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SOCIOLOGIA DEL MUTAMENTO DANIEL CHIROT

RIASSUNTO
Introduzione e prefazione

1. EVOLUZIONE DELLE PRIME SOCIETA UMANE


2. LE SOCIETA AGRARIE
3. LA NASCITA DELLOCCIDENTE
4. LERA MODERNA
5. VERSO UNA TEORIA DEL CAMBIAMENTO SOCIALE

Introduzione e prefazione

Tutto cambia, ma non tutto cambia insieme, non tutto cambia nella
stessa direzione e non tutto cambia nella stessa velocit. Panta
rei = tutto scorre (formula paradigma dei filosofi greci). Non c
nulla di perennemente stabile, ma nello stesso tempo non serve
ripartire da capo, tante cose sono date x scontate e viviamo vite
abbastanza ordinate e governate dallabitudine. Capire come
questo sia possibile compito della soc. del mutamento. Inoltre la
sociologia del mutam. si propone di capire cosa sia la societ nella
quale viviamo oggi. Per far ci la compara con altre tipologie di
societ.
Quindi tutto scorre in genere lentamente in modo da far si che non
ci sia preoccupazione latente. Cambiamento processo naturale. Il
cambiamento il cuore della sociologia classica nella quale la soc.
del mutamento analizza la prospettiva dinamica. Il suo obiettivo
duplice: 1) cosa e come cambia 2) cosa e come si mantiene stabile.
In pi cosa collega il cambiamento di alcune cose con la stabilit di
altre.
Occorre prima di tutto distinguere tra cambiamento e mutamento:
Cambiamenti: sono variazioni quantitative, + o -, sono frequenti,
possono essere reversibili, in genere sono intenzionali.
Mutamenti: sono variazioni qualitative, sono estremamente rari,
producono elementi di discontinuit che determinano un prima e un
dopo, hanno conseguenze che rendono diverse le societ. Sono
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trasformazione strutture sociali e culturali. In genere non sono


azioni pianificate.
Importante anche il tempo e lo spazio per lanalisi dei cambiamenti
e dei mutamenti. Alcune volte larco temporale lunghissimo e i
cambiamenti sono difficilmente individuabili se non dopo varie
generazioni (evoluzione biologica), a volte invece bastano pochi
anni o generazioni per stravolgere la normalit (evoluzione
culturale). Se i cambiamenti si ripetono nel tempo danno tendenze,
oscillazioni, cicli
Tre caratterizzazione di questa disciplina:
1) La distinzione tra camb. e mutam. ha significato reale se si
considera una visione sistemica della societ con rimando a una
teoria sociale.
2) Da tener in considerazione che la soc.mutam. in genere si
interessa di analisi comparative su lunghissimi periodi di tempo e
su spazi estremamente ampi (elevato livello di astrazione)
3) E impossibile dimostrare un'unica teoria del cambiamento
sociale. Il cambiamento sempre prodotto dellaggregazioni di
azioni individuali orientate a uno scopo. Gli effetti in genere sono
imprevisti e non intenzionali.
Lo studio del cambiam sociale si basa su pochi principi evolutivi: 1)
le societ devono adattarsi allambiente (un cambiamento non
adattivo pericoloso x sopravvivenza); 2) le societ continuano a
cambiare; 3) la storia delle societ importante perch permette di
comparare i fatti, gli usi e costumi, in modo da far vedere le
differenze (prospettiva sincronica e diacronica); 4) lapproccio del
libro quello macro-scopico (analisi in grande) ma per far ci
importante conoscere bene i comportamenti micro-scopici dei
singoli individui; 5) il cambiamento non qualcosa che si
verificato solo in passato, ma si verificher anche in futuro.
1. EVOLUZIONE DELLE PRIME SOCIETA UMANE
1.1 evoluzione fisica e culturale, differenze e somiglianze
Non esiste ununica soluzione al problema della sopravvivenza.
Levoluzione una combinazione di probabilit e funziona in modo
crudele. Pi c influenza dellambiente e maggiore la
competizione x sopravvivere. Quindi pi probabile sar il verificarsi
di cambiamenti evolutivi. La sopravvivenza e levoluzione non
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dipendono da determinate virt delluomo. Ladattabilit al


mutamento dellambiente potrebbe risultare quella di un altro
essere rispetto alluomo. Resta per il fatto che la diffusione della
conoscenza ci rende diversi da qualsiasi altro essere vivente.
Sicuramente un vantaggio che ci permette anche di manipolare
lambiente. La cultura intesa quindi come linsieme di conoscenze
che una societ possiede e comprende anche i mezzi di
comunicazione (linguaggio ma anche forma scritta cio senza
necessit di presenza). In pratica levoluzione culturale funziona
tanto crudelmente e casualmente quanto levoluzione fisica e
biologica, cio c assenza di programmazione e incertezza.
Rispetto al passato oggi il cambiamento culturale misurato in
decenni, anzich in secoli e millenni. Tutti gli aspetti del
cambiamento sociale sono collegati, inoltre sono anche collegati
alle altre forme di vita sul pianeta e in generale ai destini della
Terra.
1.2 cause del cambiamento nelle societ primitive
In un ambiente ideale la popolazione umana tende a crescere;
senza migrazione o aumenti di mortalit, si genera un
sovrappopolamento. Gli esseri umani sono intelligenti e si sono
adattati in tante zone del mondo, riuscendo a procurarsi il cibo da
tante fonti diverse. Il clima per pu modificare lhabitat xch non
costante nel tempo. Sovrappopolazione e cambiamento climatico
genera pressione nelle societ umane. Luomo deve quindi mettere
in atto cambiamenti tecnologici in modo da adattarsi allaumento
della popolazione, cambiamento del clima, uso eccessivo di risorse,
o combinazione di questi tre fattori insieme. Laumento di
competizione per le risorse genera sempre conflitto. I pi forti
(anche culturalmente no solo forza fisica) prevalgono e si adattano
al nuovo ambiente.
1.3 cause del cambiamento nelle societ primitive
Per le considerazioni anzi dette uno dei cambiamenti pi importanti
delle societ umane primitive (societ passive verso lambiente,
vivevano di caccia, pesca e raccolta) stato lavvento
dellagricoltura. Ci ha favorito in particolare la possibilit di far
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fronte allaumento demografico. Era possibile: produrre molto di pi


di quello che lambiente spontaneamente dava; accumulare il
surplus in alcuni periodi rispetto alla dipendenza stagionale;
addomesticare animali per propri usi in agricoltura o per cibo;
scambiare (o depredare) con altri gruppi o societ diverse.
Naturalmente laccumulo di surplus genera altra sovrappopolazione
e si instaura nuova competitivit x le risorse, conflitti e guerre. Con
linvenzione dellagricoltura infatti lattivit bellica aumenta
notevolmente. Gli individui particolarmente abili nel combattere
ottengono posizioni privilegiate. Inoltre lagricoltura modific
lambiente rendendo necessario espandere il territorio coltivato a
seguito aumento popolazione. Una lunga e lenta serie di cause ed
effetti che via via produsse cambiamenti. Anche prima
dellagricoltura luomo poteva danneggiare lambiente, ma in
genere non lo faceva in modo rilevante e se lo faceva
necessariamente migrava. Con la coltivazione della terra le
migrazioni erano pi difficili. La combinazione di agricoltura,
aumento popolazione e conflittualit sociale port allinnovazione
pi significativa della organizzazione umana mai adottata: lo stato.
2. LE SOCIETA AGRARIE
Linvenzione dellagricoltura risale circa all8000 a.C. (oltre 10.000
anni fa), rappresenta lo sviluppo tecnologico che diede forma alle
societ storiche in cui ha vissuto la maggior parte dellumanit fino
al XIX secolo.
Linvenzione dello Stato risale circa al 3000 a.C. (oltre 5000 anni fa)
invece linnovazione sociale pi importante che determin
lorganizzazione di tali societ.
La famiglia invece una delle organizzazioni sociali pi antiche
dettate da imperativi biologici (sesso, procreazione, relazione
sociale). Risultava il modo migliore per accordi cooperativi per
permettere la sopravvivenza
2.1 linvenzione dello Stato
Incerto come si formarono i primi Stati. Si pu supporre per che
nelle zone fertili dove si praticata inizialmente lagricoltura e,
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come detto, i conflitti per le risorse, due tipologie di individui


