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STORIA DEL DESIGN – RENATO DE FUSCO

(RIASSUNTO)

CAPITOLO 2
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1760-1830)
Cambiamenti non furono solo industriali, ma anche sociali e intellettuali. Gli esiti delle
innovazioni tecnologiche portarono in poco a modificare la distribuzione della popolazione
sul territorio, formazione della civiltà urbana.
Nella prima metà del ‘700 l’Inghilterra era prevalentemente rurale, l’industria ha sede
prevalentemente in prossimità di boschi poiché la lavorazione dei minerali di ferro si fa con
il carbone di legna. Quando si inizia ad usare il carbon fossile, gli altiforni si concentrano
nei distretti carboniferi. Quando si trova il modo di applicare alla filatura l’energia idraulica,
le industrie si trasferiscono dove è possibile utilizzare l’energia dell’acqua corrente.
Quando Watt brevetta la macchina a vapore la concentrazione delle industrie può avvenire
in qualsiasi luogo. I luoghi di concentrazione delle industrie diventano centri di nuovi
alloggiamenti umani oppure se si trovano vicino città già esistenti, ne provocano l’aumento
smisurato della popolazione.
Prima implicazione del design si ha nelle macchine industriali, nascono all’insegna di
grande funzionalità ed efficienza, con la modesta pretesa “estetica” che conquista il favore
della critica. Fra tutti gli articoli esposti della Great Exhibition sono i macchinari a segnare il
progresso.
Se un manufatto presenta notevole impegno progettuale, produttivo, di elevata tecnologia,
l’insieme lo fa considerare nell’ambito del design anche se non è riproducibile in serie.

WEDGWOOD
Uno dei maggiori esponenti della riv. Ind. Discende da una famiglia di ceramisti, fu
inventore di un pirometro per misurare la temperatura dei forni. A lui si deve la costruzione
di uno dei primi quartieri operai.
Produzione con duplice caratteristica: ornamentale e utilitaria.
Ornamentale: imitazione dei modelli del passato. Motivo: il desiderio dell’intraprendere
industriale che vuole superare le migliori opere prodotte. I migliori artisti del paese furono
incaricati di copiare gli antichi prototipi o di adattarli agli usi moderni.
La sua produzione presenta una gamma di oggetti utilitari e funzionali, parte dalla propria
esperienza e dalla tradizione locale, seppe rendere sempre più aderente la forma alla
funzione. Usò fin dove fosse possibile i macchinari per i processi preliminari della
lavorazione, dove non ci riuscì usò il principio di divisione di lavoro.
Attribuì grande importanza all’addestramento alla manodopera, alla collaborazione di
artisti e designers.
La domanda dei suoi prodotti aumentava perché erano venduti ad un prezzo talmente
basso da essere accessibile alla maggioranza dei compratori.
Ideale di moda legato a buon senso e buon gusto.
CAPITOLO 3
ETÀ VITTORIANA (1837-1901)
Periodo che prende il nome dalla regina Vittoria
In Inghilterra si sviluppa un dibattito ideologico su argomenti come il rapporto tra l’industria
e la società, tra artigianato e meccanizzazione e tra arte e industria.
Dal punto di vista della produzione questo periodo è visto come un’involuzione rispetto alla
riv ind. Si forma una classe di produttori poco ditata di spirito imprenditoriale, talento
manageriale e gusto del rischio. L’intero movimento industriale subisce un appiattimento,
l’industriale diventa una figura di routine che interpreta in modo deteriore i principi del
liberalismo, producendo molto nel più breve tempo a scapito della qualità. (popolo
ineducato e schiavo della povertà). La qualificazione era affidata alle belle arti intesa come
valore aggiunto.
Dopo il Reform Bill vengono istituite scuole di disegno accanto alle quali sorgevano
collezioni di opere per essere da esempio agli allievi. (maggior esponente Henry Cole e
Morris)
Il progetto dei vittoriani inglesi fu unitario.
Sia Morris che cole riconoscono gli stessi valori: gli useful objects, le esigenze del vasto
pubblico, la chiara visione di una artisticità diffusa.
Il movimento si diffonde all’estero specialmente con il nome di Morris, poiché è l’ultimo più
noto esponente.
Great Exhibition 1851 con intenti conoscitivi e propagandistici del progresso sociale.

