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04. Descrivere l'antropologia come disciplina che ha l'uomo come oggetto di studio
e i campi di interesse
Secondo etimologia del termine (discorso sull’uomo). L’Antropologia è lo studio di ciò che ci
rende umani. (Homo Sapiens – Manzi). Studia l’uomo nel campo: biologico e fisico. E’ una
disciplina olistica e comparativa. E’ basata sulla ricerca e sull’evoluzione. E’ una scienza
sociale perché non si basa su un solo popolo, classe etc… Sono state identificate 2 grandi
branche: Antropologia culturale che si divide in etnologia ed archeologia, Antropologia
biologica o bioantropologia o fisica.
E’ lo studio delle caratteristiche fisiche della specie umana. Si divide: osteologia che
permette di riconoscere a livello qualitativo le ossa di uno scheletro umano; Antropometria
che studia le variazioni delle dimensioni dell’individuo in rapporto con l’origine etnica, sesso,
età e stato fisico.
Nel xix alcuni antropologi studiando i dati con l’utilizzo dell’antropometria, venne fuori il
concetto di razza ordinando la popolazione in base alla dimensione del cervello. Questi studi
giustificarono il razzismo e la superiorità di una razza rispetto ad un'altra.
03. Descrivere perché nel pensiero greco si riconoscono i germi della nascita del
pensiero antropologico.
Erodoto, il filosofo greco, descrive i costumi, le tradizioni e le abitudini dei diversi popoli
dell’antichità con cui era venuto in contatto. E’ considerato il padre della storiografia. Anche
in Ippocrate considerato il padre della medicina poiché si vede la nuova visione della
malattia causata dalle circostanze umane. L’opera antropologica di Ippocrate è un trattato
sui climi in cui evidenzia le differenze tra i popoli Asiatici ed Europei. Platone che nel suo
pensiero evidenzia che tutto cambia in natura ma seguendo una logica; viene ripreso da
Aristotele che riuscì a costruire il primo sistema di classificazione zoologica mettendo
sempre l’uomo in cima alla scala della natura.
Lezione 007
Aveva classificato tutti gli esseri viventi conosciuti ed osservabili. Aristotele si convinse
dell’esistenza di un ordine, una Scala della Natura che partiva dai minerali (forme inanimate)
nel gradino inferiore, passava dagli organismi meno perfetti (le piante) a quelli più progrediti
(animali invertebrati e vertebrati) per finire all’uomo. La Scala della Natura, secondo
Aristotele, era un continuo di forme senza soluzione di continuità dove gli esseri inferiori
erano fatti per soddisfare quelli superiori. Siccome, poi, all’apice della scala stava l’uomo,
ne derivava che tutta la Natura era fatta per l’uomo che ne poteva disporre a piacimento.
Lezione 009
Le principali teorie evoluzionistiche sono nate alla fine del 18° secolo e dell’inizio del 19°
secolo quando i reperti fossili vennero considerati dei veri oggetti di studio scientifico. Fino
al tardo 800’, i biologi credevano nella teoria di Aristotele della scala della natura.
Successivamente con la teoria fissista, secondo cui le specie vegetali ed animali non hanno
subito modifiche. Il maggior esponente è stato Linneo a cui si deve la moderna
classificazione degli esseri viventi. Nei primi del 700’, c’è la teoria del degenerazionismo.
S’intende che tutte le specie non sono fisse nella forma e funzione in quanto la specie
precedente scompariva. (Buffon). Agli inizi del 19° secolo, ci fu la teoria scientifica delle
catastrofi naturali o catastrofismo. Secondo questa teoria, la Terra avrebbe subito eventi
catastrofici di corta durata, violenti ed insoliti. Le specie si sarebbero estinte a causa di
questi eventi. (Cuvier). Successivamente, la teoria di Lamarck in cui ciascuna specie avesse
una derivazione da un'altra specie precedente più semplice che affronti un processo
evolutivo cioè di adattamento all’ambiente. Invece Darwin pensava che il cambiamento degli
uomini come altri organismi animali di una specie che erano dovute al caso! Questi
cambiamenti non avevano uno scopo ma erano utili per la sua sopravvivenza in un luogo
determinato. Tuttavia bisogna aspettare un supporto scientifico che arriverà nel 20’ secolo
con la genetica (Mendel).
Lezione 011
11. Descrivere i punti cardine del pensiero fissista e come si colloca nel periodo
storico.
12. Descrivere i punti cardine del pensiero fissista.
I punti cardini del pensiero fissista sono: fissità ed immutabilità della specie che viene intesa
come una creazione divina. Con fissità della specie, s’intende che le specie animali e
vegetali non cambiano, non si evolvono di generazione in generazione. Con immutabilità
della specie, s’intende che ogni forma vivente abbia iniziato la sua vita con le caratteristiche
attuali così da potersi integrare nel luogo in cui essa vive. Questi punti sono ripresi da
Aristotele. Questa teoria del fissismo ha avuto sempre l’appoggio incondizionato dalla
Chiesa e sono legate da un’interpretazione letterale della Genesi ed un idea di un'unica
creazione originaria di tutte le specie viventi.
Questa scuola di pensiero, fissismo, si colloca nel Seicento, periodo in cui regna la teoria
filosofica del creazionismo ed influenzato dalla Chiesa. In questo periodo, i pensatori non
volevano andare contro le dottrine religiose e gli eventi narrati nei testi sacri di conseguenza
legate ad un interpretazione letterale della Genesi.
Lezione 012
La nomenclatura binomiale si basa su una semplice regola in cui ogni specie aveva un
cognome ed un nome universale. Linneo prese in considerazione le specie vegetali in cui
scriveva: il genere di appartenenza della pianta, l’autore ed il titolo dell’opera in cui essa
veniva studiata ed infine il numero d’ordine che occupava quella specie. Tuttavia L. decise
che era più semplice annotare le specie con il nome del genere insieme ad un epiteto che
riassumeva.
La classificazione tassonomica era uno strumento per mettere ordine nella Natura. L. trovò
4 livelli di ripartizione secondo un sistema a gerarchia inclusiva in cui ogni livello
comprendeva quelli sottostanti. Questi insiemi, taxa, inseriti uno dentro l’altro: specie,
genere, ordine, classe e regno. I primi due erano ordini naturali (specie, genere) mentre gli
altri cioè ordine e classe erano stati creati per utilità (non naturali: fittizi). Questo metodo
poteva essere usato per tutti e tre i regni: animale, minerale e vegetale. Quello vegetale
rimaneva il più difficile da classificare poiché aveva un maggior numero di classi e di
conseguenza moltissimi ordini. Tuttavia era indispensabile un ulteriore classificazione
poiché piante appartenenti alla stessa specie potevano avere molte varietà.
12. In che modo Linneo descrisse la specie Homo e il concetto di specie e in che
modo cercò di spiegare la nascita di nuove specie.
L. non trascurò la specie “Homo”. Inserisce il genere Homo in un proprio e separato genere
però viene incluso nelle scimmie e nell’ordine dei Primati. Questa nuova classificazione
venne considerata un fatto straordinario con implicazioni teologiche. Tuttavia L. era ancora
sotto la tradizione della Chiesa, non lo considerò una creatura a parte. Per L. gli uomini e le
scimmie si trovavano nell’ordine dei Primati ed appartenevano ai generi “Homo” e “Simia”.
All’interno dell’insieme del genere Homo c’erano: “Homo Ferus”=> uomo che non parlava,
peloso e per muoversi usava 4 arti; “Homo Troglodytes”=> era simile all’Homo Silvestrus.