accrescevano la loro importanza: i mediatori e i guerrieri. Dei
mediatori, cio soggetti con capacit relazionali per risolvere
dispute, in verit potrebbero derivare gi dalla preistoria e dagli
sciamani, capaci di interpretare i fenomeni naturali, ma anche con
grandi abilit relazionali. Poi trasformatisi in sacerdoti e mediatori in
genere. Normalmente nelle societ agrarie erano anche dispensati
dalla produzione diretta del proprio fabbisogno, poich essi
venivano pagati per i loro servizi. Erano un po i primi professionisti
della societ. Fare la guerra era anchessa attivit sociale e i
soggetti che riuscivano bene in tale competizione ottenevano
riconoscimento
e
potere,
e
anchessi
erano
dispensati
dallagricoltura perch fornivano protezione ai contadini. Se poi un
soggetto raggruppava le caratteristiche del mediatore e del
guerriero, diventava un leader. In una societ senza Stato per le
caratteristiche che erano individuali non potevano essere
trasmesse ai discendenti se questi non avevano altrettanti doti.
Inoltre nelle societ prive di Stato le conflittualit erano molte e vi
era necessit di protezione e quindi di dipendenza da un leader;
talvolta questo per teneva la popolazione in un rapporto di
sottomissione. Lo Stato pi antico conosciuto quello dei Sumeri. I
primi capi erano sacerdoti-guerrieri-re. Gli edifici principali delle
citt erano granai e templi. I Sumeri fecero guerra contro i territori
confinanti per espandere il loro dominio e con il tempo si
considerarono vere e proprie divinit, non pi interpreti del volere
divino (sacerdoti). Lespansione fu tale da creare imperi, poi
realizzati anche da Egizi e popolazioni delle Americhe centrale. Sar
la principale modalit dei sistemi sociali per le successive migliaia
di anni.
2.2 classe, status e forza: le diseguaglianze e la loro trasmissione
ereditaria
Mentre nelle societ prestatuali la trasmissione del potere era
dipendente dalle doti personali, nelle societ agricole, il potere si
organizza, diventa possibile comprare la lealt dei sudditi
(feudalesimo), dotarsi di un esercito di militari, considerarsi re-dei e
quindi pi facile era trasmettere il potere ai discendenti (la
trasmissione dei propri geni il principio guida dellevoluzione). Le
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societ dotate di Stato sono stratificate, ovvero divise x livelli di


importanza sociale (ranghi). La stessa stratificazione era
trasmissibile ai discendenti. Passare da un livello ad un altro
(mobilit sociale) poi era molto difficile. Le caratteristiche sociali
erano ascritte (dalla nascita). Le societ umane hanno tre tipi di
stratificazione: 1) ricchezza (possesso di beni, potere economico o
di classe); 2) prestigio ( pi difficile da misurare), cio influenza e
considerazione sociale, potere di ceto; 3) forza fisica, che ottiene
obbedienza. forse la caratteristica pi importante perch anche
colo che ottengono il potere da ricchezza o prestigio, se non hanno
sufficiente forza, in genere non lo mantengono. Per chi ha molto
prestigio ha pi facilit anche di mantenere il potere rispetto a chi
deve utilizzare solo la forza. Chi ha tanta ricchezza invece ha facilit
a comprarsi lealt. Negli Stati antichi le tre caratteristiche erano in
genere assunte da ununica persona. Quando le tre fonti di potere
venivano separate sorgeva molta instabilit. Quindi la grande
innovazione degli Stati fu non solo quella di creare un governo, ma
anche di stratificare la societ. La stratificazione di quelle societ
restata immutata per tantissimo tempo fino allavvento delle
societ capitalistiche di fine XVIII e inizi XIX secolo.
2.3 nomadi, migranti e predoni
I primi Stati avevano per anche minacce che potevano essere
interne o esterne. Chi non dedito allagricoltura in genere era dedito
al nomadismo (con allevamento di animali) ma scambiava prodotti
con societ agrarie. Con il tempo questi popoli costituivano una
minaccia per le terre delle societ agrarie, magari influenzata anche
dalle condizioni del clima e dalla evidente ricchezza di risultato
dellagricoltura. Cominciarono cicli di invasioni da parte di tali popoli
esterni alle societ agricole. Se queste ultime non erano
adeguatamente organizzate con esercito, spesso venivano
conquistate e depredate. Le minacce potevano provenire anche
dallinterno dello Stato per i vantaggi che le posizioni di potere
offrivano anche nella stratificazione della burocrazia statale.
Frequenti erano quindi i complotti e le guerre civili fratricide. Resta
in ogni caso laspetto positivo dello Stato agrario per la nascita delle
prime grandi civilt, culture, arti, allavanzata della scienza e
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teologia e degli spettacolari artefatti che ancora oggi impressionano


(piramidi ecc..)
2.4 le grandi culture: le basi morali delle civilt agrarie
La cultura umana si evolve molto pi velocemente della biologia
umana (la ns. conformazione fisica ancora simile a quella degli
uomini di societ di caccia e raccolta anche se non pratichiamo pi
tale attivit! La cultura invece totalmente cambiata). Ci sono 5
aspetti importanti della cultura dei primi Stati: 1) i sistemi di
scrittura (antichi sumeri, alfabeto arabo, ideogrammi cinesi); 2)
religione; 3) gestione dello Stato (politica); 4) arte e musica; 5)
tecnologia. Quello che arrivato fino ai ns. tempi innanzitutto la
cultura delle lites dominanti che, mentre producevano quella
cultura, tenevano sottomesse le popolazioni creando forti
diseguaglianze sociali. Quella cultura alta per veniva via via
mischiata con la cultura delle persone comuni. Quindi ogni grande
eredit culturale combina differenti atteggiamenti etici e religiosi
sviluppati dalle diverse classi e che sentono influenza delle
molteplice stratificazione sociale delle societ agrarie. Es. letica, il
valore dei guerrieri lonore, quello degli scribi il senso di
responsabilit e cos via scendendo di classe. I contadini invece,
data la bassa istruzione di base (analfabeti) e la condizione di
appartenenza alla terra, quasi schiavit, non avevano sistemi
etici, anzi vivevano con atteggiamenti di rassegnazione ed
accettazione nei confronti della societ. La giustificazione della
gerarchia sociale era considerata di origine divina.
Piramidi,
monumenti e templi avevano la funzione di ricordare a tutti la
grandezza degli dei-sovrani. In verit erano solamente
rappresentazioni di antiche divinit locali, con comportamenti simili
a quelli delle lites e le sconfitte in battaglia o la morte o il crollo
delle dinastie venivano fatte attribuire alla poca o mancata
devozione.
Le grandi religioni nascono in tre aree precise del Vecchio Mondo, le
stesse di origine dei primi stati; Medio Oriente, India, Cina. In Medio
Oriente nasce forma radicale di monoteismo. Si sviluppano
lebraismo, il zoroastrismo, il cristianesimo (sviluppatosi anche in
Europa), lislam (tutte con tema della ricompensa nellaldil per la
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vita di stenti in Terra, lattesa di un Messia che sveli la Verit, la


