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Geografia e globalizzazione


La grande cornice della nostra vita in cui si muovono le nostre esistenze è la globalizzazione.

COS’È?

C’è una contrapposizione:

1. da un lato lo spazio dei luoghi, una logica della certezza, della fissità che trova nella mappa
geografica la sua rappresentazione principale, 


è una descrizione molto statica, la famosa logica paratattica


2. dall’altro lo spazio dei flussi. 



In questo caso lo spazio dei flussi è la complessità, il movimento, tutto ciò che della realtà
terrestre è dinamico, è in trasformazione.


È una logica del cambiamento, dell’incertezza, cioè la Geografia del mondo in cui viviamo.
Perché tutto si muove, tutto si trasforma, tutto si modifica continuamente.

È una bella battaglia tra lo spazio dei luoghi e lo spazio dei flussi.

Queste due categorie le ha create Manuel Castells, un sociologo spagnolo, che si è occupato di
questi temi e ha coniato queste contrapposizioni tra spazio dei luoghi e spazio dei flussi.

VISIONE DEMATTEIS

Dematteis e Lanza definiscono la globalizzazione come i processi d’interconnessione e


interdipendenza;

Strettamente legata alla diffusione del capitalismo, che è un fenomeno globale, planetario. 


- Non esistono più parti nel mondo che siano esterne al capitalismo. 


- Fino al 1989 l’anno della caduta del muro di Berlino, quando si studiava Geografia economica
avrete sicuramente sentito di…


• Primo Mondo, dove si poteva trovare un’economia di mercato, quindi tutto il mondo
occidentale,

• il Secondo Mondo che era dato dall’Unione Sovietica e dalla Cina, cioè un’economia di
mercato, ma di Stato.

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• Poi arrivavano i paesi del Terzo Mondo i cui sistemi economici che non entravano né nel
primo caso, perché mercato non c’era e neanche facevano parte del cosiddetto blocco
sovietico.

Quindi cosa succedeva?


In un mondo pre- globalizzazione chi era povero e marginale era anche esterno al capitale, o
comunque esterno ai primi due grandi sistemi economici diffusi sulla superficie della Terra.

- Crollo del muro di Berlino, caduta dell’unione Sovietica, il capitale fa il giro del mondo.

CAPITALISMO

Il capitalismo è nato dai banchieri fiorentini e genovesi, quindi:


- nasce in una parte molto piccola del mondo

- e si estende e ingloba parti sempre più grandi fino a diventare e a sovrapporsi


interamente alla superficie del pianeta.

Il capitalismo è l’idea che bisogna investire la ricchezza per produrre altra ricchezza. 


- esatto contrario dell’economia di sussistenza il cui ragionamento è che si consuma


quello che si produce e si produce quello che si consuma.

- Il capitalismo è contrassegnato dalla sovrapproduzione.


- Il capitale è basato sulla mercificazione di qualsiasi cosa.

Quindi la globalizzazione è l’espansione secolare di un modo di produzione diverso da tutti gli


altri e che da parte diventa il tutto.

1. siamo tutti dentro questa grande macchina caratterizzata da interconnessione e


interdipendenza, 


2. Contano sempre di più, non le proprietà individuali di ciascun luogo, ma la capacità di


ciascun luogo di valorizzare e far conoscere le proprietà, tutto ciò che lo rende specifico e
farlo conoscere sulla scala planetaria. 

(Pensate, ad esempio, al fenomeno del turismo, che oggi è una competizione tra luoghi per
accaparrarsi fette di mercato)


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1. La globalizzazione
La globalizzazione più precisamente è contrassegnata da:


a) diffusione planetaria del capitalismo, del commercio e della finanza internazionale;


b) espansione, intensificazione e accelerazione dell'interconnessione spaziale su lunghe


distanze (innovazioni tecnologiche, riduzione costi/tempi di trasporto).

Esistono due livelli della globalizzazione:


• il livello orizzontale (luogo - luogo) è quello che integra, implica e comprende le relazioni 


tra gli uomini, tra le società, i luoghi, i flussi di persone e di idee che connettono tra di loro
le varie parti della Terra. 

Abbiamo in questo caso la compressione spazio-temporale 

(oggi la tecnologia fa arrivare le informazioni in tempo reale e non fisicamente). 


- La globalizzazione è anche informazione, oggi il potere è quello di


informare di gestire le informazioni.

