, 88 e per quello di cui alla Legge n. 326/03, 4. Al di l delle discrepanze sopra evidenziate, dopo aver predisposto i database relativi a ciascun condono in ambiente Microsoft Access, si sono operate alcune query incrociate al fine di verificare lidoneit dei dati forniti dal Comune e la loro completezza. Nella tabella seguente vengono prima di tutto riportate le schede dei tre condoni che presentano il medesimo numero di pratica. 80

Schede con medesimo numero di pratica L. 47/85 Numero Pratica Numero ripetizioni 117 352 888 1014 1019 1068 1172 1177 1187 1429 1748 1750 1751 1969 2114 2535 2730 2970 3008 3020 3021 3081 3082 3083 3085 3086 3087 3088 3089 3090 3091 3092 3093 3094 3095 3096 3097 3098 3099 3100 3101 3102 3103 3104 3105 3106 3248 3362 3416 3417 3418 3419 3420 3421 3422 2 13 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 6 2 2 2 2 2 2 2

Schede con medesimo numero di pratica L. 724/94 Numero Pratica Numero ripetizioni 5638 6010 6181 6257 6287 6502 6571 6653 6654 6655 6656 6657 6658 6659 6660 6661 6662 6663 6664 6665 6668 6669 6670 6671 6672 6673 6674 6676 6677 6678 6679 6680 6681 6682 6885 7563 7622 7679 7695 7718 7732 8134 8620 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2

Schede con medesimo numero di pratica L. 326/03 Numero Pratica Numero ripetizioni 378 905 2 2

81

3423 3424 3425 3426 3427 3428 3429 3431 3432 3433 3434 3435 3436 3437 3657 3971 4087 4093 4110 4147 4157 4159 4827 5058 5203 TOTALE

2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 7 2 8 2 2 2 2 2 2 186 88 4

Nella tabella seguente vengono invece riportati i risultati di alcune delle query eseguite.
L. n. 47/85
Totale pratiche trasmesse dal Comune e digitalizzate di cui con indicazione della tipologia di abuso di cui senza indicazione della tipologia di abuso 5071 4464 607 100.00 88.03 11.97

L. n. 724/94
2763 2605 158 100.00 94.28 5.72

L. n. 326/03
937 869 68 100.00 92.74 7.26

Totale
8771 7938 833 100.00 90.50 9.50

Pratiche con indicazione della tipologia di abuso di cui relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 di cui relative alle altre tipologie di abuso

4464 4398 66

100.00 98.52 1.48

2605 2254 351

100.00 86.53 13.47

869 846 23

100.00 97.35 2.65

7938 7498 440

100.00 94.46 5.54

Pratiche relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 di cui con indicazione dei dati catastali e georiferite di cui senza indicazione dei dati catastali e quindi non georiferite Pratiche relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 georiferite di cui con indicazione dei dati volumetrici di abuso di cui senza indicazione dei dati volumetrici di abuso TOTALE VOLUMETRIE DESUNTO DALLE QUERY SELETTIVE EFFETTUATE mc

4398 3529 869

100.00 80.24 19.76

2254 1635 619

100.00 72.54 27.46

846 646 200

100.00 76.36 23.64

7498 5810 1688

100.00 77.49 22.51

3529 3371 158

100.00 95.52 4.48

1635 1474 161

100.00 90.15 9.85

646 402 244

100.00 62.23 37.77

5810 5247 563

100.00 90.31 9.69

3823705

631319

139248

4594272

Rispetto al totale delle pratiche relative al condono di cui alla Legge n. 47/85 per circa il 12% 82

non riportata la tipologia dellabuso. Di queste ultime il 98,52% relativo alle tipologie di abuso 1, 2 e 3, comportanti incrementi di volume e di superficie, mentre il restante 1,48% riguarda le altre tipologie di abuso. Delle prime solo per l80,24% sono riportati i dati catastali mentre per il 19,76% questa informazione manca. Infine per quelle relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 georiferite disponibile il dato relativo al volume abusivo per il 95,52% di esse, mentre manca per il restante 4,48%. In sintesi, supponendo che la percentuale del 98,52%, relativa alle pratiche relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 sul totale di quelle dove riportata la tipologia, si possa applicare al totale delle pratiche, si avrebbe che su un totale di circa (5071 x 98,52 / 100=) 4996 pratiche solo il 67,47% di esse avrebbero tutte le informazioni occorrenti, mentre non risulterebbe trattabile il restante 32,53%. Applicando lo stesso ragionamento anche agli altri due condoni si avrebbe: per quello relativo alla Legge n. 724/94, che, su un totale stimato (2763 x 86,53% /100=) 2391 pratiche con tipologia di abuso 1, 2 o 3, solo 1635, pari al 68,38%, sarebbero trattabili, mentre non risulterebbe possibile trattare il restante 31,62%; per quello relativo alla Legge n. 326/03, che, su un totale stimato (937 x 97,35% /100=) 912 pratiche con tipologia di abuso 1, 2 o 3, solo 646, pari al 70,83%, sarebbero trattabili, mentre non risulterebbe possibile trattare il restante 29,17%. Quanto sopra ha comportato una ulteriore verifica consistente nelleseguire prima una query finalizzata a selezionare gli abusi per i quali vi era linformazione relativa alla volumetria e successivamente quelle relative allindicazione della tipologia di abuso ed allappartenenza alle sole tipologie 1, 2 e 3, per poi finire con quella relativa alla disponibilit dei dati occorrenti per georeferenziarle. Il risultato , ovviamente, lo stesso anche se in questo modo, confrontando i risultati delle query con quelle eseguite in precedenza si ha una misura della indisponibilit del dato anche per i volumi e si comprende meglio il problema.
Totale pratiche trasmesse dal Comune e digitalizzate di cui con indicazione dei dati volumetrici di abuso TOTALE PRATICHE GEOREFERENZIATE 5071 4619 3371 100.00 5228851 3823705 2763 2294 1474 100.00 982635 631319 937 540 402 100.00 180159 139248 8771 7453 5247 100.00 6391645 4594272

Dalla tabella precedente risulta che delle 7453 pratiche, per le quali nei dati trasmessi riportata la volumetria dellabuso, stato possibile georeferenziarne solo 5247, pari al 70,4% delle prime, e che in termini volumetrici la volumetria georeferenziata pari a 4594272 mc su un totale di 6391645 mc, pari al 71,88%.
Con indicazione dei dati volumetrici di abuso di cui indicata la tipologia di abuso TOTALE PRATICHE GEOREFERENZIATE Con indicazione dei dati volumetrici di abuso di cui relative alle tipologie di abuso 1, 2 e 3 TOTALE PRATICHE GEOREFERENZIATE 4619 4193 3371 5228851 4848241 3823705 2294 2222 1474 982635 945761 631319 540 530 402 180159 175414 139248 7453 6945 5247 6391645 5970416 4594272

4619 4144 3371

5228851 4680397 3823705

2294 1978 1474

982635 850883 631319

540 528 402

180159 174922 139248

7453 6650 5247

6391645 5706202 4594272

Un dubbio circa laffidabilit dei dati lo crea il fatto che il volume dellabuso talvolta indicato anche per abusi ricadenti nelle altre tipologie, oltre la 1, la 2 e la 3. Se poi si considerano solo le pratiche per le quali riportata la cubatura e la tipologia di abuso 83

la 1, la 2 o la 3 si ha che esse sono in tutto 6650, per 5706202 mc, per cui quelle fra queste che stato possibile georeferenziare sono 5247, pari al 78,90%, per complessivi 4594272 mc, pari all80,51% del relativo totale. Molti abusi corrispondono, inoltre, al medesimo corpo di fabbrica, o al medesimo edificio, per cui il numero di essi risulta ovviamente inferiore rispetto al numero delle pratiche di abuso georeferenziate. In particolare si ha il quadro seguente:
L. n. 47/85
n. pratiche 3371 n. corpi di fabbrica 2074 1474

L. n. 724/94
n. pratiche n. corpi di fabbrica 683 402

L. n. 326/03
n. pratiche n. corpi di fabbrica 204

Il quadro riepilogativo dei volumi totali e di quelli abusivi che stato possibile georeferenziare e la percentuale di questi ultimi rispetto ai primi, per ogni zona di rilevamento considerata riportato nella tabella seguente:
ZONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 TOTALE VT Volume Totale 909755 400127 526728 482619 349138 540795 748553 724479 1034721 1484560 1473114 1168518 898865 442265 1221389 1978157 996894 974410 643127 1075658 686715 445398 2180225 2508355 429850 24324415 VA Volume Abusivo 363031 175762 37047 182907 182826 215885 339546 325503 241776 89281 445409 42969 57129 99253 99617 128430 266219 190083 62971 144882 126355 22587 253542 342778 150424 4586212 VA*100/VT 39.90 43.93 7.03 37.90 52.36 39.92 45.36 44.93 23.37 6.01 30.24 3.68 6.36 22.44 8.16 6.49 26.70 19.51 9.79 13.47 18.40 5.07 11.63 13.67 34.99 18.85

in cui sono evidenziate in rosso scuro le percentuali maggiori del 40%, in rosso quelle maggiori del 30% e minori o uguali al 40%, in arancio quelle maggiori del 20% e minori o uguali al 30%, in giallo quelle maggiori del 10% e minori o uguali al 20%, in verde quelle maggiori del 5% e minori o uguali al 10% e in azzurro quelle minori o uguali al 5%. Nella tavola seguente viene riportata una carta tematica delle suddette percentuali di volume abusivo per zona. Quello che si evidenzia dalla sua lettura che le zone che presentano le percentuali pi alte di 84

abusi sono quelle allintorno del centro storico di Casoria e, in misura maggiore, quelle a nord. Altra zona che presenta una percentuale piuttosto alta di abusi la 25, interessata dai canali Sebeto e Reale.

Nel capitolo seguente viene riportata la planimetria di ciascuna zona di rilevamento e le informazioni principali relative alla superficie territoriale, alla superficie coperta, ai volumi edificati totali, abusivi e per tipo di uso, oltre ai rapporti superficie coperta su superficie territoriale e volume edificato totale su superficie territoriale. In ciascuna planimetria gli edifici rappresentati in rosso sono quelli di tipo civile, mentre quelli rappresentati in celeste sono quelli di tipo industriale, le linee bianche rappresentano le dividenti dei corpi di fabbrica. 85

86

SUPERFICI COPERTE, VOLUMI EDIFICATI PER USO E VOLUMI ABUSIVI

87

Zona 1

ST Superficie Territoriale 370675

SC Superficie Coperta 101655

VT Volume Totale 909755

SC/ST 0.27

VT/ST 2.45

VA Volume Abusivo 363031

VA*100/VT 39.90

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIALE DEPOSITO PRODUTTIVO RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 512788.62

SC Superficie Coperta 1001 98 10675 2834 23037 59192 4818 101655

VT Volume 4661 276 88525 16054 148988 613787 37464 909755

% SC 0.98 0.10 10.50 2.79 22.66 58.23 4.74 100.00

% VT 0.51 0.03 9.73 1.76 16.38 67.47 4.12 100.00 Volume Totale mc 909754.51

56.37

Volume non residenziale mc % 396965.89

43.63

La superficie coperta degli edifici esistenti pari al 27% della superficie territoriale della zona mentre la densit territoriale pari a 2,45 mc/mq. 88

Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, rappresenta circa il 40% del volume totale, il che testimonia delle modalit con cui si sviluppata questa zona. Il volume a prevalente uso residenziale rappresenta il 67,47% del volume totale seguito da quello produttivo con il 16,38%. Tenendo conto dei diversi usi presenti allinterno dei singoli corpi di fabbrica si ha che il volume effettivo utilizzato per le residenze assomma a 512788,62 mc, pari al 56,37% del volume totale, corrispondenti a circa 6410 vani convenzionali.

89

Zona 2

ST Superficie Territoriale 291007

SC Superficie Coperta 44689

VT Volume Totale 400127

SC/ST 0.15

VT/ST 1.37

VA Volume Abusivo 175762

VA*100/VT 43.93

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIALE CULTO DEPOSITO PRODUTTIVO RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 306077.32

SC Superficie Coperta 1303 236 589 222 3906 382 35531 2520 44689

VT Volume 5971 623 4071 1114 20800 1716 346375 19457 400127

% SC 2.92 0.53 1.32 0.50 8.74 0.85 79.51 5.64 100.00

% VT 1.49 0.16 1.02 0.28 5.20 0.43 86.57 4.86 100.00 Volume Totale mc 400126.77

76.50

Volume non residenziale mc % 94049.45

23.50

La superficie coperta degli edifici esistenti pari al 15% della superficie territoriale della zona 90

mentre la densit territoriale pari a 1,37 mc/mq. Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, rappresenta ben il 43,93% del volume totale il che fa supporre che, se si fossero potuti localizzare tutti i volumi abusivi, lassetto di questa zona sarebbe risultato pressoch tutto determinato dallabusivismo edilizio. Il volume edificato, a prevalente uso residenziale, rappresenta l86,57% del volume totale che si riduce al 76,50% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica. In termini di vani convenzionali i 306077,32 mc effettivamente utilizzati come residenze equivalgono a 3826 vani.

91

Zona 3

ST Superficie Territoriale 182046

SC Superficie Coperta 60487

VT Volume Totale 526728

SC/ST 0.33

VT/ST 2.89

VA Volume Abusivo 37047

VA*100/VT 7.03

USO PREVALENTE DEPOSITO PRODUTTIVO RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 56238.51

SC Superficie Coperta 3855 49779 6142 711 60487

VT Volume 21425 432351 69509 3443 526728

% SC 6.37 82.30 10.15 1.18 100.00

% VT 4.07 82.08 13.20 0.65 100.00 Volume Totale mc 526728.74

10.68

Volume non residenziale mc % 470490.23

89.32

La superficie coperta rappresenta il 33% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 2,89 mc/mq. Il volume abusivo che stato possibile georeferenziare , in questo caso, notevolmente inferiore rispetto alle altre zone della parte a nord del comune, dove i volumi abusivi 92

georeferenziati sono sempre maggiori del 30%, essendo pari a circa il 7%. La zona preminentemente industriale tant che il volume edificato a prevalente uso industriale pari all82,08% mentre il volume a prevalente uso residenziale pari solo al 13,20% che si riduce al 10,68% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica. In termini di vani convenzionali i 56238,51 mc effettivamente utilizzati come residenze equivalgono a 703 vani. Occorre qui fare una ulteriore considerazione circa labusivismo edilizio che qui appare pi contenuto rispetto alle altre zone proprio per la prevalente destinazione industriale e per il pi ridotto peso delle residenze che costituiscono la gran parte degli abusi commessi nel territorio comunale di Casoria.

93

Zona 4

ST Superficie Territoriale 224258

SC Superficie Coperta 57824

VT Volume Totale 482619

SC/ST 0.26

VT/ST 2.15

VA Volume Abusivo 182907

VA*100/VT 37.90

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 236174.16

SC Superficie Coperta 638 178 531 6486 1850 17106 28062 2973 57824

VT Volume 2623 555 1930 40385 12163 133522 274459 16982 482619

% SC 1.10 0.31 0.92 11.22 3.20 29.58 48.53 5.14 100.00

% VT 0.54 0.11 0.40 8.37 2.52 27.67 56.87 3.52 100.00 Volume Totale mc 482618.99

48.94

Volume non residenziale mc % 246444.83

51.06

94

La superficie coperta rappresenta il 26% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 2,15 mc/mq. Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, pari a circa il 38% del volume totale. La zona a carattere misto tant che il 58,87% del volume a prevalente uso residenziale, il 27,67% a prevalente a carattere produttivo e l8,37% ad uso deposito. Il volume ad effettivo uso residenziale pari a 236174,16 mc, pari al 48,94% del volume totale e a 2952 vani convenzionali.

95

Zona 5

ST Superficie Territoriale 267464

SC Superficie Coperta 38244

VT Volume Totale 349138

SC/ST 0.14

VT/ST 1.31

VA Volume Abusivo 182826

VA*100/VT 52.36

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO ISTRUZIONE RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 269574.80

SC Superficie Coperta 924 203 251 1894 1090 32478 1404 38244

VT Volume 5074 595 3054 10607 7586 312182 10040 349138

% SC 2.42 0.53 0.66 4.95 2.85 84.92 3.67 100.00

% VT 1.45 0.17 0.87 3.04 2.17 89.42 2.88 100.00 Volume Totale mc 349136.60

77.21

Volume non residenziale mc % 79561.81

22.79

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 14% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 1,31 mc/mq. 96

Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , in questo caso, notevolmente alto e pari a ben il 52,36% del volume totale il che fa dire che la zona si sviluppata sostanzialmente per effetto dellabusivismo edilizio. Date le dimensioni assunte da questo fenomeno, pur nellincompletezza del dato, c da chiedersi quali forme di connivenza vi sono state, negli anni passati, per non accorgersi di tutto questo. Rispetto agli usi, l89,42% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale. Percentuale che si riduce al 77,21% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente. In termini di vani convenzionali si hanno 3370 vani.

97

Zona 6

ST Superficie Territoriale 224793

SC Superficie Coperta 60817

VT Volume Totale 540795

SC/ST 0.27

VT/ST 2.41

VA Volume Abusivo 215885

VA*100/VT 39.92

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX DEPOSITO PRODUTTIVO RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 304732.08

SC Superficie Coperta 766 389 1665 21298 35217 1482 60817

VT Volume 3049 1150 12981 173688 340694 9233 540795

% SC 1.26 0.64 2.74 35.02 57.91 2.44 100.00

% VT 0.56 0.21 2.40 32.12 63.00 1.71 100.00 Volume Totale mc 540795.36

56.35

Volume non residenziale mc % 236063.28

43.65

La superficie coperta rappresenta il 27% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 2,41 mc/mq. 98

Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, anche in questo caso molto alto e pari a circa il 40% del volume totale. La zona in parte a carattere residenziale ed in parte a carattere produttivo, tant che il relativo volume edificato per uso prevalente pari, rispettivamente, al 63,00% ed al 32,12% del totale. Il volume ad effettivo uso residenziale assomma a 304732,08 mc, pari al 56,35% del volume totale e a 3809 vani convenzionali.

99

Zona 7

ST Superficie Territoriale 284180

SC Superficie Coperta 75447

VT Volume Totale 748553

SC/ST 0.27

VT/ST 2.63

VA Volume Abusivo 339546

VA*100/VT 45.36

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO ISTRUZIONE RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 528072.40

SC Superficie Coperta 3622 741 2409 1160 7998 57702 1815 75447

VT Volume 17659 2450 13609 4874 78547 617299 14115 748553

% SC 4.80 0.98 3.19 1.54 10.60 76.48 2.41 100.00

% VT 2.36 0.33 1.82 0.65 10.49 82.47 1.89 100.00 Volume Totale mc 748552.75

70.55

Volume non residenziale mc % 220480.35

29.45

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 27% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 2,63 mc/mq. 100

Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , come nelle altre zone della parte nord del comune, notevolmente alto e pari a ben il 45,36% del volume totale. Rispetto agli usi, l82,47% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale. Percentuale che si riduce al 70,55% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica a prescindere dal suo uso prevalente. In termini di vani convenzionali ad uso residenziale si hanno 6601 vani.

101

Zona 8

ST Superficie Territoriale 249936

SC Superficie Coperta 82855

VT Volume Totale 724479

SC/ST 0.33

VT/ST 2.90

VA Volume Abusivo 325503

VA*100/VT 44.93

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 559501.04

SC Superficie Coperta 127 409 1406 3154 94 10170 65795 1700 82855

VT Volume 496 1124 7280 13345 354 76755 615484 9641 724479

% SC 0.15 0.49 1.70 3.81 0.11 12.27 79.41 2.05 100.00

% VT 0.07 0.16 1.00 1.84 0.05 10.59 84.96 1.33 100.00 Volume Totale mc 724478.34

77.23

Volume non residenziale mc % 164977.31

22.77

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 33% della superficie totale mentre la 102

densit territoriale pari a 2,90 mc/mq. Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , anche in questo caso come nelle altre zone della parte nord del comune, notevolmente alto e pari a ben il 44,93% del volume totale. Rispetto agli usi, il 79,41% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale, percentuale che si riduce al 77,23% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente. In termini di vani convenzionali ad uso residenziale si hanno 6994 vani. I volumi a destinazione produttiva sono nella gran parte ubicati nella parte nord-ovest del comune e rappresentano il 10,59% del volume edificato totale.

103

Zona 9

ST Superficie Territoriale 474990

SC Superficie Coperta 109233

VT Volume Totale 1034721

SC/ST 0.23

VT/ST 2.18

VA Volume Abusivo 241776

VA*100/VT 23.37

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 569190.96

SC Superficie Coperta 2378 1165 12108 3217 7682 21509 54891 289 5994 109233

VT Volume 11242 3235 79812 16957 51623 145349 676167 1366 48970 1034721

% SC 2.18 1.07 11.08 2.95 7.03 19.69 50.25 0.26 5.49 100.00

% VT 1.09 0.31 7.71 1.64 4.99 14.05 65.35 0.13 4.73 100.00 Volume Totale mc 1034721.67

55.01

Volume non residenziale mc % 465530.72

44.99

104

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 23% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 2,18 mc/mq. La zona, come la 14 e la 17, posta a margine delle quattro zone che costituiscono il centro storico e presenta una percentuale di volumi abusivi compresa fra il 20 ed il 30%, inferiore rispetto alle zone della parte nord del comune. In particolare il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare , in questo caso, pari al 23,37% del volume totale. Rispetto agli usi, il 65,35% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale, percentuale che si riduce al 55,01% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente. In termini di vani convenzionali ad uso residenziale si hanno 5819 vani. Una discreta incidenza percentuale la hanno anche i volumi a prevalente uso produttivo pari al 14,05% del volume totale.

105

Zona 10

ST Superficie Territoriale 333939

SC Superficie Coperta 129996

VT Volume Totale 1484560

SC/ST 0.39

VT/ST 4.45

VA Volume Abusivo 89281

VA*100/VT 6.01

USO PREVALENTE BOX COMMERCIO CULTO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI ALTRO TOTALE Volume Residenziale mc % 997039.63

SC Superficie Coperta 1208 106 4408 3128 32718 86034 566 427 1401 129996

VT Volume 4120 774 56909 27733 240319 1134706 5071 5722 9206 1484560

% SC 0.93 0.08 3.39 2.41 25.17 66.18 0.44 0.33 1.08 100.00

% VT 0.28 0.05 3.83 1.87 16.19 76.43 0.34 0.39 0.62 100.00 Volume Totale mc 1484559.26

67.16

Volume non residenziale mc % 487519.64

32.84

106

La zona 10, insieme alle altre tre zone che con essa racchiudono il centro storico (la 12, la 13 e la 15), presenta le densit territoriali maggiori e le percentuali di volumi abusive pi basse. La superficie coperta rappresenta in questo caso il 39% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 4,45 mc/mq. Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , come detto, abbastanza basso e pari al 6,01% del volume totale mentre, rispetto agli usi, il 76,43% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale che si riduce al 67,16% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente. Ai 997039,63 mc effettivamente utilizzati come residenze corrispondono 6094 vani convenzionali.

107

Zona 11

ST Superficie Territoriale 556350

SC Superficie Coperta 146534

VT Volume Totale 1473114

SC/ST 0.26

VT/ST 2.65

VA Volume Abusivo 445409

VA*100/VT 30.24

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO CULTO PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 897017.72

SC Superficie Coperta 3924 394 3041 8273 1434 26138 97185 944 5201 146534

VT Volume 21526 1122 25731 37831 9815 351794 980671 6821 37803 1473114

% SC 2.68 0.27 2.08 5.65 0.98 17.84 66.32 0.64 3.55 100.00

% VT 1.46 0.08 1.75 2.57 0.67 23.88 66.57 0.46 2.57 100.00 Volume Totale mc 1473114.00

60.89

Volume non residenziale mc % 576096.28

39.11

108

La superficie coperta rappresenta il 26% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 2,65 mc/mq. Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , anche in questo caso, come per le altre zone della parte nord del comune, eccettuata la 3, maggiore del 30% del volume totale. Rispetto agli usi, il 66,57% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale che si riduce al 60,89% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente. Agli 897017,72 mc, utilizzati effettivamente come residenze, corrispondono 7201 di vani convenzionali. Significativi sono pure i volumi a prevalente uso produttivo pari al 23,88% del totale.

109

Zona 12

ST Superficie Territoriale 247888

SC Superficie Coperta 98627

VT Volume Totale 1168518

SC/ST 0.40

VT/ST 4.71

VA Volume Abusivo 42969

VA*100/VT 3.68

USO PREVALENTE BOX COMMERCIO CULTO PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO ALTRO TOTALE Volume Residenziale mc % 811016.18

SC Superficie Coperta 210 2251 5566 10132 79095 1145 228 98627

VT Volume 876 12821 67714 79248 998502 8368 989 1168518

% SC 0.21 2.28 5.64 10.27 80.20 1.16 0.23 100.00

% VT 0.07 1.10 5.79 6.78 85.45 0.72 0.08 100.00 Volume Totale mc 1168517.57

69.41

Volume non residenziale mc % 357501.40

30.59

Anche in questa zona, come nelle altre che comprendono il centro storico, il rapporto fra la superficie coperta e quella territoriale e la densit territoriale sono molto alti e pari, 110

rispettivamente, a 0,4 mq/mq e a 4,71 mc/mq. Viceversa il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , anche in questo caso, abbastanza basso e pari solo al 3,68% del volume totale. La zona a preminente carattere residenziale, infatti i volumi destinati prevalentemente a questuso rappresentano l85,45% del totale, percentuale che si riduce al 69,41% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal suo loro prevalente. In termini di vani convenzionali utilizzati come residenze si hanno 4469 vani.

