Nascita dellAntropologia
Nel 1799 nasce a Parigi la Societ des observateurs de lhomme, per iniziativa di Louis-Francois
Jauffret (1770 1850). Si trattava di un gruppo di intellettuali e scienziati ma non erano
antropologi ma furono i primi a delineare lo studio delluomo tanto come Sapere empirico
quanto come disciplina teorica. Un sapere nuovo, quello dello Studio Comparato delle societ e
delle culture.
Prima di questa societ in Europa trovavamo gi diversi documenti costituiti da resoconti di
missionari, esploratori, mercanti e soldati che non rispondevano per a un progetto scientifico.
Uneccezione fu Jean de Lery o Joseph-Francois Lafitau (1681 1746) che pubblic nel 1724 i
Costumi dei selvaggi americani comparati con quelli dei tempi pi antichi. Accanto a questa
tipologia di testi (diari di viaggio e letteratura esotica) si affiancava quella che ebbe in Michel
de Montaigne (1533 1592) e Jean-Jacques Rousseau (1712 - 1778) i suoi maggiori esponenti.
Questa tradizione aveva subordinato lo sguardo sui selvaggi a una critica dei valori espressi
dalla societ del tempo. Allinterno di questa tradizione il discorso sui selvaggi era legato alla
religione, la battaglia antischiavista e la critica del potere assolutistico. Nel libro di Lefitau
troviamo un primo approccio Etnologico: questo libro fu infatti scritto dopo anni di permanenza
tra gli Urori e Irachesi, Tra gli attuali USA e Canada. Lefitau utilizz un metodo comparativo.
Della societ facevano parte filosofi, naturalisti, medici, linguisti, viaggiatori, storici, geografi il
cui scopo era quello di osservare lumanit nella sua variabilit fisica, linguistica, geografica e
sociale. Uno dei quali fu Joseph-marie de Gerando (1772 1842), esperto in linguistica, poneva
in primo piano lutilit dello studio dei selvaggi al fine di conoscere le tappe della storia
trascorsa dellumanit; del recarsi presso di loro e di risiedere tra costoro per periodi
prolungati. E cosi il filosofo doveva farsi anche viaggiatore (legato in qualche modo alla figura
dellantropologo poich questultimo non viaggia soltanto ma pensa cerca di correlare i dati
dellosservazione e di coordinarli in una teoria).
La societ non ebbe per vita lunga poich nel 1805 fu sciolta per volere di napoleone. Questa
scelta corrispondeva a un programma di rigida e esclusiva subordinazione della scienze alle
esigenze di uno stato burocratico, centralizzato e militarizzato pensato da Napoleone. Cos nel
1805 venne meno quellEtnologia che Jauffret e Gerando avevano concepito come studio e
comprensione della differenza.
Joseph de Maistre (1753 1821), fine intellettuale, grande scrittore e diplomatico aveva
denunciato la ragione illuminista come un atto di superbia da parte delluomo nei confronti del
volere divino. Per lui il selvaggio era il rappresentante della degradazione delluomo a cui
questultimo era condannato a causa del peccato originale, e rappresentava lesempio estremo
della caduta dalla grazia divina. Il selvaggio era simbolo del peccato e costituiva levidenza di
una umanit cui era stata negata la grazia. In gran Bretagna queste tesi di de Maistre furono
accolte dal vescovo di Dublino Wathely che nel 1832 aveva sostenuto che il progresso non
poteva essere concepito senza un esplicito intervento divino. Ci che veniva negata era quindi
lidea che lumanit fosse avanzata, sul piano materiale e spirituale, unicamente in virt delle
proprie forze.
Sul finire del 1850 creazionismo ed evoluzionismo vennero a presentarsi come due opposte
interpretazioni tanto della storia naturale quanto della storia umana. Charles Darwin (1809
1882) aveva pubblicato nel 1859 dopo oltre ventanni di ricerche basate sullosservazione di
specie animali e vegetali , Lorigine della specie, nella quale espose una teoria rivoluzionaria
della storia naturale. Mentre il creazionismo postulava la fissit delle specie viventi, e lidea che
ogni variazione fosse il frutto di un intervento estraneo ai processi e alle forze del mondo e
della natura, Darwin proponeva una visione secondo la quale le forme di vita si sarebbero
trasformate in base ad un processo lento di mutazioni dovute al caso, allinfluenza esercitata su
di esse dallambiente e dalla maggiore o minore capacit degli esseri viventi ad adattarsi
allambiente.
In questo periodo storico la scienza apparve come lo strumento in grado di assicurare al
umanit un destino di felicit e di progresso e la sociologia (che ha come fondatori Auguste
Comte in Francia e Herbert Spencer in Inghilterra) come quella branca della scienza per mezzo
del quale sarebbe stato possibile non solo comprendere gli effetti del progresso sulla societ,
ma anche guardarli.
PAROLE CHIAVE
CAP. 1
Antropologia
Societ des observateurs de lhomme
Etnologia e Metodo comparativo
Il selvaggio come essere Degenerato
Creazionismo ed Evoluzionismo
AUTORI
Louis-Francois Jauffret (1770 1850)
Joseph-Francois Lafitau (1681 1746)
Joseph-marie de Gerando (1772 1842)
Joseph de Maistre (1753 1821)
Richard Wathely
Charles Robert Darwin (1809 1882)
CAPITOLO 2
a un ponto dellevoluzione una cultura avrebbe potuto cio prendere una via piuttosto che
unaltra dando inizio a percorsi evolutivi diversificati in campo sociale, politico, religioso etc.
La questione dellorigine della religione non come credenza ma come istituzione venne
affrontata da William Robertson Smith (1846 1894). Egli effettu ricognizioni sul campo alla
ricerca di elementi della vita locale che contribuissero a confermare le sue ipotesi e a stimolare
la sua riflessione teorica. In accordo con queste idee Smith si schier a favore della critica
storica della bibbia. Successivamente dopo essersi trasferito a Cambridge, riprendendo i temi
centrali della teoria evoluzionista, tra i quali lo studio delle sopravvivenze come mezzo
indiziario di conoscenza dello sviluppo culturale e , soprattutto, la prospettiva comparativa,
Smith mir ad elaborare, sulla base dei materiali relativi allarea delle civilt semitiche, una
teoria generale dei rapporti tra societ e religione.