Nella specie Homo Sapiens erano presenti razze diverse e distinte dal luogo di origine. Si
distinguevano per caratteristiche fisiche e comportametali. Tutto questo per L. era una
riflessione sulla realtà. Tuttavia aver inserito ed accostato “Homo” e “Simia” per la Chiesa
fu un grave attacco poiché per loro Dio aveva creato l’uomo a sua immagine e somiglianza.
La specie è un insieme omogeneo e reale che indica un tipo di organismo creato da Dio.
Ogni specie è fissa e non possono incrociarsi anche i gruppi di specie simili che facevano
parte di un ordinamento naturale. L. condusse degli esperimenti sull’impollinazione da cui
potevano nascere nuove specie attraverso l’ibridazione dentro un genere. Tuttavia con
queste teorie non pensava ad una nascita di nuove specie. L. rimaneva dell’idea che Dio
avesse creato le specie originali dette “prime specie” che avessero vissuto nell’Eden e da
queste ne potessero nascerne altre. L. andò a studiare l’adattamento delle piante esotiche
in Svezia. Si accorse che potessero nascere nuove specie di genere differente poiché pensò
che incrociandosi e subendo un alterazione potessero vivere in climi ed ambienti diversi.
13. Descrive le linee essenziali del pensiero di Linneo e la sua visione evoluzionista
L. credeva nella fissità del mondo e tutto veniva creato secondo un ordine divino. La natura
era una lotta ed una competizione. I punti essenziali sono: la Specie Homo (domanda 12),
il concetto evoluzionistico, la nomenclatura binomiale, la classificazione tassonomica e la
sua idea di specie. L. ipotizzò che potevano nascere nuove specie attraverso l’ibridazione
poiché fece degli esperimenti secondo impollinazione. Anche i suoi studi sulle piante in cui
emerse che se producevano un numero di semi maggiore, sarebbero nate nuove piante.
Secondo L significava che tutti questi semi e piante avrebbero garantito la sopravvivenza
degli animali. Questo concetto verrà ripreso da Darwin. L. rimaneva dell’idea che Dio
avesse creato le specie originali dette “prime specie” che avessero vissuto nell’Eden e da
queste ne potessero nascerne altre. L. andò a studiare l’adattamento delle piante esotiche
in Svezia. Si accorse che potessero nascere nuove specie di genere differente poiché pensò
che incrociandosi e subendo un alterazione potessero vivere in climi ed ambienti diversi.
Questi indizi lo introducono verso una visione evoluzionistica.
Secondo il pensiero fissista di Linneo, per specie s’intende un insieme omogeneo e reale
che rappresenta uno specifico tipo di organismo creato dalla libera volontà di Dio. Ogni
specie è fissa e non può essere incrociata con nessun’altra.
Linneo intendeva anche i raggruppamenti di specie simili di ordine naturale che potevano
essere riconosciuti tramite la comparazione di alcune caratteristiche fisiche osservabili.
Questo concetto di specie in particolare tramite l’esperimento sull’impollinazione, Linneo
ipotizzò che potevano nascere nuove specie attraverso l’ibridazione. Con questa idea,
alcuni studiosi hanno pensato l’ipotesi che Linneo avesse in mente un pensiero
evoluzionistico. Tuttavia Linneo era convinto che Dio avesse creato delle prime o originali
specie che avevano riempito l’Eden e da queste ne nascevano altre. Influenzò il sistema
tassonomico moderno mettendo la specie al primo posto.
Lezione 013
Buffon con la teoria sulla storia della Terra pensò che tutti gli esseri viventi erano apparsi a
causa di una forza “matrice interna” che aveva ordinato ed organizzato gli elementi in
particelle organiche. Tuttavia cambiando le condizioni esterne, le particelle subivano un
cambiamento portando al risultato che la specie subisse cambiamenti. Questo è il principio
della teoria degenerazionista o del degenerazionismo cioè la trasformazione della specie in
negativo. Collegandosi alla teoria sulla storia e nascita della Terra pensò che le migrazioni
degli animali avvenissero verso ambienti più caldi. Queste migrazioni subivano dei
cambiamenti cioè mutamenti che potessero portare alla nascita di una nuova specie di
essere viventi. Inoltre affermava che le specie originarie fossero 25 e da queste se ne
fossero degenerate 187 che non derivavano da un'unica specie ma da più specie.
17. In che modo Buffon riesce a ampliare il concetto del tempo passato e quale
esperimento utilizzò
Buffon venne influenzato dalle nuove scoperte scientifiche tra cui le leggi gravitazionali di
Newton. Per ampliare il concetto del tempo passato, usò la legge gravitazionale di Newton
pensando che il Sole avesse avuto un impatto con una cometa e si sarebbero prodotti i
detriti cioè i pianeti. Uno di questi pianeti era la Terra: primordiale. Appariva come un globo
incandescente che con il tempo si era raffreddato. Per calcolare i tempi necessari Buffon
decise di compiere degli esperimenti: materiale metallico e non metallico di dimensioni
crescenti che surriscaldò fino al punto di fusione e andò misurando i tempi di
raffreddamento. Dopo aver fatto i diversi calcoli, arrivò alla conclusione che la Terrà avesse
7500 anni.
18. Descrivere quali erano le cause che secondo Buffon portarono alla nascita di
nuove specie.
Per Buffon, le cause che portarono alla nascita di nuove specie furono: clima, alimentazione
e comportamento. Inoltre, le specie inferiori si accoppiavano più velocemente con una prole
di maggior numero subendo il processo del degenerazionismo.
Con il termine degenerazionismo s’intende una corrente di pensiero in cui tutte le specie
non fisse nella forma e funzione. Di conseguenza accade che una determinata specie
(vegetale o animale) si è evoluta e la specie precedente è scomparsa. Buffon cercò di
spiegare che dalle generazioni successive del capostipite si arriva ai discendenti. Importante
sono le prove che ha introdotto nelle scienze naturali utilizzando il ragionamento insieme
all’esperimento. Introdusse un nuovo metodo di classificazione detta binomiale in cui il primo
nome indica il genere invece il secondo è un epiteto che definisce la specie all’interno di
quel genere.
Buffon, francese, visse nel periodo dell’Illuminismo. Periodo storico che voleva liberare la
mente umana dall’ignoranza, superstizione ed oscurità. Buffon, amico di Voltaire, fu il
promotore nel campo biologico. Illuminismo trattava tutte le conoscenze umane in modo
scientifico liberandole dalle idee di tradizioni e religioni. Per questo diversi scienziati e
pensatori ed altre figure contribuirono nella stesura dell’Opera “Enciclopedia”. Nella parte
naturale anche Buffon partecipò inserendo un opera che trattava il mondo naturale. Tuttavia
l’opera essendo composta da monografie ed incompleta venne definita “superbe”.
Buffon appartiene al pensiero del degenerazionismo: tutte le specie non sono fisse nella
forma e funzione poiché la specie si è evoluta e la specie primordiale è scomparsa. Buffon
cercò di spiegare il motivo per cui ci fossero varietà di essere viventi in cui il capostipite
ideale della specie subiva un processo degenerativo a causa del clima, alimentazione e
comportamento. Introdusse un importante novità: prova empirica cioè utilizzando il
ragionamento insieme all’esperimento.