111

Zona 13

ST Superficie Territoriale 329905

SC Superficie Coperta 84179

VT Volume Totale 898865

SC/ST 0.26

VT/ST 2.72

VA Volume Abusivo 57129

VA*100/VT 6.36

USO PREVALENTE BOX COMMERCIO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 368184.71

SC Superficie Coperta 1291 1086 1784 42905 32511 539 4063 84179

VT Volume 6411 7106 14209 403748 430651 2252 34488 898865

% SC 1.53 1.29 2.12 50.97 38.62 0.64 4.83 100.00

% VT 0.71 0.79 1.58 44.92 47.91 0.25 3.84 100.00 Volume Totale mc 898864.97

40.96

Volume non residenziale mc % 530680.26

59.04

La superficie coperta rappresenta il 26% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 2,72 mc/mq. 112

Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , anche in questo caso, come per le altre zone che racchiudono il centro storico, piuttosto contenuto e pari al 6,36% del volume totale. La zona si presenta in parte a carattere residenziale ed in parte a carattere produttivo, infatti i volumi a prevalente uso residenziale e quelli a prevalente uso industriale sostanzialmente si equivalgono rappresentando rispettivamente il 47,91% e il 44,92% dei volumi totali. I volumi ad uso residenziale si riducono al 40,96% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente. In termini di vani convenzionali, effettivamente utilizzati come residenze, si hanno 4602 vani.

113

Zona 14

ST Superficie Territoriale 450055

SC Superficie Coperta 37417

VT Volume Totale 442265 SC Superficie Coperta

SC/ST 0.08

VT/ST 0.98

VA Volume Abusivo 99253

VA*100/VT 22.44

USO PREVALENTE BOX COMMERCIO DEPOSITO CULTO ISTRUZIONE RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 285564.62

VT Volume 216 392 12477 3622 3581 321350 257 100370 442265

% SC 0.20 0.38 5.90 1.46 1.12 72.61 0.20 18.14 100.00

% VT 0.05 0.09 2.82 0.82 0.81 72.66 0.06 22.69 100.00 Volume Totale mc 442265.00

75 142 2207 545 418 27169 75 6786 37417

64.57

Volume non residenziale mc % 156700.38

35.43

La zona, a differenza delle altre, contiene ancora aree libere, infatti la superficie coperta 114

rappresenta solo l8% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 0,98 mc/mq, ci nonostante labusivismo edilizio ha in parte iniziato a compromettere anche questa zona, rappresentando, la quota parte che stato possibile georeferenziare, il 22,44% del totale dei volumi edificati. I volumi a prevalente uso residenziale rappresentando il 72,66% del totale che si riduce al 64,57% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente. In termini di vani convenzionali si hanno 3570 vani. Vi , inoltre, una prevalenza di uffici pubblici che rappresentano il 22,69% del volume totale.

115

Zona 15

ST Superficie Territoriale 305393

SC Superficie Coperta 101812

VT Volume Totale 1221389

SC/ST 0.33

VT/ST 4.00

VA Volume Abusivo 99617

VA*100/VT 8.16

USO PREVALENTE COMMERCIO CULTO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI ALTRO TOTALE Volume Residenziale mc % 871576.75

SC Superficie Coperta 548 9204 7533 402 79423 3348 1354 101812

VT Volume 6158 101801 58650 4218 1000408 41921 8233 1221389

% SC 0.54 9.04 7.40 0.39 78.01 3.29 1.33 100.00

% VT 0.50 8.33 4.80 0.35 81.91 3.43 0.67 100.00 Volume Totale mc 1221388.84

71.36

Volume non residenziale mc % 349812.09

28.64

Come per le altre zone che racchiudono il centro storico il rapporto fra superficie coperta e superficie territoriale e la densit territoriale sono piuttosto alti e pari, rispettivamente, a 0,33 116

mq/mq e a 4 mc/mq. I volumi abusivi, che stato possibile georeferenziare, sono piuttosto contenuti rispetto alle altre zone e pari all8,16% del volume totale. In termini di uso i volumi a prevalente uso residenziale costituiscono circa l82% del volume totale, percentuale che si riduce al 71,36% se si considerano i volumi che sono effettivamente destinati a questuso, pari a 871576,75 mc, cui corrispondono 10895 vani convenzionali.

117

Zona 16

ST Superficie Territoriale 279579

SC Superficie Coperta 116763

VT Volume Totale 1978157

SC/ST 0.42

VT/ST 7.08

VA Volume Abusivo 128430

VA*100/VT 6.49

USO PREVALENTE BOX COMMERCIO DEPOSITO CULTO ISTRUZIONE RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 1567023.32

SC Superficie Coperta 2926 1904 367 1256 4150 98496 698 6966 116763

VT Volume 45538 8859 1364 8448 35878 1809590 4733 63747 1978157

% SC 2.51 1.63 0.31 1.08 3.55 84.36 0.60 5.97 100.00

% VT 2.30 0.45 0.07 0.43 1.81 91.48 0.24 3.22 100.00 Volume Totale mc 1978157.00

79.22

Volume non residenziale mc % 411133.68

20.78

La zona 16, posta ad occidente rispetto alle zone che comprendono il centro storico, quella 118

che presenta il rapporto fra superficie coperta e superficie territoriale e la densit territoriale pi alti, pari rispettivamente a 0,42 mq/mq e a 7,08 mc/mq. Viceversa labusivismo edilizio che stato possibile georeferenziare risulta contenuto e pari al 6,49% del volume totale. In termini di uso i volumi a prevalente uso residenziale costituiscono circa il 91,48% del volume totale, percentuale che si riduce al 79,22% se si considerano i volumi che sono effettivamente destinati a questuso, pari a 1567023,32 mc, cui corrispondono ben 19588 vani convenzionali.

119

Zona 17

ST Superficie Territoriale 420986

SC Superficie Coperta 98320

VT Volume Totale 996894

SC/ST 0.23

VT/ST 2.37

VA Volume Abusivo 266219

VA*100/VT 26.70

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 500728.82

SC Superficie Coperta 818 309 20120 1279 10321 52371 494 12608 98320

VT Volume 4457 1177 137851 5090 87210 607842 1817 151450 996894

% SC 0.83 0.31 20.46 1.30 10.50 53.27 0.50 12.82 100.00

% VT 0.45 0.12 13.83 0.51 8.75 60.97 0.18 15.19 100.00 Volume Totale mc 996894.00

50.23

Volume non residenziale mc % 496165.18

49.77

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 23% della superficie totale mentre la 120

densit territoriale pari a 2,37 mc/mq. Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , anche in questo caso, piuttosto alto e pari a circa il 27% del volume totale. Rispetto agli usi la zona di tipo misto: il 60,97% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale, percentuale che si riduce al 50,23% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente; il 15,19% dei volumi costituito da uffici pubblici; il 13,83% dei volumi ha un uso prevalentemente commerciale. Ai 500728,82 mc, utilizzati effettivamente come residenze, corrispondono in tutto 6259 vani convensionali.

121

Zona 18

ST Superficie Territoriale 453837

SC Superficie Coperta 84442

VT Volume Totale 974410

SC/ST 0.19

VT/ST 2.15

VA Volume Abusivo 190083

VA*100/VT 19.51

USO PREVALENTE BOX COMMERCIO DEPOSITO CULTO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 630416.23

SC Superficie Coperta 312 17877 340 868 3763 6283 53036 1963 84442

VT Volume 966 154258 1504 8462 23977 41438 734701 9104 974410

% SC 0.37 21.17 0.40 1.03 4.46 7.44 62.81 2.32 100.00

% VT 0.10 15.83 0.15 0.87 2.46 4.25 75.40 0.93 100.00 Volume Totale mc 974410.00

64.70

Volume non residenziale mc % 343993.77

35.30

La superficie coperta rappresenta in questo caso il 19% della superficie totale mentre la 122

densit territoriale pari a 2,15 mc/mq. Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , anche in questo caso, pari al 19,51% del volume totale. Rispetto agli usi la zona essenzialmente di tipo residenziale con una discreta presenza di attivit commerciali, infatti: il 75,40% dei volumi ha un uso prevalentemente residenziale, percentuale che si riduce al 64,70% se si considerano i diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica, a prescindere dal loro uso prevalente; il 15,83% dei volumi ha un uso prevalentemente commerciale. Ai 630416,23 mc, utilizzati effettivamente come residenze, corrispondono in tutto 7880 vani convensionali.

123

Zona 19

ST Superficie Territoriale 825717

SC Superficie Coperta 79321

VT Volume Totale 643127

SC/ST 0.10

VT/ST 0.78

VA Volume Abusivo 62971

VA*100/VT 9.79

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI ALTRO TOTALE Volume Residenziale mc % 10788.00

SC Superficie Coperta 2738 1080 66157 2461 1462 1928 3442 53 79321

VT Volume 18109 10757 553441 11330 12275 11332 24814 1069 643127

% SC 3.45 1.36 83.40 3.10 1.84 2.43 4.34 0.07 100.00

% VT 2.82 1.67 86.05 1.76 1.91 1.76 3.86 0.17 100.00 Volume Totale mc 643127.00

1.68

Volume non residenziale mc % 632339.00

98.32

A differenza della maggior parte delle altre zone, in questa la superficie coperta rappresenta 124

solo il 10% della superficie totale e la densit territoriale piuttosto bassa e pari a 0,78 mc/mq. Contenuto anche il volume abusivo, meglio la quota parte che stato possibile georeferenziare, che pari al 9,79% del totale dei volumi edificati. La parte nord della zona sostanzialmente libera da edificato mentre la parte sud ha un carattere essenzialmente commerciale, tant che i volumi a prevalente uso commerciale rappresentano l86,05% del volume totale dellintera zona. I volumi a prevalente uso residenziale rappresentano solo 1,91% del volume totale, percentuale che si riduce all1,68% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente. Di conseguenza i vani residenziali convenzionali sono solo 135.

125

Zona 20

ST Superficie Territoriale 942764

SC Superficie Coperta 120358

VT Volume Totale 1075658

SC/ST 0.13

VT/ST 1.14

VA Volume Abusivo 144882

VA*100/VT 13.47

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO CULTO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 385160.21

SC Superficie Coperta 795 575 13093 1291 103 163 65396 36026 709 2207 120358

VT Volume 4455 1844 90412 4991 904 1311 514740 437122 7104 12775 1075658

% SC 0.66 0.48 10.88 1.07 0.09 0.14 54.33 29.93 0.59 1.83 100.00

% VT 0.41 0.17 8.41 0.46 0.08 0.12 47.85 40.64 0.66 1.19 100.00 Volume Totale mc 1075658.00

35.81

Volume non residenziale mc % 690497.79

64.19

126

La superficie coperta rappresenta il 13% della superficie totale mentre la densit territoriale pari a 1,14 mc/mq. Il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, , in questo caso, contenuto e pari al 13,47% del volume totale. La zona si presenta in parte a carattere residenziale ed in parte a carattere produttivo, infatti i volumi a prevalente uso produttivo e quelli a prevalente uso residenziale sostanzialmente si equivalgono rappresentando rispettivamente il 47,85% e il 40,64% dei volumi totali. Questultima percentuale si riduce al 35,81% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente. In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 385160,21 mc, corrisponde a circa 4815 vani.

127

Zona 21

ST Superficie Territoriale 740123

SC Superficie Coperta 81344

VT Volume Totale 686715

SC/ST 0.11

VT/ST 0.93

VA Volume Abusivo 126355

VA*100/VT 18.40

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 67558.25

SC Superficie Coperta 2593 1612 20173 1112 43066 8360 554 3874 81344

VT Volume 15330 6347 152316 4667 380565 85713 7206 34571 686715

% SC 3.19 1.98 24.80 1.37 52.94 10.28 0.68 4.76 100.00

% VT 2.23 0.92 22.18 0.68 55.42 12.48 1.05 5.03 100.00 Volume Totale mc 686715.00

9.84

Volume non residenziale mc % 619156.75

90.16

In questa zona la superficie coperta rappresenta solo l11% della superficie totale, la densit 128

territoriale piuttosto bassa e pari a 0,93 mc/mq e la quota parte dei volumi abusivi che stato possibile georeferenziare pari al 18,40% del totale dei volumi edificati. La zona ha un carattere essenzialmente commerciale e produttivo, tant che i relativi volumi rappresentano rispettivamente il 22,18% ed il 55,42% del volume totale dellintera zona. I volumi a prevalente uso residenziale rappresentano solo il 12,48% del volume totale, percentuale che si riduce al 9,84% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente. In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 67558,25 mc, corrisponde a circa 4844 vani.

129

Zona 22

ST Superficie Territoriale 1055578

SC Superficie Coperta 58116

VT Volume Totale 445398

SC/ST 0.06

VT/ST 0.42

VA Volume Abusivo 22587

VA*100/VT 5.07

USO PREVALENTE COMMERCIO DEPOSITO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 118460.25

SC Superficie Coperta 8339 1043 53 36622 10410 356 1293 58116

VT Volume 74132 4483 152 231269 128024 1269 6069 445398

% SC 14.35 1.79 0.09 63.02 17.91 0.61 2.22 100.00

% VT 16.64 1.01 0.03 51.92 28.74 0.28 1.36 100.00 Volume Totale mc 445398.00

26.60

Volume non residenziale mc % 326937.75

73.40

Questa zona quella meno interessata dalledificazione di tutta Casoria, infatti la superficie coperta rappresenta solo il 6% della superficie totale e la densit territoriale pari solo a 0,42 130

mc/mq. Anche la quota parte dei volumi abusivi che stato possibile georeferenziare in questo caso la pi bassa, pari al 5,07% del totale dei volumi edificati. La zona ha un carattere essenzialmente misto tant che i volumi a prevalente uso commerciale, produttivo e residenziale rappresentano rispettivamente il 16,64%, il 51,92% ed il 28,74% del volume totale della zona. Questultima percentuale si riduce al 26,60% se si considerano i volumi dei diversi usi presenti in ciascun corpo di fabbrica e non il loro uso prevalente. In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 118460,25 mc, corrisponde a circa 1481 vani.

131

Zona 23

ST Superficie Territoriale 829283

SC Superficie Coperta 221600

VT Volume Totale 2180225

SC/ST 0.27

VT/ST 2.63

VA Volume Abusivo 253542

VA*100/VT 11.63

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO CULTO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 855020.69

SC Superficie Coperta 5429 1273 61259 6341 2476 3519 55203 74728 6009 5363 221600

VT Volume 34819 4785 478548 31628 19013 27419 419679 1071460 62777 30097 2180225

% SC 2.45 0.57 27.64 2.86 1.12 1.59 24.91 33.72 2.71 2.42 100.00

% VT 1.60 0.22 21.95 1.45 0.87 1.26 19.25 49.14 2.88 1.38 100.00 Volume Totale mc 2180225.00

39.22

Volume non residenziale mc % 1325204.31

60.78

132

Questa zona pu definirsi mediamente edificata ed a carattere misto. La superficie coperta , infatti, pari al 27% della superficie territoriale e la densit territoriale pari a 2,63 mc/mq. La quota parte dei volumi abusivi che stato possibile georeferenziare , in questo caso, pari all11,63% del volume totale. Il volume a prevalente uso commerciale e produttivo rispettivamente pari al 21,95% ed al 19,25% del volume totale, mentre quello a prevalente uso residenziale pari al 49,14%. Questultima percentuale si riduce al 39,22% se si considerano solo i volumi effettivamente utilizzati come residenze allinterno dei diversi corpi di fabbrica. In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 855020,69 mc, corrisponde a circa 10688 vani.

133

Zona 24

ST Superficie Territoriale 615441

SC Superficie Coperta 207065

VT Volume Totale 2508355

SC/ST 0.34

VT/ST 4.08

VA Volume Abusivo 342778

VA*100/VT 13.67

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO CULTO ISTRUZIONE PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 1613711.15

SC Superficie Coperta 11077 7770 18859 10779 1628 9873 23010 113990 906 9173 207065

VT Volume 65458 34008 167590 54022 18578 84634 170002 1847855 4953 61255 2508355

% SC 5.35 3.75 9.11 5.21 0.79 4.77 11.11 55.05 0.44 4.43 100.00

% VT 2.61 1.36 6.68 2.15 0.74 3.37 6.78 73.67 0.20 2.44 100.00 Volume Totale mc 2508355.00

64.33

Volume non residenziale mc % 894643.85

35.67

134

La zona corrisponde al nucleo storico di Arpino e, come le altre zone del centro storico di Casoria, una delle zone maggiormente edificate. Infatti la superficie coperta rappresenta il 34% della superficie territoriale e la densit territoriale pari a 4,08 mc/mq. A differenza delle quattro zone che includono il centro storico di Casoria, questa presenta una percentuale di volumi abusivi georeferenziati maggiore e pari al 13,67% del volume totale. La zona essenzialmente a carattere residenziale, infatti i volumi a prevalente uso residenziale rappresentano il 73,67% del totale, percentuale che si riduce al 64,33% se si considerano solo i volumi effettivamente utilizzati come residenze allinterno dei diversi corpi di fabbrica. In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 1613711,15 mc, corrisponde a circa 20171 vani. Una discreta incidenza percentuale rappresentata anche dai volumi a prevalente uso commerciale e produttivo pari, rispettivamente, al 6,68% ed al 6,78%.

135

Zona 25

ST Superficie Territoriale 758971

SC Superficie Coperta 59608

VT Volume Totale 429850

SC/ST 0.08

VT/ST 0.57

VA Volume Abusivo 150424

VA*100/VT 34.99

USO PREVALENTE ARTIGIANATO BOX COMMERCIO DEPOSITO PRODUTTIVO RESIDENZIALE TERZIARIO UFFICI PUBBLICI TOTALE Volume Residenziale mc % 204277.05

SC Superficie Coperta 11650 1100 4171 1520 7028 25952 6500 1687 59608

VT Volume 74821 4862 24452 7529 36818 235119 37398 8851 429850

% SC 19.54 1.85 7.00 2.55 11.79 43.54 10.90 2.83 100.00

% VT 17.41 1.13 5.69 1.75 8.57 54.70 8.70 2.06 100.00 Volume Totale mc 429850.00

47.52

Volume non residenziale mc % 225572.95

52.48

La zona 25 fra quelle meno edificate anche se la percentuale di volumi abusivi risulta 136

piuttosto alta, il che spiegabile con il vincolo imposto sulla maggior parte dellarea per la presenza, sul lato sud-est, del fosso di Volla e della relativa fascia di rispetto. La superficie coperta rappresenta solo l8% della superficie territoriale e la densit territoriale pari a 0,57 mc/mq, mentre il volume abusivo, che stato possibile georeferenziare, rappresenta circa il 35% del volume totale. In termini di usi delledificato esistente, la zona si presenta a carattere misto. I volumi destinati alle attivit artigianali rappresentano il 17,41% del volume totale, mentre quelli destinati prevalentemente alle residenze ne rappresentano il 54,70%. Questultima percentuale si riduce al 47,52% se si considerano solo i volumi effettivamente utilizzati come residenze allinterno dei diversi corpi di fabbrica. In termini di vani convenzionali, il volume effettivamente utilizzato per residenza, pari a 204277,05 mc, corrisponde a circa 2553 vani.

137

LE AREE POTENZIALMENTE INQUINATE E QUELLE INQUINATE

138

Il 1999 ha segnato in Italia una rivoluzione legislativa in tema ambientale di estrema importanza in quanto, in tale anno, dopo un vuoto normativo durato decenni, sono state pubblicate importantissime normative relative allambiente, sia in tema della tutela delle acque il D.Lgs. 152 che in materia di bonifica di siti inquinati il D.M. 471. Tale evento, unito sicuramente ad una crescita della cultura in tema di tutela dellambiente, ha provocato unesplosione di attivit di risanamento e bonifica, costringendo enti e strutture pubbliche a costituire uffici idonei ad effettuare un corretto controllo tecnico-amministrativo ed ambientale di tali attivit. In particolare il D.M. n. 471/99 introduceva i criteri, le procedure e le modalit per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati, disciplinando (art. 1): a. i limiti di accettabilit della contaminazione dei suoli, delle acque superficiali e delle acque sotterranee in relazione alla specifica destinazione d'uso dei siti b. le procedure di riferimento per il prelievo e l'analisi dei campioni c. i criteri generali per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale del siti inquinati, nonch per la redazione dei relativi progetti d. i criteri per le operazioni di bonifica di suoli e falde acquifere che facciano ricorso a batteri, a ceppi batterici mutanti, a stimolanti di batteri naturalmente presenti nel suolo; e. il censimento dei siti potenzialmente inquinati, l'anagrafe dei siti da bonificare e gli interventi di bonifica e ripristino ambientale effettuati da parte della pubblica amministrazione; f. i criteri per l'individuazione dei siti inquinati di interesse nazionale. E poi subentrato il pi recente D.Lgs. n. 152/2006, recante Norme in materia ambientale, recentemente aggiornato dal D.Lgs. n. 4/2008, che, allart. 240, definisce come: a) sito: l'area o porzione di territorio, geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie e impiantistiche presenti; b) concentrazioni soglia di contaminazione (CSC): i livelli di contaminazione delle matrici ambientali che costituiscono valori al di sopra dei quali necessaria la caratterizzazione del sito e l'analisi di rischio sito specifica, come individuati nell'Allegato 5 alla parte quarta del decreto. Nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in unarea interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o pi concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono pari al valore di fondo esistente per tutti i parametri superati; c) concentrazioni soglia di rischio (CSR): i livelli di contaminazione delle matrici ambientali, da determinare caso per caso con l'applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica secondo i principi illustrati nell'Allegato 1 alla parte quarta del decreto e sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, il cui superamento richiede la messa in sicurezza e la bonifica. I livelli di concentrazione cos definiti costituiscono i livelli di accettabilit per il sito; d) sito potenzialmente contaminato: un sito nel quale uno o pi valori di concentrazione delle sostanze inquinanti rilevati nelle matrici ambientali risultino superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC), in attesa di espletare le operazioni di caratterizzazione e di analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica, che ne permettano di determinare lo stato o meno di contaminazione sulla base delle concentrazioni soglia di rischio (CSR); 139

e) sito contaminato: un sito nel quale i valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR), determinati con l'applicazione della procedura di analisi di rischio di cui all'Allegato 1 alla parte quarta del presente decreto sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, risultano superati; f) sito non contaminato: un sito nel quale la contaminazione rilevata nelle matrice ambientali risulti inferiore ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) oppure, se superiore, risulti comunque inferiore ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR) determinate a seguito dell'analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica; g) sito con attivit in esercizio: un sito nel quale risultano in esercizio attivit produttive sia industriali che commerciali nonch le aree pertinenziali e quelle adibite ad attivit accessorie economiche, ivi comprese le attivit di mantenimento e tutela del patrimonio ai fini della successiva ripresa delle attivit; h) sito dismesso: un sito in cui sono cessate le attivit produttive; i) misure di prevenzione: le iniziative per contrastare un evento, un atto o un'omissione che ha creato una minaccia imminente per la salute o per l'ambiente, intesa come rischio sufficientemente probabile che si verifichi un danno sotto il profilo sanitario o ambientale in un futuro prossimo, al fine di impedire o minimizzare il realizzarsi di tale minaccia; l) misure di riparazione: qualsiasi azione o combinazione di azioni, tra cui misure di attenuazione o provvisorie dirette a riparare, risanare o sostituire risorse naturali e/o servizi naturali danneggiati, oppure a fornire un'alternativa equivalente a tali risorse o servizi; m) messa in sicurezza d'emergenza: ogni intervento immediato o a breve termine, da mettere in opera nelle condizioni di emergenza di cui alla lettera t) in caso di eventi di contaminazione repentini di qualsiasi natura, atto a contenere la diffusione delle sorgenti primarie di contaminazione, impedirne il contatto con altre matrici presenti nel sito e a rimuoverle, in attesa di eventuali ulteriori interventi di bonifica o di messa in sicurezza operativa o permanente; n) messa in sicurezza operativa: l'insieme degli interventi eseguiti in un sito con attivit in esercizio atti a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente, in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica da realizzarsi alla cessazione dell'attivit. Essi comprendono altres gli interventi di contenimento della contaminazione da mettere in atto in via transitoria fino all'esecuzione della bonifica o della messa in sicurezza permanente, al fine di evitare la diffusione della contaminazione all'interno della stessa matrice o tra matrici differenti. In tali casi devono essere predisposti idonei piani di monitoraggio e controllo che consentano di verificare l'efficacia delle soluzioni adottate; o) messa in sicurezza permanente: l'insieme degli interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti e a garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente. In tali casi devono essere previsti piani di monitoraggio e controllo e limitazioni d'uso rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici; p) bonifica: l'insieme degli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR); q) ripristino e ripristino ambientale: gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, anche costituenti complemento degli interventi di bonifica o messa in sicurezza permanente, che consentono di recuperare il sito alla effettiva e definitiva fruibilit per la destinazione d'uso conforme agli strumenti urbanistici; 140

r) inquinamento diffuso: la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine: s) analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica: analisi sito specifica degli effetti sulla salute umana derivanti dall'esposizione prolungata all'azione delle sostanze presenti nelle matrici ambientali contaminate, condotta con i criteri indicati nell'Allegato 1 alla parte quarta del presente decreto; t) condizioni di emergenza: gli eventi al verificarsi dei quali necessaria l'esecuzione di interventi di emergenza, quali ad esempio: 1) concentrazioni attuali o potenziali dei vapori in spazi confinati prossime ai livelli di esplosivit o idonee a causare effetti nocivi acuti alla salute; 2) presenza di quantit significative di prodotto in fase separata sul suolo o in corsi di acqua superficiali o nella falda: 3) contaminazione di pozzi ad utilizzo idropotabile o per scopi agricoli; 4) pericolo di incendi ed esplosioni. In base a quanto sopra appare evidente che la trasformabilit dei suoli, secondo gli usi previsti dal presente P.U.C., non pu che essere condizionata allaccertamento della contaminazione, o meno, dei siti ritenuti attualmente come potenzialmente inquinati e, qualora lo fossero, alla loro bonifica, con ripristino e ripristino ambientale, prevedendo, nel caso di bonifica con messa in sicurezza operativa o permanente, limitazioni duso che il P.U.C. fissa nel 50% di quanto previsto per ciascuna tipologia di zona, sempre che i valori di concentrazione residui di sostanze inquinanti consentano gli usi previsti, altrimenti larea non potr essere soggetta ad alcuna trasformazione rispetto allo stato di fatto attuale. Dato quanto sopra il gruppo di progettazione del P.U.C. ha fatto inizialmente richiesta, all8 settore Pianificazione e Controllo del Territorio - Servizio Ambiente del Comune di Casoria, di informazioni circa la presenza o meno di siti inquinati o potenzialmente inquinati nel territorio comunale. A seguito di questa richiesta, il suddetto settore ha trasmesso, al gruppo di progettazione, un elenco di siti inquinati, o potenzialmente inquinati, a firma delling. Raffaele Giardino. I siti indicati come inquinati sono: larea RFI (rete ferroviaria) di mq 9186,76, ricadente nel foglio catastale n. 13, particelle 10220, per la quale il Comune di Casoria ha autorizzato la rimozione dei rifiuti alla quale dovranno seguire le analisi chimiche del suolo e delle acque; larea interessata dalla Metrofim, ex Costruzioni FINVER Campania, di 22270,54 mq ricadente nel foglio catastale n. 8, particelle 291-292-293-294-295, per la quale stato accertato il superamento dei parametri di legge delle acque di falda a m 40 ed in corso la bonifica. larea della Rhodiatoce, in via Europa, di mq 141985,24; larea ex Tubi Bonna, di mq 43369,29; larea dellex Resia in via Principe di Piemonte, di mq 93410,32; larea ex A.D.S. in via Diaz, caratterizzata da accumulo di materiale inerte sul lato retrostante ai capannoni, di mq 61163,06.

