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Storia dell’antropologia – Fabietti

NASCITA DELL’ANTROPOLOGIA
Nel 1979 viene fondata da Jean Louis Jauffret la Societè des observateurs de l’homme (1979-1805)
a Parigi, composta da intellettuali e scienziati eredi dell’Illuminismo (tutti gli observateurs
condividevano la prospettiva teorica illuminista di un’umanità composta da stadi) e dello spirito
dell’Encyclopedie e che si propone di condurre uno studio dell’uomo come studio comparato delle
società e delle culture umane con l’intento di osservare l’umanità nella sua variabilità fisica,
linguistica, geografica e sociale. Nasce da obiettivi di intento scientifico a partire soprattutto dalla
letteratura di viaggio ed esotica (missionari, esploratori ecc) come per esempio ricordiamo Jean de
Lery con lo studio sui tupi del Brasile (1578) e Joseph-Francois Lafitau che fa uno studio sui
costumi dei selvaggi americani comparandoli a quelli dei tempi più antichi (1724): questo studio è
punto di incontro tra la narrativa di viaggio e la tradizione filosofica in cui il discorso sui selvaggi
era legato a potere assolutistico monarchico di cui maggiori esponenti furono Michel de Montaigne
(1533-1592) e J.J Rousseau (1712-1778): all’interno di questa tradizione si inseriscono molti
intellettuali che attraverso il tema dei selvaggi e osservando le loro istituzioni tentavano di trovare e
ricercare risposte alle questione occidentale di quel periodo storico. Ed è proprio in questo senso
che Jauffret attraverso il principio della differenza e facendo parlare quella differenza delinea una
prima definizione di un nuovo sapere e oggetto di studio (dell’uomo e del genere umano) che
secondo lui deve essere socialmente utile per costruire una società secondo ragione a misura del
cittadino repubblicano. Joseph-Marie Gerando (1772-1842) con il volume Considerazioni sui
metodi da seguire nell’osservazione dei popoli selvaggi introduce la nuova figura del filosofo-
viaggiatore. Nel 1805 chiude l’Osservatorio e svanisce quel primo tentativo di studio e
comprensione della differenza come prima forma di etnologia; infatti il discorso sui selvaggi inizia
ad acquistare sempre più marginalità e non rappresenta più quello strumento di critica sociale e
politica di cui si erano fatti portavoce molti intellettuali di stampo illuminista.
Si sviluppano al contrario delle teorie di degenerazione “del selvaggio” di cui massimo esponente è
De Maistre (1753-1821) che rappresenta l’ala più radicale e reazionaria del Romanticismo. Queste
teorie si basano su una visione del selvaggio come essere degenerato e sulla convinzione della non
esistenza di stadi di civiltà e quindi totale negazione di progresso umano, teorie che si legano
perfettamente al discorso religioso per cui i selvaggi sono essere degenerati a causa del peccato
originale e non sono degni di civiltà perché quest’ultima è dono divino. Alla fine del 1850 si
sviluppano due teorie diverse sulla storia umana e naturale:
- Creazionismo: che propone una fissità delle specie viventi dal momento della creazione
- Evoluzionismo: Origine della specie, Darwin (1809-1882) è il volume che apre al periodo
dell’evoluzionismo positivista che nel corso dell’800 contribuì a contrastare le teorie
creazioniste insieme a Uniformismo: Principi di geologia (1830) che propone di leggere
attuale paesaggio terrestre come il risultato di azione uniforme di cause uniformi (a cui si
ispirò lo stesso Darwin); a questo clima positivista contribuirono gli studi di molte discipline
emergenti come l’archeologia e la geologia: Prehistoric Times (1865) di John Lubbock è un
importante volume in cui per la prima volta si paragonano la vita dei primitivi europei con
quella dei selvaggi contemporanei dove i reperti archeologici vengono usati come misuratori
di progresso che stanno a indicare stadi evolutivi diversi.
Infatti, durante l’800 si genera spinta forte per allestimento mostre e musei in cui c’è concetto di
classificazione tipologica e illustrare evoluzione> Pitt-Rivers (1823-1900) scienza delle forme e
biologia dell’arte per cui essere umano una volta acquisite delle idee le applica in modo automatico
ai suoi prodotti senza avere coscienza degli stadi anteriori.
ANTROPOLOGIA EVOLUZIONISTA
Concetti chiave: cultura come insieme complesso e scomponibile, ricerca delle sopravvivenze e
metodo comparativo
Si sviluppa intorno a 1837-1901 con la centralità politica, economica, militare, coloniale e
industriale della Gran Bretagna e si basa su principio uniformista che appunto prevede che
l’evoluzione di dispiega in modo graduale continuativo e costante seguendo alcune grandi leggi che
rimangono invariate nel tempo e nello spazio anche se non tutti i popoli seguono necessariamente lo
stesso sviluppo (poligenesi). Usa il metodo comparativo (dati incompleti provenienti dai più diversi
contesti geografici e temporali che possono essere accostati e gettar luce gli uni sugli altri) con
l’obiettivo di risalire indietro nel tempo alla scoperta delle forme viventi e culturali che sono oggi
osservabili  cifrare i segni del passato attraverso SOPRAVVIVENZE (survivals) = fossili sociali
= qualsiasi cosa, credenza, idea, pratica il cui significato è morto da secoli ma che sopravvive con la
stessa forma e quindi rilevando una sopravvivenza si può comprendere lo stadio di sviluppo
culturale precedente. A livello politico si traduce nella possibilità di giustificazione del processo
coloniale e mantiene idea di progresso e sviluppo. La criticità di questa corrente è il suo sguardo
etnocentrico tipico del contesto storico: società borghese di epoca vittoriana.

-Edward TYLOR (1832-1917): maggiori esponenti di questa antropologia ottimista definita anche
“scienza del riformatore” a sottolineare il suo contributo e utilità all’umanità, il suo pensiero si
inserisce a pieno nell’idea di progresso e di stadi evolutivi di età vittoriana. È il primo a dare una
definizione in senso etnografico più ampio di CULTURA come “insieme complesso che include
conoscenze, credenze, arte, morale, diritto, costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita
dall’uomo in quanto membro della società” e quindi:
- Cultura è ovunque e non è prerogativa di razza
- È un insieme complesso
- È acquisita dall’uomo, non è innata in quanto membro di una società, uomo: soggetto
culturale
- È scomponibile in quanto insieme complesso e quindi somma di più elementi> è patrimonio
umano ottenuto cumulativamente e che è incrementabile
Su religione: dove in questo momento storico c’è grande divisione tra creazionisti e
evoluzionisti>ANIMISMO: credenza secondo la quale gli oggetti possiedono anima che è l’essenza
del pensiero mitico, magico e religioso (pensiero irrazionale) che appartiene a mondo selvaggio e
che viene distinto dal pensiero scientifico e razionale> MATERIALISMO. Con queste idee Tylor
contribuisce a formare un’idea del mondo come successione di stadi evolutivi che da selvaggi e
animismo arriva a civilizzati e anima cristiana e sostenendo che l’obiettivo è di tracciare le tappe di
questo cammino.
Su parentela: Su di un metodo per lo studio dello sviluppo delle istituzioni (1889) dove delinea tre
tipi di discendenza e concetto della couvade e getta le basi per un’antropologia come scienza
edificabile su basi statistiche, che ritornerà più avanti nella prima parte del ‘900.

-William Robertson SMITH (1846-1894): fa studio sulle origini della religione non come credenza
(Tylor) ma come istituzione attraverso lo studio comparato e lo studio delle sopravvivenze delle
istituzioni sociali e religiose dei popoli semitici tentando di delineare rapporto tra RELIGIONE e
società. Si discosta da Tylor per cui la religione primitiva è il risultato di uno sforzo operato
dall’intelletto umano teso a comprendere la realtà e sostiene che il dato primario dell’esperienza
religiosa sono i RITI e i simboli ad essi correlati e ne sottolinea la dimensione pubblica e collettiva
del fenomeno religioso e lo stretto legame tra attività religiosa-rituale e identità politica-sociale,
religione ha natura sociale e funzione di elemento coesivo della società, dove il SACRIFICIO non è
un dono alla divinità per ingraziarsela ma RITUALE DI COMUNIONE TRA SOCIETà E
DIVINITà (nume tutelare) che rappresenta simbolicamente unità della società stessa e quindi la
religione è FATTORE REGOLATIVO DEI RAPPORTI SOCIALI
-James FRAZER (1854-1941): ultimo grande esponente dell’antropologia evoluzionista
Il ramo d’oro, studio sulla magia e sulla religione (1890) dove ipotizza che la magia, la religione e
la scienza sono tre tappe del processo evolutivo (inserito a pieno nell’evoluzionismo vittoriano) in
cui con 1 si ha controllo sulla natura, con 2 accattivarsi il favore della potenza della natura in
proprio favore e (visto che niente potevano fare gli dei nella risoluzione dei problemi umani) con 3
si ha osservazione dei fenomeni naturali e ricerca leggi, conoscere la natura e dominarla; il libro
sanziona anche affacciarsi di nuova crisi culturale in cui uomo è confuso sulla propria centralità
planetaria>definito come l’ultimo vittoriano> zero ottimismo

ANTROPOLOGIA AMERICANA
-Lewis Henry MORGAN (1818-1881): vive in contesto politico in cui centrale è il “problema
indiano” che ha due concezioni (dichiarazione d’indipendenza 1776) una negativa per questioni
interne in cui indiano è nemico per i bianchi americani ed una positiva per l’esterno e per il vecchio
mondo che vedeva bianchi e indiani insieme uniti da idea di virtù e libertà caratteristico del nuovo
mondo. Morgan quindi muove i suoi primi passi come studioso con questo sfondo ideologico:
La lega degli Irochesi (1851) descrive l’organizzazione socio-politica delle sei nazioni della
federazione irochese e i loro sistemi di parentela mostrando come questi popoli fossero in relazione
attiva gli uni con gli altri in una complessa rete di rapporti di parentela: ogni nazione era divisa al
suo interno in clan ognuno con il proprio totem, ci potevano essere gli stessi clan con stesso totem
in nazioni diverse e i loro membri si consideravano discendenti da antenato comune e quindi fratelli
tra di loro; questo secondo M è modo efficace per mantenimento pace e equilibrio tra le nazioni
Sistemi di consanguineità e di affinità della famiglia umana (1871) è risultato di studio dei gruppi
Sioux e Ojibwa da cui scopre che avevano sistema terminologico di parentela simile a Irochesi e
propone studio comparativo sulle origini dei nativi tra nativi americani e popoli extra-americani e
distingue due grandi gruppi di parentela corrispondenti a due modi radicalmente diversi di
designare i parenti consanguinei:
- Sistema descrittivo (popoli europei): dove vengono distinti terminologicamente i parenti in
via collaterale da quelli in linea diretta e che secondo M basato su rapporti di tipo politico
- Sistema classificatorio (popoli indoamericani): applica stessi termini ai membri della stessa
classe evitando proposizioni descrittive basati su rapporto di parentela
Le terminologie di parentela assumono la stessa funzione epistemologica che svolgevano le
sopravvivenze in Tylor: cioè il fatto che un irochese chiami il fratello padre è una sopravvivenza
perché si riferisce a epoca anteriore in cui non era possibile distinguere i due individui, secondo M
in origine eravamo umanità unica suddivisa poi in epoca remota in nazioni diverse.
Siamo ancora in ottica evoluzionista per cui M pensa che il primo è caratteristico a civiltà e il
secondo a barbarie e ne La società antica (1877) approfondisce discussione generale
dell’evoluzione della cultura e delle società umane: secondo cui tre fasi selvaggio, barbarie e civiltà
ognuna contraddistinta da tecnica di sussistenza e tecnologia materiale propria e fasi che sono tra
loro in rapporto di connessione cumulativa (idea di accumulo) e da sole elemento espressivo ognuna
di sua fase
Concetti chiave: evoluzione sociale, origine comune
TRA SOCIOLOGIA, FILOSOFIA ED ETNOLOGIA:
LA RIFLESSIONE FRANCESE SULLE SOCIETA PRIMITIVE
In Francia prende spazio a partire da fine ‘800 e in rapporto di dipendenza da sociologia e filosofia.
A partire da studi di Auguste Comte (1798-1857) bloccato però dall’esperienza della Comune di
Parigi (1870).

