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URBANISTICA TEORIA

02/03/23 San Girolamo nello studio; Antonio da Messina.

La Città: è oggetto di studio di molte materie per cui non esiste una de nizione ma è tante cose
insieme.
Alcuni aspetti che la connotano:
• è un manufatto, qualcosa di concreto, di sico dal carattere ambiguo perché dietro la fattezza
della città costruita dobbiamo considerare la situazione sociale che c’è dietro di essa ed è
conteso ovvero oggetto di diverse discipline. Come manufatto possiamo identi care la città
come un esito di accumulazioni di esiti che l’hanno determinata e secondo Martinotti, protegge
l’ambiente della comunità dal percolo dell’esterno.
É l’esito di processi di accumulazione i quali anch’essi sono esito di molteplici aspetti (di leggi, di
costruzioni, saperi, discorsi, disegni ecc), i quali è di cile separare.
La città contemporanea è l’ambiente principale in cui vive oltre il 55% della popolazione mondiale,
e le città occupano solo il 2% del territorio pianeta ma producano circa il 70% di co2, per cui
sono il centro di produzione di emissioni di carbonio ma allo stesso tempo e lì che noi viviamo e
dobbiamo studiarla perché e lì che operiamo ed quella che dobbiamo migliorare.

• La città è il luogo di una civitas, luogo dove vivono delle persone; URBS-CIVITAS: è sia parte
costruita sia parte sociale e ci dobbiamo preoccupare dunque di far vivere bene chi ci abita.
Il sociologo richard ? Fa cenno a quelle civiltà che
Dobbiamo so ermarci al carattere della città, riconoscendola per quello che è e non per la sua
forma.
(Se si va a Suakin, città nel deserto, e arrivi ad esempio in macchina si nota come non ci siano
persone, non c’è una civitas, ma basta cambiare punto di vista, salire su un tetto e si può notare
come in resta essa sia abitata.)

COSA INTENDIAMO OGGI PER CITTA’?


La città è cambiata perché ne è cambiata la dimensione, oggi non possiamo dire che la città e la
campagna siano separate perché la città ha invaso queste.
Le città popolano il nostro pianeta, Si è persa la forma che prima avevano, e aprendosi ha invaso
gran parte di tutto il territorio. E’ cambiata sia la forma ma anche la civitas che ci abita all’interno,
Per cui l’urbanistica non ha una de nizione ‘recisi perché cambia in base al solettò di studio che
ha difronte.

GEO-CITTA’
La città oggi ci chiede nuovi occhi per essere capita, diventa oggi una geo-città ovvero che
ampliandosi torna al neolitico dove non vi erano distinzioni ecc in quanto era tutta una cosa?
Oggi parliamo di città-territorio ovvero: fa riferimento al concetto di palinsesto che si rifa a ? Che
dice che la città nel costruirsi ha invaso il territorio, una serie di costruzioni una sopra l’altro; è il
tentativo di leggere i div ersi strati di territorio, una lettura stratigra ca su cui bisogna lavorare
separando i diversi strati, le diverse traccia che hanno composto i singoli territori.

Bernardo Secchi ci dice che studiamo la città capendone le sue varie composizioni, i vari strati
che la compongono, le tecniche, ora civitas
L’urbanistica è una pratica che produce ciò che abbiamo difronte e bisogna sia analizzare ma
anche proiettare la città verso il futuro.
Noi con le nostre pratiche con i nostri modi di fare, facciamo urbanistica, creiamo la città.

(La rivista DOMUS, che dedico una serie di cataloghi per l’urbanistica e mettono al centro del
costruire la città, il cittadino.)

Noi ci occupiamo dell’urbanistica di città che hanno 7000 anni, è una pratica antichissima ma
come disciplina essa è recentissima.
Nasce nel 1897 con Cerdà che coniò questo termine, nel libro “teoria general de la urbanizacion”
studiano la città 800 rilevandone sul degrado che essa produceva, nasce come medicina della
città contemporanea, nasce per risolvere i mali della città (in questo caso di Barcellona)
Nasce con la necessità di spiegare la città con PAROLE NUOVE, ci fu il bisogno di parlare con
parole codi cando così termini appartenenti dell’urbanistica.
Nasce dunque tardivamente con il riconoscere le disfunzioni della città prodotte dalla rivoluzione
industriale.
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URBANISTICA TEORIA
Ha un origine recente, dopo la prima rivoluzione industriale ed . laha un origine igienista; bisogna
migliore la città rendendola più salubre.
Come già detto la città è un oggetto conteso, è sempre in piena trasformazione.
Nel 1942 nasce la legge urbanistica italiana che codi ca questo sapere assieme i maggiori
esponenti dell’uro. Italiana.
Uno di loro è Giovanni Astengo, Ludovico Quaroni che sottolinea che l’urbanistica si confronti con
il progetto e con il territorio, Luigi Piccinato che credeva nella città come organismo in evoluzione
cercando di capire i problemi, Thomas Adams il quale è legato all’arte e mette in evidenza come
l’uro. Sia il risultato di due strati: la scienza e l’arte, ed in ne Giancarlo de Carlo invece lavoro con
l’urbanistica legata ad un aspetto prettamente sociale.
L’urbanistica è come uno scalatore, avanzando mette paletti su solidità che esso trova, si muove
a tentoni. Non si ha una via ma bisogna stabilire quale sia la strada più sicura e questa condizione
di incertezza invade l’urbanista ma questa dimensione di vivere le molteplice in uenze crea un
arricchimento continuo, ne è esempio la scultura di Bill Reid, The Spirit of Haida gmail, la quale
ritrae l’idea di stare dentro la stessa canoa tutti insieme, portando diverse idee mantenendo però
la stessa meta.
Oggi l’urbanistica si preoccupa di creare una casa, un edi cio, ma questa gura pensa ancora che
le cose possano cambiare lavorandoci tutti insieme.
Oggi chiediamo all’urbanistica di creare un nuovo lessico, perché deve fronteggiare nuove s de
trasformandole in occasioni per progettare la città moderna.
Tre s de principali che deve a rontare:
1. Emergenza ambientale
2. Reti, accessibilità alle reti immateriali
3. Disparità sociali, (la di erenza sociale che c’è fra la città dei ricchi e dei poveri)

1. Qualche anno fa a Katrina sono successe devastazioni, perché la città è un corpo rigido che
non cambia in base alle diverse condizioni ambientali che possono crearsi da un. Momento
all’altro.Bisogna dunque pensare e creare la città come un corpo modellabile alle diverse
possibili esigenze. Bisogna considerare la natura come parte integrante della città, del
progetto.
2. Raggiungere con le reti siche ed immateriali tutte le parti del nostro pianeta. Essere delle reti
signi ca essere un luogo ma appartenere a reti di collegamento planetario; siti che stanno in
un territorio ma che in realtà appartiene ad una rete più ampia.
3. Cercare di stabilire parità sociale eliminando le disparità che oggi esistono. Creare interazioni,
spazi pubblici che diminuiscono separazioni sociali.

Giorgio Gaber: “com’è bella la città”, 1969


La città era inizialmente vista come grande luogo dei balocchi.
La città comprende del male ma anche del potenziale bene.

2. 09-03-23
Cos’è la città moderna?
Per città moderna s’intende quella che nasce con La rivoluzione industriale negli ultimi decenni
del 700. per dare una risposta alle condizioni critiche dello stato della città industriale, ma nasce
successivamente a questi.
Vuole dunque risolvere problemi nati prima ancora della sua creazione.
Si pone come se fosse una pratica terapeutiche per la città ( ne 700), per migliorarla e per poterlo
fare si a da ad un processo fato da due racconti: il primo quello che raccontano le problematiche
e il secondo racconto spiega come migliorare.
I processi della prima rivoluzione industriale in Inghilterra arrivano prima, il progresso tecnico e
tecnologico produce cambiamenti (soprattutto nel campo tessile e la macchina a vapore) sia nella
struttura produttiva ma anche nella forma della città.
Nel 1769 james Watt con la macchina a vapore incrementa la produzione in maniera veloce.
Nella città della post-rivoluzione industriale avviene:
• Una crescita smisurata della popolazione
• Distribuzione diversa nel territorio della popolazione, spopolano nel campagne, aumenta la
densità nelle città che crescono e aumentano
• Trasformazione delle attività produttive: necessità di creare grandi edi ci industriali in cui abitare
e lavorare
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URBANISTICA TEORIA
• Produzione inedita e innovazione con i mezzi di trasporto (ferrovie, stazioni ferroviarie, dighe

La popolazione vive contemporaneamente condizioni disumane e condizioni di evoluzione.


Le condizioni igieniche della città non erano buone e si capi come migliorando la città si possa
anche migliorare la condizione igienica della popolazione.

Mentre la città operaia cresce, nello stesso periodo vi è anche la città borghese che come nuova
classe chiede nuove città con nuovi spazi, nuove piazze in cui specchiarsi.

Mutamenti epocali
Dovuti ai mezzi di trasporto, con la prima locomotiva a vapore si ha uno sviluppo verso nuovi
mezzi di trasporto. Si costruiscono n le prime reti ferroviarie.
Nascono infrastrutture come anche quelle delle fognature, quello dello smaltimento dei ri uti ecc.
Il sottosuolo diventa importante per far sviluppare la città che si sviluppa al di sopra.
Queste opere migliorato le condizioni sanitarie della città.
La città 800esca ha dunque sia una radice etica ma anche una radice igienista.

Nel mentre c’è questo sviluppo sorgono anche problemi delle condizioni disumane con quartieri
sovra ollati.
In questo periodo nascono le prime inchieste sanitarie (1800).

Quando riconosco delle condizioni insalubri, esproprio e cambio la città.


La città moderna esce sulla tecnica dell’esproprio e sulla??

Riconosciute le disfunzioni l’urbanistica nasce per risolvere quei problemi, ma, si sviluppano due
loni:
1. Filone utopistica: da una parte si risolve costruendo città nuove, di erenti, distaccate dalla
città contemporanea; nascono come critica alla città esistente e moretto al centro
l’architettura secondo la quale mettevano in atto la felicità delle persone. Lo spazio(vedi slide)
2. Filone conservatorio/funzionalista: c’era invece chi modi ca la città già esistente
migliorandola.

1. Utopisti socialisti: utopie della ricostruzione, volevano instaurare un ordine egualitario, vogliono annullare le
di erenze fra ricchi e poveri. Solitamente son persone che con le proprie risorse vogliono creare qualcosa di
nuovo. (Nell’utopia c’è sempre l’idealizzazione della realtà e un traslato geometrico)
A. Robert Owen- New Harmony
B. Claude Henri Saint-Simon:
C. Charles Fourier - Falansterio
D. Jan baptiste Godin - Familisterio
E. Etienne Capet - Icaria

A. Fu uno dei primi che … asili?. Critica molto la situazione del proprio periodo, contro le
disparità della società?? Sperimenta una sorta di egualitismo, città con una forte carica
educativa, attenzione alla formazione. Immagina un’istituzione come centro educativo.
Descrizione della città: 1.200 persone, densità di un abitante ad acro (4000m2),alloggi per
famiglie, al centro del villaggio i servizi principali ecc. Lui fece una rappresentazione di una
città ideale agricola che prova a realizzare ma di cui riscontra però il fallimento della sua idea.
B. ???
C. Riprende la forma architettonica e della città urbanistica della città ideale; immagina il suo
falansterio come una struttura unica con grandi corti centrali fra di loro connesse, dove le
persone vivono e lavorano. Qui abbiamo0 1620 persone che devono abitare. Immagina un
edi cio con diversi piani con diversi funzioni. È un unità industriale e agricola. C e un grande
successo iniziale ma riscontrano problemi nella gestione del tempo. Anticipa i tipi edilizi. E un
campo di sperimentazione per dispositivi utilizzati poi oggi.
D. Realizza una familisterio, vicino alla soluzione di Fourier, costituito con tre blocchi di abitazioni
comunicanti con cortili che svolgono la funzione di percorso interno ecc. vengono introdotte
attività di scambio, di traportò con la natura. Comprendeva circa. 400 famiglie.
E. Lui immagina un grande viaggio nel paese di Icaria dove si vive una situazione di grande
armonia, (divisa da un ume, strade a scacchiera, ecc.). ebbe un grande successo questo
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URBANISTICA TEORIA
libro ma poi gli abitanti si separarono e successivamente di nuovo e quindi per problemi
gestionali il modello fallì, ma orche questi modelli gestivano poco i rapporti sociali.