mentre i siti indicati come potenzialmente inquinati sono costituiti dalle seguenti aree dismesse:

141

La comunicazione di cui sopra faceva, inoltre, cenno allesistenza di ulteriori siti inquinati, riportati nel Piano Regionale di Bonifica, per cui si fatta richiesta ufficiale al Centro Regionale Siti Contaminati ARPAC che ha fornito il seguente elenco dei siti potenzialmente inquinati (D.M. n. 471/99), con prot. 4238 del 5/3/2008, ma non lubicazione, che sembrerebbe essere una informazione non in possesso dellARPAC.
Codice 3023C507 3023C500 3023C517 3023C004 3023C006 3023C501 3023C502 3023C503 3023C504 3023C506 3023C508 3023C505 3023C511 3023C519 3023C512 3023C514 3023C516 3023C518 3023C520 3023C521 3023C515 3023C509 3023C510 Sito EX MONTEFIBRE (ex Rhodiatoce SpA) PANARIELLO CIRO METALLURGICA MERIDIONALE S.R.L. LOC AREA FERROVIARIA (area RFI) METROFIM (ex VVCostruzioni e Finvec Campania) TAV RFI DESS SAS DI SEVERINO CLAUDIO & C EMILAUTO LIDIA DI GAUDIERO MARIA GRAZIA MARAFER AUTODEMOLIZIONI Spigno Giuseppe ECO AMBIENTE ALFARANO RAFFAELE S.R.L. CAMPANIA MACERO TRANSIDER SUD S.N.C. SIDERMET SAS GENTILE GAETANO LA NAPOLETANA STRACCI SNC DI GRAZIANO C.& C. METAL S.R.L. REDERMET S.R.L. SO.CO.EDIL S.R.L. T.P.S. TECHNICAL PRINTER SERVICE S.A.S. DI VIOLA FFRANCESCA & C. TRASFORMET S.R.L. UNIPERSONALE ALMET S.R.L. AUTODEMOLIZIONI Giuseppe Spigno Indirizzo/localit Via Boccaccio Via G.Pascoli II trav.G Pascoli s.n.c. Via Cupa S.Salvatore Via Cimiliarco Corso Novara, 10 Via Quattro Giornate 6 Via Circum.fraz Est, ang.via Cava Via Circumv.Esterna Via Cava, 1 Via 4 Novembre SS87 km6.5 Via Garibaldi, 14 Via Trav.Russo SS Sannitica, 87 Via 4 Novembre, 47 SS87 km8.54 Via S.Rocco, 21 Via Indipendenza, 23 Via Garibaldi, 14 II trav.G Pascoli Via P.Nenni, III trav. 61/63 Via Padula, 1 angolo Cittadella II trav.G Pascoli s.n.c. Via Garibaldi , 14 Via Michelangelo, 18 mq 141985.24 2381.91 9186.76 22270.54 97027.87 2961.91 2531.62 1555.92 3369.28 1272.67 10969.83 1615.35 2810.64 47.76 1030.62 1648.59 2220.34 355.88

Fonte: PRB predisposta da ARPAC su incarico Commissario di Governo per lEmergenza Bonifiche e la tutela delle acque, nella Regione Campania e pubblicato sul BURC del 9 settembre 2005.
Codice Sito IMI SUD (ex ADS) AREA RESIA Ex TUBI BONNA PV ESSO di Mauro e Pasquale Ciaramella Indirizzo/localit Via Diaz, 102 Via Padula, 43 Via Principe di Piemonte, 38

mq
72571.68 93410.32 43369.29 1842.86

Fonte: aggiornamento PRB (ancora in corso). Come facile verificare nellelenco suddetto sono indicate anche lex MONTEFIBRE (ex Rhodiatoce SpA) e la METROFIM (ex VVCostruzioni e Finvec Campania) che risultano inquinate secondo quanto comunicatoci dallAmministrazione comunale. Anche il sito della stazione di servizio della ESSO di cui sopra, pari a 1842,86 mq, risulterebbe inquinato e non potenzialmente inquinato, secondo quanto indicatoci in Comune, a causa della perforazione dei serbatoi interrati. La perimetrazione dellarea TAV RFI deriva dallallegato alle note delling. Raffaele Giardino dell8/2/2008 e del 20/2/2008 in cui veniva rappresentata unarea sottoposta a sequestro per effetto dellindividuazione di cumuli di rifiuti. 142

Per gli altri siti, acquisiti i suddetti elenchi e le relative informazioni, il gruppo di progettazione del P.U.C. ha avviato, congiuntamente alling. Raffaele Giardino, propri sopralluoghi al fine di perimetrarli e georeferenziarli con certezza. A seguito dei sopralluoghi effettuati si accertato che: i due siti denominati AUTODEMOLIZIONI di Spigno Giuseppe si riferiscono al medesimo luogo, essendo nel frattempo cambiato il toponimo e la numerazione stradale (righi su fondo giallo); nella II traversa di via G. Pascoli sono indicate, senza numero civico, la METALLURGICA MERIDIONALE S.R.L., la REDERMET S.R.L. e la TRASFORMET S.R.L. UNIPERSONALE. Nel sopralluogo stata individuata la sola REDERMET S.R.L. e tutto fa supporre che si tratti, in tutti e tre i casi, dello stesso sito (righi su fondo viola chiaro); in via Garibaldi 14 sono indicate tre ditte: ALFARANO RAFFAELE S.R.L., METAL S.R.L. ed ALMET S.R.L. che si riferiscono tutte allo stesso sito (righi su fondo celeste chiaro).

Nel corso dei sopralluoghi effettuati nel territorio comunale si , inoltre, riscontata la presenza, a confine con il Comune di Afragola, di un sito di stoccaggio di rifiuti solidi urbani che potrebbe, a sua volta, costituire un problema di inquinamento ambientale se non correttamente gestito. Per questo motivo il P.U.C. ha inteso porre sullarea la dovuta attenzione prevedendo, nella stessa ed al suo margine, un sito di trasferenza temporaneo dei rifiuti solidi urbani prodotti nel territorio comunale, ai sensi dellart. 208 del D.Lgs. n. 152/2006, cos come modificato dall'articolo 2, comma 29-ter, del D.Lgs. n. 4/2008. Lubicazione dei siti inquinati e potenzialmente inquinati riportata nella figura seguente e di essi si tenuto conto nella predisposizione delle Norme Tecniche di Attuazione del P.U.C. subordinando la pianificazione attuativa, laddove prevista, ed il rilascio dei permessi a costruire allaccertamento dellinquinamento, o meno, dei siti ritenuti potenzialmente inquinati e/o, se inquinati, alla loro bonifica con ripristino ambientale, prevedendo, nel caso di bonifica con messa in sicurezza, limitazioni duso pari al 50% di quanto previsto dal P.U.C. per ciascuna tipologia di zona, sempre che i valori di concentrazione residui di sostanze inquinanti consentano gli usi previsti, altrimenti larea non potr essere soggetta ad alcuna trasformazione rispetto allo stato di fatto attuale.

143

144

LE PRINCIPALI AREE DISMESSE

145

Come gi detto le aree industriali dismesse costituiscono, allinterno del contesto urbano di Casoria, una occasione soprattutto dal punto di vista delle potenzialit legate alla sostenibilit ambientale ed allinnalzamento degli standard della qualit dellambiente urbano e della sua fruizione da parte della comunit. Ci si , pertanto, posto il problema di effettuare un rilievo puntuale ed una analisi di tutti i siti dismessi nel territorio comunale. In particolare essi sono:
Area Dismessa ex Area Resia ex area A.D.S. ex area Rhodiatoce ex are C.G.S. ex area Tubi Bonna ex area SIP ex area militare ex mercato dei fiori ex Panariello Ciro TOTALE Superficie mq 93410.32 72571.68 141985.24 18069.53 43369.29 41258.09 20032.07 38547.49 2381.91 471625.62 Area potenzialmente inquinata SI SI SI SI SI Iniziative in itinere Oggetto di P.I.P. Parzialmente riutilizzata per deposito

1 2 3 4 5 6 7 8 9

Piano di Lottizzazione in ditta Palladino

In totale le aree dismesse risultano essere pari a 9, con una superficie complessiva di oltre 47 ha. Di queste: 5 hanno una superficie di oltre 35 ha e risultano comprese fra le aree potenzialmente inquinate di cui al capitolo precedente, 4 hanno una superficie di circa 12 ha e sono fra quelle ritenute attualmente non inquinate.

Alcune di queste aree sono gi oggetto di iniziative di trasformazione e riuso in itinere (vedi capitolo su Le indicazioni della Commissione Straordinaria e le iniziative in corso nel territorio comunale) come nel caso dellex area Resia, oggetto di un P.I.P. adottato in data 18/03/07, con delibera n. 110, dalla Commissione Straordinaria e della ex Tubi Bonne, oggetto di un Piano di Lottizzazione in ditta Palladino, approvato in data 26/11/04, con delibera commissariale n. 64. Sarebbe forse stato pi opportuno rimandare la definizione della loro destinazione duso al P.U.C., tenuto anche conto del fatto che queste aree rientrano fra quelle classificate come potenzialmente inquinate. Le aree dismesse effettivamente da riconvertire si riducono, pertanto, a circa 33 ha e mezzo, di cui circa 12 ha possono essere subito riconvertite, in quanto non risultano fra quelle potenzialmente inquinate. Dalla figura riportata nella pagina seguente si vede chiaramente come la gran parte delle aree dismesse sia localizzata nel centro abitato di Casoria o nei suoi margini pi immediati per cui, pur riconfermando necessariamente le scelte gi fatte, senza entrarvi nel merito, si pone il problema del riuso, il pi razionale possibile, delle altre aree rimanenti.

146

147

LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE

148

Premessa
Lanalisi delle caratteristiche e della dinamica della popolazione residente e delle famiglie trattata in tre capitoli diversi. In questo vengono analizzate alcune caratteristiche della popolazione residente, nel secondo viene analizzata la dinamica della popolazione residente dal 1982 al 2006 e stimata la sua dimensione al 2016, orizzonte temporale del piano, e nel terzo la dinamica della dimensione media delle famiglie, di cui operata una stima alla stessa data.

La popolazione residente per classi di et


Per quanto concerne la popolazione per classi di et si osserva, dal 2001 al 2007, una ulteriore contrazione, in termini di incidenza percentuale, delle classi di popolazione con meno di 40 anni ed una crescita di quelle da 40 anni in poi. In particolare la popolazione da 5 a 14 anni, che corrisponde parzialmente alla popolazione in et per la scuola dellobbligo, passa da una incidenza percentuale nel 2001 del 14,46% ad una nel 2007 del 13,04%, con la perdita di oltre un punto percentuale. Quella da 65 anni in poi passa, invece, da una incidenza del 9,17%, nel 2001, ad una dell11,06%, nel 2007, con un incremento di circa due punti percentuali, stessa cosa per la popolazione da 75 anni in poi che passa dal 3,13% al 4,06% con un incremento di circa un punto percentuale.
ETA Meno di 5 Da 5 a 9 Da 10 a 14 Da 15 a 19 Da 20 a 24 Da 25 a 29 Da 30 a 34 Da 35 a 39 Da 40 a 44 Da 45 a 49 Da 50 a 54 Da 55 a 59 Da 60 a 64 Da 65 a 69 Da 70 a 74 Da 75 a 79 Da 80 a 84 Da 85 e pi Totale 2001 Numero Percentuale 5233 6.39 5765 7.04 6078 7.42 6129 7.48 6668 8.14 7325 8.95 6890 8.41 6679 8.16 5579 6.81 4964 6.06 5158 6.30 4322 5.28 3589 4.38 2780 3.39 2169 2.65 1381 1.69 684 .84 495 .60 81888 100.00 2002 Numero Percentuale 5276 6.44 5765 7.04 6032 7.37 6166 7.53 6547 8.00 7326 8.95 6864 8.38 6756 8.25 5651 6.90 4959 6.06 5124 6.26 4335 5.29 3572 4.36 2781 3.40 2182 2.66 1371 1.67 701 .86 479 .58 81887 100.00 2007 Numero Percentuale 4996 6.15 5005 6.16 5587 6.88 5978 7.36 5766 7.10 5908 7.27 6786 8.35 6506 8.01 6424 7.91 5460 6.72 4805 5.91 4928 6.06 4126 5.08 3269 4.02 2424 2.98 1752 2.16 989 1.22 550 .68 81259 100.00

Rispetto alla problematica di una rivisitazione degli standard quanto sopra comporta, da un lato, la necessit di una rivisitazione al ribasso dello standard relativo allistruzione e, dallaltro, quello di introdurre uno standard specifico per i servizi funzionali alla terza et. Questo tema viene pi ampiamente trattato nel capitolo relativo agli standard. 149

10 8 6 4 2 0
Meno di Da 5 a 9 Da 10 a Da 15 a Da 20 a Da 25 a Da 30 a Da 35 a Da 40 a Da 45 a Da 50 a Da 55 a Da 60 a Da 65 a Da 70 a Da 75 a Da 80 a Da 85 e 5 14 19 24 29 34 39 44 49 54 59 64 69 74 79 84 pi

2001
2002
2007

Il grado di istruzione della popolazione residente


Per quanto concerne il grado di istruzione della popolazione residente da 6 anni in poi si ha, al censimento del 2001, il quadro seguente, relativo al Comune di Casoria e, per confronto, alla Provincia di Napoli ed allintera regione Campania.
Grado d'istruzione rilevato allanno 2001

Comune di Casoria
Laurea Maschi Femmine Totale Percentuale 1575 1782 3357 4% Diploma 8566 8960 17526 23% Licenza media inferiore 14805 11485 26290 35% Licenza elementare 7671 11064 18735 25% Alfabeti privi di titoli di studio 3687 4566 8253 11% Analfabeti 480 903 1383 2% Totale pop. residente di 6 anni e pi 36784 38760 75544 100%

Provincia di Napoli
Laurea Maschi Femmine Totale Percentuale 99324 105024 204348 7% Diploma 335300 336362 671662 24% Licenza media inferiore 494387 394315 888702 31% Licenza elementare 284915 402923 687838 24% Alfabeti privi di titoli di studio 138267 182754 321021 11% Analfabeti 20745 39974 60719 2% Totale pop. residente di 6 anni e pi 1372938 1461352 2834290 100%

Regione Campania
Laurea Maschi Femmine Totale Percentuale 180195 191311 371506 7% Diploma 634018 634355 1268373 24% Licenza media inferiore 910820 735641 1646461 31% Licenza elementare 532560 532560 1238726 23% Alfabeti privi di titoli di studio 272388 363969 636357 12% Analfabeti 46312 100502 146814 3% Totale pop. residente di 6 anni e pi 2576293 2731944 5308237 1,00

Il primo dato che possibile evidenziare che la percentuale del numero di laureati sul totale della popolazione da sei anni in poi a Casoria pari a circa la met di quella registrata a livello provinciale e regionale, 0,04% contro lo 0,07%, mentre quella del numero di diplomati pressoch identica, 0,23% contro lo 0,24%. La differenza di cui sopra compensata dai gradi di istruzione pi bassi, infatti coloro che sono dotati di licenza media inferiore o di licenza elementare rappresentano a Casoria rispettivamente il 35% ed il 25%, contro il 31% ed il 24% a livello provinciale ed il 31% ed il 23% a livello regionale.

150

Minore la percentuale degli alfabeti privi di titolo di studio e quella degli analfabeti nel Comune di Casoria e nella Provincia di Napoli rispetto allintera Regione, rispettivamente l11% ed il 2% contro il 12% ed il 3%. Altro indice significativo pu essere quello di possesso di un titolo di studio per fasce di et.
Indice di possesso di un titolo di studio per fasce det
Anno 2001 Indice di non conseguimento della scuola dell'obbligo (15-52 anni) Indice di possesso del diploma scuola media superiore (19 anni e pi) Indice di possesso del diploma scuola media superiore (19-34 anni) Indice di possesso del diploma scuola media superiore (35-44 anni) Casoria 18,17 29,80 44,43 31,70 Provincia di Napoli 18,08 33,18 46,75 36,29 Regione Campania 15,29 32,94 49,44 37,31

In questo caso si osserva che lindice di non conseguimento della scuola dellobbligo, relativo alla popolazione da 15 a 52 anni, maggiore per il Comune di Casoria, 18,17, leggermente minore per la Provincia di Napoli, 18,08, ed abbastanza pi basso per lintera Regione, 15,29, che presenta, pertanto la situazione pi favorevole. Casoria presenta una situazione pi negativa, rispetto alla Provincia ed alla Regione, anche per gli altri indici, come facile verificare dalla tabella precedente e dal grafico seguente.
50 40 30 20 10 0 C asoria Provincia Regione Indice di non conseguimento della scuola dell'obbligo (15-52 anni) Indice di possesso del diploma di scuola media superiore (19 anni e pi) Indice di possesso del diplome di scuola media superiore (19-34 anni) Indice di possesso del diploma di scuola media superiore (35-44 anni)

Gli occupati
Al censimento del 2001, su un totale di 81762 abitanti, 19651, pari al 24,03%, risultano occupati. Questi sono ripartiti, fra le diverse sezioni di attivit economica, cos come riportato nella tabella di cui alla pagina seguente. Dalla stessa si evince che i maggiori livelli occupazionali sono relativi alle attivit manifatturiere, che rappresentano ben il 22,61% delle attivit totali. Seguono il commercio all'ingrosso ed al dettaglio, riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa con il 15,74%; la pubblica amministrazione, difesa e assicurazione con l11,64%; le costruzioni con l8,58%; listruzione con l8,13%; i trasporti, magazzinaggio, e comunicazioni con il 6,92%; la sanit e altri servizi sociali con il 6,84%; le rimanenti attivit ammontano nel complesso al 19,52%. Dal confronto dei valori percentuali fra il dato comunale e quello nazionale, risulta che il settore della pubblica amministrazione, difesa e assicurazione supera il dato nazionale del 3,62%, seguito da trasporti, magazzinaggio, e comunicazioni con il 2,26%. Il pi alto valore negativo (-3,36%) corrisponde all agricoltura, caccia e silvicoltura. 151

Sezione
Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca, piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attivit manifatturiere Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua Costruzioni Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio, e comunicazioni Intermediazione monetaria e finanziaria Attivit immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attivit professionali e imprenditoriali Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria Istruzione Sanit e altri servizi sociali Altri servizi pubblici, sociali e personali Servizi domestici presso famiglie e convivenze Organizzazioni ed organismi extraterritoriali Totale

Casoria
375 68 80 4444 235 1686 3094 646 1360 465 933 2288 1598 1345 756 233 45 19651

Italia
1106442 47236 72089 5086733 170205 1699954 3042343 944195 979029 691595 1361086 1685242 1523299 1489779 794881 281364 18260 20993732

Casoria%
1.91 0.35 0.41 22.61 1.20 8.58 15.74 3.29 6.92 2.37 4.75 11.64 8.13 6.84 3.85 1.19 0.23 100.00

Italia%
5.27 0.23 0.34 24.23 0.81 8.10 14.49 4.50 4.66 3.29 6.48 8.03 7.26 7.10 3.79 1.34 0.09 100.00

Diff. %
-3.36 0.12 0.06 -1.62 0.39 0.48 1.25 -1.21 2.26 -0.93 -1.74 3.62 0.88 -0.25 0.06 -0.15 0.14 -

Nelle pagine seguenti sono riportati il grafico a livello comunale degli addetti per sezione in valore assoluto e quello della percentuale degli addetti per sezione a livello comunale e nazionale, al fine di evidenziare le relative differenze. I 19651 occupati sono cos ripartiti in funzione della posizione nella professione:
Imprenditore e libero professionista Lavoratore in proprio Socio di cooperativa Coadiuvante familiare Dipendente o in altra posizione subordinata 319 5 124 9 799 582 083 5 482 742 9 314 211 72.0 79.5 76.8 50.5 78.0 72.7 21.6 1.5 4.1

Totale

Agricoltura Industria Altre attivit Agricoltura Industria Altre attivit Agricoltura Industria Altre attivit Agricoltura Industria Altre attivit Agricoltura Industria Altre attivit

CASORIA - valori assoluti 104 8 5 911 59 26 1 982 163 83 ITALIA - valori assoluti 39 824 448 245 15 421 68 105 431 177 976 542 71 854 66 666 1 091 708 1 960 927 209 773 234 454 CASORIA - valori percentuali 1.6 23.5 1.8 1.1 2.5 14.1 0.9 0.4 5.8 15.5 1.3 0.7 ITALIA - valori percentuali 3.5 38.9 1.3 5.9 6.1 13.9 1.0 0.9 8.5 15.3 1.6 1.8 ITALIA - CASORIA - differenza valori percentuali -1.9 -15.4 0.5 -4.8 -3.6 0.2 -0.1 -0.5 -2.8 0.2 -0.4 -1.2 7 325 736

443 6 445 12 763 1 153 678 7 028 981 12 811 073 100 100 100 100 100 100 0 0 0

152

C prima di tutto da notare che la percentuale degli imprenditori e dei liberi professionisti sul totale degli occupati a Casoria sensibilmente pi bassa rispetto al livello nazionale in tutti e tre i settori di attivit economica. La stessa cosa vale per i lavoratori in proprio in agricoltura mentre sempre maggiore la percentuale dei dipendenti e di coloro che sono in altra posizione subordinata. In termini numerici le differenze fra il dato comunale e nazionale risultano sempre contenute entro il 5%, sia per lindustria che per le altre attivit, mentre per lagricoltura si riscontra un 15,4% per i lavoratori in proprio e +21,6% per i dipendenti o in altra posizione subordinata.

153

Organizzazioni ed organismi extraterritoriali

Servizi domestici presso famiglie e convivenze

Altri servizi pubblici, sociali e personali

Sanit e altri servizi sociali Istruzione

Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa Costruzioni

154
Alberghi e ristoranti Attivit manifatturiere Estrazione di minerali

Attivit immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attivit professionali e imprenditoriali

Intermediazione monetaria e finanziaria

Trasporti, magazzinaggio, e comunicazioni

Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua

Pesca, piscicoltura e servizi connessi

Agricoltura, caccia e silvicoltura

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

5000

Organizzazioni ed organismi ext rat errit oriali

Servizi domest ici presso f amiglie e convivenze

Alt ri servizi pubblici, sociali e personali Sanit e alt ri servizi sociali Ist ruzione

Pubblica amminist razione e difesa; assicurazione sociale obbligat oria

Att ivit immobiliari, noleggio, inf ormat ica, ricerca, alt re att ivit professionali e imprendit oriali

Commercio all'ingrosso e al det t aglio; riparazione di aut oveicoli, mot ocicli e di beni personali e per la casa Costruzioni

155
Alberghi e rist orant i At t ivit manif at turiere Estrazione di minerali Agricolt ura, caccia e silvicolt ura

Int ermediazione monet aria e f inanziaria

Trasport i, magazzinaggio, e comunicazioni

Italia% Casoria%

Produzione e dist ribuzione di energia elet t rica, gas e acqua

Pesca, piscicoltura e servizi connessi

10

15

20

25

30

Qui di seguito sono riportati i grafici relativi ai valori assoluti riscontrati a Casoria ed alle differenze risultate dal confronto dei valori percentuali con il dato nazionale.