-Emile DURKHEIM (1858-1917): cerca di comprendere quei fenomeni sociali conseguenti alla
Comune di Parigi a cui non era riuscita a dare risposte la filosofia positivista di Comte e fonda
scuola sociologica; sviluppa concetto di COSCIENZA COLLETTIVA (allontanandosi da Comte)
che è “insieme delle credenze e dei sentimenti comuni alla media dei membri di stessa società” e
quindi tutte le società ce l’hanno e quindi cultura (concetto antropologico) e coscienza collettiva
sono comparabili ed in questo modo che la sociologia si apre all’etnologia
SOCIOLOGIA sapere comparativo che prende in considerazione il numero più alto possibile di
società per conoscere leggi della vita sociale
La divisione del lavoro sociale (1893) volume di interesse etnologico, dove mette in relazione la
coscienza collettiva e il suo manifestarsi in società a tipo di solidarietà vigente tra i membri di essa
che può essere di tipo meccanico se la vita sociale occupa ogni spazio della vita del singolo
determinandone le scelte o di tipo organico (coscienza collettiva occupa spazi più ristretti) se vita
del singolo prevale e tende a differenziarsi dal gruppo; queste due intrecciandosi creano delle
società miste e complesse  il dominio della dimensione sociale e collettiva sul comportamento e
sul pensiero individuale ha come assunto che la società è qualcosa di più della somma dei singoli
individui membri che ne fanno parte.
Questo dominio, attraverso il potere (non coercitivo) morale forma rispetto degli individui nei
confronti della società e un senso di appartenenza il quale si esplica solo attraverso la religione
e ne Le forme elementari della vita religiosa (1912) dice che la religione è FATTO SOCIALE e
costituisce un fatto sociologicamente universale; nell’individuare le forme elementari della religione
D assume che la religione nel suo stato originario è presente nelle società più semplici come
totemismo all’interno della quale la collettività effettua un SPOSTAMENTO SIMBOLICO= le
rappresentazioni di natura collettiva sono proiezione del gruppo su piano ideale, ovvero mentre gli
individui fanno del totem, ovvero animale il loro oggetto di culto, inconsapevolmente è la società
che rispettano e adorano; e ciò avviene a qualsiasi stadio evolutivo e quindi religione è fenomeno
unitario.

-Lucien LEVY-BRUHL (1857-1939): ne La morale e la scienza dei costumi (1903) confronto tra
etnologia a partire da: esiste una morale oggettiva? Si apre allo studio delle società primitive e la
loro esperienza morale e forme di pensiero. Ne Psiche e società primitive (1910):
1. Critica evoluzionismo britannico (Tylor e Frazer): è sbagliato pretendere di spiegare il modo
di pensare dei primitivi con operazioni mentali di tipo individuale e soggettivo; le
rappresentazioni collettive sono infatti “comuni a un dato gruppo sociale e trasmissibili di
generazioni in generazioni” (Durkheim) e si impongono agli individui attraverso la pratica
sociale e costituiscono quindi modelli sociali di comportamento mentale= veri e propri fatti
sociali che sono già dati all’interno di un contesto già dato, la società
2. Universo simbolico primitivo è omogeneo all’universo sociale in cui il primitivo stesso
viveva: da analisi delle rappresentazioni collettive ricava la tesi che la mentalità dei primitivi
è prelogica e mistica e dominata da rappresentazioni collettive e retta dalla legge di
partecipazione
3. Quindi secondo LB la forza del pensiero sociale influenza e si impone agli individui che
quindi mostrano una “impermeabilità dell’esperienza” (?)
Ne La mentalità primitiva (1922) sostiene che quest’ultima è mistica, partecipativa e prelogica in
contrapposizione al pensiero logico civilizzato.
ETNO-SOCIOLOGIA FRANCESE
Ebbe grandissima influenza da parte di Durkheim.
Robert HERTZ (1882-1915): riprende problematica durkhemiana di coesione sociale in La
rappresentazione collettiva della morte dove analizza il ruolo della morte in vari popoli (Borneo) a
livello sociologico e culturale e sostiene che questa taglia il rapporto dell’individuo con un gruppo e
quindi può essere una minaccia alla coesione sociale del gruppo e quindi tramite rituali bisogna
ricostruire l’equilibrio morte è transizione da una condizione all’altra, da vivi a morti.
Ne La preminenza della mano destra, studio sulla polarità religiosa (1909) riprende distinzione
(già fatta da Durkheim sulla scia di Smith) tra sacro e profano per cui tutti i popoli strutturano
universo secondo un principio bipolare=destra e sinistra (influenza da studi linguistici su lingue
indoeuropee) importante perché individua principio di opposizione nelle forme di classificazione
tipiche del pensiero umano il quale si traduce in una catena di opposizioni

Arnold VAN GENNEP (1873-1957): si muove tra etnologia e folklore di cui è fondatore in Francia-
Manual de folklore francais contemporain (1937-1958); ne Riti di passaggio (1909) dove intuisce
che la vita umana è scandita da riti che celebravano pubblicamente il passaggio da una condizione
sociale all’altra e nel mondo prescientifico la suddivisione era tra sacro e profano dove il primo
prevale sul secondo; distingue tre fasi=struttura tripartita dei riti:
1. Separazione o riti preliminari
2. Margine o riti liminari
3. Aggregazione o riti post-liminari
Il secondo è il piu importante perché permette di attenuare il carattere traumatico della “fase di
sospensione” che è condizione indefinita; funzione principale che svolgono i riti di passaggio è
transitabilità. In Lo stato attuale del problema totemico (1920) critica idea di Durkheim e Mauss per
cui la prima forma di religione=totemismo fosse stato l’origine di ogni forma di rappresentazione
della realtà e sostiene che il principio classificatorio è istanza che anticipa qualsiasi attitudine
dell’intelletto umano.

Marcel MAUSS (1872-1950): ultimo allievo di Durkheim e fonda insieme a Levy-Bruhl Institut de
Ethnologie dell’università di Parigi (1925); con lui la riflessione sociologica francese sulle società
primitive si orienta definitivamente verso ricerca empirica costituendosi in etnologia
In Su qualche forma di classificazione primitiva (1902) critica VG dicendo che principio
classificatorio non è attitudine spontanea della mente umana e sostiene OMOLOGIA SOCIALE tra
dimensione sociale e simbolica (società semplice=sistema classificazione semplice) sottolineando la
preminenza della prima sulla seconda; attraverso studio su aborigeni australiani sostiene quindi che
il mondo è classificato in categorie strettamente legate alle suddivisione della loro stessa società e
quindi a variazione della società=varia anche sistema di classificazione; questo concetto viene
sviluppato in Saggio sulle variazioni stagionali delle società eschimesi (1904) con FATTI
SOCIALI TOTALI= fatti che influenzano ogni aspetto della comunità (organizzazione stagionale
eschimesi); nel Saggio sul dono (1924) basato su lavori di Boas sul potlatch e di Malinowski su
scambio cerimoniale kula, qui M elabora il principio di reciprocità: il rito del dono è fatto sociale
totale perché influenza e colpisce la tv in una molteplicità di fenomeni, unisce aspetti pratici ed
economici a quelli mitici, affettivi e religiosi; inoltre, tutti i prodotti e i beni immessi nel sistema di
circolazione per mezzo del dono sono anche pretesto per creare e fortificare complesse trame di
relazione sociale riprende principio di Durkheim in base al quale la società impone a individui di
comportarsi in base a regole che spesso fuggono ai suoi stessi membri e queste regole sono: dare,
ricevere e ricambiare inserite in principio di reciprocità e la qualità del dono è la sua forza magica
che viene assimilata alla persona che li aveva posseduti. M è stato influenzato da lettura di
etnografia polineasiana della teoria dello “hau” tra i Maori = spirito della cosa donata che pone
colui che la riceve in debito; e quindi l’atto del donare e ricambiare ecc è volto a ristabilire
l’equilibrio delle forze alterato nell’atto del donare. M compara, ma non come fanno gli
evoluzionisti casi studio etnografici (potlatch, kula, hau maori) che contribuiscono a comporre un
modello di tipo ideale di “dono” dove la costruzione dei legami sociali è più importante dei beni che
sono messi in moto.
Questa lettura è importante perché apre lo spazio della dimensione economica delle civiltà
primitive: nuove prospettive nello studio delle dinamiche sociali e della parentela.

SVILUPPI ETNOGRAFIA INIZI ‘900


Nel corso dell’800 vi è una grande divisione tra antropologi ed etnografi. La raccolta dei dati
etnografici veniva fatta mediante questionari inviati ai “men on the spot”. Quasi tutti gli studiosi si
avvalevano di questi intermediari o informatori a distanza di cui i due più importanti vi furono
Lorimer Fison (1832-1907) e Alfred Howitt (1830-1909). Verso la fine dell’800 si sviluppa nuovo
metodo per la raccolta dati ovvero la survey=ricognizioni etnografiche che rientrano in rapporto di
collaborazione tra disciplina antropologica e amministrazione coloniale: questo pian piano porta
allo sviluppo e allargamento della ricerca etnografica anche in ambienti accademici e porta
all’emergere di una nuova figura di etnografo (con l’obiettivo di qualificare la disciplina nel mondo
accademico). Questi nuovi etnografi da una parte sviluppano utilizzo del metodo della survey
abbandonando il metodo comparativo e dall’altro, sviluppano un nuovo metodo di ricerca sul
campo=ricerche concentrate su gruppi poco numerosi e sviluppo della monografia etnografica; si
iniziano a distaccare maggiormente da missionari.