21. Linneo e Buffon: differenziare il pensiero dei due studiosi contemporanei.
Linneo: si concentrò sui vegetali; visse in ambiente come la Svezia lontano dalle aperture
internazionali. Aderì alla filosofia di Aristotele ed alla logica tomista. Credeva
nell’essenzialismo in cui bastava individuare una o pochi caratteri essenziali per fare una
corretta classificazione.
Buffon: si concentrò sugli animali; visse nella Parigi Illuministica aderendo alle nuove teorie
scientifiche e filosofiche di Newton e Leibnitz. Era un nominalista che riconosceva
solamente i singoli individui. Amico di Voltaire nel campo scientifico. Riconobbe la specie
come un raggruppamento naturale, aveva interesse per gli organismi viventi e si concentrò
su come erano fatti e le differenze tra diverse specie. Introdusse la prova empirica: utilizzo
di ragionamento insieme all’esperimento.
Preparò delle palle metalliche e non di dimensioni crescenti che poi riscaldò fino al punto di
fusione. Successivamente misurò i tempi di raffreddamento. Naturalmente maggiori erano
le dimensioni della palla, maggiore era il tempo di raffreddamento. Successivamente fece
le dovute proporzioni. Arrivò alla conclusione che la Terra avesse 7500 anni. Ipotizzò 7
grandi epoche.
I punti cardini del pensiero di Buffon sono: storia della Terra, teoria della degenerazione,
specie Homo per Buffon e l’età della Terra.
-Storia della Terra: pensava che tutti gli esseri viventi erano apparsi a causa di una matrice
interna che aveva ordinato ed organizzato gli elementi in particelle organiche. Con il
cambiamento dei fattori esterni le specie subivano dei cambiamenti. Non si tratta di un
processo evolutivo ma per B si tratta di una degenerazione di una specie dovuta agli
ambienti in cui essa viveva.
-Teoria della degenerazione: modifica e distanziamento dalle specie originarie cioè da 25 e
da queste ne sarebbero nate 187. Queste 25 specie non derivavano da un'unica specie.
-La specie Homo: riprende il pensiero di Linneo in cui entrambi credevano che ci fosse una
parentela tra uomo e scimmia. Tuttavia propose un idea che troverà prove
successivamente.
-Età della Terra: calcolata mediante un esperimento con metodo empirico in cui affermò che
avesse 7500 anni diversamente da quanto affermava la Chiesa (6000 anni). B. ricostruì
tutti i passaggi della nascita della Terra cioè da primordiale fino all’epoca attuale del
pensatore. Identificò/classificò 7 grandi epoche.
Lezione 015
15. In modo un evento catastrofico porta, secondo Cuvier, alla nascita di una nuova
specie e da cosa dipende il processo di estinzione.
Cuvier affermava che l’estinzione degli esseri viventi avviene attraverso sconvolgimenti
della crosta terrestre. Dopo le forme viventi, quasi del tutto distrutte vennero sostituite da
altre nuove specie create. Questo processo si concludeva con la comparsa dell’uomo sulla
Terra. Cuvier giustifica l’estizione della specie nel corso dei tempi geologici. Cuvier osserva
che in qualsiasi livello di una serie sedimentaria, non ci sono tracce di fossili quindi di una
parte o un intera popolazione. Questo accade perché avvengono fenomeni naturali violenti
che provocano immani catastrofi. A causa di queste catastrofi, la Terra diventava deserta
ma solo lentamente ci sarebbe stato un ripopolamento tramite migrazioni o per intervento
divino.
Tale corrente di pensiero cerca di spiegare, senza contraddire il dogma della creazione,
l’evoluzione degli esseri viventi attraverso subitanei e violenti sconvolgimenti della crosta
terrestre, che si verificherebbero ad intervalli: dopo ognuno di essi le forme viventi, quasi
del tutto distrutte, sarebbero state sostituite da altre nuovamente create, secondo un piano
che culmina con la comparsa dell’uomo sulla Terra. A causa di grandi cataclismi naturali e
non. La più recente tra queste risultava essere il Diluvio Universale. Era subito dopo ogni
disastro l'Essere supremo ricreava nuove specie, andando a colmare i vuoti lasciati dagli
estinti e perfezionando ogni volta le caratteristiche delle diverse specie.
Cuvier chiarì la disputa se i fossili rappresentassero o meno organismi estinti, riuscì a
classificare una serie di animali fossili che vennero quindi riconosciuti come organismi di
origine organica che non presentavano corrispettivi con organismi recenti.
Pur essendo uno studioso di fossili, lo scienziato non fu un evoluzionista ma formulò una
propria teoria, la teoria delle catastrofi, per spiegare l’estinzione delle specie.
Hutton cercò di spiegare il processo evolutivo sullo studio delle formazioni rocciose e delle
forze che agiscono sulla superficie. Partì dalla storia della Terra che si basa sulla ripetizione
di fenomeni di carattere geologico e ciclico che avvengono in tutti i momenti della storia della
Terra ed in tutte le parti del globo. (=uniformismo). Teoria diversa dal creazionismo (Cuvier)
influenzata dalla Chiesa. Hutton indica che i processi geologici richiedono tempi lunghissimi.
Inoltre, H. mette le basi per lo sviluppo di una nuova teoria (=plutonista).
14. Cosa si intende per «tempo profondo» secondo Hutton e in che modo cerca di
spiegare l'età della terra.
Per Tempo Profondo s’intende che il tempo delle trasformazioni naturali è così lungo per
averne un idea chiara sulla sua durata. Per H., i più antichi esseri viventi risalgono a 3,5
miliardi di anni fa. H enunciò il principio dell’uniformismo: i processi naturali che hanno
operato nel passato operano ancora oggi. H usò questo principio per spiegare la nascita di
eventi grandiosi come le catene montuose. H giunse alla conclusione che la Terra non
sarebbe stata modellata da eventi catastrofici improvvisi. Questa teoria portò H alla
conclusione che la Terra fosse molto più antica di quanto si pensasse.
-Plutonisti:
Teoria enunciata da Hutton;
Pensavano che la Terra fosse veramente antica;
La Terra attraversa trasformazioni lente e graduali e soprattutto regolari che hanno agito e
continueranno ad agire. I continenti di oggi sono transitorie e muteranno nel tempo
geologico;
H intuì che i fenomeni vulcanici si originavano dai fenomeni di carattere endogeno;
H esaminando gli strati sedimentari: si trattava di magma fuso solidificato ed inoltre nelle
stratificazioni delle rocce, riuscì a vedere il susseguirsi di ambienti che si sviluppano 1 di
seguito all’altro.
-Nettunismo:
Teoria enunciata da Werner;
La Terra non la consideravano molto antica;
Le rocce erano dei semplici sedimenti chimici ed accumuli che si sono uniti con i detriti
sedimentari poiché l’Oceano primordiale si è ritirato;
Le rocce avevano un origine marino e quelle vulcaniche che avevano solo poche colate di
lava che si erano formate dalla cattura degli strati di carbonio.
13. In che modo la teoria di Hutton è destinata a dare un grande impulso alle ipotesi
evoluzioniste
15. Indicare i caratteri generali della teoria evoluzionistica formulata da Hutton
Tra la fine del 1700’ venne formulata una teoria evoluzionistica: La Teoria Della Terra (da
Hutton che sarà ritenuto il fondatore della geologia moderna). Questo è dovuto allo studio
delle formazioni rocciose e delle forze che agiscono su di esse. Secondo Hutton, la Terra si
sarebbe modellata per processi lenti e graduali come venti ed acqua che avvengono in tutti
i posti del globo. (= Teoria Attualismo). Queste variazioni risultano impercettibili ma
possono cambiare a livello della specie. Importante nel pensiero di Hutton è la concezione
ed intuizione di Tempo Profondo: evoluzione della specie richiede tempi lunghissimi.