Tema centrale nello studio di smith fu quello del Sacrificio tra i popoli semitici. Il sacrificio
compiuto in favore della divinit non era, sostenne smith, un dono rivolto ad una potenza
sovrastante alla scopo di ingraziarsela. Esso era piuttosto un rituale di comunione tra la societ
e una divinit che rappresentava simbolicamente lunit della societ stessa. Questidea era
gi stata avanzata dallo storico antichista francese De Coulanges (1830 1889) che in uno
studio comparato sullorigine delle istituzioni politico-religiose di Atene e Roma arcaiche,
Coulanges aveva sostenuto che la societ era fondata inizialmente su basi teocratiche. La
religione appariva cos come un fattore regolativo dei rapporti sociali. Attraverso ladesione ai
rituali pubblici, essa spingeva gli individui a conformarsi agli standard collettivi di
comportamento. La religione rappresentava inoltre un elemento coesivo poich, riunendo
periodicamente gli individui a scopo rituale, rafforzava nei partecipanti il senso di appartenenza
a un unico corpo sociale. Essa risulta quindi essere qualcosa che esiste per la conservazione e il
benessere della societ.
Smith asser nel 1885 in Parentela e matrimonio nellArabia antica la presenza, tra gli arabi
preislamici di un sistema matrilineare che , con lavvento dellislam sarebbe stato rimpiazzato
da un sistema patrilineare (teoria che appare oggi inesatta). Questo libro rappresent non solo
il primo lavoro di carattere antropologico sulla societ e la cultura degli arabi del deserto, ma
costitu anche la premessa fondamentale per gli sviluppi di quel settore di ricerca identificabile
con lo studio delle cosiddette societ segmentarie. A Smith spetta inoltre il merito di aver
riconosciuto lesistenza di forme di organizzazione politica prive di istituzioni centralizzate e
fondate sullequilibrio di gruppi (segmenti) di discendenza tra loro contrapposti.
Nel corso dellottocento lo sviluppo della Geologia e dellArcheologia aveva contribuito a
incrementare in maniera straordinaria le raccolte di oggetti attribuibili allopera di esseri umani.
Il generale Augustus Pitt-Rivers (1823 1900) ebbe lidea di costituire dei musei che portassero
allattenzione degli studiosi e del pubblico generico i prodotti delle arti e della tecnologia dei
popoli primitivi. Egli divise infatti gli oggetti per gruppi che venivano cos a formare delle serie
che, dal pi semplice al pi complesso, illustravano levoluzione di quel determinato oggetto.
A pochi anni dalla morte di Pitt-Rivers, Alfred Haddon, un biologo inglese convertitosi
allantropologia, cominci a interessarsi delle trasformazioni degli stili decorativi incisi su
ceramiche, tessuti e altri supporti come legno o pietra. La sua fu definita biologia dellarte
poich egli voleva capire come determinati serie di fattori cognitivi e ambientali portassero a
trasformazioni ed evoluzioni nellarte e gli stili artistici.
James G. Frazer (1854 1941), erudito professore di antropologia pu essere considerato
lultimo grande esponente dellevoluzionismo culturale. Frazer avanzava lipotesi secondo la
quale magia, religione e scienza avrebbero costituito altrettante tappe dello sviluppo
intellettuale delluomo. Frazer sosteneva infatti che la pratica della magia, intesa come
tentativo di esercitare un controllo sulla natura corrispondeva a una fase dello sviluppo
delluomo caratterizzata dalla confusione e ignoranza relativa ai rapporti causali che dominano
nel mondo dellesperienza oggettiva. In un secondo momento gli uomini, anzi, alcuni uomini,
avrebbero pensato di accattivarsi il favore delle potenze della natura: nasceva cos la religione,
e con essa la figura del sacerdote, mediatore tra luomo e la divinit. Quando per altri uomini
in una fase pi tarda si accorse che nulla potevano gli dei nella risoluzione dei problemi umani
ebbe inizio la pi recente epoca della storia: quella contrassegnata dallosservazione dei
fenomeni naturali e dalla ricerca delle leggi che ne regolano il divenire. Si apriva cos la
PAROLE CHIAVE
CAP. 2
Et vittoriana
Cultura
Concezione progressiva della cultura
Creazionismo ed Evoluzionismo
Religione parentela
Animismo
Sopravvivenza
Metodo comparativo
AUTORI
Edward B. Tylor (1832 1917)
William Robertson Smith (1846 1894)
De Coulanges (1830 1889)
Pitt-Rivers
Alfred Huddon
James J. Frazer
CAPITOLO 3
Sistemi di parentela
Sistemi Classificatori e Descrittivi
AUTORI
Lewis H. Morgan (1818 1881)
OPERE
La Lega degli Irochesi (1851)
Sistemi di consanguineit e di affinit della famiglia umana (1871)
La societ Antica (1877)
CAPITOLO 4
sociale, collettiva, sul comportamento e il pensiero individuale. Quindi che si parli del
totemismo australiano o della religione degli antichi o di quella del nostro tempo la natura e la
funzione della religione restano identiche in quanto coincidono con la devozione per lo pi
inconscia che i membri di una societ nutrono per questultima. La religione appare cosi come
un sistema di rappresentazioni e di riti attraverso i quali gli individui sono partecipi
misticamente e collettivamente (cio in maniera non-razionale e non-individuale) di
questentit provvista di una forza soprannaturale (nel senso di non-naturale) che il corpo
sociale.
In Le forme elementari della vita religiosa emerse una prospettiva di indagine dei fenomeni
sociali del tutto nuova. Fenomeno chiamati da durkheim fatti sociali. Essi, che per durkheim
costituivano loggetto specifico della sociologia, erano azioni, ruoli, rappresentazioni, una
credenza, un obbligo etc..
Lucien Levy-Bruhl (1857 1939) fu un filosofo francese che pubblic nel 1903 La morale e la
scienza dei costumi. Studiare la morale significava per lui cercare di comprendere il diverso
significato che lesperienza morale pu assumere in contesti sociali differenti, i diversi sistemi
morali che sono caratteristici delle diverse societ. Da questo libro in poi comp un
cambiamento passando dalla filosofia alletnologia: fu da qui che il suo sguardo si volger alle
societ primitive. In particolare studi il pensiero primitivo.
In Psiche e societ primitive, pubblicato nel 1910 Levy-Bruhl critic la tradizione
dellevoluzionismo inglese: le rappresentazioni collettive, per quanto bizzarre e illogiche
potessero sembrarci, non erano, come pensavano gli evoluzionisti, errori di valutazione
compiuti dalla mente rozza del primitivo nel tentativo di rintracciare le cause reali dei
fenomeni. Le rappresentazioni collettive erano infatti innanzitutto <comuni a un dato gruppo
sociale e trasmissibili di generazione in generazione>. Per Levy_Bruhl il gruppo sociale
primitivo viveva unesperienza mistica , che si realizzava nelle pratiche del culto e
nellesecuzione del rito. In questo contesto lindividuo non aveva la possibilit di sviluppare un
giudizio proprio, indipendente da quello che gli veniva imposto dalla sua societ.