HENRY COLE
maggior esponente della cultura vittoriana nel design. Il suo progetto postula una stretta
collaborazione con l’industria e lo porta a coniare il termine di art manufacturer, cioè
l’artista-fabbicante. Egli è il principale artefice della Great Exhibition, l’anno dopo s’impegna
nell’istituzione di un museo di manufatti. Comprese che alla qualificazione del prodotto
industriale erano necessari alcuni basilari principi conformativi che possono essere ridotti
sostanzialmente a due: 1) riformulazione del concetto basilare di funzionalità; 2) l’esigenza
di imparare a vedere, come criterio pedagogico e metodologico. Cole sposta sugli oggetti
utili, asentimentali, il valore di artisticità emergente rendendolo anche un valore di artisticità
diffusa, semplice e schietta qualità. La forma fondamentale da lui scelta per questi oggetti
è quella geometrica, i colori vanno usati in funzione spaziale e percettiva.
Predica la necessità che l’ornato sia più astratto che imitativo, ma la geometria da sola non
basta. Il progetto di Cole e del suo gruppo può essere definito di tipo “strutturalista”.

WILLIAM MORRIS
si rifà al Gothic Revival e alla linea neomedievale di Pugin e Ruskin. Il suo progetto
principale è quello di riformatore perfettamente integrato alla classe dirigente e di
creare una cerchia di intellettuali ed artisti che rifiuta la civiltà industriale. Ciò può
essere inteso come una riforma sociopolitica. Morris tenne sempre unite l’attività
pratica e il pensiero ideologico. Nel 1888 organizzò delle esposizioni di arti applicate
dal titolo Arts and Crafts da cui prende il nome l’intero movimento morrisiano. Egli
combatte il liberalismo, il commercialismo, l’eclettismo della produzione industriale,
propone una radicale riforma politica che prendeva a modello le corporazioni, le
lavorazioni e la morfologia dei prodotti medievali. È convinto che la questione delle arti
interessa la comunità. La sua intenzione era storicistica, la sua fama si deve ad aspetti
tradizionali, questi aspetti anacronistici sono da interpretare come un consapevole
atteggiamento inteso a rafforzare l’unilateralità delle idee e a costruire un parametro di
riferimento.

CASO THONET
Michael Thonet nel 1819 aprì un piccolo laboratorio di falegnameria ed ebanisteria
specializzato in pavimenti di legno intarsiati e in particolari decorativi da applicare a mobili
tradizionali. Nel 1830 iniziò quegli esperimenti sulla curvatura.
La sua fama è dovuta all’invenzione della tecnica del piegamento del legno dopo averlo
inumidito.
Consiste nel restituire al legno la sua elasticità iniziale, per poi sagomare i pezzi in
casseforme metalliche e lasciarli essiccare in modo da fissarne definitivamente la
conformazione. Più piccolo era il mobile, più era adatto alla produzione industriale in serie.
Nel 1856 in Moravia la prima delle grandi officine per la produzione in serie dei mobili. La
più famosa fu la seggiola n.14 poiché costava poco ed era componibile, ciò ne facilitava il
trasporto (composta da 6 pezzi di legno curvato). Le varie tipologie di mobile di thonet
negli anni hanno resistito ai moti del gusto, arredato varie tipologie di ambiente e sono
stati acquistati da ogni classe sociale. È stato capace di interpretare le esigenze produttive
del suo tempo e anticipare nuovi orientamenti del gusto.
CAPITOLO 4
GERMANIA-USA 1900-1929
Nel primo ‘900 è la Germania a sviluppare le arti applicate ponendo i maggiori presupposti
culturali per lo sviluppo del design moderno.
Come modello della produttività guarda agli USA.
Sviluppano l’idea della nazione-azienda poiché la questione della produzione industriale
connessa al design è vista come un problema nazionale. Ha scelto come principio
fondamentale “a buon prezzo e di cattiva qualità”, ciò dovuto anche alla mancanza di
gusto nell’arte applicata e di progresso nel campo puramente tecnico. Bisogna prendere
spunto dell’America che con le sue idee completamente nuove era diventata la più
importante. L’industria tedesca deve utilizzare la macchina in tutti quei casi in cui
sostituisce la mano dell’uomo a vantaggio del prodotto e utilizzare la forza spirituale e
l’abilità del lavoratore per l’opera di finitura dei prodotti, in maniera che si avvicinino
all’arte. Nasce il dualismo tra mondo della macchina e mondo dello spirito, ossia tra
industria e artigianato.
Ciò che distingue la meccanizzazione europea da quella americana è che: l’Europa
procede dalla meccanizzazione dei mestieri semplici, l’America inizia con la
meccanizzazione dei mestieri complessi. Il sistema tecnico-produttivo più emblematico è
la catena di montaggio che collega tra loro le fasi della lavorazione allo scopo di fondere
l’industria in un unico organismo nel quale vengono coordinati i diversi stadi di produzione.
America: principi di Taylor incentrati sulla migliore organizzazione della produzione e i
principi di Ford che consistevano nel concentrare gli sforzi produttivi nella costruzione di
un nuovo manufatto, ipotizzato come richiesto dal pubblico: l’automobile, quest’ultimo mira
a risolvere i problemi della produzione innestandoli direttamente con quelli della vendita.
L’America punta al grande numero per un pubblico socialmente indifferenziato.
Funzionalità, praticità, comfort ed economicità sono i suoi valori vincenti; la produzione
prevale sul progetto.
Nel frattempo, in Europa si continuava a discutere sul dibattito del rapporto arte-industria.