Inoltre Hutton si interessa alla ripetizione dei fenomeni geologici ciclici che avvengono in
tutti i momenti della storia geologica ed in tutte le parti del globo.
Lezione 018
Il pensiero uniformista di Lyell afferma che i processi geologici che si osservano oggi sono
giusti per spiegare gli eventi geologici del passato. Quindi le modificazioni che si sono
succedute sulla Terra e gli eventi geologici del presente si sono verificate con la stessa
intensità ed ha agito lentamente. Questo lo affermò osservando il territorio e le rocce più
antiche. I grandi cambiamenti erano il risultato della somma di piccoli cambiamenti avvertiti
in un lungo lasso di tempo.
Uniformismo: le cause geologiche sono graduali e lenti come nel presente e nel passato. I
grandi cambiamenti geologici si osservano attraverso lo studio dei fossili nei diversi strati
delle rocce detti studi stratigrafici. Con l’uniformismo, si parla della Terra del gradualismo in
cui il tempo è un elemento fondamentale visto che in tempi lunghi le piccole variazioni
possono sommersi per produrre effetti enormi.
15. Spiegare in che modo le idee di Lyell furono decisive nello sviluppo del pensiero
evoluzionista di Darwin
Il suo pensiero e le sue idee, nonché i principi della geologia, sono trattati in un’opera che
ancora oggi è una pietra miliare della letteratura evoluzionista e dei principi di geologia. Fra
tutti gli scritti di Lyell, i Principi di geologia rimase per un lungo periodo il riferimento della
disciplina. La ragione del successo risiedeva sia nell’ottima sintesi della disciplina, sia per
alcune ipotesi ben espresse e argomentate che confutavano le idee sul catastrofismo.
Inoltre la presa di posizione contro la consuetudine di ritrovare nelle Sacre Scritture la Verità
sulla storia della Terra, coinvolgeva aspetti teologici oltre che scientifici. Il testo di Lyell ebbe
un’influenza determinante sullo studio evoluzionista, influenzando lo stesso Darwin nella
formulazione della teoria sull’origine delle specie per selezione naturale, tanto da venire più
volte citato negli scritti di questi. Inoltre Lyell anticipò, anche senza arrivare alle stesse
conclusioni, la quasi totalità delle ipotesi a cui Darwin arriverà durante i viaggi che lo
portarono a gettare le basi dell’evoluzionismo: un esempio di questa convergenza tra gli
scritti di Lyell e quelli di Darwin lo ritroviamo nella «guerra di natura» accennata da Lyell e
che rimanda alla «selezione naturale» di Darwin. Le modificazioni della superficie terrestre
(e quindi, aggiungerà Darwin, di tutti gli organismi che la popolano) non avvengono in
maniera repentina, si tratta di cambiamenti lenti e costanti, visti in un lasso di tempo ben più
lungo della semplice vita umana. Lyell, con la sua concezione del cambiamento lento e
costante (Gradualismo), fonda una scuola di pensiero alla quale Darwin aderirà
completamente e che riassumerà nelle sue teorie.
“Darwin venne influenzato poiché durante i suoi viaggi confrontava i dati osservati con la
nuova geologia (Lyell). Darwin estese i principi dell’attualismo e della nuova geologia alla
biologia”. (Homo Sapiens-Manzi-pg.77)
Lyell, nella sua opera “i principi della geologia” confutava l’ipotesi della teoria del
catastrofismo. Attraverso gli studi geologici e dei fossili, affermò che avveniva un
cambiamento geologico graduale e non traumatico. Di conseguenza, i fossili gli fanno capire
l’evoluzione a differenza degli eventi traumatici.
La contrapposizione tra catastrofismo e uniformismo si può considerare sostanzialmente
con un pareggio:
• aveva ragione Cuvier quando ipotizzava degli eventi traumatici, dato che oggi abbiamo le
prove che se ne siano verificati cinque di grandi dimensioni, l’ultimo dei quali ha portato
all’estinzione i dinosauri;
• aveva ragione Lyell quando sosteneva che gli eventi geologici lenti e costanti hanno agito
anche in passato, dato che tra una catastrofe ed un’altra sono passati milioni di anni di
relativa calma che, però, hanno inciso profondamente nella storia del nostro pianeta.
Lezione 019
12. Quali sono i principi su cui si basa la teoria della trasmissione dei caratteri
acquisiti di Lamarck
14. Descrivere i principi su cui si basa il pensiero evoluzionista di Lamark e in che
modo i principi da lui formulati spiegano l'evoluzione della specie
Lamarck s’interessò al problema biologico generale dei cambiamenti degli organismi e della
loro diversificazione nel tempo. La sua teoria inizia dall’osservazione esiste un osservazione
che negli animali esiste un organizzazione strutturale sempre più complessa e diversificata
procedendo dai gruppi più semplici fino all’uomo; questo avviene attraverso lo studio dei
fossili. Questa teoria si fonda su 2 principi: “uso e non uso” e “ereditarietà dei caratteri
acquisiti”. Il primo principio venne spiegato con l’esempio della giraffa che secondo lui
all’inizio esistevano solo giraffe con il collo corto e sforzandosi per arrivare ai rami più alti
sarebbero riusciti a sviluppare collo e zampe.
Il secondo principio è basato sull’ereditarietà dei caratteri acquisiti “caratteristiche, attributi
e facoltà) che vengono acquisiti nel corso della vita da un singolo individuo si trasmettono
alla generazione successiva” (Homo Sapiens – Manzi). Questi due principi servono per
spiegare la sua teoria evoluzionistica.
13. Descrivere cosa si intende per teoria dell'uso e a quale studioso appartiene
La teoria dell’uso e del non uso appartiene allo studioso, Lamarck. Questa teoria afferma
che le modifiche o cambiamenti che si manifestano negli organismi si sviluppano a causa
dei bisogni che sono stimolati da un ambiente in continua trasformazione. Se un carattere
non viene utilizzato, regredisce sempre più fino alla sua completa scomparsa. Invece le parti
che venivano usate di più subivano una trasformazione diventando più funzionali ed
efficienti.
Lezione 020
Lamarck credeva ancora nella Scala della Natura , intesa non come una sequenza formale
di esseri, ma una vera e propria serie storica prodotta dalla trasformazione:
• Gli organismi semplici venivano generati spontaneamente dalla sostanza inorganica e poi,
guidati da una forza interna e col tempo, si trasformavano in organismi sempre più perfetti
fino ad arrivare all’uomo.
• Si assisteva ad un processo caratterizzato da un movimento stabile di esseri, che salivano
la scala grazie alla loro tendenza ad aumentare di complessità adattandosi all’ambiente.
• Una volta raggiunto l’apice, la materia vivente era soggetta a morte e decadimento in modo
da renderle, come materia minerale, nuovamente disponibili per altre generazioni
spontanee.
POSIZIONE DELL’UOMO NELLA SCALA NATURAE Lamarck compie un passo indietro
rispetto a quanto aveva affermato Buffon, dal momento che nella sua teoria sopravvive la
convinzione, introdotta da Aristotele in età classica, che l'uomo si trovi all'apice di una scala
naturale, ponendosi quindi al di fuori dei meccanismi evolutivi. Questo significa che:
• Il meccanismo che porta all'evoluzione di una specie in un'altra più progredita sarebbe
collegata ad un principio creativo finalizzato alla comparsa dell'uomo sulla terra.
