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Lezione 3

Avvio agli studi urbani e tema del corso

FENOMENO URBANO e CITTÀ CONTEMPORANEA

Dai dati  alle interpretazioni geo-culturali

POPOLAZIONE URBANA MONDIALE

2009, anno decisivo nella storia dell’urbanizzazione mondiale: la popolazione residente in città ha superato
la popolazione residente in campagna. Si assiste al fenomeno dell’ INURBAMENTO = spostamento della
popolazione da campagna a città. Visibile soprattutto nei paesi del sud del mondo: l’ONU prevede che nel
2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane.

*Ogni Paese ha la sua specificità, per numero di popolazione, di conformazione territoriale…

Tra i MACRO-FENOMENI URBANI, dinamiche dell’urbanizzazione mondiale che interessano il mondo


contemporaneo,

uno dei più vistosi fenomeni è la MEGACITTÀ: the TRIUMPH of the MEGACITY

= agglomerato urbano con più di 10 milioni di abitanti.


Progressione del numero delle mega città: dal 1975 - 2010 - proiezione al 2025: aumenta rapidamente il
numero delle megacittà: *1. Tokyo, 2. Delhi, 3. Bombay, 4. San Paolo; 5. Dhaka…
Info grafica tratta dal Guardian del 2012, dove si vede come il fenomeno tende a spostare l’asse
dell’urbanizzazione mondiale

dai paesi dell’occidente sviluppato

 alle regioni mondiali del nuovo sviluppo, dove la crescita economica regge questo gigantismo urbano
e

 nelle regioni mondiali di massima povertà, dove però questo gigantismo urbano non si accompagna alla
crescita economica.

AGGLOMERATO URBANO: giocano un ruolo definitorio importante > le forme dilatate, la componente
demografica di 10 milioni di abitanti.

 si parla di IPER-URBANIZZAZIONE, gigantismo, macro-cefalia urbana.

 servono nuove categorie conoscitive, interpretative, rispetto alle semplici definizioni di ‘urbano’ >
scienza delle mega città.

Il nostro caso di studio comunque rimane rivolto alla realtà EUROPEA, che non conosce un fenomeno così
vistoso come le megacities.

L’Europa è un continente di città:


- fin dalla civiltà urbana dell’antichità,
- e poi la grande fase della Rivoluzione Industriale e l’urbanizzazione collegata - 700-800,
- gli sviluppi del 900 - 2000: caso italiano - l’urbanizzazione avviene dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Vediamo come la differenza tra Stati in termini di urbanizzazione è contenuta: è un sistema di città medie-
piccole con elevata densità territoriale. La DENSITÀ TERRITORIALE europea presenta un grado di
polarizzazione,  che vediamo nella Dorsale centrale - da UK a Italia, passando per Belgio, Paesi Bassi,
Germania, Svizzera. L’addensamento, con Francia e Spagna che allentano questa visualizzazione centro-
periferia del sistema urbano europeo, e che fa sì che non ci sia grossa differenza in termini di
urbanizzazione.

*polarizzazione = orientarsi verso un centro esclusivo di interesse


Nel 3D si parla di Paesaggio europeo, panoramica sull’elemento urbano europeo, giocando con paesaggio,
visualità.

Il paesaggio urbano in Europa è caratterizzato da POLICENTRISMO, distribuzione abbastanza uniforme che


caratterizza questo tessuto urbano europeo - del 2014, in Europa 800 città con +50.000 abitanti  piccole e
medie città, con poche mega cities.

“Il paesaggio urbano europeo è caratterizzato da grande diversità di piccole, medie e grandi città.
Confrontante con altre parti del mondo, gran parte delle regioni in Europa ha una STRUTTURA
POLICENTRICA, dove più cittadine e città sono vicine le une alle altre…” - rispetto ad altre zone dove
capitali creano strutture monocentriche…

“Attualmente, ci sono 800 città con +50.000 abitanti nell’UE. La maggior parte, circa 700, sono di
dimensioni piccole e medie (tra i 50 e 250.000 abitanti)”
L’Europa oggi e da un po’, vive un PROCESSO DI ESTENSIONE FISICA delle AGGLOMERAZIONI URBANE,
che non si accompagna ad un aumento proporzionale della popolazione: conosce la DISPERSIONE
URBANA - URBAN SPRAWL = espandersi di un insediamento urbano a bassa densità.
≠ Messo in contrapposizione con l’idea di città compatta - concentrata, altro grande fenomeno urbano,
diverso dalla megacittà, che caratterizza il nostro tempo.
Entrambi i fenomeni - megacittà e dispersione - sfidano la concezione tradizionale di città come oggetto
territoriale sintetico, chiedono un RIPENSAMENTO del concetto di URBANO.