WERKBUND
Nasce a seguito di una serie di progetti, istituzioni e programmi. In esso confluirono tutte le
iniziative che dal 1870 in poi furono intraprese in Germania. Il principio fu quello
dell’istruzione, sia degli operai manufatturieri sia del pubblico, attraverso la visione diretta
e il confronto. Perciò furono aperte numerose scuole di arti applicate collegate a musei.
Il creatore del Werkbund fu Hermann Muthesius, afferma il valore artistico, culturale ed
economico dell’arte industriale e si rivolge ai fabbricanti esigendo impegno etico-estetico
nell’interesse della produzione. Il Deutscher Werkbund esegue una selezione delle forze
migliori nell’arte, artigianato, industria e commercio con il fine di nobilitare il lavoro
produttivo attraverso la cooperazione tra arte, industria e artigianato, mediante
l’istruzione.
Aderirono al Werkbund politici, industriali, scrittori e critici, artisti e architetti (Behrens,
Olbrich, Hoffmann ecc.)
Nota disputa tra chi come Muthesius sosteneva la standardizzazione e chi come van de
Velde difendeva la libertà creativa dell’artista.
Tre aspetti importanti per la svolta nella storia del design:
1) aver posto il problema del design nella sua complessa e contraddittoria fenomenologia;
2) aver riconosciuto che senza l’industria non si ha l’industrial design;
3) il vero e proprio design nasce nell’ambito di una corrente del gusto orientata secondo i
canoni della “pura visibilità”, Protorazionalismo.
La precisione, la semplicità e la regolarità di forme sono viste come necessità funzionali
della macchina e come esigenze espressive e simboliche. Individua le origini del
movimento nell’arte classica e nell’ottocentesca neoclassica. Mira ad una nuova arte
classica, rappresentata da artisti il cui scopo è di riadattarsi alle condizioni del periodo e di
operare in armonia con il complesso delle condizioni umane. Secondo Behrens una ricca
decorazione è inaccettabile per forme ottenute meccanicamente, il disegno industriale
deve trovare una semplificazione che favorisca i limpidi rapporti proporzionali con le
singole parti. Si rifà al neoclassicismo sia perché nelle sue regole riassume una valenza
razionale facilmente comunicabile, sia perché il suo repertorio formale si addice alla
possibilità della nuova tecnologia. L’artista non da al mondo invenzioni da ammirare ma
progetti da realizzare. Il Werkbund fu un’associazione creata dall’industria tedesca a
sostegno della propria politica.
Nello stesso periodo molte aziende si distinsero per il passaggio dall’artigianato
all’industria, emblematica è la Deutsche Werksätte, la quale fu la prima azienda a
meccanizzare i suoi impianti e a standardizzare le componenti dei prodotti. (serie di mobili
componibili UNIT per le case degli operai)

AEG
Azienda berlinese nata nel 1887 rappresenta il momento più concreto, coerente e
produttivo di tale storia.
Muove dal Werkbund, ma tutto ciò che questo propone e dibatte, l’AEG lo realizza.
Produceva articoli del tutto nuovi, legati allo sfruttamento dell’energia elettrica ai fini
dell’illuminazione e del riscaldamento. Basilare è la lampadina ad incandescenza primo
prodotto dell’azienda, poi iniziò a produrre la dinamo e altri prodotti adatti alla produzione
elettrica e alle reti distributive.
L’azienda poi arricchisce il suo catalogo con tutti i prodotti legati all’elettricità, dalle
lampade ai ventilatori, orologi, quadri di comando. Divenne un vero e proprio monopolio-
pilota del settore elettrotecnico, esportò i suoi prodotti in tutto il mondo. La nascita della
carrozzeria si deve a criteri di sicurezza. Per la promozione fu incaricato Behrens che oltre
a disegnare alcune lampade ad arco aveva il compito di grafico pubblicitario, dalla grafica
discendono il design degli oggetti e persino le fabbriche che egli realizzò come architetto.
Un prodotto non doveva essere privo di quella valenza formale che contraddistingue un
prodotto di qualità (un qualsiasi prodotto deve essere prima bello come un regalo di
compleanno). Behrens parte dal binomio forma-funzione, ma lo trascende senza
trascurarlo ed enfatizzarlo. Negli oggetti standardizzati, però sta alla carrozzeria esterna il
compito di persuadere il compratore, ciò diventerà poi la caratteristica dominante di tutte le
tipologie di oggetti industriali. Egli riesce a creare infinite varianti solo variando la
carrozzeria consentendo quindi una possibilità di scelta in base all’estetica.
Gli oggetti dell’azienda ebbero un largo consenso in tutto il mondo. “la tecnica e l’arte
devono fondersi”. Causa del loro successo sta nell’immagine unitaria che riuscirono a dare
ad ogni espressione.