La mentalit dei primitivi venne da lui vista come dipendente da una forma di ragionamento di
tipo pre-logico. Esso significa a-scientifico, a-critico.
PAROLE CHIAVE
CAP. 4
Coscienza collettiva
Solidariet meccanica e organica
Totemismo
Il pre-logismo
AUTORI
Auguste Comte (1798 1857).
Emile Durkheim (1858 1917)
Lucien Levy-Bruhl (1857 1939)
OPERE
La divisione del lavoro sociale (1893)
Le forme elementari della vita religiosa (1912)
La morale e la scienza dei costumi
Psiche e societ primitive
CAPITOLO 5
Tradizioni popolari ed etnologia in Italia
Contrariamente a quanto avvenne in Gran Bretagna, Francia e Germania, lo sviluppo degli
studio etno-antropologici in italia legato solo in minima parte alla scoperta del mondo
coloniale. Come nel caso di altre tradizioni europee minori, infatti, quella italiana emerse in
relazione agli studi folklorici. In italia vediamo quindi lo sviluppo della Demologia (studio delle
tradizioni popolari). Di fatti la coscienza di una eterogeneit di fondo del popolo italiano fu
sempre presente negli studiosi di tradizioni popolari. Nella seconda met dell800 nacque un
indirizzo che mirava alla ricostruzione storica di diffusione e di distribuzione delle forme liriche
allinterno della penisola. Maggiori rappresentanti di questo indirizzo furono Costantino Nigra
(1828 1907), con la sua teoria del sostrato etnico. Egli nel corso dei suoi studi svilupp
lidea secondo la quale litalia si presenta, dal punto di vista della produzione lirica popolare,
divisa in due aree geografiche: una superiore (in cui prevale lelemento narrativo storicoromanzesco) e una inferiore (in cui prevale lelemento lirico-amoroso).
Altre importanti figure dellepoca furono Paolo Mantegazza (1831 1910), convinto sostenitore
dellevoluzionismo darwiniano, fu fondatore del museo di antropologia e di etnologia a firenze e
professore di antropologia.
Oppure Tito Vignoli (1829 1914), professore di antropologia alla accademia reale di milano.
Altro importante autore fu Giuseppe Pitr (1841 1916), medico, autore di una straordinaria
raccolta di testimonianze provenienti dal mondo popolare e contadino siciliano. Egli edific la
biblioteca delle tradizioni popolari siciliane (iniziata nel 1871 e finita nel 1913) in cui Pitr
raccolse proverbi, favole, credenze, pratiche magico-religiose.
La figura pi rilevante delletnologia italiana di fine ottocento e dei primi del novecento fu
Lamberto Loria (1855 1913), che viagg tra Turkestanm nuova guinea, in lapponia, eritrea,
nelle isole trobriand in cui raccolse importanti collezioni etnografiche.
PAROLE CHIAVE
CAP. 5
Demologia
Teoria del Sostrato etnico
AUTORI
CAPITOLO 6
Letno-sociologia francese
Lo studio delle rappresentazioni collettive costitu lambito entro il quale si colloc il lavoro di
Robert Hertz (1882 1915). In particolare si concentro sul tema della morte: la morte si riversa,
presso tutti i popoli, di emozioni e di rappresentazioni assai differenziate. Essa recide il
rapporto dellindividuo con il gruppo di cui fa parte e dal quale trae la sua stessa identit
sociale. Per questo motivo la comunit avverte la morte di un suo membro come una minaccia
alla propria coesione: essa deve ristabilire quellequilibrio che la scomparsa di un individuo ha
alterato, mediante una serie di rituali atti allo scopo: i riti funebri. Studiando le pratiche delle
popolazioni native del Borneo egli not che questi consistevano in due momenti distinti: alle
prime esequie seguiva, dopo un certo tempo, un altro rito, pi solenne. In questo doppio rito
funebre hertz individu il carattere fondamentale che la morte riveste presso tutte le societ:
essa pensata come una transizione da una condizione a unaltra, dal mondo visibile
allinvisibile.
Arnold van Gennep (1873 1957) considerato uno dei fondatori delletnologia francese. La
sua opera pi celebre fu Riti di passaggio (1909). Egli intu che la vita degli individui era
scandita, presso tutti i gruppi umani, da una serie di riti che celebravano pubblicamente il
passaggio da una condizione sociale a unaltra. In questo libro van Gennep postulava lidea
secondo cui nelle societ prescientifiche il mondo appare suddiviso nelle due categorie opposte
di profano e sacro. Van Gennep distinse, allinterno di ciascun rito di passaggio, tre fasi:
separazione (riti preliminari), margine (riti liminari) e aggregazione (riti post liminari).
Nel 1920 van Gennep pubblic lo stato attuale del problema totemico in cui critic lidea di
Durkheim e Mauss secondo i quali la prima forma di religione, il totemismo, sarebbe stata
allorigine di ogni forma di classificazione della realt, sociale e naturale.
Marcel Mauss (1872 1950), allievo di Durkheim, fu, insieme a Levy-Bruhl, promotore della
fondazione dellinstitut dethologie delluniversit di Parigi (1925). Il suo studio spazi dallo
studio della magia e della religione a quello dellidea di persona. Uno dei lavori pi importanti
di Mauss fu forme primitive di classificazione(su qualche forma primitiva di classificazione),
scritto tra 1901 a 1902, si proponeva di mostrare come la classificazione delluniverso naturale
non dovesse essere considerata come leffetto di unattitudine spontanea della mente umana
(tesi invece sostenuta da Van Gennep). Mauss consider la societ degli aborigeni australiani
come punto di partenza della sua analisi. Questa societ si presentava come divisa in classi
matrimoniali, cioe gruppi esogamici fondati non sulla discendenza, ma su altri criteri di
assegnazione sociale. Mauss consider la divisione in classi matrimoniali caratteristica delle
popolazioni australiane come il sistema pi semplice di organizzazione sociale esistente. Per
durkheim e Mauss, ad una variazione nella societ corrispondeva una varianzione nellordine
del sistema di classificazione. Erano le modificazioni del sociale che, costituendo per luomo
lesperienza pi immediata dal punto di vista emotivo, lo spingevano a modificare lordine
concettuale delle cose. Lelemento rilevante di questo lavoro sui sistemi di classificazione
rappresentato dallidea di una Omologia strutturale tra l dimensione sociale e quella
simbolica e dallidea di una preminenza della prima dimensione sulla seconda. Lipotesi
dellomologia strutturale era ci che avrebbe consentito a Mauss di spingersi verso la ricerca di
quegli elementi del sociale suscettibili di coinvolgere, nel loro accadere, la pluralit
complessiva dei livelli sociali: i fatti sociali totali.