- l’informazione è l’elemento principale che decide le elezioni e le strategie di


potere.


• il livello verticale (locale – glocale – globale) il rapporto tra gli uomini e la Terra, cioè ciò
che rende un luogo unico rispetto agli altri. 

Il livello verticale sono tutti gli elementi che entrano a far parte della nostra vita e che
definiscono il nostro rapporto con i luoghi. 


In sintesi…
I livelli della globalizzazione sono 


- da un lato il livello orizzontale in cui c’è questa rete, lo spazio dei flussi, 


- però non ci fa vedere cosa succede in ogni singolo punto e le proprietà fisiche, ambientali
che definiscono la specificità di quel luogo. 

Ciascuno di questi luoghi è particolare: Cagliari ha delle specificità che Milano non ha e
viceversa.

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Proviamo a pensare ogni luogo della Terra come connesso o connettibile agli altri attraverso la
suddetta rete di relazioni, che chiameremo "orizzontali". Se l'ambiente terrestre fosse
indifferenziato, tale rete determinerebbe univocamente la localizzazione delle diverse attività. Ma
essendo invece lo spazio geografico già differenziato, prima e indipendente da essa, ogni fatto
sociale si localizza all'incontro di certe relazioni "orizzontali" con certi rapporti "verticali" (di tipo
tecnico, ecologico e culturale), che legano l'agire umano a certe condizioni territoriali naturali e
storiche preesistenti, specifiche di ogni luogo, "date": di regola non riproducibili a piacere,
difficilmente modificabili nel loro complesso.

Ciò vale particolarmente per lo sviluppo locale e regionale, il quale, a mio avviso, può essere
descritto solo come valorizzazione di condizioni e di risorse ambientali (relazioni "verticali")
attraverso un processo di interazione con una trama dei rapporti di produzione e di scambio di
livello territoriale più ampio (relazioni "orizzonta-li"). Se così è, tra le interpretazioni "endogene" ed
"esogene" dello sviluppo c'è sicuramente opposizione, ma non c'è alternativa. Lo sviluppo
cosiddetto "endogeno" è un fatto di organizzazione locale — cioè, inizialmente, un'anomalia o
almeno una contingenza nella rete dei rapporti "orizzontali" — il quale deve però integrarsi con (e
qualche rara volta imporsi come) un ordine globale. Ma come si può descrivere operativamente
l'articolazione di rela-zioni "orizzontali" e "verticali" reciprocamente irriducibili? Sempre stando al
problema dello sviluppo locale, si tratta di capire come certe caratteristiche "proprie" di un luogo (o
anche di una regione), ,pur esistendo da tempo come semplici fatti fisici o storico-culturali, a un
certo momento diventino ad esempio valori economici, o con-dizioni sufficienti per la produzione di
valore.

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2. Cifre
Il mondo in cifre è un librettino molto utile perché riporta una serie di dati e statistiche sugli
argomenti più disparati.

Confrontiamo i primi cinque paesi con il più alto PIL (Prodotto Interno Lordo) con i primi cinque
paesi con il più alto indice di sviluppo umano (indice che segna il grado di partecipazione della
popolazione alla vita politica, la libertà di stampa, la scolarizzazione, l’alfabetizzazione etc.).

1. PIL

Stati Uniti 2. Cina 3. Giappone 4. Germania 5. Inghilterra 


2. Lo sviluppo umano: 

1. Norvegia 2. Irlanda 3. Svizzera 4. Hong Kong 5. Islanda

C’è qualcosa che non quadra, vediamo che non coincidono. Chi è convinto che avere il PIL più
alto significhi avere il più alto indice di sviluppo umano si sbaglia di grosso perché si vede che i
Paesi non coincidono.


- PERÒ per esempio La Germania è al 4° posto in una e al 6° posto nell’altra classifica.

- Questo significa che la ricchezza prodotta è diffusa e non è concentrata nelle mani di
pochi.

Ultimi cinque paesi con il più basso PIL pro-capite:


- 1. Sudan del Sud 2. Burundi 3. Malawi 4. Niger. 5. Repubblica Centrafricana 


- Sono tutti localizzabili in Africa. 


- Un altro elemento interessante è che gli ultimi cinque paesi meno alfabetizzati al mondo sono
localizzati nel continente africano:

1. Niger 2. Ciad 3. Guinea 4. Sudan del Sud 5. Mali


C’è una coincidenza di alcuni, ad esempio il Sudan con il PIL e con i livelli di
alfabetizzazione più bassa.