messa alla prova di ciascun individuo). In India invece la tematica
la natura infinita e ripetitiva delluniverso (le creature rinascono in
forme via via pi alte e perfette (reincarnazioni); si sviluppa quindi il
Buddismo (poi diffuso nel Sud Est asiatico e Induismo). In Cina i
funzionari imperiali definiscono una religione che pone al centro
letica sociale e la responsabilit, rispetto a concetti divini. Il
confucianesimo per non fu mai religione di massa e in verit
difficilmente comparabile a religioni medio-orientali ed europee.
Taoismo invece un mix di magia, principi etici e scienza.
In ogni caso le grandi religioni e loro varianti interne hanno avuto
notevole impatto sul cambiamento sociale e continuano ad influire
sui futuri scenari. La mission del pensiero religioso era
sostanzialmente quella di avallare le lites e offrire una sorta di
sollievo (false aspettative) agli oppressi che erano la maggioranza.
2.5 il problema dellamministrazione e il ciclo di decadenza e
ricostruzione politica
Altro problema rilevante era dato dalle tensioni tra sovrani e loro
funzionari per aspetti amministrativi, in particolare in caso di vastit
degli Stati agrari (tensioni centro/periferia portano a secessioni e
crollo imperi agrari). Uno dei problemi pi significativi erano i
trasporti e le comunicazioni, poi risolti con sviluppo navale,
invenzione del carro, addomesticamento cavalli, cammelli, uso dei
corrieri. Arte del governare per si affinava con il tempo e in alcuni
casi si riusciva a gestire imperi veramente rilevanti (Roma e Cina
nel III sec a.C.). Per governare occorreva creare burocrazie efficienti
ed organizzate e inoltre serviva 1) unalta densit demografica
ottenibile solo con 2) miglioramento tecniche agricole; 3) burocrati
che registrano adeguatamente informazioni gestionali, 4) vie di
comunicazione e trasporti efficienti, 5) eserciti ben addestrati (ruolo
preponderante per armi stata tecnologia lavorazione del ferro).
Diversi modi di amministrazione: 1) regolare rotazione funzionari
(per non raggiungere grado di potere da sfidare il centro); era un
sistema un po pi costoso e allora si consentiva il sistema delle
prebende (permesso di tenere per s parte delle tasse raccolte);
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2) allungare la permanenza nella stessa regione fino ad acquisirne il


diritto di propriet. I funzionari acquistarono molto potere e con il
tempo ottennero il diritto di trasmettere in eredit ai loro
discendenti tali territori. Si giunse cos al vero e proprio
feudalesimo. 3) sistemi misti tra i primi due, situazione che magari
poteva vedere varie fasi nello stesso impero agricolo. Il caso 2)
quello che accaduto nellImpero romano dOccidente; i funzionari
della periferia diventati veri e propri signori rurali trattenevano
troppo per s, indebolendo il centro che gi aveva problemi politici
suoi. In Cina invece per creare una burocrazia professionale si
decise di far accedere agli uffici solo tramite selettivi esami sui testi
confuciani. Chi riusciva a superare esami veniva destinato a
provincia diversa dalla sua nativa. Il sistema funzionava e i
funzionari riuscirono a ricompattare il vastissimo Impero
accumunando una stessa cultura. Nellimpero ottomano invece era
un ferreo e severo addestramento a formare la burocrazia
amministrativa di estrazione cristiana e classe bassa (schiavi) poi
convertita allislam. Questo funzion fino a che non intervenne la
corruzione e la sottrazione di gran parte dei tributi al centro
dellimpero. I sistemi amministrativi oltre a coinvolgere le lites,
influivano molto sulle masse, in particolare per le tassazioni,
creando cicliche rivolte contadine oppure creando fenomeni
analogamente pericolosi (banditismo, saccheggi di eserciti poco
retribuiti ecc..). Poi vanno ricordate altre sfighe influenti
sullamministrazione (pestilenze, spopolamento varie cause,
guerre..). In verit gli Stati agrari risolvettero i problemi
dellamministrazione solamente agli inizi del XIX secolo quando
laumento del livello economico (societ industriali) consentiva di
retribuire bene le burocrazie permanenti senza sottrarre le gi
poche risorse dai contadini (nelle soc. industriali pochi rischiavano
di morire di fame a causa di elevata tassazione a differenza delle
societ agricole). In Cina tra il X e il XI secolo si raggiunse un alto
grado di sviluppo tecnologico e scientifico oltre che unelevata
cultura. Nel lungo periodo per tutti gli Stati agrari declinarono
perch da uno di loro, in Europa Occidentale, si svilupp un nuovo
tipo di societ che li rese obsoleti.
2.6 il conservatorismo della vita di villaggio
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A parte minacce esterne la vita delle societ agrarie (sia europee


che asiatiche) scorreva con pochissimi cambiamenti, i contadini
erano legati alla tradizione in maniera assoluta ed erano incapaci di
cambiare. Questo non per stupidit (Marx espresse termini
sprezzanti verso lignoranza rurale) ma per alcune considerazioni
importanti: 1) conservatorismo economico: la dipendenza dagli
eventi climatici era tale che modificare il tipo di coltura o nuovi
modi di organizzazione della terra era sicuramente un rischio
improponibile per leconomia di sussistenza. 2) conservatorismo
sociale: le comunit rurali erano molto coese, diffidenti dei foresti
(stranieri) e oltre a massimizzare la produzione erano conservatori
anche nella vita sociale; modelli famigliari classici, figli dati in
matrimonio per stringere alleanze e/o condividere rischi, emozioni
personali tenute sotto controllo x non turbare larmonia della
comunit. Solo in alcuni periodi di festa anche per allentare le
tensioni si potevano fare abusi senza punizioni, poi si ritornava
alla grigia quotidianit. In ogni caso ciclicamente qualche catastrofe
si manifestava (pestilenze, guerre, ecc) causando qualche
cambiamento rispetto alla lunga stabilit.
2.7 il ciclo demografico nelle societ agrarie
Una delle cause di rilevante variazione demografica sono state le
pestilenze. Nel nuovo mondo il 90% della popolazione fu sterminato
dalle malattie sconosciute ai nativi americani, portate dai
conquistadores. Cosa che non successe con cos rilevanza sia in
Europa che in Asia. Se le societ agrarie risolvono i problemi
amministrativi ed economici, la popolazione tende ad aumentare e
si rende necessario luso di altre terre con rese inferiori per
aumentare la produzione. Terre meno fertili, montagnose = pi
quantit di lavoro e problemi di disboscamento e preparazione
terra. Le foreste, che per lAlto medioevo si estesero molto a causa
della diminuzione della popolazione, nel Basso Medioevo vennero
distrutte per uso terra agricola o usi proto-industriali (miniere,
costruzioni ecc..). quindi da un lato aumenta la popolazione
(comprese le lites) e dallaltro diminuisce la produttivit. Inoltre le
lites spremono sempre pi le popolazioni rurali per mantenere loro
agi mentre i contadini sono malnutriti e in preda a malattie e
epidemie. Si aggiungano le guerre politiche con il passaggio sui
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territori degli eserciti che, oltre a saccheggiare ulteriormente, erano