Nel 1923 pubblico Saggio sul dono, libro costituito in gran parte sui lavori etnografici di Boas
sul potlatch e di Malinowski sullo scambio cerimoniale del Kula. Tali lavori sembravano
dimostrare lesistenza, anche presso le societ primitive, di fenomeni complessi e articolati di
scambio e di circolazione dei beni. Mauss li consider Come fatti sociali totali. Tali fenomeni
erano strettamente legati ad altri aspetti della vita di queste popolazioni. Esse erano basate sul
principio della reciprocit.
PAROLE CHIAVE
CAP. 6
Morte, Sacro e Profano
Rito di passaggio
I fatti sociali totali
Lomologia strutturale
AUTORI
Robert Hertz (1882 1915)
Arnold van Gennep(1873 1957)
Marcel Mauss (1872 1950)
OPERE
CAPITOLO 7
Nel 1909 pubblic sistemi classificatori di relazioni in cui Kroeber critica levoluzionismo
culturale e in particolare la prospettiva di Morgan sui sistemi di parentela. Per morgan
questultimi esprimevano la natura dei rapporti e delle istituzioni sociali, per Kroeber essi
riflettevano la psicologia, veicolata dal linguaggio, dei soggetti culturali. In sintonia con la
concezione Boasiana della cultura come insieme delle attitudini (mentali e psicologiche) degli
individui, i termini di parentela venivano considerati da Kroeber come espressioni di ci che, al
pari delleconomia, dellarte o della letteratura poteva essere considerato un particolare
aspetto della cultura stessa, in questo caso il linguaggio. Limportanza di questo saggio
consiste nellaver lasciato intendere che le terminologie di parentela non possono essere
considerate solo in riferimento alle relazioni sociali le quali sarebbero a loro volta il riflesso di
pratiche matrimoniali. Kroeber evidenzi otto principi fondamentali che regolano la costituzione
di tutti i sistemi terminologici: 1 Differenza tra persone della stessa generazione e di
generazioni diverse. 2 Differenza tra parentela in linea diretto e in linea collaterale. 3 Differenze
det nellambito della stessa generazione. 4 il sesso del parente. 5 il sesso di colui che parla. 6
il sesso dellindividuo attraverso il quale passa la relazione di parentela tra chi parla e colui di
cui si parla. 7 distinzione tra parenti consanguinei e acquisiti per matrimonio. 8 la condizione di
vita attraverso cui passa la relazione tra chi parla e colui di cui si parla. La scelta del livello
linguistico come livello esclusivo di comprensione delle terminologie di parentela equivaleva a
negare lesistenza di quel rapporto causale tra pratiche matrimoniali e terminologie di
parentela che Morgan aveva invece postulato allo scopo di rendere intellegibile levoluzione dei
sistemi in ipotetiche sequenze storico-evolutive.
Nellultimo decennio dellottocento Boas aveva cominciato negli USA la sua battaglia per
sostenere tre cose: che la pretesa di ricostruire levoluzione della cultura umana a partire dallo
studio dei popoli primitivi era privo di fondamento. Che il pensiero dei primitivi era analogo a
quello dei civilizzati, e che se differenze vi erano queste erano dovute alla specificit del
contesto sociale in cui gli individui si trovavano ad operare.
Inoltre alla fine del XIX secolo aveva preso piede, Sia in Gran Bretagna sia negli USA un
orientamento conosciuto come Darwinismo sociale. Si trattava di unideologia sociologicopolitica diffusa negli ambienti conservatori medio-alto borghesi la quale ipotizzava una sorta di
continuit tra lordine biologico e quello sociale: le stesse leggi che regolavano la selezione
naturale sarebbero state le stesse che regolavano la selezione sociale. Insomma, una ideologia
auto celebrativa, individualista e poco attenta alle fasce sociali meno favorite.
Negli stessi anni cui si affermavano le posizioni di Boas relative allo studio delle culture nella
loro specifica individualit, venne costituendosi, negli ambienti antropologici statunitensi, un
indirizzo di ricerca che poneva al centro della propria attenzione la distribuzione geografica
delle culture indiane , i loro contatti e prestiti reciproci sul piano della cultura materiale,
dellorganizzazione sociale e della vita religiosa. Allinterno di questa prospettiva di ricerca, la
nozione di area culturale assunse un ruolo centrale. Con tale espressione veniva designata
larea geografica entro la quale erano presenti determinati tratti, ossia elementi culturali quali
una certa tecnica, un istituto matrimoniale o una credenza. Una tale concezione port a
pensare la distribuzione di questi tratti culturali come una conseguenza di processi di diffusione
dei tratti medesimi. Questo fu un aspetto studiato da Clark Wissler (1870 1947), anchegli
scolaro di Boas, che inizi un lavoro di classificazione delle culture indiane sulla base del
criterio delle loro relazioni con lambiente. Tra 1915 e 1925 Wissler venne elaborando una
teoria delle aree culturali come ambiti di diffusione di tratti simili a partire da un centro di
irradiazione (centro culturale). In tale centro dellarea culturale sarebbero presenti tutti i tratti
che caratterizzano larea, i quali sono irregolarmente distribuiti nel resto della stessa
diventando sempre pi radi man mano che ci si allontana dal centro. Ci poteva spiegare,
secondo wissler, il fatto che le popolazioni appartenenti alla stessa area culturale non erano
tutte culturalmente identiche. Tramite la nozione di area cronologica wissler tent di assegnare
una dimensione temporale al processo di diffusione: i tratti che si trovavano pi lontani dal
punto di diffusione iniziale dovevano essere i pi antichi, e quindi appartenere al nucleo
culturale originario. Le teorie di wissler furono criticate da diversi antropologi e linguisti tra i
quali vi fu Edward Sapir (1884 1939), anchegli allievo di Boas. In La prospettiva temporale
nella cultura aborigena americana (1916), sapir fece osservare come i tratti culturali non si
diffondano affatto in maniera uniforme in tutte le direzioni, e inoltre che la diffusione non
avviene sempre con ritmi identici.