• Lamarck cerca una mediazione con le dottrine religiose per evitare di dover ritrattare i suoi
scritti.
08. Descrivere quali sono i punti deboli della teoria lamarckiana e di contro i caratteri
innovativi del suo pensiero
I caratteri innovativi del suo pensiero sono: introduzione del concetto di evoluzione di
deviazione biologica che dipende da 2 principi o teorie: “uso e non uso” e “teoria dei caratteri
acquisiti”. Nella teoria dell’evoluzione progressiva in cui il bisogno causato dal cambiamento
ambientale veniva preso come una reazione inconsapevole agli stimoli esterni. Di
conseguenza, si promuovono in alcune parti del corpo delle variazioni che saranno ereditate
(teoria dell’uso e non uso).
I punti deboli sono:
Non potessero esserci organismi semplici se tutti dovevano essere mossi da una forza
interiore che li facesse salire di complessità e sulla scala della natura e lo sviluppo di un
organo per stimolo acquisito non potesse essere ereditato;
Per Lamarck si giustificava sostenendo che quegli animali rappresentavano esemplari di
antenati attualmente viventi in altre zone della Terra e che l’uomo aveva ucciso, pensiero
che non poteva reggere a lungo. La visione dei reperti fossili, col passare degli anni,
rappresentò un punto di debolezza del pensiero di Lamarck, proprio nel periodo in cui
cominciano a venire alla luce tanti fossili di grandi mammiferi antichi. Lamarck si giustificava
sostenendo che quegli animali rappresentavano esemplari di antenati attualmente viventi in
altre zone della Terra e che l’uomo aveva ucciso, pensiero che non poteva reggere a lungo.
10. Quali sono i concetti alla base del pensiero di Wallace e la sua intuizioni in merito
al più adatto
Wallace nel suo pensiero espone la nascita di nuove specie. Per lavoro o scopo
commerciale, W. Raccoglieva tanti rappresentati di una stessa specie che confrontò tra di
loro. Inoltre, li catalogo quindi parliamo di differenza intraspecifica. Nel pensiero di Wallace:
la distribuzione della specie doveva seguire una logica. Questo lo poté osservare in
Amazzonia. Altro concetto chiave del suo pensiero: distribuzione della specie tra isole
diverse (=specie affini coincidenti sia nello spazio e nel tempo). La questione su come
avveniva la variazione della specie fu un ossessione per Wallace. A causa di un attacco
febbre malarica, ebbe intuizione che sopravviveva il più adatto, cioè le specie avevano la
tendenza a separarsi dal tipo originale.
Lezione 024
09. Cosa si intende per selezione naturale e in che modo rappresenterebbe il motore
del processo evolutivo.
15. Descrivere secondo il pensiero di Darwin cosa si intende per selezione naturale e
in che modo rappresenterebbe il motore del processo evolutivo.
Nella teoria della selezione naturale avviene una lotta per esistenza anche all’interno della
stessa specie. Gli individui che riescono ad adattarsi meglio a quel tipo di ambiente ed altri
fattori riescono a sopravvivere. Di conseguenza, le caratteristiche individuali che sono
vantaggiose si selezionano e maggiore sarà la popolazione che li possiede. Per concludere,
subiscono una trasformazione che rappresenta il principale meccanismo evolutivo. Tutto
questo processo ricorda quello di un albero.
10. Cosa si intende per cucciolata e cosa si intende per "più adatto"
Per cucciolata, s’intende che solamente una minima parte della specie riusciva a
sopravvivere, solamente i più forti adatti e vivevano.
Analizzando l’esempio della giraffa di Lamarck secondo Darwin. E’ possibile dedurre che le
giraffe con colli in media più lunghi non si riproducono proprio o di meno. Rispetto a quelli
con collo più corto. Questo accade a causa dei cambiamenti climatici e della scarsità di cibo
sul terreno. Di conseguenza sopravvive solamente il più adatto e la generazione successiva
cucciolata che sarà figlia di questo nuovo tipo di giraffe con collo più lungo. (Homo Sapiens-
Manzi – paggine 97-98).
11. Descrivere cosa intende Darwin per lotta per la sopravvivenza e in che modo porti
al processo evolutivi sugli individui di una popolazione
Darwin venne illuminato dalla teoria di Malthus che sosteneva che, se vi fosse cibo a
sufficienza, la popolazione umana si sarebbe raddoppiata ogni 25 anni.
Darwin venne illuminato, in quanto se questo ragionamento era vero per gli uomini, doveva
valere anche per gli altri esseri viventi: essendo le risorse limitate, riuscivano a sopravvivere
solo i più adatti che riuscivano di conseguenza a riprodursi. Questa lenta e graduale
selezione andava insieme al cambiamento climatico, geologico ed ambientale.
12. Secondo Darwin il processo evolutivo varia a seconda delle situazioni. Descrivere
in che modo secondo il suo pensiero le variazioni possono essere vantaggiose,
indifferenti o svantaggiose e portare alla nascita di una nuova specie
13. Cosa intendeva Darwin quando parlava di differenze all'interno di una specie e in
che modo potevano influire sul processo evoluzionistico
17. Cosa intendeva Darwin per differenze all'interno di una specie, in che modo
potevano influire sull'evoluzione
Secondo i principi della “selezione naturale” esiste una variabilità con differenze all’interno
di una specie di diversi caratteri; poiché la lotta per l’esistenza avviene anche in individui
della stessa specie e gli individui che riescono ad adattarsi sopravvivono. E’ fondamentale
perché seleziona gli individui più idonei a sopravvivere ai cambiamenti del tempo. Darwin
potè osservare durante i suoi viaggi sul Beagle come gli uccelli che appartengono ad una
stessa specie riescono a sopravvivere. (Libro Consigliato).
14. Quale sarebbe secondo Darwin il ruolo della Natura nel processo evolutivo e cosa
si intende per secondo il suo pensiero il «più adatto»
Nella teoria della selezione Naturale, è importante l’ambiente cioè la Natura che sceglie le
specie che sopravvivono e si possono riprodurre. Essa mette in pratica i tempi e le modalità
per la lotta all’esistenza. Secondo un principio della selezione naturale che afferma che gli
esseri viventi con caratteristiche più favorevoli alla sopravvivenza in un determinato/dato
ambiente si nutriranno, sopravvivranno meglio trasmettendo più di altri le proprie
caratteristiche favorevoli alle successive generazioni. Si parla del concetto di più adatto che
quindi riuscirà a sopravvivere meglio ed adattarsi meglio. (Homo Sapiens – Manzi – pg.
1065 – ebook).
Lezione 025
Wallace e Darwin portarono avanti teorie a livello antropologico. Queste teorie suscitavano
importanza visto il periodo storico delle conquiste e lo scontro sulla schiavitù.
-Secondo Wallace il ragionamento doveva iniziare proprio dalla selezione naturale, anche
se per quanto riguarda l’uomo, in quanto un essere sociale la selezione naturale non poteva
operare come allo stato selvaggio.
L’uomo aiutava i deboli che in Natura sarebbero periti; al raffreddarsi del clima si copriva o
costruiva case più calde; alla scarsità di cibo rispondeva adattandosi a fonti alimentari
diverse. Con lo sviluppo notevole delle facoltà mentali e intellettuali, l’uomo avrebbe cessato
di essere influenzato dalla «selezione naturale» sia nella forma che nella struttura.