anche ottimi veicoli di diffusione malattie e contagi (nel II secolo
d.C. una massiccia epidemia di morbillo indebol Roma fino al
rischio di indebolire il centro dellImpero. Nel XVI secolo la peste
bubbonica uccise 1/3 della popolazione europea. In India alcuni
studiosi sostengono che il sistema delle caste, in particolare per gli
intoccabili derivi da accorgimenti delle lites per non avere
contagio da parte dei pi poveri e ammalati). Le pestilenze
arrivavano quasi a cicli regolari. Tutto ci portava i contadini ad
abbandonare le aree pi sovraffollate. Questo causava a sua volta
la diminuzione del gettito fiscale, quindi la perdita di potere. Quindi
si pu affermare che il ciclo di potere e relativa decadenza era
legato al ciclo demografico. Rilevante mobilit di masse
cambiavano bene presto composizione etnica (mescolandosi con
altre etnie), lingua, usi e costumi. Ogni societ agraria aveva pi
o meno questa dinamica! Nel lungo periodo solo le societ che in
qualche modo si adattarono riuscirono a sopravvivere. Adattarsi
vuol anche dire in questo caso innovare proprio perch oppresse da
esigenze ambientali altrimenti con conseguenza negative. In Cina si
migliorarono molto le vie di comunicazioni (anche fluviali) e le
tecniche produttive. In Europa Occidentale fu inventato per laratro
pesante, il trifoglio per nutrire meglio gli animali duso e altre nuove
innovazioni. Ci permise di superare le difficolt cicliche di cui si
detto.
2.8 il potenziale dellinnovazione: limportanza delle periferie
Abbiamo visto che linnovazione pu manifestarsi dalleffetto
combinato di pressione ambientale, competizione con altre societ,
turbolenze interne, ma tutto ci non basta!! La transizione verso
lagricoltura e le forme statuali sono avvenute per certo a causa dei
problemi di sovrappopolamento che genera: 1) necessit adattiva;
2) scambio di idee tra pi persone; 3) llites sacerdotale ha il
tempo per riflettere sul mondo e anche concepire nuove idee; 4) la
scrittura permette di diffondere e tramandare informazioni e
scienza che via via sono implementate. Cos nelle note civilt
agrarie classiche (le sei civilt) si sviluppano le innovazioni. In verit
per contro le innovazioni c anche tanta resistenza. Olson ha
elaborato una teoria generale del cambiamento sociale per la quale
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pi la stabilit (anche isolamento) dura, pi difficile cambiare.


Quindi sono una catastrofe o forze esterne possono indebolire i
gruppi di interesse consolidati per cercare di innovare. Anche lo
status delle lites ostacolo allinnovazione (addirittura i barbari
adottarono costumi delle lites che avevano conquistato, quindi non
innovando nulla, turchi e mongoli che hanno invaso la Cina sono
diventati cinesi). I vincitori innovavano solo se erano convinti
della superiorit culturale rispetto ai vinti. Da ricordare anche il
prestigio della grandi lingue: latino - lingua principale in Europa fino
a 15 secoli dopo Impero romano; in medio oriente larabo diventa
lingua di culto e scientifica e il persiano diventa lingua letteraria.
Quindi le idee/culture possono essere potenti anche da sole senza
bisogno di grandi eserciti. Cio le culture forti sono
preferenzialmente conservatrici e ostacolano cambiamento anche
in caso di conquista.
Difficile quindi
generalizzazioni:

formare

regola

generale,

possibili

solo

a) Citt-stato greche tra VI e I sec a.C. furono conquistate da Roma.


La cultura greca per era conosciuta da tutti (filosofi politici,
teatro, poesia, amministrazione, scultura, pittura, geometria,
navigazione, .). i greci vivevano in piccole citt-stato con
modalit politico amministrative anche molto differenti. Tra le
citt cera molta competizione e conflittualit permanente, ma
anche una lingua e cultura comune che permetteva lo scambio di
idee e commercio (in particolare marittimo). Da tutto ci si pensa
siano scaturite innovazioni
b) Indonesia e Malesia del X XVI sec. Sperimentarono situazione
simil a) e cominciarono a risultare innovative ma poi furono
stoppate dalla conquista europea del XVII secolo.
c) Venezia e altre piccole repubbliche dal IX secolo in poi. Anchesse
competitive (mercantilismo e commercio).
In linea generale aree in qualche modo limitate e marginali
riuscivano ad essere pi innovative e disposte al cambiamento
rispetto ai grandi imperi. Quindi unit politiche in competizione e
fragile equilibrio tra competizione e disordine. Oltre a ci le
innovazioni venivano in particolare dalle citt mercantili (fra laltro i
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mercanti erano mestieri considerati inzialmente minori dalle lites


dei grandi imperi). In sintesi quindi mutamento si pu aspettare in
presenza di: commercio, competizione e marginalit.
2.9 i limiti dellanalogia: le societ non sono specie e levoluzione
culturale non evoluzione biologica!
I cambiamenti culturali non sono necessariamente positivi e
benefici, possono portare a fallimenti. Ma fallire ladattamento non
comporta la morte di tutta la societ, anche se la propria cultura
collassa, in molti possono adottare modalit di sopravvivenza. In
biologia una specie pu definitivamente estinguersi se la sua
nicchia ecologica conquistata da un concorrente. Nella societ
invece lingue, religioni, politica e cultura possono cambiare senza
estinzione dei membri della societ stessa (es. barbari invasero
Roma ma si mischiarono ai romani. Roma mor, ma non i romani e la
loro cultura che visse una nuova fase. Stesso accadde per arabi in
Egitto, o mongoli, turchi in Cina). Il principio quindi che la purezza
razziale non ha niente o poco a che fare con la storia. In pratica
nessuna cultura attuale esattamente la stessa del passato, anche
se alcuni aspetti di essa sono ancora presenti (questo si dimostra
anche con le migliaia di lingue presenti in passato ma ora morte).
Le ideologie che associavano la cultura alla razza i totalitarismi
hanno fatto disastri (nazismo).

3. LA NASCITA DELLOCCIDENTE
Nelle societ agrarie i cambiamenti sono avvenuti pi velocemente
che nelle societ prive di Stato. Tra il 3500 a.C. e il 1500 d.C. erano
stati inventati la scrittura, laratro, larte di governare, la
metallurgia, larchitettura, le grandi religioni, tutte cose che
definiamo civilt. Il periodo successivo vedr cambiamenti ancora
pi veloci. Gli europei trovarono solamente modi pi efficienti per
utilizzare le proprie risorse e impararono a controllare bene il
proprio ambiente. Cos si riusc a creare un mondo completamente
nuovo, industrializzato, urbanizzato e densamente popolato, cosa
che risult levento storico pi importante degli ultimi 500 anni.
Occorre per anche tenere presente che anche altri popoli erano
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riusciti a creare culture dominanti (cinesi, mussulmani, antichi egizi,


rimani, aztechi, ecc queste culture anche se si perdeva la guerra,
vincevano nel sociale. Per la differenza con lEuropa che essa
riusc a fare la stessa cosa su larga scala, praticamente in tutto il
mondo conosciuto. Fra laltro la cultura non una caratteristica
genetica, ma pu essere appresa, adattata e migliorata da altri,
mentre coloro da cui trae origine, possono venire spazzati via.
3.1 i vantaggi ecologici dellEuropa
Cosa permise allEU Occidentale tra il XI e il XIV secolo di
conquistare il mondo? Perch la scienza e la tecnologia si
svilupparono cos velocemente da preparare la strada ad una
rapida industrializzazione ed urbanizzazione?
Uno dei fattori da considerare sicuramente il fattore ambientale,
clima: in Medio Oriente il clima particolarmente secco, gli Stati
agrari di quel territorio erano densamente popolati e ogni carestia si
manifestavano veri disastri, rendendo necessario ricominciare da
capo. In Europa invece il clima era assai diversificato e leconomia
aveva meno bisogno di efficace potere politico per mantenersi
prospera a partire dal Medioevo in EU si manifesta un processo di
accumulazione di capitale che miglior produttivit (x ogni unit di
lavoro umano si produce pi cibo). Dallanno 950 quindi si rileva
una espansione agricola, commerciale e demografica che andr
avanti per circa 400 anni, non particolarmente rovinata dalle
cicliche epidemie.
Per rispondere alla domande risulta necessario comparare il
territorio EU fatto di tante unit politiche indipendenti, con ad es. la
Cina, con enormi vallate e con un unico efficiente controllo
imperiale, ma anche migliori vie di comunicazione: lEU non ha fatto
altro che riportare in vasta scala quello che ha fatto la Magna
Grecia, civilt eccelsa culturalmente ma divisa e conflittuale. Ecco
la risposta, oltre ai vantaggi ambientali (presenti anche in altre zone
del Mondo), risultata la competizione e conflittualit il forte
incentivo al cambiamento.
3.2