PAROLE CHIAVE
CAP. 8
Particolarismo storico
Potlatch
Diffusionismo
Area culturale
AUTORI
Franz Boas (1856 1942)
Alfred Kroeber (1876 1960)
Clark Wissler (1870 1947)
Edward Sapir (1884 1939)
OPERE
CAPITOLO 9
Nei primi anni del novecento, in Gran Bretagna, divennero nole le teorie di Grafton Elliot Smith
(1871 1937) e William Perry (1887 1949). Muovendosi tra anatomia, etnologia, archeologia
e geografia, questi due studiosi offrirono una versione radicale delle teorie diffusioniste. Il loro
pensiero fu definito Iperdiffusionismo. Le teorie di Elliot Smith e Perry postulavano un unico
centro diffusore di cultura: Legitto. Dallegitto la cultura si sarebbe diffusa allintero globo. Da
qui i tratti culturali, diffondendosi dal luogo dorigine sarebbero andati incontro a un processo
degenerativo proporzionale alla distanza dal punto di partenza. Una delle prove a sostegno di
tale tesi fu lesame della distribuzione geografica della mummificazione, della presenza delle
costruzioni piramidali e del culto solare. La presenza di questi tratti nellAmerica
precolombiana, costituiva la prova del fatto che questi elementi, simili a quelli dellegitto
faraonico, vi erano stati importati in epoche remote dalla civilt egizia. Fu per il libro di perry
children of the sun (1923) a rendere note le loro posizioni: Grazie ad essa le teorie
eliocentriche o eliotiche di smith e perry godettero di un lungo seguito.
Nel 1922, lanno della morte di rivers, un antropologo polacco pubblic il libro Argonauti del
pacifico. Il suo autore Branislaw Malinowski (1884 1942). Era cittadino austro-ungharico , e
quindi un nemico quando lo scoppio della prima guerra mondiale lo soprese in australia. Egli fu
per lasciato libero di compiere ricerche nelle isole trobriand e in nuova guinea. Malinowski
studi non solo lorganizzazione sociale, economica e giuridica dei trobiand ma anche le
tecniche di costruzione delle canoe, i miti, i riti, la lingua e il comportamento sessuale di questi
isolani. Egli diede inizio alla cosiddetta osservazione partecipante, che consentiva ai
ricercatori di entrare in un rapporto empatico con i nativi. Loggetto centrale del libro era
costituito da una forma di attivit di scambio praticata da un certo numero di comunit
stanziate su isole a volte molto lontane tra loro ma comunque comprese entro unarea
geografica circoscritta. Questa forma di scambio, o Kula, veniva definita da Malinowski come un
fenomeno economico di notevole importanza che occupa il posto pi importante nella vita
tribale di questi indigeni che vivono allinterno del suo circuito. Il Kula risultava essere un
fenomeno complesso che pu essere decritto nel modo seguente. Tra le isole abitate dai gruppi
partecipanti allo scambio, circolavano due tipi di oggetti: collane di conchiglie rosse e
braccialetti di conchiglie bianchi. Le prime circolavano solo in senso orario, i secondi solo in
senso contrario. Gli oggetti circolavano in continuazione, restando nelle mani del loro
possessore solo per un periodo di tempo. Tanto i preparativi per la partenza, quanto gli scambi,
avvenivano secondo rituali precisi accompagnati da pratiche magiche. Gli scambi kula erano
accompagnati da un commercio di tipo profano mediante il quale venivano scambiati oggetti
con un valore duso. Luso dellosservazione partecipante produsse effetti rilevanti sul piano
teorico portando a una prospettiva di tipo olistico e non settoriale, secondo quanto gi indicato
un decennio prima da Rivers. Inoltre loggetto di studio dellantropologia (societ e culture)
risultava costituito da parti tra loro correlate in senso funzionale. Malinowski voleva mostrare
come il selvaggio, fosse stato in grado di esprimere, contro lo scetticismo allora diffuso in
certi ambienti, un tipo di comportamento dotato d una sua coerenza e ragionevolezza. Lo
scambio kula di fatto uno scambio di tipo cerimoniale di cui malinowski comprese la portata
sociologica, cio la funzione che esso assolveva nel mantenere e nel rafforzare i rapporti tra gli
individui e i gruppi. Malinowski gli attribu comunque un significato di tipo economico.
Lanalisi condotta da malinowski sulla scambio kula mise in evidenza lesistenza di una rete di
rapporti tra individui, clan, trib fondati su ci che da allora in poi sarebbe entrato a far parte
del lessico concettuale dellantropologia col nome di principio di reciprocit. Tutte le operazioni
connesse allo scambio kula si presentavano come regolate da una logica sociale che nei suoi
effetti tendeva a promuovere la solidariet e lrganicit della societ e della cultura. Lo scambio
kula era solo il fenomeno che pi di ogni altro mostrava di possedere queste caratteristiche.
In sesso e repressione sessuale tra i selvaggi (1927), malinowski present la famiglia come il
luogo della riproduzione sia biologica sia culturale. Lincesto era bandito in quanto
disgregherebbe la famiglia e i rapporti che si instaurano allinterno di essa. La proibizione
dellincesto venne da lui percepita come risposta ad una potenziale disgregazione dei legami
familiari, mentre lesogamia era un mezzo per risolvere favorevolmente ed efficacemente la
proibizione stessa. Dopo aver definito la cultura come il tutto integrale consistente degli
strumenti e dei beni di consumo, delle carte costituzionali per i vari raggruppamenti sociali,
delle idee e delle arti, delle credenze e dei costumi. Malinowski la definisce anche come un
vasto apparato, in parte materiale, in parte umano e in parte spirituale con cui luomo pu
venire a capo dei concreti, specifici problemi che gli stanno di fronte. Lanalisi funzionale della
cultura porta a unanalisi dei bisogni fondamentali e le risposte culturali che da tali bisogni
sono sollecitate, risposte che sono suscettibili di creare a loro volta ulteriori bisogni. Questi
ultimi, chiamati bisogni secondari o derivati coincidono con lesigenza di organizzare e
mantenere la coesione tanto sul piano sociale quanto su quello culturale.
Nel 1948, venne pubblicato postumo il libro magia, scienza e religione. Questo lavoro si
fondava sulle osservazioni compiute al tempo delle ricerche alle isole trobiand. Respinte le
teorie evoluzioniste che vedevano nella magia un goffo tentativo di manipolare lo svolgersi dei
fenomeni naturali (Frazer), malinowski propose una spiegazione delle pratiche magiche che ne
individua la particolare natura nella risposta emotiva ad una situazione non controllabile. La
magia non anteriore alla religione o alla scienza, ma un possesso primordiale che afferma il
potere autonomo delluomo di creare dei fini desiderati. La magia consta cos di pratiche rituali
che tendono a sopperire allincapacit delluomo di controllare gli elementi della propria
esperienza concreta.