Nei suoi scritti Wallace sosteneva che il passaggio da bruti a uomini era avvenuto in maniera
graduale, mentre la questione antropologica sul monogenismo/poligenismo era posta sul
piano dell’opinione: tutti gli uomini avevano una origine comune da cui, successivamente,
si erano ramificate un certo numero di discendenze corrispondenti agli uomini bianchi, neri,
gialli ecc...
Questa linea di confine era sul tronco e quindi tutte le persone sulla Terra appartenevano
alla stessa specie, mentre erano diverse di razza.
Tuttavia, siccome Wallace chiamava uomo anche l’essere che lo era nel fisico ma non nello
sviluppo completo di tutte le facoltà umane, soprattutto mente e cervello, allora le varie razze
non potevano, né dovevano, essere messe sullo stesso piano, ma si dovevano differenziare
razze superiori ed inferiori.
-Secondo Darwin, l’idea era diversa da Linneo che lo aveva inserito nello stesso ordine delle
scimmie. L’uomo, per Darwin, aveva antenati comuni con gli altri esseri viventi di
conseguenza ne era un diretto discendente. Di conseguenza, l’uomo derivava dalla scimmia
per semplici leggi naturali. Per avvalere, questi pensieri alquanto sconvolgenti per l’epoca.
Darwin usò la ragione indicando che non c’era nessuna prova in cui l’uomo potesse sfuggire
da tutto questo ed usò le sue ricerche scientifiche dove c’erano collegamenti con le scimmie
antropomorfe. Darwin intendeva far luce sulla origine dell’uomo, se discendeva ed
eventualmente in che modo, da qualche forma preesistente e se ci fossero delle differenze
fra le razze umane. Darwin assunse una posizione definita anche in merito alla diatriba degli
antropologi, ossia se il genere umano consista di una o più specie. È molto difficile
esprimersi su questo argomento nel momento in cui si accettano alcune definizioni del
termine «specie» e la definizione non deve includere un elemento indeterminato come un
atto di creazione.
Lezione 026
All’inizio del XX secolo, ci fu la teoria delle mutazioni in cui la sua importanza stava nello
spiegare da dove provenisse la variabilità nella teoria di Darwin. Secondo il pensatore di
questa teoria, De Vries, pensava che l’evoluzione avvenisse a salti a causa di mutazioni di
notevole entità (= Saltazionismo). Con il lavoro di Mendel, De Vries pensava che le nuove
varianti venivano prodotte attraverso delle macromutazioni che essendo di grande portata
che organizzavano di nuovo la morfologia dell’organismo. De Vries con mutazione
intendeva un salto da una specie all’altra e per lui erano eventi straordinari che capitavano
all’improvviso.
15. Descrive le principali teorie evoluzionistiche che vennero formulate dopo Darwin.
-Teoria saltazionista: l’evoluzione avviene per salti ma che subiva salti improvvisi. Si basa
sulle mutazioni. Su un'unica mutazione che riorganizzava l’organismo.
-Teoria degli equilibri punteggiati: due studiosi osservando lo studio dei reperti fossili
ipotizzavano che l’evoluzione in una specie avviene perché gli individui presentano caratteri
differenti e se sono favorevoli vengono trasmessi ai suoi discendenti. Le specie si
sviluppano in periodi di tempo differente: brevi o lunghi.
Seconda questa teoria: nuove specie si formano da piccole popolazioni che rimangono
isolate sia geograficamente che riproduttivamente. Di conseguenza, la nuove specie
venendo a contatto con essa può provocare estinzione.
Teoria degli equilibri punteggiati: due studiosi osservando lo studio dei reperti fossili
ipotizzavano che l’evoluzione in una specie avviene perché gli individui presentano caratteri
differenti e se sono favorevoli vengono trasmessi ai suoi discendenti. Le specie si
sviluppano in periodi di tempo differente: brevi o lunghi.
Seconda questa teoria: nuove specie si formano da piccole popolazioni che rimangono
isolate sia geograficamente che riproduttivamente. Di conseguenza, la nuove specie
venendo a contatto con essa può provocare estinzione.
Lezione 027
12. Descrivere gli esperimenti condotti da Mendel e le sue leggi sulla genetica
Gli esperimenti di Mendel che basavano i suoi studi sulla trasmissione dei caratteri ereditari
riuscirono a spiegare le variazioni in una popolazione.
Tra il 1856 e il 1863, Mendel, padre della genetica coltivò all’incirca 29000 piante di Pisum
sativum, note per essere un ottimo modello sperimentale, in quanto prolifiche, facili da
coltivare, crescevano velocemente, erano facilmente ibridabili e la fecondazione artificiale
era semplice e sicura.
Mendel, una volta compiuti i primi esperimenti e resosi conto che i caratteri si presentavano
nelle generazioni con una regolarità precisa, decise di indagare i segreti dell’ereditarietà,
autofecondando gli ibridi e cercando l’ordine matematico sotteso. Mendel incrociò le linee
pure di piante di piselli selezionate per la presenza di dati caratteri: colore dei baccelli e la
rugosità. I risultati ottenuti per quell’epoca erano già grandi ma Mendel decise di andare
avanti però furono gli scienziati del XX secolo a formulare le leggi di Mendel:
-legge della dominanza: una coppia di caratteri uno era dominante e l’altro recessivo;
-legge della segregazione: caratteri alternativi venivano ereditati separatamente;
-legge dell’assortimento indipendente: le coppie di caratteri venivano prese/ereditate
singolarmente.
(risposta integrata con il libro falcotativo)
Lezione 028
12. Descrivere quali sono, secondo le teorie moderne, i diversi tipi di selezione
naturale e in che possono agire su una popolazione
Secondo le teorie moderne, i diversi tipi di selezione naturale possono essere: stabilizzante,
divergente, direzionale, dipendente dalla frequenza e sessuale.
Tutti questi tipi di selezione possono essere sintetizzate in un grafico in cui è possibile
dedurre che la maggior parte degli individui di una data popolazione e di un dato/specifico
carattere possono trovarsi nella zona intermedia.
-Stabilizzante: funziona sempre in una popolazione in modo continuo poiché elimina quegli
individui che hanno caratteri estremi e favorisce gli individui che hanno intermedi.
Finale: una popolazione più uniforme rispetto a quel carattere.
-Divergente: favorisce le popolazioni con individui aventi caratteri più estremi rispetto a chi
possiede gli intermedi.
Finale: due popolazioni che si divergono.
-Direzionale: aumento degli individui portando una caratteristica estrema, di conseguenza
un allele viene sostituito da un altro.
Finale: un cambiamento adattativo favorendo quella caratteristica specifica che risponde ai
cambiamenti dell’ambiente.
-Dipendente dalla frequenza favorisce:
A) fenotipi meno comuni rispetto o diversamente a quelli più diffusi e comuni;
B) diminuizione degli alleli ed aumento di quelli comuni.
-Selezione sessuale ha 2 forme:
A) Intrasessuale: in molte specie di animali avvengono delle lotte o cambiamenti tra membri
dello stesso sesso per potersi accoppiare;
B) Interosessuale: entrambi i sessi agiscono nella scelta del compagno. (es. coda del
pavone).