conflitto religioso e stallo politico: le basi della razionalit


occidentale
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Nel Medioevo in EU c stato uno stato di disomogeneit politica e


conflittualit, per ci non scoraggiata la crescita economica. 1) I
sovrani non erano in grado di avere il controllo sui loro nobili, 2) la
Chiesa era importante attore politico che, a seconda della
convenienza si schierava da una parte o dallaltra. 3) le citt
mercantili conquistano un importante grado di libert ed
autonomia. 4) mercanti e artigiani erano calcolatori attenti
allimpiego di risorse e capitali, ricercandone il massimo profitto. 5)
il contadini erano abituati alla rassegnazione, tradizione e alla
superstizione. Quello che scaturisce come importante per capire il
processo di modernizzazione e industrializzazione e quindi la
razionalit, con la quale si pu valutare caratteri dellambiente per
raggiungere determinati obiettivi. Ci si sviluppa pi facilmente in
un contesto urbano rispetto a quello rurale (meno influsso
dellambiente). Inoltre anche lo stallo dello Stato politico (pi
attento ai contrasti tra poteri, sovrani, feudatari ecc..) permise lo
sviluppo di una cultura urbana pi razionale. Ci influisce anche
sulla religione che diventa razionalizzante. Come nella Grecia
classica si sviluppo quindi un pensiero libero e razionale (Ricordare
che le societ agrarie erano invece tradizionaliste e non razionali,
anzi i pensatori razionali erano cacciati di eresia e minaccia).
3.3

scienza, conoscenza ed esplorazione in Cina ed Europa


occidentale

Durante il Medioevo europeo, dal 500 al 1500 d.C. la Cina era molto
pi sviluppata tecnologicamente rispetto allEuropa. In Cina si
invent la stampa, la polvere da sparo, la bussola e molte altre
tecnologie, limpiego della matematica, scienze e medicina. Tutto
era favorito dal potere centrale. Dopo la disastrosa conquista del
mongoli (XIII sec.) e una serie di pestilenze, la Cina perde un po del
suo vantaggio e le dinastie imperiali che seguirono furono
particolarmente conservatrici e forti x imporre la propria volont,
non vedevano ad es. di buon occhio limpiego di flotte navali per
esplorare gli oceani x nuovi mercati, mantenendo il loro ordine
sociale interno. Differente invece lesperienza Europea che da pi
Paesi (Portogallo per primo) apre le porte al dominio europeo
coloniale nel mondo.
15

Dal punto di vista scientifico, la razionalit (il bisogno di conoscere)


che si percepiva, contribu a sviluppare la moderna scienza (in
particolare Galileo il + grande scienziato del XVII sec.) anche se
cerano forti contrasti della Chiesa cattolica (cultura conservatrice).
NellEuropa settentrionale invece i protestanti ebbero la meglio sui
cattolici. Pi aperti alla razionalit i protestanti permisero lo
sviluppo del progresso (Newton era puritano protestante e invento il
calcolo e la fisica). Max Weber sostiene infatti un nesso tra
protestantesimo e capitalismo.
Le nuove terre scoperte dagli spagnoli permisero di acquisire
ricchezze rilevanti ed altre innovazioni scientifiche anche per i
contatti con altre civilt. Ne parte anche un periodo particolare che
va dal tardo XVII sec. al XVIII, lIlluminismo, dove si sviluppano
concezioni di libert individuale prima sconosciute e impraticabili, la
rappresentativit politica e costituzionale ecc
Quindi rispetto alla Cina o altre zone, gli Europei non ebbero una
superiorit oggettiva ma diversa opportunit e margini di azione
(importante espansione coloniale) derivati in particolare dal
commercio e dalla vita cittadina. Tutto accadde allinterno di una
relativamente piccola cerchia di intellettuali e mercanti, ma fu
sufficiente a cambiare il mondo.
3.4

la nascita
delleconomia

degli

imperi

europei

la

trasformazione

Con la razionalit del pensiero scientifico e religioso si arriv al


generale spirito di innovazione. Migliorarono notevolmente le
scienze, tecniche costruttive delle navi con le quali lEU conquisto
praticamente il Mondo conosciuto (inizi XX sec) per trarne profitti
commerciali, ma anche tutte le scienze, i sistemi giuridici ed
amministrativi per ottenere pi tributi e finanziare inizialmente il
colonialismo. Ma anche le tecniche agricole (Olandesi e Inglesi)
furono rivoluzionate (tecniche di arricchimento del suolo e per
lottenimento di pi concime); ci port allo sviluppo di grandi
coltivazioni e allabbandono dei villaggi da parte dei contadini con
afflusso alle citt. Il denaro e il profitto diventano pi importanti del

16

titolo di nobilt. La direzione ormai


lindustrializzazione del capitalismo.

era

irreversibile

verso

3.5 oltre il ciclo della popolazione agraria


Anche nel XVII sec. si rilevano anche cicli demografici negativi
dovuti a guerre o pestilenze, ma ormai il processo era innescato e il
miglioramento tecnologico riesce a produrre beni pi velocemente
dellaumento della popolazione. In ogni caso dal XVI sec al XX si
registra un generale notevole aumento della popolazione (di oltre 4
volte in EU e ben 9 volte in GB), ma si registra anche un vistoso calo
demografico a partire dal XX sec a causa del fatto che le persone
dei paesi pi ricchi decidono di fare sempre meno figli rispetto al
passato. Nellevoluzione sociale e culturale frequente che si
rilevino discontinuit dei cambiamenti demografici.
3.6 linvenzione del nazionalismo e le sue conseguenze
Stati agrari = potere sui sudditi
con i sudditi

Stati moderni = contratto

Linnovazione culturale e sociale porta al nazionalismo moderno.


Nelle societ agrarie linnovazione culturale e sociale era
appannaggio delle ristrette lites, negli Stati moderni e
contemporanei viene richiesti e offerto un rilevante grado di
appartenenza che si rivela un vero e proprio contratta tra le parti
(Stato produce servizi e cittadini danno tassazione). Anche questa
innovazione sociale produce riflessi sulla crescita del commercio. Da
ricordare per che con il nazionalismo europeo ci sono anche due
lati meno positivi: 1) ritorna la competizione tra Stati; 2) si
trasforma in arma pericolosa (totalitarismi che interpretano la
democrazia in modo diverso dal governo rappresentativo,
limportante difendere ad ogni costo la nazione!, poi associate
anche ad assurdit legate allevoluzionismo darwiniano).
3.7

la legittimazione del commercio: le basi ideologiche della


rivoluzione industriale

La spiegazione dei mutamenti ideologici di passaggio epocale


(mutamento) dalle societ agrarie a quella industriale non solo nella
teoria materialista (Marx = idee e convinzioni derivano dalla
17

realt materiale e interessi modi di produzione. E quindi i ricchi


inventano regole e religioni che giustificano il loro benessere e i
poveri devono subire tali credenze fino a che non saranno
sufficientemente consapevoli del loro stato per ribellarsi. Da qui il
capitalismo impone la sua forza e il nuovo potere diventa il denaro e
il mercato). La spiegazione molto pi complessa! Nellilluminismo
si fece strada lidea che lattivit commerciale era moralmente
giusta perch tutti avrebbero beneficiato da essa. Anzi, lidea che
lattivit commerciale moralmente giusta fosse in netto
contrasto con la morale delle societ agrarie (commercio come
cupidigia e corruzione, pi dignitoso feudalesimo e agricoltura con
economia di sussistenza) rafforzava ancor pi il commercio. E una
valida giustificazione filosofica dellespansione del capitalismo.