PAROLE CHIAVE
CAP. 9
Iperdiffusionismo
Cerimoniale Kula
Principio di reciprocit
Osservazione partecipante
Olismo
AUTORI
William Rivers (1864 1922)
Grafton Elliot Smith (1871 1937)
William Perry (1887 1949)
Branislaw Malinowski (1884 1942)
OPERE
CAPITOLO 10
lutilizzazione, di concetti estranei allapparato teorico freudiano tra cui quelli di inconscio
collettivo e di archetipo.
allinsegna di queste idee fondamentali della psicologia junghiana che Layard affront
lanalisi del rituale Maki da lui osservato a Malekula. Il maki era un rito per mezzo del quale,
secondo la teoria indigena, un uomo, sacrificando maiali maschi, si appropriava della forza
della vittima e si metteva al riparo, dopo la morte, dalla distruzione ad opera di uno spirito
preposto alla sua anima. Ogni sacrificio comportava una specie di rinascita sociale da parte
dellinteressato, il quale assumeva di conseguenza un nuovo nome. nellinterpretazione del
rito maki che layard adott la prospettiva di psicoanalisi junghiana. Secondo layard, infatti, il
maki altro non era che una forma particolare di quel processo di Individuazione grazie al quale,
secondo jung, il soggetto mira a stabilire un equilibrio dinamico tra la vita e il proprio inconscio.
PAROLE CHIAVE
CAP. 10
Psicoanalisi
Assassinio Primordiale
Tab
Ambivalenza emotiva
Complesso di edipo
Nevrosi collettiva
Sublimazione
Il rito maki
Lindividuazione
AUTORI
OPERE
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
protestante, che giovanissimo, fu inviato nei primi anni dei secono in nuova caledonia entr in
contatto con gli abitanti della regione, i Canak, e sviluppo interessi etnologici. In quanto
missionario, egli doveva trovare il metodo per evangelizzare la popolazione locale. Leenhardt
prefer mettersi sulla scia della tradizione locale. Egli cerc in effetti di stabilire un ponte con la
cultura canak allo scopo di trasfondere in essa la fede nel dio cristiano. A tale scopo si impegn
in un grande lavoro di traduzione della bibbia nella lingua degli abitanti. Inoltre intraprese
ricerche sulla loro lingua, ricca di simposi, rappresentazioni e idee complesse relative alla vita
alla morte e alla persona. Tali idee vennero da lui studiare e diffuse con il libro do kamo. La
persona e il mito nel mondo melanesiano del 1947. Contrariamente ad altri autori, leenhardt
non interpret il mito come un racconto nel quale era stata trasfigurata la realt storica. Il mito,
per leenhardt, non era neppure un tentativo prerazionale di spiegare la realt come avevano
sostenuto autori come Frazer. Per lui il mito era piuttosto qualcosa che era in grado di dare un
tenso al tempo, al paesaggio e alla persona. Il mito rendeva conto della partecipazione
delluomo al mondo, alla natura. Il mito era dunque lo spazio intellettuale in cui il primitivo
costruiva il proprio mondo.
PAROLE CHIAVE
CAP. 12
Lafricanistica
La missione dakar Gibuti
Popolazione Dogon
Oceanistica
Popolazione Canak
AUTORI
OPERE
CAPITOLO 13
USA 1930 1950: Lindividuo nella sua societ
Nel corso degli anni 20 nacque una prospettiva che porta il nome di Configurazionismo.
Termine che si riferisce allidea secondo cui ogni cultura costituirebbe il prodotto
dellinterazione di pi modelli culturali o configurazioni, una sorte di forme espressive in cui
una determinata cultura si articola: una certa filosofia, una moda, un certo stile artistico, un
certo tipo di personalit etc.
Ruth Benedict (1887 1948), allieva di Boas, faceva rilevare come lo studio della diffusione dei
tratti culturali avvenisse per lo pi in base ad una concezione della cultura come aggregazione
di elementi isolati. invece, il significato di un elemento culturale poteva variare a seconda che
fossero o meno presenti, allinterno di una stessa area, altri tratti. Il significato di un tratto
culturale era cio conseguenza del modo in cui si collegava agli altri venendo cosi a far parte
della stessa configurazione. Una diretta conseguenza di ci era che la culturale doveva
consistere in qualcosa di pi della somma delle sue singole parti. La cultura appariva infatti
come una configurazione al cui interno gli elementi interagiscono luno con laltro producendo
modelli significanti. Il fatto che un determinato tratto venisse accolto o respinto da una
cultura dipendeva, sosteneva la Benedict, dallesistenza di modelli (patterns) preesistenti. Il
primo studio della Benedict venne concepito sotto forma di analisi della distribuzione di un
tratto culturale particolare, la credenza nello spirito guardiano tra gli indiani del nordamerica.
Il concetto dello spirito guardiano (1923) era unfatti un lavoro ispirato a Boas. Esso, in molte
culture native del nordamerica, era enentit sovrannaturale che assisteva lindividuo nelle sue
imprese di caccia o di guerra e che gli si rivelava attraverso un sogno o una visione. Benedict
pervenne alla conclusione che tale credenza assumeva una sfumatura psicologica differente
da una societ allaltra. Ella sosteneva che ogni societ esprimeva una propria modellazione.
La funzione del modella, disse la Benedict, era quella di integrare i pi svariati tratti, dopo
averli selezionati. Queste idee sullintegrazione dei tratti culturali prodotta dai modelli vennero
in seguito ulteriormente sviluppate nel lavoro pi celebre di ruth Benedict, Modelli di cultura
(1934). In questo lavoro venne sviluppata lidea secondo la quale la modernizzazione operata
allinterno di ogni soiet sugli elementi della cultura produceva un modello culturale medio
che la benedcit, attraverso la comparazione di quattro tipi di societ, pervenne a definire grazie
allutilizzazione di nozioni di tipo psicologico. La Benedict presentava le culture come complessi
integrati. Modelli di cultura sottolineava lirriducibilit di una configurazionne culturale ad
unaltra e quindi negava la possibilit di classificare le culoture per tipi. Il comportamento,
scrive Benedict, tende ad essere integrato. E per integrazione, intendiamo questo: una cultura,
come un individuo, un insieme pi o meno coerente di pensieri e di azioni, e nellambito di
ogni cultura si delineano certi scopi caratteristici che possano essere soltanto suoi, non
condivisi da nessun altro tipo di societ. Modelli di cultura contribu a veicolare unimmagine
dellantropologia come sapere di facile accesso per chiunque. Il libro fu anche un aperto
tentativo di relativizzare loccidente.