Ci sono comunque molti limiti, è molto schematico il programma urbanistico e i rapporti sociali;
mancato passaggio da utopia a topia (da idea a realtà) ecc.
Hanno però hanno messo al centro la persona da valorizzare al centro della città.

3.16/03
Trasformazioni delle città capitali del XIX

1. PARIGI
2. BARCELLONA
3. VIENNA

La città dell’antico regime ha ancora una struttura ancora 600esca vicina a quella medievale, chiuse nelle proprie cinte
murarie; In questo periodo si trasformano per diventare altro no ad arrivare ai nostri giorni.
Salto dovuto dalla crisi della città contemporanea causate dalle trasformazioni della rivoluzione industriale che ha
messo in evidenza anche i malfunzionamenti della città.
Crescita della città di Parigi
1800-546.000 aB.
1817_714.000 ab
1830-900.00 ab
1840_1.000.000 ab
1848_1.300.000 ab

1. PARIGI ( ne anni 50 dell’800)


Tessuto compatto e stretto (che agevolò la società del tempo).
Il fattore principale della trasformazione della città deriva dalla tecnologia, vi è un incremento molto considerevole nel
cuore della città causando un impatto non positivo.
Napoleone ||| voleva modi care la struttura urbana di Parigi per adeguarla ad una delle più importanti capitali Europee,
volva che fosse più attrattiva, competitiva.
Demolire per realizzare infrastrutture urbane adeguate ai tempi, per dare importanza ai monumenti e per controllare alle
eventuali episodi di rivolte che potevano scatenarsi.
LE GRANDI TRASFORMAZIONI a Parigi
• GRANDS TRAVAUX del piano di Parigi
• Nuove 95km in più di nuove strade divise in boulevard e
• Due grandi parchi
• Nuovi quartiere (tot 20)
• La grande croce, il sistema di infrastrutture interne alla città che spacca la città provocando una trasformazione
rilevante.
• Sistemazione organizzativa riorganizzata (es. gli u ci)
ESPROPRIO
I grand travauxsono resi possibili grazie ad una legge del 1850 che prevedeva l’esproprio generalizzato.Nel 1958 tale
legge fu abolita. Il Consiglio di Stato previde che le aree private una volte urbanizzate dovessero essere restituite ai
privati che vedevano cosi valorizzate le plusvalenze.
IL SISTEMA HAUSSMANN -espropriazione per pubblica utilitàIl potere pubblico s’impossessava di immobili situati lungo
le vie da costruire. Questa norma consentì di radere al suolo buona parte dell‘Ilede la cité. -facciateIl potere pubblico
interveniva sull'aspetto degli immobili per via regolamentare, e per no sull'estetica delle facciate. Obbligo per i proprietari
di ripulire le facciate e di rinfrescarle ogni 10 anni. -opere pubbliche la regolamentazione del livellamento delle strade,
dell'allineamento degli immobili, dell'allacciamento alle fogne.
Fino al 1860, momento in cui il Consiglio di Stato ridusse il potere discrezionale dell’amministrazione, potevano essere
espropriati grandi porzioni del territorio senza limitazioni e divenne così possibile modi care il vecchio tessuto urbano.
Molto importante che i lotti non utilizzati dalla pubblica via rimasero di proprietà della città così da non poter essere
ripresi dai vecchi proprietari.
Lui fa una vera e propria trasformazione violenta, che diventa una città imponente liberandosi dalle mura medievali.
Tutto venne nanziato dallo stato e si realizzo in pochissimo tempo e mese appunto un modello di trasformazione della
città.
Haussmann realizza il Bois de Boulogne (l’antica foresta tra la Senna e le forti cazioni occidentali) che diventa subito
meta della vita mondana parigina. viene sistemato all'inglese, sul modello di Hyde Park, dall' ingegner Alphand,
dall’architetto Davioud, e dall'orticultore Barillet‐Deshamps.
Dal lato opposto della città, un parco simmetrico, tanto dal punto di vista sico che sociale, in prossimità della Marna, il
Bois de Vincennes, destinato ai quartieri più poveri dell’est.
Il sistema gerarchico degli spazi verdi perseguito da Hausmann, dal settore urbano al quartiere, continua con la
dotazione, alla scala del vicinato, di numerose squares, vagamente imparentate con quelle inglesi
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URBANISTICA TEORIA
Ancora oggi Parigi mantiene la stessa forma??? Edi ci con speci che dimensioni, facciate, anche per le quote del suolo
ecc. Il sistema di ohsman non venne più consentito perché lo stato si indebitò molto.
Sventramenti da cui si notano i cambiamenti, edilizia multipiano sulla strada .
Fa diventare infrastrutture anche gli spazi aperti, i grandi parchi attrezzandoli.Parigi ha una struttura circolare. Nel1863
inizia la costruzione dell’acquedotto. Trasporti pubblici collegati da una stazione ferroviaria che percorreva la città. Era
importante demolire gli edi ci vecchi per isolare gli edi ci monumentali. Architetture innovative

2. BARCELLONA
• 1750_ 69.500 abitanti
• 1770_115.000 abitanti
• 1800_130.000 abitanti
• 1850_ 150.000 abitanti
Trovare un nuovo lessico per questa nuova città;
Cerdà partecipa ad un concorso al quale non vinse ma presenta un libro che approfondisce lo stato della città, i dati
anagra ci, le linee di indirizzo della città ecc. e da qui, con lui, nasce l’urbanistica.
Disegna una grande città con aperti come:
Salubre
Ampia
Dove si può circolare
Accessibile a tutti, unitaria, egualitaria. Non è una griglia ma è comunque unitaria.
Attraversata da 5 assi che la tagliano e la uniscono ad un punto che cade nel centro storico
Innovazioni:
Tracciati viari e degli isolati, all’incrocio di ogni via viene lasciato uno spazio quadrangolare.
Strade di 20m
Parti aperte
Manzana: isolato tipico
Attenzione alla rranscalarità dell’oggetto.
SLIDE- Nella prima metà del XIX secolo a Barcellona le costruzioni abitative della città erano costrette all'interno della
medievale cinta muraria, a causa di un divieto assoluto di edi cazione fuori le mura no al con ne della giurisdizione
militare (circa 10 Km dal centro), tanto da risultare la città europea con la più alta densità abitativa prima ancora di Parigi
e Madrid.
Piano di Barcellona
1854-1859
1858_viene indetto un concorso con vincitore Antonio Rovira y Trias
1859_il piano di Barcellona viene af dato a Ildelfonso Cerdà.
Demolizione delle mura avvenuta con decreto reale il 1854
Decreto Reale del 185
1858_Piano di Miguel Garriga y Roca ipotizza il collegamento tra Barcellona e il borgo esterno di Gracia attraverso una
scacchiera con lotti e piazze quadrate.
1859 _Concorso pubblico per ur piano regolatore de nitivo di espansione urbana, che ha come vincitore l’architetto
Antonio Rovira y Trias
1859 af damento a Ilderfonso Cerdà.
Il nuovo impianto urbano di fonda su una estesa lottizzazione attraversata 5 assi stradali di importanza superiore ed un
sistema di vie ferrate in parte sotterranee
I principi ispiratori di Cerdà, sono sostanzialmente:
• igiene
• circolazione urbana
• equa politica fondiaria.
L’urbanizzazione del nuovo ampliamento è disegnata secondo una maglia regolare e ortogonale di strade che si estende
in modo omogeneo e che sembra non avere limiti, se non quelli naturali del nucleo antico a sud, del ume Besós a est,
della montagna di Montjuic a ovest e del borgo di Gracia a nord.
L’innovazione del progetto di Cerdàsta nella concezione dei tracciati viari e degli isolati.L’isolato è il luogo della
residenza. La rete dei tracciati sono i luoghi delle comunicazione e della socializzazione.
Le vias sono gli spazi pubblici per la mobilità, l’incontro, il supporto alle reti di servizi e l’illuminazione ma anche per
l’arredo urbano e gli alberi.
Le intervías sono gli spazi dove gli edi ci plurifamiliari si incontrano su due le attorno ad un cortile interno. L’intervíasè
la porzione di spazio compresa e delimitata dalle vías.
Gli assi di scorrimento (le strade) hanno 20 metri di larghezza. La maglia ortogonale è composta da isolati-tipo
(MANZANA) con un lato di 113,33 mtcon 4 smussature di 20 mtche formano piazze ottagonaliNove isolati, con le loro
relative strade, sono inscritti in un quadrato di 400 metri di lato.
Una particolarità del Piano di Cerdàè la sua organizzazione inquartieri e la razionale dotazione ed attenta localizzazione
delle attrezzature. Tutto l’Ensancheè organizzato per nuclei di vicinato con scuola e chiesa. Sono previsti anche otto
parchi pubblici ed un grande parco metropolitano, il Besos, tre centri ospedalieri, un ippodromo (che occupa lo spazio di
quattordici lotti), il cimitero che viene decentrato a nord della zona urbanizzata. Nessuna zona industriale che potrebbe
essere giusti cata dalle intenzioni di Cerdàdi favorire insediamenti artigianali all’interno delle maglie urbane.
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URBANISTICA TEORIA
Il 65% del lotto e destinato a verde con una densità insediativa di 250 ab/ha. Successivamente si passò a 1944/abx
isolato. Standard:
Quartiere 25 isolati
Distretto 4 quartieri
Settore 5 distretti
Scuola ogni quartieri
Mercato ogni 4 quartieri
Parco urbano ogni 8 quartieri
Ospedale ogni 16 quartieri

3. VIENNA
Arriva ali 19 secolo chiusa all’interno delle proprie mura ed ha bisogno di ampliarsi.
Nel 58 viene indotto un concorso per espandere la città;
Primo progetto che sistema lo spazio aperto come spazio connettivo lavorando sui vuoti e non sui pieni: un grande
parco che connette la città.
Ring di Vienna modello da ampliare man mano che la città cresce (Otto Wagner) e che diventa un esempio per ampliare
a seconda dello spazio aperto.
SLIDE: Struttura formata da un nucleo centrale (1600) circondato da mura. Le necessità di espansione hanno
determinato la realizzazione di una nuova cinta muraria (Linienwall) con interposto spazio inedi cato(Glacis) profondo
da 500 a 1000 mt.
Concorso del 1858: Vienna capitale imperiale europea -destinare 4/5 del Glacisai monumenti, agli spazi e agli edi ci
pubblici ;-riservare solo 1/5 agli edi ci privari.
1860_ Progetto Lohr+ commissione ministeriale + vincitori del concorso
Il progetto approvato ha come elemento centrale un amplissimo viale alberato anulare (largo 50 metri) sede di linee di
trasporto pubblico, lungo il quale si collocano spazi ed edi ci monumentali con forme e stili diversi, isolati o raggruppati
in sequenze o da esplicite simmetrie, tra loro collegati da spazi aperti le cui alberature e sistemazioni a terra sono
accuratamente disegnate e costituiscono, per così dire, il tessuto connettivo di un sistema la cui unitarietà e
signi catività alla scala urbana è indiscutibile, tale da con gurare un vero e proprio "modello" di progetto urbano.