Industria
325; 5% 911; 14% 59; 1% 26; 0% Socio di cooperativa Coadiuvante familiare Dipendente o in altra posizione subordinata Imprenditore e Libero professionista Lavoratore in proprio

5,124; 80%

Agricoltura
7; 2% 104; 23% Imprenditore e Libero professionista Lavoratore in proprio Socio di cooperativa 8; 2% 5; 1% 319; 72% Coadiuvante familiare Dipendente o in altra posizione subordinata

Altre attivit
736; 6% 1,982; 16% 163; 1% 83; 1% Imprenditore e Libero professionista Lavoratore in proprio Socio di cooperativa Coadiuvante familiare 9,799; 76% Dipendente o in altra posizione subordinata

156

25.0 20.0 15.0 10.0 5.0 0.0 Imprenditore e Lavoratore in libero proprio -5.0 professionista -10.0 -15.0 -20.0 Socio di cooperativa Coadiuvante familiare Dipendente o in altra posizione subordinata Agricoltura Industria Altre attivit

157

ANALISI DELLANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE E STIMA AL 2006

158

STIMA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE AL 2016 La serie storica della popolazione residente nel Comune di Casoria utilizzata per lanalisi del suo andamento e per la sua stima al 2016, anno di riferimento delle scelte di piano, basata sulla ricostruzione della popolazione residente al 1 Gennaio di ciascun anno, per sesso, effettuata dallISTAT, per gli anni che vanno dal 1982 al 2006. Per semplificare lanalisi del trend della popolazione e ridurre lentit dei calcoli, sono stati assegnati agli anni valori tali che:

x
i =1

= 0,

definendo:

per n dispari, un passo uguale a 1, con valore centrale 0, per cui si ha la successione: -(n-1)/2,,-2,-1, 0,+1,+2,+(n-1)/2 per n pari, un passo uguale a 2, con valori centrali -1 e +1, per cui si ha la successione: -(n-1),,-3,-1,+1,+3,,+(n-1)

La serie storica considerata ha un numero dispari di misure ed riportata nella tabella seguente unitamente alla successione di anni normalizzati secondo quanto sopra detto.
Anno 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Anno norm. -12 -11 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Maschi 33710 33856 34256 34615 35078 35428 36091 37375 37904 38437 38719 39431 39787 40196 40608 41002 40961 40900 40783 40437 40097 39823 40255 40225 39978 Femmine 34568 34800 35344 35720 36292 36815 37668 39131 39816 40470 40929 41512 41827 42211 42597 42845 42615 42487 42438 42013 41790 41764 42302 42178 41869 Maschi+Femmine 68278 68656 69600 70335 71370 72243 73759 76506 77720 78907 79648 80943 81614 82407 83205 83847 83576 83387 83221 82450 81887 81587 82557 82403 81847

Si poi predisposto il diagramma a dispersione della popolazione residente (maschi + femmine) rispetto al tempo dal quale risulta evidente che la popolazione costantemente cresciuta nel periodo che va dal 1982 al 1997 per poi assumere un andamento mediamente 159

decrescente dal 1997 al 2001. Questo andamento giustifica il ricorso allanalisi della regressione parabolica, da un lato, per descrivere landamento osservato e, dallaltro per effettuare una stima della popolazione residente al 2016, anno di riferimento assunto per le scelte di piano. Per la stima dei parametri della parabola di regressione e dellindice di correlazione, che esprime il legame fra le due variabili considerate (tempo e popolazione residente) e che varia da 0 (nessuna correlazione) ad 1 (massima correlazione), si utilizzato il programma REGR sviluppato presso il Centro di Ricerca Interdipartimentale L.U.P.T. dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II.

I risultati ottenuti sono i seguenti:


ANALISI DELLA REGRESSIONE PARABOLICA Maschi+Femmine=8.109333E+04+6.449746E+02xAnno-5.029247E+01xAnno^2 Indice di correlazione curvilinea = .98416 media Anno= 0 media Maschi+Femmine= 78478.12 varianza Anno= 52 varianza Maschi+Femmine= 27955340.5856 varianza dalla stima= 878595.19818 Errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libert= 999.201498348664 vertice parabola per x= 6.41223777967674 corrispondente all'anno= 2000.41223777968 Per Anno= 22(2016) -> Maschi+Femmine= 70941.21237

La variabile indipendente Anno lanno normalizzato di cui sopra, mentre la variabile dipendente Maschi+Femmine il totale della popolazione residente. Lindice di correlazione sufficientemente alto e prossimo ad 1, il che indica una forte correlazione fra le due variabili considerate. La stima della popolazione al 2016, ottenuta con la funzione stimata, pari a 70941 unit, con una oscillazione in pi o in meno di circa 999 residenti, con un decremento medio stimato nel decennio considerato di 10906 residenti, pari a -13.32%. Per approfondire lanalisi si poi preferito considerare una serie storica ridotta relativa allintervallo 1997-2006. Il numero degli anni , in questo caso, pari per cui gli anni normalizzati sono diversi. Per motivi di chiarezza si riporta, nella tabella seguente, la serie storica ridotta:
Anno Anno norm. Maschi Femmine Maschi+Femmine

160

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

-9 -7 -5 -3 -1 1 3 5 7 9

41002 40961 40900 40783 40437 40097 39823 40255 40225 39978

42845 42615 42487 42438 42013 41790 41764 42302 42178 41869

83847 83576 83387 83221 82450 81887 81587 82557 82403 81847

Il nuovo diagramma a dispersione riportato nella figura seguente dalla quale si evidenzia che landamento della popolazione residente, nellintervallo di tempo considerato, mediamente in decremento, fatto salvo lincremento registrato fra il 2003 ed il 2004, e che potrebbero adattarsi sufficientemente bene alla nuvola dei punti sia la retta di regressione, sia la funzione esponenziale, sia la parabola.

I risultati ottenuti con il programma REGR sono riportati nella pagina seguente. Dal loro esame di rileva che, in questo caso, gli indici di correlazione sono tutti pi bassi di quello trovato in precedenza. Lindice pi alto si ha nel caso della parabola di regressione, pari a 0.88736, anche se non appare opportuno utilizzare questa funzione. Infatti, ricadendo il suo vertice allinterno dellintervallo di tempo considerato, si avrebbero stime della popolazione crescenti oltre lanno 2004.90956, mentre landamento osservato mediamente in diminuzione. Viceversa appaiono pi credibili le stime della popolazione residente ottenute con la retta e la funzione esponenziale, pressoch simili e pari, rispettivamente, a 79528 e 79589 residenti, con una oscillazione, in pi o in meno, rispettivamente di 465 e 464 residenti, il che porta ad una stima compresa nellintervallo (79063, 80053). In base a quanto sopra si ritiene, pertanto, ragionevole assumere come base per la redazione del P.U.C. una stima di 80000 residenti al 2016.
ANALISI DELLA REGRESSIONE LINEARE

161

Maschi+Femmine= 82676.2-108.563637xAnno Coefficiente di correlazione lineare = .83196 media Anno= 0 media Maschi+Femmine= 82676.2 varianza Anno= 33 varianza Maschi+Femmine= 561923.56 covarianza=-3582.6 Errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libert= 465.004672508295 Per Anno= 29(2016) -> Maschi+Femmine= 79527.85454 ANALISI DELLA REGRESSIONE ESPONENZIALE Maschi+Femmine=8.26728e+04x( .99869)^Anno Indice di correlazione curvilinea = .83297 media Anno= 0 media Maschi+Femmine= 82676.2 varianza Anno= 33 varianza Maschi+Femmine= 561923.56 varianza dalla stima= 172035.28792 Errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libert= 463.72848726883 Per Anno= 29(2016) -> Maschi+Femmine= 79589.02363 ANALISI DELLA REGRESSIONE PARABOLICA Maschi+Femmine=8.241351E+04-1.085636E+02xAnno+7.960227E+00xAnno^2 Indice di correlazione curvilinea = .88736 media Anno= 0 media Maschi+Femmine= 82676.2 varianza Anno= 33 varianza Maschi+Femmine= 561923.56 varianza dalla stima= 119452.54 Errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libert= 413.093797719462 vertice parabola per x= 6.81912919 corrispondente all'anno= 2004.90956 Per Anno= 6.81919(2004.90956) -> Maschi+Femmine= 82043.35776

Per una ulteriore verifica si presa in considerazione la serie storica del saldo naturale e del saldo migratorio agli anni dal 2002 al 2006 resi disponibili dallISTAT sul suo sito web. I dati sono riportati nella tabella seguente:
Anno 2002 2003 2004 2005 2006 Pop.res. al 1 gennaio 81887 81587 82557 82403 81847 Saldo Naturale 590 556 554 489 463 Saldo Migratorio -890 414 -708 -1045 -1051 Pop.res. al 31 dicembre 81587 82557 82403 81847 81259

Pur trattandosi di una serie storica troppo limitata, si ritenuto opportuno cercare di descrivere landamento nel tempo del saldo naturale (nati meno morti) e del saldo migratorio (iscritti meno cancellati) in modo da stimare la popolazione residente nel comune di Casoria, anno dopo anno, come somma della popolazione residente nellanno precedente e dei due saldi nel corso dellanno, in modo da verificare, ulteriormente, lattendibilit della stima effettuata al 2016. Circa il loro andamento si assunta lipotesi che esso sia funzione, da un lato, della dimensione della popolazione residente nellanno precedente e, dallaltro, dello stesso tempo, ricorrendo, pertanto, allanalisi della regressione multipla del saldo considerato sulle due variabili. Il programma utilizzato , ancora una volta, il programma REGR ed i risultati ottenuti 162

sono i seguenti:

ANALISI DELLA REGRESSIONE MULTIPLA DEL SALDO NATURALE SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE ALLANNO PRECEDENTE E SULLANNO Saldo Naturale=6.626445e+04+2.148059e-02xPop.res. al 1 gennaio-3.368097e+01xAnno Indice di correlazione multipla = .98002 varianza Saldo Naturale= 2204.24 varianza dalla stima= 87.17865

ANALISI DELLA REGRESSIONE MULTIPLA DEL SALDO MIGRATORIO SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE ALLANNO PRECEDENTE E SULLANNO Saldo Migratorio=3.122673e+05-6.722241e-01xPop.res. al 1 gennaio -1.286243e+02xAnno Indice di correlazione multipla = .62651 varianza Saldo Migratorio= 301941.2 varianza dalla stima= 183422.30436

Lindice di correlazione appare sufficientemente alto nel caso del saldo naturale e pari a 0.98002 e pi basso nel caso del saldo migratorio e pari a 0.62651. Il modello stimato , 163

comunque, il seguente: SN t = 6.626445e + 04 + 2.148059e-02 xPt-1-3.368097e + 01*t SM t = 3.122673e + 05-6.722241e-01*Pt 1-1.286243e + 02*t Pt = Pt 1 + SN t + SS t Applicando questo modello, anno per anno a partire dal 2007, si ottengono le seguenti stime della popolazione residente in ciascun anno dal 2007 al 2016:
Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Popolazione Residente 81165.31 81003.00 80840.70 80678.39 80516.09 80353.78 80191.47 80029.17 79866.86 79704.56

La stima della popolazione residente al 2016, pari a circa 79705 residenti, appare perfettamente in linea con le stime effettuate in precedenza con la retta di regressione e con la funzione esponenziale, pari, rispettivamente, a 79528 e 79589 residenti, per cui si ritiene di poter riconfermare la stima di 80000 residenti al 2016 come stima pi probabile da porre a base del P.U.C..

164

IL CAMBIAMENTO DEL MODELLO FAMILIARE E LANALISI DELLANDAMENTO DEL NUMERO MEDIO DI COMPONENTI PER FAMIGLIA

165

Levoluzione del modello familiare


Levoluzione dei nuclei familiari da tempo caratterizzata, in maniera pi o meno accentuata nelle diverse parti del paese, da una tendenza a: la riduzione sia dei nuclei familiari numerosi, sia della dimensione media dei nuclei familiari; laumento dei nuclei minimi (singoli, singoli provenienti da famiglie disgregate, figli adulti che costituiscono nucleo proprio); laumento dei nuclei familiari con anziani e di anziani; il che comporta, a parit di residenti, una crescita del numero di nuclei familiari e, quindi, del fabbisogno di abitazioni, solo in parte compensata da: laumento delle convivenze (coppia giovane con coppia anziana - anziani con minori); il prolungarsi della permanenza in casa dei figli maggiori anche completamente autonomi. Parallelamente si osserva una evoluzione delle abitudini e delle caratteristiche del lavoro: un aumento del lavoro in casa, un aumento delle attivit di tempo libero anche allinterno della stessa abitazione (incontro con amici, hobby, cura del corpo, ecc.), un aumento della mobilit e del pendolarismo. Tutto ci si sostanzia nella forbice che si osserva fra dettami legislativi e normativi e reale situazione del mercato abitativo in termini di domanda quantitativa e qualitativa, di tipologia di offerta e di prezzi, il che porta, necessariamente, a dover ripensare gli standard di minimo di cui tener conto nei piani e, nel contempo, di rivedere le caratteristiche medie delle abitazioni. Occorre pensare ad abitazioni mediamente pi grandi rispetto al numero medio di componenti in relazione alle diverse e nuove funzioni cui le abitazioni sono chiamate a rispondere, come luogo di svago e di lavoro, come luogo di incontro ma anche come luogo in cui ciascun componente deve poter usufruire di una propria privacy, allinterno del nucleo familiare, il che richiede una diversa flessibilit ed organizzazione distributiva dellalloggio. Quanto sopra porta a considerare, ad esempio, la cucina come luogo abitabile, che si aggiunge alla vecchia zona pranzo, a reinterpretare lo spazio letto, non pi come stanza, ma come ambiente polivalente, eventualmente dotato di caratteristiche di autonomia, a prevedere sempre uno spazio studio e, ove occorra, uno spazio lavoro. Levoluzione dei nuclei familiari e delle abitudini lavorative ha comportato, in definitiva, la crescita di un tipo di domanda qualitativa, intesa sopratutto come miglioramento della capacit dellalloggio di adeguarsi alle varie situazioni, superando schemi tipologici rigidi ed emarginanti. E ora opportuno che questo cambiamento si sostanzi anche in un cambiamento dei parametri di piano e di progetto. Basti al proposito pensare che le leggi regionali, nel definire la nozione di alloggio adeguato, lo fanno definendo una superficie utile netta, per dimensione del nucleo familiare, ben al di sotto di quanto oggi mediamente si osserva nel paese. Nella tabella seguente vengono riportate queste superfici per un insieme molto vario di regioni, il che mostra come sia prevalso un orientamento simile e come pressoch nessuna si sia interrogata circa le attuali e reali esigenze abitative.
Nucleo Familiare 1 persona 2 persone 3 persone 4 persone 5 persone 6 persone pi di 6 persone Lazio L.R.n. 33/1987 45 Valle dAosta L.R.n. 39/1995 28 40 60 70 Toscana L.R.n. 96/1996 30 45 55 65 75 95 Marche L.R.n. 44/1997 45 Molise L.R.n. 4/2000 45 Campania L.R.n. 21/2003 45

60 75 95

75 95

95

55 70 85 95

55 65 75 85 95

Dimensione in mq degli alloggi ritenuti adeguati dalla legislazione regionale.

166

La famiglia sta quindi attraversando, da diversi decenni, un profondo processo di cambiamento dei suoi tratti fondamentali che, oltre a modificarne struttura e confini, rivisita i ruoli che i suoi membri rivestono nelle diverse fasi della vita ed i rapporti che questi intrattengono tra loro attraverso le reti di socializzazione. In unesistenza che raggiunge et sempre pi elevate, il calendario degli eventi decisivi tende a spostarsi in avanti con un ritardo progressivo nei tempi delle transizioni della vita pi significative; si diversificano i percorsi di formazione delle nuove famiglie, mentre la sempre pi diffusa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il calo della fecondit e linstabilit coniugale rimettono in discussione le tradizionali traiettorie di vita familiare ed individuale. Questi mutamenti si intrecciano allinterno di un generale processo di semplificazione delle strutture familiari che vede ridursi il peso delle famiglie in cui sono presenti pi generazioni; quelle, ad esempio, in cui presente almeno un figlio e un genitore oppure un nonno con un nipote. Nel Rapporto Annuale dellIstat del 2004 nel capitolo 4, Le trasformazioni familiari, viene riportato che nel solo periodo che va dal 1993-1994 al 2003, le famiglie a due generazioni sono diminuite di ben cinque punti percentuali, passando dal 55,5% al 50,4%, mentre quelle in cui le generazioni sono tre o pi si riducono ulteriormente, passando dal 3,3% al 2,8%. In particolare, nellultimo decennio, le coppie con figli passano dal 48,0% al 41,9%, mentre le famiglie monogenitore rimangono sostanzialmente stabili, passando dall8,1% all8,4%, continuando a riguardare, in grande maggioranza, madri sole. Nello stesso periodo, tra il 1993-1994 e il 2003, al contrario di quanto avvenuto per le famiglie pi tradizionali, quelle con una sola generazione registrano un incremento rilevante, dal 41,3% al 46,8%, e sono le persone sole ad aumentare di pi, dal 21,1% al 25,8% per cento. Si tratta in maggioranza di anziani, il 52,5%, che nel Mezzogiorno arrivano a rappresentare il 60,4% di questo segmento di popolazione. Tra le famiglie con una sola generazione, anche le coppie senza figli aumentano in tutte le aree del Paese.
Casoria Numero famiglie Percentuale 2596 10.74 4544 18.80 5066 20.96 7023 29.06 3647 15.09 1290 5.34 24166 100.00 Italia Numero famiglie Percentuale 5427621 24.89 5905411 27.08 4706206 21.58 4136206 18.96 1265826 5.80 369406 1.69 21810676 100.00

1 persona 2 persone 3 persone 4 persone 5 persone 6 o pi persone Totale

Percentuale di famiglie per numero di componenti


35 30 25 20 15 10 5 0 1 2 3 4 5 6 o pi

Casoria Italia

Se ci si ferma agli anni di Censimento della Popolazione e delle Abitazioni, per i quali si dispone anche dei dati comunali, si osserva subito come il Comune di Casoria presenti un certo ritardo, rispetto al quadro nazionale complessivo, per quanto attiene la composizione delle 167

famiglie per numero di componenti, anche se landamento complessivo appare, comunque, dello stesso segno. In particolare, al 2001, landamento della percentuale di famiglie per numero di componenti simile sia in Italia che a Casoria ed crescente, fino alla classe che presenta la percentuale maggiore, e decrescente per le successive, la differenza sostanziale consiste nel fatto che per Casoria la classe che presenta la percentuale maggiore di famiglie ancora quella di 4 componenti, pari al 29,06% del totale, mentre in Italia quella di 2 componenti, con una percentuale pari al 27,08% del totale. Altro elemento che rende pi manifesta la differenza che mentre in Italia le famiglie con 1 e 2 componenti rappresentano da sole oltre il 50% delle famiglie, a Casoria, per superarlo, occorre aggiungervi anche quelle con 3 componenti. Rispetto al numero di componenti per famiglia mentre in Italia si ormai a 2,61 componenti, a Casoria si ancora a 3,39, anche se landamento nel tempo di questa variabile sembra tendere verso il dato medio nazionale. Infatti la crescita della popolazione residente, registrata dal 1961 al 2001 a Casoria, presenta un incremento mediamente pi basso di quello registrato dal numero delle famiglie, il che comporta un decremento progressivo del numero medio di componenti per famiglia.
Anno 1961 1971 1981 1991 2001 Popolazione residente 26277 54785 68521 79707 80895 Incremento % della popolazione residente +108.49% +25.07% +16.32% +1.49% Numero di famiglie 5925 12722 17425 21291 23879 Incremento % del numero di famiglie 114.72% +36.97% +22.19% +12.16% Residenti medi per famiglia 4.43 4.31 3.93 3.74 3.39

Si passa, infatti, dai 4,43 componenti del 1961 ai 3,39 del 2001, ancora lontani dai 2,61 componenti per famiglia registrati a livello nazionale nel 2001 e comunque maggiori dei 3,15 registrati a livello dellintera provincia di Napoli.

La stima del numero medio di componenti per famiglia e del numero di abitazioni al 2016
Per la stima della dimensione media delle famiglie al 2016 si ritenuto opportuno non descriverne landamento solo in funzione del tempo ma anche in funzione dellandamento della popolazione residente in quanto questa presenta un andamento mediamente decrescente a partire dal 1997 fino ad oggi. Pertanto si fatto ricorso allanalisi della regressione multipla del numero di componenti medi per famiglia sulla popolazione residente e sul tempo. In questo caso lindice di correlazione multipla risulta molto alto e pari a 0,99475 il che consente di ritenere sufficientemente credibile la stima del numero medio di componenti per famiglia ottenibile utilizzando la funzione di regressione multipla stimata. Si riportano, nella pagina seguente, il grafico della funzione di regressione, i parametri della funzione stimati e la stima del numero medio di componenti per famiglia, ottenuta al 2016, a partire dalla stima di 80000 residenti, allo stesso anno, ottenuta in precedenza. La stima ottenuta di 2,8673 componenti per famiglia, dividendo per essi il numero di residenti previsto al 2016, si ottiene il numero di famiglie alla stessa data e, nellipotesi di adottare il parametro una abitazione una famiglia, il numero di abitazioni al 2016 necessario per soddisfare la domanda proveniente dalla popolazione residente. 80000 / 2.8673=27901 abitazioni al 2016 168

ANALISI DELLA REGRESSIONE MULTIPLA 3 VARIABILI res per fam=7.124465e+01+5.697320e-06xPopolazione residente-3.414341e-02xAnno Indice di correlazione multipla = .99475 varianza res per fam= .14352 varianza dalla stima= .0015 errore medio dalla stima rettificato a seconda dei gradi di libert= .084665321511624 per Popolazione residente=80000 per Anno=2016 res per fam= 2.8673

Se, poi, si tiene conto che mediamente il 5% delle abitazioni viene sottratto dal mercato, nel senso che non viene offerto n in affitto, n in vendita, e non utilizzato, si ha che la stima complessiva di abitazioni al 2016 pari a: 27901*1,05= 29296 abitazioni La stima precedente va, comunque, confrontata con il numero e la tipologia delle abitazioni oggi esistenti, al fine di calcolare il reale fabbisogno aggiuntivo occorrente al 2016 (vedere il capitolo successivo).

169

GLI EDIFICI, LE ABITAZIONI E LE STANZE E LA STIMA DEL FABBISOGNO DI ABITAZIONI E STANZE AL 2016

170

Il Patrimonio Abitativo
Questo tema va letto in uno con i capitoli sulla demografia, in quanto, per la stima del fabbisogno abitativo futuro allanno di riferimento delle scelte di piano, indispensabile una stima, allo stesso anno, della popolazione residente e del numero delle famiglie, e con quello relativo alle trasformazioni territoriali intervenute nel tempo, in quanto la distribuzione territoriale del patrimonio abitativo e le sue dimensioni medie sono un elemento fondamentale per lanalisi della diffusione urbana e del consumo di suolo. Occorre, poi, precisare che il Censimento del 2001 ha comportato una differenza significativa rispetto ai Censimenti precedenti in quanto, per la prima volta, sono stati censiti anche gli edifici e, in particolare, il numero e le caratteristiche degli edifici ad uso abitativo e, limitatamente ai centri abitati, anche di quelli ad uso non abitativo.

Gli Edifici
Gli edifici presenti nel territorio comunale alla data del Censimento della popolazione e delle Abitazioni del 2001 sono 4730, di questi ben il 99,01% ricade nei due centri abitati di Casoria e di Arpino mentre meno dell1% riguarda le case sparse. 4581 edifici, pari al 96,85% del totale, sono utilizzati, mentre 149, pari al 3,15%, non lo sono.
Edifici numero percentuale Tipo di localit abitate Nuclei abitati Case sparse 47 0.99 Tipologia di utilizzo Non utilizzati 149 3.15

Centri abitati 4683 99.01

Totale 4730 100.00

Edifici numero percentuale

Utilizzati 4581 96.85

Totale 4730 100.00

Gli edifici ad uso abitativo sono 4230, pari all89,43% del totale, e le loro caratteristiche principali sono riassunte nella tabella seguente:
Tipo di localit abitate numero edifici percentuale Tipo di materiale numero edifici percentuale Numero dei piani fuori terra numero edifici percentuale Numero di interni numero edifici percentuale 1 556 13.14 1 852 20.14 2 820 19.39 Centri abitati 4184 98.91 Muratura portante 825 19.50 2 1719 40.64 3o4 1135 26.83 Nuclei abitati Case sparse 46 1.09 Altro 571 13.50 3 1011 23.90 da 5 a 8 749 17.71 da 9 a 15 274 6.48 4 e pi 944 22.32 16 e pi 400 9.46 Totale 4230

Calcestruzzo arm. 2834 67.00

Totale 4230 100.00 Totale 4230 100.00 Totale 4230 100

171

dalla quale si evince che il 98,91% degli edifici sono localizzati nei centri abitati di Casoria e di Arpino e che solo l1,09% riguarda le case sparse. Rispetto alla tipologia costruttiva ben il 67% degli edifici costruito in cemento armato, seguito dal 19,50% di quelli costruiti in muratura e dal 13,50% di quelli costruiti con altro tipo di materiale, nella maggior parte dei casi con struttura mista, calcestruzzo armato e muratura. La maggior parte degli edifici a 2 piani, il 40,64%, seguiti da quelli a tre piani con il 23,90% e da quelli con 4 piani e pi con il 22,32%. Quelli con 1 o 2 piani rappresentano, comunque, il 53,78% del totale, denotando, di conseguenza, un eccessivo consumo di suolo. Questo elemento sottolineato ulteriormente dalla notevole incidenza degli edifici a carattere mono o bifamiliare che, nel complesso, rappresentano circa il 40% di tutti gli edifici e dal raffronto fra gli edifici e le abitazioni per epoca di costruzione che, come pi oltre meglio illustrato, denotano una tendenza sempre pi marcata verso questi tipi di edificio. Nella tabella seguente vengono riportati gli edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione:
Edifici ad uso abitativo numero percentuale Prima del 1919 311 7.35 Dal 1919 al 1945 164 3.88 Dal 1946 al 1961 291 6.88 Dal 1962 al 1971 732 17.30 Dal 1972 al 1981 1097 25.93 Dal 1982 al 1991 1388 32.81 Dopo il 1991 247 5.84 Totale 4230 100.00

da cui si evince che l11,23% di essi stato costruito prima del 1946. I tre decenni che vanno dal 1972 al 1991 sono quelli che fanno registrare la maggiore quantit di edifici: il decennio che va dal 1962 al 1971 con il 17,30% degli edifici, quello che va dal 1972 al 1981 con il 25,93% e quello che va dal 1982 al 1991 con il 32,81%, il che comporta, nei tre decenni, un consumo di suolo via via maggiore. Questo andamento va poi controllato e confrontato con quello delle abitazioni per epoca di costruzione di cui al paragrafo seguente.