Gregory Bateson (1904 1980), fu un antropologo che studio la popolazione deli iatmul della
nuova guinea, e nel 36 pubblic Naven (dal nome di un rituale iatmul). Partendo dallo studio
di una cerimonia come il naven, bateson ne analizzava le implicazioni psicologiche,
economiche, politiche, magico-religiose ed etiche, rifiutando la prospettiva corrente che
tendeva a considerare la societ come divisa in settori: leconomia, la politica, la religione etc.
a ciascuno dei quali corrisponderebbero una o pi istituzioni ognuna delle quali concorre a
produrre uno stato di equilibrio. il naven era un rituale di travestimento che veniva celebvrato
quando un giovane compiva per la prima volta nella sua vita unazione rispondente ad un
valore positivo e fondamentale della cultura locale (uccisione di un nemico, cambiamento di
status sociale etc). Bateson ci parla di Ethos (tono emotivo) e di Eidos (lideale). Lethos
maschile consisteva in comportamenti fieri e aggressivi che non indulgevano a tenerezza ed a
affetto, secondo leidos (lideale) della societ locale. Al contrario, le donne non ostentavano
mai un atteggiamento solenne in pubblico, perch leidos culturale iatmul prevedeva la
sottomissione, modestia e atteggiamento improntato allemotivit. Bateson svilupp la nozione
di schismogenesi , da lui proposta in un lavoro del 1936 intitolato contatto culturale e
schismogenesi . pi gli uomini si comportavano in accordo con il prorpio ethos, pi le donne
rafforzavano il loro.
Abran Kardiner (1891 1981), allievo di Boas, insieme a Ralph Linton (1893 1953), esperto
etnografo, svilupparono la teoria della personalit di base . teorie sviluppate nel libro del 1939
lindividuo e la sua societ. Kardiner e Linton ci parlano di istituzioni primarie e secondarie. Le
istituzioni primarie sono ci che contribuisce a plasmare la personalit degli individui nella fase
infantile della loro esistenza. Le istituzioni secondarie sono quegli elementi culturali che una
societ elabora allo scopo di attenuare, conciliare, spostare, le tensioni derivanti dallazione
delle istituzioni primarie sulla psiche individuale. Le istituzioni secondarie sono infatti la
religione, i riti, le leggende, i tab, tutto ci che giustifica insomma lordine della societ e
delluniverso. Centrale per kardiner il concetto di proiezione: lindividuo elaborerebbe, nel
corso dell0infanzia, e dunque sotto lazione delle istituzioni primarie, una particolare immagine
delle figure parentali, le quali sono oggetto della sua affettivit, e le proietterebbe
successivamente nel quadro delle istituzioni secondarie, come ad esempio sfera miticoreligiosa. La teoria della personalit di base assumeva per un carattere di costrutto ipotetico.
Poich non era costruito a partire da casi etnografici osservati.
Margareth Mead (1901 1978), allieva di Boas, comp la sua prima ricerca nelle isole Samoa,
un arcipelago della Polinesia tra il 26 e 27. Il lavoro antropologico della Mead trov ispirazione
allinterno di un contesto sociale ed ideologico per molti aspetti diverso da quello che aveva
costituito lo sviluppo dellantropologia di Franz Boas. Il primo lavoro della Mead, frutto della
ricerca nelle isole Samoa, si intitolava ladolescenza a Samoa. Si trattava di uno studio
focalizzato sul periodo di vita adolescenziale della donna samoana. Questo studio mostrava
come ladolescenza in una societ primitiva, cioe seconda la Mead in una societ semplice ed
omogenea, fosse una fase della vita dellindividuo meno esposta a traumi di quanto non fosse
nella societ occidentale. Allorigine di questa differenza, ella sosteneva, stavano due fattori
fondamentali: la mancanza di messaggi concorrenziali e produttivistici inviati dalla cultura
allindividuo, e il carattere sostanzialmente monodimensionale, ossia privo di alternative
rilevanti. La Mead mostr come a valori culturali diversi corrispondessero modelli educativi
differenti, e come questi ultimi dessero luogo alla formazione di personalit individuali
diversamente orientate. importante notare come gli studi della Mead, come quelli della
Benedict, erano rivolti ad un pubblico di specialisti e di educatori. Essi erano un tentativo di far
riflettere la borghesia nordamericana sulla diversit culturale, operazione ce, nelle intenzione di
queste antropologhe doveva portare un contributo alla critica delletnocentrismo e del
razzismo. Ruth Benedict e margareth Mead contribuirono a introdurre in antropologia il
concetto di relativismo culturale.
CAP. 13
PAROLE CHIAVE
Configurazionismo
Naven
Ethos e Eidos
Schismogenesi
Personalit di base
Istituzioni primarie e secondarie
Relativismo culturale
AUTORI
Ruth Benedict (1887 1948)
Gregory Bateson (1904 1980)
Abran Kardiner (1891 1981)
Ralph Linton (1893 1953)
Margareth Mead (1901 1978)
OPERE
Il concetto dello spirito guardiano (1923)
Modelli di cultura (1934).
Naven (1936)
contatto culturale e schismogenesi(1936)
lindividuo e la sua societ (1939)
ladolescenza a Samoa
CAPITOLO 14
Il Funzionalismo strutturale britannico: da Redcliffe- Brown a Evans-Pritchard
Alfred Redcliffe-Brown (1881 1955) fu uno delle figure pi influenti di questo periodo in Gran
Bretagna. Allievo di Rivers, egli comp ricerche nei pressi delloceano indiano. Nel 22, lo stesso
anno in cui usc argonauti di Malinowski, egli pubblic Isolani delle Andamane in cui egli
propose un metodo che consisteva nellidentificazione dei meccanismi che operano allinterno
delle societ consentendone il funzionamento. Poi nella loro comparazione e , se possibile,
nella formulazione di leggi generali valide. Cosi definito, il metodo dellantropologia designava
immediatamente loggetto stesso di questultima: le leggi che determinano il funzionamento
delle societ e i processi che rendono possibile la riproduzione delle forme sociali. Tale
definizione dellaltropologia consent a redcliffe di operare due ulteriori distinzioni. In primo
luogo tra lantropologia e letnologia. Letnologia aveva come oggetto lo studio della cultura e
della storia dei popoli primitivi. Secondo redcliffe-Brown, invece lo studio dei popoli primitivi
attuali doveva essere chiamato antropologia sociale. Le condizioni di scientificit nello studio
dei popoli primitivi erano per redcliffe- Brown rappresentate dalla possibilit di fondare questa
disciplina su un metodo di tipo induttivo caratteristico delle scienze naturali: il postulato del
metodo induttivo che tutti i fenomeni sono sottoposti alle leggi della natura e che di
conseguenza possibile, applicando certi metodi logici, scoprire e provare alcune leggi generali.
Lantropologia sociale era dunque una scienza naturale della societ che indaga fenomeni
appartenenti ad uno specifico ordine di realt (i fatti sociali) e che sono irriducibili ad altri di
natura differente.