Wagner prevede cinque diverse linee per uno sviluppo complessivo di circa 40 kilometri da realizzarsi, al ne di non
interferire con la viabilità stradale, anche in galleria, in trincea, in sopraelevazione o su grandi ponti metallici. La
soluzione al non facile problema fu trovata da Otto Wagner con la costruzione di una ferrovia urbana a scorrimento
veloce (oggi la chiameremmo «metropolitana di super cie») dotata di una propria sede di transito che non interferisse (o
che interferisse il meno possibile) con gli edi ci e il tessuto viario preesistenti. 1870 Nasce così la Stadtbahn, il cui
tracciato costituisce ancor oggi la spina dorsale della complessa e funzionale rete dei trasporti pubblici urbani di
Vienna. conferma il Ring che si rigenera in anelli di raggio maggiore mettendo in relazione tra loro gli Stellen—
insediamenti di erenziati nelle funzioni (come la prima Ringstraß e connetteva i vari edi ci pubblici). il Ring di Vienna
rappresenta un caso esemplare del modo in cui lo spazio aperto è elemento strutturante e principio organizzatore dei
luoghi centrali della cittàNumerose città hanno adottato questa stessa struttura urbana (Milano, Bologna , Firenze)

Il piano di espansione di Amsterdam (1902-1917)


Contenuti del Piano•impostazione del piano formalista, in quanto esso viene caratterizzato da una ricerca di ordine
puramente geometrica; •ricerca attraverso quest’ordine geometrico di un senso di grandiosità, non disgiunta da una
umana intimità, ed al tempo stesso di una unità di complesso; •soluzione del problema residenziale mediante il tipico
blocco rettangolare largo 50 metri e lungo da 100 a 200 metri, con case a quattro piani e giardino interno di 25 metri di
larghezza; •raggiungimento di una omogeneità architettonica mediante la prescrizione di facciate uniformi per ogni
blocco. Densità uniforme e maglia stradale articolataisolato lungo da 100 a 200 mtlargo 50 edi ci lungo la parte
perimetrale alti 4 piani e giardino interno.

4. 23/03
MODELLI DI CITTA’ DEL XIX sec. Tra utopia e realtà
MANIERA DI PENSARE L’URBANISTICA, Le Corbusier

Howard; La città giardino:


Denuncia la città contemporanea e le condizioni critiche che vive la campagna.
Magnete della città che attrae i cittadini ma allo stesso all’interno della città ci sono condizioni di vita insalubri ecc.
Anche per la campagna vale lo stesso discorso, ci sono dei pro e i contro.
Lui immagina una città giardino in cui unisce i bene ci della città e della campagna. Questa deve avere una dimensione
non enorme (perché seco do lui l’enormità delle città è proprio un punto debole) e stabilisce una misura tipo.
Ha 3 obiettivi:
1. Salvare il territorio rurale dallo spopolamento.
2. Programmare l’espansione della città.
3. Aumentare la qualità del habitat urbano.
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URBANISTICA TEORIA

• 5000 acri (4000 metri) per l’area esterna


• 1000 acri per la fascia agricola esterna ovvero il Green Belt: un corona verde
• Nucleo urbano non superiore ai 32.000 abitanti.
• Grande piazza circolare circondata da attrezzature pubbliche alle quali attorno si estende
• un parco recintato da una galleria di vetro chiamata crystal palace
Case collocate a forma di unghia - a crescent- (5000 lotti circa) con abitazioni per i ceti più poveri.
(Città grande di 58000 abitanti massimo separata dalle altre città con spazi verdi.)
E’ un vero e proprio decentramento della città (dei quartieri) ed infatti nasce con lui questa teoria.
La città (50 km da Londra) dopo 30 anni dalla fondazione (1903) ha meno della metà dei 35.000 abprevisti. La crescita è costante e nel
1973 raggiunge i 68.000 abcon una densità circa doppia rispetto a quella indicata dal progetto.Oggi ha una popolazione di 33.349
abitanti

Sperimentazioni di città secondo lo schema di decentramento:


Letchworth garden city
Attenta ai rapporti con la natura
5km da Londra
Meno della metà di 35.000 abitanti.
Modalità di aggregazione del cottegh: incrementa lo spazio intimo e passa da uno spazio pubblico (la strada) a quello del close (spazio
in cui si riconoscono gli abitanti di quel quartiere) no ad arrivare allo spazio privato della casa.

Hamstead garden suburb, 1905, Unwin, Parker


Architetture vernacolare
Grande attenzione alla qualità dell’abitare.
Prevale lo spazio aperto fra i gottegh

(Fanno parte del lone culturalista: progtttare in base alla cultura del luogo).

Modello dell’utopia di Howard: 3 tipi di città che ne riprendono qualcosa:


Città satellite “new towns” attorno ad una fabbrica
Città di fondazione (nuove) costruite dal nulla.

Nel secondo dopo guerra ce la necessita di ridare un abitazione dopo la guerra e alla popolazione che dagli anni 50 in poi cresce molto.
Patrick Abercrombrie: Greater London ??
Patrick Abercrombrie: County if London piani cazione per Londra.
Riconosce i diversi gruppi sociali che abitano a Londra (nel disegno li divide in bolle che possono anche espandersi ne rimpicciolirsi).
New towns act:1946 nascono 18 nuove città.
La grande Stoccolma 1952: sviluppo della città per satellite
Ex unione sovietica:
Chandighard: l:C nata dal nulla città antropomorfa: nella parere superiore le attività più importanti.
Teoria delle sette vie. (vedi)
Da forma alla città pensando e partendo dalla cita come se fossero loro a dare forma alla città
Sul. Modello della città di L.C si hanno molti modelli
Brasilia; vitta più decentrata più interna e più al baricentro.
A forms di aereoplano s2 ulla use cenhtaledi scorrimento veloce

WelwynGarden CityProgettata da Louis de Soissons, diametro di circa 3 Km ed è divisa in quattro settori da una linea
ferroviaria principale e da una secondaria preesistenti. Uno dei settori è destinato all’industria, mentre l’altro è occupato
principalmente dal centro cittadino organizzato attorno ad una parkway. La parkwayrappresenta l’elemento strutturante
del disegno urbano; un parco lineare largo 60 m con alberature, prati e aiuole. L’utopia urbanistica di Howard è l’unico
modello teorizzato nel XIX secolo a diventare realtà e che abbia dimostrato una su ciente essibilità per adeguarsi nel
tempo alle esigenze di uno sviluppo piani cato a vasto raggio. L’esperienza fondativadelle garden citiesinglesi del XIX
ha orientato nel mondo numerose politiche e realizzazioni che hanno sviluppato –secondo modelli di erenziati-il
concetto del decentramento piani cato e delle unità urbane satelliti. Oggi possiamo identi care almeno tre tipologie di
città nuova: 1)città concepite nel quadro di una politica di piani cazione territoriale di una grande metropoli
(newtownsinglesi, americane, scandinave, le villesnouvellesfrancesi); 2)le nuove capitali, come Chandigarh e Brasilia,
nate per ragioni politiche e per pilotare lo sviluppo di paesi economicamente arretrati;3)le città nuove industriali, sorte
per alloggiare i lavoratori dei grandi impianti di produzione, come in Russia, Polonia e Ungheria, Cina;
Il New TownsActdel 1946 diede l’avvio in Inghilterra alla costruzione di diciotto nuove città. A iniziare dal 1946, con
Stevenage, si realizzarono le prime 13 new towns(tra cui Harlow, Peterlee, Corby). Esse erano previste per una
popolazione limitata (20-60.000 abitanti), a bassa densità (30-45 edi ci per ettaro), con zone industriali esterne, presso
le vie di grande comunicazione, e con struttura sociale equilibrata.
SvenMarkelius, la grande Stoccolma 1952Unità residenziali da 20.000 a 100.000 abitanti raggruppate attorno alle
stazioni, secondo la regola del tempo di percorrenza (maxdi 45 minuti tra città satellite e polo; il piano stabiliva un
modello teorico di quartiere residenziale, da applicare alle città satellite.
Nell’Europa dell’est lenewtownsrispondono all’esigenza di creare poli industriali in prossimità delle materie prime e di
assicurare equilibrio nello sviluppo economico del paeseEx unione sovientica1935_ due città satellite come Khimkye
Krasnojarsk1956_20newtownspreviste nello Schema Regionale di Mosca.

La Citè industrielle, pensata per 35.000 abitanti, è composta da parti funzionali distinte ed integrate:-zona industriale
collocata in pianura, nei pressi del ume e della ferrovia;-zona residenziale su impianto a scacchiera con il centro civico
nella parte mediana, ubicata su un terreno più elevato e separata dalle fabbriche mediante un’ampia area verde;-
ospedale e le altre attrezzature sanitarie disposte nella zona collinare a nord della città. ;-strade distinte secondo il tipo
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URBANISTICA TEORIA
di tra co con netta separazione tra percorsi veicolari e pedonali. Il sistema dei tracciati è ortogonale e si articola in 4
tipologie stradali 1. L’arteria principale con orientamento est-ovest è larga 40m e presenta una sezione piuttosto
complessa composta da due sensi di marcia ciascuno suddiviso in tre corsie: per i veicoli lenti, per i veicoli veloci e per
la ferrovia Il marciapiede nord largo 6 mtè senza alberature; quello sud largo 13m è dotato di alberature distanziate 7.5
mt2.Le strade di 2°livello sono orientate nord-sud e sono perpendicolari all’arteria principale. Hanno una sezione di 20
mte marciapiedi di 5 mt2.Le strade di terzo livello distribuiscono i lotti residenziali, sono parallele alla strada principale e
hanno 2 sezioni che si alternano: ogni due strade strette (di 13m non alberate) una strada larga di 19m con marciapiedi
(sud 5.5 mt alberato, nord 2.5 mtnon alberato.
Il nuovo quartiere residenziale si organizza intorno ad un largo viale centrale disposto secondo l’asse elio termico est-
ovest e percorso dai mezzi pubblici sul quale si attestano i servizi pubbliciIsolati lunghi e stretti di 150x30 m suddivisi in
lotti minimi edi cabili di 15x15m tutti con a accio su strada. La densità edilizia è bassa, la super cie edi cata è sempre
inferiore alla metà del lotto. Garnier studia varianti della tipologia residenziale fondamentale, la casa unifamiliare isolata,
spesso abbinata, con ingresso indipendente. Le case pluri familiari che superano i due piani (più economiche) sono
collocate prevalentemente nell’area della stazione.

Città di Lione
Tra il 1906 e il 1914 progetta e realizza il macello e il mercato bestiame, la cui hall centrale è costituita da una sala di
acciaio di 210,8 mt.Nel 1909 progetta l'ospedale municipale concepito come una specie di città-giardino per malati,
con padiglioni sparsi nel verde e collegati fra loro da un sistema di comunicazione sotterranea.In ne, sempre a Lione,
progetta e costruisce lo stadio olimpico (1914) ed il quartiere États Unis(1924-35). Gli abitanti del quartiere ormai
degradato negli anni ottanta ne chiesero un rinnovamento. E' così che nacque il grande progetto Museo Urbano Tony
Garnier.