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ITALIA

Per quanto riguardo il nostro paese, l’Italia è al 5° posto nella classifica del PIL e al 26° posto
(88,7) nell’indice di sviluppo umano.

È interessante notare come tra i primi dieci paesi più ricchi al mondo ci siano: 2 paesi dell’America
del Nord, 3 dell’Asia, 4 dell’Europa e 1 dell’America del Sud.

Altri numeri….
Leader del commercio mondiale

9. Italia (2,63%)
Maggiore speranza di vita

1. Principato di Monaco (89,4) 



2. Hong Kong

3. Macao 

10. Italia
Pesi con più turisti

1. Francia (89.322)

2. Spagna (832.509) 

3. Stati Uniti (79.256) 

4. Cina (65.700)

5. Italia (64.513)


3. Sistema della glob e digital divide


Chiaramente si parla di élite che dominano l’economia del pianeta. La globalizzazione necessita
di due soggetti: 


1. chi globalizza e chi viene globalizzato, oppure chi ha gli strumenti per essere globalizzato e
chi non li ha.

2. Quindi, il mondo globalizzato è un mondo di forti disparità.

LA COMUNICAZIONE GLOBALE

C’è un fenomeno che si chiama digital divide e ha a che fare con l’accesso alle tecnologie
dell’informazione e quindi con l’inclusione ed esclusione dalla società dell’informazione.

La mappa ci fa vedere con uno spessore più consistente quali sono le parti del mondo che

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dialogano tra di loro e ci permette di vedere subito come
il colore dell’Africa sia quasi impalpabile.

(Mappa della diffusione di internet del mondo.)

Altro dato interessante è la mappa dei social,


aggiornata a gennaio 2019, che ci mostra quali sono i
social dominanti.

ANALISI DIGITAL DIVIDE



Ci sono parti del mondo che soffrono più di altre il digital divide. 


1. L’India ha un risultato straordinario complessivo per il PIL ma la situazione economica


non è omogenea.

2. Ma lo stesso vale per la Russia ovvero i BRICS cioè i paesi che non sono forti come Stati
Uniti e Giappone, ma non sono nemmeno i paesi in via di sviluppo. Sono Brasile, Russia,
India, Cina e Sud Africa.


La connettività è diventato uno dei problemi centrali, fondamentali, lo è sempre stato nella
storia dell’umanità, 


- ma c’è da dire che la rivoluzione della connessione ha veramente cambiato tutto, in


quanto lo spazio hanno perso molto della loro importanza con la compressione spazio-
temporale.

Con la globalizzazione c’è una sostituzione:


- la dimensione verticale è messa a dura prova dallo spazio dei flussi, da quella dimensione delle
relazioni orizzontali.

- È paradossale, ma quanto più i luoghi sono connessi, tanto più i luoghi rischiano di
scomparire (non nel senso fisico, ma nel senso di perdere le loro specificità). 


RISCHI ECONOMIA GLOBALE:



Omologare tutto e tutti, infatti il rischio è che tutti condividano gli stessi gusti, vedano le stesse
cose e pensino tutti allo stesso modo. 


- man mano che i luoghi entrano in connessione tra di loro rischiano di perdere la loro
identità
- é entriamo in questa rete dove bisogna omologarsi unirsi e diventare tutti più simili.

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IMPORTANZA GEOGRAFIA 


1. Il luogo è un posto specifico, unico che ha caratteristiche sue e proprie.

2. La località ha un’accezione più generica, nel senso che è un’estensione spaziale, un posto,
ma non è ancora un luogo.


PERCIÒ: Tutti i luoghi sono località, ma non tutte le località sono luoghi.

Non tutti i punti sulla superficie della terra hanno proprietà tali da renderli riconoscibili e unici


- a Milano non c’è il mare, ma a Cagliari non c’è la tradizione del panettone.

- Parigi ha una serie di elementi che sono iconemi, parola coniata da Eugenio Turri e sono quegli
elementi di un territorio e di un paesaggio, che valgono come la parte per il tutto e che ci
permettono di identificare perfettamente quel territorio. 


- Se vi mostro la Torre di Pisa identificate perfettamente il luogo; oppure per Cagliari


gli iconemi potrebbero essere i fenicotteri rosa.