4. LERA MODERNA
Per capire lera moderna basta comparare alcuni semplici dati della
popolazione del mondo: in et premoderna la popolazione mondiale
si stima triplicata ogni 15.000 anni; nellera agraria si triplica ogni
1500 anni; in Europa la popolazione triplicata nello stesso secolo,
il XIX, nel XX c stato poi un boom demografico. Senza i grandi
miglioramenti nelle tecniche agricole sarebbe stato impossibile per
la maggior parte delle persone abbandonare la produzione diretta di
cibo e trovare lavoro in altri settori. Tra il 1950 e il 1980 la
produzione pro-capite anchessa triplicata nei Paesi pi sviluppati
(mentre in America latina solamente duplicata). La
modernizzazione ha effettivamente cambiato la societ. Occorre
per tener presente anche che il cambiamento cos rapido ha avuto
effetti sconvolgenti sulle societ coinvolte (non c stato il tempo di
assorbire gradatamente i cambiamenti). Le stesse lites politiche,
religiose e intellettuali che producono le ideologie attraverso le
quali le societ interpretano il mondo, sono state restie ad
abbracciare la modernizzazione.
Il cambiamento sociale stato tutto meno che lineare e distribuito
uniformemente!
4.1 i cicli industriali
18

- Nessun cambiamento economico pu essere datato con


precisione, si pu per affermare che tra il 1760 e il 1800 si
verificarono in Inghilterra grandi cambiamenti nella
produzione di cotone da superare quella che precedentemente
andava x la maggiore, il lino e la lana. La serie di innovazioni
meccaniche migliorarono la produzione e lInghilterra cominci a
rifornire tutti i mercati del mondo. Associando questo al
miglioramento del commercio navale lInghilterra divent la potenza
economica mondiale dominante. Ci fu una prima fase dellera
industriale, dal 1780 al 1850 basata quindi sul miglioramento
dellindustria tessile, ma gi nel 1820 iniziarono le prime crisi
periodiche di sovrapproduzione e saturazione del mercato. I
produttori meno efficienti fallirono. Ci furono conseguenze sociali sia
in Inghilterra nel 1820-1830 e in Europa occidentale nel 1840. Marx
comincia le sue teorie sul fallimento del capitalismo (miglioramenti
tecnologici sempre maggiori, fruttano per meno profitto, per
reggere competizione abbasso dei salari, lavoratori pi poveri o
disoccupati e meno consumi, alla lunga piccoli imprenditori
falliscono, e popolazione pi povera battaglia finale = rivoluzione
contro il sistema e verso socialismo situazione dove si ristabiliscono
gli equilibri e lo Stato non serve pi). Senza rivoluzione per la
situazione sarebbe anche peggiore di quella delle societ agrarie
dove almeno i contadini erano protetti dalle comunit rurali e dai
rapporti di vicinato. La visione di Marx in verit abbastanza simile
a quella cristiana, anche Marx in origine teneva alluguaglianza
perfetta, al forte senso di comunit e professava un paradiso
terrestre per un futuro migliore. In realt la contrariet alla
religione di Marx dipendeva da fatto che lo stesso forniva un
sostituto della fede.
- i problemi dellindustria tessile non arrestarono il capitalismo. Altra
importante invenzione tecnologica: la ferrovia. Divenne il motore
di una nuova e enorme crescita. Era unopportunit di trasporto
rapida, economica e funzionale, per persone e beni. Una meraviglia
di moderna ingegneria. La ferrovia fra laltro incentiv altre attivit
industriali, estrazione e produzione di ferro e carbone e il
perfezionamento delle macchine a vapore. La seconda fase
dellindustrializzazione si ha tra il 1840 e il 1870 con il ciclo del ferro
19

e della ferrovia e lInghilterra continu a dominare il mondo. Anche i


malesseri sociali degli anni 1820-1840 si attenuarono perch ci
furono sviluppi di nuovi lavori ed economia. Allinizio del 1870 per
altra crisi economica (bancarotta di tante aziende per il disordinato
sviluppo delle economie di tutti i Paesi sviluppati allepoca). In pi i
movimenti operai si sollevano (verso una rivoluzione socialista) in
modo tale da spaventare i Governi. Si pensava che il capitalismo
scomparisse.
- Anche qui ci fu una serie di altre innovazioni che ristabilirono
equilibrio e inizi una terza fase di industrializzazione (1870
1918) basata sulla chimica organica (inizio per tingere il tessile),
acciaio (rimpiazz il ferro) e lenergia elettrica (rimpiazza la
macchina a vapore). Nella terza fase avvenne qualcosa di diverso
dalle precedenti: serviva manodopera pi specializzata rispetto alle
masse di operai non qualificati. I Paesi come Germania e Stati Uniti
che investirono molto in tecnologia in proporzione di aumento di
sviluppo superarono lInghilterra. La competizione internazionale
(crescita forte della Germania) sfoci in tensioni che associate alle
ideologie di stampo darwiniano (evoluzione delle specie), furono
interpretate dal regime totalitario tedesco con assurda
caratterizzazione razziale ed etnica. Scoppia la 1 guerra mondiale
(1914-1918).
- La quarta fase di industrializzazione inizi negli USA negli anni
1920-1930 con automobili, petrolchimica e beni di consumo di
massa ad alta tecnologia (frigo, radio ecc..). Mentre in Europa
imperversa una nuova ondata di crisi di sovrapproduzione (la
grande depressione degli anni 30) . Poi nuove tensioni competitive
che portano al 2 conflitto mondiale (1939-1945) che segn
uninterruzione della fase di espansione, anche se nel 1950
leconomia riprese grazie al Piano Marshall degli USA che rimise in
sesto leconomia mondiale, estendendo i benefici a varie parti del
mondo, ma anche inserendo gli Usa come . Nel 1970 altre crisi sia
per aspetti petroliferi che per la concorrenza dei Paesi emergenti. Il
capitalismo sembrava al declino.
- La quinta fase di industrializzazione, basata sullelettronica,
biomedica e altre tecnologie sofisticate a partire dagli anni 1970.
20

Tecnologia applicata a tutti gli altri precedenti settori mediante una


nuova scienza linformatica. (Siamo ancora nella quinta fase, in
piena crisi!)
In genere ogni ciclo industriale porta nuovi prodotti che diventano
nuovi bisogni e risollevano le sorti dei settori in crisi. Il modo di
produzione e il mercato trovano nuovo equilibrio. Anche nelle ultime
fasi listruzione e ricerca scientifica giocano un ruolo sempre pi
decisivo nella definizione del successo economico (Germania ad es.
raggiunse livelli di alfabetizzazione molto pi alti dellInghilterra, da
l la partenza per il successo).
4.2