DIFFUSIONISMO TEDESCO
Comprende aree di lingua tedesca e slava; colonialismo tedesco si sviluppa a partire dal 1885 con il
Congresso di Berlino per cui etnologia mitteleuropea assume autonomia accademica solo a inizi
‘900. La teoria diffusionista prevede ipotesi di evoluzione o diffusione nel tempo e nello spazio in
base a ricerca delle origini dei fatti culturali = se si ritrovano aspetti culturali simili da una parte
all’altra del globo significa che ciò sia avvenuto per diffusione (contrario dell’evoluzionismo).
Molto interesse per la dimensione storica, per quella geografico-etnologica e soprattutto per oggetti
di tipo materiale (> museologia). Sviluppano idea di “strato” o “ciclo naturale” che è espressione di
una specifica fase della storia culturale di un popolo ed è insieme di elementi di cui è possibile
verificare la compresenza in una parte determinata del pianeta; compito dell’etnologia è quello di
ricostruire i cicli individuandone le stratificazioni successive.
Fritz GRAEBNER (1877-1934) ne fu il maggior esponente: rilevare e comparare tratti simili
incontrati in diversi complessi culturali con lo scopo di accertare la migrazione e la diffusione dei
cicli ma anche l’influenza di una cultura sull’altra =culture come influenze reciproche; limiti= base
speculativa, i tratti culturali risultavano collegati tra loro in maniera piuttosto arbitraria.

Scuole diffusionisti:
 inglese  G.E. Smith (1871-1937); W.J. Perry (1887-1949)
 tedesca  F.Graebner (1877-1934); W.Schmidt (1858-1954)
 americana  F. Boas; Kroeber (1876-1960)
DIFFUSIONISMO AMERICANO
Incarnato da Franz BOAS (1858-1942)
Critica all’evoluzionismo: approccio idiografico individuante e concentrato su casi
Particolarismo storico: procedimento induttivo fondato sull’osservazione empirica di cui oggetto di
studio è studio e conoscenza delle culture singole per ottenere tre risultati
1. rilevazione condizioni ambientali che hanno creato/modificato elementi culturali
2. chiarire fattori psicologici: B voleva analizzare come un individuo reagendo alla propria
cultura contribuiva a riprodurre e modificare i modelli sociali di comportamento
3. mostrare gli effetti che le relazioni storiche hanno avuto sullo sviluppo della cultura
Idea che mente umana non risponde sempre alle stesse logiche in ogni luogo= evento dello stesso
fenomeno non è dovuto sempre alle stesse cause.
Caso studio sul potlatch  coste del Pacifico, cerimonie rituali tra indiani del NordAmerica nel
corso delle quali le famiglie più ricche distribuiscono e talvolta distruggono grandi quantità di beni
di prestigio: B lo legge in termini di razionalità economica perché era preoccupato di non far
apparire gli indiani di fronte alle istituzioni governative come irrazionali dilapidatori di ricchezza
Battaglia contro il razzismo: secondo B la pretesa di ricostruire l’evoluzione dela cultura umana a
partire dallo studio dei popoli primitivi era priva di fondamento e pensiero primitivo era analogo a
quello civilizzato e se vi erano differenze erano dovute a specificità del contesto sociale
>PARTICOLARISMO
Distinzione natura/cultura: la seconda è strato sovrapposto che è irriducibile a quello organico (in
quegli anni era abbastanza in voga il darwinismo sociale per cui stesse leggi che regolano la
selezione naturale sono le stesse che regolano la selezione sociale).
Al centro della ricerca “diffusionista” si pone attenzione sulla distribuzione geografica delle culture
indiane, organizzazione sociale e vita religiosa con l’esigenza di catalogare le società native
nordamericane; nozione di AREA CULTURALE area geografica in cui sono presenti determinati
tratti (elementi culturali come una certa tecnica di cattura di selvaggina, una credenza ecc) 
cultura=somma complessiva dei loro tratti componenti; per cui bisogna determinare la distribuzione
dei tratti culturali (grazie soprattutto a sviluppo dell’attività museografica); tratti culturali concepiti
come qualcosa che può migrare da una cultura all’altra; ma problema di fondo è come spiegare la
distribuzione irregolare dei tratti tra gruppi che possiedono un nucleo comune di elementi da farci
considerare questi stessi gruppi come appartenenti a stessa area culturale;
CULTURA= insieme di di comportamenti che sono stati appresi e trasmessi dall’educazione, con
imitazione e alcune forme di condizionamento

Critiche al diffusionismo: Edward Sapir (1884-1939) tratti culturali non si diffondono in modo
uniforme in tutte le direzioni e la diffusione non avviene mai con ritmi identici; trasmissione di tratti
può essere risultato non solo di una semplice diffusione ma di migrazione di gruppi umani; il centro
di irradiazione può mutare radicalmente

DIFFUSIONISMO IN GRAN BRETAGNA


Qui viene visto come alternativa all’evoluzionismo e come sensibile alla problematica storica e di
fascinazione verso i rapidi progressi dell’archeologia; ma qui non va al di là dell’idea generica che
il contatto fosse un fattore importante nella storia delle culture umane.
Corrente IPERDIFFUSIONISMO di G.E. Smith e W. Perry che propongono come emico centro di
diffusione cultura l’Egitto e propongono idea di un processo degenerativo proporzionale alla
distanza dal punto di partenza (in qualche modo si riallacciava a teorie evoluzionistiche). In GB il
diffusionismo è una meteora cioè che non riuscì mai a polarizzare davvero l’attenzione e rimase ai
margini delle istituzioni accademiche.
FUNZIONALISMO
Si sviluppa in Gran Bretagna e nasce dal connubio tra approccio sociologico di influenza
durkhemiana e ricerca sul campo di Pitt Rivers (1864-1922) il quale introduce il metodo
genealogico = raccolta dati attraverso interviste agli informatori locali (confidenza tra nativo e
studioso sono sullo stesso piano); questo metodo è una svolta perché R trova il modo di comunicare
tra ricercatore e nativo. La premessa di questa corrente è la prospettiva olistica: studiare le culture
come un tutto sincronico per poter sottolineare i nessi funzionali tra i suoi diversi elementi ogni
parte della società svolge una precisa funzione nei confronti del tutto e quindi si abbandona qui la
prospettiva settoriale. Inoltre, cambia l’obiettivo della ricerca: di fronte a un tratto culturale non ci si
chiede più come questo abbia avuto origine ma a cosa serve in relazione ad altri tratti e
all’equilibrio del sistema che li comprende. Si svilupperanno diverse correnti del funzionalismo:
- Funzionalismo Malinowski:
funzionalismo ristretto=cultura è un tutto integrale che consiste negli strumenti, nei beni di
consumo, idee, arte, credenze, costumi ecc: cultura strumentale
Funzionalismo allargato= cultura è un tutto integrale… con cui l’uomo può venire a capo di
problemi specifici e concreti: cultura funzionale
- Funzionalismo “strutturale” Radcliffe-Brown: più legato a Durkheim, la funzione di ogni
pratica culturale è il contributo che essa dà al mantenimento della continuità strutturale
(vicino al funzionalismo ristretto) idea sottofondo è che antropologia non si occupa di
individui astratti definiti dai propri bisogni naturali ma piuttosto da persone concrete in
società particolari
La principale differenza tra Malinowski e Radcliffe è che il primo rappresentò l’ideale del
comportamento etnografico mentre il secondo ha vena teoretica e speculativa ed è quindi orientato
nella ricerca di un metodo rigoroso

Bronislav MALINOWSKI (1884-1942): dà il via all “OSSERVAZIONE PARTECIPANTE” =


nuova tecnica di inchiesta che consentiva ai ricercatori di entrare in rapporto empatico con i nativi,
per cogliere il punto di vista dell’indigeno e la sua visione del mondo, per effettuare un
decentramento e un coinvolgimento personale; quindi nuovo tipo di indagine etnografica.
Sviluppa idea di cultura come entità organica in cui ogni parte dipende da un’altra (contro metodo
comparativista e decontestualizzante).
Dimensione sincronica: vede cultura come sospesa in un eterno presente (presente etnografico)
ponendo in secondo piano i processi di mutamento storico ne La dinamica del cambiamento
culturale (1961) dove studia contatto e scambi tra culture e parla di TERZA CULTURA che si
affianca alle altre due; sperimenta nuovo genere di testo= monografia ovvero testo incentrato su
rapporto esclusivo tra ricercatore e una cultura specifica che si rappresenta in tutti i suoi aspetti; il
carattere soggettivo e vissuto della partecipazione e esigenza di una rappresentazione oggettiva e
approccio scientifico (come faccio ad essere tanto oggettivo se partecipo a pieno della vita del
contesto studiato???) si combinano insieme nella monografia che diventerà standard tra anni
’20-’70 del ‘900.
Argonauti del Pacifico Occidentale (1922): Isole Trobriand; non solo semplice descrizione di una
cultura ma attenzione ad un aspetto particolare della vita per aprirsi agli altri attività di scambio
kula: isole dell’arcipelago si scambiano collane di conchiglie rosse (soulava) e braccialetti di
conchiglie bianche (mwali) in direzione unilaterale ma: scambio solo tra categorie diverse e non con
oggetti diversi, è rituale ben preciso è funzionale nel mantenere e rafforzare rapporto tra individui
e gruppi: ha portata sociologica da una parte e un significato economico dall’altro; intenzione di M
è dimostrare come anche il comportamento del “primitivo” fosse coerente e ragionevole; principio
di RECIPROCITA= è principio di ordine non codificato in grado di svolgere una funzione
strutturante dell’agire sociale; il kula è un’istituzione che salda insieme un numero considerevole di
tribù e abbraccia un vasto complesso di attività interconnesse che agiscono l’una sull’altra in modo
da formare un tutto organico.
Famiglia: è luogo della riproduzione biologica e culturale; carattere universale e originario della
famiglia universale; funzionalismo  studio su? Incesto bandito perché disgregherebbe legami
familiari e esogamia è mezzo per risolvere la proibizione dell’incesto.
Cultura: lettura funzionale= società e cultura sono insieme di pratiche e comportamenti integrati
tendenti al mantenimento dell’equilibrio della società e del suo funzionamento funzionalismo
ristretto; dal 1944 la cultura diventa anche quel vasto apparato, in parte materiale, in parte umano e
in parte spirituale con cui l’uomo può venire a capo dei concreti e specifici problemirisposte alle
necessità imposte dall’adattamento dell’ambiente esterno  funzionalismo allargato
Cultura= strumentale (bisogni secondari e risposte culturali) e funzionale (bisogni fondamentali)
Magia e religione: magia è mezzo di rassicurazione di fronte a carattere aleatorio della vita e
religione è mezzo per assicurarsi di fronte alla prospettiva della fine