Soriay Mata propone una città-nastro di limitata larghezza ma di lunghezza inde nita, percorso da una o più ferrovie
lungo l'asse. La strada centrale è di 40 metri, alberata e percorsa nel centro da una ferrovia elettrica(ferrocarril);
Ortogonalmente all’asse principale si collocano le strade”trasversali",larghe 20m, che incrociano l’asse ogni 80 o100m.
A 200 m dalla strada principale si colloca la strada posteriore, larga 10 m, che costituisce il limite esterno della città
lineare.Le fasce che compongono la strada centrale sono separate da alberature, ed ospitano, simmetricamente
rispetto all'asse:-il binario della tranvia (7m); -il camminamento riservato ai pedoni (3m);-la pista ciclabile (4m);-la
carreggiata (6m).le traverse saranno lunghe circa 200 metri e larghe 20. Gli edi ci potranno coprire solo un quinto del
terreno. Soriay Mataimmagina una città estensiva di villini isolati: nel lotto minimo di 400 metri quadri, solo 80 saranno
per l'alloggio, il rimanente per il giardino.

5. 30/03
LE UTOPIE DEL XX SECOLO

Narrazione = continuità-linearità = città storica


Discorso = frammentato = città contemporanea

Durante gli anni 30 del secolo scorso l’urbanistica è all’apice del suo successo, è vista come
scienza necessaria per la piani cazione della città.

1. VILLA RADIEUSE 1933: modello razionalista della città moderna


2. BROADACRE CITY 1931-1935: modello antitetico a quello di prima, lui ragiona sulla città
aperta. dispersa, in nita, senza con ni.
3. CITTA’ SOCIALISTE 1930: che nasce dopo la rivoluzione di ottobre e che vuole dare una nuova
socialità.

CIAM
Sono congressi nazionali di architettura moderna, luoghi di scambio del movimento moderno.
Hanno un esperienza limitata, partono dal 1928-1959.
Ogni anno si a rontano temi speci ci da a rontare e che mettevano al punto l’era moderna e i
suoi principi fondamentali dell’urbanistica e dell’architettura moderna.
Era anche molto importante la comunicazione che doveva assumere.
• Il 4° CIAM: situato su un piroscafo, facendo un viaggio di tre giorni in cui bisognava creare la
carta di Atene con i suoi punti, per farlo venne scelto il tema del viaggio visto come una sorta di
possibilità di ri essione per le idee.
Ogni paese portava alla discussione alcune città e alcuni piani di città i quali venivano messi a
confronto per capirne i principi guida.
Delle tavole dei disegni di Barcellona, uno importante fu, Piano Marcia, che proponeva all’isolato
che si smembrava lungo la strada si perde il rapporto.
La carta di Atene codi ca i principi dell’architettura e dell’urbanistica moderna. Questo
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URBANISTICA TEORIA
documento enuncia i modi per migliorare la vita nella città moderna,
la quale deve permettere di abitare, lavorare, divertirsi e spostarsi.

STRUTTURA CARTA DI ATENE


1.Caratteri generali: analizza il territorio in cui si inserisce la città
2.Critiche e rimedi
3.Conclusioni: individuano il modo in cui muoversi per risolvere.

La carta sviluppa tre aspetti fondamentali:

1.IDEA DI CITTA’: propone principi e regole per la costruzione della


città futura. (es.llontanamento delle cose e le funzioni, separazione,
dilatamento dello spazio aperto e ampio introducendo spazi verdi e
sani). Per separare si attua lo ZOONIG: quella pratica che assegna ad ogni zona un determinato
atto/azione, la città fatta per parti. La zonizzazione permette di dare ordine dando funzione a
tutte le cose.

2. IDEA DI SPAZIO ABITABILE: importanza allo spazio esterno che deve attraversare gli edi ci
perché permette momenti di ricreazione. Lo spazio aperto ha un ruolo importante perché è il
tessuto connettivo della città contemporanea.

3. IDEA DI SOCIETA’: soddisfare i bisogni biologici e psicologici degli abitanti.

L.C poi ci da alcune regole su come comportarsi fra abitazione, soleggiamento, ventilazione, ecc.
dare dunque un piano regolatore per la città moderna.
Aree verdi utili quindi attrezzato,
Lavoro accorciare le distanze fra zone abitative e zone di lavoro consentendo un facile rapporto
fra le infrastrutture e le zone abitative. Le zone residenziali devono essere collegate alle aree verdi.
Idea di una città lineare per la città industriale.
Si deve separare la circolazione, che deve essere costruita per piani sovrapposti.
La carta di Atene coincide con la Villa Radieuse di L.C (ricordiamo la città per 3 milioni di abitanti,
che anticipa in parte la villa radieuse,
grattacieli cruciformi, case di 6 piani,
complessi di 120 alloggi; plan Voisin da
cui riprende la tipologie delle forme cruciformi e
l’idea della città di parigi che venne rasa al suolo
e ricostruita.)

Villa Radieuse: PRINCIPI COMPOSITIVI


Morte della strada: porre ne alla
promiscuità dei percorsi carrabili e percorsi
pedonali e porre ne alla cortina edilizia ; i
ussi devono essere diversi cati, grandi
assi destinati esclusivamente alle
automobili devono poter essere pensati
svincolati dall’edi cato.
Angolo retto: è il principio generatore
dell'impianto, e decide l'articolazione degli
edi ci in linea destinati alla residenza.
Zoning: le diverse aree funzionali si
dispongono all'interno delle maglie regolari
quadrate. Tre aree funzionali:
a)Zona per a ari e nuclei speciali -città
studi e sedi governative, collocate a nord, in
prossimità della stazione ferroviaria e
dell'aeroporto, con hotels e ambasciate;
b) Zona industriale -divisa in industria
pesante, depositi, ed industria leggera, a
sud;
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URBANISTICA TEORIA
c) Zona residenziale -collocata tra a) e b), protetta tramite una fascia di verde in direzione
dell’industria.
Zona a ari, zona residenziale e zona industriale. Può crescere in maniera in nita. Città organizzata
secondo assi ortogonali formando angoli retti. Porre ne ala città corridoio perché i ussi devono
essere diversi cati, la strada non determina l’ordine degli edi ci perché vengono poste con ussi
diversi e distaccati. Ampliamento dello spazio aperto. Non esiste piu la città corridoio ma bensì
spazi multipli uniti da spazi verdi. Occupo poco spazio dove inserisco molti abitanti e per il resto
riempi con il verde. I tracciati sono funzionali in relazione al loro ruolo. L’edi cio deve avere anche
spazi collettivi dove socializzare. Il suolo non viene toccato da edi ci o infrastrutture ma solo dal
verde.
L.C: progressista: vivono con la progressività, città densa, grande e strane e idealizza la città
macchina

Wright, Sitten: culturalista: volontà di


ritornare alla natura e alla vita più sana.
Frank Lloyd Wright (1867-1959 )Crisi del ‘29
e speranza nel New Deal rooseveltiano
Critica alla civiltà industriale-
urbanaTradizione agraria e antiurbana
(Thoureau) Mito della frontiera e del
rapporto città-campagna Nuova tecnologia
consente l’attuarsi del progetto (automobili,
velivoli, energia elettrica e
telecomunicazioni)
Broadacrecity è una città a bassissima
densità (5-7 ab/ha); di usa ed estesa.La
città è strutturata da arterie ampie e veloci
che uniscono fra loro i nuclei di fattorie, di
fabbriche, i centri commerciali, le scuole-
giardino, le case d’abitazione. Le maglie gerarchizzate della rete stradale de niscono tre tipi di
spazio aperto:a)Quello che viene ricavato dentro l’isolatob)Quello che si attesta sulle strade o le
interrompe)Quello che ingloba le strade ridisegnadole. •La griglia è un quadrato esteso 1.024 ha
(3,2 km di lato) che accoglie 1.400 famiglie. •la densità abitativa è di 5-7 ab/ha, pur variando in
relazione delle diverse funzioni e all’importanza degli edi ci •L’unità abitativa minima si dispone
entro un terreno di 1 acro (circa 4000 mq)•Come le abitazioni, anche le attrezzature, le fattorie, le
attività produttive si dispongono liberamente in lotti di forma rettangolare di super cie minima di
1 acro. Nel progetto di Wright si riconoscono due tipologie edilizie residenziali: case unifamiliari e
torri verticali. Ciascun lotto di casa unifamiliare è dotato di un giardino ed un parcheggioLe torri
residenziali di 15-20 piani sono disposte a grande distanza l’una dall’altra e poggiano su piastre
attrezzate per il parcheggio ed i serviziL’espressione formale degli edi ci non è legata ad alcun
vincolo di omogeneità e risulta quindi eterogenea.
Broadacre city: Dissemina la città nel territorio facendola diventare parte del territorio, una città
orizzontale, estesa dove ci si può muovere liberamente, dove la città non ha volumi concentrati.
Città orizzontale tranne alcuni elementi verticali ovvero torri.
La griglia è basta su un modulo standard di 1024 ettari e che accoglie 1400 famiglie. Il lotto
minimo su cui costruire una casa è di 400mq.
Strutture che si dispongono su lotti di forma rettangolare.
Servizi pubblici messi sottoterra.
Ciascun lotto di casa ha giardino e garage. L’unica cosa ssa è la disposizione delle strade per il
resto sia liberi su come disporre la propria casa. Case della prateria (orizzontali), torri verticali, nastri
di scorrimento organizzati a livelli strutturai su vari livelli: dunque una composizione complessa
che racchiudono l’attenzione di Wright verso le strade e la mobilità e che permettono alla città di
viverla spostandosi comodamente.

Città Socialiste: vivono il periodo dello spopolamento delle campagne a favore delle città. Con la
rivoluzione di ottobre (lotte di classe, sperimentazione e avanguardie). Nel 1920 c’è un tentativo di
ricostruzione di città socialista che progetta il suo sviluppa attraverso piani quinquennali di
sviluppo. Si investe molto nella standardizzazione dell’edilizia e nella prefabbricazione per riuscire
a costruire case per tutti.
Questo dura no all’inizio della seconda guerra mondiale.
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URBANISTICA TEORIA
Il razionalismo del CIAM non è ???
Alcuni quartieri vedono realizzati con i principi della città razionale, costruite attorno alle fabbriche.
Nell’esperienza russa il gruppo degli architetti costruttivismi va sotto il nome di OSA, essi
producono dibattiti in cui si a ronta la città russa. I contenuti principali sono come i nuovo tipo di
città ri uta la dispersione e l’agglomerato concentrato.
Questo gruppo viene anche soprannominato come quello dei “disurbanisti” i quali accettano
l’idea di una città destrutturata, dispersa, (come Wright).
Rispetto quest’ideologia individuiamo due episodi:
Vicende legate al piano regolatore di Mosca: Ginzburg e Barsc organizzano la città che si sviluppa
secondo sistemi satelliti, città destrutturata, di usa, senza centro e dispersiva.
La città perde il suo centro dividendosi in varie unità che man mano si disperdono diventando
nuclei propri.
Ci sono varie proposte: la città giardino, oppure Magnintronk Living Toxic un modello di città
concentrico di Meyer che vince ma che non viene realizzato.
La città nastro. Unico nastro lineare che unisce il complesso industriale con la campagna agricola,
con edi ci ad alte torri vetrate. La griglia lineare unisce i siti industriali.
Modello insediativo fatto per fasce su vari livelli. Una ciotta funzionale lineare.
Mosca«cittàverde 1930 L’organizzazione del territorio segue i principi del gruppo OSA. Le strade
sono separate dalle residenze da ampi spazi aperti; al di la dei quali si trovano attrezzature
scolastiche, culturali, sanitarie e sportive.Tra la strada e le residenze sono comprese le
attrezzature per l’alimentazione collettiva e i negozi. 4 principi per un’organizzazione territoriale
socialista. De-strutturata (mixitè) b.Di usa c.Senza centro (unità produttive) d.Dispersiva.