le conseguenze sociali interne


modernizzazione e dei cicli economici

internazionali

della

Le conseguenze sociali sono molte: forte urbanizzazione, aumento


demografico,
crescente
alfabetizzazione,
comportamento
individualista pi influenzato dal mercato, benessere materiale,
nuclei famigliari pi ristretti, legami parentali pi deboli, previsione
finanziarie entrate nella quotidianit. Il modo di produzione del
proprio cibo cambiato. Una volta la maggior parte lo produceva da
s (agricoltura, allevamento), oggi si lavora e si viene pagati in
denaro. Il cibo in genere si acquista. Poi c un problema importante
associato solo alle ere industriali e non alle altre; larretratezza di
alcuni Paesi rispetto a quelli avanzati. Quelli csd. Del quarto
Mondo si prevede non riusciranno mai a raggiungere un minimo
grado di sviluppo. una situazione di ingiustizia e iniquit di livello
internazionale che alimenta grandi tensioni sociali e movimenti
ideologici anti-capitalistici e anti-occidentali, anche con delicati
risvolti politici e sociali, talvolta alimentati anche da correnti
religiose estremiste. Le tensioni sociali della modernizzazione sono
ormai mondiali.
4.3 classe, status e potere nelle societ moderne
LA CLASSI: Gi nelle societ agrarie si era modificato il modello di
stratificazione sociale (pochissimi i principi e i nobili, poi clero,
commercianti e tantissimi i contadini), ma con la rivoluzione
industriale nuovamente mutata la distribuzione dei poteri e
privilegi delle societ. Diminuiti i contadini e la vecchia nobilt,
21

cresciute molto le citt, nuove classi economiche hanno sostituito


quelle precedenti, si formata una nuova classe di burocrati e
dirigenti di medio basso livello, idem per impiegati (classe inferiore
con aspirazioni pi elevate) e come ultima classe gli operai che
hanno fornito la maggior parte del lavoro nella rivoluzione
industriale. In tale epoca la classe media era molto pi numerosa,
istruita e politicamente consapevole di poter accedere a diritti e
privilegi prima mai ottenuti. Si alleavano con i potenti delleconomia
(banchieri, grandi industriali, capitalisti) e chiedevano mercati
sempre pi liberi. Tutti avevano la caratteristica di un accentuato
nazionalismo e scarsa fiducia nelle classi pi basse. Caratterizzati
da uno stile di vita che si cominci a imporre alla societ; duro
lavoro, parsimonia, autocontrollo sessuale, famiglia come perno
della vita sociale e calcolo economico. La cultura borghese fu
fortemente adattiva e vincente nelle societ moderne e in pi
crearono quellautocontrollo necessario al funzionamento dei
sistemi industriali.
Resta il fatto che la distribuzione per classe della popolazione
non spiega in modo chiari quei modelli di stratificazione
sociale.
I CETI (NUOVI): I discendenti delle vecchie aristocrazie persero
limportanza politica come classe ma mantennero il prestigio come
ceto e soprattutto in campo militare (codice donore e
comportamenti) venivano imitati dalle classi pi ricche dellalta
borghesia. Il prestigio aristocratico si manifestava in accesso
consentito ad esclusivi club, prestigiose universit e scuole. Inoltre
questo in un certo verso ostacolava lapertura ai processi di
modernizzazione e democratizzazione.
Ma ancora n la distribuzione per classi, n quella per ceti
spiega in modo chiari quei modelli di stratificazione sociale.
La borghesia raggiunge effettive posizioni di potere, ma le societ
moderne hanno formato anche politici di professione,
funzionari di governo e capi militari che perseguirono il potere
in quanto tale senza difendere una classe o gruppo di interesse! Ci
non invenzione della societ moderna (anche in Cina i funzionari e
22

militari avevano molto potere, ma questo facilitava la loro capacit


di arricchirsi).
NUOVI POTERI: Gli amministratori pubblici quindi sono diventati
una classe a s nonostante non posseggano mezzi di produzione,
ma preservano potere e privilegi. Idem i politici che con il potere
possono facilmente arricchirsi a discapito dellinteresse dei
cittadini. Questo fatto anche il limite e lo sbaglio del marxismo
che non ha capito che il controllo dei mezzi di produzione non il
solo modo di accedere al potere politico. Un sociologo italo-tedesco
Roberto Michels nel XX sec. ha formulato la legge ferrea
delloligarchia osservando il comportamento dei partiti socialisti.
Quando i partiti furono diretti da politici di professioni, questi
ricercavano il potere come obiettivo primario e per radicarsi. Solo in
modo residuo portavano avanti le istanze di coloro che dovevano
rappresentare. E una tendenza universale comune a tutti i sistemi
politici pi democratici. I partiti politici diventano macchine di
potere per goderne i frutti.
Lunico modo per preservare la democrazia il ricambio con
elezioni periodiche. E questa la principale differenza politica tra le
societ moderne del XX sec e quelle agrarie, lavvicendamento
delle lites con le elezioni per limitare la permanenza e il potere di
politici di professione.
Altra considerazione importante per la maggior istruzione nelle
soc. moderne. Ci (associata alla concentrazione della
popolazione in aree urbane) facilit lorganizzazione politica. In
questo Marx aveva ragione, anche gli operai di oggi riescono ad
organizzarsi politicamente con maggior successo rispetto alle
masse popolari delle societ agrarie.
C anche un modello storico della distribuzione del reddito nelle
societ moderne: il reddito sale di pi nel periodo di
industrializzazione, ma meglio distribuito e la societ diventa pi
ricca nel suo complesso quando essa meglio organizzata.

4.4 ideologie politiche e rivendicazioni: due secoli di rivoluzioni


23

x storico economico: la riv. industial. iniziata nella 2 met del


XVIII sec (dal 1750).
x storico delle idee (sociologo): iniziata
prima con i filosofi politici illuministi (fine XVII e inizi XVIII sec. (fine
1600-iniz 1700)
x storico politico: (che data gli eventi precisamente) inizia con la
rivoluzione americana (1775) e quella francese (1789).
In ogni caso levoluzione del commercio, la maggior istruzione, e le
innovazioni tecnologiche crearono quel fermento che richiedeva
adattamenti politici e di governo che non si volevano dare. Da qui le
rivoluzioni, nate per in genere da aspetti anche banali: 1)
rivoluzione americana: partita dalla disputa delle tasse con il
parlamento britannico, lindipendenza produsse un governo che
dichiarava diritti a tutti gli individui (costituzione), ma che per
necessit manteneva la schiavit per le piantagioni di cotone. Da
qui una frattura sociale molto forte che port alla disastrosa guerra
civile tra sudisti e nordisti (1860-1865). 2) Inghilterra: il
parlamento era di antica origine medievale quindi comprendeva
varie classi in competizione (nobili, cittadini, chiesa e re). Gli inglesi
per, senza modalit rivoluzionaria, riusc a modernizzare la
politica. Fu indicato come modello da seguire anche per colonie post
indipendenza. 3) Francia (rivoluzione): le istituzioni parlamentari
furono abolite dal re che, solo su pressione per un governo pi
rappresentativo, convoc unassemblea comune che si rivelo
controproducente. Ne segu disordine violento e guerra civile con la
vittoria dei cittadini e un periodo di terrore contro il vecchio governo
fino allavvento della dittatura militare di Napoleone, sostenuto da
un nazionalismo forte. Certo di essere nel giusto cerc di
conquistare tutto il continente europeo ma fall, per diffuse molto il
concetto di nazionalismo anche ad altri Paesi. Un nazionalismo per
strano che non ancor oggi per alcuni versi risolto; da un alato si
difende linteresse di tutti i cittadini, del popolo e della nazione.
Dallaltro ci implicava una sorta di diritto del gruppo dominante
(i francesi rispetto alle altre etnie presenti in Francia) ad avere il
potere e costringere gli altri gruppi a cambiare ed adeguarsi. In
verit anche il sistema scolastico francese fino a pochi anni fa era di
tal natura assimilazione (gli stranieri dovevano imperare il
francese e adeguarsi al costume francese). 4) In Europa, oltre al
nazionalismo lindustrializzazione del XIX secolo ha prodotto
24