CASO FORD
Henry Ford esempio di self-made-man da operaio nel 1896 aveva già costruito da solo un
primo modello di automobile.
Nel 1903 fondò la Ford Motor Company che divenne presto la maggiore fabbrica del
mondo. “La forma segue la funzione”
Ford non pensa alle oscillazioni del gusto, ma ad un modello via via più perfetto,
un’automobile è un prodotto moderno e deve essere costruita non per rappresentare
qualcosa, ma per poter prestare il servizio per cui è prevista. Il merito di Ford sta nell’aver
tradotto il funzionalismo in prodotti tangibili.
L’automobile Modello T tenuta in produzione dal 1908 al 1927, pur essendo la prima
utilitaria ridotta all’essenziale era costruita con materiali di grande resistenza, poiché era
interesse di Ford che ogni suo articolo fosse lavorato bene e che il cliente non dovesse
sentire la necessità di sostituirlo. Per la sua fabbricazione venne introdotta la linea di
montaggio nell’industria automobilistica, a ciò si aggiungevano i vantaggi di utilizzare parti
costruite altrove.
Il merito di Ford fu di riconoscere la possibilità di democratizzare il veicolo, il concetto di
trasformare un meccanismo complesso in un normale oggetto d’uso e di adeguarlo nel
prezzo sarebbe stato inconcepibile in Europa.
Turni di lavoro da 8 ore consentivano a Ford di far marciare tre turni consecutivi al giorno
incrementando la capacità produttiva quasi del 50%, avendo comunque dei salari alti per
meno ore di lavoro. Ciò faceva parte di un’idea politica secondo la quale gli stessi addetti
all’industria avrebbero potuto costituire i primi acquirenti. Le automobili sollecitarono la
creazione di una rete nazionale di autostrade.
Passaggio dal Modello T al Modello A a causa della competizione con la Chevrolet della
General Motors. Grazie alla strategia di Ford il pubblico ormai ricco è alla ricerca della
varietà e della novità.

WIENER WERKSTATTE
Maggiore evento austriaco della storia del design, anche se riguardo quest’ultimo ci sono
dubbi poiché la sua produzione fu artigianale e non seriale. Molte relazioni con il
Werkbund. Fondata da Moser, Hoffmann e Wearndorfer, raccoglie gli esiti delle Arts and
Crafts, del Liberty inglese e l’opera di Mackintosh ecc. La Wiener Werkstatte opera una
riduzione di tali influssi, rielabora un nuovo classicismo e da il contributo maggiore alla
nascita del Protorazionalismo. Il suo progetto interessa numerosi fattori es. la posizione di
Hoffmann di fronte a Morris, grande ammirazione ma i problemi della società vanno risolti
dai politici. L’intento è quello di stabilire un rapporto tra il pubblico, il progettista e
l’artigiano, produrre oggetti di uso domestico semplici e di qualità. Punto di partenza
è la funzionalità, e l’armonia delle proporzioni. No produzione a basso prezzo, perché va
a scapito dei lavoratori. Lavorano su commissione oppure tramite binomio offerta-
domanda durante le esposizioni. Prime attività oreficeria, legatoria, falegnameria. Concetto
primo era l’idea dell’opera d’arte totale implicante più esperienze di artisti e la vasta
tipologia di oggetti. Unità di stile. L’opera di Hoffmann risulta sempre identica e sempre
diversa da sé.
Nella Wiener Werkstatte la macchina è intesa come aiutante e serva dell’uomo, a
determinare la fisionomia dei prodotti è lo spirito dei creatori. Ogni oggetto esprime il
massimo livello di capacità tecnica e artistica. Pubblico elitario.