Alfred RADCLIFFE-BROWN (1881-1955): fu il principale promotore del funzionalismo


strutturale: la struttura sociale (no cultura) è entità funzionalmente integrata (influenza di
Durkheim); per Rb lo studio dei popoli primitivi rientra nell’antropologia sociale= scienza naturale
della società che indaga fenomeni appartenenti a specifico ordine di realtà (i fatti sociali) e che sono
irriducibili ad altri di natura differente; l’oggetto di questa è la ricerca delle leggi sociali che
determinano il funzionamento della società e i processi che rendono possibile la riproduzione delle
forme sociali; attraverso il metodo induttivo (che si usa nelle scienze naturali) che prevede
identificazione dei meccanismi, comparazioni e leggi. Rb propone metodo storico o della
ricostruzione storica di una cultura= etnologia e metodo induttivo dice antropologia sociale=
“parte teorica della scienza naturale, della storia umana”.
STRUTTURA SOCIALE= “rete di relazioni sociali e personali in cui ogni tratto esercita una sua
specifica funzione in relazione al tutto” quindi con valore epistemologico diverso da Malinowski
Per Rb= ha funzione sociale= rapporto che una forma di att.sociale ha con la struttura sociale a cui
dà un contributo
Per M= ruolo svolto da un’istituzione nel soddisfare un bisogno primario
Struttura= i fenomeni sociali non sono il risultato immediato della natura degli individui ma il
risultato della struttura che li unisce/ è come organismo vivente= insieme delle cellule viventi e di
fluidi aventi una certa struttura, i fenomeni psicologici e fisiologici non sono solo il risultato della
natura delle molecole ma il risultato della struttura entro il quale sono riunite/ una società
funziona solo se funzionano correttamente tutte le parti: ma mentre la struttura rimane identica
cambiano i risultati= CONTINUITà STRUTTURALE DINAMICA, non stabile rende possibile la
comparazione tra strutture.
Famiglia e terminologia di parentela: famiglia è unità funzionale di terminologie di parentela e
comportamenti sociali di cui i principi strutturali sono:
- Unità del lignaggio
- Solidarietà del gruppo dei fratelli (sibling group): insieme di individui nei confronti del
quale l’individuo mantiene stessa attitudine sociale (?)
X Morgan: terminologie di parentela indicano legami di sangue
X Kroeber: rispecchiano la psicologia, il complesso delle attitudini, dei modi di sentire che in ogni
cultura vengono elaborati nei confronti dei parenti
X Radcliffe-Brown: hanno funzione sociologica
Su totemismo strutturale: qual è principio in base al quale delle coppie come falco e cornacchia
sono scelte a rappresentare la metà di una divisione duale? Scelte come rappresentanti di relazione
di opposizione= il principio strutturale è quello oppositivo: simili perché mangiatori di carne e
opposti perché falco è cacciatore e cornacchia è predatore  il mondo della vita animale è
rappresentato in termini di relazioni sociali simili a quelle della società umana  “totemismo
strutturale”= la struttura rimane ovunque la stessa (mentre i simboli possono cambiare): totemismo
esprime opposizione di gruppi che sono strutturalmente uniti in una relazione funzionale ( come per
esempio lo scambio matrimoniale nelle società esogamiche); i totem vengono considerati utili e
visto che lo sono diventano il simbolo del clan (in Durkheim venivano adorati perché simboli della
società).

Edward EVANS PRITCHARD (1902-1973): è figura di passaggio; accelera la crisi del


funzionalismo e apre nuovi orizzonti.
Razionalità primitiva: si tratta di una coerenza interna ad ogni sistema di credenze Stregoneria
negli Azande: ogni disgrazia è dovuta all’influsso della stregoneria considerato come una forza
malefica che un individuo rivolge a qualcun altro: in questo sistema non vi è nulla di irrazionale ma
date per certe premesse derivano determinate conseguenze; la stregoneria è un modo per
interpretare i conflitti sociali, ha significato politico e ha a che fare con il funzionamento e la
stabilità della struttura sociale. Questo studio era destinato a dare inizio, sul versante britannico, a
quelle ricerche sui “sistemi di pensiero” (Francia-Griaule-cosmogonia Dogon).
Modello segmentario: fa studio sui Nuer del Sudan che hanno “anarchia ordinata” ovvero che vita
politica possibile anche dove non c’era un’autorità formale che esercitasse un potere coercitivo e un
corpo sociale che si reggeva grazie alla dinamica dei segmenti identità e differenza, alleanza e
conflitto si compongono e scompongono su diversi livelli di profondità genealogico, più l’unità
sociale è grande e più lontano è il discendente in comune (?); segmentazione e società segmentaria
hanno dinamicità (diversamente da Durkheim che parlava di solidarietà meccanica-organica).
Problema della traducibilità dei sistemi primitivi nel pensiero dell’antropologo e nella logica
culturale e occidentale: tra anni ’50-’60 Ep abbandona posizione di Rb per approdare a concezione
dell’antropologo più vicina a scienze storiche: antropologia come una specie di storiografia e
filosofia dell’arte che studia società come sistemi morali e non come sistemi naturali, che interpreta
piuttosto che spiega; da anni ’50 si dà avvio a processo di decolonizzazione; Ep critica del metodo
comparativo proponendo una comparazione solo su scala ridotta con accento sulle particolarità
culturali piuttosto che sulle uniformità.

ANTROPOLOGIA PSICOANALITICA E STUDIO DELLA CULTURA


Si sviluppa a partire dalla psicoanalisi che studia l’esistenza di una vita psichica inconscia che è il
risultato dello scontro tra pulsioni e istinti dell’individuo e le forze della cultura; l’antropologia
psicoanalitica tenta di applicare la teoria psicoanalitica alla sfera della cultura e del comportamento
sociale; il maggior contributo è lo sviluppo delle tematiche di costituzione delle personalità
individuali e dei processi di adattamento dell’individuo all’ambiente e costituisce poi il punto di
partenza per la riflessione etnopsichiatrica sui disturbi dei soggetti trapiantati in contesti culturali
estranei.
Sigmund FREUD (1856-1939): Totem e tabù: si chiede cos’è il totemismo? Che relazione ha il
totemismo con esogamia? F sviluppa visione centrale su società originaria fondata su cannibalismo
e poligamia: secondo F conflitto padri e figli, questi ultimi per potersi accoppiare con femmine del
gruppo uccidono il padre e lo divorano e per il rimorso idealizzano la figura del padre e come
autopunizione vietano femmine del gruppoistituzione totemismo (divieto di cibarsi dell’animale
totemico) ed esogamia violenza è elemento fondativo della cultura: essere umano diventa sociale
e religioso dopo aver commesso patricidio.
Ambivalenza emotiva e tabù= i nevrotici sono uguali ai primitivi ma solo a livello esteriore: i primi
hanno tabù autoimposti per cui vuole eseguire un’azione proibita e al tempo stesso ne ha orrore
mentre i secondi hanno tabù socialmente sanzionati ambivalenza tra i due: a livello inconscio
vorrebbero trasgredirli ma hanno paura, alla base del rispetto del tabù c’è una rinuncia> questi
divieti hanno colpito attività verso le quali esisteva una forte inclinazione. Totem e tabù conferiva
un carattere universale al complesso di Edipo; Malinowski studiando la famiglia delle Trobriand
(discendenza matrilineare) mette in discussione universalità> versione spostata del c. di Edipo:
desiderio di unirsi alla sorella e di uccidere lo zio materno.
Geza ROHEIM (1891-1953): critica il tentativo di Malinowski di relativizzare il c. di Edipo
Cultura come nevrosi collettiva= è edificio costruito allo scopo di realizzare le fantasie della nostra
infanzia; sublimazione= spostamento energie istintuali, è ciò che consente edificazione della cultura
ed è meccanismo elaborato per:
- Realizzare sogni infantili ma senza soddisfarli direttamente pena la solitudine dell’individuo
“cresciamo solo per rimanere bambini” “il grande pericolo entro cui il genere umano ha sviluppato
la cultura è la perdita oggettuale, l’essere lasciato solo al buio (dell’infanzia)”.

John LAYARD (1891-1974): influenza di Jung


Analisi rito Maki in Malekula: un uomo sacrificando maiali maschi, si appropriava della forza della
vittima e si metteva al riparo, dopo la morte, della distruzione ad opera di uno spirito preposto alla
sua persona > erezione di un monumento in pietra verticale sul terreno (maschio), orizzontale sul
terreno (femmina); il maki non era altro che una forma particolare di lungo processo di
individuazione grazie al quale il soggetto mirava a stabilire un equilibrio dinamico tra la vita e il
proprio inconscio > simbolismo del vulcano: idea che gli esseri umani una volta defunti e purchè
ritualmente pronti raggiungessero il vulcano della vicina isola; vulcano= simbolo relazione madre-
bambino e della sessualità maschile e femminile; nel vulcano (simbolo della totalità) la persona
ritornava ricomposta nella sua scissione grazie ai riti maki.
ETNOLOGIA FRANCESE (1920-1940)
Tra la fine del ‘800 e inizi ‘900 la riflessione francese sulle società primitive è ancora fortemente
legata a dimensione intellettualistica e speculativa. Durante i primi due decenni del ‘900
l’etnografica si muove nell’Africa sub-sahariana occidentale per conto dei funzionari di
amministrazione coloniale e grazie a Mauruce Delafosse e Janis Tauxier si danno le basi
dell’AFRICANISTICA; alla fine del 1920 grazie all’influenza di Mauss e all’Istituto di Etnologia la
conoscenza delle culture primitive diventa affare di stato: Missione Dakar-Gibuti (1931-33)
finanziata dallo Stato con obiettivo di raccogliere dati sulle lingue e sulle culture delle regioni
africane dalle coste dell’Oceano Atlantico a quello Indiano e di riportare gli oggetti per il Museo del
Trocadero.

Marcel GRIAULE: fu direttore della Missione; “Africa fantasma” > primo tentativo antropologico
di coordinare letteralmente l’osservazione di sé stessi e degli altri.
Studio della cosmogonia Dogon: riprende fatti sociali (Mauss) e spiega ogni lato della loro attività
sociale > rapporto mito e vita sociale= dal mito e dalla cosmogonia discende la realtà sociale;
metodo etnografico> studi monografici, per studiare le culture bisogna indagare i sistemi
cosmogonici e inchiesta orale.
Critiche: accusato di congelare le culture fuori dal contesto storico, sottraendole alle trasformazioni.