La città negli anni 40 ormai ha preso il suo corso, i modelli di città hanno inciso ma senza dare gli
e etti sperati; un ordinato sviluppo della città con il territorio.
Negli anni 50 non sono stati introdotti miglioramenti.

6. 13/04
PASSAGGIO DALLA CITTA’ MODERNA ALLA CITTA’ CONTEMPORANEA

La città è un processo di crescita copulativa, di accumulazione selettiva, cresce su stessa


sovrapponendosi sulle epoche precedenti per cui è impossibile stabilire dei con ni tra passato e
presente.
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URBANISTICA TEORIA
La città è la traccia visibile di quelli che sono i processi socio-economici.
• La città moderna appare omogenea e ordinata con una griglia che ordina e distribuisce lo
spazio omogeneamente ed ordinatamente. È una città che oltre ad ordinare, separa e da il
giusto ordine alle cose.
• La città contemporanea è un organismo etereogeneo, una città frammento, una città rete, una
città dispersa con spazi distaccati.

Aldo rossi e Colin Rowe hanno tematizzato la città eterogenea non disprezzandola ,ma
elogiandone la capacita della città di essere tante cose tutte assieme, rappresentando una
pluralità di linguaggio.
La città frammentata per parti esprime la sua articolazione, il suo essere fatta per pezzi.
Colin invece dice che la città è un collage, non è costituita da modelli già esistenti ma è fatta per
pezzi, come una sorta di collage. Cos facendo si da
molta importanza agli spazi, agli spazi aperti entrando
nella teoria della relatività.
Sei brevi lezioni di sica - libro

Piranesi nel 1700 produce delle tavole che poi sono


collage della città di campo marzo.

La città contemporanea perde la sua forma originaria


slabbrandosi ed espandendosi al di fuori della sua
forma

La città dopo il 1885 cresce anche grazie al telegrafo


che consente il collegamento a grandi distanze.
La città diventa di usa e non è più isolabile.

La città come un uovo: quella dell’antico


regime è un uovo sodo, la città del 18-19 sec è un uovo fritto che si allarga e la città
contemporaneo è un uovo strapazzato ovvero perde tutte le parti e ne fa un
miscuglio.
La città crescendo incontra di nuovo la natura come successe nel neolitico facendo diventar la
città paesaggio.

1. Abitazioni
2. Cita pubblica e forme di socialità
3. Spazi privai e
4. Dismisisone

1. Per la città moderna l’abitazione è stato molto importante


2. Nella città moderna le attrezzature (teatro scuola paletsra) erano ben de nite
3. Cc
4. Se non ci fossero state dismissioni non ci sarebbe stato nulla.

Cittàcontemporaneadi coltàdide nirneilconcettoeriduttivitàdellede nizioniparziali:post-moderna,


post-industriale, post-fordista. E’di cile descriverla con iL linguaggio e le categorie utilizzate per
descrivere la città moderna formatasi lungo il XIX secolo. La città moderna appare diversa dalla
città contemporanea perchè sono diverse le pratiche che le hanno determinate.
È nita l’epoca dei modelli urbani e insieme ad essi è nita anche l’epoca delle tecniche urbane,
dell’autodescrizione, del-la funzione spacciata per soluzione. La città si risolve volta per volta,
accogliendo e sviluppando le proprie contraddizioni, giorno per giorno, direttamente (...)(...) La
città per parti non è certo una de nizione accademica; essa esprime il modo di vita della città, la
sua articolazione eanche il suo volto. Aldo Rossi, La città analoga, 1977
Progresso delle tecniche e forma della città
• Prima metà del XIX secolo_Infrastrutture della mobilità (trasporto ferroviario)
• Seconda metà del XIX secolo_ Trasporto ferroviario e telegrafo
• Prima metà del XX secolo_Autostrada e radio
• Seconda metà del XX secolo_Elettronica e telematica
• Inizio XXI secolo_Reti telematiche
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URBANISTICA TEORIA
1. Abitazioni_città moderna
Laquestionedellacasaharappresentatountemaprioritariodellacittàindustrialeemoderna.Carenza
dialloggi,migrazionieconcentrazioneurbanahannodeterminatounaricercadisoluzionitipizzataerip
etitive.Lacittàmodernaèstatacostruitapensandoadundestinatario-tipo costituit dalla famiglia
nucleare della società urbano-industriale(coppia di genitori con due o tre gli). L’urbanistica ha
cercato di dare una risposta a questa esigenza elaborando modelli di intervento nel XIX e nei
primi decenni del XXsec. Elaborazioni di soluzioni tipizzabili e ubicazione delle attrezzature in
relazione ai bisogni (strandard).
2. Abitazioni_cittàcontemporanea La famiglia nucleare scompare nella città contemporanea
Nuova morfologia sociale(singles, anziani, coppie senza gli, famiglia allargata) Nuova e
diversi cata idea di spazio abitabile(casa singola con giardino e case urbane). La questione
abitativa si disaggrega, cioè non è più omogenea, tipizzabile e richiede risposte diversi cate
La mobilita privata è ciò che permette la dispersione; non è la causa.
3. Città pubblica e forme di socialità_città moderna Nella città moderna le attrezzature
collettive sono luoghi esclusivi,
specializzati:sonomacchinechefornisconoprestazionifunzionalieregolanoirapportidellasocietàL
afabbricael’u ciosonoiluoghidellasocializzazioneesostituisconolastrada,ilmercatoeiluoghid’inc
ontrodellasocialitàtradizionale.Lacittàmodernaèungrandedispositivofunzionalecheregolalavitad
eisuoiabitantiedeilorirapportireciproci.
4. Città pubblica e forme di socialità_città contemporanea La città contemporanea produce i
suoi molteplici ed inediti luoghi di socialità: shoppingmall, palestre, stadi, cinema, parchi
divertimenti, spiagge, raduni periodici per manifestazioni temporanee(musica, politica,
ecc.)Nella città contemporanea tutto è divenuto parco: parco tecnologico, parco divertimenti,
parco per u ci, parco tematico.
5. Rapporto tra spazio aperto e spazio costruito_città moderna Una delle più rilevanti
di erenza tra la città del passato e la città contemporanea sta nei rispettivi rapporti di
copertura. Chiunque metta oggi a confronto la mappa di una parte di città costruita nel XX
secolo, con quella di una parte di città ottocentesca o di epoche precedenti non può non
notare la radicale di erenza tra i rapporti di copertura conseguente ad un’imponente
espansione, nella città del XX secolo, dello spazio aperto.
6. Rapporto tra spazio aperto e spazio costruito_cittàcotemporanea Diminuire i rapporti di
copertura, aumentare il rapporto tra l’estensione dello spazio aperto ed edi cato voleva dire:
▪liberarsi della suddivisione della proprietà
▪consentirsi maggiore liberta compositiva
▪porsi il problema delle distanze tra i di erenti oggetti architettonici
▪maggiore considerazione delle esigenze igieniche
▪privacy
▪maggiore dotazione di attrezzature e infrastrutture
7. Dimissioni Dismissione di luoghi, di edi ci e di manufatti
La dismissione appartiene alla storia della città..
Indicatore di una impossibilità, la dismissione implica spesso cambiamenti di scale di
rapporti spaziali
A partire dagli anni settanta del secolo XX essa assume le forme di dismissione di una
importante parte del capitale soo urbano costruito soprattutto tra la ne del XVIII secolo e
la prima metà del XX secolo.
Banchine portuali, stazioni e scali ferroviari, industrie tessili e siderurgiche, zuccheri ci,
fabbriche di birra e cantieri navali,
carceri, caserme e scuole.
Nelle grandi città europee a partire dalla ne degli anni sessanta,si aprono i vuoti di aree industriali
abbandonate. Si parla di Shriking cities per evidenziare quelle città industriali che si contraggono
per e etto di una combinazione di fenomeni di natura sociale, sica ed economica. •

Nuova questione urbana:


• Disfunzioni legate dinamiche distributive della popolazione
• Cambiamento climatico
• Problemi della mobilità•
• Diseguaglianze sociali
• Aumento della temperatura degli oceani
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URBANISTICA TEORIA
• Scioglimento dei ghiacciai e calotte polari con aumento del lmmbe sommersione di terre basse
e zone costiere
• Spostamento della corrente del Golfo
• Estensione dei deserti
• Modi cazione sica e climatica di molte regioni
• Aumento intensità e frequenza di eventi climatici estremi
• Di usione di malattie endemiche (malaria, Covid,…)

Ritorno delle città


7,7 miliardi popolazione mondiale (9,7 mld2050, 11 mld2100)Fino al 2009 vivevano più persone
nelle aree rurali che in quelle urbane.
-Oggi nelle città si concentra oltre il 55% (nel 2050 il 70%) della popolazione mondiale
(Oecd2012)
-In Europa l’80%, in Italia l’70%
-Le città occupano il 2% del territorio mondiale totale ma producono l’80%del Prodotto Interno
Lordo (PIL) e oltre il 70% per cento delle emissioni di carbonio.

7. 27/03
IL PROGETTO URBANISTICO
COS’E’?
Rappresenta l’organizzazione di un programma edi catorio relativo ad una città
È non tanto un disegno/documento ma è un processo fatto da una serie di fasi che rappresentano
le varie trasformazioni di un’area.
È il progetto del programma di modi ca di un’area.
No si occupa solo di de nire i carattere sici della progettazione della città MA indivia le risorse
che rende fattibile quel determinato progetto.
È il racconto del programma generale ma visto in tutta la sua ampiezza.
È una strategia di trasformazione, un modo di lavorare su una città esistente programmandone le
trasformazioni future. INDIVIDUA SCENARI FUTURI.
Lo SCENARIO: spesso è il progetto stesso che lo fa nascere-urbanistico.
MA PERCHE’ ALLORA NON E’ UN PIANO URBANISTICO?
Non è un piano perché i piani sono molto lunghi con procedure articolate e che non danno
risposte immediate ai problemi urgenti. Ma le trasformazioni urbi. Spesso trovano risposte poi nei
piani.

Il progetto urbanistico è un programma fatto di fasi (leggibili in vari modi):


1. Quadro conoscitivo, dati conoscitivi, informazioni che ci consentono di conoscere il luogo,
costruirne la biogra a, le sue storie. Si arricchisce spesso grazie agli abitanti del posto che
conoscono il posto molto meglio delle cose che troviamo scritte sui documenti.
2. Leggere il luogo, grazie al quadro conoscitivo che ci permette di interpretarlo, di poterlo fare
proprio, è una fase ermeneutica, personale, perché si produce a seconda dell’interpretazione
personale che una persona ne fa.
3. Individuare il concept, l’idea, che ancora non è il risultato nale.
4. Master plan de nisce le caratteristiche dello spazio aperto delle cose, visualizza la qualità dello
spazio di relazione, dello spazio in mezzo. Dobbiamo riuscire a dare qualità allo spazio fra le
cose.
Ogni fase ha bisogno di essere condivisa con i soggetti che ne fanno parte (il comune, le
associazioni, ecc), la comunicazione e la condivisione del progetto deve sempre essere
condiviso per avere un risultato unitario e coerente.
In queste sequenze non bisogna per forza partire dalla fase n1 in quanto spesso si hanno già idee
che poi si applicano alla lettura, perciò si ha una lettura circolare in base alle proprie esperienze.