BAUHAUS
Fondata da Gropius e durata esattamente quanto la repubblica di Weimar (1919-33).
Prevedeva l’educazione tramite l’Arte, l’Azione, il Lavoro. L’associare la didattica alla
produzione risponde ad un orientamento pedagogico, ma anche all’esigenza didi integrare
il sostegno economico modesto dell’amministrazione pubblica. Ricavava cedendo modelli
o collaborando con l’industria.
In ogni laboratorio vi era un artista dirigente affiancato da un tecnico pratico. I progetti
dell’officina di falegnameria risentono fortemente del Neoplasticismo es. sedia Breuer-
>Rietveld. Emergono le personalità di alcuni designer del Bauhaus iniziatori del genere
delle lampade la cui originalità sta nel fatto che sono svincolate dalla tradizione,
l’intenzione estetica è ricavata dall’aderenza al meccanismo funzionale.
Il settore della grafica e della fotografia fu iniziato ad opera di Moholy-Nagy. Il periodo di
Dessau segna una maturazione di molte esperienze iniziate a Weimar, l’abbandono di
ogni accento artigianale a favore di quello industriale es. officina di falegnameria di Breuer,
passaggio al tubolare in acciaio, diventando officina del mobile. Esempio più emblematico
è la poltrona in tubi d’acciaio nichelati con sedile, schienale e braccioli in tela.
Sedia di van der Rohe con i tubi a semicerchio. Sedia di Breuer tubolare curvato può
costituire quasi l’intero sostegno della sedia. Fu sempre più orientati in senso economico e
industriale sotto la direzione di Albers e Arndt. L’attività produttiva è limitata ai prototipi.
Per introdurre uno stile Bauhaus si necessitavano le macchine, ma non c’erano
abbastanza finanziamenti e le industrie non comprendevano le innovazioni. Produce
quindi indirettamente. Dopo Gropius, Moholy-Nagy e Breuer. L’industria comincia a
rendersi conto dell’importanza della sperimentazione e quindi a sostenere la scuola.

ULM
La scuola nasce in Germania nel 1955 dalla fondazione fratelli Scholl voluta da Inge Scholl
in memoria dei suoi fratelli Hans e Sophie. Tesi di continuazione del Bauhaus ma si rifiuta
di renderla semplice restaurazione. Progettazione grafica e disegno industriale. Nata per
esigenza di dare carattere scientifico e accademico al progettista. Coordinazione del
disegno del prodotto con l’immagine dell’azienda. (M.Bill, T.Maldonado, G.Kalo, O.Aicher)
Maldonado riteneva che il mestiere del progettista fosse quello dell’intellettuale tecnico con
un importante ruolo sociale. Da ciò deriva la necessità di una forte impronta etica e di una
base culturale ampia e solida.

CAPITOLO 5
ART DЀCO
Maggiore contributo della Francia al design. Le sue idee, prodotti e manifestazioni si
hanno già nel primo decennio del 900, ma questo periodo viene datato al 1925 poiché si fa
corrispondere la sua scoperta con l’esposizione internazionale delle arti decorative di
Parigi. Fu una sintesi di tutti gli eventi francesi di tale decennio, prima tra tutte l’Art
Nouveau e del suo ramo geometrico, poi Cubismo, Fauvisme e Orfisme. La Francia risentì
del successo di Inghilterra e Germania andando in crisi. Personaggio di rilievo fu Paul
Poiret, detestava il rigore della forma, trasferisce la moda del gusto per i colori vivi, fu
influenzato dalla Wiener Werkstatte, collaborò con artisti riuscendo a creare un nuovo
movimento di idee per l’arredamento diventando uno dei principali protagonisti dell’Art
Déco. Movimento che fa parte di un più vasto progetto amministrativo per competere con
altri paesi. La Francia mira all’artisticità della produzione e non all’industrializzazione.
Prende come spunto quel lato del Movimento Moderno che punta a contrapporre agli stili
del passato uno stile moderno dotato di un proprio repertorio decorativo. I grandi
magazzini accanto al reparto vendita aprirono laboratori artigianali per la produzione
esclusiva di mobili e oggetti.
Francis Jourdain fu il primo a cercare di trasformare l’artigianato in uno pseudo-artigianato
di serie, si annunciava l’esigenza della produzione industriale dell’oggetto utile.
Logica occasionale e discontinua e lavoravano solo su commissione. Punta alla modernità
artistico-inventiva e ad una quantificazione che non si affidasse alla serialità, ma alla
riconoscibilità di uno stile capace di informare e unificare. Prodotti costosi, si disinteressa
del ceto popolare.
Principali esponenti Ruhlmann e Les Corbusier.
Ruhlmann maggiore mobiliere del tempo associava la semplicità geometrica all’impiego di
legni e materiali preziosi.