I primi anni ’40 sono tragici per l’etnologia a causa del diffondersi del nazismo; dopo Griaule: la
sua prospettiva di guardare dal di dentro le culture apparve limitante; in un’epoca di
decolonizzazione l’attenzione venne rivolta ai problemi della trasformazione sociale e del
cambiamento culturale.

OCEANISTICA (in Francia): il fondatore fu Maurice Leenhardt che era un missionario; in Nuova
Caledonia cercò di stabilire un ponte tra cultura locale e fede nel dio cristiano > tradizione Sacre
Scritture: studio della lingua canak; nel suo studio non parte dall’analisi dei fatti sociali, ma dalla
persona e quindi dai fatti personali; mito e persona > qualcosa che era in grado di dare senso al
tempo, al paesaggio e alla persona; lo spazio intellettuale in cui il primitivo costruiva il proprio
mondo come spazio partecipativo.
Leenhardt e Griaule privilegiare lo studio delle cosmologie indigene più come sistemi di pensiero
che non come aspetti simbolici immediatamente connessi con la struttura sociale > prospettiva che
si affianca a quella degli antropologi britannici.

SOCIOLOGIA “MAGHREBINA”: riflessione condotta dagli studiosi francesi sulle società e


culture del Nord Africa > ricerche su aree ad alta e complessa civilizzazione quindi diverso da
interessi dell’etnologia di 1920-30 (africanistica e oceanistica); viene largamente ignorata dagli
antropologi; Robert Montagne divenne famoso solo anni dopo la sua morte > I berberi e il
Makhzen” è grande affresco della vita sociale che prevede alternanza monotona di periodi di
organizzazione e di anarchia > dalla democrazia alla tirannia e viceversa.

STATI UNITI D’AMERICA


La riflessione si incentra sempre di più su individuo e cultura da punto di vista psicologico e sullo
studio dei processi di costruzione personalità in società diverse da quella occidentale. Dalle
riflessioni di Kroeber e Boas si sviluppa il CONFIGURAZIONISMO ogni cultura è prodotto
dell’interazione di più modelli culturali o configurazioni, ovvero forme espressive in cui una data
cultura si articola.
Ruth BENEDICT (1887-1948): cultura è configurazione al cui interno gli elementi interagiscono
l’un l’altro producendo MODELLI SIGNIFICANTI: il fatto che un determinato tratto venisse
accolto o respinto da una cultura dipendeva dall’esistenza di modelli preesistenti> due società con
tratti simili potevano avere culture organizzate in base a modelli diversi, cioè avere configurazioni
culturali diverse> importante è il fatto che un tratto entrava a far parte di un modello (pattern)
specifico> per es: distinzione tra apollinei/dionisiaci/paranoici;
-ogni società esprimeva propria modellizzazione: aveva un modello culturale “medio” che si
rifletteva nel carattere e comportamento individuale
Dimensione simbolica della cultura= non pura somma di singoli tratti ma il risultato di un sistema
particolare e di interrelazione che ha dato vita ad un’entità nuova (diverso da Tylor); culture come
complessi articolati > “una cultura è insieme piu o meno coerente di pensieri e azioni e nell’ambito
di ogni cultura si delineano certi scopi specifici che possono essere solo suoi e di nessuna altra
società e in base alla forza di questi scopi i modi di comportamento si fondano in un’immagine
sempre più coerente;B criticava il diffusionismo che considerava la cultura come aggregazione di
elementi isolati, quando invece il significato di un elemento culturale può variare a seconda che
siano presenti o meno altri tratti.

Gregory BATESON (1904-1980): è distante dalla tradizione britannica del tempo (rifiuta società
divisa in settori); comprensione del comportamento psichico e emotivo dell’individuo senza
ingabbiarlo dentro modelli o configurazioni culturali di cui egli sarebbe un riflesso;
rito NAVEN: Nuova Guinea, i rituali di travestimento celebrato quando un giovane compiva
un’azione positiva e fondamentale per la cultura locale > gli uomini normalmente non sono abituati
a esprimere liberamente le emozioni e quindi si travestono da donna e viceversa le donne non sanno
assumere un ruolo spettacolare con comportamento di fierezza e si travestono da uomini> ognuno
dei due sessi in occasioni particolari, si trova di fronte a componente imbarazzante che invece
acquista normalità nell’altro sesso  questo disagio è la forza dinamica che spinge un individuo al
travestimento; occorre studiare l’antropologia in termini di reazioni di un individuo alle reazioni di
altri individui (vs individuo/ambiente); schismogenesi= processo di differenziazione nelle norme
del comportamento individuale= più gli uomini si comportano in accordo con il proprio ethos e più
le donne rafforzano il proprio eidos > tutte società hanno meccanismi frenanti per mantenere
equilibrio dinamico.

Gli allievi di Boas sviluppano tematiche quali:


- Processi di formazione della personalità individuale in contesti culturali differenti
- Ruolo individuo nel cambiamento culturale.

Abram KARDINER (1891-1981): in analisi con Freud, fornisce teoria dell’adattamento


dell’individuo alla sua società; la personalità di base è struttura costituita da:
1) Istituzioni primarie: ciò che contribuisce a plasmare la personalità in età infantile>
soddisfazione, punizione, inibizione; elabora immagine delle figure parentali che le proietta
per es nella sfera mitico-religiosa (riti e leggende)
2) Istituzioni secondarie: elementi culturali che attenuano le tensioni derivanti dall’azione delle
istituzioni primarie: religione, tabù, riti, leggende

Distanza tra configurazionismo  dominio esercitato su una data configurazione culturale da un


particolare atteggiamento / e funzionalismo quello che emerge è una massa di rotelline che girano
ingranandosi senza un punto focale/ e distanza da Freud (?)

Margaret MEAD (1901-1978): è la prima a uscire da continente americano> isole Samoa; la


problematica della socializzazione e adattamento dell’individuo alla sua società vengono trasferiti
in campo antropologico grazie alla teoria superorganica cultura e a teorie di Boas;
Adolescenti a Samoa (1928): fa studio sulla trasmissione di valori, la tesi è: a valori cultuali non
corrispondono modelli educativi; adolescenza in società primitiva è meno esposta ai traumi di
quella occidentale: mancanza di messaggi concorrenziali e produttivistici e mancanza di alternative
nelle scelte.
In altre opere fa studio sulle differenze di genere> i tratti del carattere maschile e femminile sono
determinati di più dalla cultura che da una predisposizione naturale.

Mead e Benedict Relativismo culturale > un’azione o un valore devono, per poter essere
compresi essere considerati all’interno del contesto complessivo entro cui si collocano.

Anni 1940-60 torna la prospettiva nomotetica; tra anni 1920-40 c’è influenza di Boas con la
prima generazioni di allievi di Boas si ha avversione nei confronti delle generalizzazioni e
spiegazione di tipo causale; tra anni 1940-60 si ha un cambiamento di rotta con un ritorno
all’antropologia come sapere generalizzante (vs prospettiva particolaristica di Boas)

Leslie WHITE (1900-1975): rivalutazione delle teorie di Morgan (viaggio in Unione Sovietica e
influenza di Marx); sono le condizioni tecnico-economiche a determinare la vita delle società
umane> idea che la storia del genere umano è contrassegnata da una sempre maggiore complessità
culturale e da progressivo accumulo di sapere tecnologico; tre tematiche principali:
1) Evoluzione culturale: data dalla quantità di energia pro capite che una società può produrre,
controllare e sfruttare> tecnologia è agente attivo dell’evoluzione culturale e produce
energia
2) Determinismo culturale: è la cultura che fornisce all’individuo la forma e il contenuto del
suo comportamento di essere umano: connessioni causali dirette tra stile di vita di una
società e tipo di religione presente
3) Culturologia: campo di riflessione relativo ai fenomeni materiali, sociali e simbolici del
carattere della cultura; è entità capace di spiegare sé stessa
Ha 3 sottosistemi culturali:
1) Tecnologico: strumenti materiali, fisici, chimici e meccanici attraverso i quali l’uomo
affronta e domina il suo habitat naturale; ruolo principale e fondamentale: uomo e cultura
dipendono da mezzi materiali (uomo deve avere cibo)
2) Sociologico: relazioni interpersonali (parentela, sistemi economici, politici ecc)> ruolo
secondario e sussidiario a quello tecnologico
3) Ideologico: organizzazione di idee, credenze, conoscenze espresse nel linguaggio o altre
forme simboliche in cui esperienza umana trova la sua interpretazione; condizionato dalla
tecnica e dai sistemi sociali (c’è un tipo di pensiero per ogni tecnologia)

Cultura per White è entità capace di spiegare sé stessa; ma qual è influenza dell’ambiente nello
sviluppo della cultura?

Julian H. STEWARD (1902-1972): dà enfasi su ambiente e condizioni naturali della vita


determinati dall’ambiente ECOLOGIA CULTURALE diversa da ecologia umana la quale cerca
di spiegare piuttosto che dare leggi; mentre la prima vuole accertare se gli adattamenti delle società
umane ai loro ambienti richiedono modalità di comportamento particolari e nuovi usi della
tecnologia (stimolato da archeologia). Evoluzione multilineare: una metodologia basata su
presupposto che nel mutamento culturale si danno regolarità significative e si preoccupa di dare
leggi particolari; e. multilineare non è complessità crescente ma come emergere di livelli di
integrazione socioculturale (modalità di organizzazione).

Marvin HARRIS (1927-2001): amplia le riflessioni di White e Steward.


Prospettiva materialista: la società è un gruppo sociale massimale costituito da entrambi i sessi e da
tutte le età e caratteristiche dalla manifestazione di ampia gamma di comportamenti che
interagiscono> non c’è bisogno di sapere se i membri di una particolare popolazione umana si
considerano un popolo per identificarli come gruppo sociale > è prospettiva etica
Conoscenza oggettiva: bisogna prescindere dal punto di vista del nativo (emico).
ANTROPOLOGIA ECONOMICA: verso la metà del ‘900 negli Stati Uniti; perché non furono
tenuti conto i lavori di Mauss e Malinowski
Modello formalista possibilità di fondare la “scienza del comportamento umano” attinente alla
sfera dell’economico inteso come campo di attività presente in qualunque contesto sociale

Lionel ROBBINS (1932): massimizzazione dell’utile> costanti universali; ricerca di un livello


ottimale di soddisfazione > homo economicus adeguare i mezzi scarsi ai fini desiderati
(imprenditore); critica è prospettiva ideologica ed etnocentrica

Modello sostantivista Karl POLANYI (1886-1964): economico, non costante universale ma


processo istituzioni dipendente dalla variabilità delle strutture sociali nelle quali si trova intrecciato;
tre forme di scambio:
1) Reciprocità: dove i (?) sistemi simmetrici di parentela
2) Redistribuzione: (?)
3) Scambio: (?)
Laddove non esiste mercato (1-2) la circolazione di beni dipenda da sattus sociale (parentela-
politica)

ETNOSCIENZA: metà ‘900 negli Stati Uniti o anche chiamata “antropologia cognitiva”: ha
obiettivo di ricostruire il modo in cui una cultura organizza la conoscenza del proprio mondo su
piano linguistico, cognitivo e percettivo; etnoscienza è studio delle modalità in cui il sistema di
pensiero di una comunità si plasma in relazione al suo campo esperenziale; forte infuenza della
linguistica; le culture non sono fenomeni materiali ma organizzazioni cognitive di fenomeni
materiali; problema= come i membri di una certa cultura vedono il mondo che li circonda>
differenza tra etico> punto di vista dell’osservatore/ ed emico> punto di vista dell’osservato;
l’efficacia conoscitiva si pone a livello della corrispondenza tra quanto viene elaborato
dall’osservatore e dall’osservato.