Lettura del conteso - Concept - Master plan


1. La lettura
Giancarlo de Carlo
Parte dall’idea che in ogni vento architettonico sono incisi i segni delle vicende che ha passato nel
suo sviluppo. Per cui se si riesce a comprendere questi segni si può ricostruire la storia vissuta, i
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URBANISTICA TEORIA
limiti del cambiamento. Dunque bisognerebbe decifrare tramite i segni della città la sua vera
storia.
È un’attività/fase di lettura paziente che più accuratamente viene svolta e più il risultato sarà
migliore.
Non posso leggere qualcosa se non ho un pregiudizio progettuale, io non posso leggere un luogo
se non so cosa devo leggere.
La "lettura" parte dall'idea che in ogni evento architettonico di qualsiasi scala sono incisi i segni delle vicende che ha passato
dall'origine a ogni stadio del suo sviluppo, e che se si fosse capaci di decifrare i signi cati di quei segni e ricostruire la rete dei rapporti
che li ha connessi con quelli di altri eventi architettonici contigui nello spazio e nel tempo, si comprenderebbe no in fondo il luogo che
li contiene tutti: la sua storia e quindi le sue glorie e i suoi patimenti, la sua forza e le sue debolezze, le sue a nità e incompatibilità nei
confronti delle varie forme d'uso, la sua capacità di resistenza alle trasformazioni, i limiti otre i quali non sopporta il cambiamento, come
e in che misura la trasformazione lo migliora, lo peggiora, lo
distrugge
Vittorio Gregotti
Per lui è importante che il progetto nasca da un buon rapporto fra progetto e contesto. Deve
considerarne i valori del contesto, imitandolo o esprimendone una distanza critica.
Il contesto non è solo l parte geogra ca, ma è il contesto economico, progettuale ecc

IL CONTESTO MATERIALE DEL PROGETTO


Il contesto non coincide solo con le caratteristiche morfologiche di un sito
Il contesto non è esterno al progetto ma viene prodotto da esso
Il progetto è un dialogo critico con il contesto
Il progetto deve partire dal riconoscimento dell'esistente in vista della sua modi cazione.

Rem Koolhaas
Le trasformazioni attuali della città contemporanea pongono al centro del rapporto progetto-
contesto i mutamenti a-spaziali di quest'ultimo che derivano essenzialmente da ragioni
immateriali (tecnologie avanzate, processi di globalizzazione).
La città tende sempre più a con gurasi come incrocio di ussi e di reti, locali e planetarie, che
ridisegnano lo spazio, rendono equivalenti l'appartenenza e l'assenza del locale

2. Il Concept
L’idea è la fase in cui si sogna, e ogni architetto deve curarlo vivendo bene, aumentando la sua
vena creativa.
Il concept deve essere un’Immagine:
D. Analogica (DEVE ESSRE UNA SORTA DI METAFORA, trasferire l’idea di metafora al progetto,
che però abbiano un signi cato scienti co).
E. Spaziale; ideogramma/schema, deve avere comunque un confronto con lo spazio.
F. Processo; deve far capire come si può trasformare nel tempo quel progetto.
Attraverso il concept e i disegni concettuali si individuano e si raccontano le proprie strategie
progettuali. Descrive immediatamente l’idea del progetto.
La forma più semplice si deve a dare a cose semplici, sintetiche e progettuali.

3. Master Plan
Disegno de nitivo, di insieme, che descrive il programma e la con gurazione nale. Racchiude
tutto il processo e l’idea progettuale.
Descrive le dimensioni insediabili, le dimensioni, le funzioni, le forme pubbliche/private.
Costruisce una sorta di coerenza fra i vari progetti che costruiscono il t’aspetto ma siccome è un
processo complesso de nisce le trasformazioni che avverranno dopo.
è un piano generale che attraverso parti scritte, gra che e cartogra che descrive e schematizza l’idea d’insieme -il programma -di
trasformazione dell’area di studioLa con gurazione nale di un progetto urbanistico è compresa nel Master plan.
- Predispone la con gurazione dell'area di intervento con particolare attenzione agli spazi pubblici
e agli spazi di relazione assetto e progetto di suolo
- De nisce, in un processo interattivo e partecipato, le funzioni insediabili, le dimensioni e le
caratteristiche funzionali e tipologiche, i servizi_programma
funzionale
- Riconosce le funzioni che possono essere sviluppate da operatori pubblici, privati e in forme
partenariali. Individua inoltre i tempi e gli strumenti di attuazione del programma progettuale_
fattibilità
- Costruisce il quadro di coerenze tra il progetto dell'area e le azioni in corso e/o in programma
esistenti_quadro di coerenza
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URBANISTICA TEORIA
Precisa le regole morfologiche che dovranno essere rispettate nelle successive fasi di
implementazione del piano (altezze, distanze, caratteri degli spazi, edi ci da conservare, demolire,
ecc.)_criteri di qualità

4. Progetto di suolo
De nisce i caratteri tecnici, è l’attenzione allo spazio interno, allo spazio di relazione che deve
interessare. Costruire una QUALITA’ in mezzo.
Il progetto può evolversi diversamente nel tempo.
Al centro di ogni progetto urbanistico, di ogni piano a qualsiasi scala, deve essere posto il progetto di
suolo; è questo ciò che il piano urbanistico in prima istanza disegna.Un progetto di suolo de nisce in modi concerti e
precisi, i caratteri tecnici, funzionali e formali dello spazio aperto. Il progetto di suolo acquisisce sensoentro un più
generale progetto sociale e valoreattraverso un progetto di architettura.
Si occupa essenzialmente dello SPAZIO APERTO ....ne de nisce la variabilità, ne interpreta le
relazioni con le attività e le funzioni che vi si svolgono o che possono svolgersi entro lo spazio
edi cato che vi si a accia, Il progetto di suolo integra i di erenti spazi aperti e questi a quelli
coperti: strade, viali, piazze, giardini, orti, parchi, sagrati, slarghi, parcheggi, ma anche corti,
androni, logge, ecc;Il progetto di suolo ordina gli spazi aperti in sequenze e percorsi, secondo
sistemi di associazioni ed opposizioni signi canti; de nisce gli elementi che ne governano
l’articolazione, organizza la mediazione tra l’uno e l’altro.

Il progetto è un metodo de nito dal contesto.


È il contesto che ci suggerisce ili metodo per cui non c’è un metodo universale da
applicare nei progetti urbanistici ma muta in base ai diversi contesti e alle diverse
interpretazioni che noi ne facciamo di esso.

8. 04/05
LE TECNICHE E GLI STRUMENTI DELL’URBANISTICA

L’urbanistica è fatta di strumenti e tecniche che permettono al progetto urbanistico di diventare


NORMA.

STRUMENTI
La piani cazione urbanistica, ovvero i piani urbanistici hanno 4 livelli ovvero:
1. Livello Nazionale: piano turistico
2. Livello Regionale: tutte le materie che riguardano l’urbanistica e la piani cazione, sono in capo alle regioni, sono le
regioni che piani cano e successivamente i comuni che si organizzano.
3. Livello Intercomunale: livello di piani cazione che tiene conto un area che mette insieme diversi comuni
4. Livello Comunale: livello dove snidano le prescrizioni sul come utilizzare il suolo.
Ad ogni livello corrispondono degli strumenti di piani cazione speci ci.
Quindi quando parliamo di piani cazione allo stesso tempo ci interfacciamo con questi livelli.

Non tutti i piani sono uguali, essi si articolano in:


1. Generali
2. Particolari o attuativi
3. Complessi
4. Settoriali

Le norme capisaldi dell’urbanistica in Italia:


• 1865: Legge sull’esproprio: la piani cazione nasce grazie alle legge dell’esproprio. L. 2359/1865 l’esproprio è
un’acquisizione di terreni da parte dello stato per fare opere pubbliche. Oggi il costo del terreno da espropriare
deve essere un costo di mercato e non più di valore del terreno per cui oggi l’esproprio non funziona bene come
prima. Norme per l’acquisizione dei suoli da destinare ad urbanizzazione primaria •Piano Regolatore Edilizio •Piano Regolatore di
Ampliamento
• 1939: Legge sulla protezione del paesaggio: prima legge che istituisce un vincolo di tutela sulle bellezze naturali.
L. 1089/39
• 1942: Legge urbanistica Nazionale: è’ ancora vigente questa e sia ta lavorando per una nuova. L. 1150/42.
Individua tre livelli:
PIANI QUADRO: de nire le line di sviluppo
PIANO REGOLATORE GENERALE: fare i piani regolatori generali che stabilisce i limiti amministrativi per il
proprio comune
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URBANISTICA TEORIA
PIANO PARTICOLAREGGIATO: per i comuni più piccoli, è una sorta di piano regolatore di serie B. Da la
possibilità ai comuni più piccoli di unirsi e fare un unico piano regolatore detto ‘piano particolareggiato’.

• 1972-77: Trasferimento delle competenze alle Regioni: non è più lo stato. D.P.R. nn. 8/72, 616/77
• 1990: Competenze di piani cazione alle Provincie: nascono i piani provinciali. L.142/90
• 2014: Competenze di piani cazione alle città metropolitane: le provincie vengono sostituite dalle città
metropolitane. L. 56/14

Struttura del processo di piani cazione ex L. 1150/1942


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URBANISTICA TEORIA
ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE COMUNALE:
Attuazione diretta :In conformità alla NTA e al Regolamento Edilizio Licenza edilizia/Concessione edilizia/Permesso di
Costruire o altro titolo abilitativo previsto ex legge
Attuazione indiretta: Attraverso i piani esecutivi

CONTENUTO DEL PRG (PIANO REGOLATORE GENERALE)


• Disegno delle vie di comunicazione
• Suddivisione del territorio comunale in zone omogenee
• Aree destinate a spazi pubblici
• Aree da destinare a opere e impianti di interesse pubblico generale.

- Suddivisione del territorio comunale in zone omogenee: ORGANIZZARE LA CITTA IN PARTI OMOGENE AUTONOME E
FUNZIONALI.
- IN OGNI ZONA L’EDIFICAZIONE DEVE RISPETTARE DETERMINATI STANDARD

Il PRG per essere approvato deve


seguire un vero e proprio ITER:

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE NTA E REGOLAMENTO EDILIZIO


Le NTAspeci cano i contenuti normativi del PRG. Si articolano in:Norme di carattere generaleNorme riferite
alla aree omogeneeNorme sulle modalità e procedure di attuazione del PRG Il Regolamento Edilizio indica i
criteri e le procedure per la disciplina della opere edilizie e urbanistiche, l’ottenimento dei Permessi di
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URBANISTICA TEORIA
Costruire e delle autorizzazioni, il rispetto di particolari caratteristiche dell’edilizia e del tessuto urbanistico
esistente
INU: ISTITUZIONE NAZIONALE DI URBANISTICA. E’ una società scienti ca che af anca i comuni nella piani cazione.

PIANI ATTUATIVI: (aggiunti a quelli particolareggiati )

1. Piano per l'Edilizia Economica e Popolare L. 167/62 Durata di 10 anni


Con la legge 167 del 1962, per "agevolare l'acquisizione delle aree da destinare all'edilizia economica e
popolare", si introducono i piani per l'edilizia economica e popolare PEEP.
Nel Peep tutte le aree vengono preliminarmente espropriate ed urbanizzate dal comune, il quale le cede poi, in
proprietà o in uso, a determinati soggetti abilitati a realizzare edilizia "di tipo economico e popolare" (enti
pubblici, cooperative, singoli soggetti, imprese di costruzione.)