LES CORBUSIER
A metà degli anni 20 le chiama ancora arti decorative, ma l’arte decorativa moderna non
prevede nessun tipo di decorazione. Vede nel modo di fare dell’industria, nella sua logica
e nella sua tecnica, il modello per il moderno design, poiché questo tipo di arte decorativa
non è opera di artisti ma dell’industria, si passa così dall’arte agli oggetti che soddisfano i
bisogni utilitari. Les Corbusier si differenzia da Gropius perché si preoccupa di trovare
argomentazioni adatte al vasto pubblico della cultura di massa, preferisce indicare il
procedimento dell’industria come modello di un organismo produttivo autosufficiente, ma
non nega che la macchina debba essere guidata dall’uomo. Sostiene che la macchina
possiede una specificità e un’autonomia tali da vanificare le velleità formalistiche e
decorative degli artisti.
Per lui bisogna definire i bisogni umani che sono pochi e identici per tutti, standard, si
considerano quindi i prodotti di questo settore come membra artificiali. Concentrarsi su
pochi prodotti fattibili industrialmente e estendibili a tutta la sfera sociale. Esprit machiniste
accento polemico contro la decorazione, il superfluo.
Les Corbusier propone l’uso dell’acciaio, l’alluminio, il cemento e le fibre sintetiche per la
costruzione dei mobili. Indica una nuova concezione di arredamento d’alloggio, alla base
ci sono i casiers standard una specie di contenitori modulari e componibili per tutti gli
ambienti i quali possono anche sostituire i vecchi muri divisori. Riduzione
dell’organizzazione della casa in elementi fissi e mobili.
È il primo a distruggere quel decorativo che caratterizza il gusto del suo tempo.

CAPITOLO 6
L’INDUSTRIAL DESIGN NEGLI USA
STREAMLINING
Fenomeno più importante nella storia del design americano. È stata definita in senso
dispregiativo Styling, è nato in collegamento ad una strategia economica nata per far
fronte alla crisi del 1929.
È considerato un fenomeno puramente commercialo, un modo per rendere attraenti
oggetti a discapito della qualità.
La loro linea aerodinamica è motivata da ragioni tecnico-scientifiche. Fonti delle forme:
AEG, Wiener Werkstatte, Art Déco, Futurismo, Espressionismo. Da quest’ultimi ricavò il
culto della velocità, aerodinamismo, e il simbolismo. La velocità, intesa come affermazione
di potenza e valore di modernità, è intervenuta nella forma degli oggetti attraverso gli
effetti aerodinamici. Rifiuta le rigide stereometrie del design razionalista, propone
valenze e ripropone qualche elemento decorativo.
La forma a goccia è quella più aerodinamica fu adottata per navi, sottomarini ecc.
Galleria del vento per studiare le turbolenze a cui vengono sottoposti i veicoli e quindi
ridurle.
N.B.Geddes primo designer ad occuparsi dei problemi teorici dello Streamlining, i suoi
progetti per auto percorrono i più riusciti prodotti in serie.
Il campo produttivo più emblematico fu quello ferroviario, in America appartengono a ditte
private.
In quasi tutti i prodotti streamlined è presente un carter cioè la scocca protettiva che trova
ispirazione in una linea del gusto, era legata ad una morfologia propria delle nuove
tecnologie.
L’ascesa delle vendite contribuì all’accrescimento del potere dell’industrial designer. I
protagonisti tentarono una mediazione tra gli interessi dell’industria e quelli del pubblico.

INTERNATIONAL STYLE
Prende il nome dalla mostra che organizzarono Hitchcock e Johnson al MOMA nel 1932.
Questi ritenevano che la produzione architettonica dell’ultimo decennio con i suoi intenti
razionali e formali, avesse ormai definito uno stile caratterizzato e riconoscibile da potersi
accostare agli stili del passato. Rivendicano la valenza artistica per l’architettura. 3 principi
base:
1)concezione dell’architettura come volume
2)composizione basata sulla regolarità piuttosto che sulla simmetria
3)gusto dei materiali, perfezione tecnica e delle proporzioni in opposizione alla
decorazione.
Stile basato sulla stereometria elementare dei mobili contenitori, impiego dell’acciaio
curvato, accostamento di pochi eterogenei materiali, assenza di decorazione. Questo
gusto si diffuse velocemente legittimando il termine internazionale.
Assembled kitchen, cucina americana, organizzazione e conformazione dei mobili della
cucina studiata prima dalla Beecher (razionale sfruttamento dello spazio, mobili bassi e
mobili alti), poi modificata dalla Frederick, ed infine dalla Meyer. Infine Ernst May progettò
a Francoforte una pianta a U in maniera tale che la massaia riuscisse a compiere tutti i
suoi compiti quasi stando ferma. La cucina di Francoforte fu costruita in serie. Fu difficile
convincere i fabbricanti a produrre le “macchine per la casa” non solo singolarmente, ma
anche in modelli che rientrassero in un insieme coordinato (L.M.Gilbreth fu la prima a
studiarne una per la Compagnia di Gas Brooklyn).
Conferire un aspetto gradevole ad un intero ambiente meccanizzato.