Il concetto di struttura sociale divenne centrale per lantropologia di redcliffe brown. La
direzione di ricerca proposta da redcliffe Brown risultava orientata in maniera diversa rispetto
a quella statunitense, poich allo studio della cultura, che per red-cliffe-Brown si traduceva
spesso in uno studio del comportamento individuale e delladattamento dellindividuo alla sua
societ, egli oppose lo studio analitico dei rapporti sociali la cui trama complessiva costituiva
appunto la struttura sociale. Tale concetto deve essere considerato in relazione a quelli di
processo sociale e funzione sociale. Processo sociale indica la moltitudine di azioni degli esseri
umani. Funzione sociale designa invece il rapporto tra la struttura e il processo vitale .
finito per per la riguardare la natura stessa del pensiero Zande. Stregoneria, oracoli e magia
costituiscono un complesso sistema di credenze e di riti che acquistano un senso soltanto se
visti come parti interdipendenti di un unico complesso. Il pensiero zande possiede un carattere
coerente e logicamente necessario: date certe premesse derivano determinate conseguenze.
Lo studio del 1937 sugli Azande era destinato a dare inizio, sul versante dellantropologia
britannica, alle ricerche su quelli che vennero poi chiamati i sistemi di pensiero. Negli stessi
anni, daltronde, Leenhardt e Griaule in francia avevano intrapreso lo studio delle cosmologie
dei Canaki e dei Dogon. Da allora in poi il pensiero primitivo non sar pi fatto oggetto di teorie
concernenti la sua natura prerazionale o prelogica, ma verr considerato in diretta relazione
con la societ che lo esprime e come un insieme coerente di concetti legati tra loro da una
logica propria. Evans-Pritchard studi anche lorganizzazione sociale e politica dei Nuer del
Sudan, da cui nacque il celebre libro Nuer, del 1940. Tra i molteplici aspetti
dellorganizzazione sociale nuer considerati da Evans-Pritchard, unattenzione speciale fu da lui
dedicata alle dinamiche dellalleanza e del conflitto. Lo studio dellorganizzazione dei Nuer
dimostrava come fosse possibile lesistenza di sistemi politici privi di veri e proprio capi. EvansPritchard si propose di illustrare la dinamica politica della societ nuer in un modella, il modello
segmentario. Tale modello dimostrava essenzialmente una cosa: cha una vita politica
complessa e articolata poteva esistere anche laddove non era presente unautorit formale
capace di esercitare un potere di natura coercitiva. Per Evans-Pritchard la societ segmentaria
viene vista come un corpo sociale che si reggeva grazie alla dinamica dei segmenti i quali non
solo si alleavano e si scontravano, ma si opponevano a pari livello di segmentazione,
assicurando una condizione dordine ad una societ anarchica, priva di capi stabili e
riconosciuti. In La religione dei nuer (1956) Evans-Pritchard cerc di rendere ragione di certe
affermazioni apparentemente irrazzionali ricostruendo il sistema concettuale dei popoli che
usavano simili espressioni e mostrando che, considerate allinterno del sistema di pensiero
specifico, tali affermazioni erano razionali e del tutto comprensibili. Nasce quindi con EvansPritchard lidea dellantropologia come una traduzione di culture.
CAP. 14
PAROLE CHIAVE
Il sistema Kariera
I principi strutturali
Lunit di Lignaggio
Il Totemismo economico
Il totemismo strutturale
Popolazione Azande
Popolazione Nuer
Modello Segmentario
Antropologia come traduzione di culture
AUTORI
Alfred Redcliffe-Brown (1881 1955)
Edward Evans-Pritchard (1902 1973)
OPERE
Isolani delle Andamane (22)
Lorganizzazione sociale delle trib australiane (1930)
La teoria sociologica del totemismo (1929)
Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande (37)
La religione dei nuer (1956)
Nuer (1940)
CAPITOLO 16
Altro importante autore fu Julian Steward (1902 1972), allievo di kroeber, diversamente da
White, pose particolare enfasi sullambiente e sulle condizioni materiali di vita come
determinate, entro certi limiti, dallambiente. Egli studi gli Indiani del Grande Bacino (stato del
Nevada), in particolare gli Shishoni. Furono questi studi a fornirgli lo stimolo per lelaborazione
delle sue teorie comunemnte definite come Ecologia culturale. Al contrario di quanto fecero
altri autori, Steward non assegn mai allantropologia il compito di delineare una teoria dello
sviluppo culturale. Steward defin la propria prospettiva come Evoluzionismo Multilineare.
CAPITOLO 17
strutture elementari della parentela la variet dei sistemi matrimoniali viene ridotta
allespressione di pochi principi strutturali di base sui quali domina quello della reciprocit.
Lev+-Strauss parla dunque di strutture di parentela, elementari e complesse. Con lespressione
antropologia strutturale sintende definire una teoria pi ampia, di cui levi-Strauss fondatore,
la quale include anche le riflessioni sulla parentela, e che ruota attorno ad una concezione
particolare del concetto di struttura. Le strutture, sostiene Levi-Strauss, oltre che prive di
contenuto, sono inconsce, come il principio di reciprocit che allorigine del passaggio dalla
natura alla cultura. La natura inconscia del principio di reciprocit trova piena espressione nella
nozione di inconscio strutturale .
In un libro del 1962, Il totemismo oggi, lev-Strauss forn una interpretazione radicalmente
nuova del fenomeno totemico. Il totemismo, che consiste in una associazione tra un individuo o
un gruppo da una parte, e un simbolo animale o vegetale dallaltro, era stato interpretato in
prevalenza come una manifestazione del pensiero mistico o religioso dei primitivi. Levi-Strauss
propone una interpretazione del totemismo che vede in esso un semplice sistema di
classificazione. I fenomeni della natura, gli animali e i vegetali offrono infatti agli esseri umani
un repertorio da cui attingere per le loro classificazioni, opposizioni, relazioni. Il pensiero
primitivo non diverso da quello civilizzato. La sola differenza che esso si esercita su cose pi
concrete piuttosto che astratte. Levi strauss vedeva quindi il pensiero primitivo e quello
scientifico come due strade parallele. Il totemismo il frutto di un atteggiamento mentale che
prende i dati dellesperienza sensibile per costruire dei sistemi di classificazione e di relazioni.
In antropologia strutturale (1958), egli analizza il funzionamento del pensiero mitico la cui
logica costituisce, assieme a quella delle classificazioni totemiche, il fondamento dellattivit
simbolica caratteristica del pensiero selvaggio. Nellanalisi dei miti non pi lopposizione
originaria natura/cultura a fare da sfondo al discorso teorico di Lev-Strauss, bens la semplice
analogia formale che assimila le grandi unit costitutive del mito(mitemi) alle unit della lingua
(fonemi). Il mito, che la tradizione precedente aveva interpretato ora come un tentativo
confuso di spiegazione delle realt naturale, ora come una forma di giustificazione della realt
sociale, diventa accanto al totemismo laltro grande campo di attivit del pensiero selvaggio. Il
mito si situa infatti a quel livello della produzione simbolica che, invece di avere per oggetto il
mondo sensibile a scopi pratici (le classificazioni), ha per oggetto se stesso.