STRUTTURALISMO: si sviluppa a partire da anni ’60 diffuso principalmente in Francia e altri


paesi. Il termine “struttura” era già stato utilizzato da Marx come “struttura socio-economica”. Per
lo strutturalismo un’entità non deve essere considerata isolatamente ma come elemento di una
struttura, cioè di un sistema coerente all’interno del quale svolge una o più
funzioniSTRUTTURA= non è la somma degli elementi ma l’insieme di relazioni esistenti tra gli
elementi stessi. Il termine riprende dalla filosofia di Hegel per cui “solo il tutto è vero”.
Questo indirizzo di pensiero è stato molto influenzato dallo sviluppo degli studi linguistici durante il
‘900 (regole strutturate; anche la nostra vita è strutturata con forme ben precise).
La realtà moderna pian piano si è resa conto che la realtà è fatta di pezzi i quali non vengono
riconosciuti isolatamente, uno dopo l’altro ma nella loro totalità.
Struttura non è solo la totalità ma la regola che comanda e tiene insieme tutti gli elementi>
possiamo trovare strutture simili in realtà molto diverse tra loro (per es. una certa forma letteraria e
un tipo di società). Popolarità dello strutturalismo si è data proprio da questo suo carattere, cioè
poter applicare questa forma di analisi per riconoscere somiglianze di fenomeni che apparentemente
apparivano differenti. Due fattori importanti dello strutturalismo:
1) Parte in relazione al tutto (da Marx)
2) Schema algebrico che lo fa applicare in contesti diversi
STRUTTURALISMO LINGUISTICO Ferdinand DE SAUSSURE (1857-1913): la sua tesi è “il
valore di una parola è in funzione del sistema linguistico a cui appartiene” > quindi la lingua è un
sistema. La linguistica precedentemente aveva cercato di rispondere ad altri quesiti ovvero: come
sorge la capacità significativa dei segni (perché cane vuol dire cane); come far risalire un linguaggio
delle parole a un linguaggio originario quello con cui Dio parlò ad Adamo (punizione >
moltiplicazione delle lingue). Mentre Saussure cerca di capire come funzionano il linguaggio e le
parole attraverso delle regole interne e distinzione tra:
- SINCRONIA: relazioni che intercorrono in un sistema in un preciso momento storico
(quello che conta per noi)
- DIACRONIA: studio che mette in luce il mutamento e l’evoluzione del significato delle
parole (per S. non è importante)

LINGUA sistema delle regole


PAROLA uso che noi facciamo della lingua

Concetti chiave Saussure > lingua come sistema; lingua studiata in modo sincronico e immanenza
della lingua
Questi concetti furono eredità importantissima > dal linguaggio all’antropologia: studio scientifico
positivo delle culture come sistemi di convivenza (Levi-Strauss); l’antropologia prima di Levi-
Strauss aveva seguito due linee principali: sforzo di capire le civiltà, le culture come strutture
individuali ognuna nelle sue differenze e lo sforzo di capire le costanti =è vero che sono civiltà
diverse ma anche vero che hanno analogie.

Claude LEVI-STRAUSS (1908): l’incontro con il linguista Jackobson (il quale era stato influenzato
e aveva approfondito Saussure) fu determinante; tradusse lo strutturalismo linguistico in
antropologia ritenendo di aver trovato con questo la soluzione al problema dell’antropologia
culturale (capire le differenze o le analogie?) > descrivendo le culture sulla base delle loro strutture
profonde riesce a captare delle funzioni parallele tra culture che sono strutturalmente omologhe.
Applica questo schema nella struttura della parentela (relazioni tra parenti e valore dato a ciascuno)
= prendendo una struttura base (sistema che prescrive con rigidità i coniugi possibili) mostra le
differenze tra le culture, ovvero come ciascun tassello occupa in ogni cultura un’importante
differenza (ad es. zio in una data cultura può svolgere differenti funzioni da un’altra).
Le strutture elementari della parentela (1949): secondo L.S la proibizione dell’incesto ha carattere
universale ed è presente in tutte le società e inoltre segna il passaggio da natura/cultura (da assenza
a presenza regole)> queste due cose comporterebbero un effetto nella società che è la presenza di
esogamia la quale permetterebbe la comunicazione e lo scambio tra i gruppi > LS fa attenzione al
valore prescrittivo della regola ovvero viene stabilita per garantire e fondare uno scambio  la
funzione dell’esogamia è simile a quella del linguaggio: un insieme di operazioni destinate ad
assicurare un certo tipo di comunicazione tra individui e gruppi  STRUTTURA
LINGUISTICA=STRUTTURA RAPP.SOCIALI
Le strutture della parentela non rappresentano qualcosa di cui si è consci e in cui c’è possibilità di
scelta così come nelle strutture linguistiche.

COMUNICAZIONE: antropologo deve svelare questi modelli inconsci = psicoanalisi


- Inconscio: termine mediatore tra me e gli altri
- Principio di reciprocità: strutt. inconscia della mente umana che domina interamente il
campo della vita sociale (scambio di donne, segni e beni)
- Identità di strutture del pensiero (strutt. mentali vuote) opposizioni prive di contenuto
(alto/basso, destra/sinistra) che servono per ordinare il mondo

La conoscenza dell’uomo è possibile perché l’antropologo coglie al di là dei fenomeni (relazione di


parentela, miti ecc.) le strutture mentali vuote (opposizioni destra/sinistra ecc) che sono alla base del
pensiero civilizzato e primitivo.
Analogia lingua = è atto comunicativo/ e cultura= risultato di un passaggio reso possibile dal
principio di reciprocità = atto comunicativo (scambio) (proibizione incesto, esogamia sono fondati
su questi principi e infatti permettono lo scambio).
Il totemismo oggi (1962): totemismo è associazione tra un individuo e un gruppo da una parte e un
simbolo animale o vegetale dall’altro ma con LS c’è interpretazione nuova: il totemismo è “un
semplice sistema di classificazione” non c’è unione mistica o prelogica degli esseri umani con le
specie animali/vegetali > animali sono “buoni da pensare” > la sola differenza tra pensiero
primitivo e civilizzato è che il primo si esercita su cose concrete mentre l’altro su cose astratte >
quindi no evoluzione ma due strade parallele per pensare il reale; totemismo è frutto di un
atteggiamento mentale che prende i dati dell’esperienza sensibile per costruire due sistemi di
classificazione e di relazioni = è codice che si presta a fare da tramite a messaggi convertibili nei
termini di altri codici  sistema di trasformazione

Totemismo:
- Opera distinzioni tra gruppi servendosi delle differenze esistenti nelle specie naturali
- Pensa la natura attraverso la cultura
- I gruppi totemici si auto percepiscono come gruppi culturali (si scambiano le donne)

Sistema castale (India):


- Distingue esseri umani in base alla loro occupazione: la diversità ha una base culturale
- Pensa la cultura attraverso la natura
- Le caste si auto percepiscono come gruppi naturali

MITI non c’è più un’opposizione originaria natura/cultura a fare da sfondo ma analogia formale
tra MITEMI= unità costitutive del mito/FONEMI=unità della lingua > il significato di entrambi
viene concepito come dato solo in virtù dei rapporti di correlazioni che gli oppongono agli altri
elementi; per es. il mitema sole in sé per sé non ha senso ma solo dai rapporti di correlazione e
opposizione che esso ha all’interno del mito, con altri mitemi che può scaturire significato il mito
esige che le sue caratteristiche rimangano celate così come quando un soggetto parla: se pensasse
coscientemente alle strutture grammaticali e fonetiche perderebbe il filo del discorso 
MITO=LINGUAGGIO

Negli anni del dopoguerra: LA SCUOLA DI MANCHESTER: analisi delle società africane
caratterizzate da interconnessione tra istanze tradizionali e spinte di mutamento; pone l’attenzione
alla trasformazione e aspetto dinamico > dalla norma all’azione, dallo studio delle strutture a studio
dello sviluppo delle relazioni sociali: non riesce a svelare dall’interno il senso dei rapporti sociali
Max GLUCKMAN: si allontana dal funzionalismo strutturale > EQUILIBRIO STRUTTURA
SOCIALE= aggiustamento di fenomeni contradditori e conflittuali contro la prospettiva
funzionalista strutturale; quindi ordine che si genera dal conflitto > competizione, lotta, conflitto,
contraddizione = conducono a cambiamento radicale; G nonostante si apra al tema del cambiamento
rimane molto legato ancora alla prospettiva di equilibrio del sistema;
RITO= ha funzioni:
1) Esplicita il conflitto (tutti i mutamenti sociali come nascita, adolescenza ecc sono visti come
minaccia all’ordine naturale)
2) Ristabilisce equilibrio sociale (allenta le tensioni scaricandole)

Victor TURNER: “antropologia del teatro”, lavora in Africa; DRAMMA SOCIALE= conflitti che
caratterizzano la società ndembu (Zambia); =il conflitto è nella contraddizione tra due principi
fondamentali: la discendenza matrilineare e residenza virilocale (presso il gruppo del marito); il
dramma sociale si rappresenta come rottura di una norma, un costume, una volta comparsa può
difficilmente essere cancellata ma produrrà una crisi crescente; inoltre rileva tratti sottocutanei della
struttura sociale e fa affiorare elementi oppositivi della società; i drammi sociali attivano
opposizioni all’interno di gruppi e poi le trasformano in conflitti ma il conflitto è utilizzato alla fine
dell’unità del gruppo e T studia i meccanismi= riti e simboli; il rituale mette in evidenza quei aspetti
della struttura sociale meno visibili e che costituiscono per gli attori sociali, gli elementi cruciali
della percezione che essi hanno della vita comunitaria e lo fanno attraverso i simboli:
- livello esegetico (interpretazione locale del significato)
- livello operazionale (connessione tra simboli e significati)
- livello posizionale (rapporto simboli con altri simboli)
simboli sono polisemici = più significati in relazione al contesto della loro utilizzazione
i simboli vengono attivati nei riti di passaggio = quando individui cambiano status

R. FIRTH  STRUTTURA SOCIALE = è sistema delle relazioni normative tipiche di una società;
ORGANIZZ. SOCIALE = azioni e relazioni in riferimento a fini sociali frutto di strategie e scelte

Frederik BARTH  tesi: il comportamento degli individui non può essere ricondotto alla struttura,
ma tra tale comportamento e la norma c’è (£) una discrepanza che non può essere interpretata come
una semplice deviazione della regola; scelta e strategia sono aspetto volontaristico delle decisione
individuali; rifiuto di considerare le comunità umane come entità chiuse e circoscritte: il gruppo
etnico si auto definisce mediante una serie di strategie contingenti per stabilire confine tra sé e altri
gruppi  confine= mezzo che serve alla “produzione sociale della differenza culturale”.