FURNITURE DESIGN
Charles Eames maggior esponente e primo disegnatore americano che si sia imposto a
livello internazionale.
La ditta Herman Miller Forniture Company 1905, piccola azienda per la quale il design è
importante e il prodotto deve essere onesto, ogni pezzo è prodotto fino a quando non è più
al passo coi tempi. I suoi principali designer erano Charles Eames(insegnante) e Ray
Kaiser. Linea organica.
La ditta Knoll International fondata da Hans Knoll nel 1938, i suoi principali designer furono
Florence Schust, Eero Saarinen e Harry Bertoia. Linea razionale.
Tutti questi provenivano dalla Cranbrook Academy of Art di Bloomfield Hills, scuola
fondata da Eliel Saarinen con l’intento di incrementare il rapporto tra le arti maggiori e
quelle applicate ispirandosi all’Arts and Crafts, alle istituzioni europee soprattutto la Wiener
Werkstatte.
Organic Design in Home Furnishing fu vinto da Eames e
Saarinen con quattro progetti di sedie e soluzioni per mobili
componibili. Il modello principale ideato dai due era una poltrona ricavata da una grande
scocca formante sedile, schienale e braccioli, la cui plasticità trovava contrasto nelle 4
gambe sottili, rientra nella tipologia discontinua per parti dato l’innesto delle gambe
direttamente nella scocca.
Eames disegnerà in genere sedie caratterizzate dalla discontinuità per parti trovando
spesso un equilibrio tra esse; es. Wire Chairs la rete di tondini metallici che configura la
scocca è distinta dal supporto ma perfettamente assonante con la trama di sottili elementi
che lo forma, vuole ottenere un po' il continuo, un po' il discontinuo. Oppure Unpholstered
longue chair and Ottoman(simbolo della società del benessere). Nella serie di sedie in
metal mesh la tecnologia usata è quella della saldatura per punti, il disegno della rete
metallica deriva dall’idea di seguire gli spostamenti della forza peso
Saarinen invece con continuità per parti, disegna anche lui una poltrona con poggiapiedi.
Con la serie Tulipano raggiunge il massimo della continuità fra parti portanti e portate.
Miller molto più buona tecnologicamente, il divario che si crea con la Knoll si nota nel
campo produttivo. I mobili della Knoll sembrano sempre studiati in funzione di un
ambiente, quelli della Miller no.

CAPITOLO 7
MOBILI SCANDINAVI
Non ha assunto come referente la macchina, mancata frattura tra artigianato e industria,
continuare la tradizione, uso prevalente di alcuni materiali. Hanno assunto come referente
dei propri progetti la natura. Le lampade di Aalto non sono più i meccanici apparecchi per
illuminazione ma oggetti che tendono a fondere la luce artificiale con la naturale luminosità
nordica.
La tecnologia gioca un ruolo primario, ma l’interesse va ricercato nell’originaria morfologia
del materiale e nell’idea di forma che precede la fabbricazione. Doppio senso della
continuità della tradizione: 1)legame tra i grandi orientamenti artistico-culturali; 2)continuità
tra l’antica produzione popolare e quella moderna.
Kaare Klint diede origine al movimento scandinavo moderno. Incoraggiava i suoi allievi a
studiare i mobili del passato poiché era convinto che gli antichi fossero più moderni di noi.
Tradizione e funzionalità erano i punti da cui muoveva il suo insegnamento. Ha preso
spunto da tutti i modelli del passato includendone altri, legittimazione di ogni spunto, riesce
a cogliere una sorta di filo rosso che collega la cultura del mobile, si basa
sull’antropometria.
Scelta tra mobile singolo(primi esponenti) o camera completamente arredata(designer
anonimi).Il mobile scandinavo non raggiunge la meccanizzazione del design furniture.
L’oggetto aaltiano non è interessato ad una serializzazione, tutte le componenti di Aalto
nascono per un preciso edificio.
Un inizio di industrializzazione fu compiuto dalla ditta Hansen utilizzò la tipologia dei mobili
in tubo d’acciaio di Thonet per la lavorazione dei suoi mobili componibili.
Aalto raggiunge la piegatura del legno con l’umidità naturale applicando gli studi di Thonet
e la fabbricazione degli sci. Riuscì a dare elasticità al materiale. Omogeneità delle parti
costituenti degli sgabelli di Aalto, unione tra sostegno verticale e il piano.