Wright aveva scoperto un fenomeno detto deriva genetica. Accadeva che alcune
popolazioni, senza alcuna ragione selettiva ed adattativa, potevano accumulare mutazioni
genetiche che avrebbero portato ad un evoluzione casuale. In particolare, più la popolazione
è piccola più la deriva sarà rapido ed influente poiché il dato casuale della variabilità rispetto
alla popolazione più numerosa si staccherà maggiormente dalla media. Quando una piccola
parte di popolazione si stacca dalla specie madre e va ad occupare in un nuovo territorio:
effetto del fondatore.
Invece quando non c’è alcuna migrazione ma avviene a causa dei fenomeni non causati
dalla selezione naturale come crisi ambientali. Il loro campione causale dei geni viene
trasmessi ai loro discendenti: effetto collo di bottiglia.
La deriva genetica è importante per la speciazione, nella formazione dell’isolamento
riproduttivo ed infine aiuta a contribuire ad alterare, modificare le frequenze geniche.
(risposta integrata con libro consigliato: la teoria dell’evoluzione – ebook – 1629)
16. Descrivere i concetti base della genetica di popolazione.
Per genetica di popolazioni s’intende una popolazione caratterizzata dal proprio “pool
genico” che si forma dalla somma di tutti gli alleli e dei geni che si trovano negli individui che
la compongono. La selezione sceglie colui che la maggior possibilità di propagare i suoi geni
adatti alla discendenza. Per accadere questo ci devono essere delle condizioni: assenza di
mutazioni, immigrazione deve essere bilanciata dall’emigrazione, la grandezza della
popolazione, accoppiamento casuale e tutti gli alleli devono avere le stesse possibilità di
sopravvivere. Inoltre in una data popolazione ad ogni nuova generazione avviene una
ricombinazione dei geni che non modifica il pool genico. I fattori che possono modificare
questo equilibrio sono: mutazioni, flusso genico, deriva genetica ed accoppiamenti non
casuali.
17. Descrivere in che modo il lavoro di Mendel si sposa con la teoria evoluzionistica.
Quando nella metà del 900’, tre genisti dimostrarono la congruenza tra teorie evoluzoniste
gli permettono di sopravvivere meglio e di riprodursi. Quindi più alta è l’ereditabilità di un
tratto maggiore sarà la sua risposta alla selezione. In sintesi, le varianti genetiche di Mendel
associate a tratti più adattivi aumenteranno la loro frequenza nella popolazione. Quelle
svantaggiose diminuiranno fino a diventare invisibili alla selezione. Le teorie di Darwin sulla
lezione naturale trovano conferma in Mendel sulle teorie dei geni.
LEZIONE 030
09. Descrivere per linee generali chi sono gli appartenenti alla famiglia degli ominidi
e quali sottofamiglie comprende
Alla famiglia degli Ominidi appartengono all’ordine dei Primati in cui ci sono: la specie umana
attuale, umana estinte che si sono ricostruite dai fossili e dalle scimmie. Gli ominidi sono
una famiglia che sono appartenuti: uomo (Homo Sapiens) e scimmie antropomorfe africane:
Gorilla gorilla, Pan: scimpanzè, scimpanzè pigmeo.
Questa prima divisione sottolinea il valore tra specie viventi invece la seconda serve per
dare una comparazione biologica.
Le sottofamiglie: Austraolopithecinae che sono forme estinte e non sono del genere Homo;
Hominae sono tutte forme umane estinti ed attuali.
10. Descrivere che cosa è la Rift Valley e che impatto ha avuto sul processo evolutivo.
Rift Valley è una fossa tettonica formata 8 milioni di anni fa a causa dei fenomeni vulcanici
ambientali. Le conseguenze che ebbe sul processo evolutivo furono: piante ed animali che
non riuscivano ad adattarsi scomparvero mentre altri trovarono 1 habitat adatto portando un
gran cambiamento di flora e fauna. La savana ad est favorì la comparsa di ominidi eretti e
capaci di tritare il cibo che non avendo dovuto cambiare ambiente e clima non subirono
l’evoluzione. Mentre quelli ad est (orientali) con la savana che favorì la comparsa di ominidi
eretti e capaci di tritare il cibo. Ad ovest, rimasero con la foresta equatoriale.
11. Descrivere le caratteristiche generali degli ominidi e quali sono gli appartenenti
alla famiglia.
Le caratteristiche degli ominidi sono: bipedismo, cervello grande come quello di uno
scimpazè attuale ed aspetto dei denti.
Lezione 031
Platarrine:
-Nuovo mondo (Nord America);
-naso largo e piatto orientate verso l’alto separate da un largo setto;
-timpano presente ma non hanno condotto uditivo;
-coda prensile,
-arboricole,
-diurne,
-ornivore,
-12 premolari,
-coppie monogame stabili,
Catarrine:
-Vecchio mondo (Africa-Europa-Sud America),
-naso verso il basso, piccolo setto, stretto,
-condotto udittivo presente e si sviluppa,
-lunghezza della coda variabile, non prensile,
-dieta: onnivora, foglie, frutta,
-semi terrestri,
-callosità,
-urlatrice,
-8 premolari,
-si dividono in 2 superfamiglie: Cercopithecoidea e Hominoidae,
Gracili:
-capacità cranica sotto 500 cc,
-circonvoluzioni cerebrali numerose,
-bipede,
-specializzazione alimentare e morfologica,
Robuste:
-capacità cranica sopra i 50 cc,
-genere Pantrapo,
-cranio: voluminose creste ossee,
-base cranica larga e flessa,
-massiccio apparato masticatorio.
09. Quali sono stati i ritrovamenti fossili più importanti per il genere Australopithecus.
Un cranio infantile fossile che il sudafricano R. Dart nel 1925 definì Australopithecus
africanus, che venne ritenuta una forma intermedia tra le antropomorfe africane e l’uomo.
La scoperta dell’Australopiteco è stata fondamentale per la storia delle conoscenze
sull’evoluzione umana, indirizzando le ricerche dei paleoantropologici in Africa, luogo di una
ricchissima serie di scoperte che hanno aiutato, con prove sempre più inoppugnabili, a
individuare le radici più remote dell’umanità in tale continente, sconvolgendo quanto si
andava asserendo sull’origine e l’evoluzione dell’uomo.
I fossili del genere Australopithecus evidenziano: colonna vertebrale quasi completa e parte
di 1 femore quindi mostrano la postura eretta; buon arrampicatore poiché aveva il piede con
alluce divergente ed il calcagno umano.
-Lucy:
Piccolo scheletro di femmina poiché aveva una forma particolare di bacino,
Evoluzione umana,
Cranio scimmiesco,
52 ossa,
Stazione eretta
Bipede: osso pelvico, femore e tibia.
-orme/impronte di Laetoli:
tipicamente umane per la presenza dell’arco longitudinale del piede, e i resti, sempre
rinvenuti a Laetoli, di quella che viene chiamata «la prima famiglia» comprendente più
individui di ambo i sessi e di diversa età.
Impronte fossili di piede, 3 individui che camminavano, Tipicamente umana con arco
longitudinali del piede, Prima famiglia di individui con diversa età ed ambo sessi.
-la piccola di Dikika:
Il ritrovamento in Etiopia, a Dikika, di Australopithecus afarensis , un individuo di
sesso femminile di 3 anni di età datato 3,8 milioni di anni, ha messo chiaramente in luce che
l’Australopiteco per la morfologia dell’arto superiore, simile per alcuni versi a quella delle
antropomorfe africane, era ancora un buon arrampicatore.