Le abitazioni per epoca di costruzione


Per quanto concerne lepoca di costruzione delle abitazioni ad uso abitativo si ha il quadro seguente:
Abitazioni in edifici ad uso abitativo

Prima del 1919 1455 5.63

Dal 1919 al 1945 854 3.31

Dal 1946 al 1961 2016 7.81

Dal 1962 al 1971 9899 38.33

Dal 1972 al 1981 4714 18.25

Dal 1982 al 1991 5791 22.42

Dopo il 1991 1099 4.26

Totale 25828 100.00

numero percentuale

Percentuale edifici ed abitazioni per epoca di costruzione


40 30 20 10 0 prima dal 1919 dal 1946 dal 1962 dal 1972 dal 1982 dopo il del 1919 al 1945 al 1961 al 1971 al 1981 al 1991 1991 Edifici Abitazioni

dal quale si evidenzia che mentre il numero degli edifici nei tre decenni che vanno dal 1962 al 1991 , di decennio in decennio, cresciuto, il numero delle abitazioni ha avuto una grossa 172

crescita nel decennio 1962-1971, mentre sostanzialmente diminuito nei decenni successivi, il che significa una minore dimensione degli edifici in termini di numero di abitazioni ed un maggiore consumo di suolo. Questo risulta pi evidente se si considera la seguente tabella in cui sono riportati il numero degli edifici, quello delle abitazioni e la dimensione media degli edifici in termini di numero di abitazioni per ciascun periodo.
prima del 1919 edifici 311 1455 dal 1919 al 1945 164 854 dal 1946 al 1961 291 2016 dal 1962 al 1971 732 9899 dal 1972 al 1981 1097 4714 dal 1982 al 1991 1388 5791 dopo il 1991 247 1099 Totale 4230 25828

abitazioni mumero medio di abitazioni per edificio

4.68

5.21

6.93

13.52

4.30

4.17

4.45

6.11

Altro elemento da sottolineare lesiguit del patrimonio abitativo storico, quello antecedente al 1946 rappresenta, infatti, solo l8,94% del totale, rispetto a quello pi recente, in gran parte privo di ogni qualit architettonica e, quindi, lesigenza di tutelare e valorizzare il primo, anche come mezzo per ridare identit al luogo ed alla popolazione che lo abita.

Le abitazioni e gli occupanti


Il patrimonio abitativo risulta nella gran parte occupato, in tutto il 93,76, di cui il 93,47% da persone residenti e lo 0,29% da persone non residenti. Il patrimonio non occupato rappresenta appena il 6,24%, una quantit pressoch uguale a quella strutturalmente sottratta dal mercato abitativo che si aggira normalmente intorno al 5%, il che consente di affermare che nel Comune di Casoria non vi di fatto una offerta abitativa per una eventuale ulteriore domanda insediativa.
Abitazioni: in edifici ad uso abitativo occupate da persone residenti occupate da persone non residenti vuote numero 25828.00 24143.00 74 1611 Percentuale 100.00 93.47 0.29 6.24

Le famiglie residenti nel Comune di Casoria al 2001 sono in tutto 24166, di queste 5, pari allo 0,02%, occupano altri tipi di alloggio, 24143, pari al 99,90%, occupano una propria abitazione e 18, pari allo 0,08% coabitano con altre famiglie. Queste ultime sono costituite in genere da famiglie costituite da uno o pi anziani residenti presso propri familiari. Comunque, se si tiene conto della definizione di altro tipo di alloggio data dallIstat, ossia di un Alloggio non classificabile come abitazione presso il quale, al momento del censimento, dimorano abitualmente o temporaneamente una o pi persone. Ne sono esempi: le roulotte, le tende, i caravan, i camper, i container; le baracche, le capanne, le casupole, le grotte; le rimesse, i garage, le soffitte, le cantine; gli alloggi contenuti in costruzioni che non sono edifici (secondo la definizione di edificio), appare evidente che il loro numero, unitamente a quello delle famiglie in coabitazione, d una misura del disagio abitativo che appare, nel Comune di Casoria, sufficientemente ridotto. Venendo al titolo di godimento delle abitazioni il 53,47% risulta essere di propriet, il 39,52% in affitto ed il 7,01 occupato ad altro titolo.
Titolo di godimento numero percentuale Propriet 12908 53.47 Affitto 9542 39.52 Altro titolo 1693 7.01 Totale 24143 100.00

173

La dotazione di servizi delle abitazioni occupate da persone residenti


Per quanto concerne la dotazione di servizi delle abitazioni occupate da persone residenti sono disponibili informazioni relative alla dotazione di gabinetti, di impianti doccia e vasca da bagno, di acqua potabile, di riscaldamento e di acqua calda. Per le abitazioni nel loro complesso, occupate da residenti e non residenti e vuote, disponibile solo linformazione se dotate di solo angolo cottura o cucinino, da cui si dovrebbe dedurre che le altre siano dotate di cucina. Nelle tabelle che seguono la prima riga contiene il numero delle abitazioni che posseggono o meno un determinato servizio e la seconda la loro percentuale sul totale cui fanno riferimento. Per quanto concerne la dotazione di gabinetti il 74,76% delle abitazioni risulta dotata di un gabinetto, il 25,18% di due, mentre lo 0,06% ne risulta sprovvisto.
Con un gabinetto 18050 74.76 Con due o pi gabinetti 6078 25.18 Senza gabinetto 15 0.06 Totale 24143 100.00

Relativamente, invece, al numero di impianti doccia e vasche da bagno, l80,58% dispone di un impianto, il 18,32% di due e l1,10% di nessuno.
Numero di impianti doccia e vasche da bagno due o pi impianti un impianto 4423 19454 80.58 18.32 nessuno 266 1.10 Totale 24143 100.00

Lintegrazione di questo tipo di servizi, del tutto indispensabili, riguarda la necessit di integrare solo 15 gabinetti e 266 impianti doccia e/o vasca da bagno, con una necessit di volumi aggiuntivi del tutto ininfluente.
Totale 23941 99.16 Dispone di acqua potabile di cui: da di cui: da pozzo acquedotto 23503 334 98.17 1.40 di cui: da altra fonte 292 1.22 Non dispone di acqua potabile 202 0.84 Totale 24143 100.00

Rispetto alla disponibilit di acqua potabile il 99,16% delle abitazioni ne dispone, mentre lo 0,84% ne sprovvista. Delle prime il 98,17% lo riceve dallacquedotto comunale, l1,40% da pozzo e l1,22% da altra fonte. Le diverse fonti in qualche caso si sommano come facile verificare sommando le diverse percentuali che danno un valore maggiore di 100 (98,17+1,40+1,22=100,79). La quota parte che la riceve da pozzo sospetta in quanto tutti i pozzi dellarea, che servivano lacquedotto di Napoli, sono stati chiusi, perch inquinati, come pure risulterebbe inquinata la falda acquifera esistente.
Dispone di impianto di riscaldamento di cui: di cui: di cui: impianto Non dispone di di cui: impianto apparecchi apparecchi fisso impianto di centralizzato singoli fissi che singoli fissi che autonomo ad ad uso di pi riscaldano tutta riscaldano solo riscaldamento uso esclusivo abitazioni o la maggior alcune parti dell'abitazione parte dell'abit. dell'abitazione 3462 17.58 11935 60.60 1876 9.53 3253 16.52 4448 18.42

Totale

Totale

19695 81.58

24143 100.00

174

L81,58% delle abitazioni risulta, inoltre, dotata di una qualche forma di impianto di riscaldamento, mentre il 18,42% ne sprovvista. Delle prime il 17,58% dispone di un impianto centralizzato, il 60,60% di un impianto autonomo, il 9,53 di apparecchi singoli fissi che riscaldano buona parte dellabitazione ed il 16,52% di apparecchi singoli fissi che riscaldano solo una parte dellabitazione.
Dispone di acqua calda di cui: con impianto di cui: con impianto comune con quello del specifico riscaldamento 23907 11192 12715 99.02 46.81 51.19 Non dispone di acqua calda 236 0.98

Totale

Totale 24143 100.00

Il 99,02% della abitazioni dispone di acqua calda e solo lo 0,98% non ne dispone. Delle prime il 46,81% ne dispone con un impianto comune con quello del riscaldamento ed il 51,19% con un impianto specifico.
abitazioni occupate da residenti Totale 24143
di cui: solo con angolo cottura e/o cucinino

abit. occupate da non residenti Totale 74


di cui: solo con angolo cottura e/o cucinino

abitazioni vuote Totale 1611


di cui: solo con angolo cottura e/o cucinino

Totale 25828

3534 14.64

15 20.27

160 9.93

Delle abitazioni occupate da residenti il 14,64% dispone solo di un angolo cottura o di un cucinino, la percentuale sale al 20,27% per quelle occupate da persone non residenti e scende al 9,93% per quelle vuote.

Le Stanze
Le stanze, in edifici ad uso abitativo, ammontano in tutto a 98099. Se si suddividono per epoca di costruzione si ha il quadro seguente:
Stanze in edifici ad uso abitativo numero percentuale prima del 1919 3887 3.96 dal 1919 al 1945 2587 2.64 dal 1946 al 1961 7100 7.24 dal 1962 al 1971 38321 39.06 dal 1972 al 1981 18498 18.86 dal 1982 al 1991 23398 23.85 dopo il 1991 4308 4.39 Totale 98099 100.00

Percentuale edifici, abitazioni e stanze per epoca di costruzione


40 30 20 10 0 prima dal dal dal dal dal dopo il del 1919 al 1946 al 1962 al 1972 al 1982 al 1991 1919 1945 1961 1971 1981 1991 Edifici Abitazioni Stanze

Se, in particolare, si analizza il grafico precedente, si vede chiaramente come le stanze seguano, percentualmente, landamento delle abitazioni, per cui valgono le considerazioni gi 175

fatte in precedenza. Se, poi, si analizza la dimensione media delle abitazioni in termini di stanze per epoca di costruzione di vede come questa sia cresciuta costantemente fino al 1991 passando da una media di 2,67 stanze per abitazione per quelle edificate prima del 1919 alla media di 4,04 stanze per abitazione per quelle edificate fra il 1982 ed il 1991.
prima del 1919 abitazioni stanze numero medio di stanze per abitazione 1455 3887 2.67 dal 1919 al 1945 854 2587 3.03 dal 1946 al 1961 2016 7100 3.52 dal 1962 al 1971 9899 38321 3.87 dal 1972 al 1981 4714 18498 3.92 dal 1982 al 1991 5791 23398 4.04 dopo il 1991 1099 4308 3.92 Totale 25828 98099 3.80

Le stanze in abitazioni occupate da persone residenti sono 92019, pari al 93,80% del totale, e sono cos suddivise per titolo di godimento:
stanze in abitazioni occupate da persone residenti
numero percentuale Titolo di godimento Propriet 52519 57.07 Affitto 33269 36.16 Altro titolo 6231 6.77 Totale 92019 100.00

Quelle occupate da non residenti rappresentano solo lo 0,30%, mentre quelle vuote incidono per il 5,90%. Relativamente alluso delle stanze in abitazioni occupate da persone residenti si ha che il 77,10% costituito da stanze ad uso strettamente abitativo (camere da letto, salotto, pranzo, wc, ecc.) ed il 22,15% da cucine, mentre lo 0,65% ha un uso professionale.
Stanze

In abitazioni occupate da persone residenti


Totale 92019 93.80 di cui ad uso abitativo 70945 77.10 di cui: ad uso professionale 695 0.75 di cui: cucine 20379 22.15

In abitazioni occupate da non residenti 291 0.30

In abitazioni vuote 5789 5.90

Totale 98099 100.00

Rispetto alla popolazione residente al 2001, che ammonta ad 82450 residenti, si ha una media di 0,896 residenti per stanza in abitazioni occupate da persone residenti il che conferma che la situazione al 2001 sotto questo aspetto abbastanza accettabile.
Abitazione: Numero medio di stanze: Superficie media mq: occupata da persone residenti 3.81 86.68 non occupata da persone residenti 3.61 77.53 occupata o non da persone residenti 3.80 86.08

Se poi si tiene conto che la dimensione media delle abitazioni occupate da persone residenti di 3,81 stanze, mentre il numero medio dei componenti per famiglia di 3,38, si vede subito come la situazione non sia del tutto ottimale non disponendo, al netto dei servizi, cucina e wc, ciascun componente di una propria stanza. Infine, tenuto conto che la superficie media di una abitazione occupata da persone residenti di 86,68 mq, si ha una disponibilit di 25,64 mq a componente (mq 86,68/3,38 componenti) molto prossima ai 25 mq di superficie lorda abitabile 176

(pari a circa 80 mc vuoto per pieno) prevista dallultimo comma dellart. 3 del D.M. n. 1444/1968 per ogni abitante insediato o da insediare. A solo titolo di cronaca si riporta che la superficie delle abitazioni occupate da persone residenti al 2001 di mq 2092633.

Stima del numero di abitazioni e stanze al 2006 e del loro fabbisogno al 2016
Se si tiene conto dei volumi residenziali censiti e del relativo computo dei vani convenzionali, eseguito tenendo conto del contenuto dellanagrafe edilizia predisposta e del computo dei volumi edificati derivante dalla cartografia numerica predisposta, si avrebbero ben 155729 vani residenziali cui corrisponderebbero, con una media di 5 vani per abitazione, circa 31146 abitazioni, perfettamente sufficienti a soddisfare la domanda proveniente dalle famiglie stimate al 2016, orizzonte temporale del P.U.C.. Questultimo, pertanto, si caratterizza soprattutto come piano finalizzato alla razionalizzazione dellesistente ed alla dotazione si standard per la popolazione residente.
Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 Zona 5 Zona 6 Zona 7 Zona 8 Zona 9 Zona 10 Zona 11 Zona 12 Zona 13 Zona 14 Zona 15 Zona 16 Zona 17 Zona 18 Zona 19 Zona 20 Zona 21 Zona 22 Zona 23 Zona 24 Zona 25 Vani convenzionali 6410 3826 703 2952 3370 3809 6601 6994 5819 6094 7201 4469 4602 3570 10895 19588 6259 7880 135 4815 4844 1481 10688 20171 2553 155729

177

IL FABBISOGNO DI STANDARD

178

STIMA DEL FABBISOGNO DI STANDARD PER LA POPOLAZIONE RESIDENTE


Lart. 41 quinquies della Legge n. 1150/42, al punto 8, prevede che, nella formazione di nuovi strumenti urbanistici o nella revisione di quelli esistenti, debbono essere osservati limiti inderogabili di densit edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati, nonch rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attivit collettive, a verde pubblico o a parcheggi. Questi rapporti sono fissati dallart. 3 del D.M. n. 1444/68 che, per ogni abitante insediato o da insediare, prevede la dotazione minima inderogabile di 18 mq cos ripartiti: a) mq 4,50 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo; b) mq 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre; c) mq 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade ; d) mq 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dallart. 18 della legge n. 765/67, cos come modificato dallart. 2 della legge n. 122/89, che prevede che nelle nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni stesse, debbono essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruzione): tali aree - in casi speciali possono anche essere distribuite su livelli diversi. Ai fini dell'osservanza dei rapporti su indicati lo stesso art. 3 del D.M. n. 1444/68 assume che, nella formazione degli strumenti urbanistici, salvo diversa dimostrazione, ad ogni abitante insediato o da insediare corrispondano mediamente 25 mq di superficie lorda abitabile (pari a circa 80 mc vuoto per pieno), eventualmente maggiorati di una quota non superiore a 5 mq (pari a circa 20 mc vuoto per pieno) per le destinazioni non specificamente residenziali ma strettamente connesse con le residenze (negozi di prima necessit, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, ecc.). Quanto sopra introdotto, salvo diversa dimostrazione, al fine, soprattutto, di quantizzare la dotazione di standard occorrenti a partire dalla cubatura esistente. La Legge Regionale n. 14/82 nellAllegato 1, Titolo II, punto 1.4, eleva la dotazione minima prevista dallart. 3 del D.M. n. 1444/68 da 18 mq per abitante a 20 mq nei Comuni capoluoghi, in quelli con popolazione superiore a 50000 abitanti ed in quelli con tasso medio di incremento demografico nellultimo decennio superiore al 5%, ripartendola, in linea di massima nel modo seguente: a) mq 5,00 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo; b) mq 2,50 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre; c) mq 10,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade ; d) mq 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta, ovviamente, alle superfici a parcheggio previste dallart. 18 della legge n. 765/67 su richiamate). Inoltre la Legge Regionale n. 9/90, allart. 1, obbliga i Comuni ad includere negli strumenti urbanistici generali ed attuativi le previsioni necessarie per la realizzazione di attrezzature religiose nella misura, per i Comuni con oltre 10000 abitanti, di mq 1 per abitante insediato o da insediare e con una dotazione minima non inferiore a mq 5000, per cui la dotazione complessiva di standard, prevista dal P.U.C. per ogni abitante insediato o da insediare, viene posta pari a 21 mq. 179

Oltre alla dotazione di cui sopra devono ancora prevedersi spazi per attrezzature pubbliche nei rapporti appresso indicati (art. 4 del D.M. n. 1444/68): 1,50 mq/abitante per listruzione superiore dellobbligo; 1,00 mq/abitante per attrezzature sanitarie ed ospedaliere; 15,00 mq/abitante per parchi pubblici urbani e territoriali. La superficie a standard per listruzione stata poi ripartita fra i diversi ordini di scuola. Per gli asili nido si tenuto conto della Legge della Regione Piemonte 15 gennaio 1973, n. 3 che allart. 6 stabilisce che la superficie totale dell'area per la costruzione di un asilo nido deve essere pari ad almeno 40 mq per bambino con un minimo di 1500 mq complessivi. Per quanto concerne, invece, la scuola materna, la scuola dellobbligo e la scuola superiore si fatto riferimento al D.M. 18 dicembre 1975 che prevede che, in sede di formazione dei piani urbanistici comunali, si proceda alla localizzazione e al dimensionamento delle scuole di ogni ordine e grado. Il decreto fissa, per ogni tipo di scuola, le dimensioni minima e massima dell'edificio scolastico e, in particolare, per: la scuola materna, lintervallo 3 sezioni - 9 sezioni; la scuola elementare, lintervallo 5 classi 25 classi; la scuola media, lintervallo 6 classi - 24 classi; la scuola secondaria superiore, lintervallo 10 classi (250 alunni) 60 classi (1500 alunni). In relazione allarea occorrente per realizzare ciascun edificio scolastico il decreto prevede, per gli intervalli di cui sopra, i seguenti parametri:
Classi Asilo nido 1 5 9 5 15 25 6 15 24 10 20 60 Alunni /classe mq lotto mq classe mq alunno alunni 1500 40.00 30 2000 40.00 50 3000 40.00 75 1500 1500 50.00 30 30 3750 750 25.00 150 30 6750 750 25.00 270 30 2295 459 18.33 125 25 7965 531 21.24 375 25 12550 502 20.08 625 25 4050 675 27.00 150 25 8175 545 21.80 375 25 12600 525 21.00 600 25 6620 662 26.50 250 25 11300 575 23.00 491 25 33900 565 22.60 1500 25

Scuola Materna

Scuola Elementare

Scuola Media

Scuola Secondaria Superiore

Si poi considerata la popolazione residente in et scolare al 2001 ed al 2007:


ETA 0-2 3-5 6-10 11-13 14-18 da 19 in poi Totale 2001 numero 3177 3196 5911 3656 5976 59971 81887 percentuale 3.88 3.90 7.22 4.46 7.30 73.24 100.00 numero 2938 3026 5097 3298 6079 60821 81259 2007 percentuale 3.62 3.72 6.27 4.06 7.48 74.85 100.00

180

Supponendo che le percentuali di residenti in et scolare registrate nel 2007 restino invariate e che non si riducano ulteriormente fino al 2016, data di riferimento delle scelte del piano, si stimata la domanda di istruzione per le scuole di ogni ordine e grado semplicemente moltiplicando le suddette percentuali per la stima complessiva di 80000 residenti al 2016, ottenendo il quadro seguente:
Domanda Asilo nido22 Istituti 39 29 19 99 20 11 40 13 8 22 9 6 Superficie complessiva dei lotti SCL 57920 57920 57920 148800 74400 74400 91943 106540 100721 87696 70806 68208 386359 309666 301249 158576 137632 135238 Superficie Prevista dal Piano SPP 67335 Standard mq/abitante 0.84

1448

Scuola Materna

2976

86493

1.08

Scuola Elementare

5016

123857

1.55

Scuola Media

3248

82315

1.03

Totale Scuole secondarie Superiori 24 12 4

360000

3.50

5984

137632

1.72

La somma delle superfici dei lotti per gli asili nido, le scuole materne, quelle elementari e quelle medie, nellipotesi di dimensione minima degli istituti delle scuole di ogni ordine e grado pari a 386359 mq non molto distante dai 400000 mq risultanti dallapplicazione dei 5 mq per abitante di cui alla L.R. n. 14/82, viceversa nel caso di istituti di dimensioni medie la somma pari a 309666 mq, ossia pari a circa in meno, il che evidenzia come la contrazione della popolazione in et scolare abbia reso eccessivo lo standard a suo tempo previsto. Pertanto si ritenuto pi opportuno considerare lo standard di 4,5 mq per abitante, previsto dal D.M. n. 1444/68, riservando i restanti 0,5 mq/ab ad attrezzature e servizi per la terza et. In questo caso il fabbisogno ammonterebbe a 360000 mq, circa 50000 mq in pi, di quelli strettamente occorrenti nellipotesi media, per cui si ripartita questa ulteriore dotazione proporzionalmente fra le scuole dei diversi ordini e gradi con la seguente formula: SPPi=SCLi/309666*36000 Nel caso delle scuole secondarie superiori lapplicazione dellindice di 1,5 mq/ab porta, invece, ad una superficie inferiore rispetto a quella risultante dal ragionamento di cui sopra, si avrebbero, infatti, 120000 mq contro i 137632 stimati, il che evidenzia come lo standard sia, in questo caso, in parte sottostimato soprattutto perch, quando fu concepito, non si assumeva un pi largo accesso di popolazione a questo segmento distruzione. Per quanto concerne la sanit lart. 3, comma 4, della Legge n. 405/01, Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 18 settembre 2001 n. 347, prevede uno standard di 5 posti letto per mille abitanti di cui l'1 per mille riservato alla riabilitazione ed alla lungodegenza post-acuzie.
22

La domanda per gli asili nido posta pari al 50% della popolazione da 0 a 2 anni.