CAPITOLO 8
DESIGN ITALIANO
Eguaglianza delle classi dovuta alla povertà universale del periodo, rende tutti umili,
spiana l’intelligenza e il gusto. Prima costante del design sono “l’orgoglio della modestia” e
“il lusso necessario”(le classi povere vogliono imitare i mobili di quelle ricche).
Prodotto più emblematico Fiat 500 Topolino 1934 di Dante Giacosa, prima automobile
popolare italiana. Dopo la IIGM privilegia due settori: l’industrializzazione dell’edilizia e
l’arredamento della casa popolare. L’invenzione dello scooter adatta a uomini e donne, si
guida seduti, consuma poco, percorre ogni strada. Nel 1945 la Piaggio produce la vespa di
Corradino D’Ascanio, a carrozzeria portante. Nel 1947 la Innocenti produce la Lambretta
di Cesare Pallavicino, a struttura portante a tubolare. Collegata all’invenzione dello scooter
è la minivettura Isetta di E.Preti presente sul mercato italiano dal 1953 al 1956, entrambi
rappresentano la versione povera. La Nuova Fiat 500 di Dante Giacosa del 1957
rappresenta il lusso necessario, insieme alla Cisitalia tipo 202 di Pininfarina, l’Alfa Romeo
Giulietta Sprint di N.Bertone.
Prima esposizione alla Triennale nel 1946 proposta di arredi per case economiche con
elementi semplici, componibili e di basso prezzo. Non funziono per la scarsa possibilità di
industrializzare, ma fu un’occasione d’incontro dei maggiori designers: i Castiglioni,
Magistretti, Gardella ecc. 1949 nasce Azucena ditta fondata da Gardella,Dominioni e
Magistretti, produce mobili di prestigio e costosi, ebbero successo.
Altra caratteristica del design è l’uso dei materiali diversi, si produce con ogni sorta di
materia prima. La tecnologia di lavorazione impone la forma. Il carattere polimaterico
rimanda alla frequente associazione con l’avanguardia delle arti visive, quasi ogni
tendenza figurativa ritrova riscontro nel design, perciò è stato inteso come un’operazione
artistico-culturale, firmano i prodotti infatti sembrano più degli stilisti.
È opinione diffusa che da un lato ci sia l’industria self-made con iniziative ex artigiane,
dall’altro il design, ma ad essere separati non sono loro piuttosto il momento progettuale e
quello produttivo.
Il design delle auto era visto come una componente di stile aggiunta a un progetto già
elaborato, raramente un oggetto era progettato interamente, quindi la forma era già
prestabilita. Ital Design di Giugiaro,Mantovani e Bosio primo caso di ditta che prevede la
progettazione integrale del veicolo.
Per la produzione del mobile il rapporto tra progetto e produzione è più stretto e più
facilmente si prospetta una progettazione integrale. Ogni modello esprime ad un tempo la
forma e la struttura costruttiva, ma in molti casi la stessa valenza estetico-tecnologica
dipende dal corretto impiego di una determinata tecnica. Es.poltrona Lady di Zanuso deve
molto all’impiego della gommapiuma e del nastrocord; la serie per ufficio dei BBPR per
Olivetti, la sedia Modello Z9/r di Sottsass per Olivetti, la collezione di Albini con la ditta
Poggi.
Se nell’industria automobilistica è l’artigianato ad essere assorbito nella logica della
produzione, in quella del mobile è il processo industriale a seguire la logica dell’artigianato.
Il settore più industrializzato è quello dei prodotti con meccanismo e carrozzeria. Comune
a tutti è l’occultamento per ragioni estetiche e di sicurezza del nucleo meccanico. Le
macchine da scrivere di Nizzoli per Olivetti (Lexicon 80, Lettera 22) hanno la parte
meccanica distinta dalla scocca; quelle di Sottsass hanno una forma che esprime la natura
elettronica del motore (Lettera 36); le macchine elettroniche di Bellini la parte esterna è
studiata secondo i principi dell’antropometria e dell’ergonomia.
L’indispensabile progettazione integrale non consente un rapporto diretto tra ideatore ed
esecutore, ma richiede il completo coordinamento di più specialisti.

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