Edmund LEACH: fu allievo di Malinowski, fa processo di revisione critica al funzionalismo


strutturale e studi sul Sus est asiatico= società complesse, abbandono ipotesi conflitto e
manipolazioni delle risorse materiali e simboliche
Studio sui curdi (Iraq): individui non si conformano alla norma ma la interpretano a seconda degli
interessi contingenti
Sistemi politici birmani: kachin > due strutture sociali che si alternano: aristocrazia ed egalitarismo
per es. una organizzazione politica egalitaria tende a sviluppare caratteristiche che innescano una
rivolta che si risolve temporaneamente in un ordinamento aristocratico> dal punto di vista analitico
è giusto considerare i due sistemi come modelli distinti di struttura sociale (ideale) mentre dal punto
di vista pratico sono sempre correlati (realtà-azioni).

PROSPETTIVE CRITICHE DELL’ANTROPOLOGIA FRANCESE


Tra 1950-70 si mettono in discussione le categorie e gli orientamenti dell’antropologia così come si
era configurata negli anni precedenti e si sviluppano le “prospettive critiche” che negli anni hanno
cambiato radicalmente la concezione della ricerca antropologica: dalla conoscenza delle culture
altre si apre conoscenza di un mondo in cui le culture sono coinvolte in un processo di interazione
globale. Tra queste troviamo: antropologia dinamista, marxista = analisi dei rapporti di potere e
processi di sfruttamento, primitivista = discorso critico sull’occidente.

1) ANTROPOLOGIA DINAMISTA prospettiva interessata a leggere le società e le culture


in una prospettiva dinamica capace di cogliere le dimensioni della storia, del movimento,
della contraddizione e della trasformazione sociale in ampio contesto = rapida
trasformazione della società, società tradiz. africane, migrazioni, mercati, nascita di culti
sincretici
Georges BALANDIER (1920- ): mette l’accento sul rapporto tra società tradizionali e occidentali >
“situazione coloniale”
-dominio imposto da una minoranza straniera culturalmente diversa in nome di una superiorità
etnica affermata come dogma
-contatto tra civiltà eterogenee
-una civiltà meccanizzata che si impone su una priva di tecnologia
-necessità per mantenere il dominio di ricorrere non solo alla forza ma anche ad una serie di
pseudogiustificazioni
Tesi: tutte le società sono sottoposte a due dinamiche:
-interna: ciascuna società si auto trasforma sulla spinta di contraddizioni e di conflitti interni
-esterna: forze sociali esterne che costringono la società “dominata” a ri modellare le proprie
strutture
Esistono poi 3 ordini di dati dinamici:
1) Dinamismi inerenti al sistema sociale
2) Dinamismi per cui il sistema tende alla propria realizzazione
3) Dinamismi che ne provocano la trasformazione netta

Con il “terzo mondo” B vuole indicare i paesi esclusi come il “terzo stato” era la componente
esclusa prima della Rivoluzione francese

Roger BASTIDE (1898-1974): mette accento su dinamiche tipiche di società coinvolte in fenomeni
di forte e prolungato contatto culturale e in particolare su intreccio cultura bianca, india e africana
(in Brasile studia la situazione di sradicamento culturale). Per B: causalità interna ed esterna ma
anche contatto con la cultura dominante (come Balandier), pressione che il passato di una società
può esercitare sul suo presente > antropologo deve volgersi allo studio della situazione globale.
“Sociologia della malattia mentale”  nevrosi culturale vissuta dai membri della comunità africana
in America; questa cerca una sua identità attaccandosi esasperatamente alla religione ancestrale
africana > sono le relazioni degli individui membri di un gruppo che fondano la propria memoria
collettiva e non viceversa  nascita religioni sincretiche = incorporazione di simboli, idee e
credenze spesso estranee tra loro; rimettono insieme vari frm di memoria e laddove non abbiano
elementi per colmare i vuoti, li prendono da altre tradizioni dandogli nuovo significato (per es.
quando gli schiavi hanno voluto nascondere le loro divinità mettendo loro addosso maschere
bianche, hanno scelto dei santi la cui vita o simbolismo richiamasse i miti o i simboli della loro
divinità)  processi di acculturazione: trasferimento dei modelli culturali da società più forti a
società più deboli e anche viceversa.

“ANTROPOLOGIA APPLICATA”  una nuova antropologia che va al di là della pura ricerca nel
quale predomina l’interesse scientifico e al di là della ricerca applicata, nel quale predomina
l’interesse dell’utilizzatore per l’istituzione di un rapporto di cooperazione tra le due. Se nel XIX-
XX secolo l’antropologia era “curativa” ovvero interveniva esclusivamente per trovare rimedi
adeguati oggi che il ritmo del cambiamento culturale e sociale ha accelerato la sua corsa occorre
agire prima degli avvenimenti (antropologia preventiva). L’analisi etnografica deve prevedere le
conseguenze dell’introduzione di certe innovazioni e contemporaneamente elaborare la migliore
strategia di intervento sia riformatore che rivoluzionario.

Maurice GODELIER (1930- ): si pose problema di conciliare economia e parentela sotto forma di
un riesame del rapporto tra infrastruttura = condizioni materiali e sociali di esistenza/ e
sovrastruttura = sfera rappresentativa e ideologica. L’errore sta nel considerare economia e
parentela come strutture esterne l’una dall’altra  i rapp. di parentela, nelle società primitive,
determinano i diritti dell’individuo sulla terra e i suoi prodotti, i suoi obblighi di ricevere, dare e
cooperare. Costituiscono l “ossatura sociologica” del pensiero selvaggio (come dimostra Levi-
Strauss). In questo tipo di società i rapp. di parentela funzionano come rapporti di produzione,
rapporti politici e schema ideologico > è struttura e sovrastruttura insieme > plurifunzionalità
dovuta dalla struttura generale delle forze produttive, dal loro scarso sviluppo che impone la
divisione sessuale del lavoro e la cooperazione degli individui per sopravvivere e riprodursi.
2) ANTROPOLOGIA MARXISTA: si sviluppa nell’ambito degli studi di africanistica ed
emerge da:
- Gli studi di antropologia dinamista di Balandier
- Suggestioni esercitate dall’analisi di Karl Polanyi (prospettiva sostantivistica: “economico”
= processo dipendente dalla variabile delle strutture sociali nelle quali si trova intrecciato)
sui sistemi economici
Fa nuova lettura delle teorie marxiste sull’esistenza storica dei modi di produzione. “Il Capitale” ,
modo di produzione è forma storica di esistenza sociale determinata dalla combinazione di tre
fattori principali:
1) Mezzi di produzione > risorse e tecnologie di cui una società dispone in un momento dato
della storia
2) Manodopera > energia umana impiegata nel processo produttivo
3) Rapporti di produzione > come i mezzi di produzione e la manodopera entrano in rapporto a
seconda di come variano, cambia anche il modo di produzione

Nella società capitalista i rapporti di produzione dominanti si riflettono nel lavoro salariato e la
manodopera diventa forza-lavoro. Partono da qui nuove domande in antropologia: quali sono i
rapporti di produzione nelle società studiate dagli antropologi? Qual è il destino dei rapporti di
produzione tipici delle società tradizionali quando queste entrano in contatto con il capitalismo?

Claude MEILLASSOUX (1925-2005): fa studi in Costa d’Avorio tra i Gouro > una società passata
da un’economia di sussistenza a economia di piantagione con l’arrivo dei francesi (il modo di
produzione domestico viene preservato e distrutto allo stesso tempo: preservato come riproduttore
di manodopera, distrutto perché vengono sostituiti i rapporti di produzione). Modo di produzione
domestico:
- Accessibiltà materie prime e terra
- Semplicità dei mezzi di produzione
- Relativa complessità delle tecniche di produzione
- Divisione del lavoro in funzione di sesso e età
- Circolazione beni alimentari in funzione di gerarchia sociale determinata dall’anzianità

Su cosa si basa la dipendenza? Non sulla forza fisica e nemmeno sul sapere e sull’accumulo di
prodotti alimentari (effimeri e deperibili) ma c’è una cosa che lega in modo dipendente l’anziano e
il giovane: anziano possiede il controllo dei mezzi di accesso alle donne puberi (il giovane può
acquisire una relativa indipendenza prendendo moglie e stabilendo un rapporto di paternità con i
figli); ciclo produttivo e ciclo riproduttivo sono strettamente connessi. Da questa base, il sistema
lignatico nasce quando, in determinate circostanze gli anziani diventano in grado di sfruttare i
giovani (ad es. sfruttandoli ad altri anziani=vendere schiavi).
Il processo di inglobamento della comunità domestica in modi di produzioni capaci di trarre da essa
la manodopera necessaria al proprio funzionamento culmina con la distruzione della comunità
domestica stessa da parte del capitalismo> sebbene interessato dalla conservazione della comunità
domestica in quanto luogo della riproduzione della forza lavoro a basso costo, mina le basi
dell’esistenza stessa di tale comunità, distruggendone i rapporti tradizionali che la fondano.

Vedi Godelier
3) TENDENZA PRIMITIVISTICA: in Francia c’è denuncia dello sterminio degli Indios
sudamericani dopo lo sfruttamento della foresta amazzonica, il furore distruttivo dei
bianchi= “turbine della civiltà delle macchine”; etnocidio >distruzione di una cultura più
debole da parte di una più forte ed aggressiva (Levi-Strauss: perdita di un passato nel quale
gli uomini avevano realizzato un’armoniosa convivenza con le altre forme naturali).

Pierre CLASTRES (1934-1977): società amazzoniche> capo non ha potere coercitivo ma


“generoso” in cambio poliginia; il potere è coercizione e riemergenza della natura; la mancanza
della politica in questa società è un bene; sono società dell’abbandono e del tempo libero; il
primitivo torna a essere quel personaggio fuori dal tempo.