181

In base a ci, data la previsione di 80000 abitanti al 2016, vi sarebbe bisogno di una struttura ospedaliera di almeno 16 posti letto. In termini di superficie occorrerebbero, invece, 80000 mq, applicando lo standard di 1 mq/ab. Andrebbe inoltre definito uno standard assistenziale anche per le residenze sanitarioassistenziali per anziani e per le residenze protette per anziani non autosufficienti e soggetti affetti da forme di demenza e/o portatori di gravi handicap. In merito, tenendo conto delle linee guida predisposte dal Ministero della Salute e degli orientamenti regionali, che hanno indicato i valori di dimensionamento sulla base della popolazione anziana residente, si sono stimati i posti letto occorrenti in strutture di accoglienza per anziani in ragione del 3,5% della popolazione residente che supera i 65 anni di et. Questultima pari al 2007 a 8272 residenti che rappresentano l10,183% degli 81259 residenti alla stessa data. Pertanto, data la stima di 80000 residenti al 2016 e nellipotesi che la popolazione che supera i 65 anni di et continui a rappresentare il 10,18% della popolazione residente, si ha il seguente fabbisogno in termini di posti letto: posti letto=80000 x 0,1018 x 0,035 =285 per cui, assumendo la dimensione media di 60 posti letto per ciascuna RSA, assunta come ottimale nella legislazione in materia della maggior parte delle regioni, si ha un fabbisogno complessivo di circa 5 RSA per anziani. Lo standard dimensionale di riferimento per la realizzazione delle R.S.A. riferito alla superficie utile funzionale della struttura ed fissato in mq. 40-45 per ospite, per cui si ha una superficie utile funzionale complessiva di 2700 mq per struttura su un lotto minimo per lo meno di 8000 mq comprensivo di aree a parcheggio ed aree verdi. Questo porta ad un fabbisogno complessivo di 40000 mq appunto pari, come anticipato, a 0,5 mq/ab. In base a quanto detto occorrerebbero allora le seguenti superfici:
Superficie occorrente mq 67335 86493 123857 82315 200000 800000 200000 80000 40000 1680000 120000 80000 1200000 1400000

Asilo nido Scuola Materna Scuola Elementare Scuola Media Attrezzature di interesse comune Spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport Parcheggi Attrezzature religiose Residenze sociali per anziani Totale superfici a standard Scuole secondarie superiori Attrezzature sanitarie ed ospedaliere Parchi pubblici urbani e territoriali Totale zone F

STIMA DEL FABBISOGNO DI STANDARD PER LE ATTIVITA INDUSTRIALI, COMMERCIALI E DIREZIONALI


Lart. 5 del D.M. n. 1444/68 definisce, poi, i rapporti degli insediamenti produttivi: 1. nei nuovi insediamenti di carattere industriale o ad essi assimilabili compresi nelle zone D) la superficie da destinare a spazi pubblici o destinata ad attivit collettive, a verde pubblico 182

o a parcheggi (escluse le sedi viarie) non pu essere inferiore al 10% dell'intera superficie destinata a tali insediamenti; 2. nei nuovi insediamenti di carattere commerciale e direzionale, a 100 mq di superficie lorda di pavimento di edifici previsti, deve corrispondere la quantit minima di 80 mq di spazio, escluse le sedi viarie, di cui almeno la met destinata a parcheggi (in aggiunta a quelli di cui all'art. 18 della legge n. 765). Per quanto concerne gli insediamenti industriali o ad essi assimilabili nella redazione del P.U.C. si ritenuta la quantit prescritta dal D.M. n. 1444/68 troppo esigua per cui si assunta la superficie da destinare a spazi pubblici o destinata ad attivit collettive, a verde pubblico o a parcheggi, escluse le sedi viarie, per lo meno pari al 30% della relativa superficie. Occorre, comunque, tenere anche conto della Legge Regionale n. 1/2000, Direttive regionali in materia di distribuzione commerciale. Norme di attuazione del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114, che contiene alcune norme con valenza urbanistica, in particolare per quanto attiene i parametri relativi al parcheggio ed alla compatibilit territoriale (art. 6) ed ai criteri di programmazione urbanistica, art. 14. Il comma 1 dellart. 1 della suddetta Legge Regionale suddivide il territorio della Campania in 14 aree funzionali sovracomunali omogenee nella prima delle quali, lArea 1 - Area Metropolitana di Napoli, ricade il Comune di Casoria, mentre il comma 2, dello stesso articolo, suddivide i comuni nelle seguenti 5 classi: a) Classe 1 Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti b) Classe 2 Comuni con popolazione compresa tra 30.001 e 50.000 abitanti c) Classe 3 Comuni con popolazione compresa tra 10.001 e 30.000 abitanti d) Classe 4 - Comuni con popolazione compresa tra 3.001 e 10.000 abitanti e) Classe 5 Comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti Il Comune di Casoria ricade, pertanto, allinterno della classe 1. Lart. 2, al fine del rilascio delle autorizzazioni amministrative, classifica, invece, le strutture commerciali di media e grande dimensione come segue: a. M1 A/M - Medie strutture inferiori, per prodotti alimentari o misti aventi superficie netta di vendita compresa tra 150 e 900 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e tra 250 e 1.500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 e 3; b. M1 E - Medie strutture inferiori, per prodotti extraalimentari aventi superficie netta di vendita compresa tra 150 e 900 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e tra 250 e 1.500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 e 3; c. M2 A/M Medie strutture superiori, anche in forma di centro commerciale, per prodotti alimentari o misti aventi superficie netta di vendita compresa tra 900 e 1500 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e superficie compresa tra 1.500 e 2.500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 e 3; d. M2 E Medie strutture superiori, anche in forma di centro commerciale, per prodotti extraalimentari aventi superficie netta di vendita compresa tra 900 e 1.500 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e superficie compresa tra 1.500 e 2500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 e 3; e. G1 A/M Ipermercati: strutture di vendita fino a 5.000 mq. per la vendita di prodotti alimentari e non alimentari; f. G1 E Strutture di vendita fino a 15.000 mq. per la vendita di soli prodotti non alimentari; g. G2 CQ Centri commerciali di quartiere o interquartiere: strutture commerciali di almeno 6 esercizi commerciali in diretta comunicazione tra loro, o posti allinterno di una struttura funzionale unitaria articolata lungo un percorso pedonale di accesso comune, fino a 4.000 mq. di vendita; h. G2 CI Centri commerciali inferiori: strutture commerciali di almeno 8 esercizi commerciali con le caratteristiche di cui alla lettera precedente, con superficie di vendita fino a 15.000 mq.; 183

i. G2 CS - Centri commerciali superiori: strutture commerciali di almeno 12 esercizi commerciali, con le caratteristiche di cui alla precedente lettera, con superficie maggiore di 15.000 mq., fino ad un massimo di 25.000 mq. j. G ACP Centri commerciali costituiti da aggregazioni commerciali polifunzionali. Dette aggregazioni devono essere costituite da almeno 6 esercizi appartenenti alle grandi e medie strutture ed esercizi di vicinato, con singole superfici di vendita fino a mq. 2.500 per i Comuni delle classi 4 e 5 e mq. 5.000 per i Comuni delle classi 1, 2 e 3, nonch da attivit produttive artigianali e di servizi. Ci al fine di realizzare la modernizzazione e il recupero delle imprese esistenti secondo le finalit indicate alla lettera f) 1 comma articolo 6 del decreto legislativo 114\98. Dette strutture debbono essere poste allinterno di una struttura funzionale unitaria avente servizi comuni, articolata lungo un percorso pedonale di accesso che consenta la diretta comunicazione tra i singoli esercizi. 2. Nei centri commerciali la superficie occupata dagli esercizi di vicinato non deve essere inferiore al 40% della superficie complessiva netta di vendita. Lart. 3 subordina la compatibilit territoriale delle grandi strutture di vendita ai contingentamenti di superficie determinati, con cadenza biennale, dalla Giunta regionale, su indicazione dellOsservatorio Regionale, previo parere della Commissione Consiliare competente. Per il primo periodo di attuazione della Legge la tabella C, allegata alla Legge, prevedeva per le Grandi Strutture di Vendita dellArea 1 le seguenti superfici:
mq esistenti mq previsti mq disponibili mq nulla osta rilasciati e non attivati 53964

Area 1 - Area Metropolitana di Napoli

88576

170068

81492

Lart. 6 prevede ladeguamento ai parametri di parcheggio nel caso di rilascio di nuova autorizzazione e di ampliamento della superficie di vendita; che le aree di parcheggio siano realizzate in diretta contiguit fisica e funzionale con le relative strutture commerciali e che la realizzazione degli accessi e delle uscite veicolari dalle aree di parcheggio e dalla struttura non crei interferenze con il traffico delle vie primarie di comunicazione. Larticolo prevede, inoltre, che per linsediamento delle medie e grandi strutture di vendita siano verificate le compatibilit territoriali di cui allallegata tabella D e che esse rispettino i parametri di parcheggio in rapporto alla classe demografica del comune, fissati dalla tabella di cui allallegato E. Si riportano qui di seguito le compatibilit territoriali ed i parametri di parcheggio per i Comuni della Classe 1, fra i quali ricade Casoria, desunti dagli Allegati D ed E di cui sopra. Per la classe 1:
TIPO M1 A/M M1 E M2 A/M M2 E G1 A/M G1 E G2 CQ G2 CI G2 CS G ACP Superficie struttura mq 250-1500 250-1500 1500-2500 1500-2500 2500-5000 2500-15000 2500-3500 2500-15000 15000-25000 Minima Disponibilit di Parcheggi mq di superficie per mq di vendita 0.8 0.8 1.5 1.0 2.5 2.0 2.0 2.5 3.0 2.0

184

Gli 80 mq di parcheggio per ogni 100 mq di superficie lorda di vendita, di cui allart. 5 del D.M. n. 1444/68, corrispondono in pratica a 0.8 mq di parcheggio per ogni mq di superficie lorda di vendita per cui una tale dotazione compatibile solo con le strutture di vendita di tipo M1 A/M e M1 E. Lart. 14 della L.R. n. 1/2000 prevede, inoltre, che le strutture di Media e Grande Distribuzione possono essere realizzate solo su aree ricadenti in zone urbanistiche dichiarate espressamente compatibili con tale collocazione che debbono avere adeguate infrastrutture e superficie tale da consentire la localizzazione di una determinata tipologia di struttura commerciale. Inoltre la localizzazione dovr essere compatibile con lassetto della viabilit e con i flussi di traffico; pertanto dovranno essere adeguatamente analizzati la rete infrastrutturale esistente e di progetto, la sua potenzialit, i fenomeni di gravitazione gi esistenti nellarea. Per quanto concerne gli spazi pubblici e di uso pubblico, in funzione delle diverse strutture di vendita, lart. 14 prescrive che vengano previste anche quantit minime di aree sistemate a verde. Pertanto, nella zonizzazione di piano si sono distinte le zone commerciali per tipologia di struttura commerciale insediabile e per standard di parcheggio, da 0,8 mq/mq a 3 mq/mq, ai quali vanno comunque aggiunti quelli di cui all'art. 18 della legge n. 765/67 oltre ad una quantit minima di area a verde quantomeno pari al 10% della superficie del lotto. Lart. 14 tratta, inoltre, la questione della localizzazione di strutture di vendita allinterno delle zone omogenee di tipo A, B e C ai sensi del D.M. n.1444/68. In particolare, per le zone A e B, consente di prevedere norme che consentano cambi di destinazione duso di immobili esistenti, al fine di collocare attivit commerciali e al fine di favorire lampliamento o il trasferimento di attivit esistenti nella medesima zona e, per le stesse e per la zona C, norme che consentano ampliamenti della cubatura esclusivamente per il recupero di locali esistenti situati sotto il piano stradale, al fine di collocare attivit commerciali di piccola distribuzione o al fine di favorire lampliamento o il trasferimento di attivit esistenti nella medesima zona. Tenuto conto, infine, che lo stesso articolo prevede che Il rilascio di una concessione edilizia, anche in sanatoria, contestuale al rilascio dellautorizzazione commerciale, se prevista, nel piano si introdotta la norma che ogni permesso di costruire in zona commerciale sia subordinato al contestuale rilascio dellautorizzazione commerciale o al suo possesso, analogamente per i permessi in sanatoria.

185

LE ATTIVITA ECONOMICHE

186

Prima di analizzare landamento del settore economico nel Comune di Casoria occorre fare alcune precisazioni.

I dati dei censimenti economici realizzati dal 1971 al 1991 si caratterizzano per la sostanziale
omogeneit della tecnica di rilevazione, delle definizioni, dei questionari e delle modalit di acquisizione del dato. Per questo motivo possibile ed agevole il confronto fra i relativi dati. A partire dal Censimento intermedio del 1996, la tecnica di rilevazione mutata, in virt dell'utilizzo di archivi di riferimento contenenti liste di unit e dei relativi attributi (forma giuridica, attivit, localizzazione, ecc.). Lapproccio basato sullutilizzo delle fonti amministrative consente di cogliere talune attivit difficilmente individuabili attraverso la rilevazione diretta sul campo, quali quelle cosiddette "non ostensibili", cio non immediatamente visibili al rilevatore del censimento tradizionale. Questo radicale cambiamento della tecnica di rilevazione, nel mentre rende pi precisa la rilevazione, rende pi difficile il confronto fra i dati dellultimo censimento generale dellindustria e dei servizi del 2001 e quelli dei censimenti precedenti. Le variazioni che si registrano nei dati sono in questo caso dipendenti, sia da reali cambiamenti nella struttura della realt economica, sia dalle problematiche legate alla metodologia statistica adottata. Discernere fra i due aspetti notevolmente complesso, anche se lIstat ha definito il set minimo di dati effettivamente confrontabili fra i diversi Censimenti. Ci premesso, nellanalisi del settore economico del Comune di Casoria, ci si limitati a confrontare fra loro i dati del Censimento del 1991, di quello intermedio del 1996 e di quello del 2001, al fine di stimare quale la linea di tendenza media delle diverse sottosezioni economiche, focalizzando poi lattenzione sul set completo di dati dellultimo Censimento. Dal confronto si deduce, per il Comune di Casoria, una situazione pressoch stazionaria, in termini di addetti, fra il 1991 ed il 2001 ed una crescita del numero delle unit locali, il che comporta, ovviamente, una riduzione in termini di dimensione media delle unit locali e, quindi, una loro minore capacit in termini di concorrenza. Come si pu rilevare dalla tabella riportata nella pagina seguente, le unit locali passano dalle 2988 del 1991 alle 3652 del 2001 con un incremento nel decennio del 22,22%, mentre gli addetti restano sostanzialmente stabili, passando dagli 11609 del 1991 agli 11618 del 2001, con un incremento irrisorio di appena lo 0,08%. Questo comporta, come detto, una riduzione della dimensione media delle unit locali in termini di addetti che passano da 3,89 addetti del 1991 a 3,18 del 2001, come rilevabile dalla successiva tabella. La situazione si presenta con andamenti simili sia per quanto riguarda il comparto produttivo, sia per quanto riguarda quello terziario, non mostrando segni evidenti di potenziamento delluno rispetto allaltro. Decrescono, infatti, in termini sia di unit locali, sia di addetti, da un lato lindustria del legno e dei prodotti in legno, -32,98% e -27,88% rispettivamente, e la produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua, -66,67% e -73,53%, e, dallaltro, il commercio ingrosso e dettaglio; riparazione di auto, moto e beni personali, -1,27% e -16,98%, e gli alberghi e ristoranti, 6,40% e -35,61%. 187

Unit Locali Cod. e Descr. Sottosez. Economica 1991 Numero 1996 2001 Differenza % 96/91 01/96 01/91 1991 Numero 1996

Addetti Differenza % 2001 96/91 01/96 01/91

A -

AGRICOLTURA, CACCIA E SIL-VICOLTURA

0 1 36 44 45 94 25

0 0 47 70 44 73 38

25.53

100.00 63.89 29.55 15.56 -32.98 80.00

0 4 164 215 237 269 115

0 0 176 235 218 231 144

17

2.84 -23.83 12.84 -16.02 8.33

-50.00 10.37 -16.74 3.80 -27.88 35.65

CB - ESTRAZIONE DI MINERALI NON ENERGETICI DA - INDUSTRIE ALIMENTARI,


DELLE BEVANDE E DEL TABACCO

2 -100.00 59 57 52 63 45 30.56

2 -100.00 181 179 246 194 156 7.32 9.30 -8.02 -14.13 25.22

DB

- INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO

59.09 -18.57 -2.22 18.18

INDUSTRIE CONCIARIE, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI

DC -

DD - INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO


FABBRICAZIONE DI PASTA-CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; STAMPA ED EDITORIA

-22.34 -13.70 52.00 18.42

DE

DF - FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRAT-TAMENTO COMBUST. NUCLEARI DG - FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI

0 8 10 35 101 25

0 10 11 48 102 39

3 10 16 57 110 38

25.00 10.00 37.14 0.99 56.00

0.00 45.45 18.75 7.84 -2.56

25.00 60.00 62.86 8.91 52.00

0 195 26 411 676 150

0 194 67 270 436 199

7 172 76 242 493 184

-0.51 157.69 -34.31 -35.50 32.67

-11.34

-11.79

DH -

FABBRICAZIONE ARTI-COLI IN GOMMA MATERIE PLASTICHE

DI E

13.43 192.31 -10.37 13.07 -7.54 -41.12 -27.07 22.67

DI - FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI DJ - PRODUZIONE DI METALLO E FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO DK FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; IN-STALLAZIONE E RIPARAZIONE DL FABBRICAZIONE MACCHINE ELETTRICHE E APPARECCHIA-TURE ELETTRICHE ED OTTICHE DM - FABBRICAZIONE MEZZI DI TRASPORTO
DI

46 5 47 3 118 1,738 125 67 50 175 190 2,988

64 6 49 2 314 1,707 105 159 50 368 165 3,471

60 5 61 1

39.13

-6.25

30.43 0.00 29.79 -66.67

550 873 158 68 825 4,669 396 573 199 575 261

606 423 162 81 1,268 3,605 201 601 197 757 200

544 659 191 18 1,572 3,876 255 695 204 842 613

10.18 -51.55 2.53 19.12 53.70 -22.79 -49.24 4.89 -1.01 31.65

-10.23 55.79 17.90 -77.78 23.97 7.52 26.87 15.64 3.55 11.23

-1.09 -24.51 20.89 -73.53 90.55 -16.98 -35.61 21.29 2.51 46.43

20.00 -16.67 4.26 24.49

DN - ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE


PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA

E-

-33.33 -50.00

F - COSTRUZIONI G - COMMERCIO INGROSSO E


DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI

372 166.10 1,716 117 -1.78 -16.00

18.47 215.25 0.53 11.43 -1.27 -6.40

H - ALBERGHI E RISTORANTI
TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI

163 137.31 58 0.00

2.52 143.28 16.00 16.00

J - INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA


ATTIVITA' IMMOBILIARI, NO-LEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT.

K -

434 110.29 152 3,652 -13.16 16.16

17.93 148.00 -7.88 5.21 -20.00

O - ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SO-CIALI E PERSONALI Totale:

-23.37 206.50 134.87 -11.53 13.11 0.08

22.22 11,609 10,271 11,618

Di segno negativo anche il caso delle sottosezioni che crescono in termini di unit locali e decrescono in termini di addetti, il che comporta una contrazione della dimensione media delle prime in termini di addetti. Questo il caso delle sottosezioni industrie tessili e dellabbigliamento, +29,55% e -16,74% rispettivamente, fabbricazione di prodotti chimici e di 188

fibre sintetiche e artificiali, +25,00% e -11,79%, fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, +62,86% e -41,12%, produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 8,91% e -27,07%, fabbricazione macchine elettriche ed apparecchiature elettriche ed ottiche, 30,43% e -1,09%, fabbricazione di mezzi di trasporto, 0% e -24,51%.
Numero medio di addetti per unit locale Cod. e Descr. Sottosez. Economica 1991
A - AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA CB - ESTRAZIONE DI MINERALI NON ENERGETICI DA - INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO DB - INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO DC - INDUSTRIE CONCIARIE, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI DD - INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO DE - FABBRICAZIONE DI PASTA-CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; STAMPA ED EDITORIA DF - FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. NUCLEARI DG - FABBRICAZIONE DI PRO-DOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI DH - FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE DI - FABBRICAZIONE DI PRO-DOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI DJ - PRODUZIONE DI METALLO E FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO DK - FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; INSTALLAZIONE E RIPARAZIONE DL - FABBRICAZIONE MACCHINE ELETTRICHE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED OTTICHE DM - FABBRICAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO DN - ALTRE INDUSTRIE MANI-FATTURIERE E - PRODUZIONE E DISTRIBU-ZIONE ELETTRICA, GAS E ACQUA F - COSTRUZIONI G - COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI H - ALBERGHI E RISTORANTI I - TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI J - INTERMEDIAZIONE MONE-TARIA E FINANZIARIA K - ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT. O - ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI TOTALE: DI ENERGIA

1996

2001

Diff.% 01/91

4.00 4.56 4.89 5.27 2.86 4.60 24.38 2.60 11.74 6.69 6.00 11.96 174.60 3.36 22.67 6.99 2.69 3.17 8.55 3.98 3.29 1.37 3.89

3.74 3.36 4.95 3.16 3.79 19.40 6.09 5.63 4.27 5.10 9.47 70.50 3.31 40.50 4.04 2.11 1.91 3.78 3.94 2.06 1.21 2.96

17.00 1.00 3.07 3.14 4.73 3.08 3.47 2.33 17.20 4.75 4.25 4.48 4.84 9.07 131.80 3.13 18.00 4.23 2.26 2.18 4.26 3.52 1.94 4.03 3.18

-75.00 -32.66 -35.73 -10.18 7.61 -24.64 -29.44 82.69 -63.85 -33.04 -19.30 -24.17 -24.51 -6.86 -20.59 -39.56 -15.92 -31.20 -50.14 -11.63 -40.95 193.58 -18.12

Solo la sottosezione fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche fa registrare, fra il 1991 ed il 2001, una crescita del numero di addetti maggiore di quella delle unit locali, il 192,31% contro il 60%, in tutti gli altri casi la crescita in termini di unit locali sopravanza quella in termini di addetti, con una riduzione del loro numero medio per unit locale. Questultimo rapporto cresce solo per le sottosezioni industria del legno e dei prodotti in legno, le cui unit locali passano da 2,86 a 3,08 addetti, fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, le cui unit locali passano da 2,60 a 4,75 addetti, ed altri servizi pubblici, sociali e personali, le cui unit locali passano da 1,37 a 4,03 addetti. 189

Tutte le altre sottosezioni presentano un decremento della dimensione media delle unit locali in termini di addetti, decremento che risulta maggiore del 50% per le sottosezioni estrazione di minerali non energetici, fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, e trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e maggiore del 30% e minire del 50% per le sottosezioni industrie alimentari, delle bevande e del tabacco, industrie tessili e dellabbigliamento, produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo, costruzioni, alberghi e ristoranti, attivit immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, professionisti ed imprenditori. Tutto quanto sopra mostra, al 2001, una situazione sostanzialmente in calo, rispetto al 1991, in quasi tutte le sezioni economiche. Non sono disponibili dati dopo il 2001 anche se un analisi dellandamento della congiuntura in Campania potrebbe indirettamente fornire indicazioni anche per Casoria. Come rilevato nelle Note sulla congiuntura della Campania della Banca dItalia del 2005, tra il 2002 ed il 2005 lincremento medio annuo del prodotto interno lordo non ha superato il mezzo punto percentuale, mentre era pari al 2,5 per cento nel periodo 1999-2002. Nel contempo dal 1999 al 2005 la crescita dei consumi delle famiglie passata dall1,1% allo 0,4% in media danno e la spesa per consumi delle Amministrazioni pubbliche ha decelerato, passando dal 2,7% all1,3%. Negli stessi periodi laccelerazione di alcune componenti di investimenti pubblici non ha compensato la debole propensione delle imprese ad investire; la crescita degli investimenti fissi lordi, pur rimanendo su livelli relativamente elevati, infatti calata dal 3,6% al 2,2% per cento. In particolare nel 2005 la congiuntura economica in Campania stata sfavorevole, a prezzi costanti, il PIL stato stimato in forte calo dalla Svimez (-1,9 per cento) ed in lieve crescita da Unioncamere-Prometeia (0,2 per cento): in entrambi i casi si tratta del risultato peggiore dal 1997. Nel 2005 lattivit produttiva si attestata su livelli deboli in quasi tutti i principali settori economici, mentre, come rilevato nelle Note sulla congiuntura della Campania della Banca dItalia del novembre 2006, nella prima met del 2006 il livello di attivit produttiva in Campania leggermente aumentato, interrompendo il negativo andamento ciclico del precedente biennio. Lindustria tornata a crescere, dopo due anni di calo del valore aggiunto, anche grazie allaccelerazione della domanda estera. Segnali di recupero sono emersi nei servizi connessi alle attivit turistiche e ai trasporti; andamenti relativamente meno favorevoli hanno invece caratterizzato i comparti delle costruzioni e dei servizi commerciali. La domanda interna ha continuato a manifestarsi debole sia nella componente dei consumi delle famiglie, sia in quella degli investimenti. Nel primo semestre del 2006 loccupazione ha mostrato andamenti differenziati nei vari comparti produttivi; nel complesso il numero di occupati rimasto stazionario, dopo essere calato nel biennio 2004-05. La situazione del 2007 non sembra migliore anche se non sono ancora disponibili dati pi aggiornati. Quanto sopra evidenzia, pertanto, un andamento mediamente negativo delleconomia campana che riguarda anche larea di Casoria in cui lindustria non sembra avere condizioni idonee per una ripresa ed il comparto della grande distribuzione commerciale comincia anchesso a dare segnali di crisi dopo leccessiva crescita di questi anni. 190

Il set completo di dati relativi alle unit locali ed agli addetti, delle imprese e delle istituzioni al 2001, per sezione economica, riportato nella tabella seguente.
Cod. e Descr. Sezione Economica Unita' Locali Totale % Imprese Istituzioni Totale % Addetti Imprese Istituzioni

A - AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA C - ESTRAZIONE DI MINERALI D - ATTIVITA' MANIFATTURIERE E - PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA F - COSTRUZIONI G - COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI H - ALBERGHI E RISTORANTI I - TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI J - INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA K - ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT. L - PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA M - ISTRUZIONE N - SANITA' E ALTRI SERVIZI SOCIALI O - ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI TOTALE

1 2 636 1 372 1716 117 163 58 436

0.02 0.05 15.84 0.02 9.27 42.75 2.91 4.06 1.44 10.86

1 2 636 1 372 1716 117 163 58 434

17 2 3524 18 1572 3876 255 695 204 843

0.12 0.01 24.29 0.12 10.84 26.72 1.76 4.79 1.41 5.81

17 2 3524 18 1572 3876 255 695 204 842

10 68 205 229 4014

0.25 1.69 5.11 5.71 100.00

33 186 171 3890

10 35 19 58 124

680 1498 664 659 14507

4.69 10.33 4.58 4.54 100.00

122 372 648 12147

680 1376 292 11 2360

dalla quale si evince che le attivit manifatturiere e le attivit commerciali sono le sezioni economiche che pi di altre sostengono leconomia di Casoria, rispettivamente con il 24,29% ed il 26,72%, seguite dalle costruzioni e dallistruzione, rispettivamente con il 10,84% ed il 10,33%. Nel complesso queste attivit rappresentano ben il 72,18% degli addetti. Per delineare meglio la sezione delle attivit manifatturiere si fatto riferimento alle relative sottosezioni economiche al fine di verificare una eventuale caratterizzazione produttiva dellarea (vedere tabella riportata nella pagina seguente). Questo ha consentito di individuare come sottosezioni trainanti, con una incidenza di addetti sul totale maggiore del 12%: la produzione di metallo e la fabbricazione di prodotti in metallo, la fabbricazione di macchine elettrichee ed apparecchiature elettriche ed ottiche, la fabbricazione di mezzi di trasporto,

e, con una incidenza di addetti sul totale maggiore del 6%: 191

le industrie conciarie e la fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari, la fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi.
Cod. e Descr. Sottosez. Economica Addetti Numero
181 179 246 194 156 7 172 76 242 493 184 544 659 191 3524
%

DA - INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO DB - INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO DC - INDUSTRIE CONCIARIE, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI DD - INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO DE - FABBRICAZIONE DI PASTA-CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; STAMPA ED EDITORIA DF - FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. NUCLEARI DG - FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI DH - FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE DI - FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI DJ - PRODUZIONE DI METALLO E FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO DK - FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; INSTALLAZIONE E RIPARAZIONE DL - FABBRICAZIONE MACCHINE ELETTRICHE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED OTTICHE DM - FABBRICAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO DN - ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE TOTALE

5.14 5.08 6.98 5.51 4.43 0.20 4.88 2.16 6.87 13.99 5.22 15.44 18.70 5.42 100.00

192

LASSETTO INFRASTRUTTURALE ED IL GOVERNO DELLA MOBILITA

193

La rete infrastrutturale e gli strumenti di gestione della mobilit nel Comune di Casoria Sotto il profilo dellassetto infrastrutturale, il territorio di Casoria risulta fortemente frazionato a causa del gran numero di tronchi e raccordi della viabilit primaria che rappresentano invalicabili separatori fisici realizzati nel corso del tempo, in assenza di una efficace pianificazione del sistema degli insediamenti e della mobilit, per soddisfare esigenze di collegamento puntuali che di volta in volta si presentavano. Anche la rete su ferro, pur significativa per estensione, non costituisce attualmente una efficiente alternativa allautomobile finendo per rappresentare anchessa un ulteriore elemento di confinamento di alcune aree abitate (si veda al riguardo la figura che segue). Procedendo da nord verso sud, il territorio comunale lambito dalla Ex Ss 87 Nc, poi attraversato dalla provinciale Nuova Cantariello e dalla autostrada A1 le quali, mediante articolati sistemi di rampe e bretelle si innestano dapprima sulla Sp 1 Circumvallazione Esterna di Napoli, che attraversa il territorio in direzione est-ovest, e quindi, pi a sud, sul Ramo Capodichino dellA1 che conduce alla Tangenziale di Napoli. Per quanto riguarda le linee ferroviarie, Casoria, attraversata dalla linea Napoli-Roma via Caserta di FS e da una linea della Circumvesuviana, servita dalla stazione Casoria-Afragola dove fermano solo i treni regionali FS diretti a Caserta e dalla stazione Volla (al confine con il comune omonimo) lungo la linea per Baiano della Circumvesuviana.