unaltra ideologia, il socialismo (capitalismo = interesse


individuale, socialismo = benessere generale per una societ
migliore). Nascono varie forme di socialismo, da quelle estreme a
quelle pi moderate, ma tutte consideravano lorganizzazione
rivoluzionaria come necessaria per la conquista del potere. Furono
cos fondati i sindacati che diplomaticamente, ma con forza politica,
riuscirono ad ottenere condizioni migliori. Partiti e sindacati
socialisti divennero meno rivoluzionari e pi diplomatici. 5) Russia:
era pi arretrata degli Stati europei e la rivoluzione industriale
arriv pi tardi, fine XIX e inizi XX secolo. Le condizioni economiche
e standard di vita erano basse con molte diseguaglianze. Gli
intellettuali marxisti convinsero le masse di contadini e lavoratori
alla rivoluzione portatrice del comunismo. Marx quindi nel
prevedere che le rivoluzioni socialiste si sarebbero manifestate nelle
economie pi avanzate ha sbagliato. E dimostrato dalla Russia,
Cina, Vietnam, Jugoslavia e Cuba, tutte economie arretrate rispetto
ad altri Paesi. Nel 1917 Lenin fond il primo Stato comunista del
Mondo, lUnione Sovietica che in settantaquattro anni divenne la 2
potenza mondiale al mondo. 6) Nel 1920 in Cina fu fondato il
partito comunista cinese che nel 1949 dopo varie lotte interne
raggiunse il potere. Il fascino del marxismo consisteva nella
promessa di eguaglianza e la fine dellalienazione da capitalismo. Il
comunismo e la sua violenta lotta di classe port allisolazione degli
Stati che lo adottarono dal resto del mondo. Le grandi risorse per
lindustrializzazione venivano dallo sfruttamento del lavoro delle
masse. Il mercato libero veniva sostituito con un mercato imposto
con luso della forza e della propaganda. In ogni caso la strategia
funzion,
per
in
maniera
pi
simile
alla
3
fase
dellindustrializzazione. La centralizzazione delleconomia di partito
non and per bene per la 4 fase dindustrializzazione dove i beni
di consumo dovevano essere quelli collegati alla domanda dei
consumatori, men che meno per la 5 che richiesdeva estrema
flessibilit di mercato. Oltre al problema delladattamento veloce
(industria russa era un pachiderma, anche se forte, soffriva di
eccesso di centralizzazione), mancava completamente di marketing
efficace. A partire dalla 5 fase il crollo divenne inevitabile. Il crollo
del comunismo in Europa avvenne tra il 1989 e il 1991. Le lites
comuniste persero la fiducia in s stesse. Nel lungo periodo
25

necessario che lo Stato moderno abbia legittimazione


ideologica a prescindere dalla sua potenza.
Unaltra importante ideologia anticapitalista stata il fascismo. In
verit comunismo e fascismo sono ideologie che hanno molto in
comune. Il fascismo il frutto della reazione di intellettuali alla
cultura borghese, alla democrazia e al capitalismo. Si voleva
arrivare ad una societ pi eroica e meno materialista con legami
comunitari forti. A differenza del comunismo per il fascismo non
predicava leguaglianza ma il comando del pi forte e il ritorno alla
stratigrafia sociale delle societ agrarie dove ognuno aveva il suo
posto. Inoltre proponeva il ritorno al corporativismo simile a quello
medievale, gruppi di protezione e rappresentanza di interessi
(allapice un consiglio delle corporazioni guidato da un capo
supremo). Come il comunismo soffriva degli stessi mali, troppa
centralizzazione, importazione autoritaria e violenta e corruzione
dilagante, posizioni di vantaggio e interesse personale dei potenti.
Lideologia della forza eroica di cui era intriso il fascismo, mischiato
al nazionalismo che ogni Stato moderno predicava per legittimarsi e
ad assurde quanto errate interpretazioni delle teorie darwiniane
furono allorigine della seconda guerra mondiale. Da quando c
stato il crollo dellideologia comunista e socialista c stata una
ripresa di nuove soluzioni fasciste per contrastare il capitalismo. Le
nazioni islamiche attuali hanno sviluppato una nuova versione di
fascismo, basato sulla solidariet comunitaria, sulleroismo e
lintolleranza. In ogni caso sia fascismo che comunismo hanno
avuto molto fascino su economie che si percepivano come
arretrate.
In conclusione, nellera moderna ci sono state tre le grandi
ideologie: 1) liberalismo illuminista (sostiene diritti individuali
contro lo Stato, democrazia, economia che regola il mercato.
Praticamente stata lideologia vincente), ; 2) socialismo (e
comunismo; nato dallilluminismo ma poi ha abbandonato i diritti
individuali cercando di pianificare di forza la crescita, ma crollato
nel XX secolo); 3) fascismo (nato come contrasto al capitalismo ha
condotto alla guerra pi devastante ed ancora presente in qualche
ambito estremista). Il liberalismo illuminista ha quindi vinto, ha
nutrito il nazionalismo, ha prodotto ricchezza e progresso
scientifico, ma ha anche crisi cicliche sempre pi forti e molta
26

diseguaglianza interna e internazionale. I conflitti nel e del


capitalismo sono quindi endemici.
4.5 guerra, tirannia e successo dei valori dellilluminismo
Lera moderna ha sperimentato in soli 2 secoli tantissimi
cambiamenti per i quali sembra che le regole dellevoluzione
(lentezza) non vadano bene. Meglio dire che i cambiamenti nellera
moderna si adattano meglio rispetto a periodi temporali precedenti.
Da riconoscere che il mondo liberare in duecento anni ha portato
pi prosperit e libert, prima inapplicabili alle societ agrarie.
Sembrava che visione liberale e capitalismo fossero obsolete e
superate da altre (socialismo, fascismo). Invece visioni anti-liberali
fecero milioni di vittime in tutto il mondo. Ogni governo che ha
cercato di governare con principi antiliberali si rivelato una
tirannia assassina e ha condotto il suo popolo alla rovina. Tanto pi
che quando tedeschi e giapponesi dopo la 2 guerra mondiale
(sconfitti) sono tornati competitivi applicando ideologie liberali.
Ci sono per problemi a considerare le ideologie liberali come
risolutrici dei problemi del mondo: 1) i paesi pi poveri ormai
manifestano ostilit verso i pi ricchi perch ormai inarrivabili; 2)
nel mondo c ancora traccia di nazionalismo estremo in particolare
simil-fascista; 3) ci sono correnti di pensiero intellettuale che
sostengono che lideologia liberale e il capitalismo sono diabolici e
dovrebbero essere contrastati da logiche antimercato e
comunitarie. In verit effettivamente le economie ricche stanno
perdendo terreno rispetto ad altre competitive ma con pochi valori
democratici. 4) probabilmente il futuro non certo che prosegua
nella direzione liberal-capitalista
4.6 persistenza delle pressioni ambientali
Lindustrializzazione certo ha esercitato una notevole pressione
sullambiente, causando infiniti danni, cosa che altri tipi di societ
non avevano mai fatto. E naturale che lidea di tornare alle culture
agrarie sarebbe disastrosa per lumanit. Il problema pi serio
quindi non limpossibilit di risolvere i problemi ambientali ma la
possibilit che chi contrario alla modernizzazione prevalga
27

politicamente. In ogni caso, proprio per la flessibilit e velocit di


adattamento, i sistemi economici guidati dal mercato ricevono
segnali di allarme molto prima di quelli regolati da logiche politiche
ed economiche pi rigide.

5. VERSO UNA TEORIA DEL CAMBIAMENTO SOCIALE


Il sistema AGIL di Talcott Parson (1950) quello che meglio
spiega le analogie tra sistemi sociali e biologici e il rapporto tra
economia, politica, istituzioni sociali e cultura, in sintesi rapporto
economia/societ. Quattro diversi aspetti caratterizzano tutte le
societ: 1) leconomia; 2) il sistema politico; 3) le istituzioni
sociali; 4) la cultura.
da finire (pag. 149 di 164)

28

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