2. Piani di Lottizzazione
Con la "legge ponte" 765 del 1967, per risolvere alcuni più urgenti problemi di disciplina dell'edilizia e di
razionalizzazione dell'urbanizzazione, si introducono i piani di lottizzazione convenzionata. Mediante la convenzione
(atto giuridico importante per l’attuazione) il lottizzante si impegna a realizzare le opere di urbanizzazione indotte
dall'intervento e a cedere le relative aree, nonché a corrispondere pro quota gli oneri inerenti.
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URBANISTICA TEORIA
Il piano di lottizzazione è uno strumento urbanistico a iniziativa prevalentemente privata, frutto di scelte concordate
tra l'autorità urbanistica, i proprietari e gli imprenditori interessati relative alla divisione in lotti di una porzione del
territorio comunale destinata all’edi cazione.
Divide in lotti un territorio e prevede per ogni lotto la destinazione.

(Il permesso di costruire è oneroso in quanto concesso tramite un pagamento che viene fatto al comune che con
quei soldi realizza opere pubbliche ecc.)

3. Piani per Insediamenti Produttivi L. 865/71 (PIP)


Il piano per gli insediamenti produttivi in Italia è uno strumento urbanistico introdotto dalla legge 22 ottobre 1971, n.
865 al ne di agevolare la realizzazione di aree specializzate ad accogliere insediamenti produttivi, artigianali,
commerciali, turistici, e delle opere di urbanizzazione connesse. I PIP sono Piani di iniziativa pubblica.
Le aree, acquisite dal Comune attraverso esproprio vengono ricon nate e previa stipulazione di apposita
convenzione, vengono assegnate ai richiedenti che intendono realizzare insediamenti produttivo/artigianali.

4. Piani di Recupero
Con la legge 457 del 1978, per rilanciare la programmazione dell'intervento pubblico nell'edilizia e a favorire il
recupero dell'edilizia abitativa esistente, si introducono i piani di recupero. II Piano di Recupero si applica alle zone
in cui, per le condizioni di degrado, si rende necessario il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente
mediante interventi rivolti alla conservazione, al risanamento, alla ricostruzione e alla migliore utilizzazione del
patrimonio stesso. GUARDA LA CITTA’ CHE ESISTE PER MIGLIORARLA.

COME SI E’ EVOLUTA LA PIANIFICAZIONE ATTUATIVA?

I Programmi Complessi
Sono un insieme di strumenti per la riquali cazione urbana, introdotti dall'inizio degli anni '90 con i programmi Integrati
di intervento (ex art. 16 L. 179/92).
Sono strumenti non più volti a governare la crescita quantitativa ma a promuovere la trasformazione qualitativa della
città, nascono per riquali care la città esistente, per migliorare ciò che esiste.
Si cerca di coinvolgere i privati per essere più attivi e per costruire e gestire opere pubbliche.
Nasce l’accordo di programma comune e privato, per trovare un accordo per poter creare nuovi edi ci su lotti prima
inutilizzati.
Non riguarda solo aree ristrette come comuni e quartieri ma comprende anche zone più ampie.
I programmi complessi hanno rinnovato l’urbanistica.

- Coinvolgimento di soggetti privati sin dalla fase di elaborazione del programma


- Flessibilità degli strumenti urbanistici
- Accelerazione e sempli cazione delle procedure sulla base di principi di sussidiarietà e di cooperazione

Contenuti
- Integrazione di risorse pubbliche e private.
- Pluralità di funzioni e di soggetti.
- Superamento della mono-funzionalità per singole zone.
- Forme concertative e/o di partenariato.
- Snellezza o agevolazioni amministrative per la de nizione dell'iter procedurale.
- Accesso ai fondi pubblici a seguito di concorsi o selezioni sulla base di avvisi pubblici.
- Durata relativamente breve rispetto al tempo del piano.

Tipologie di Programmi Complessi


- Programmi di Riquali cazione Urbana (PRIU)
- Programmi Integrati di intervento (ex art. 16 L. 179/92)
- Programmi di Recupero Urbano (ex art 11 L. 493/1993)
- Contratti di Quartiere
- Programmi di Riquali cazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio (PRUSST)
- Programmi Urban (PU)
- Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana (PIRU)
- Programma Innovativo in Ambito Urbani (PIAU)
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URBANISTICA TEORIA

PUGLIA LR n. 21/2008
• art. 1
rigenerazione di parti di città e sistemi urbani in coerenza con strategie comunali e intercomunali
nalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali degli
insediamenti umani e mediante strumenti di intervento elaborati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti
pubblici e privati interessati»
• art. 2
Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana strumenti volti a promuovere la riquali cazione di parti signi cative di
città e sistemi urbani mediante interventi organici di interesse pubblico (IDEA GUIDA)

• art.3
Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana (DPRU)
In cui si predispongono riquali cazione gli obiettivi di urbana, inclusione sociale e sostenibilità ambientale da
perseguire a livello comunale o intercomunale" e si individuano "gli ambiti territoriali che, per le loro caratteristiche di
contesti urbani periferici e marginali interessati, rendono necessari interventi di rigenerazione urbana"

I PIANI DI SETTORE
Sono una categoria di piani determinati che sviluppano un settore speci co.
Sono strumenti della piani cazione territoriale ed urbanistica dedicati a particolari tematiche legate al territorio
Sono strumenti di piani cazione a carattere monotematico e disciplinano l'uso del territorio in riferimento a speci ci
settori (ambiente, difesa del suolo, mobilità, risorse, ecc.
- Piano Paesaggistico
- Piano di Bacino
- Piano del Parco
- Piano Comunale dei Trasporti
- Piano Urbano del Tra co
- Programma Urbano dei Parcheggi
- Piano del Verde
- Piano Attività Estrattive
- Piano Locale per l'Adattamento ai Cambiamenti Climatici
- Piano del porto
- Piani energetico comunale
- Piano delle strutture di vendita.

9.18/05
Materie concorrenti: stato e regioni.
Stato: difesa del suolo, del territorio, beni pubblici di interesse nazionale.
L’autonomia di erenziata dà maggiori competenze e potere ad alcune regioni.
Lo stato garantisce comunque delle leggi quadro che stabiliscono delle regole e dei principi guida a cui devono rifarsi le
regioni.
NTA (norme tecniche id attuazione)
Parametri e Indici urbanistici ed edilizi

Parametri e Indici urbanistici ed edilizi


De nizioni
Ai ni dell’attuazione di un Piano (generale e attuativo), l’edi cazione è consentita e regolata da parametri e indici
urbanistici ed edilizi.
Gli indici e i parametri sono contenuti nei regolamenti e nelle Norme Tecniche di Attuazione di un piano urbanistico. Essi
sono grandezze siche che descrivono e regolano l’uso del suolo e l’edi cazione consentendo di dimensionare i piano
e i progetti.

Campi di applicazione
I parametri e gli indici urbanistici trovano applicazione:
•al momento dell’elaborazione della piani cazione urbanistica che deve assicurare determinati rapporti tra aree a
diversa vocazione;
•al momento della veri ca se l’intervento edilizio progettato è in linea con la suddetta piani cazione e con i paramenti
ed indici stessi (se ad esempio rispetta le altezze, i volumi, gli indici di fabbricabilità) rapporti che devono trovare
espressione nella piani cazione approvata;
•al momento dell’autorizzazione d’interventi edilizi di nuova costruzione e ampliamento che sono subordinati alla
presenza di aree destinate alla collettività e a parcheggi su cientemente proporzionate alla volumetria che si intende
realizzare.
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URBANISTICA TEORIA

Parametri urbanistici riferiti all’uso del suolo


Super cie per opere di urbanizzazione primaria:
a) Strade residenziali, piazze, piste pedonali e ciclabili
b) spazi di sosta o di parcheggio
c) fognature
d) rete idrica
e) rete di distribuzione dell’energia elettrica, del gas, del telefono
f) illuminazione pubblica
Super cie per opere di urbanizzazione secondaria:
a) asili nido e scuole materne
b) scuole dell’obbligo
c) mercati di quartiere
d) u ci comunali
e) chiese ed altri edi ci per servizi religiosi
f) impianti sportivi di quartiere
g) centri sociali e attrezzature culturali, sanitarie e residenze per anziani
h) impianti di potabilizzazione, di depurazione e di smaltimento dei ri uti solidi urbani
i) aree verdi di quartiere
j) strutture con funzioni di centri servizi avanzati alle imprese per l’innovazione e per la società
dell’informazione, spazi per incubatori di imprese e laboratori di ricerca, in aree a destinazione
produttiva.

Super cie Territoriale_ST(mq): Comprende la super cie fondiaria e le aree per urbanizzazioni
primarie e secondarie
Super cie Fondiaria_SF(mq): E’ la parte di super cie territoriale, al netto delle aree necessarie
per le opere di urbanizzazione primaria.
Super cie permeabile_Sp(mq): La super cie del suolo in grado di assorbire naturarlmenteun’alta
percentuale di acqua meteorica contribuendo all’alimentazione delle falde acquifere.
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URBANISTICA TEORIA

Parametri riferiti all'edi cio o unità immobiliare


Super cie Utile Lorda SUL (mg) di un edi cio o di un alloggio corrisponde alla super cie di
solaio compresa nel perimetro esterno dell'involucro murario, misurata al lordo delle murature e
delle tramezzature.
Super cie Utile netta_SU (ma) di un edi cio o di un alloggio si riferisce alla super cie
calpestabile escludendo quindi le murature esterne e interne, le logge, i balconi, le scale e
sottotetti, le cantine, gli spazi comuni.
Super cie complessiva_Sc (ma) di un edi co, rappresenta la somma delle Super ci utili + il 60%
della Super cie non residenziale (porticati, androni, balconi, ecc.)
Super cie coperta Sc (mg): è la super cie risultante dalla proiezione sul piano orizzontale delle
parti edi cate fuori terra, delimitate dal pro lo esterno dei muri perimetrali, a qualunque piano si
trovino, con esclusione delle parti aggettanti aperte.
Altezza massima dell'edi co_H (ml) - De nisce l'altezza massima reale consentita. Si misura
dalla quota media del marciapiede lungo il fronte principale dell'edi cio, alla quota massima
dell'intradosso del solaio di copertura dell'ultimo piano abitabile. Altezza di un edi cio: è l'altezza
massima fra quelle dei vari fronti dell'edi cio stesso.
Volume_V (mc) - Il Volume è tutto ciò che è realizzabile fuori terra, nonché la parte di volume
interrato eventualmente destinata a residenza, u ci o attività produttive. Sono esclusi i volumi
tecnici. Il volume è il prodotto tra la super ci utile lorda e l’altezza dell’edi cio o unità immobiliare.
Volume tecnico_Vt (mc) - Volume occupati dai vani scala, vani ascensori, impianti in genere
(idrici, termici, televisivi, ecc.)