Fig. 1 Rete stradale primaria (in rosso) e rete ferroviaria (in blu) in comune di Casoria

I contenuti del Piano Generale del Traffico Urbano Nel gennaio 2001 stata prodotta dalla societ incaricata (Consorzio Arianna) la relazione di sintesi aggiornata del Piano Generale del Traffico Urbano per il Comune di Casoria adottato nel luglio successivo. La relazione, nel sintetico capitolo dedicato al contesto socioeconomico di 194

riferimento, osserva come il reticolo della viabilit locale si sia sviluppato a partire da una rete viaria a carattere prevalentemente agricolo, con leccezione delle vie consolari, che ha portato alla saldatura dei centri abitati e successivamente alla saturazione delle aree agricole intercluse, attraverso la realizzazione di ulteriori interventi di edilizia abitativa, senza alcuna possibilit di adeguamento della rete viaria alle crescenti esigenze del traffico locale. Nella suddetta relazione le principali problematiche riscontrate sono cos riportate: insufficienza della rete viaria urbana completamente "avviluppata" da un tessuto urbano sviluppatosi in maniera caotica e disordinata; insufficienza dellofferta di sosta, rappresentata esclusivamente dalla possibilit di parcheggiare lungo la maggior parte delle strade che costituiscono la gi insufficiente rete viaria; concentrazione di una serie di funzioni e di poli attrattori nell'ambito del centro storico di Casoria; insufficienza del sistema di trasporto pubblico sia urbano sia extraurbano che determina un utilizzo prevalente dell' autovettura privata sia per gli spostamenti interni sia per quelli verso l'esterno; insufficienza della segnaletica e completa assenza di un sistema di regolazione della circolazione veicolare. Gli interventi previsti per affrontare tali problematiche sono stati quindi suddivisi in interventi a breve termine e interventi a medio-lungo termine. I provvedimenti a breve termine riguardano: 1 limitazione al traffico veicolare nel centro urbano; 2 sistema di controllo semaforico; 3 individuazione di aree di parcheggio (fuori strada); 4 realizzazione di tronchi stradali; 5 segnaletica di indirizzamento; Gli interventi a medio-lungo termine consistono essenzialmente nella realizzazione di opere viarie a sostegno della realizzazione dei poli di riequilibrio urbano previsti in futuro dallAmministrazione comunale e si traducono in: 1 realizzazione di un'arteria di scorrimento parallela alla ferrovia, sul lato nord della stessa. Tale infrastruttura consentir di shuntare il traffico di attraversamento di Casoria in direzione Nord-Sud, convogliandolo verso la nuova viabilit del Cantariello attraverso l'ampliamento del cavalcaferrovia esistente (gi previsto negli interventi infrastrutturali di breve periodo); 2 realizzazione di uno svincolo sulla viabilit Casoria Centro-Arpino, in corrispondenza del TerminaI autostradale, e viabilit anulare di collegamento al parcheggio di interscambio ed alla stazione ferroviaria. Infine, per il trasporto pubblico su gomma, si prevedono modifiche al percorso di 6 autolinee esistenti. Considerazioni sui contenuti del PGTU In primo luogo occorre tenere conto che nella enunciazione degli interventi previsti nellambito del PGTU si fa riferimento a generici scenari di sviluppo definiti grazie allipotesi di realizzazione di interventi che si afferma essere stati gi previsti dallAmministrazione comunale e descritti come segue: realizzazione di un Terminal autostradale, gi previsto dal vigente P.R.G., con funzioni di interscambio gomma-ferro di livello comprensoriale, di accoglienza turistica e dotato di 195

attrezzature pubbliche e di servizi commerciali; nuovamente descritto a pag 34 della relazione di sintesi: realizzazione del TerminaI autostradale centrato sul secondo polo di interscambio gomma-ferro costituito dalla nuova stazione prevista, in adiacenza ad esso, dall' Accordo Quadro, stipulato tra la Regione Campania, il Ministero dei Trasporti, FS e TAV, e da un terminai bus e parcheggio di interscambio. Tale polo sar correlato anche con laeroporto di Capodichino al quale potr offrire sia servizi di ricettivit turistica, attraverso la realizzazione di strutture alberghiere, sia per la sosta prolungata (va ricordata lassoluta inadeguatezza dei parcheggi dello scalo aereo), collegando laeroporto con un servizio di navette. La funzione di interscambio risulter particolarmente agevole sia per la zona della Cittadella sia di Arpino che oggi sono altamente penalizzate sotto il profilo dei collegamenti su ferro; riuso delle aree dismesse della ex Rhodiatoce e dell'A.D.S., con la localizzazione in esse di servizi di livello superiore e funzioni urbane, e la realizzazione di un secondo polo di interscambio gomma-ferro, di livello urbano, incentrato sulla stazione di Casoria e sul riuso delle aree ferroviarie dello scalo merci; delocalizzazione di Uffici Comunali nella nuova struttura denominata Le Querce in via Piave, angolo via Po; delocalizzazione di Uffici Comunali nella nuova struttura Palazzo di Vetro in via Principe di Piemonte, angolo via Poerio; realizzazione di Strutture Sanitarie S.A.u.T. in un lotto adiacente via Calvanese/via Cortese ed in localit Arpino (via B. Croce area ex-container); realizzazione di ulteriori poli di servizio da costituire attraverso il riuso delle altre aree industriali dismesse ubicate ai margini del centro storico di Casoria. Al riguardo occorre dire che tali scenari non sono stati definiti n sotto il profilo della domanda n sotto quello dellofferta di trasporto e pertanto non assolutamente chiaro come si possa valutare lopportunit di realizzare qualsiasi intervento senza adeguate analisi e simulazioni. Nel caso del Terminal, non ne viene precisato lo schema funzionale, non vengono indicate le categorie di utenti che ne costituirebbero i destinatari n vengono fatte ipotesi sul numero e sulle caratteristiche delle linee pubbliche con cui dovrebbe svolgersi linterscambio. Atteso peraltro che lentit e la rilevanza degli interventi citati sono tali da poter desumere importanti ricadute sul tessuto urbano, sullorganizzazione della mobilit e sulle modalit di sviluppo del territorio per un periodo dellordine di decine di anni a che scrive sembra quanto mai opportuno prevedere non solo un nuovo Piano Urbano Traffico (coerentemente con i contenuti del D.Lgs. 285/92) per la corretta gestione dello scenario attuale ma la redazione di un Piano Urbano Mobilit (PUM) che preveda significativi interventi di riassetto infrastrutturale (eventualmente cofinanziati dallo Stato ai sensi della Legge 340 del 2000). A conferma delle considerazioni sinora sviluppate, il PGTU presentato non sembra contenga un adeguato studio della domanda attuale n previsioni di breve o medio periodo, non ha predisposto una nuova disciplina della circolazione privata n contiene ipotesi sui bacini di utenza che sarebbero interessati dagli interventi di delocalizzazione dei servizi a cui si fa riferimento. Infine, non vi alcun cenno ai risultati di una valutazione quantitativa degli effetti dei pur limitati interventi indicati. A tal proposito, facendo riferimento ai provvedimenti di breve periodo, pu ancora osservarsi quanto segue: provvedimento di limitazione al traffico veicolare nel centro urbano: nella relazione di sintesi (del 2001), non chiarito quali siano le strade da sottoporre a provvedimenti di limitazione del traffico n quale sia la disciplina da adottare; provvedimenti di controllo semaforico: nella relazione di sintesi si propone il controllo di 10 intersezioni oltre alla predisposizione di 4 attraversamenti pedonali. 196

Nel documento Relazione integrativa: Controllo semaforico interventi 1 fase del novembre 2000 (e quindi precedente al primo documento citato) nelle due pagine dedicate agli interventi proposti ci si limita ad indicare solo il numero di fasi per 4 incroci rinviando ogni dettaglio ad una successiva fase di verifica di fattibilit. Gli incroci considerati sono via Principe di Piemonte-via P. Nenni, via Principe di Piemonte-via A. Manzoni, via Principe di Piemonte-via Pio XII, via Padula-via Petrarca. In un terzo documento, Relazione integrativa: Riordino dei nodi critici, sempre del novembre 2000, si individuano 16 nodi da semaforizzare e 14 che richiedono una sistemazione con opere infrastrutturali o interventi di idonea segnaletica verticale ed orizzontale non pi menzionati nella relazione di sintesi del 2001. Da ultimo, nella Tavola 12 Interventi previsti di breve periodo, del 1998, gli incroci da semaforizzare sono indicati in numero di 12 differentemente da quanto indicato nei documenti suddetti. In definitiva, non chiaro quali siano i nodi che presentano effettivamente necessit di intervento, oltre i 4 su elencati, n sono sufficientemente dettagliati gli interventi da adottare non essendo peraltro riportato, a livello di nodo, alcun dato quantitativo sulla base del quale valutare la criticit dellintersezione. individuazione di aree di parcheggio (fuori strada): si individuano 2 aree di parcheggio rispettivamente nellinsediamento ex Montefibre lungo via Principe di Piemonte e nellinsediamento ex Rhodiatoce inoltre si segnala la necessit di ubicare un parcheggio multipiano nellarea del Centro Storico nellambito del piano di recupero edilizio della zona; il Piano Urbano del Traffco individua tale fabbisogno rimandando ad altri strumenti programmatici la eventuale puntuale individuazione del sito; fermo restando la verifica dellimpatto dello stesso sul sistema di circolazione, possibile attraverso il modello di simulazione implementato. Non chiaro tuttavia come possa essere valutato limpatto sulla circolazione veicolare dovuto alla realizzazione del parcheggio multipiano se non ne vengono definite le caratteristiche salienti a cominciare dallubicazione, dalla capacit e dal sistema tariffario; interventi di realizzazione di tronchi stradali: gli interventi previsti sulla rete stradale riguardano: adeguamento di via Boccaccio: attraverso la realizzazione di un "boulevard" di ingresso alla citt con centro viali alberati; adeguamento di via Pagano e del cavalcaferrovia per la realizzazione di un itinerario tra l'Asse Cantariello ed Afragola "shuntando" via Duca d'Aosta; realizzazione di un asse viario di collegamento tra via Brindisi e la SS 87 "Sannitica" per il collegamento del comparto residenziale compreso tra via Duca d'Aosta, l'asse ferroviario e la SS 87, che non avendo accesso su quest'ultima, scaricando tutti i flussi veicolari su via Duca d'Aosta e quindi sulla viabilit interna di Casoria; adeguamento dell'accesso da via Padre Ludovico da Casoria verso via Nuova Padre Ludovico da Casoria; risistemazione dell'incrocio via Padula-via Calvanese 1^Trav. Michelangelo. Di questi interventi solo i primi 3 sono anche riportati nella Tavola 12 Interventi previsti di breve periodo datata 1998; infine, per quel che riguarda la segnaletica di indirizzamento, si fa genericamente riferimento alla necessit di sistemare una idonea segnaletica di indirizzamento.

Gli interventi previsti nel PUC Pur tenendo conto del fatto che questa non la sede appropriata per definire e valutare le 197

ricadute sul sistema della mobilit di interventi infrastrutturali, pur ricordando che indispensabile mettere a punto strumenti modellistici di simulazione per analizzare e stimare gli effetti sulla domanda di spostamento sia degli interventi infrastrutturali sia per valutare le ricadute sulla domanda di spostamento degli interventi di rilocalizzazione sopra descritti e rinviando per tali attivit, come detto, alla necessit per lAmministrazione di dotarsi di adeguati strumenti di pianificazione come il Piano Urbano Mobilit e un nuovo Piano Generale del Traffico Urbano, nel prosieguo si descrivono gli interventi sulla rete viaria previsti nel presente PUC con lobiettivo di: favorire e indirizzare, esclusivamente attraverso una razionalizzazione dei collegamenti esistenti, lattuazione e levoluzione secondo linee predeterminate della politica di riorganizzazione e sviluppo del territorio cos come viene delineata negli obiettivi del Piano Urbanistico che si viene a presentare. E chiaro a tal punto, stante lindispensabile premessa fatta, che tale politica di sviluppo del territorio andrebbe attuata e calibrata anche attraverso una stima delle sue ricadute sul sistema della mobilit nel suo complesso. In definitiva, gli interventi previsti possono raggrupparsi in limitati interventi di realizzazione di nuova viabilit allo scopo di completare e riammagliare tronchi esistenti, ampliamento e adeguamento di viabilit esistente, realizzazione di viadotti e rotatorie. Pi in particolare (Tav. PRE) i principali interventi riguardano: nuova viabilit parallela a via Indipendenza a connettere via Etna con via Casoria 233; adeguamento e ampliamento di parte di via Etna e di viabilit circostante; nuova rotatoria tra via Aspromonte e via Etna; nuova viabilit parallela a via degli Appennini e ampliamento viabilit circostante; nuova viabilit confluente sulla Strada statale Napoli-Caserta; adeguamento e ampliamento di confluenze su via Duca dAosta e riammagliamento attraverso la realizzazione di nuova viabilit; adeguamenti, ampliamenti e riammagliamenti mediante realizzazione di nuova viabilit tra lAsse mediano e via Principe di Piemonte; nuova viabilit a servizio dellarea ex Montefibre con risistemazione intersezioni su viabilit esistente; adeguamento e ampliamento della viabilit a servizio dellarea ex A.D.S. con rifacimento viadotto su ferrovia e connessione a via Calvanese mediante nuova viabilit; adeguamento di via Calvanese; adeguamento, ampliamento e nuova viabilit tra via Calvanese e Circumvallazione esterna con risistemazione delle intersezioni a nord e sud; adeguamento e ampliamento viabilit confluente su via Calvanese nellarea compresa tra la Circumvallazione esterna e via Cantariello; realizzazione di due nuovi viadotti su Circumvallazione esterna; adeguamento e ampliamento della viabilit di collegamento tra la zona di Arpino e il centro di Casoria lungo lasse costituito da via E. Toti e via G. Pascoli. Lo scenario possibile di sviluppo dei collegamenti su ferro Lentrata in esercizio della linea AV/AC Napoli-Roma ha avuto leffetto di liberare tracce sulla linea ordinaria che potr cos svolgere al meglio la funzione di collegamento regionale. Nel piano del Comune di Napoli denominato 100 Stazioni inoltre prevista la realizzazione di una linea metropolitana che collegherebbe piazza Di Vittorio in Napoli alla Stazione Campania della linea AV/AC in comune di Afragola. La linea attraverserebbe i comuni di 198

Casavatore, Casoria e Afragola con 2 stazioni in territorio di Casoria, luna al confine con Casavatore (Casoria-San Pietro) e laltra in corrispondenza dellattuale stazione FS. In questo scenario che si viene a delineare si ritiene praticabile lobiettivo di ridurre la quota di spostamenti su autovettura privata e perseguire una ripartizione modale con aliquote pi favorevoli al trasporto pubblico sia su gomma che su ferro. Considerando la notevole dotazione di infrastrutture ferroviarie di cui gode Casoria andrebbe verificata la fattibilit di un sistema di servizi metropolitani che porrebbero Casoria al centro di una struttura di collegamenti radiale tra Napoli-Garibaldi e le linee di metropolitane ivi accessibili, la stazione AV/AC di Afragola e i comuni della cintura settentrionale. Lasse portante di questo sistema di collegamenti su ferro sarebbe rappresentato dallattuale linea FS Napoli-Roma via Aversa che attraversa il territorio di Casoria per tutta la sua lunghezza. In tal caso, attraverso una adeguata localizzazione delle fermate e un corretto ridisegno delle linee di adduzione su gomma potrebbero essere avviati a completa soluzione gli annosi problemi di collegamento tra le diverse porzioni di territorio cittadino e potrebbe essere potenziato il sistema dei collegamenti verso lesterno a discapito delluso dei veicoli privato con rilevanti benefici per la collettivit e lambiente. Nella figura che segue riportata la copertura del territorio che si potrebbe ottenere nellipotesi di nuova realizzazione (in rosso) di 4 stazioni sulla linea FS e di quella prevista sulla linea Capodichino-Afragola (in rosso) ad integrazione delle 2 esistenti sulle linee FS e Circumvesuviana (in blu).

Fig. 2 Aree dinfluenza nellipotesi di realizzazione di nuove fermate di servizi di collegamento metropolitani su ferro

199

LA ZONIZZAZIONE DI PIANO

200

Lindividuazione e la definizione delle zone di piano passata attraverso lesame di tutti gli aspetti trattati in precedenza. Inizialmente la selezione delle diverse zone scaturita soprattutto dal patrimonio informativo disponibile e dallanalisi dello stato di fatto, successivamente lattenzione stata incentrata sulla necessit di dotare il territorio comunale degli spazi pubblici e per le attrezzature pubbliche di interesse generale occorrenti, infine sono state operate alcune scelte limitate con lobiettivo di evitare limpegno di ulteriori quote di suolo, di salvaguardare i paesaggi antropici storici e/o consolidati e di tutelare le residue aree agricole. I paragrafi seguenti descrivono la procedura seguita e le considerazioni svolte per la definizione della zonizzazione di piano per cui pu capitare che uno stesso tipo di zona pu essere trattato in pi paragrafi successivi. La zona A Il punto di partenza stato la perimetrazione delle zone A di conservazione che il risultato degli studi e delle indagini eseguite sul tessuto urbanistico ed edilizio del territorio comunale. Le zone A sono state a loro volta suddivise in sottozone: la sottozona A1, corrispondente al centro storico di Casoria, la sottozona A2, corrispondente al centro storico di Arpino, e le masserie. Il P.U.C. prevede in esse il ricorso ai piani attuativi e, in particolare, ai Piani di Recupero in assenza dei quali sono consentiti unicamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo degli edifici esistenti. Lunit minima di intervento dei Piani di Recupero quella corrispondente agli ambiti indicati nella zonizzazione del P.U.C. alla scala 1:2000. Gli interventi possibili previsti sono finalizzati al recupero ed alla valorizzazione dellimmagine storica della citt, alla eliminazione delle superfetazioni e dei volumi incongrui ed alla conservazione delle testimonianze storiche e sono correlati al valore storico-architettonico degli edifici esistenti cos classificati: a Edifici di pregio storico architettonico, b Edifici di valore testimoniale, c Edifici di valore testimoniale alterato, d Edifici con nessun pregio storico architettonico. La zona B Per la definizione delle zone B e delle sue sottozone, si tenuto conto: dellart. 2 del D.M. n. 1444/1968 che definisce le zone B come le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A): si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densit territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq; della presenza di zone urbanizzate e caratterizzate da una prevalenza duso (residenziale, industriale, commerciale, ecc.), non per effetto dellapplicazione del P.R.G. vigente, ma, sostanzialmente, per effetto dellabusivismo edilizio per cui si ritenuto opportuno subordinare la loro sanatoria alla redazione ed approvazione di Piani di Recupero, ai sensi della legge n. 47/1985, se la destinazione di fatto della zona fosse del tutto incompatibile con quella assegnata alla stessa dal P.R.G. vigente; della presenza di ambiti di attenzione archeologica, evidenziati dal P.T.C.P. (vedere art. 37 delle N.T.A. dello stesso), per i quali si impone la necessit di un approfondimento conoscitivo e della tutela, con il concorso della Soprintendenza ai beni archeologici 201

competente, comunque tutelati ai sensi dellart. 136 comma 1 punto c del D.Lgs. n. 42/2004, cos come modificato dallart. 6 del D.Lgs. n. 157/2006, e della presenza di acque pubbliche e della relativa fascia di 150 m per lato dalle relative sponde o dai piedi degli argini tutelate per legge, ai sensi dellart. 142, comma 1, punto c dello stesso decreto, per le quali, oltre al ricorso ai Piani di Recupero, si impone, per gli abusi sanabili, il calcolo del relativo danno ambientale. Ci premesso si proceduto inizialmente a selezionare le zone: delimitate dalla viabilit esistente e di progetto, in cui il volume edificato a destinazione residenziale fosse maggiore del 50% del volume edificato totale della zona (vedere fig. A); in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie della zona fosse maggiore di 1,5 mc/mq (vedere fig. B); in cui la superficie coperta degli edifici esistenti fosse maggiore del 12,5% della superficie della zona (vedere fig. C); non corrispondessero alla zona A gi definita (vedere fig. D);

il risultato di questa operazione di intersezione, ABCD, eseguita in modo del tutto automatico, rappresentato nella figura E e corrisponde al complesso delle zone B. Successivamente si sono assunte come sottozone B sature le zone B della tavola E in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie della zona fosse maggiore di 4 mc/mq (vedere fig. F), operando la seguente intersezione logica EF ed ottenendo come risultato la successiva tavola G in cui sono riportate le sottozone B sature e le altre zone B. A tal punto si sono, prima di tutto, aggregate le zone del P.R.G. vigente in: zone residenziali, zone industriali, zone commerciali, attrezzature e servizi, zone agricole e zone e fasce di rispetto, poi si sono selezionate le zone: delimitate dalla viabilit esistente e di progetto, in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie della zona fosse maggiore di 1 mc/mq; in cui il volume abusivo delle tipologie di abuso 1, 2 e 3, che comportano incrementi di superficie utile e di volume, risultasse quanto meno maggiore del 20% del volume totale.

Eseguendo lintersezione logica delle informazioni di cui sopra con le zone aggregate del P.R.G. vigente stata redatta la tavola H in cui le zone sono rappresentate con una doppia classificazione, la prima basata sulluso prevalente degli abusi commessi, che consente di classificare le zone come zone con abusi prevalentemente: residenziali, se il volume abusivo di carattere residenziale rappresenta almeno il 60% del volume abusivo totale; residenziali-miste, se il volume abusivo di carattere residenziale maggiore del 50% del volume abusivo totale e minore del 60% e quello relativo ad ogni altro uso comunque minore del 50%; commerciali, se il volume abusivo a destinazione commerciale rappresenta almeno il 60% del volume abusivo totale; commerciali-miste, se il volume abusivo a destinazione commerciale maggiore del 50% del volume abusivo totale e minore del 60% e quello relativo ad ogni altro uso comunque minore del 50%; industriali, se il volume abusivo a destinazione industriale rappresenta almeno il 60% del 202

volume abusivo totale; industriali-miste, se il volume abusivo a destinazione industriale maggiore del 50% del volume abusivo totale e minore del 60% e quello relativo ad ogni altro uso comunque minore del 50%;

e la seconda che consente di classificare le zone per macro destinazione del P.R.G. vigente in: zone residenziali; zone industriali; zone commerciali; attrezzature; zone agricole; zone e fasce di rispetto. Da questa tavola stata desunta unulteriore tavola, la I, attraverso le seguenti due operazioni: sottrazione dalla tavola H delle zone in cui la destinazione duso prevalente dei volumi abusivi fosse compatibile e/o conforme con le destinazioni duso previste dal P.R.G. vigente, perimetrazione degli ambiti in cui le destinazioni duso prevalente dei volumi abusivi fossero non compatibili con le previsioni del P.R.G. vigente, da sottoporre a Piano di Recupero dellabusivismo edilizio, ai sensi della legge n. 47/1985.