L’espandersi a bassa densità dell’insediamento urbano = l’Urban Strawl è un fenomeno che solo
recentemente è stato focalizzato a livello europeo:

rapporto del 2006 lo definisce come “una sfida ignorata”, dove non si è ancora riflettuto.
Lo schema ci mostra come si è svolta e si svolge la CRESCITA URBANA IN EUROPA: schema cronologico e
concettuale. (lo chiede all’esame)

CRONOLOGICO da sx a dx: dal processo di industrializzazione fino ad oggi.

CONCETTUALE perché si vedono terminologie che vedremo nella lezione.

1. Fine 800-1960 : Sull’impianto della città industriale di fine 800 si innesta un processo di
SUBURBANIZZAZIONE = crescita tipica della città fino al secondo dopo-guerra 1950-60. Creazione dei
sobborghi - suburbs, espansione della città nell’area limitrofa secondo un processo di estensione
dell’edificato a macchia d’olio, introno al nucleo storico della città. Tendenzialmente si tratta di un
continuum edilizio compatto.

Nel processo di suburbanizzazione si distinguono due modelli:

 CONURBAZIONE: fusione tra due o più città che si trovano COLLEGATE dalla loro espansione
 AGGLOMERAZIONE: centro urbano dominante che si espande e inghiottisce i centri urbani limitrofi.
2. Segue poi, anni 19’70, una fase identificata come CONTRO-URBANIZZAZIONE = con variazioni che si
incontrano negli anni 19’70, avviene un cambiamento, una tendenza opposta, un’inversione

dalla polarizzazione urbana - capacità della CITTÀ di attrarre  ad una de-concentrazione urbana,
crescita della popolazione dei CENTRI ESTERNI rispetto a quella del centro città.

‘Contro’ esprime l’idea di contro-processo, contro-tendenza, crisi, perché attraggono di più i centri piccoli,
che stanno all’esterno,
e meno la città, che sembra svuotarsi di popolazione e, invece, dotarsi di altri servizi.

vs

3. Segue, il fenomeno di PERIURBANIZZAZIONE - SPRAWL URBANO - CITTÀ DIFFUSA - diffusione urbana =


urbanizzazione a bassa densità; concetto del fenomeno per cui si comincia a dissociare
 la città intesa come insediamento compatto, con popolazione numerosa,
 dall’urbanizzazione, intesa come espansione urbana del suolo, senza proporzionale aumento della
relativa popolazione.

È un’urbanizzazione a bassa densità: si chiama ancora città ma confonde i limiti tra urbano e rurale = città
diffusa.

= Si parla anche di RURURBANIZZAZIONE - RURURBANIZATION (rural + urban): fenomeno che prende


diverse sembianze - pattern, in diversi contesti. Più ordinati in alcuni non Europei, fino a pattern più
disordinati in Italia.

 anche DIFFUSED URBANIZATION / DISPERSED CITY, SPRAWL, CITTÀ DIFFUSA in Italia con pattern
disordinati.

Dibattito, negli anni 90 in Italia:

 anni 90, concettualizzata dagli studiosi, precorritori europei  la PERIURBANIZZAZIONE PADANA e poi
del VENETO CENTRALE. Si è parlato di città rarefatta, dilatata, incoerente, discorrente, estesa, esplosa,
senza centro… coniati termini, concetti che cercano di descrivere la MORFOLOGIA e la PERCEZIONE
ESTETICA della città, il suo disordine, la sua illeggibilità: città che comprende insieme area residenziale,
coltivata, produttiva, commerciale, infrastrutture… spesso in maniera disordinata.
C’è poi chi cerca di andare oltre una leggibilità, descrizione e analisi esterne, e ha cercato di cogliere in
modo più geo-culturale il senso delle pratiche, il modo in cui questa città viene PRATICATA, VISSUTA,
PERCEPITA con i sensi e con i corpi dagli abitanti.

*https://vimeo.com/67822605

DOCUMENTARIO 2004 ‘la Campagna che di fa metropoli’ di docente del IUAV, urbanista Leonardo Cianci -
link, 9 min.

Più che tematizzare l’urbanizzazione diffusa, il video riflette sulla URBANITÀ, gli stili di vita della città
diffusa: se
 l’URBANIZZAZIONE è un processo fisico di espansione della città e crescita della popolazione urbana,
 URBANITÀ si riferisce alla dimensione SOCIO-CULTURALE.

Il filmato parla della NEO-URBANITÀ : caratteristica della città diffusa, fa vedere come gli stili di vita urbani
sono diffusi anche nel contesto rurale, o meglio NON-urbano.

 NEO-URBANITÀ, stile di vita urbano nello spazio rurale, dimensione socio-culturale della città.