Indici urbanistici Insieme di rapporti ssati dagli strumenti urbanistici, in base ai quali vengono
regolate le modalità d’uso e di insediamento delle aree da urbanizzare
Indice di fabbricabilità territoriale_It (mc/mq) De nisce il volume massimo edi cabile su
ciascuna unità di super cie territoriale, escluso il volume relativo alle opere di urbanizzazione.
Indice di fabbricabilità fondiaria_If (mc/mq) –De nisce il volume massimo edi cabile su
ciascuna unità di super cie fo
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URBANISTICA TEORIA
Indice di utilizzazione territoriale_ Ut (mq/mq) –De nisce la massima Super cie Lorda di
Pavimento (SLP) realizzabile per ciascuna unità di super cie territoriale espressa in ettari (1 ha =
10.000 mq).
Indice di utilizzazione fondiaria_Uf (mq/mq) –De nisce la massima Super cie Lorda di
Pavimento (SLP) realizzabile per ciascuna unità di super cie fondiaria. Indice di densità
territoriale_ Dt (abitanti/ha) –De nisce il numero massimo di abitanti espressa in ettari (1 ha =
10.000 mq).
Indice di densità fondiaria Df (abitanti/ha) – De nisce il numero massimo di abitanti insediabili
per ciascuna unità di super cie fondiaria espressa in ettari (1 ha = 10.000 mq)

Standard urbanistici (DI n. 1444 del 2 Aprile 1968)


“Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati e rapporti massimi tra
gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici riservati alle attività
collettive, al verde pubblico e ai parcheggi, da osservare ai ni della formazione dei nuovi
strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi della legge n. 765 del 6 agosto
1967”.
• Rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o
riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi
• Limiti di densità edilizia
• limiti di altezza degli edi ci
• limiti di distanze tra i fabbricati
Lo standard è dunque un valore minimo, considerato come “livello di dotazione obbligatorio e
come soglia minima al di sotto della quale non si può considerare soddisfatto il disposto
normativo.
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URBANISTICA TEORIA

Standard urbanistici (DI n. 1444 del 2 Aprile 1968)


Art.3
Ai ni dell'osservanza dei rapporti suindicati nella formazione degli strumenti urbanistici, si
assume che, salvo diversa dimostrazione, ad ogni abitante insediato o da insediare corrispondano
mediamente 25 mq di super cie lorda abitabile (pari a circa 80 mc vuoto per pieno),
eventualmente maggiorati di una quota non superiore a 5 mq (pari a circa 20 mc vuoto per pieno)
per le destinazioni non speci camente residenziali ma strettamente connesse con le residenze
(negozi di prima necessità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, ecc.).
• mq 25 di Super cie lorda (pari a a 80 mc) se sola residenza

• mq. 30 di Super cie lorda (pari a 100 mc) se in presenza di funzioni strettamente connesse
alla residenza

Limiti inderogabili di densità edilizia


I limiti inderogabili di densità edilizia per le diverse zone territoriali omogenee sono stabiliti
come segue:
Zone A:
Per le operazioni di risanamento conservativo ed altre trasformazioni conservative, le densità
edilizie di zona e fondiarie non debbono superare quelle preesistenti, computate senza tener
conto delle soprastrutture di epoca recente prive di valore storico-artistico;
per le eventuali nuove costruzioni ammesse, la densità fondiaria non deve superare il 50% della
densità fondiaria media della zona e, in nessun caso, i 5 m3/m2;

Zone B:
Le densità territoriali e fondiarie sono stabilite in sede di formazione degli strumenti urbanistici
tenendo conto delle esigenze igieniche, di decongestionamento urbano e delle quantità minime di
spazi. Qualora le previsioni di piano consentano trasformazioni per singoli edi ci mediante
demolizione e ricostruzione, non sono ammesse densità fondiarie superiori ai seguenti limiti:
7 m3/m2 per comuni superiori ai 200 mila abitanti;
6 m3/m2 per comuni tra 200 mila e 50 mila abitanti;
5 m3/m2 per comuni al di sotto dei 50 mila abitanti.
Gli abitanti sono riferiti alla situazione del Comune alla data di adozione del piano. Sono ammesse
densità superiori ai predetti limiti quando esse non eccedano il 70% delle densità preesistenti
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URBANISTICA TEORIA
Zone C:
I limiti di densità edilizia di zona risulteranno determinati dalla combinata applicazione delle norme
relative agli altri standard, nonché dagli indici di densità fondiaria che dovranno essere stabiliti in
sede di formazione degli strumenti urbanistici, e per i quali non sono posti speci ci limiti.

Zone E:
E prescritta per le abitazioni la massima densità fondiaria di m3 0,03 per m2
Standard urbanistici (DI n. 1444 del 2 Aprile 1968)

Limiti di altezza degli edifici


Le altezze massime degli edifici per le diverse zone territoriali omogenee sono stabilite come
segue:
Zone A:
Per le operazioni di risanamento conservativo non è consentito superare le altezze degli edi ci
preesistenti, computate senza tener conto di soprastrutture o di sopraelevazioni aggiunte alle
antiche strutture; per le eventuali trasformazioni o nuove costruzioni che risultino ammissibili,
l’altezza massima di ogni edi cio non può superare l’altezza degli edi ci circostanti di carattere
storico-artistico;
Zone B:
L’altezza massima dei nuovi edi ci non può superare l’altezza degli edi ci preesistenti e
circostanti, con la eccezione di edi ci che formino oggetto di piani particolareggiati o lottizzazioni
convenzionate con previsioni plano-volumetriche, sempre che rispettino i limiti di densità fondiaria
Zone C:
Contigue o in diretto rapporto visuale con zone del tipo A, le altezze massime dei nuovi edi ci non
possono superare altezze compatibili con quelle degli edi ci delle zone A predette edi ci ricadenti
in altre zone: le altezze massime sono stabilite dagli strumenti urbanistici in relazione alle norme
sulle distanze tra i fabbricati
Edi ci ricadenti in altre zone:
Le altezze massime sono stabilite dagli strumenti urbanistici in relazione alle norme sulle distanze
tra i fabbricati.

Limiti di distanza tra i fabbricati


Le distanze minime tra fabbricati per le diverse zone territoriali omogenee sono stabilite come
segue:
Zone A:
Per le operazioni di risanamento conservativo e per le eventuali ristrutturazioni, le distanze tra gli
edi ci non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra i volumi edi cati preesistenti,
computati senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico,
artistico o ambientale
Zone C:
E’ prescritta, tra pareti nestrate di edi ci antistanti, la distanza minima pari all’altezza del
fabbricato più alto; la norma si applica anche quando una sola parete sia nestrata, qualora gli
edi ci si fronteggino per uno sviluppo superiore a m 12.
Le distanze minime tra fabbricati, tra i quali siano interposte strade destinate al tra co dei veicoli
(con esclusione della viabilità a fondo cieco al servizio di singoli edi ci o di insediamenti),
debbono corrispondere
alla larghezza della sede stradale maggiorata di:
m 5,00 per lato, per strade di larghezza inferiore a m 7
m 7,50 per lato, per strade di larghezza compresa tra m 7 e m 15 m 10,000 per lato, per strade di
larghezza superiore a m 15
Qualora le distanze tra fabbricati, come sopra computate, risultino inferiori all’altezza del
fabbricato più alto, le distanze stesse sono maggiorate no a raggiungere la misura
corrispondente all’altezza stessa. Sono ammesse distanze inferiori a quelle indicate nei
precedenti commi, nel caso di gruppi di edi ci che formino oggetto di piani particolareggiati o
lottizzazioni convenzionate con previsioni plano-volumetriche.
Nuovi edi ci ricadenti in altre zone:
E’ prescritta in tutti i casi la distanza minima assoluta di m 10 tra pareti nestrate e pareti di edi ci
antistanti.
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URBANISTICA TEORIA
10. 25/05
Transizione=processo di cambiamento con le quali le società si relazionano all’ambiente in
modo equilibrato rispettando il resto dell’ambiente già esistente.

Quando noi parliamo di transizione facciamo riferimento a questi due dibattiti:


La transizione nasce con un gruppo di scienziati (GROWTH)che si riuniscono a Roma agli inizi
degli anni 70 per delimitare i rapporti dei limiti dello sviluppo (Rapporto Meadows).
Successivamente nel 1987 Bruntald che volevano adottare un equilibrio sottolinenando i pericoli
indotti dallo sviluppo favorendo lo sviluppo ecologico e sostenibile.
La transizione è un processo di trasformazione grazie al quale un sistema passa da un regime
di equilibrio ad un altro.
Accettando queste de nizioni di transizione, capiamo che la nostra disciplina dell’urbanistica
deve occuparsi ad un altro tipo di equilibrio:
1. Adattamento ai cambiamenti climatici
2. Alla solidarietà, alle discriminazioni fatte alle città dei riccio e dei poveri, abbassando le
discriminazioni sociali che anche se involontariamente cambiano anche la città.
3. Facciamo parte di una connessione che lega il pianete per cui bisogna lavorare non solo sulle
infrastrutture ma anche sulle reti sociali che possa connettere attraverso luoghi/infrastrutture
le persone e la società. (Reti digitali e siche)

1. Cambiamenti climatici: questi ambienti chi il clima ci fa a rontare da un giorno all’altro,


comportano una serie di problemi che pero dovrebbero portare alla riparazione (sono problemi
che sono spesso già avvenuti ma non si è mai fatto nulla per poterle rendere pronte ad
a rontare queste intemperie). Purtroppo sono cotta non malleabili, che non riescono ad
a rontare i danni in quanto di use sono città antiche non modi cabili. I territori cosi cambiano
e chiedono di pensare il loro destino in maniera diversa.
I progettisti si rendono conto che non si possono più fare previsioni sicure, ormai tutto cambia
di colpo e improvvisamente. Bisogna imparare a GOVERNARE L’IMPREVEDIBILITÀ’
TRAMITE L’ADATTAMENTO. Perciò progettiamo l’adattamento: un adattamento capace di
moltiplicare le frontiere, di produrre spazio non de niti nelle loro funzioni ma spazi ibridi
adattabili a varie funzioni. Dare la possibilità alla città di auto-costruirsi: è una città pronta ad
essere cambiata dall’uomo per cui deve essere quasi progettata con forme incomplete che
attendono di essere modi cate e cambiate da chi verrà dopo. Sono dette open-city ovvero
città che moltiplica gli spazi, sovrappone pratiche sociali, siti ecc. gli spazi pubblici diventano
spazi di un processo di rigenerazione che producono un valore aggiunto al contesto.
Il tempo è un elemento fondamentale composto dal presente Chee è il tempo imminente che
noi viviamo, poi segue il tempo curvo dell’astro sica, il tempo lento che fa riferimento alla
natura che va percepita secondo i suoi tempi lenti in cui essa si trasforma. Il tempo va sempre
preso in considerazione mentre progettiamo perché ci si può de nire uno scenario (qualcosa
che potrebbe accadere se) immaginare degli scenari che possano rispondere alla nostra
domanda ‘se’. “E SE CAMBIA??”ecco, bisogna progettare rispondendo a tutti gli scenari a cui
pensiamo. Gli SCENARI e le VISIONI signi ca progettare a seconda del tempo che porta il
cambiamento. L’adattamento non elimina il rischio ma adatta il corpo delle città a prendere i
botti senza spezzarsi. PROGETTARE CON LA NATURA, VIVERLA IN SIMBIOSI, CAPIRLA,
RISPETTARLA E SCOPRIRLA. Lavorare con soluzioni basate sulla natura “nature-base
solution”.
2. Solidarietà: In Europa ormai si sta facendo di tutto per combattere queste di erenze sociali.
Gli spazi pubblici vengo fatti per far incontrare le persone. Gli spazi vengono creati partendo
dal risolvere esigenze e richieste degli abitanti, accompagna le innovazioni sociali. Bisogna
produrre innovazione dello spazio facendo riavvicinare la gente allo sviluppo della società
pubblica.
3. Connessione: le reti determinano la vivibilità di un luogo.n lo spazio della città può rendere
migliore le condizioni di connettività delle città. Oggi bisogna diminuire le reti digitali che ci
dividono. I ussi possono migliorare la qualità degli spazi urbani, le aree pedonali che
diventano spazi di connessione e di rete. Queste reti atterrano nello spazio urbano e danno
forma allo spazio. La città diventa partecipe, dà qualità alle reti. È in equilibrio con il proprio
stile di vita. Le infrastrutture possono diventare spazio pubblico (es. asse attrezzato Pescara),
contaminare le infrastrutture di aree di funzioni. (Reti come spazio urbano). urbanistica= relazioni
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URBANISTICA TEORIA

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