ANTROPOLOGIA E I PARADIGMI DELLA CONTEMPORANEITA: negli anni ’70 c’è “crisi


della rappresentazione etnografica”; l’antropologia aveva parlato degli altri senza preoccuparsi
troppo del modo in cui questi altri potevano essere rappresentati all’interno di un testo etnografico;
negli anni ’80 c’è “crisi della funzione della scrittura” > “Scrivere le culture” di Clifford-Geertz e
Marcus problematizzava in termini di rappresentazione scritturale il disagio diffusosi tra gli
antropologi preceduti. Si dà spazio alla dimensione riflessiva: incidenza che un’analisi condotta
sulle proprie categorie epistemologiche ha sulla costruzione dell’oggetto stesso della ricerca >
sperimentalismo etnografico= scrivere resoconti etnografici in grado di ovviare all’alienazione del
nativo nei confronti della propria parola, scrivere a tutto tondo l’esperienza della ricerca > divenne
stile (writing culture).
Far parlare l’altro nel testo etnografico > “osservazione della partecipazione”
Forma dialogica o polifonica, a più voci: gli oggetti dell’antropologia non vennero più considerati
come delle entità nascoste che necessitavano di essere portati alla luce ma qualcosa che si manifesta
nell’accordo che si instaura tra soggetti che dialogano: nativo e antropologo.
Alla fine degli anni ’60 nasce ANTROPOLOGIA INTERPRETATIVA anche se ufficialmente nel
1973 con “Interpretazione di culture”. I riferimenti a cui si affianca sono l’impostazione
particolaristica di Franz Boas e la filosofia ermeneutica di Godanez e Ricoeux. L’antropologia
interpretativa fa parte di una corrente più generale che è antropologia simbolica fenomenologia,
strutturalismo, sociologia, linguistica, semiotica > tt queste discipline hanno sviluppato studi su tre
tematiche:
1) Considerazione del punto di vista de nativo > problema della conoscibilità
2) Discussione sui processi comunicativi tra etnografo e informatore > questione dei mezzi
3) Come esperienza di questo incontro può essere trascritta in un testo etnografico > problema
della trasmissibilità

La cultura e la vita sociale sono una negoziazione di significati di natura intersoggettiva.


L’antropologia interpretativa rifiuta il determinismo naturalistico ma non abbandona né il rigore
scientifico né la stretta aderenza alla realtà. Il fatto è che l’esperienza di ricerca non produce in
modo immediato dati oggettivi poiché per trasformarsi in “dato” deve passare attraverso il filtro
(scrittura) dell’interpretazione dei significati.
La cultura è un sistema aperto (non può essere isolata e studiata in laboratorio); non serve (£) una
posizione privilegiata per poter descrivere cosa succede > osservatore e osservato sono calati nella
stessa situazione (incontro etnografico)  serve una circolarità ermeneutica (non possiamo disfarci
delle nostre categorie) tra soggetti > ognuno è produttore di significati; non serve oggettività
dell’osservazione e né la neutralità del linguaggio descrittivo ha valore nelle scienze umane > il
contesto significante è costituito da interazione dialogica (carattere pubblico) tra antropologo e
informatore.
Clifford GEERTZ (1926-2006): studi in Indonesia e Marocco; cultura come testo > la cultura è un
testo che l’antropologo tenta di leggere > metodo per conoscerla = de-stratificazione di significati;
“fare etnografia è come cercare di leggere un manoscritto, straniero, sbiadito pieno di ellissi, ma
non scritto in convenzionali caratteri alfabetici bensì con fugaci esempi di comportamento
strutturato”. La cultura è un documento agito > come leggerlo? Non come una semplice lettura del
dato fenomenico ma attraverso una descrizione densa; la cultura è pubblica, non serve £ nella testa
di nessuno e non è un’entità occulta. (gli scritti antropologici sono finzioni, fictio > costruzione).
Il concetto di DESCRIZIONE DENSA è la principale metafora della teoria della cultura geertziana;
un etnografo torna più volte ad analizzare gli stessi materiali aggiungendo sempre nuovi strati,
aumentandone la densità e la concentrazione. La visione della cultura di Geertz si incentra sulla
cultura come prodotto di un’interazione umana; gli esseri umani creano la cultura e devono allo
stesso tempo interpretarla, dire che la cultura non è nella testa di qualcuno significa sottolineare il
fatto che la cultura è esterna agli individui, prodotta dagli esseri umani (G definisce l’uomo come
un animale sospeso tra ragnatele = fragili e volubili pronte a rompersi appena si tenta di toccarle vs
strutturalismo/ di significati che lui stesso ha tessuto) e pronta ad essere utilizzata.
CULTURA è invece pubblica e le manifestazioni culturali (funerali, partite di calcio) sono atti
comunicativi che erano visioni del mondo. Per G etnografia è antropologia e viceversa, in quanto è
nel momento stesso in cui l’antropologo de-stratifica (interpretandole) le strutture significative che
egli “fa dell’antropologia”. Il momento etnografico è già quindi un momento teorico-interpretativo.
Tre caratteri della descrizione etnografica
1) Interpretativa (ad es. occhiolino > descrizione esigua =contrazione palpebra; descriz. densa
= entra nel contesto comunicativo).
2) Interpreta il flusso del discorso sociale.
3) Tenta di preservare il “detto” di questo discorso dalle possibilità che esso svanisca.

“Il kula è scomparso o mutato ma, nel bene e nel male, gli Argonauti del Pacifico occidentale
restano”.

Dal punto di vista dei nativi: sulla natura della comprensione antropologica (1988): tre modi di
costituzione dell’idea di persona in tre contesti culturali distinti > Giava, Bali, Marocco; G vuole
vedere quali siano le esperienze dei giavanesi, dei balinesi e dei marocchini all’interno del quadro
concettuale della loro idea di ciò che è il sé; lo spunto gli viene dai diari di Malinowski > disagio
dell’antropologo. Attraverso i suoi diari G emerge un problema epistemologico: come possiamo
conoscere un’altra cultura se è impossibile capire l’altro per empatia?
Concetti vicini all’esperienza (idee e realtà sono strettamente legate)  quello che chiunque può
utilizzare naturalmente e senza sforzo per definire ciò che lui vede e sente, pensa e immagina e che
comprende facilmente quando sono utilizzati da altri – “amore” e “nirvana”.
Concetti lontani sono quelli con caratteristiche contrarie > “sistema religioso” – “stratificazione
sociale”.
La conoscenza antropologica oscilla tra questi due poli in un continuo tentativo di “traduzione
controllata” dei vicini nei lontani e di controllo nella gestione dei lontani per interpretare i vicini > a
metà tra scienza e letteratura. Se adottassimo solo concetti vicini > saremmo troppo dentro; se
adottassimo concetti lontani > rischieremmo di allontanarci dalla loro vita e perdere la loro
specificità.

Dimensione comparativa: Geertz rifiuta la comparazione intesa come prospettiva generalizzante che
fa astrazione del punto di vista del nativo; accetta invece la comparazione che tende al
raggiungimento di una conoscenza del modo in cui una realtà universale come l’idea del sé si
articola nelle diverse forme culturali.
STUDI ANTROPOLOGICI IN ITALIA TRA LE DUE GUERRE
Dopo la I guerra mondiale avanzava la prospettiva diffusionista della scuola austro-tedesca.
Etnografia in Africa orientale italiana Carlo Conti-Rossini, Enrico Cerulli, Renato Boccasino >
studio culture extraeuropee come entità storiche.
Comunque, etnografia ancora legata a missioni civilizzatrici, funzionari e militari (studiosi con
formazione storico-giuridica). L’elemento frenante comunque fu il regime fascista > asservimento
dell’etnologia alle tesi di superiorità della civiltà romano-latina al diritto di civilizzare le
popolazioni inferiori; nel 1938 c’è Manifesto della Razza. Ci si aspettava una spinta in avanti dalla
tradizione demologica.
Prima monografia italiana > nel 1940 di V. Grottarelli.

Ernesto DE MARTINO (1908-1965): napoletano, vicino alle idee di Benedetto Croce, volle sempre
definirsi un”etnologo”. Naturalismo e storicismo nell’etnologia (1941): fa critica alla scuola
francese durkheimiana, alla scuola storico-culturale austro-tedesca e alla prospettiva funzionalista
britannica perché incapaci di pensaare l’esperienza storica dei primitivi all’interno di una filosofia
dello spirito che fosse in grado di restituire un senso.
Teoria di Croce: le scienze sono pseudoscienze destinate a pratiche utilitaristiche; la vera
conoscenza è quella storica, la storia e storia dello spirito, della conquista da parte dell’uomo di
livelli di autoconsapevolezza sempre maggiori.
De Martino amplia la filosofia crociana oltre il suo ambito tradizionale; obiettivo > ricondurre la
storia dei primitivi nel filone della storia (dello spirito) così come era intesa da Croce; il carattere
scientifico dell’etnologia dipende esclusivamente dalla sua natura storica, essendo la storia unica e
vera scienza diversamente dall’antropologia = scienza delle razze e disciplina naturalistica.

1911 è momento importante perché Loria organizza il Convegno della Società Etnografica

Perché in Italia c’è stata preminenza della tradizione demologica su quella etnologica?
 Dominazione coloniale di breve durata
 Idealismo filosofico  mancato radicamento del positivismo
 Discredito dell’antropologia italiana dopo Manifesto della Razza
 Condizioni Italia post-unità: un paese dove non era esistito uno Stato nazionale > grandi
differenze linguistiche ed economiche tra nord e sud > si prestò attenzione ai ceti poveri, al
mondo contadino e pastorale che era fermo rispetto al progresso.

STUDI ETNOANTROPOLOGICI IN ITALIA PRIMI ‘900


In Italia questi studi sono legati solo in minima parte alla scoperta coloniale; italia ha avuto
tradizione bicefala> da una parte studi folklorici e dall’altra studi di ispirazione storico-giuridica.
La raccolta delle tradizioni popolari configurata come parte dell’ideologia costitutiva dell’Italia
postunitaria > l’Italia era cosciente di una eterogeneità di fondo del suo popolo.
Nella seconda metà dell ‘800:
- Paolo Mantegazza: evoluzionista e fondatore di Museo di Antropologia ed Etnografia di
Firenza nel 1969
- Tito Vignoli: evoluzionista
- Giuseppe Pitrè: medico, vero iniziatore degli studi demologici, lunga opera di raccolta e
registrazione etnografica in Sicilia;

 tradizione etnologica italiana nacque come filiazione dalla tradizione storico-giuridica orientata
al mondo classico e romano-latino
 attenzioni etnografiche all’area africana ma senza un progetto scientifico sistematico: Lamberto
Loria > da esploratore a etnografia italiana; nel 1911 organizza mostra di etnografia italiana per
dare un’immagine “autentica” della vita dei ceti popolari = finzione!!

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