Video: Regione Veneto - giunta regionale 2004; “dall’Altopiano di Asiago la PIANURA VENETA può essere
vista in modo confuso, poco comprensibile. La campagna modificata dallo sviluppo industriale (avviato da
20 anni-1880) è distante dalla montagna. Gli effetti della trasformazione vanno indagati, vanno studiati i
suoi abitanti, presenta contraddizioni. Si può osservare da lontano, con uno sguardo di sintesi, ma lo
sguardo da adottare deve essere più profondo, VISTO DAI PROTAGONISTI che la vivono e la modificano.”

Intorno al centro urbano ci sono industrie, centri commerciali, traffico di lavoratori, genitori, trasportatori
di merci da consegnare. Il ritmo è frenetico, le persone sentono di avere poco tempo - sono di fretta, i
genitori si organizzano per portare i figli a scuola e tendono a fare tardi in ufficio, per liberarsi devono
lasciare i figli ad altri congiunti, il tempo al cinema e al ristorane è comunque definito - scandito dal ritorno
a casa ad un certo orario…

“Per disegnare il terzo Veneto”, questioni e lineamenti di progetto.

Prof  Ciacci dice: non è sufficiente lo sguardo dall’alto, di chi fa i piani urbanistici,
ma dobbiamo adottare lo sguardo degli abitanti - posizione che condivide la geografia culturale, entrare
nelle pratiche, nei significati.

Importanti:

- Prospettiva non più analitica dall’alto, ma delle pratiche, dei corpi, più fenomenologica, che rende le
sensazioni - le voci, i suoni del video..

- Non è analisi dell’urbanizzazione diffusa, ma interpretazione dell’urbanità, intesa come stile di vita,
dimensione socio-culturale della città.

Seconda parte

Soprattutto nella nostra realtà, lo SPRAWL - CITTÀ DIFFUSA è considerato in termini negativi, come:
 una DEGENERAZIONE nella crescita della città, soprattutto quando si presenta oltre la semplice
espansione, ma urbanizzazione delle campagne e mix di funzioni, CONFUSIONE FUNZIONALE,
mescolando funzione industriale, commerciale, abitazionionale… È rur-urbanizzazione dove troviamo un
asilo, un supermercato, insieme a industrie, centri commerciali, parchi, magazzini, sopraelevata… tutto
ravvicinato

 dove si genera questa sofferenza ESTETICA, si hanno le reazioni più negative da parte di chi studia questi
territori

 si sottolineano gli impatti AMBIENTALI negativi sulla realtà: lo sprawl è basato sulla mobilità
automobilistica, sulla cementazione, sul consumo di suolo, ha costi ambientali maggiori della città
compatta, anche costi economici - è meno organizzato, meno razionale, è la città dello spreco.

 Quando negli anni 90 si cominciò a studiare la città diffusa partendo dal Nord Italia, dalla Pianura
Padana, dal Veneto centrale come caso eccellente anche a livello internazionale: si cominciò a fare
CRITICA DELLA CITTÀ DIFFUSA, perché si vede come frutto di un modello consumistico che mima il
modello di vita statunitense: la ‘villettopoli nostrana’ è un termine dispregiativo che si riferisce
all’imitare il modo di abitare dello sprawl statunitense.
 Si sottolinea l’ANTAGONISMO tra la città diffusa e la campagna, lo sprawl come un mostro, che divora
la campagna, il suolo rurale.

dispersed city? - diffusa


vs
dense city? - compatta

 da qui il dibattito tra i valori e disvalori della città dispersa, diffusa vs città compatta, densa.

CITTÀ DIFFUSA VENETA

C’è anche chi guarda alla città diffusa, del Veneto centrale in particolare, in modo alternativo: lavoro della
geografa dello IUAV Viviana Ferrario ‘Designing Agropolitana’, 2011 che lancia questa proposta nel 2011:

“Veneto ‘città diffusa’ not only as a ruruban sprawl region with


rural/urban conflicts, but as small metropolis with agriculture inside”
= vedere “La ‘città diffusa veneta’ non solo come una regione/area dove c’è questo sprawl rurubano con
conflitti rurale/urbano, ma anche come una piccola metropoli con agricoltura al suo interno”

 non è un nemico da combattere, ma un territorio da capire e riorganizzare, in particolare nella sua


componente agricola, che risponde oggi ad una molteplicità di funzioni.

L’agricoltura che è presente nella città diffusa non è intensiva come quella delle grandi produzioni, è
residuale, marginale, però svolge importanti funzioni:

 ricreativa, turistica: tempo libero, è come un grande parco per la ricreazione dei cittadini della città
diffusa - fattorie didattiche, agriturismi
 ruolo sociale: gli orti, pezzi residuali che permettono cibo a km0

 funzioni ambientali: sfogo per esondazioni di fiumi, conservazione della bio-diversità, produzione di bio-
gas.