Infine si tenuto conto delle zone vincolate per effetto del D.L. 22 gennaio 2004, n.42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, e s.m.i., pervenendo alla seguente classificazione finale delle zone B: sottozona B1, satura per quantit di volume edificato, sottozona B2, soggetta a Piano di Recupero dellabusivismo edilizio ai sensi della Legge n. 47/1985 per eccesso di abusivismo edilizio non conforme al vigente P.R.G., sottozona B3, satura per tutela delle zone vincolate e/o di interesse ai sensi del D.L. 22 gennaio 2004, n.42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, e s.m.i., in cui leventuale sanatoria degli abusi edilizi soggetta a valutazione del danno ambientale; sottozona B4, parzialmente completabile entro il limite di 2 mc/mq a livello territoriale;

rappresentate nella successiva tavola L. La zona C Come visto non vi sarebbe necessit di nuovi volumi edilizi per soddisfare le esigenze residenziali, mentre sarebbe opportuno incentivare il trasferimento delle superfetazioni e dei volumi incongrui dal centro storico dal centro storico di Casoria al fine di ridurne la congestione, riqualificarne lo spazio urbano, tutelarlo nelle sue forme originarie e valorizzarlo, ridando identit ai luoghi ed ai loro abitanti. Per far questo si individuata una nuova zona di espansione destinata ad accogliere queste volumetrie incrementate del 50% al fine, da un lato, di favorirne ed incentivarne il trasferimento e, dallaltro, di restaurare e recuperare le volumetrie originarie nel centro storico e di sistemare le eventuali aree di sedime resesi libere a seguito del trasferimento di cubatura. Lincremento di cubatura finirebbe anche con il compensare una eventuale domanda residenziale aggiuntiva. Sulla base delle analisi svolte sul centro storico e delle superfetazioni esistenti si stimata nel 5% della volumetria esistente la cubatura da trasferire. Pertanto, data la cubatura complessiva di 1395148 mc presente nella sottozona A1 (vedere elaborato REL a2) si ha che la cubatura 203

massima da trasferire pari a 69757,4 mc che, incrementata del 50%, pari a 139514,8 mc. Data la superficie della zona C individuata (vedere elaborato REL a2), pari ad 85956 mq, si fissato per larea un indice di fabbricabilit territoriale di 1,65 mc/mq. La zona D Per lindividuazione e la definizione delle zone D e delle relative sottozone si sono prima di tutto escluse, dal complesso delle zone delimitate dalla viabilit esistente e di progetto, quelle gi classificate come zone A1, A2, A3 e B1, B2, B3 e B4. Si poi attribuita alla sottozona D1industriale-artigianale larea dellex Resia, oggetto di un P.I.P. adottato dalla Commissione Straordinaria in data 18/03/07 con delibera n. 110, ed alla sottozona D2 commercialedirezionale le aree interessate dai piani di lottizzazione trasmessi dal Comune e riportati nel capitolo denominato Le indicazioni della commissione straordinaria e le iniziative in corso nel territorio comunale, che riguardano tutti attivit di tipo commerciale e terziario. Successivamente, fra le zone residue, si sono selezionate, in modo del tutto automatico, quelle in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie territoriale risultava maggiore di 1 mc/mq attribuendole alla sottozona D1 se: il volume edificato a destinazione industriale risulta maggiore del 50% del volume totale; il volume edificato a destinazione industriale risulta maggiore del 40% e minore o uguale al 50% del volume totale ed il volume edificato utilizzato come deposito risulta maggiore del 35% del volume totale;

e alla sottozona D2 se: il volume edificato a destinazione commerciale risulta maggiore del 50% del volume totale; il volume edificato a destinazione commerciale risulta maggiore del 40% e minore o uguale al 50% del volume totale ed il volume edificato utilizzato come deposito risulta maggiore del 35% del volume totale.

Si sono poi individuate come sottozona D3 le strutture ricettive ed alberghiere esistenti e le relative aree di pertinenza e, infine, come sottozona D4 le aree attualmente interessate da attivit produttive e commerciali in zona vincolata nelle quali consentire la sola manutenzione ordinaria e straordinaria dellesistente in vista di una possibile riconversione in aree a sevizio dellarea a parco urbano e territoriale a valenza agricola. Eseguita questa prima parte, tesa soprattutto a tenere conto delle iniziative di tipo industriale, commerciale e terziario gi operanti nel territorio e/o previste da piani e programmi, quantomeno adottati, e tenuto conto che sono obiettivi prioritari di questo P.U.C.: la dotazione di spazi pubblici e per le attrezzature pubbliche di interesse generale, la salvaguardia, per quanto possibile, delle residue aree agricole ed a carattere ambientale, il recupero e la valorizzazione del centro storico,

si passati prima ad individuare gli spazi pubblici e le attrezzature pubbliche di interesse generale e ad individuare parchi a valenza agricola ed ambientale, in particolare fra quelle non interessate da altri tipi di insediamento, anche a bassa densit (< 1 mc/mq), per poi individuare la destinazione duso pi opportuna per queste ultime, anche industriale e commerciale, se del caso, o residenziale, in relazione soprattutto alla necessit di avviare una politica di recupero del centro storico trasferendo preferibilmente superfetazioni e volumi incongrui dal suo interno, al fine di recuperarne, per quanto possibile, limmagine e lidentit. 204

Figura A Individuazione delle zone con percentuale del volume a destinazione residenziale sul volume totale maggiore del 50%.

205

Figura B Individuazione delle zone in cui il rapporto fra il volume edificato e la superficie della zona maggiore di 1,5 mc/mq.

206

Figura C Individuazione delle zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti maggiore del 12,5% della superficie della zona.

207

Figura D Zona A e relative sottozone

208

Figura E Individuazione delle zone B

209

Figura F Individuazione delle zone in cui il rapporto fra volume edificato e superficie della stessa maggiore di 4 mc/mq

210

Figura G Individuazione delle zone B sature (aree campite in rosso)

211

Figura H Zone con volume abusivo maggiore del 20% del loro volume totale per uso prevalente dei volumi abusivi e destinazioni duso del P.R.G. vigente. 212

Figura I Zone con volume abusivo maggiore del 20% del loro volume totale per uso prevalente dei volumi abusivi non compatibili con le destinazioni duso del P.R.G. vigente per le quali si prevede il ricorso ai Piani di Recupero dellabusivismo edilizio ai seni della legge n. 47/1985. 213

Figura L Zone e sottozone di tipo B. 214

Figura M Prima individuazione delle zone D e delle relative sottozone 215

La localizzazione delle aree a standard e le zone F Data lestrema penuria di aree a standard nel Comune di Casoria ed il loro carattere, nella maggior parte dei casi, residuale, il P.U.C. ha inteso individuare planimetricamente tutti gli standard occorrenti tenendo conto dei pochi standard gi esistenti e della necessit di localizzare gli altri sulle aree disponibili in modo quanto pi possibile baricentrico rispetto alla distribuzione territoriale della popolazione residente. Quanto sopra ha comportato la necessit di considerare i raggi di influenza dei diversi spazi pubblici, relativamente alle loro tipizzazioni ed alla consistenza della popolazione residente ricadente allinterno del raggio considerato. In particolare per i raggi di influenza si tenuto conto della circolare del Ministero dei Lavori Pubblici servizio studi e programmazione n. 425 del 20 gennaio 1967 in cui veniva proposto un insieme sistematico di standard edilizi ed urbanistici e, per questi ultimi, nellappendice C, anche dati dimensionali relativi alle attrezzature riportati nella tabella di cui alla pagina seguente.
Funzioni Area giochi al coperto Nucleo elementare di verde Gioco bambini 3-6 anni Gioco bambini 6-11 anni Gioco e sport 11-14 anni Gioco e sport oltre i 14 anni Parco di quartiere Parco urbano Asilo nido Scuola materna Scuole dobbligo Scuole secondarie superiori Chiesa parrocchiale Biblioteca pubblica Centro sociale Centro civico Centro sanitario elementare Farmacia Parcheggio Numero abitanti serviti da una max raggio di Area media ad abitante (mq/ab) attrezzatura influenza minimo medio massimo m coperta libera park tot 200 100 100% 100 200 300 100 3,00 3,00 1100 3200 7500 300 0,40 0,40 1300 3200 7500 500 0,60 0,60 6600 10800 15800 1000 1,00 1,00 6600 10800 20000 1000 5,00 0,11 5,11 6600 10800 20000 1000 3,00 0,11 3,11 20000 60000 100000 12,00 0,08 12,08 2000 3000 4000 250 0,10 1000 3000 7000 300 0,36 4000 10500 18000 1800 3,00 1000 0,50 5000 10000 0,18 0,52 0,18 0,88 3000 6000 10000 0,025 0,225 0,030 0,28 1000 2000 6000 0,20 0,55 0,10 0,85 1000 10000 0,04 0,16 0,02 0,22 10000 20000 0,04 0,34 5000 Almeno 15 mq di spazio per posto macchina / famiglia

Per quanto concerne listruzione sono state individuate aree idonee alla realizzazione di: AN asili nido, SM scuole materne, SE scuole elementari e SI scuole medie localizzando puntualmente ciascuna scuola, ovviamente rimandata alla fase di attuazione del piano la definitiva destinazione di ciascuna area alle scuole dei diversi ordini e gradi, tant che nella tavola di zonizzazione del piano scuole di diverso ordine e grado sono rappresentate luna accanto allaltra rimandando alla fase progettuale larticolazione dei corpi di fabbrica e leventuale suddivisione in pi lotti. Le attrezzature di interesse comune non sono state diversificate fra loro. Per quanto concerne il verde, gioco e sport, se si analizza la tabella di cui sopra si nota subito come il gioco e lo sport pi il parco di quartiere raggiungano, complessivamente i 10,22 mq/ab non dissimili dai 10,00 mq/ab di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, indicati dalla L.R. n. 14/82. 216

Pertanto si ritenuto opportuno suddividere questi 10 mq/ab in tre gruppi: verde, gioco e sport fino a 14 anni, 2 mq/ab, con limitate strutture edificate; gioco oltre 14 anni ed attrezzature sportive, 5 mq/ab, anche con attrezzature sportive al coperto; parco di quartiere, 3 mq/ab, con prevalente sistemazione a verde. I parchi di quartiere sono stati individuati e localizzati soprattutto sulle aree verdi residue allinterno del centro urbano ed ai suoi margini. Per quanto concerne, poi, lesigenza di spazi per attrezzature pubbliche di interesse generale si ritenuto indispensabile lindividuazione di spazi per le scuole secondarie superiori e per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere mentre per i parchi pubblici urbani e territoriali si sono individuate soprattutto le aree pi vaste, correlate ad altri aspetti e situazioni particolari da tutelare, non essendovi altre aree che per caratteristiche ed estensione possano essere assimilate a questa tipologia di parco. In particolare essi sono: un parco a valenza agricola nella fascia di rispetto delle acque pubbliche del canale detto fiume Sebeto e del canale detto fiume Reale, un parco, anchesso a valenza agricola, allintorno di una delle masserie storiche che conserva ancora un rapporto, anche paesaggistico, con il territorio agricolo circostante che va certamente tutelato, un parco nei pressi dello svincolo a quadrifoglio della Circumvallazione esterna nella fascia di rispetto aereoportuale; un parco a valenza agricola a tutela di una delle aree di attenzione evidenziate dal P.T.C.P..

nel complesso risultano destinati a parco 1010508 mq. Nel complesso le aree a standard e quelle per le attrezzature di interesse generale effettivamente localizzate, confrontate con il fabbisogno stimato al 2016, sono riportate nella tabella di cui alla pagina seguente. Dalla stessa si evince che gli standard localizzati risultano leggermente maggiori di quelli strettamente occorrenti, 48816 mq in pi pari al 2,9%. Gli spazi per attrezzature pubbliche di interesse generale risultano, invece, leggermente inferiori rispetto al totale stimato, 186334 mq in meno, pari al -13,31%, circostanza dovuta soprattutto alleccessivo consumo di suolo avutosi negli anni passati. Le aree a servizio delle reti, i servizi tecnologici ed il sito di trasferenza dei rifiuti Sono poi state identificate le aree a servizio delle reti, viaria e ferroviaria, assunte come porzioni di territorio rurale, come indicato dal comma 39 dellart. 63 delle NTA del P.T.C.P., e le aree utilizzate dai servizi tecnologici (acquedotto, centrali elettriche, ecc.). Si , inoltre, individuato un sito temporaneo di trasferenza dei rifiuti solidi urbani, prodotti nel territorio comunale, di circa 59000 mq, in parte in unarea attualmente gi interessata da un deposito temporaneo di rifiuti. 217

Figura N Iindividuazione delle zone F e delle relative sottozone 218

Asilo nido Scuola Materna Scuola Elementare Scuola Media TOTALE istruzione Attrezzature di interesse comune Verde, gioco e sport fino a 14 anni Gioco oltre 14 anni ed attrezzature sportive Parco di quartiere TOTALE verde, gioco e sport Parcheggi Attrezzature religiose Residenze sociali per anziani Totale superfici a standard Scuole secondarie superiori Attrezzature sanitarie ed ospedaliere Parchi pubblici urbani e territoriali TOTALE zone F

Superficie occorrente mq 67335 86493 123857 82315 360000 200000 160000 400000 240000 800000 200000 80000 40000 1680000 120000 80000 1200000 1400000

Superficie localizzata mq 70848 87203 132200 94147 384398 202337 159308 406147 250218 815673 203086 83010 40312 1728816 120818 82340 1010508 1213666

Differenza mq

3513 710 8343 11832 24398 2337 -692 6147 10218 15673 3086 3010 312 48816 818 2340 -189492 -186334

Verde e servizi privati Si sono poi individuate, oltre alle aree gi destinate a verde privato o a scuola privata, alcune aree, normalmente allinterno di aree a parco di quartiere o a parco urbano e territoriale o limitrofe alle aree gi urbanizzate da destinare ad attrezzature private costituite da pubblici esercizi (bar, ristoranti, ecc.), con relativo parcheggio, al loro servizio riutilizzando in parte le cubature gi presenti al loro interno. Le correzioni marginali Una volta eseguite le operazioni di cui sopra si sono operate alcune scelte mirate sulle aree che non risultavano attribuite ad alcun tipo di zona al termine delle operazioni sopra descritte. Questi aggiustamenti sono stati eseguiti secondo i seguenti criteri gerarchicamente intesi: tenere conto della classificazione delle zone operata dal P.T.C.P.; tenere conto della precedente destinazione duso secondo il P.R.G. vigente; tenere conto della destinazione duso delle zone limitrofe.

La zonizzazione di piano finale riportata nelle tavole denotate PRb1-PRb6. Nelle tavole PRc1-PRc6 sono riportate, allinterno di ciascuna zona di piano, le sigle di zona ed il loro numero dordine corrispondenti agli identificatori dei record dellallegato REL a2 in cui per ciascuna di esse sono riportati la superficie territoriale, il volume gi edificato, la superficie coperta esistente, il rapporto volume edificato su superficie territoriale ed il rapporto superficie coperta su superficie territoriale utili ad un raffronto con le trasformazioni territoriali consentite dalle Norma Tecniche di Attuazione del P.U.C..

219

ELABORATI DEL P.U.C.

220

Si riporta qui di seguito lelenco completo degli elaborati del P.U.C..

ELENCO ELABORATI DEL P.U.C. DI CASORIA


Relazione
REL a0 REL a1 REL a2
RELAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE ALLEGATO 1 SCHEDATURA DEGLI EDIFICI DEL CENTRO STORICO ALLEGATO 2 PRINCIPALI INDICATORI DELLO STATO DIFATTO NELLE ZONE DI PIANO

REL

Allegati tecnici alla relazione


ATR a0 ATR a1 ATR a2 ATR a3.1 ATR a3.2 ATR a3.3 ATR a3.4 ATR a4 ATR a5 ATR a6 ATR a7 ATR b1 ATR b2 ATR b3 ATR b4 ATR b5 ATR b6 ATR b7 ATR c1 ATR d0 ATR d1
RELAZIONE GEOLOGICA ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale UBICAZIONE DEI SONDAGGI ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale CARTA DELLE ISOPACHE DEL TUFO ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale CORRELAZIONI STRATIGRAFICHE ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale CORRELAZIONI STRATIGRAFICHE ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale CORRELAZIONI STRATIGRAFICHE ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale CORRELAZIONI STRATIGRAFICHE ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale CARTA IDROGEOLOGICA ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale MICROZONAZIONE SISMICA ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Territorio Comunale CARTA DELLA STABILIT ANALISI GEOLOGICA DEL TERRITORIO Indagini geognostiche e geofisiche per il Piano Urbanistico Comunale di Casoria ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA Centri di Casoria e di Arpino Insediamenti primo impianto ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA Centri di Casoria, di Arpino e masserie Edifici per epoca di costruzione ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA Centro di Casoria Tipologie edilizie prevalenti ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA Centro di Casoria Stato di Conservazione degli Edifici ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA Centri di Casoria, di Arpino e masserie Valore Storico-Architettonico ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA Territorio Comunale Altezze degli Edifici ANALISI STORICO-URBANISTICA E STORICO-ARCHITETTONICA Territorio Comunale Trasformazioni recenti CARTA DEGLI EDIFICI PUBBLICI, DEI SERVIZI ESISTENTI E DELLE AREE DI PROPRIET COMUNALE RELAZIONE AGRONOMICA USO DEL SUOLO IN ATTO AI FINI AGRICOLI E FORESTALI Territorio Comunale

ATR
scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000

scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000

221

Elaborati di analisi
AN a1 AN b1 AN b2 AN b3 AN b4 AN c1 AN c2 AN d1 AN e1 AN f1 AN g1 AN h1 AN i1 AN j1 AN j2 AN j3 AN j4
PLANIMETRIA GENERALE PER LINQUADRAMENTO TERRITORIALE STRALCIO DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE Inquadramento del Comune di Casoria nel P.T.R. DISCIPLINA DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO DEL COMUNE DI CASORIA SECONDO IL P.T.C. DELLA PROVINCIA DI NAPOLI ALTRI PIANI SOVRAORDINATI E STUDI URBANISTICI PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE approvato il 24 aprile 1980 con D.P.G.R.C n.5106 INFRASTRUTTURE STRADALI E FERROVIARIE ALLA SCALA SOVRACOMUNALE PIANO DELLE 100 STAZIONI COMUNE DI NAPOLI RETE INFRASTRUTTURALE ATTUALE

AN
scala 1:20000 scala 1:20000 scala 1:5000 scala 1:10000 scala 1:5000 scala 1:15000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000

Vedere carta dei vincoli e delluso del suolo Tavv ATR d1 e AN e1


CARTA DEI VINCOLI CLASSIFICAZIONE DEI TERRITORI URBANIZZATI ED INDIVIDUAZIONE DELLE AREE CON CARATTERI AGRICOLO-AMBIENTALI CARTA DELLUSO AGRICOLO-FORESTALE PERIMETRAZIONE DEL CENTRO STORICO PERIMETRAZIONE DEL CENTRO ABITATO E DEL CENTRO EDIFICATO (PREVISTA DALLART. 3 DELLA L.R. 17/82) ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale Leggi nn.47/85, 724/94, 326/03 ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale Tipologia di abuso legge 47/85 ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale Tipologia di abuso legge 724/94 ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale Tipologia di abuso legge 326/03 ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale Classificazione degli abusi per volumetria Entit volumetrica degli abusi delle tipologie:1-2-3 Legge 47/85 ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale Classificazione degli abusi per volumetria Entit volumetrica degli abusi delle tipologie:1-2-3 Legge 724/94 ABUSIVISMO EDILIZIO LOCALIZZAZIONE DELLE PRATICHE DI CONDONO Territorio comunale Classificazione degli abusi per volumetria Entit volumetrica degli abusi delle tipologie:1-2-3 Legge 326/03 ABUSIVISMO EDILIZIO Territorio comunale Zone con volumi abusivi maggiori del 20% del volume totale ABUSIVISMO EDILIZIO Territorio comunale Aree di cui alla Tavola AN j8 per compatibilit con il vigente P.R.G. ABUSIVISMO EDILIZIO Territorio comunale Zone con volumi abusivi maggiori del 20% del volume totale non compatibili con il vigente P.R.G. , soggette a Piano di Recupero ai sensi della Legge 47/85 INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE STRAORDINARIA E LE INIZIATIVE IN CORSO AREE INQUINATE E POTENZIALMENTE INQUINATE Territorio comunale AREE DISMESSE Territorio comunale DESTINAZIONE DUSO PREVALENTE

scala 1:5000

scala 1:5000

scala 1:5000

AN j5

scala 1:5000

AN j6

scala 1:5000

AN j7 AN j8 AN j9 AN j10 AN k1 AN k2 AN k3 AN k4

scala 1:5000

scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000

222

Elaborati di progetto
PR a1 PR b1 PR b2 PR b3 PR b4 PR b5 PR b6 PR c1 PR c2 PR c3 PR c4 PR c5 PR c6 PR d1 PR e1 PR f 1 PR g1
SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE QUADRO DINSIEME SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO IN ZONE OMOGENEE INDICATORI DI ZONA INDICATORI DI ZONA INDICATORI DI ZONA INDICATORI DI ZONA INDICATORI DI ZONA INDICATORI DI ZONA INDIVIDUAZIONE DELLE UNIT DI PAESAGGIO STANDARD URBANISTICI INTERVENTI SULLA RETE DELLE INFRASTRUTTURE RAFFRONTO CARTOGRAFICO TRA LA PROPOSTA DI PUC E LE CRITICIT GEOLOGICHE DEL TERRITORIO

PR
scala 1:5000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:2000 scala 1:5000 scala 1:5000 scala 1:5000

Norme tecniche di attuazione


NTA a0
NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

NTA

Valutazione Ambientale Strategica


VAS a0
RAPPORTO AMBIENTALE

VAS

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SOMMARIO

224

SOMMARIO:
INDIRIZZI PROGRAMMATICI PER LA REDAZIONE DEL P.U.C. DI CASORIA Riqualificazione del sistema della mobilit I parcheggi Il centro storico Il recupero delle aree industriali dismesse La riqualificazione dei quartieri periferici di recente edificazione LINEAMENTI STORICI Lubicazione Il toponimo Casoria I lineamenti storici La lettura dello sviluppo urbano La struttura dei siti e la storia delle trasformazioni I PRINCIPALI MONUMENTI, LE TIPOLOGIE EDILIZIE PREVALENTI E LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEGLI EDIFICI I principali monumenti Le tipologie edilizie prevalenti La casa rurale a corte Il Palazzo signorile Le cortine edilizie Le caratteristiche principali degli edifici Valore storico-architettonico Stato di conservazione Sistemi costruttivi degli edifici I PIANI SOVRAORDINATI Il Piano Stralcio per lAssetto Idrogeologico Il Piano Territoriale Regionale Il P.T.C.P. Il Piano ASI I PIANI DI SETTORE DI LIVELLO COMUNALE I VINCOLI Viabilit Linee ferroviarie, tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terresti Aereoporto Cimiteri Elettrodotti, cabine e sottostazioni elettriche Metanodotti e gasdotti Impianti di depurazione dei reflui Punti di captazione acque Acquedotti Beni culturali LE INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE STRAORDINARIA E LE INIZIATIVE IN CORSO NEL TERRITORIO COMUNALE LA CARTOGRAFIA NUMERICA LANAGRAFE EDILIZIA LABUSIVISMO EDILIZIO SUPERFICI COPERTE, VOLUMI EDIFICATI PER USO E VOLUMI ABUSIVI LE AREE POTENZIALMENTE INQUINATE E QUELLE INQUINATE LE PRINCIPALI AREE DISMESSE LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE Premessa La popolazione residente per classi di et Il grado di istruzione della popolazione residente Gli occupati ANALISI DELLANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE E STIMA AL 2006 Stima della popolazione residente al 2016 IL CAMBIAMENTO DEL MODELLO FAMILIARE E LANALISI DELLANDAMENTO DEL NUMERO MEDIO DI COMPONENTI PER FAMIGLIA

Pag. 2 2 2 3 4 5 6 6 6 7 8 17 18 20 20 28 29 33 33 35 36 37 38 39 43 46 47 51 52 53 53 54 54 54 55 55 55 55 56 63 69 76 87 138 145 148 149 149 150 151 158 159 165

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Levoluzione del modello familiare La stima del numero medio di componenti per famiglia e del numero di abitazioni al 2016 GLI EDIFICI, LE ABITAZIONI E LE STANZE E LA STIMA DEL FABBISOGNO DI ABITAZIONI E STANZE AL 2016 Il Patrimonio Abitativo Gli Edifici Le abitazioni per epoca di costruzione Le abitazioni e gli occupanti La dotazione di servizi delle abitazioni occupate da persone residenti Le Stanze Stima del numero di abitazioni e stanze al 2006 e del loro fabbisogno al 2016 IL FABBISOGNO DI STANDARD Stima del fabbisogno di standard per la popolazione residente Stima del fabbisogno di standard per le attivit industriali, commerciali e direzionali LE ATTIVITA ECONOMICHE LASSETTO INFRASTRUTTURALE ED IL GOVERNO DELLA MOBILITA La rete infrastrutturale e gli strumenti di gestione della mobilit nel Comune di Casoria I contenuti del Piano Generale del Traffico Urbano Considerazioni sui contenuti del PGTU Interventi previsti nel P.U.C. Lo scenario possibile di sviluppo dei collegamenti su ferro LA ZONIZZAZIONE DI PIANO La zona A La zona B La zona C La zona D La localizzazione delle aree a standard e le zone F Le aree a servizio delle reti, i servizi tecnologici ed il sito di traferenza dei rifiuti Verde e servizi privati Le correzioni marginali ELABORATI DEL P.U.C.

166 168 170 171 171 172 173 174 175 177 178 179 182 186 193 194 194 195 197 198 200 201 201 203 204 216 217 219 219 220

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