4. Glocale, globale e locale


1. La scala globale è la scala planetaria. Scala globale significa globalizzazione, quindi tutti i
fenomeni che hanno una portata planetaria (la pandemia è un fenomeno globale). 


2. La dimensione locale è quella data dalle relazioni verticali, i singoli luoghi e il modo in cui
quei grandi fenomeni che riguardano tutti assumono forme e configurazioni diverse in base
al luogo in cui si producono. 

(Esempio banale il Covid è un fenomeno globale, ma vediamo che, in diverse parti del mondo,
le reazioni e le forme che assume sono diverse)


3. Glocale è la scala intermedia, sarebbe quello europeo o italiano, a metà strada tra il singolo
luogo e tutti i luoghi.

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5. Caratteristiche mondo globalizzato

Nel mondo globalizzato abbiamo: 


1. rapporti sociali basati sulla prossimità verticale, lineare, gerarchica 


2. integrazione, fusione, annullamento della distanza, simultaneità e competizione. 


3. Importanza delle reti: flusso di beni, servizi, denaro, persone, informazione e cultura e
creazione di nuove geografie. 


4. Affievolimento dei confini, omogeneizzazione culturale e degli stili di vita, nuovo rapporto
locale-globale. 


5. Il mondo globalizzato produce i suoi anticorpi, si vedano i vari regionalismi che sono
reazioni a livello locale. 

La televisione abbonda di trasmissione in cui si va alla scoperta dei sapori, dei saperi delle
produzioni tipiche che vengono fatte in un certo modo secondo la tradizione. 


• I sovranismi sono in qualche maniera una reazione alla globalizzazione, perché


sono l’idea di recuperare un’idea di carta geografica in cui c’è una divisione netta
tra i vari Stati.

Il mondo globalizzato ha queste caratteristiche:


- Interdipendenza delle economie dei vari paesi si traduce in una globalizzazione degli
scambi (di materie prime, prodotti alimentari, capitali, servizi, ecc.).


- Azione delle organizzazioni internazionali, le strategie planetarie delle multinazionali


(Chevron, Philip Morris, Coca-Cola, Nestlé, British Petroleum, Monsanto ecc.) danno forma a
nuova geografia economica del mondo attuale.


- Propagazione di modelli e di forme esogene di territorializzazione è collaterale alla


globalizzazione 


- Qualunque sia la scala di analisi, mondiale, nazionale o locale, le disuguaglianze (di accesso
alle risorse, di reddito, istruzione, ecc.) persistono e tendono ad allargarsi. 

Il mondo globalizzato è un mondo nel quale ci sono povertà, ma sono interne, endogene, che
rientrano nel sistema globale.

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FENOMENO CONTRADDITORIO

La globalizzazione non presenta una sola faccia, ma da tanto e toglie tanto, è un fenomeno
contraddittorio che ha molte scale di analisi.

• nessun paese può considerarsi, in senso stretto, escluso o passivo nei confronti della
globalizzazione. 


• non va sottovalutata la presenza di squilibri e carenze infrastrutturali, scarso dinamismo


economico, ecc. i cosiddetti “sud del nord” 

(in Europa regioni mediterranee come il nostro Mezzogiorno, la Spagna meridionale, il Portogallo
e la Grecia ma, anche, Irlanda e Danimarca settentrionale), ecc.

La globalizzazione riguarda un mondo contraddittorio e che non può essere letto e interpretato
con categorie di analisi semplicistiche o che tendono a semplificarne la complessità. 


- Complicato è tutto ciò che può essere ridotto in parti, 


- complesso è ciò che non può essere scomposto perché il numero d’interazioni tra i
singoli elementi del sistema di riferimento è talmente alto che prendere una singola parte
in maniera avulsa dal contesto nella quale si trova significa non capire niente del
funzionamento di quella parte. 


Nella realtà complicata le singole parti hanno senso singolarmente, nel sistema complesso
le singole parti acquistano il loro senso solo e soltanto nella misura in cui sono inserite in
un tutto più grande di loro. 


- questa definizione si adatta molto bene alla globalizzazione, cioè a un passaggio tra lo
spazio dei luoghi, un modo di fare geografia tradizionale, ad una realtà composta di flussi
(logica della complessità), 


- in cui ogni singolo paese definisce la sua identità anche in base al tipo di flussi, di
relazioni che intrattiene con tutti gli altri. 