Tutto può creare una visione del mix agro-urbano che rileva dei valori.

 invito a leggere Veneto CITTÀ DIFFUSA non solo come una regione di sprawl rur-urbano piena di
conflitti, ma come una metropoli che ha agricoltura differenziata, residuale, con valori da esprimere.

 non solo conflitto tra città e campagna, ma come interazione tra città e agricoltura multifunzionale.

 non ha solo distrutto le campagna, ma in altri casi ha consentito la conservazione di forme residuali di
agricoltura, ‘sopravvivere’. Agricoltura anche in versione residuale e con valore economico, sociale che
bisogna saper leggere e gestire.

*lettura meno mainstream della questione

NEOURBANITÀ:
PERIURBANIZZAIONE +
RIURBANIZZAZIONE

 le forme di stile di vita urbano nell’ambito rurale (come visto nel video di Ciacci) e nell’agricoltura 
parlano della NEO-URBANITÀ tipica della città diffusa, della PERIURBANIZAZIONE,

4. però la NEO-URBANITÀ si compone anche di un altro fenomeno, che ha un lato fisico-materiale e un


altro socio-culturale  la RIURBANIZZAZIONE

= riconquista dei centri urbani, dei cuori delle città, dei centri storici, in concomitanza con processi di
rigenerazione economica, fisica, culturale  come riscossa di aree centrali precedentemente sottoposte a
decadenza, marginalità.

La Riurbanizzazione ha fasi diverse, nel Regno Unito anni 80, in Italia 2000 - ogni contesto ha il suo
momento.
Può essere intesa in:

▪ senso demografico quando c’è una crescita anche di popolazione del centro a scapito dei territori
periurbani, dell’ambito residenziale ma anche intesa in
▪ senso non-demografico, cioè riubanizzazione legata alla rigenerazione urbanistico-architettonica di
aree centrali, riconversione di vuoti urbani, di aree dismesse, con la collocazione di nuovi servizi
soprattutto commerciali  riurbanizzazione commerciale, del settore terziario e meno residenziale.

es. in Nord Italia ci sono studi che osservano le DINAMICHE di riurbanizzazione degli anni 2000, legate a
fenomeni diversi:

- presenza MIGRANTE delle aree centrali fisicamente più decadute, sfortunate delle città  aspetto
demografico: presenza migrante nelle aree più fatiscenti dei centri

- dall’altro lato, la RIVITALIZZAZIONE commerciale e terziaria che a sua volta si accompagna a


ristrutturazioni edilizie che portano nuovi abitanti, ma facoltosi, nelle aree centrali - abitanti che possono
permettersi di acquistare nelle aree ristrutturate.

 Questo fenomeno si osserva in Italia, come altrove, IN PARALLELO al procedere della diffusione
Periurbana:

! PERIURBANIZZAZIONE, diffusione urbana, città diffusa, e


! RIURBANIZZAZIONE - ritorno alla città, riscossa : sono due processi diversi ma che CONVIVONO nella
neo-urbanità : dibattito. (insieme nello schema prof)

città:
declino o rilancio?

Il dibattito è: ma la CITTÀ è di fronte al declino o al rilancio?

Disfacimento? Superamento della forma tradizionale di città, che si scioglie e diventa


indistinguibile dalla campagna? Scioglimento dell’urbano nel continuum insediativo a bassa
densità? Dis-urbanizzazione, fase post-urbana?

O rilancio della città, dei centri storici, delle aree centrali?

1. Dopo la rivoluzione urbana di neo-litico, Mesopotamia;

2. dopo la rivoluzione urbana dell’800 - industriale;

3. terza rivoluzione urbana, che interesserebbe gli anni finali del 2000: un’altra rivoluzione, della
trasformazione della città in senso post-industriale, rigenerazione delle aree centrali della città.

Come spesso accade, le posizioni interessanti stanno nel mezzo:

- posizione del sociologo urbano Martinotti, si tratta di un mutamento globale dei processi di
urbanizzazione, che non nega la città come l’abbiamo conosciuta:
“contrariamente a quanto sostenuto da un’ampia letteratura, la città non ha conosciuto una dissoluzione,
ma una dissolvenza, da una forma nota  a una che ancora non lo è del tutto”  immagine
cinematografica della dissolvenza, della trasformazione che non ci fa abbandonare ciò che c’era prima.
Nuova fase dell’urbanesimo, la dissolvenza permette di vedere l’immagine che sbiadisce.

Il concetto di CITTÀ non corrisponde più a una sola definizione - unico contesto urbano, ma a PIÙ
dimensioni contemporaneamente: può essere analizzata a diverse scale e ogni livello fa osservare un
processo diverso. È UNA e MOLTE, possiede individualità ma non si può ridurre a confini univoci, né di
natura geografica, né socio-economico-culturali.

 dibattito e apertura sugli studi urbani.

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