Lezione 034
-verticalizzazione del tronco che ha richiesto un perfetto bilanciamento del cranio sulla
colonna vertebrale. A seguito dello spostamento in avanti della base cranica e l’espansione
della squama occipitale. Il foro occipitale si è allineato con la colonna vertebrale in cui ci
sono curvature favoriscono il bilanciamento del peso mantenendo il busto eretto.
-bacino osseo: basso e largo con le ali dell’ileo espanse lateralmente. Di conseguenza, il
peso si scarica sopra all’articolazione ileo-femorale lungo arto pelvico.
-i muscoli dei glutei ben sviluppati per sostenere il busto e per la spinta in avanti della gamba
durante il movimento.
-Alluce non è più opponibile e le dita del piede si sono accorciate ed allineate.
-mano: ha acquisizione della piena opponibilità del pollice che permette di afferrare meglio
ed assemblare piccolissimi oggetti.
Lezione 035
06. Cosa sono le industrie litiche, quali sono le principali industrie conosciute e le
produzioni litiche.
Con Homo Habilis cominciano le prime e sicure testimonianze di materiale cioè pietre con
una minima lavorazione ed un lato doveva essere tagliente od abrasivo.
Tutte queste lavorazioni hanno portato un susseguirsi ed una sovrapposizione di diversi e
varie lavorazioni della pietra e quindi diversi tipi di industrie:
-Oldoviana: l’uso dei choppers. Nel Paleolitco inferiore. Un colpo di una roccia contro l’altra
od un colpo per parte. I tipi di pietre: basalto, quarzo, selce ed i ciottoli che vengono ottenuti
e saranno usati come taglierine.
-Achelniana: 1.5 milioni di anni fa nell’Africa Orientale ed è legata all’Homo Erectus ed
Ergaster. I reperti sono: amigdale cioè dei bifacciali lavorati ad entrambi lati e raffinati bordi.
I materiali sono: quarzite, ossidiana e selce.
-Nel Paleolitico Medio è l’industria Mustariana: comparsa intorno ai 200.000 anni fa fino a
40.000, usata dall’Homo Neandertal e Sapiens, processo da fasi precise con l’obiettivo di
zona da taglio e molti attrezzi specializzati.
-Nel Paleolitico Superiore ci sono nuovi strumenti e materiali litici: Aurignaziano,
Castelperroniano e Soltrenao.
07. Descrivere le caratteristiche generali dell'H. abilis.
Nel 1961 Lalky scoprì alcuni frammenti di cranio caratteristiche vicine all’Australopithecus.
Insieme vennero trovati alcuni ciottoli classificato nel genere Homo ma come specie Habilis.
Visse 2.4-1.5 milioni di anni fa in Africa Centrale e Sud. Homo Habilis ha caratteristiche
morfologiche: capacità cranica modesta, dentatura ridotta, proporzione corporee che sono
per bipedismo ancora arboricolo. Importante nell’Habilis uso delle mani.
Lezione 036
Il genere Homo e specie Erectus comparve 2 milioni di anni fa. Prima in Africa Meridionale
e poi in centro settentrionale e poi in Euroasia (Europa ed Asia).
Le caratteristiche morfologiche: capacità cranica 1200 cm3. Lo scheletro è simile all’uomo
moderno. Altezza non supera i 160 cm. Mascella sporgente, grandi molari, spesse creste
nella fronte, cranio basso e lungo con fronte sfuggente. Usava utensili più diversificati ed
avanzati come asce a doppio filo. Locomozione: bipedismo. Vivevano in gruppo, in
accampamenti ciò si evince dai reperti.
Ci sono numerosi fossili trovati in Medio Oriente ed Asia. I reperti dell’Asia, in Cina, sono
dei calchi preparati. In Europa ci sono le prime tracce del fuoco controllato dall’uomo.
Secondo la teoria “out of Africa”, la culla della specie sarebbe Africa Orientale. Oggi è la
teoria + accreditata in paleoantropologia. Le popolazioni si spostarono in 2 ondate: le prime
verso Eurasia del sud e le seconde verso nord. Tuttavia la scoperta di un fossile mandibola
attribuito all’Homo Sapiens, potrebbe far vacillare tutta la teoria in cui uomo proviene
dall’Africa.
Lezione 037
Apparse intorno ai 250.000 anni fa in Europa ma si estinse 30.000 anni fa. Si espanse in
Asia. Avendo vissuto climi freddi ha adattato il suo corpo alle basse temperature con una
struttura scheletrica + massiccia. Gambe e braccia + corte, mani e dita + grandi, ossa
ricurve, non ha il mento, fronte sfuggente ed arcate sopraccigliari + marcate. Cranio è di
1450 cc in media, naso poco sporto, mascella sporgente, mento debole ed una fronte
sfuggente. L’occipitale è espanso detto “chignon”. Aveva una cultura materiale dell’industria
Musteriana come testimoniano i reperti. Ci furono più forme di seppellimento dei defunti. Ha
convissuto con Homo Sapiens.
07. Parlare del ritrovamento di Altamura.
Questo venne scoperto nel 1993 in una grotta vicino Altamura (Circeo). E’ uno scheletro di
maschio adulto ed appartiene al genere Homo di Neanderthal. Il cranio ha le sue orbite e
parte della regione laterale. Ci sono diversi ossi ed elementi costali. Mette in risalto la
generale robustezza dello scheletro e la sua forma della fossa iliaca alta e stretta.
Lezione 038
Homo Sapiens dal latino uomo sapiente. E’ la definizione scientifica della specie umana,
unica e vivente del genere Homo. Comparse circa 200.000 anni fa (dal Paleolitico Medio
all’epoca moderna) in Africa Orientale ma colonizzò l’intero globo. Un elemento significativo
è l’intelligenza che sia spinta dall’evoluzione. Gli ha permesso la costruzione e l’utilizzo degli
strumenti. Presenta uno scheletro gracile, faccia piccola, capacità cranica varia dai 1.000
cc ai 2.000 cc. Mandibola ridotta ma con dentizione forte. Altezza media: 1.7-1.8 metri.
Corporatura tozza. Cervello molto sviluppato, mani robuste. Oramai posizione eretta.
Sembra che avesse sviluppato linguaggio e parlasse con i suoi simili.
Lezione 039
Lezione 041
La tassonomia è una branca della biologia che prende in considerazione i gruppi che sto
classificando. Si occupa di classificare sulla base della teoria evolutiva. All’interno della
tassonomia ci sono le categorie tassonomiche: taxa o taxon. La specie è definita tramite un
esemplare tipo che rappresenta la specie: olotipo. Fanno parte della serie tipo dove i singol
esemplari: paratipi.
Il sistema di classficazione detto paratassonomia; si usa per classificare: taxa sconosciuti.
La tassonomia ha diversi tipi di studio:
-evolutiva: la causa della diversità attuale e si basa sull’evoluzione.
-filogenetica o cladismo: una specie deve avere un carattere almeno che la diversifica o
distingue dalle altri seguendo la filogenesi.
-Numerica o Fenetica (aspetto): fonda sulla formula delle procedure tassonomiche. Si basa
su 4 punti. Il concetto base: più 2 specie sono simili più c’è possibilità che siano imparentate.
-Gruppo Monofiletico: si risale ad 1 singola specie ancestrale che rappresenta il capostipite
di tutte le specie di quel dato gruppo e di nessun’altra specie che appartiene a quel gruppo.
-Gruppo Polifelitico: gruppo di taxa di linee filetiche diverse che vengono riunite secondo
caratteri analoghi.
15. Descrivere secondo il sistema tassonomico attuale quali sono le diverse
definizioni di specie e su quali criteri si fondano