PERCIÒ…
1. La carta fissa, blocca e ci trasmette questa identità nazionale di spazi omogenei,

2. Se andiamo a vedere la complessità del Mondo nel quale viviamo, parliamo di sud del
nord.

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6. Dislocazione della produzione
Internazionalizzazione dei prodotti culturali:

è possibile accedere a un bene al di fuori della zone in cui tradizionalmente è prodotto. Le


musica, il cinema, la letteratura, la cucina ecc. di ogni parte del mondo è ora riproducibile e
riprodotta su scala locale

Delocalizzazione e dislocazione della produzione:


Nel mondo globale il processo di produzione ha una geografia variabile, nel senso che è
delocalizzato, dislocato e distribuito in contesti geografici molto diversi e lontani tra loro.

7. In sintesi
Che significa «globalizzazione»?

Oggi si parla di globalizzazione (da globo = mondo) per indicare quella stretta rete di relazioni e
di reciproche dipendenze — in particolar modo di tipo economico e culturale —che unisce i
paesi del mondo e si riflette, nel bene e nel male, su masse enormi di popo-lazione.

I paesi sono collegati e interdipendenti

1. Il mondo oggi è avvolto da una fitta rete di trasporti - aerei, autostradali, ferroviari, marittimi,
attraverso i quali si muovono, rapidamente e a costi sempre più bassi, persone e cose. 


2. Grazie a computer, televisioni, satelliti, reti telefoniche e telematiche si possono inviare in


tempo reale da un capo all'altro del pianeta, notizie, immagini, messaggi e suoni. 


• Via Internet viaggiano le quotazioni di borsa e si spostano i denari virtuali che gli
uomini di affari usano per le operazioni finanziarie. Si può dire che oggi i paesi del
mondo sono collegati fra loro come non mai in passato.


3. Non c'è avvenimento accaduto in qualche luogo della Terra che non sia immediatamente
conosciuto e che non possa avere conseguenze in moltissimi altri luoghi del pianeta. 

Una stretta interdipendenza (o dipendenza reciproca) unisce infatti tutti i paesi del mondo
globalizzato. 


4. lo spazio sembra rimpicciolire fino a diventare un villaggio globale (...) mentre gli
orizzonti temporali si accorciano al punto in cui il presente è tutto ciò che c’è»
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I MERITI DELLA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA

La globalizzazione economica ha dei meriti. 


1. RAPIDA CRESCITA ECONOMICA

• Nell’emisfero sud del pianeta la miseria è ancora diffusa, ma alcuni paesi dell'Asia orientale
(in particolare Singapore, Hong-Kong, Taiwan, Corea del sud) hanno conosciuto fin dagli
anni Settanta una rapida crescita economica. 


• Negli anni Ottanta la Cina e, più di recente, l'India — i due giganti demografici del-l'Asia,
con i loro quasi due miliardi e mezzo di abitanti — hanno dato inizio a un irresistibile
sviluppo economico che ha portato centinaia di milioni di persone a godere di nuovo
benessere.

2. CRESCITA REDDITO COMPLESSIVO DEL PIANETA

Agli effetti della globalizzazione viene attribuita anche la crescita generalizzata, a partire dal 2005,
del reddito complessivo del pianeta.

1. Essa deriva dalla nascita di industrie e fabbriche in aree del mondo in precedenza
agricole e arretrate. 


2. Grazie alla manodopera a buon mercato e agli investimenti stranieri, questi paesi di recente
industrializzazione riescono a produrre a basso costo e contribuiscono e tenere bassi i
prezzi di beni e servizi sul mercato mondiale, frenando l'inflazione.

DISUGUAGLIANZE

Nonostante questi successi, nell'età della globalizzazione è aumentata nel mondo la


disuguaglianza sociale


- Negli ultimi decenni i pochi ricchi sono diventati sempre più ricchi e i molti poveri sempre
più poveri. 


- Oggi singoli individui sono ormai più ricchi di interi stati: basti pensare che il patrimonio
delle 15 persone più ricche del mondo supera la ricchezza complessiva di tutti i paesi
dell'Africa a sud del Sahara.

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Differenza enorme
1. Fra i paesi ricchi (detengono il potere economico, la conoscenza scientifica, la forza militare)

2. quelli poveri (oppressi dai debiti e dalla fame).


La disuguaglianza sociale aumenta anche all'interno dei paesi industrializzati dove si allarga a
forbice la differenza fra ricchi e poveri.

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